NOTA BENE: Se impostate su "Alta" la qualità della riproduzione video, godrete meglio della visualizzazione delle mappe Abbonati per supportare il canale e accedere ai vantaggi: ruclips.net/channel/UCc9PVgaI3Nt7y3u0YFM1Mhgjoin Link al server Discord: discord.gg/HA7D2S4kTZ
Godo, perchè un contenuto di questa qualità di oltre un' ora, è meglio di un porno per un appassionato di storia militare come. Eppure, allo stesso tempo, sono indispettito. Avrebbe dovuto durare minimo 3 ore 😍😂😂Livello altissimo ormai, mi son recuperato almeno una dozzina di contenuti in una settimana, vita sociale addio🥲Un abbraccio, e grazie mille dei contenuti, sempre migliori!
Such a masterpiece ! Bravissimo ! Thank you for making this brilliant documentary about Matapan ! But it's very hard for many audience who don't understand the Italian、Such as me、to watch this documentary without English subtitle. Such a pity.
Complimenti per la ricostruzione, le fonti la ricerca e il racconto, puntuale e nella sua drammatica ricostruzione, emozionante. Questi fatti fanno parte della nostra storia, con orgoglio, dolore, angoscia e sgomento. Ma sono anzitutto storie di uomini, di Italiani che avevano ideali, e che con coraggio e dignità hanno sacrificato la vita per il futuro del paese, per quella libertà e di tutto ciò che abbiamo oggi.
Grazie per aver esposto i fatti a differenza di altri, senza il superficiale disfattismo cronico, che per anni ha oscurato il coraggio ed il valore, di chi ha combattuto una guerra compiendo il proprio dovere. Doveroso e commovente il ricordo di tutti i caduti...
Ragazzi altro che umilmente, siete dei grandi. Faccio parte di una famiglia di militari, ufficiali di marina, cavalleria, alpini, molti oramai scomparsi, e ricordo i racconti di mio padre in merito a questo triste evento, da lui vissuto amaramente, in un altro teatro. Mi porto' in pellegrinaggio a El Alamein negli anni 70 e durante la navigazione fu posata in mare una corona sul luogo della battaglia in memoria dei marinai caduti. Ho dunque vissuto leggendo tutto ciò che è stato scritto in merito, e con grande amarezza ogni volta mi sono sorbito recriminazioni, propaganda politica, accuse, giustificazioni, umiliazioni, raramente ci si è soffermati, come avete fatto voi, anche sulla componente umana della vicenda. La grande professionalità storica che avete messo nel creare questo servizio vi rende onore, poche parole chiare da storici e non da giornalai, come capita spesso oggi di imbattersi. Vi ringrazio a nome dei giovani che potranno trarre dal vostro racconto, la giusta conoscenza dei fatti storici. Nel dramma di una guerra, chi ha combattuto non merita di certo di essere additato e colpevolizzato per aver fatto parte o meno di un 'certo' periodo. Vi esorto a continuare questo vostro lavoro "onesto" e vi rinnovo i complimenti. Buon lavoro!
Perché offendere onesti lavoratori come i giornalai? Oltretutto sono una specie in via di estinzione. Spero che si sia trattato di uno dei consueti errori della videoscrittura automatica per la parola giornalisti e per i relativi sinonimi: intellettuali, Guru, professori, portaborse, arruffapopoli, incompetenti, presuntuosi, saccenti, editorialisti, indignati speciali, leoni da tastiera, ospiti fissi da talk show, politici buoni per tutti gli usi, esibizionisti, malati di protagonismo e così via. Ma chi alza la seracinesca alle 5 del mattino no.
Mio padre era addetto ai siluri su uno dei caccia di scorta al Vittorio Veneto, quando gli chiedevo qualcosa di quella notte mi faceva una carezza e scuoteva la testa, non ha mai voluto dirmi una parola al riguardo…Onore ai nostri marinai.
Complimenti sia per l’esposizione dell’evento bellico che per la documentazione fotografica. Questo video ti tiene incollato allo schermo dall’ inizio alla fine.
Trasmissione di livello eccezionale, molto superiore a qualsiasi cosa prodotta dalla RAI o da altre emittenti. Rigorosa e puntuale. Citazioni corrette e immagini appropriate. Ottimi i disegni. Un esempio per tutti che, penso, sarà difficile da imitare e impossibile da superare. Bravo Zulu. Se proprio si vuole cercare, a tutti i costi, il pelo nell’uovo, sarebbe stato meglio dire fiancate anziché bordate (quest'ultimo è un brutto francesismo) e arrembaggio e non abbordaggio (idem). Ancora, si poteva aggiungere, se vogliamo, che l’ammiraglio Paladini sbarcò nel luglio 1940 in seguito a un infarto, tanto per prevenire le consuete, inutili polemiche gratuite che qualcuno sta già sollevando in queste ore. Durante il combattimento di Gaudo, il Vittorio Veneto tirò da 29.000 e non da 23.000 metri. Lo dissero, correttamente, gli inglesi, lo confermano i documenti. Forse l’ammiraglio Iachino ricordava male in occasione della redazione delle sue memorie. Per la cronaca, infine, il futuro Principe Filippo, intervistato ad anni di distanza in quanto era stato destinato, quella notte, alla direzione delle fotoelettriche del Valiant, riferì, rispondendo col proprio consueto spirito, che: “He survived unscathed amid his shattered lights as enemy cannon shell ripped into his position ... The Duke later spoke of how he coped when his shipmates died or were wounded. “It was part of the fortunes of war,” he said. “We didn’t have counsellors rushing around every time somebody let off a gun, you know asking ‘Are you all right - are you sure you don’t have a ghastly problem?’ You just got on with it.” Scrisse, inoltre, nel proprio diario di quei giorni, quando ancora non sapeva del proprio futuro destino di Principe consorte, riferendosi al colpo messo a segno del Carducci: “They found another eight-foot hole, narrow but deep, in the starboard torpedo protection bulges amidships”, definendo quel buco “the gash” e aggiungendo, parlando dell’equipaggio della propria nave: “They spent the next week with a ten degree list while the repair was done”. Le relative pagine manoscritte e la trascrizione sono apparse sulla nota rivista britannica After the Battle, Number 7, uscita nel 1975.
