Riflessioni a margine della vicenda Bellomo

Поделиться
HTML-код
  • Опубликовано: 18 окт 2024
  • Colloquio con il prof. Antonio Forza, avvocato e docente di psicologia forense, autore de
    "Il Giudice emotivo".

Комментарии • 10

  • @claudioanelli4382
    @claudioanelli4382 5 лет назад +2

    Quanti danni fanno questi magistrati. Tra avvocati e magistrati c'è da toccarmi le p....

  • @enricobruno62
    @enricobruno62 6 лет назад +1

    Egr. Avv. Dominici, ho ascoltato con molto interesse questo video sulle riflessioni riguardo la vicenda Bellomo e l'ho trovato indubbiamente di alto livello. Molti temi, a mio avviso cruciali, non sono però stati affrontati. Mi riferisco alle vere ragioni per cui alcune borsiste dovessero indossare certi capi di abbigliamento, frequentare solo certi individui con Q.I. alto, frequentare certi locali, ecc... Solo per aver in cambio i "segreti industriali" per passare il concorso?! Sembra che Bellomo, col suo sistema, fabbricasse delle specie di escort che, in cambio dei loro "servigi" potevano, con tutta probabilità, passare il concorso! Lo stesso Bellomo ha dichiarato pubblicamente che una sua ex allieva che aveva accettato il contratto della scuola e quindi i tacchi e la minigonna, era diventata magistrato. Quest'ipotesi non le ho sentite fare da nessuno. Il vero problema è se il concorso in magistratura sia un concorso pulito o "taroccato". Io personalmente propendo per il secondo, e non mi riferisco alla vicenda di Di Pietro, il cui presidente della commissione di concorso Dott. Carnevale, al quale il Di Pietro partecipò, dichiarò che non aveva passato nemmeno uno scritto! Mi riferisco ai casi degli Avv. Berardi e Di Nardo (trovate le loro interviste su youtube) che, essendo stati bocciati al concorso rispettivamente nel 1992 e nel 2010, sono riusciti ad ottenere alcuni temi dei vincitori ed hanno constatato che erano pieni di errori grammaticali e/o giuridici. Ma in un Italia come questa, in cui la corruzione ha sostituito abbondantemente la meritocrazia, ci aspettavamo forse che il concorso per diventare magistrato fosse un'"isola felice"?! Lo stesso Bellomo dice alla sua ex allieva, l'Avv. Rosa Calvi, che se non accettava le condizioni della scuola, sarebbe rimasta una "sfigata", secondo la ricostruzione della Stessa (la trovate sempre su youtube). L'unica soluzione sarebbe quella di eliminare questo sistema concorsuale arcaico e borbonico e fare come in Germania: (racconto per sommi capi) i candidati, dopo la laurea in giurisprudenza e l'esame di stato, intraprendono dei tirocini teorico-pratici in magistratura, nel notariato, nell'avvocatura, nella dirigenza statale e alla fine del percorso, sostenuto un ulteriore esame, vengono avviati alla professione dimostratasi più idonea per il singolo.Grazie per l'attenzioneDott. Enrico Bruno

    • @distrettoindustriale8412
      @distrettoindustriale8412 5 лет назад +2

      fammi capire l'idea sarebbe: siccome un concorso potrebbe essere truccato, togliamo il concorso?

    • @vincenzomelacarne7931
      @vincenzomelacarne7931 5 лет назад +1

      Sembra o hai le prove di quanto dici? Ti rendi conto che stai denunciando dei gravi reati? E che se così non fosse il tuo comportamento rasenterebbe la calunnia?

    • @giro4855
      @giro4855 3 года назад

      @@distrettoindustriale8412 Mi sembra voglia soprattutto dire che in Germania si ha un percorso selettivo/orientativo più lungo e basato sull'esperienza pratica. In Italia c'è questa roulette russa che inizia con queste scuole che attraggono personaggi come Bellomo su cui è lecito porsi domande di ogni tipo.

    • @distrettoindustriale8412
      @distrettoindustriale8412 3 года назад

      @@giro4855 non so che percorso di studi hai fatto ma in giurisprudenza il “pratico” non esiste.

    • @giro4855
      @giro4855 3 года назад

      @@distrettoindustriale8412 sono un economista e ti garantisco che in questa tua affermazione si nasconde buona parte delle ragioni del declino di questo paese, non fosse altro perchè si ostina a scimmiottare meccanismi soprattutto economico-finanziari che appartengono al mondo anglosassone e alla sua common law.