Una questione di cui non si è parlato è piuttosto la difesa dei valori di una comunità (di qualsiasi natura essi siano). È chiaro che un gruppo sociale è tanto più solido quanto più è forte la sua identità sociale e i suoi ideali. Quando l'integrazione fra diversi gruppi sociali avviene per editto (banalmente il "volemose bbene" e il "siamo tutti uguali") predicato da "filosofi" (ma più ideologi direi) che la questione di cui sopra non se la sono mai posta solo perchè ragionano in maniera piatta (buono/cattivo e giusto/sbagliato), succede che il gruppo solitamente maggioritario che si sente minacciato nella sua identità va in modalità protezione. Io credo che in generale, questo ed altri problemi del nostro tempo, vadano affrontati con la maturità dei nostri 4000 anni di filosofia e non con le solite lagne fascista/comunista, buono/cattivo, giusto/sbagliato. Abbiamo tanta di quella scienza... usiamola! Lasciamoli un po' perdere certi scrittori di "narrazioni". Usiamo di più quel faro che è la ricerca scientifica. Impariamo che nel mondo non ci sono buoni e cattivi ma che ci sono delle logiche e dei meccanismi istintivi e naturali e ricordiamoci che siamo animali che sanno fare filosofia. Conoscere i meccanismi non risolve tutti i problemi ma ci aiuta a sfruttare a nostro vantaggio quello che ci offre la natura. Non ci dobbiamo sforzare di essere ciò che non siamo
Un luogo comune per criticare un altro luogo comune: quindi non è sufficiente essere tolleranti? Dobbiamo fare cosa: calare completamente le brache? Dire non solo tollero la tua diversità anche se non la condivido devo pure rispettarla anche se l'aborrisco? Anche se non mi appartiene? E magari sforzarmi di farla mia per dimostrare quanto la rispetto?
Sogno un mondo senza religioni..purtroppo le religioni ci hanno portato ad essere "diversi" gli uni agli occhi degli altri..basterebbe credere nel rispetto reciproco dell'essere umano nel nome dell' intelligenza e no nel nome di qualcosa fondato sul "nulla" che costringe i popoli ad eseguire delle costrinzioni..così potrebbe essere un mondo migliore..
@@TheMusterion76 certo è ovvio ma almeno la politica è fatta da menti da persone reali e se davvero il popolo si unisse si potrebbe far cambiare idea a chi governa..mentre non puoi cambiare menti di esseri inesistenti..sarebbe incoerente non credi??
@@galileocavallaro non c'entra niente quello che dici tu. Io mi riferisco al fatto che oggi se non sei allineato a certi standard di pensiero in merito a temi politici ben specifici, chi invece è allineato è autorizzato (in virtù di quella che è la attuale cultura dominante) a pensar male di te. E sappi che tale cultura è una ed è ben specifica, e non è che cambia in base al governo.
d'accordo con te ma partendo da una critica più profonda del. concetto di tolleranza come emerge dal dibattito post riforma da Erasmo a Locke fino a Voltaire. Sembra che tu non conosca i termini storici della questione. La tolleranza è guardiana delle disuguaglianze e artefice del controllo sociale.
La tolleranza non è un inganno, lo è questo talk mal concepito. La tolleranza non nega il rispetto e il dialogo, anzi. Per chi non l'avesse capito e stesse godendo inconsciamente nel risvegliare l'intollerante fascista sopito in tutti noi (vedasi "ur-fascismo" di Umberto Eco): una banale provocazione falsamente originale. La tolleranza è verso qualcuno o qualcosa, anche fenomeni ingiusti. Noi ad esempio tolleriamo che ogni giorno muoiano 10.000 bambini di fame. Ma non scambiamo la tolleranza con l'assuefazione, ad esempio. Poi la tolleranza ha un limite fondamentale: non c'è verso gli intolleranti. Questo è il paradosso della tolleranza di Karl Popper. La tolleranza di cui parla lo studentello è più un'espediente narrativo mediatico utilizzato da varie fazioni politiche. L'argomentazione è vaga e fuorviante. Da come esempio solo la tolleranza sugli omosessuali come se il fatto che ci sia diffusa tolleranza sul fenomeno non generi l'uguaglianza nei diritti. A parte che è tutt'altro che diffusa tale tolleranza, specialmente tra i politici, seppur la cosiddetta lobby LGBT sia sicuramente forte - e che probabilmente influenzano i media che tendono a ritrarre l'opinione pubblica come più tollerante. Non c'è affatto causalità fra tolleranza e diritti civili negati. Mha...a me pare proprio tutta la sua spiegazione insensata...è come se provocatoriamente dicesse che la libertà è un inganno perché è principio alla base del liberismo che ha portato a diseguaglianze economiche mai avvenute nella storia. Insomma, nell'esposizione confusaa ci può anche essere una parte di verità.. ma dal constatare la potenzialità del principio della tolleranza come strumento persuasivo, passivo e anti-democratico all'apprezzarne anche gli stessi valori coi quali la tolleranza si accompagna e che alla fine propugna pure lui, ce ne passano di anni di studio matto e disperatissimo...