Giulio e Matteo grazie per questo capo lavoro! Questo racconto mi ha ressa in lacrime per quanto ha pagato tutti i valorosi marinai. Finalmente una presentazione Italiana.
Migliore documentario completo , senza trascuratezze ;ne d'ordine cronologico, per le stesse mappe che ripercorrono i veri punti basati su una verità , quella storica. (E non solo) Complimenti, davvero!!!
Ottimo video sul tragico scontro tra la marina italiana e quella britannica, che ha lasciato solo più perdite che successi. El mejor documental de la batalla del Cabo Matapán.
Questo è un lavoro portentoso, di grande spessore e con un estremo livello di approfondimento. Bravissime le due voci narranti. Bravo Giulio e brava Italian Military Archives.
Bravissimi ragazzi è così che si analizza la storia. Inoltre mi avete chiarito tanti aspetti di questa vicenda che, seguendo narrazioni più superficiali, erano rimasti per me inspiegabili.
Grazie per questo documentario! L'ho visto 5 volte e tutte le volte alla frase citata da Matteo "affondiamo combattendo" mi vengono i brividi! Grandissimo lavoro!!!
Se rimane (giustamente) commosso da questo episodio gliene segnalo un altro da brividi: nello scontro di Capo Bon (molto simile a Matapan) dove furono persi senza poter reagire 2 nostri incrociatori, un guardiamarina fra i cui compiti c'era la custodia della bandiera la recuperò dalla nave prima che affondasse. Ne ritrovarono il cadavere alcuni giorni dopo sulla costa: si era avvolta la bandiera attorno al corpo perchè non andasse perduta.
@@mauroperossini4785Ciao Mauro, credo che l'episodio. cui fai riferimento sia avvenuto sul Tarigo, nell'omonima battaglia. Difatti ancora oggi la bandiera del Tarigo è visibile presso il Mausoleo delle bandiere
Ho pianto. Vi ringrazio per aver contributo a sfatare la solita propaganda anti-italiana, che vede nel nostro popolo una accozzaglia di codardi. Avevo un antenato borbonico Capitano di lungo Corso. Onore ai Caduti.
Da dove l'hai tolta questa cavolata❓....ho sentito dire che i comandi venivano impartiti in modalità faraginosa,che dovevano passare per Roma, che non c'era collaborazione tra aviazione e marina(supermarina), che il responsabile del disastro era di Mussolini e il non voler costruire portaerei e che pur avendo in studio modelli di "radar" simili per efficacia a quelli Inglesi i comandi non ne capirono mai l'importanza(il radar permette il combattimento anche di notte) e non dotarono mai nessun naviglio. Ma che che il combattente Italiano sia bellicisticamente scarso è una baggianata tolta dagli Inglesi.P.S in verità i primi a denigrarci per l'armamento inadatto,antiquato e scarso furono gli alleati Tedeschi.
Grazie per questo racconto, ma sopratutto grazie a questi eroi . Questa Storia dovrebbe essere portata nelle scuole , fatta conoscere alle nuove generazioni.
bellissimo e validissimo lavoro. Onesto e completo. Una sola immagine basta a racchiudere, la tragedia e l'epopea: un Uomo, un Comandante che accende la sigaretta a bordo della sua nave che affonda.
