Buonasera professore, ho scoperto da poco questo canale,seguivo con ineresse i suoi interventi in una nota trasmissione televisiva, e adesso seguirò con vero piacere i suoi video, grazie.
Ho scoperto per caso questo canale. Faccio i miei complimenti per gli argomenti trattati molto interessanti e per la semplicità e chiarezza di come sono spiegati e analizzati. Grazie.
🙋♀️Buonasera prof.la calma e la pacatezza ,che la contraddistingue e con cui affronta questo tema già da' forza e speranza per affrontare la paura di un futuro che sembra intriso di molta oscurità e in questi tempi non è una banalità ma la nuda e cruda realtà. Quindi cavalchiamo il Kali yuga 💪💪💪😊
Avevo letto il suo libro appena uscito quando ancora non la conoscevo segnalatomi da un'amica ... uno di quei libri che sottolinei i passaggi e che tieni sottomano. Ora do' un volto al suo autore e le esprimono la mia stima e gratitudine per quanto trasmette e che oggi parla cos itanto al mio cuore. La seguo con attenzione e piacere. 🙏👏
Ciao Martino, Cavalcare il Kali Yuga, una opera che mi ha supportato in questo ultimo periodo, dal 2019 quando lo acquistai; è arrivato il momento di riprenderlo in mano, ce l'ho qui accanto a me; con una altra consapevolezza, un altro ardore; il guerriero dello spirito ha fatto tanta strada, altrettanta ne resta da fare. Grazie
Chiedo. ❤ Un evento inaspettato e sconvolgente, successi a me qualche anno fa, ha fatto riemergere nella mia vita una paura che non sentivo da quando ero bambina, la paura di restare chiusa, soffocando, intrappolata in un posto stretto e senza via di fuga. Mi succede quasi sempre quando entro in un bagno pubblico, di un ristorante ad esempio, ed ho veri e propri attacchi di panico. Al solo pensiero che non si sbocchi la porta mi sento male e quando mi è successo sul serio che la serratura abbia effettivamente avuto problemi, ho dato di matto. Come posso affrontare ed esorcizzare questa angoscia? Mi faccio interrare come Uma Thurman in Kill Bill e supero il delirio una volta per tutte? Grazie ❤
La paura vi è là dove uno vede l'altro; ma quel saggio per cui tutto è "diventato" il proprio Sé, cosa dovrebbe temere esattamente, e per mezzo di che cosa? Quando Janaka realizzo il Mokṣa, Aśtavākra disse: ora sei veramente senza paura (abhaya).
@@MartinoNicoletti "poter giungere a questo livello" suggerisce una possibilità, qualcosa in potenza da attualizzare, una meta da raggiungere condizionata nello spazio e nel tempo; tuttavia, il Mokṣa, la quale natura essenziale è l'abhaya, è qui ed ora, c'è solo da capirlo.
C'è una cosa che mi spinge a schivare le mie paure, è quella teoria per cui il pensiero crea, quindi, più ho paura di ricreare ciò che le mie paure mi fanno immaginare, più mi viene difficile entrarci dentro, e più esse mi rimbalzano addosso. Mi può dare una risposta? Magari potrebbe fare un video sulla teoria del pensiero che crea ...
Grazie del suo commento. Avremo sicuramente modo di parlarne in altre occasioni. In realtà una cosa è il pensiero creativo che è esattamente come uno strumento che deve essere creato, forgiato, affilato e destinato ad un uso specifico e ben altra cosa è il chiacchiericcio mentale di cui noi siamo quasi permanentemente vittime. Quest'ultimo è la parte del nostro mentale che è simbioticamente attaccato alle paure. Ha dunque poco senso cercare di intervenire sulle paure utilizzando il pensiero o la mente, ma è molto più efficace operare su di esse utilizzando il sentire e le emozioni. Questo è il tipo di itinerario illustrato nell'opera di cui si parla nel video e nel metodo di lavoro con cui io lavoro con le persone che chiedono il mio accompagnamento professionale. La ringrazio ancora. Il lupo della steppa
Buongiorno, grazie del commento. Quando si parla di anima non esiste differenza tra uomo e donna. Il cammino è lo stesso. Tuttavia la donna ha maggior propensione verso l'accoglimento, l'amore e l'apertura, mentre l'uomo più verso l'azione è la determinazione. Non è un caso che il libro Cavalcare il Kali Yuga sia letto più da donne che da uomini o da donne che lo regalano ai propri mariti o compagni. Buona giornata!
