Cumplimentus a su sonadori de custu bellu ballu campidanesu...Grazie all'autore del interessantismo commento molto preciso di cui condivido pienamente il contenuto... A si biri cun saludi.
Condivido il commento e gli apprezzamenti sia per il grande Fiorentino e sia per la bella reinterpretazione di Michele, mi permetto di aggiungere che, molto spesso e in differenti zone, si tende a sostituire il nome dei grandi suonatori che ci hanno preceduto con i termini del ballo della zona. Mi piacerebbe per esempio che con il termine "ballu de Gesturi" non si dimenticasse il grande Galdino Musa, o Ignazio Erbì, cosi come in altre zone, per esempio la mia, si ricordassero e rispettassero gli stili improntati dai vari Bardino, E.Carta, Bettu lai, Gallinu, ziu Mei, ec. ec. - ballo è una cosa, sonada è altra cosa... se "chi balla calpesta le note", chi suona invece le grazia, le ornamenta e ne elabora le frasi. Per cui il ballo (che indica un movimento del corpo) resta più o meno "antigu" e prende il nome del luogo, con gli strumenti autoctoni invece si usano tendenzialmente i termini dei "Kuntzertus" e delle tipologie delle sonadas, invece che dei luoghi. Con il naturale movimento della musica, scandito dai momenti storici, tra cui l'arrivo degli strumenti adottati in Sardegna, (come la fisarmonica in questo caso), si creano nuovi stili nelle linee melodiche e nelle successioni tematiche, dettati dalle caratteristiche dei nuovi strumenti e dalle attitudini di apprendimento dei suonatori: (origa, memoria, dirus e personalidari) - Per cui questo, più che il ballo della Marmilla, va inteso come stile musicale del grande Fiorentino, che ha fatto ballare la Marmilla la Trexenta e non solo... nelle stesse zone si ballava comunque quando ci suonava ziu Aurelu Porcu o Dionigi Burranca a launeddas, a "iskala" e rigorosamente obbligati alle estensioni che riguardavano il loro strumento. La fisa in questo caso spazia tra fiorassiu mediana fiuda ec - tipica pure la "pastorella" di Fiorentino, nel suo stile marcato e vivace, che non può essere definita la "pastorella marmillese". Per cui tutta la nostra musica diventa ancora più bella quando si apprezzano e rispettano tutti gli stili, specificandone i periodi della tradizione, linee melodiche millenarie e centenarie in tanti casi d'autore, e distinguendone le terminologie dei percorsi paralleli in relazione tra musica e ballo. Bravo Fiorentino e bravo Michele -
Bravo Bruno, hai spiegato benissimo , i nostri balli in generale detti campidanesi sappiamo quali sono, fiorassiu puntualità e organu ecc.. ovviamente chi gli interpreta esprime la propria personalità e ogni suonatore deve essere unico e non la fotocopia di un altro, si sente l'impronta ma ci si distingue, il mio maestro Fiorentino insuperabile ha lasciato in eredità uno stile unico nel suo genere, lo stile di Bruno è altrettanto unico,
Bravissimo complimenti Michele
Mi piace molto la musica sarda . Mi ricorda quando ero bambina e vivevo in Sardegna.
Cumplimentus a su sonadori de custu bellu ballu campidanesu...Grazie all'autore del interessantismo commento molto preciso di cui condivido pienamente il contenuto...
A si biri cun saludi.
Tyrsus dc b
Condivido il commento e gli apprezzamenti sia per il grande Fiorentino e sia per la bella reinterpretazione di Michele,
mi permetto di aggiungere che, molto spesso e in differenti zone, si tende a sostituire il nome dei grandi suonatori che ci hanno preceduto con i termini del ballo della zona. Mi piacerebbe per esempio che con il termine "ballu de Gesturi" non si dimenticasse il grande Galdino Musa, o Ignazio Erbì, cosi come in altre zone, per esempio la mia, si ricordassero e rispettassero gli stili improntati dai vari Bardino, E.Carta, Bettu lai, Gallinu, ziu Mei, ec. ec. -
ballo è una cosa, sonada è altra cosa... se "chi balla calpesta le note", chi suona invece le grazia, le ornamenta e ne elabora le frasi. Per cui il ballo (che indica un movimento del corpo) resta più o meno "antigu" e prende il nome del luogo, con gli strumenti autoctoni invece si usano tendenzialmente i termini dei "Kuntzertus" e delle tipologie delle sonadas, invece che dei luoghi.
Con il naturale movimento della musica, scandito dai momenti storici, tra cui l'arrivo degli strumenti adottati in Sardegna, (come la fisarmonica in questo caso), si creano nuovi stili nelle linee melodiche e nelle successioni tematiche, dettati dalle caratteristiche dei nuovi strumenti e dalle attitudini di apprendimento dei suonatori: (origa, memoria, dirus e personalidari) -
Per cui questo, più che il ballo della Marmilla, va inteso come stile musicale del grande Fiorentino, che ha fatto ballare la Marmilla la Trexenta e non solo... nelle stesse zone si ballava comunque quando ci suonava ziu Aurelu Porcu o Dionigi Burranca a launeddas, a "iskala" e rigorosamente obbligati alle estensioni che riguardavano il loro strumento. La fisa in questo caso spazia tra fiorassiu mediana fiuda ec - tipica pure la "pastorella" di Fiorentino, nel suo stile marcato e vivace, che non può essere definita la "pastorella marmillese". Per cui tutta la nostra musica diventa ancora più bella quando si apprezzano e rispettano tutti gli stili, specificandone i periodi della tradizione, linee melodiche millenarie e centenarie in tanti casi d'autore, e distinguendone le terminologie dei percorsi paralleli in relazione tra musica e ballo.
Bravo Fiorentino e bravo Michele -
Bravo Bruno, hai spiegato benissimo , i nostri balli in generale detti campidanesi sappiamo quali sono, fiorassiu puntualità e organu ecc.. ovviamente chi gli interpreta esprime la propria personalità e ogni suonatore deve essere unico e non la fotocopia di un altro, si sente l'impronta ma ci si distingue, il mio maestro Fiorentino insuperabile ha lasciato in eredità uno stile unico nel suo genere, lo stile di Bruno è altrettanto unico,
Bravo, anche se la fisarmonica sembra fatta dello stesso materiale della torta nunziale
bellissimo, ottimo tocco.........stile de ziu fiori al 100 %, bravissimo =)
quanto mi piacerebbe saperla suonare
bella sonada
bravissimo
Fiorentinu Piras lintu e pintu
bravvu!