La tragedia,più che la vicenda di Matapan,è qualcosa che ti stringe alla gola,pensando al tragico destino di tanti uomini,ufficiali,sottufficiali e comuni,i più molto giovani,e all'agonia in mare durata molti giorni per centinaia di essi. Al di là di errori o spiegazioni sull'operato di Iachino e di Cattaneo,le colpe maggiori ricadono sull'impreparazione ad una guerra moderna di quella che pure era la più avanzata ed attrezzata forza armata del paese:la Marina. Ottimi ufficiali e molte belle navi non sono infatti sufficienti a garantire il successo ma,molto più spesso,garantiscono solo una morte eroica,se dietro non c'è la volontà di innovare,di restare al passo con i tempi,scrollandosi di dosso la presunzione di avere ragione senza nemmeno sforzarsi di osservare quanto facevano gli altri,alleati compresi. Mi riferisco non tanto alle portaerei,utili,certamente,ma che per esserlo avrebbero dovuto entrare in linea alla fine degli anni Venti,e che comunque furono bocciate dagli stessi vertici della marina,ma soprattutto al radar e alla capacità di combattere di notte,con cariche a vampa ridotta e addestramento adeguato. La nostra capacità di combattere di notte era ferma ai concetti della Prima Guerra Mondiale. Gli inglesi il radar lo avevano e sapevano combattere anche di notte. Noi il radar lo avevamo,era quello del prof.Ugo Tiberio,che non era proprio da buttare,ma che fu buttato nel cesso (perdonatemi il linguaggio) dal disinteresse,ancora una volta,dei vertici della marina. Quando poi ci si accorse che gli inglesi lo avevano,magicamente,un anno o poco più dopo Matapan,fummo in grado di realizzarlo e di produrlo: era il famoso "Gufo". Eppure un radar con una enorme antenna a materasso era ben visibile sul torrione annerito della corazzata tascabile Admiral Graf Spee,su foto del relitto scattate dagli inglesi nel Rio de la Plata che fecero il giro del mondo. Nessuno provò a concepire l'idea di chiedere ai nostri alleati tedeschi che cosa fosse,a cosa servisse,se funzionasse bene (ma se lo montavano sulle loro navi evidentemente ritenevano che servisse....).Nessuno mai pensò di richiedere alla Kriegsmarine uno di quegli aggeggi,anche solo per vedere se effettivamente funzionava. Posso anche pensare che a Matapan abbia sbagliato Cattaneo,che forse avrebbe dovuto mandare avanti i caccia,ma poi in realtà forse ha fatto bene a tenerseli dietro,altrimenti,oltre agli incrociatori,avrebbe perso quattro caccia,non due. Posso pensare a tutto,ma non posso dimenticare che prima di tutto questo ci fu una completa incapacità di guardare al futuro e di interessarsi alle nuove tecnologie,alle nuove idee e alla sperimentazione.Per non parlare poi della disastrosa collaborazione con l'aeronautica,avvelenata da rivalità e gelosie,non solo e non tanto imputabili alla marina,un dialogo tra sordi che solo dopo Matapan,finalmente,fece degli importanti passi avanti. Sarebbe cambiato qualcosa? No,avremmo perso ugualmente una guerra scellerata,fatta dalla parte sbagliata. Ma almeno,forse,non proveremmo quel senso di angoscia che attanaglia chi sa,quando si parla di Matapan. Già,chi sa.... Perchè quanti sotto i quaranta o cinquant'anni,in Italia,conoscono questa tragedia? Quasi nessuno. Complimenti comunque,per il bellissimo documentario,che giustamente non si sofferma a sparare sui morti,come tanti hanno fatto in passato,da Trizzino in poi,ma che descrive con precisione quanto accadde veramente.
Concordo. Sulla questione del radar lessi che i primi esperimenti di Tiberio fuorono ritenuti deludenti dalle alte sfere perchè loro volevano un radiotelemetro, cioè uno strumento che permettesse il tiro dei cannoni senza visibilità, di un semplice apparecchio di scoperta pare non sapessero che farsene. E in effetti: di notte era escluso il combattimento, cosa notissima ma non so per quali motivi, di giorno in assenza di nebbia che da noi è rara bastavano gli occhi. Probabilmente mai si immaginavano che praticamente tutta la nostra guerra sul mare sarebbe stata la protezione dei convogli per la Libia e i guai più grossi li avremmo incontrati di notte. Chissà, forse erano capaci di immaginare solo battaglie fra squadre e non la guerriglia che poi si combattè in Mediterraneo. A riprova comunque di com'è difficile immaginare la guerra futura potendosi solo basare su quella passata. Fatto sta però che le altre marine del radar se ne dotarono, fin lì sulla sua utilità ci erano arrivati tutti. Pare comunque che il Gufo non fosse molto efficiente, soffrì di grossi problemi di affidabilità.
Si,il Gufo non era propriamente un gioiello,ma se fosse stato sviluppato dal 1937 (posso sbagliare ma credo sia quello l'anno della prima sperimentazione a Livorno) finanziando e incoraggiando adeguatamente il prof.Tiberio,fruendo anche di materiali migliori di quelli disponibili negli anni di guerra,molto probabilmente nel 1941 avrebbe funzionato. Il Gufo funzionava poco,ma quando funzionava non era male,tanto che i tedeschi ne fecero un cospicuo ordine,mai evaso perché la produzione era lentissima (anche a causa delle verifiche/modifiche continue necessarie per la sua messa a punto) e favoriva le nostre navi.E quando,dopo Matapan,chiedemmo ai tedeschi il loro DeTe (che non era valido come i radar inglesi),ce lo fornirono in tempi brevi,e fu installato prima su una torpediniera "tre pipe" in via sperimentale (forse il Calatafimi,ma dovrei verificare),e poi sul cacciatorpediniere Legionario. E forse,se li avessimo avuti a Matapan,Gufo o DeTe,avremmo perso soltanto il Pola....
Ho letto qualche bel libro,molto ben documentato, sullo stato dell' arte della tecnologia utilizzata nella nostra marina . Sembra che fossimo all' avanguardia in molti particolari,tra cui un sistema di doppia carena per la protezione dai siluri. Una cosa che è certo mancata, con conseguenze terribili, è stata la mancanza di una strategia Comune con l' areonautica. Ancora oggi,a distanza di 80 anni la copertura aerea è una necessità sostanziale. Auguri e complimenti per quanto ben realizzato ed ancora meglio documentato.