@@MartinoNicoletti quindi, essere incarnati in un genere femminile, rispettandone caratteristiche e direzioni ma essere chiamate alla guerra, propensa alla luce, oltre a essere chiamate “streghe, fate “ nella tradizione celtica o curandere nella tradizione sudamericana ma senza sguainare la spada o scoccare la freccia pur dovendo usare forza determinazione e impegno , ci siamo snaturate ? Tempo fa feci un corso di difesa personale femminile proprio perché i tempi lo richiedono e mi accorsi di quanto, noi donne siamo ancora indifese …grazie per la risposta
@@Dbpunto Grazie del commento. Certe specifiche chiamate esistono ma non sono per tutti come oggigiorno si vorrebbe fare credere divulgando lo slogan che "tutto è per tutti". Non è così. Una gatta può essere una delicata micia o una feroce tigre quando deve difendere i suoi piccoli. In lei l'anima guerriera esiste spontaneamente. Non è sfoggiata ma usata quando serve. Molte donne di oggi si gonfiano i muscoli e digrignano i denti per assomigliare agli uomini, ma nulla possiedono dell'istinto di difendere la propria prole. In modo simile gli uomini sono sempre più abili nel cambio dei pannolini igienici e sempre a difendere (e dico difendere non offendere) la propria famiglia quando sia necessario. In questo gli ultimi quattro anni ci hanno molto bene mostrato come siamo oramai della buona pasta frolla per farne biscottini. E questo al di là delle differenze di sesso.
Hai mai sentito parlare di Maitreyī e Kātyāyanī - tra le altre? Queste sono protagoniste di uno dei più famosi apologhi Upaniṣadici, ma in tutta la tradizione scritturale del Sanātanadharma, è pieno di figure femminili di grande spessore ed autorità, anche nel Mahābhārata di cui la Bhagavadgītā fa parte.
Una volta ho sentito raccontare una leggenda che affermava che il Kali yuga è iniziato nell'esatto momento in cui è morto Krishna, probabilmente l'ho sentita proprio da te non ricordo, comunque riflettevo sul fatto che è potentissima come metafora, considerando cosa rappresenta Krishna. 🙏❤
Ma la "discesa" dell'Avatāra (scusate il gioco di parole, ho appena scritto la discesa del disceso) è proprio questo; preservare il Dharma nel sandhia dello yuga. La Avatārana, la discesa di un Deva sulla terra, in questo contesto particolare la discesa di Visnu, avviene proprio in concomitanza del cambio di Yuga. Non è una metafora, ma la funzione di preservazione del Dharma attribuita a Visnu nel contesto della Trimurti del Sanātanadharma (Brahmā manifesta, Visnu preserva, e Śiva dissolve).
Come sempre grazie 🙏 l'iniziazione occidentale è oramai ridotta a farsetta per personalità gonfie di sé...una esclusiva parodia, tutta chiacchiere e distintivi... Manca di ogni tipo di prassi, di pratica, di frutti possibili Il libro, al contrario, così come le sue parole, sono molto profondi e utili.
Osservare la realtà interiore da "osservatore" e' ciò che ho fatto durante questi ultimi vent'anni e ho realizzato il distacco da turbamento e follia. La mente, oltre la quale vive una dimensione inattaccabile e illimitata. Il Kali Yuga e' un' Era terribile ed è per questo che si deve fare "piazza pulita" di ogni fastidio.
Affrontare se stessi e ritrovare il vero SE e’ la cosa più difficile che si possa fare. Se non fosse che in noi convivono tante personalità quante situazioni e persone vivono intorno alla nostra vita ,forse sarebbe più semplice. Ma siamo tutti sul carro della vita come Arjuna ,in attesa che si manifesti il Dio .