Al di là di quello che pensi tu io non riesco proprio a sopportare il fatto che dia dello "studentello" al tipo del video e ti metta a parlare della parte "fascista" interiore come se fosse un dato di fatto. Al di là di quello che è il tuo pensiero quello che proprio non mi va giù è quello che credi che sia vero senza ombra di dubbio che mi infastidisce e visto che ti sei preso la briga di commentare così io sento la necessità di fartelo sapere
Questo talk potrebbe prestarsi ad interpretazioni un po troppo travianti e sui generis rispetto all'intento originale. Infatti è malposto. La conclusione che uno potrebbe trarne è la seguente: le tolleranze sono un inganno allora è meglio fare la guerra. Questa sarebbe l'interpretazione semplicistica a cui quacuno, di superficiale pensiero, potrebbe arrivare. In realtà la tolleranza non deve essere imposta o auto-imposta. Ad esempio nelle tolleranze religiose non ha senso che io mi imponga di tollerare il musulmano o l'induista laddove questa struttura di pensiero non si sia stratificata al mio interno in maniera autentica. Bisogna fare un lavoro su se stessi altrimenti la tolleranza autoimposta (tanto al kg) o imposta dall'esterno con la coercizione prima o poi finirà sempre e solo con un risultato: la guerra. E quando scoppia in quel modo è ancora peggio poichè ci sarebbe anche un sovraccarico violento dato dal senso di vendetta per aver soppresso dentro di noi la vera espressione originale della nostra stratificazione psichica: ossia l'intolleranza.
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Una questione di cui non si è parlato è piuttosto la difesa dei valori di una comunità (di qualsiasi natura essi siano). È chiaro che un gruppo sociale è tanto più solido quanto più è forte la sua identità sociale e i suoi ideali. Quando l'integrazione fra diversi gruppi sociali avviene per editto (banalmente il "volemose bbene" e il "siamo tutti uguali") predicato da "filosofi" (ma più ideologi direi) che la questione di cui sopra non se la sono mai posta solo perchè ragionano in maniera piatta (buono/cattivo e giusto/sbagliato), succede che il gruppo solitamente maggioritario che si sente minacciato nella sua identità va in modalità protezione. Io credo che in generale, questo ed altri problemi del nostro tempo, vadano affrontati con la maturità dei nostri 4000 anni di filosofia e non con le solite lagne fascista/comunista, buono/cattivo, giusto/sbagliato. Abbiamo tanta di quella scienza... usiamola! Lasciamoli un po' perdere certi scrittori di "narrazioni". Usiamo di più quel faro che è la ricerca scientifica. Impariamo che nel mondo non ci sono buoni e cattivi ma che ci sono delle logiche e dei meccanismi istintivi e naturali e ricordiamoci che siamo animali che sanno fare filosofia. Conoscere i meccanismi non risolve tutti i problemi ma ci aiuta a sfruttare a nostro vantaggio quello che ci offre la natura. Non ci dobbiamo sforzare di essere ciò che non siamo
Un luogo comune per criticare un altro luogo comune: quindi non è sufficiente essere tolleranti? Dobbiamo fare cosa: calare completamente le brache? Dire non solo tollero la tua diversità anche se non la condivido devo pure rispettarla anche se l'aborrisco? Anche se non mi appartiene? E magari sforzarmi di farla mia per dimostrare quanto la rispetto?
Grandissima.......
Sogno un mondo senza religioni..purtroppo le religioni ci hanno portato ad essere "diversi" gli uni agli occhi degli altri..basterebbe credere nel rispetto reciproco dell'essere umano nel nome dell' intelligenza e no nel nome di qualcosa fondato sul "nulla" che costringe i popoli ad eseguire delle costrinzioni..così potrebbe essere un mondo migliore..