@@VincenzoMinopoli-gk2dpForse all'avanguardia non lo eravamo,ma certamente non eravamo gli ultimi. Il sistema per la protezione dai siluri,se si riferisce al sistema Pugliese,era valido teoricamente,ma all'atto pratico non risultò molto migliore delle classiche protezioni mediante controcarene.Aveva il vantaggio di non "sporgere"dalla carena,non disturbando i flussi di acqua che correvano lungo lo scafo senza penalizzare velocità e consumi,ma se un siluro ti colpiva fuori dall'area protetta,come accadde al Vittorio Veneto a Gaudo,il risultato era devastante come per qualsiasi altra nave, Per essere applicato vantaggiosamente,necessitava di navi molto grandi,come ad esempio le Littorio,altrimenti i cilindri assorbitori,se non avevano un diametro adeguato,non avrebbero assorbito a sufficienza l'onda d'urto dello scoppio di un siluro.Il sistema Pugliese fu,comunque,un'esclusiva italiana lodevole e interessante,che sulle Littorio funzionò anche bene se i siluri colpivano dove era efficacemente montato. Ma ci sono altri aspetti che rappresentarono un handicap per il fruttuoso utilizzo delle nostre navi:penso soprattutto alla dispersione del tiro,causata da un problema di tolleranze tra anima dei cannoni e proiettili,ma anche dalla cieca volontà di sparare più lontano degli altri (c'è una bellissima puntata al riguardo su questo canale). Per dire,i 381 delle Littorio erano di una potenza inaudita,con una gittata inutilmente estesa,tanto che potevano sparare colpi che sarebbero caduti oltre l'orizzonte,senza nemmeno poter osservare l'efficacia nel tiro.Questa potenza di tiro aveva il rovescio della medaglia in un aumento della dispersione,anche quando si sparava a distanze minori e canoniche. Una salva dispersa ha molte meno possibiità di centrare l'obiettivo di quante ne abbia una salva ben raggruppata,anche se il puntamento è corretto. Nei rapporti sugli scontri con la marina italiana,da Punta Stilo in poi,gli inglesi parlano sempre del nostro tiro preciso ed accurato,ma piagato dalla dispersione; ecco perchè non mettemmo mai a segno un colpo di grosso calibro in tutta la guerra (tranne forse uno,probabilmente del Cesare sul Warspite proprio a Punta Stilo,cosa peraltro mai confermata dalla Royal Navy). Altra vanteria della Regia Marina riguardava la velocità: se guardiamo ai nostri caccia e ai nostri incrociatori,le velocità vantate sono da capogiro.Caccia che viaggiavano tra i 38 e i 40 nodi,incrociatori leggeri che volavano tra i 36 e i 38 nodi (per i "Capitani Romani" si arrivò a 42 nodi),incrociatori pesanti che filavano tra i 35 e i 37 nodi. Ebbene,quelle fantastiche velocità furono effettivamente raggiunte,alle prove,con navi in assetto leggero,senza munizioni e spesso con sovrastrutture incomplete,con apparati motori nuovi e carene pulite,e magari con poco carburante a bordo. Un po' come le Formula 1 nel giro di qualifica che vale la pole position. All' atto pratico,in guerra,in pieno assetto e con munizioni e carburante a bordo,e magari con carene non sempre pulite,le nostre navi viaggiavano tra i 30 e i 32 nodi,come le inglesi che quella velocità la dichiaravano dall'inizio ma la facevano veramente. Se vogliamo anche l'armamento antiaereo non era granchè e perfino i sofisticati cannoni da 90 mm autostabilizzanti montati sulle Littorio e sulle Duilio non si rivelarono letali. Non mi consideri,per questo,un iconoclasta o un detrattore della nostra Marina in quell'epoca.Avevamo una grande Marina,con navi splendide e alcune di esse anche molto valide (i "Capitani Romani",i "Montecuccoli" - "Aosta",gli "Abruzzi",gli "Zara" e anche le "Littorio"),ma mancò la voglia di andare oltre,di esplorare nuovi campi,di sperimentare e forse ci fu anche una forma di pigrizia delle alte sfere che tendenzialmente badavano più al numero che alla qualità. Le navi che avevamo,non sempre erano tecnologicamente all'avanguardia,ma quello era il nostro limite,inferiore per esperienza e mezzi economici,a quanto disponevano gli altri.Eravamo indietro nella metallurgia,in quella che sarebbe divenuta di lì a breve l'elettronica,e facevamo quello che potevamo. Detto questo le nostre navi con i loro equipaggi combatterono magnificamente,con onore,ma non si trovarono mai in condizione di superiorità tecnologica rispetto al nemico. Una curiosità:non affrontammo mai in mare i francesi,e forse con loro lo scontro avrebbe potuto essere più equilibrato.
