Günther Anders - Metafisica del make-up. Come ci si auto-riduce a cosa (da TikTok a Instagram)

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  • Опубликовано: 14 окт 2024

Комментарии • 24

  • @ScorribandeFilosofiche
    @ScorribandeFilosofiche  3 месяца назад +2

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    Francesco Dipalo, La Stampella. Storia di Romeo. Racconto d’esistenza anni Novanta, in formato ebook, YCP, €6,99 (Novità 2023)
    La Stampella è una specie di "romanzo di formazione" di stampo esistenzialista ambientato nella Roma degli anni Novanta, con una appendice in terra di Baviera. Il protagonista, Romeo, è zoppo. La sua zoppia ha una duplice valenza: fisica ed esistenziale.
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    Francesco Dipalo, Filosofia sotto il portico. Lo Stoicismo Antico in compendio per studenti veraci e non-filosofi appassionati
    Disponibile dal 20 maggio 2023
    Introduzione, traduzione dei brani antologici e testi a commento di Francesco Dipalo
    Sinossi: “Filosofia sotto il portico” introduce al pensiero stoico antico in maniera organica e completa. La parte centrale dell’opera, preceduta da un agile compendio, passa in rassegna un’ampia antologia di testi accuratamente commentati e annotati per poter essere utilizzati in chiave pratico-filosofica. Completano il lavoro un glossario del lessico stoico e alcuni spunti bibliografici per ulteriori approfondimenti. Come recita il sottotitolo, l’ultimo lavoro del prof. Dipalo (già autore di Liberi dentro. Il Manuale di Epitteto da praticare) è rivolto specificamente a “studenti veraci” e a “non-filosofi appassionati”, cioè a tutti coloro i quali, giovani o meno giovani, pur non avendo una preparazione accademica, non temano la sfida della complessità e amino mettersi personalmente in gioco come esploratori di visioni del mondo altre.
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    Il Manuale di Epitteto, introdotto, tradotto e commentato in senso pratico filosofico dal prof. Francesco Dipalo. Ampio apparato di note, dizionario storico-filosofico, esercizi da praticare.
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    Il volume contiene l’edizione integrale del Manuale di Epitteto, ampiamente commentato e presentato in chiave di pratica filosofica. Dipalo propone l’opera come possibile guida per le scelte della propria vita, e indica con precisione gli esercizi spirituali che possono essere praticati ispirandosi al Manuale e, in generale, alla filosofia stoica.
    Questo lavoro si inserisce sul solco delle ricerche che traggono ispirazione della lezione sul modo di leggere i filosofi antichi che ci ha lasciato Pierre Hadot. È un libro per tutti, scritto da chi lavora a scuola con un linguaggio piano e diretto.

  • @danielapais9014
    @danielapais9014 29 дней назад

    INCREDIBILMENTE VERO E INQUIETANTE.
    VIDEO MOLTO IMPORTANTE.
    GRAZIE

  • @annacalderoni4114
    @annacalderoni4114 3 месяца назад +1

    Grazie non conoscevo . Avrei voluto lei come insegnante ✨🌟🌼🌟✨🌼

    • @ScorribandeFilosofiche
      @ScorribandeFilosofiche  3 месяца назад

      La ringrazio della gentilezza Anna. Non è mai troppo tardi no? I corsi ripartono ogni anno con appendici estive...

  • @salvatoresiddi1062
    @salvatoresiddi1062 Месяц назад

    Bravo! Mi ha arricchito anche questo tuo video. (mi sono permesso di darti del tu!)

  • @vitoriot7661
    @vitoriot7661 3 месяца назад +7

    La foto nel video è Huxley

    • @ScorribandeFilosofiche
      @ScorribandeFilosofiche  3 месяца назад +4

      Grazie della segnalazione. Si vede che ho fatto confusione cercando sulla rete... In effetti, a ben guardare, i due personaggi si assomigliano molto (almeno da giovani).

  • @massimilianobelloni5613
    @massimilianobelloni5613 3 месяца назад +2

    Che dire della moda di tentare di far apparire bello il brutto, come nel caso della cosidetta body positivity, cioè lo sdoganamento della obesità e della mancanza di salute che ne deriva ? E' da considerare solo una perversione dei concetti descritti in questo video ?