La vita è lo Ksetra, il campo di battaglia, ossia gli anātman; Krsna è lo Ksetrajñā, il conoscitore del campo, ossia l'Ātman; le redini sono la mente, i cinque cavalli sono i sensi, e il carro, è il corpo. Arjuna non ha atteso che qualcuno si manifestasse, perché Krsna era da sempre suo intimo amico quando si rivelò in quanto Visnu. Conoscere il Sé della natura Assoluta di Esistenza-Coscienza non è poi qualcosa che si debba fare; nessuna azione, neanche conoscitiva e mentale come la meditazione, può condurre alla rimozione dell'ignoranza, poiché non è il suo esatto contrario. Intuire la verità totale non vista come altro da sé, non rappresenta una meta da raggiungere, qualcosa di condizionato da spazio-tempo-causa; la nostra reale natura che è lo stesso Mokṣa, è qui ed ora, c'è solo da "vederlo" nella propria Prasiddhānubhava. Vi è poi questa concezione che da adito all'errore che debba essere il Jīva a conoscere l'Ātman; il relativo non può conoscere l'Assoluto, va da sé, che quando un Vedāntin parla di Conoscenza, questa deve essere intesa come priva d'oggetto, poiché è lecito pensare che l'Assoluto non possa conoscere altro da Sé. Non penso poi che la cerca del Brahman sia difficile o facile; semplicemente ci sono istanze mature di Sādhaka qualificati e situazioni immature negli aspiranti squalificati; per colui che possiede le giuste predisposizioni - acquisite in esistenze passate, o in questa stessa a mezzo del conseguimento di un aparavidyā - il riconoscimento intuitivo è inevitabile, perché del proprio intimo Sé si sta parlando, e non di qualcosa di alieno. È già "lì", è sempre stato "lì", anche per chi lo mancherà clamorosamente per tutta la vita.
Si ma vieni in india adesso e vedrai che Tutto e cambiato e peggiorate rimane il passato ma vieni a vedere il presented fuori dalla filosofia nella realta di tutti I giorni
In realtà io non "tiro in ballo"; in caso cito rispettosamente. Rumi in realtà era sunnita. Avendo vissuto tra gli Ismailiti conosco abbastanza il l'etica sciita ma non vi è bisogno di andare fin "lì" per trovare ciò che già esiste "qui", come anche in ogni uomo.
Buonasera professore, ho scoperto da poco questo canale,seguivo con ineresse i suoi interventi in una nota trasmissione televisiva, e adesso seguirò con vero piacere i suoi video, grazie.
Che carino e che bella persona che é professore ,saggio e umile . Grazie Grazie Grazie dei suoi insegnamenti,non finiró mai di ringraziarla.❤🙏🙏🙏🌹🌹🌹🌿🕊🌿
Ho scoperto per caso questo canale. Faccio i miei complimenti per gli argomenti trattati molto interessanti e per la semplicità e chiarezza di come sono spiegati e analizzati. Grazie.
Marino Nicoletti sei un'anima nobile e noi ringraziamo i tuoi doni di condivisione di conoscenza ❤
Grazie Cristina per il tuo gentile commento!
Il Prof è un bálsamo per l'anima, un abbraccio al nostro cuore💜💞💖
Ascoltarla mi ha riportato alla mente una frase che avevo scritto in un diario d'infanzia: nel buio più profondo c'è la luce più chiara. Grazie ❤
Esatto!
Come sempre, grazie, amo ascoltare le sue parole. ❤
Grazie professore grazie infinite❤❤❤
Grazie dall'anima👌, grazie e complimenti 🛞🌠
Complimenti. Un vero piacere poterla sentire e seguire
Parole di una saggezza antica in questo video, grazie 🙏.... E come sempre ottimi spunti di lettura.
GRAZIE PROFESSORE, una lezione fantastica!
Apprezzo molto questi suoi video che aiutano a riflettere.....li trovo molto utili....Grazie di ❤️
🙋♀️Buonasera prof.la calma e la pacatezza ,che la contraddistingue e con cui affronta questo tema già da' forza e speranza per affrontare la paura di un futuro che sembra intriso di molta oscurità e in questi tempi non è una banalità ma la nuda e cruda realtà.