@@federicomalignani4957 Ottimo post , aggiungi che sulle corazzate si sacrificarono un certo numero di batterie contraeree per fare spazio ai quadrati e ammiraglio ufficiali e i presupposti per la sconfitta cerano tutti
Questo video è semplicemente bellissimo. Vi ringrazio Giulio e Matteo per la cura e per l'amore che avete riversato in questo lavoro, che non racconta solo gli eventi, ma riesce anche a rendere onore a uomini coraggiosi e al loro sacrificio
Ciao Giulio e Matteo complimenti per la qualita' del video e l'accuratezza della ricostruzione storica. Un grande omaggio al valore dei nostri marinai e dei combattenti delle due parti. Ciao
Mio padre era sullo Zara come addetto alle caldaie locali motori. Fu trattenuto a Taranto nello scalo tecnico precedente a questa operazione. Trattenuto in quanto richiamato dalla Ercole Marelli si Sesto san Giovanni in qualità di operaio specializzato indispensabile alla produzione militare. Questo gli salvò la vita. Già organo di padre deceduto nella grande guerra. La notizia della battaglia di matapan giunse che era ancora a Taranto e i suoi familiari lo diedero per perso non sapevano ancora che fosse stato trattenuto a terra. Grazie per video. Mi raccontò della battaglia di punta Stilo e dell' attacco aereo inglese nel porto di Taranto con le navi ferme in rada.
Documentario veramente ben fatto e super professionale sono rimasto molto coplpito dalla perfetta ricostruzione di questo tragico evento. Complimenti!!
Documentario eccezionale, migliore di qualunque altro video ma anche libro sull'argomento, c'è proprio tutto e, per quel che mi riguarda, anche cose mai sentite prima, come ad esempio le difficoltà di rimorchio cui sarebbero andati incontro i soli CT: una cosa che avevo sempre pensato quando qualcuno ha scritto che si dovevano mandare indietro i soli CT a tentare il salvataggio del Pola. Su Wikipedia vedo infatti che si è scritto: "La sua maggiore responsabilità (Jachino) è stata ovviamente quella di aver mandato tutta la prima divisione a soccorso del Pola, quando due cacciatorpediniere sarebbero stati sufficienti, pur avendo molti elementi per prevedere un contatto con la flotta avversaria. All'ammiraglio Cattaneo si contesta la scelta di disporre la flotta in modo da far procedere i due incrociatori dinanzi ai quattro cacciatorpediniere, soluzione incomprensibile sotto un profilo tattico, invece che posizionare questi ultimi in posizione avanzata con compiti di perlustrazione. Resta inspiegabile anche la scelta di viaggiare a una velocità di 15 nodi, pur potendo navigare a un'andatura di 30 nodi." Secondo questo documentario la bassa velocità sarebbe dovuta alla scarsa autonomia rimasta ai CT, meno chiara invece la spiegazione degli incrociatori in testa per la maggior altezza degli alberi, poteva valere di giorno ma non di notte, probabilmente fu legata sempre alla questione autonomia e per no attuare una manovra notturna troppo complicata, (la butto là..) Non concordo con Giulio sul fatto che la battaglia non ebbe conseguenze sul successivo comportamento delle nostre forze navali. E' certamente non vero che da allora la marina inglese conquistasse il dominio del Mediterraneo...se però si aggiunge la parola "di notte" ecco che l'affermazione è abbastanza giusta: da quel momento si prescrisse di evitare se possibile il combattimento notturno e la cosa ebbe notevole effetto se non ricordo male nella I e II Sirte dove si interruppe il combattimento prima che giungesse l'oscurità nonostante la nostra superiorità. Una questione minore che però sento ricomparire spesso è quella che di notte le nostre navi venivano avvistate dalle vedette inglesi prima che le nostre si accorgessero di nulla, può darsi che dipenda dal radar per cui sapevano gà dove e come cercare però ho anche letto che i nostri strumenti per la visione notturna erano inferiori. Ricordo anche di aver letto che le vedette notturne giapponesi passavano la giornata al buio per avere la vista più acuta di notte, tanti che a Savo videro prima le navi americane nonostante queste avessero il radar. In conclusione una cosa non viene mai dibattuta, forse perchè una soluzione è impossibile: fu una buona idea quella di Jachino di mandare indietro la divisione in acque nemiche con la prospettiva di un lungo rimorchio nei giorni successivi? A parte il risultato, fu un rischio calcolato bene? Allora si decise di sì visto che rimase al comando nonostante il disastro, a me oggi pare molto opinabile.
Grazie Mauro. Beh comunque anche prima le corazzate non combattevano di notte, quindi se vogliamo il disimpegno alla fine della seconda sirte è piuttosto coerente. Per il resto, ci siamo voluti limitare al raccontare minuziosamente i fatti e provare a spiegare le scelte operate. Non spetta certo a me o a Matteo assolvere o accusare qualcuno. Grazie di nuovo
@@Italian_Military_Archives "Beh comunque anche prima le corazzate non combattevano di notte" E' vero, però ho letto (poi vai a sapere se è vero) che dopo Matapan fu rafforzata la prescrizione di evitare ogni tipo di ccombattimento notturno sospettando l'utilizzo del radar da parte inglese. E' certo comunque che nella successiva battaglia di Creta la marina italiana non intervenne neanche di giorno. Probabilmente ci si era accorti al di là di ogni dubbio che la minaccia aerea senza adeguata protezione era troppo seria. In quel frangente se ne accorsero pure gli inglesi.
Complimenti per la precisione dell'accaduto e per l'impegno e professionalità nel raccontare la storia. (Ps mio zio era imbarcato sul ct Corazziere e mi aveva raccontato di quel evento e altri avvenuti durante le scorte dei convogli verso l'Africa. Prima di essere sbarcato nel '43 dopo un danneggiamento )
Ottimo lavoro ragazzi, il documentario è molto bello, ben documentato e gradevolmente scevro dai toni polemici che troppo spesso accompagnano la rievocazione di queste vicende. Notevole e apprezzato lo sforzo di essere il più possibile obiettivi, cosa a quanto pare ancora difficile nonostante gli 80 e passa anni trascorsi da quegli eventi.