    • @ScorribandeFilosofiche
      @ScorribandeFilosofiche  3 месяца назад +3

      Spunto di riflessione assai interessante. Fermo restando che il libro di G. Anders è del 1956 e che il "trash" e il "politicamente corretto" non erano ancora stati inventati - dunque non mi pare egli ne abbia parlato - tale osservazione ci consente di riflettere sulle mode turbo-nichiliste di oggi. "Perversione" mi sembra freudianamente un termine azzeccato. Grazie ancora

    • @blandinomic56
      @blandinomic56 3 месяца назад

      I labbroni e tettone al silicio 😮😅

    • @blandinomic56
      @blandinomic56 3 месяца назад

      E i selfie? Il modello narcisistico .

    • @blandinomic56
      @blandinomic56 3 месяца назад

      Grazie

  • @alessandroboccia9776
    @alessandroboccia9776 3 месяца назад

    Ciao Francesco, mah, penso. L'obiezione che tu stesso sommessamente enunci verso la fine della lezione, cioè che il trucco sia sempre esistito dalla notte dei tempi, toglie gran parte della forza dimostrativa del tuo discorso (cioè di quello di Anders). Truccandosi, l'uomo ha sempre cercato di adeguare se stesso ad un ideale, che, in quanto tale, cioè come paradigma astratto a cui conformarsi, ha, credo, sempre determinate caratteristiche: 1) risente dei codici e delle rappresentazioni di una determinata cultura in un determinato momento storico; 2) agisce sull'uomo come su una cosa (l'essere cosa dell'uomo è un fatto indubitabile, e, credo si possa dire, ontologico; l'uomo è soggetto, ma è anche oggetto, e si concepisce da sempre anche come oggetto; su questo punto, pensa alle popolazioni che inseriscono dei dischi di legno nelle labbra, sempre a fine estetico, ma gli esempi sono innumerevoli). Queste difficoltà del discorso si inseriscono in un'altra difficoltà più grande, che è quello dell'uso dell'aggettivo "naturale". Ha senso questo aggettivo in un contesto antropologico? Non c'è nulla, secondo me, di "naturale" nell'uomo; l'uomo agisce, parla, pensa, etc. all'interno di una dinamica culturale: è la cultura che determina l'uomo nelle sue manifestazioni comunicative, nelle sue azioni, etc., non la natura. Se non si assume questo punto di vista, bisognerebbe definire cos'è "naturale", e, per esempio, se "naturale" è inteso come ciò che esiste, che si dà fenomenologicamente, tutto è naturale, anche la tecnologia. Perché l'alveare dovrebbe essere "naturale" e una città no? Perché la tana di un castoro è naturale e un motore no? Qual è la differenza se l'uomo "naturalmente" è nel mondo e "naturalmente" agisce trasformandolo? Più in generale, mi sembra che anche in questo discorso che tu sviluppi si parta considerando già dimostrato qualcosa che invece andrebbe dimostrato, cioè le conseguenze alienanti dell'uso della tecnologia. Non è, invece, magari (provo a spostare il fuoco dell'argomentazione) che sia il benessere diffuso, (citiamo uno tra i tanti fattori storici che caratterizzano il presente), a disumanizzare l'uomo, cioè a fargli sentire sempre meno necessario il contatto con altri uomini, a farlo andare verso una progressiva tendenza ad allontanare il contatto umano, giudicato fastidioso, portatore di sofferenze inutili? Cos'è "naturale"? Tra l'altro, fino a poco tempo fa, era normalissimo riconoscere che essere costretti ad avere a che fare con il prossimo fosse una seccatura. Appena hanno potuto, le persone si sono allontanate dai propri simili, dopo secoli di forzata e sgradita promiscuità. Molti filosofi hanno accuratamente evitato di dover passare il tempo in inutili interazioni con altri uomini. La tecnologia si innesterebbe, dato questo punto di vista, su una "naturale" tendenza a non avere seccature, e un'altrettanto "naturale" tendenza alla pigrizia (vedi qualsiasi cavallo, cane, gatto, etc.). Cioè, concludo, la tecnologia risponde a dei bisogni? E, se sì, che origine hanno questi bisogni? Se hanno un'origine sociale, storica, etc., è a questo che bisogna guardare, facendo attenzione a non scambiare la causa per l'effetto. E tornando al trucco, chi si trucco manifesta un desiderio di comunicare, cioè, si potrebbe dire, reagisce all'alienazione (ma d'altra parte, riprendendo quello che dicevo all'inizio, sul corpo si è sempre esercitata una pressione sociale, insomma non mi è chiaro affatto perché la ragazzina che adesso va in palestra quattro volte a settimana a fare gambe, addominali e glutei sia diversa dalle signorine vittoriane che si facevano stritolare dalle stecche di balena, o dalle giapponesi con i piedi costretti in scarpe troppo piccole, etc., che c'entra l'invidia prometeica; forse è il fatto che questi usi ora sono di una massa? Ma, attenzione, ora anche la massa aspira alla perfezione, come una volta solo le poche, privilegiate signorine vittoriane; mi sembra che questi filosofi, intellettuali etc. quando parlano di natura hanno in mente la contadina col fascio dell'erba etc., beh, quella non c'è più, bisognerà pure farsene una ragione - se pure quella era "natura"). Un abbraccio! ;-)