La politica fa la stessa cosa
@@TheMusterion76 certo è ovvio ma almeno la politica è fatta da menti da persone reali e se davvero il popolo si unisse si potrebbe far cambiare idea a chi governa..mentre non puoi cambiare menti di esseri inesistenti..sarebbe incoerente non credi??
@@galileocavallaro non c'entra niente quello che dici tu. Io mi riferisco al fatto che oggi se non sei allineato a certi standard di pensiero in merito a temi politici ben specifici, chi invece è allineato è autorizzato (in virtù di quella che è la attuale cultura dominante) a pensar male di te. E sappi che tale cultura è una ed è ben specifica, e non è che cambia in base al governo.
d'accordo con te ma partendo da una critica più profonda del. concetto di tolleranza come emerge dal dibattito post riforma da Erasmo a Locke fino a Voltaire. Sembra che tu non conosca i termini storici della questione. La tolleranza è guardiana delle disuguaglianze e artefice del controllo sociale.
La tolleranza non è un inganno, lo è questo talk mal concepito. La tolleranza non nega il rispetto e il dialogo, anzi. Per chi non l'avesse capito e stesse godendo inconsciamente nel risvegliare l'intollerante fascista sopito in tutti noi (vedasi "ur-fascismo" di Umberto Eco): una banale provocazione falsamente originale. La tolleranza è verso qualcuno o qualcosa, anche fenomeni ingiusti. Noi ad esempio tolleriamo che ogni giorno muoiano 10.000 bambini di fame. Ma non scambiamo la tolleranza con l'assuefazione, ad esempio. Poi la tolleranza ha un limite fondamentale: non c'è verso gli intolleranti. Questo è il paradosso della tolleranza di Karl Popper. La tolleranza di cui parla lo studentello è più un'espediente narrativo mediatico utilizzato da varie fazioni politiche. L'argomentazione è vaga e fuorviante. Da come esempio solo la tolleranza sugli omosessuali come se il fatto che ci sia diffusa tolleranza sul fenomeno non generi l'uguaglianza nei diritti. A parte che è tutt'altro che diffusa tale tolleranza, specialmente tra i politici, seppur la cosiddetta lobby LGBT sia sicuramente forte - e che probabilmente influenzano i media che tendono a ritrarre l'opinione pubblica come più tollerante. Non c'è affatto causalità fra tolleranza e diritti civili negati. Mha...a me pare proprio tutta la sua spiegazione insensata...è come se provocatoriamente dicesse che la libertà è un inganno perché è principio alla base del liberismo che ha portato a diseguaglianze economiche mai avvenute nella storia. Insomma, nell'esposizione confusaa ci può anche essere una parte di verità.. ma dal constatare la potenzialità del principio della tolleranza come strumento persuasivo, passivo e anti-democratico all'apprezzarne anche gli stessi valori coi quali la tolleranza si accompagna e che alla fine propugna pure lui, ce ne passano di anni di studio matto e disperatissimo...
Al di là di quello che pensi tu io non riesco proprio a sopportare il fatto che dia dello "studentello" al tipo del video e ti metta a parlare della parte "fascista" interiore come se fosse un dato di fatto. Al di là di quello che è il tuo pensiero quello che proprio non mi va giù è quello che credi che sia vero senza ombra di dubbio che mi infastidisce e visto che ti sei preso la briga di commentare così io sento la necessità di fartelo sapere
Questo talk potrebbe prestarsi ad interpretazioni un po troppo travianti e sui generis rispetto all'intento originale. Infatti è malposto. La conclusione che uno potrebbe trarne è la seguente: le tolleranze sono un inganno allora è meglio fare la guerra. Questa sarebbe l'interpretazione semplicistica a cui quacuno, di superficiale pensiero, potrebbe arrivare. In realtà la tolleranza non deve essere imposta o auto-imposta. Ad esempio nelle tolleranze religiose non ha senso che io mi imponga di tollerare il musulmano o l'induista laddove questa struttura di pensiero non si sia stratificata al mio interno in maniera autentica. Bisogna fare un lavoro su se stessi altrimenti la tolleranza autoimposta (tanto al kg) o imposta dall'esterno con la coercizione prima o poi finirà sempre e solo con un risultato: la guerra. E quando scoppia in quel modo è ancora peggio poichè ci sarebbe anche un sovraccarico violento dato dal senso di vendetta per aver soppresso dentro di noi la vera espressione originale della nostra stratificazione psichica: ossia l'intolleranza.