Il valore e lo spirito dei marinai non sono in discussione. Che il disastro sia stato dovuto ad una pessima gestione del comando non e' polemica, e' la realta'. Purtroppo l'abilita di manovra cade nel nulla se chi da gli ordini e' incapace di leggere la situazione. Iachino porta sulle spalle tutta la responsabilita della strage.
@@matteomaffei5519 ciao Matteo. Però io mi domando sempre questo, se non ci fosse stato l'avvistamento a mezzo radar del Pola, la tragedia non ci sarebbe stata con molto probabilità. Gli inglesi avrebbero comunque fallito di agganciare Iachino nella notte e il Pola sarebbe stato 1) affondato dalla I divisione o 2) rimorchiato verso l'Italia. Forse ci sarebbe potuto essere uno scontro tra le forze leggere britanniche e la prima divisione a giorno fatto? Può essere sì come no, gli inglesi avrebbero dovuto avvistarli e mandare in tempo unità in zona. Con la III e VIII divisione che potevano tornare indietro a supporto.
Che qualità, complimenti a entrambi! Col senno di poi tutto era sbagliato. Di sicuro fu una tragedia e un colpo durissimo. Avete onorato e reso giusto omaggio alla mermoria di quei marinai, davvero encomiabile, bravi. 🙏 Sempre più felice di essere parte di questa community😃
Ottimo video, sicuramente il migliore e più completo sull argomento. Per chi volesse approfondire consiglieri però di associare alla sua visione, la lettura del testo definitivo sull argomento "L agguato di Matapan " di F. Mattesini edito nel 2020, dove viene evidenziata la pianificazione lacunosa dell'operazione, vengono valutate meno bonariamente le decisioni di Iachino e vengono fatte considerazioni sul condizionamento psicologico della flotta italiana nel proseguimento della guerra. Tra i vari episodi il più eclatante è rappresentato dal mancato intervento delle unità di superficie nella battaglia di mezz'agosto che, a fronte di una indiscutibile vittoria tattica, consegnerà però una vittoria strategica decisiva all'Inghilterra che riuscirà a tenere Malta. Francesco Mattesini non è semplicemente uno dei vari autori sul tema, bensì uno storico di grande prestigio incaricato dall Ufficio Storico della Marina.
Beh permettemi di dire che la mancata uscita delle forze di superficie in occasione di mezzo agosto fu dovuta 1) a problemi relativi alla copertura aerea tedesca (per gli incrociatori) 2) carenza di nafta per le navi da battaglia
Queste furono le considerazioni che fece Supermarina, condizionata psicologicamente dalla sconfitta di Matapan. Ma nella battaglia di mezz agosto l aviazione inglese era in grossa difficoltà e la questione della nafta era un argomento non così critico come lo si voleva far apparire. Per non affrontare un rischio minimo perdemmo definitivamente la partita con Malta. Sono le considerazioni di Mattesini, Giorgerini ed altri autori autorevoli.
Un magnifico lavoro! È stato un piacere ascoltare una così pulita ed esaustiva descrizione degli avvenimenti di quei giorni, ora aspetto dei video del genere per ogni azione svolta nelle 2 guerre mondiali 😂😂
Molti complimenti per la qualità del vostro lavoro e della narrazione. Personalmente sono particolarmente attento a questa vicenda storica, dato che lo zio di mia moglie era guardiamarina sul Fiume e rimase vittima della battaglia.
Totalmente d'accordo, ma l'altro problema sono i tafazzisti italiani. La guerra è andata come è andata, ma basta inistere con le menzogne dell'Italia incapace a combattere, quando è stata ben capace a farlo contro una marina superiore come quella britannica. Ormai si può raccontare la verità, sono passati 80+ anni.
e questo vale pure per essrcito e aeronautica, l'Italia ha avuto le sue sconfitte e vittorie, raccontare ogni sconfitta come una catastrofe di incapaci sarebbe come raccontare ogni vittoria come un trionfo di geni. Servono sobrietà e fatti.
Questo video chiarisce che la Marina Italiana ha avuto un comportamento onorevole. Con il senno di poi dimostra che l'epilogo di questo scontro navale era abbastanza scontato : gli italiani si muovevano nella "nebbia di guerra" mentre gli inglesi con indicazioni chiare. Di giorno gli aerei imbarcati sulla FORMIDABLE, di notte il radar è soprattutto l'utilizzo di ULTRA. E 'come se in un incontro di box uno dei 2 pugili combatte con gli occhi bendati. Al di là di qualche errore o episodio sfortunato le premesse della sconfitta erano prevedibili e giustifica la titubanza degli Ammiragli italiani in missioni a larga scala lontano dalle proprie basi come il Mediterraneo orientale.
