Ictus - Definizione, Cause e Sintomi
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- Опубликовано: 26 дек 2024
- Cos’è un ictus? Il video spiega la differenza tra ictus ischemico ed emorragico. Cause e fattori di rischio.
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Oggi iniziamo a parlare di ictus, una patologia che in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo malattie cardiovascolari e neoplasie. Rappresenta inoltre una delle principali ragioni di disabilità.
Ictus significa letteralmente “colpo”. In effetti, i sintomi insorgono all’improvviso, in modo violento, spesso senza segnali premonitori. L’ictus è una malattia che colpisce il cervello a causa di un problema circolatorio. In pratica, compare quando si verifica un’interruzione del flusso ematico in un'area più o meno estesa del cervello; questa riduzione dell'afflusso di sangue può essere legata alla presenza di un ostacolo, come un coagulo di sangue, o alla rottura di un vaso cerebrale. Nel primo caso si parla di ictus ischemico, nel secondo di ictus emorragico. Qualunque sia la causa, la zona di cervello privata del corretto afflusso di sangue va incontro a sofferenza. Senza l'ossigeno e i nutrienti necessari, il tessuto cerebrale non può svolgere la propria attività, né rimanere vitale: l’arresto del flusso ematico anche solo per pochi minuti può causare la morte delle cellule cerebrali, le quali non hanno grosse capacità di rigenerarsi. Per questo motivo, le attività controllate dall’area del cervello danneggiata andranno perse, spesso irrimediabilmente. La persona colpita può quindi riportare una condizione di disabilità o difficoltà fisica anche dopo aver superato l’ictus. In altri casi, l’esito è purtroppo fatale.
Chiaramente, i sintomi dell’ictus variano in base alla localizzazione e all’estensione dell’area di cervello danneggiata; tuttavia, a differenza di altri disturbi neurologici, questi sintomi hanno sempre la caratteristica di insorgere bruscamente, senza preavviso. L’ictus può causare sintomi caratteristici: debolezza, perdita improvvisa di sensibilità o paralisi a una parte del corpo; difficoltà a trovare le parole o a capire ciò che stanno dicendo gli altri; paralisi di una parte del viso; problemi improvvisi alla vista; perdita di equilibrio, vertigine e mancanza di coordinazione. Riconoscere i segni dell’ictus è fondamentale, perché bisogna intervenire il più velocemente possibile. Esistono infatti dei trattamenti specifici che, se adottati a breve distanza dall’esordio dei sintomi, permettono di limitare moltissimo i danni.
Come anticipato, l’ictus può dipendere da un’ischemia o da un’emorragia. Vediamo quali caratteristiche consentono di distinguere questi due diversi eventi. L’ictus ischemico è il tipo più comune di ictus. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, la malattia dipende dall’improvvisa chiusura di un vaso sanguigno che impedisce il normale passaggio del sangue. Si viene così a determinare un’ischemia. Il più delle volte, il blocco del flusso ematico è conseguenza di una placca aterosclerotica che si è formata gradualmente in un vaso cerebrale, crescendo fino ad occluderlo; in altri casi, la stessa placca può rompersi improvvisamente portando alla repentina formazione di un coagulo di sangue, detto trombo, che occlude il vaso interessato. In altri casi ancora, l'ostruzione può essere determinata da coaguli di sangue che si sono formati in altre parti del corpo, come ad esempio il cuore; questi coaguli, staccandosi dalla sede originaria prendono il nome di emboli e vengono così spinti dal flusso sanguigno verso il cervello; se non vengono sciolti in tempo dai meccanismi difensivi dell'organismo, questi emboli vanno letteralmente a tappare vasi sanguigni di calibro inferiore. L'altra forma di colpo apoplettico, l’ictus emorragico, avviene invece in caso di rottura di un vaso sanguigno del cervello. Questo genere di danno, a sua volta, può dipendere da un aumento improvviso e notevole della pressione arteriosa o dalla presenza di una malformazione della parete del vaso stesso, come accade, ad esempio, nel caso di un aneurisma cerebrale. Anche le stesse placche aterosclerotiche, comunque, contribuiscono ad irrigidire le pareti dei vasi sanguigni, facilitandone la rottura.
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