Quindi cavalchiamo il Kali yuga 💪💪💪😊
Grazie Cristina del suo gentile commento!
Belle queste lezioni di vita
Grazie per le belle parole di incoraggiamento
Avevo letto il suo libro appena uscito quando ancora non la conoscevo segnalatomi da un'amica ... uno di quei libri che sottolinei i passaggi e che tieni sottomano. Ora do' un volto al suo autore e le esprimono la mia stima e gratitudine per quanto trasmette e che oggi parla cos itanto al mio cuore. La seguo con attenzione e piacere. 🙏👏
Grazie Livio del suo gentile commento!
Ciao Martino, Cavalcare il Kali Yuga, una opera che mi ha supportato in questo ultimo periodo, dal 2019 quando lo acquistai;
è arrivato il momento di riprenderlo in mano, ce l'ho qui accanto a me; con una altra consapevolezza, un altro ardore;
il guerriero dello spirito ha fatto tanta strada, altrettanta ne resta da fare.
Grazie
Grazie Leonardo del tuo gentile commento!
Grazie. É proprio come la penso io anche se non sempre mi ricordo di metterlo in pratica.
Cavalcare il Kali Yuga, è stato il regalo a mio figlio per i suoi 16 anni ✨
Grazie è veramente prezioso ascoltarla❤ Il suo libro è sul mio comodino
Grazie del suo gentile commento!
@@MartinoNicoletti potrebbe scrivere qui la mail per contattarla per avere informazioni sui lavori individuali? Grazie 🙏
E la situazione che fa le pure cambia la situazione e le pure vanno ma ci vuole fortuna e impegno😊
Sempre bello ascoltarti. Spero un giorno fare qualcosa con te ❤
Grazie
Grazie ❤
Grazie !!!!
GRAZIE ❤
Grazie! ...l oscurità è luce congelata
Chiedo. ❤ Un evento inaspettato e sconvolgente, successi a me qualche anno fa, ha fatto riemergere nella mia vita una paura che non sentivo da quando ero bambina, la paura di restare chiusa, soffocando, intrappolata in un posto stretto e senza via di fuga. Mi succede quasi sempre quando entro in un bagno pubblico, di un ristorante ad esempio, ed ho veri e propri attacchi di panico. Al solo pensiero che non si sbocchi la porta mi sento male e quando mi è successo sul serio che la serratura abbia effettivamente avuto problemi, ho dato di matto. Come posso affrontare ed esorcizzare questa angoscia? Mi faccio interrare come Uma Thurman in Kill Bill e supero il delirio una volta per tutte? Grazie ❤
Ci sono modi efficaci per affrontare questo genere di paure. E questo anche è parte del mio lavoro di accompagnamento.
@@MartinoNicoletti allora, se non le dispiace, le chiederei come fare per un consulto con Lei :) Può lasciarmi una mail?
@@ElideBraccio infos.martino@gmail.com
La paura vi è là dove uno vede l'altro; ma quel saggio per cui tutto è "diventato" il proprio Sé, cosa dovrebbe temere esattamente, e per mezzo di che cosa? Quando Janaka realizzo il Mokṣa, Aśtavākra disse: ora sei veramente senza paura (abhaya).
Poter giungere a questo livello, al di à delle parole e delle formulazioni...
@@MartinoNicoletti "poter giungere a questo livello" suggerisce una possibilità, qualcosa in potenza da attualizzare, una meta da raggiungere condizionata nello spazio e nel tempo; tuttavia, il Mokṣa, la quale natura essenziale è l'abhaya, è qui ed ora, c'è solo da capirlo.
Io ho la fibromialgia. Grazie per questo video.
Buonasera eccomi ascolto
potresti raccontare cos'é la pietra accanto al ficus? grazie !!
Ha una lunga storia... Ne parleremo forse un giorno....
C'è una cosa che mi spinge a schivare le mie paure, è quella teoria per cui il pensiero crea, quindi, più ho paura di ricreare ciò che le mie paure mi fanno immaginare, più mi viene difficile entrarci dentro, e più esse mi rimbalzano addosso. Mi può dare una risposta? Magari potrebbe fare un video sulla teoria del pensiero che crea ...