"Questo video chiarisce che la Marina Italiana ha avuto un comportamento onorevole." Ma perchè, si può sapere chi e perchè sostiene che che la marina italiana si comportò in modo disonorevole nella IIGM? Beccò un sacco di legnate per le ragioni che lei puntualmente descrive eppure tenne il mare fin quasi all'ultimo perdendo più di 30.000 fra ufficiali e marinai. Era tecnicamente inferiore rispetto a quella inglese e a Matapan furono confermate tutte le note deficienze: mancanza di portaerei, di radar, di addestramennto al combattimento notturno, di ricognizione aerea. In più ci si può mettere la decisione avventata di mandare indietro tutte quelle navi ma non capisco i molti commenti che parlano di "onore ristabilito" grazie a questo video, vorrei sapere dove e quando è stato detto il contrario. Ci sarà certo qualche imbecille che crede alle trizzinate...per quelli non c'è video che tenga, infatti ci sono un paio di commenti in tal senso. L'ho già chiesto a diversi delucidazioni intorno a questo "onore ristabilito", nessuno risponde.
Salve. Ritengo che delle 3 armi che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale la Marina è quella che si è comportata meglio soprattutto nelle missioni individuali. Sul fatto perché il video "ridà onore" per esempio la storia che alcuni ufficiali abbiano tradito, voce circolata per molti anni. Altra smentita arriva che sul Pola gli uomini erano ubriachi. Questo fatto l'avevo letto sul libro di Gianni Rocca "Fucilate gli ammiragli", dove scrive: "sembrava che il Pola era in procinto di affondare e molti marinai si gettarono in mare poi visto che l'acqua era gelida e la nave galleggiava vennero ripescati e per scaldarli bevvero vino con il risultato sopracitato", sempre nello stesso libro si parla di Matapan come "piccola Caporetto" mentre le differenze, dal video, sono evidenti. Mia opinione : la marina italiana non aveva il prestigio e l'esperienza della Royal Navy, ma a parti invertite (cioè con noi il radar, le portaerei e ULTRA) anche l'esito della battaglia sarebbe stato a nostro favore.
@@fabioalberti2120 Grazie, finalmente uno che risponde :) Sulla sua prima osservazione non saprei...l'esercito era armato principalmente con armi vecchie o poco efficienti in cui i soldati non credevano, difficile potesse combinare qualcosa di buono. In Africa si battè bene ma solo quando fu affiancato dall'Afrika Korps. L'aviazione pur tanto reclamizzata era tecnologicamente superata, fece quel che poteva. Soprattutto. colpa gravissima, non aveva i mezzi nè era addestrata alla collaborazione aeronavale. La marina sembrava l'unica FA abbastanza moderna ma si vide poi che il rapido progresso tecnico aveva lasciato indietro anche lei. Indicativo il fatto che Mussolini all'entrata in guerra prescrivesse la difensiva ovunque tranne che in mare, probabilmente girava l'idea che la marina fosse l'unica in grado di misurarsi con gli inglesi, la delusione quindi è stata ancora più cocente. Se abbiamo finito la guerra ancora con una marina è perchè le grandi navi furono tenute prudentemente nei porti. Se gli inglesi potevano combattere di notte non è merito solo del radar, è che loro per tutti gli anni '30 si esercitarono a farlo come del resto i giapponesi che il radar non l'avevano proprio. Anche qui arretratezza rispetto agli altri Quanto alla storia dei marinai ubriachi non è più di un aneddoto. "Piccola Caporetto" probabilmente per la disparità di perdite, d'altra parte noi abbiamo avuto una "Caporetto", poi una "Caporetto nel deserto", adesso scopro grazie a lei che si è parlato anche di una Caporetto navale...guerra nata male e finita peggio. Saluti.
@@mauroperossini4785 Grazie a lei per le informazioni ricevute. Aggiungo solo un ultima cosa: sembra paradossale ma alla fine il naviglio di guerra affondato nel mediterraneo dice questo : perdite italiane 290.000 ton. perdite inglesi 412.000 ton.
@@fabioalberti2120 "sembra paradossale ma alla fine il naviglio di guerra affondato nel mediterraneo dice questo : perdite italiane 290.000 ton. perdite inglesi 412.000 ton." Non è paradossale caro Fabio, è ingannevole, non per colpa sua. Quei numeri vengono sempre proposti senza specificare CHI effettuò quegli affondamenti. Nella battaglia del Mediterraneo gli inglesi persero 68 navi al di sopra del dragamine, sommergibili esclusi. 43 furono affondate dai tedeschi, U-Boot, S-Boot e Luftwaffe. 17 dagli italiani, Marina e Aeronautica 7 dalle mine 1 dalle batterie costiere di Tripoli. Quindi come si vede la maggior parte degli affondamenti fu dovuta ai tedeschi. Se poi si guarda al tonnellaggio allora va molto peggio perchè fra gli affondamenti tedeschi ci sono 1 portaerei e 2 corazzate, mentre per gli italiani solo 5 incrociatori. Per i sommergibili poi è una tragedia, ne perdemmo più del doppio. La cifra da lei riportata fu proposta tranquillamente da Marc'Antonio Bragadin nel suo libro "Che ha fatto la Marina?" in cui l'autore appunto concludeva che come perdite assolute la guerra l'avevamo vinta noi. Dimenticando il "piccolo" particolare che i tedeschi ci avevano dato una mano, magari anche due. Di paradossale una cosa c'è: in tutta la guerra la nostra marina di superficie, la quarta o quinta del mondo, affondò in tutto 2 cacciatorpediniere inglesi. PS Non è questione di essere più o meno "disfattisti", è questione di raccontare le cose per come furono in realtà anzichè mascherarle per trarne le conclusioni desiderate, come fece Bragadin.