    • @ScorribandeFilosofiche
      @ScorribandeFilosofiche  3 месяца назад

      Caro Alessandro, grazie del commento ricco e articolato. I tuoi mi sembrano senz'altro ottimi argomenti. In effetti, trascurando un accurato e problematizzante (nonché necessario a questo punto) approccio antropologico, le questioni messe a tema da Anders possono risultare poco convincenti. La tesi di fondo del suo libro è che "a causa e al confronto con la "tecnologia" l'uomo è di fatto superato, è diventato una "anticaglia". Anders come tutti i filosofi si riferisce alla realtà che ha sotto gli occhi - quindi la tecnocrazia di metà del XX secolo che, a suo modo, aveva prodotto Auschiwtz e Hiroshima da una parte, e le monumentali distopie di un Huxley e di un Orwell come estensione prospettica. Credo che in questa egli individui un fattore di novità assoluta, di discontinuità rispetto alle epoche precedenti. Ed è su questo fattore che si concentrata la sua disamina critica, fattore che, senza dubbio, non nasce dall'oggi al domani, ma è figlio di una lunga storia di sviluppo antropologico in cui, appunto, distinguere e definire "naturale" e "culturale" è sempre operazione relativa e prospettica (vedi Nietzsche). Remo Bodei, per esempio, nel suo "Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale" ricostruisce la storia della tecnica mettendola in stretta connessione con la questione socio-politica (dominio e sottomissione) e rilevandone la continuità dall'evo antico alla AI. Questo, beninteso, solo per contestualizzare il passo. Se stessi in classe (ma ci starò da settembre - questi sono solo lavori preparatori) e dovessi progettare una unità didattica, partirei senz'altro dalle tue argomentazioni che mi paiono ineccepibili seguendole sia in senso storico-genealogico, sia in senso teoretico (cosa è natura? quali sono le attitudini antropologiche fondamentali? ecc.). Quindi, ti sono doppiamente, anzi triplamente grato, dato che raramente mi capita di potermi confrontare su temi così interessanti con una persona profonda e preparata come te. Un caro saluto allora

    • @alessandroboccia9776
      @alessandroboccia9776 3 месяца назад

      @@ScorribandeFilosofiche Grazie della tua risposta, Francesco, è bello dialogare con te, anche a distanza! Quando posso, seguo le tue lezioni con grande piacere! Ancora un abbraccio!

    • @gericho1
      @gericho1 29 дней назад

      La natura è la tenuta del mondo in equilibrio.
      Se per sopravvivere ed evolversi, una specie vivente altera l'ecosistema fino a produrre crisi sistemiche, allora non fa più parte del circolo dell'eterno divenire. E' anti natura.
      La Tecnica è il salvacondotto evolutivo del sapiens, il suo Logos. La Tecnica è il mulino ad acqua e la stazione orbitante, la storia e la civiltà, l'hamburger e la bomba.

  • @stellaceleste3697
    @stellaceleste3697 3 месяца назад

    Siamo in una strana epoca dove tutto questo ci porterà non si sa dove. L'uomo diventa , no più una cosa, ma merce da sfruttare e poi da consumare come certi animali. 🤨

  • @AlvaroSerioli
    @AlvaroSerioli 3 месяца назад +1

    ✌️.

  • @manuela-pl6md
    @manuela-pl6md 3 месяца назад +3

    Siamo coscienza che , superando la dualità, tende verso la coscienza integrata, l' unità consapevole..❤