Grazie del suo commento. Avremo sicuramente modo di parlarne in altre occasioni. In realtà una cosa è il pensiero creativo che è esattamente come uno strumento che deve essere creato, forgiato, affilato e destinato ad un uso specifico e ben altra cosa è il chiacchiericcio mentale di cui noi siamo quasi permanentemente vittime. Quest'ultimo è la parte del nostro mentale che è simbioticamente attaccato alle paure. Ha dunque poco senso cercare di intervenire sulle paure utilizzando il pensiero o la mente, ma è molto più efficace operare su di esse utilizzando il sentire e le emozioni. Questo è il tipo di itinerario illustrato nell'opera di cui si parla nel video e nel metodo di lavoro con cui io lavoro con le persone che chiedono il mio accompagnamento professionale. La ringrazio ancora. Il lupo della steppa
Si parla sempre al maschile, guerriero, cavaliere, monaco … e per le guerriere ? Come possiamo definirci ?
Buongiorno, grazie del commento. Quando si parla di anima non esiste differenza tra uomo e donna. Il cammino è lo stesso. Tuttavia la donna ha maggior propensione verso l'accoglimento, l'amore e l'apertura, mentre l'uomo più verso l'azione è la determinazione. Non è un caso che il libro Cavalcare il Kali Yuga sia letto più da donne che da uomini o da donne che lo regalano ai propri mariti o compagni. Buona giornata!
@@MartinoNicoletti quindi, essere incarnati in un genere femminile, rispettandone caratteristiche e direzioni ma essere chiamate alla guerra, propensa alla luce, oltre a essere chiamate “streghe, fate “ nella tradizione celtica o curandere nella tradizione sudamericana ma senza sguainare la spada o scoccare la freccia pur dovendo usare forza determinazione e impegno , ci siamo snaturate ? Tempo fa feci un corso di difesa personale femminile proprio perché i tempi lo richiedono e mi accorsi di quanto, noi donne siamo ancora indifese …grazie per la risposta
@@Dbpunto Grazie del commento. Certe specifiche chiamate esistono ma non sono per tutti come oggigiorno si vorrebbe fare credere divulgando lo slogan che "tutto è per tutti". Non è così. Una gatta può essere una delicata micia o una feroce tigre quando deve difendere i suoi piccoli. In lei l'anima guerriera esiste spontaneamente. Non è sfoggiata ma usata quando serve. Molte donne di oggi si gonfiano i muscoli e digrignano i denti per assomigliare agli uomini, ma nulla possiedono dell'istinto di difendere la propria prole. In modo simile gli uomini sono sempre più abili nel cambio dei pannolini igienici e sempre a difendere (e dico difendere non offendere) la propria famiglia quando sia necessario. In questo gli ultimi quattro anni ci hanno molto bene mostrato come siamo oramai della buona pasta frolla per farne biscottini. E questo al di là delle differenze di sesso.
Hai mai sentito parlare di Maitreyī e Kātyāyanī - tra le altre? Queste sono protagoniste di uno dei più famosi apologhi Upaniṣadici, ma in tutta la tradizione scritturale del Sanātanadharma, è pieno di figure femminili di grande spessore ed autorità, anche nel Mahābhārata di cui la Bhagavadgītā fa parte.
@@Siddhanta8905 si ma vivo il Italia 🇮🇹
Possibile non sia più disponibile nelle librerie per acquisto il libro "Calvalcare il Kaliuga"?
Buongiorno, non mi risulta. In genere basta domandare di ordinarlo.
@MartinoNicoletti grazie
Una volta ho sentito raccontare una leggenda che affermava che il Kali yuga è iniziato nell'esatto momento in cui è morto Krishna, probabilmente l'ho sentita proprio da te non ricordo, comunque riflettevo sul fatto che è potentissima come metafora, considerando cosa rappresenta Krishna. 🙏❤
Esatto!
Ma la "discesa" dell'Avatāra (scusate il gioco di parole, ho appena scritto la discesa del disceso) è proprio questo; preservare il Dharma nel sandhia dello yuga. La Avatārana, la discesa di un Deva sulla terra, in questo contesto particolare la discesa di Visnu, avviene proprio in concomitanza del cambio di Yuga. Non è una metafora, ma la funzione di preservazione del Dharma attribuita a Visnu nel contesto della Trimurti del Sanātanadharma (Brahmā manifesta, Visnu preserva, e Śiva dissolve).
L' ho letto quando è uscito, fondamentale di questi tempi, grazie
Lo diceva nice dio e morto
Come sempre grazie 🙏 l'iniziazione occidentale è oramai ridotta a farsetta per personalità gonfie di sé...una esclusiva parodia, tutta chiacchiere e distintivi...
Manca di ogni tipo di prassi, di pratica, di frutti possibili
Il libro, al contrario, così come le sue parole, sono molto profondi e utili.
Osservare la realtà interiore da "osservatore" e' ciò che ho fatto durante questi ultimi vent'anni e ho realizzato il distacco da turbamento e follia. La mente, oltre la quale vive una dimensione inattaccabile e illimitata. Il Kali Yuga e' un' Era terribile ed è per questo che si deve fare "piazza pulita" di ogni fastidio.
Affrontare se stessi e ritrovare il vero SE e’ la cosa più difficile che si possa fare. Se non fosse che in noi convivono tante personalità quante situazioni e persone vivono intorno alla nostra vita ,forse sarebbe più semplice. Ma siamo tutti sul carro della vita come Arjuna ,in attesa che si manifesti il Dio .
La vita è lo Ksetra, il campo di battaglia, ossia gli anātman; Krsna è lo Ksetrajñā, il conoscitore del campo, ossia l'Ātman; le redini sono la mente, i cinque cavalli sono i sensi, e il carro, è il corpo. Arjuna non ha atteso che qualcuno si manifestasse, perché Krsna era da sempre suo intimo amico quando si rivelò in quanto Visnu. Conoscere il Sé della natura Assoluta di Esistenza-Coscienza non è poi qualcosa che si debba fare; nessuna azione, neanche conoscitiva e mentale come la meditazione, può condurre alla rimozione dell'ignoranza, poiché non è il suo esatto contrario. Intuire la verità totale non vista come altro da sé, non rappresenta una meta da raggiungere, qualcosa di condizionato da spazio-tempo-causa; la nostra reale natura che è lo stesso Mokṣa, è qui ed ora, c'è solo da "vederlo" nella propria Prasiddhānubhava. Vi è poi questa concezione che da adito all'errore che debba essere il Jīva a conoscere l'Ātman; il relativo non può conoscere l'Assoluto, va da sé, che quando un Vedāntin parla di Conoscenza, questa deve essere intesa come priva d'oggetto, poiché è lecito pensare che l'Assoluto non possa conoscere altro da Sé.
Non penso poi che la cerca del Brahman sia difficile o facile; semplicemente ci sono istanze mature di Sādhaka qualificati e situazioni immature negli aspiranti squalificati; per colui che possiede le giuste predisposizioni - acquisite in esistenze passate, o in questa stessa a mezzo del conseguimento di un aparavidyā - il riconoscimento intuitivo è inevitabile, perché del proprio intimo Sé si sta parlando, e non di qualcosa di alieno. È già "lì", è sempre stato "lì", anche per chi lo mancherà clamorosamente per tutta la vita.
La vita e una m
Si ma vieni in india adesso e vedrai che Tutto e cambiato e peggiorate rimane il passato ma vieni a vedere il presented fuori dalla filosofia nella realta di tutti I giorni
Quel tipo di guerriero oggi esiste tra la resistenza islamica, sopttto shiita, visto che hai tirato in ballo Rumi, senza attualizzarlo...
In realtà io non "tiro in ballo"; in caso cito rispettosamente. Rumi in realtà era sunnita. Avendo vissuto tra gli Ismailiti conosco abbastanza il l'etica sciita ma non vi è bisogno di andare fin "lì" per trovare ciò che già esiste "qui", come anche in ogni uomo.
Grazie ❤