Finalmente un video con un po' di amore per la patria. Troppe parole hanno infangato i nostri valorosi marinai. Comunque la Vaillant ebbe i giorni contati, affondata a breve dalla Xmas ad Alessandria d' Egitto.
"Troppe parole hanno infangato i nostri valorosi marinai." Ne ricorda qualcuna? No perchè son decenni che leggo libri di storia sulla Marina e questo fango non l'ho mai trovato. PS Valiant.
Vatti a vedere i video di Parabellum o gente come metal Mike che più che buttare merda sull' Italia nelle seconda guerra mondiale non hanno fatto. Ok professore dell'aria calda?
Bellissimo video, complimenti😊 Una considerazione che mi viene da fare: ritengo sia sbagliato dare un giudizio sulle decisioni dei comandanti in base a informazioni che sappiamo noi oggi ma non sapevano loro (es. radar inglesi, ultra, ecc...). Un giudizio sulle decisioni prese deve essere basato sulle stesse informazioni che avevano loro. p.s. non parlo di voi, anzi.
Molto interessante, bravissimi. E' chiaramente realizzato dal punto di vista iraliano. Mi piacerebbe un approfondimento la parte inglese, in particolare circa l' importanza del radar nel rilevamento delle unità italiane. Mi pare di ricordare che nei suoi testi, il prof Santoni non lo reputava essenziale...
Grazie Massimiliano. Beh certamente fu importante il radar, il Pola fu localizzato con esso, da lì il concatenamento di eventi che portarono alla tragedia
Cari Giulio e Matteo, vi avevo scritto: "E' tutto là, fu un "rischio calcolato"? Per me calcolato male ma la sentenza non ci sarà mai, neanche ai posteri." Mi pare invece che Alberto Santoni nel suo articolo "La battaglia di Matapan" facente parte degli atti del "convegno sull'Italia in guerra" edito nel 1991 la sentenza la pronunci e anche molto dura e chiara: "Iachino fu informato alle 20.05 da Supermarina che alle 17.45 i·rilevamenti radiogoniometrici situavano un "Comando complesso nemico" a 75 miglia (in realtà a 55 miglia) ad estsud-est della Vittorio Veneto . Purtroppo però il nostro ammiraglio non valutò esattamente questa importante segnalazione e alle 20.18 ordinò alla l a Divisione dell' ammiraglio Cattaneo di andare in soccorso dell'immobilizzato Pola. Dopo una serie di altri messaggi di conferma, scambiati tra Cattaneo e Iachino, la l a Divisione invertì la rotta alle 21.06 per soccorrere il Pola, assumendo una criticabile linea di fila con i due incrociatori in testa ed i quattro cacciatorpediniere in coda, e avanzando alla modesta velocità di soli 16 nodi, aumentata a 22 nodi per soli 38 minuti, cioè tra le 21.25 e le 22.03. A questa modesta andatura la l a Divisione di Cattaneo avrebbe raggiunto il Pola non prima delle 22.30 e ciò appare incomprensibile alla luce del fatto che alle 20.50 Iachino aveva avvertito Cattaneo della presenza del famoso "Comando complesso nemico". Quest'ultimo alle 17.45 risultava ufficialmente a 75 miglia di distanza, ma al momento del siluramento del Pola (ore 19.50) avrebbe potuto essersi avvicinato di altre 8 miglia, considerando ragionevolmente pari a 4 nodi la differenza tra la sua velocità e quella della squadra navale italiana con la Vittorio Veneto zoppicante. Alle 19.50 pertanto era da presumere che una forte aliquota navale avversaria, configurata come un "Comando complesso", fosse presente a 67 miglia dalla flotta di Iachino e in direzione della aerosilurante che da allora in poi coincideva con quella immutabile del Pola, immobilizzato nello stesso istante e luogo. Ebbene, per coprire uno spazio marino di 67 miglia e dirigersi sul punto in cui la flotta italiana era stata attaccata dal cielo, alla ricerca di una o più navi che i piloti britannici avevano dichiarato di aver colpito, sarebbero occorse ad un "Comando complesso" inglese poco più di tre ore, alla probabile velocità di avvicinamento di 20-21 nodi . .Di conseguenza era ragionevole ritenere che tale gruppo navale nemico sarebbe giunto nelle acque del Pola immobilizzato subito dopo le ore 23.00. In realtà il contatto si verificò addirittura poco dopo le 22.00 poiché, come abbiamo accennato, il "Comando complesso" britannico era originariamente più vicino di 20 miglia rispetto a quanto stimato dal Servizio Informazioni di Supermarina È veramente sorprendente che le suddette argomentazioni non abbiano sfiorato la mente né di Iachino né di Cattaneo, il quale continuò la sua lenta marcia di avvicinamento al Pola, che l'avrebbe portato a contatto dell'incrociatore immobilizzato intorno alle 22.30. A tale proposito appare oziosa la domanda circa il reale significato dell'espressione "Comando complesso", perché anche nella RIDUTTIVA ipotesi che esso fosse stato COMPOSTO SOLO DA INCROCIATORI E CT, sarebbe stata ugualmente SCONSIGLIABILE una nostra operazione notturna di trasbordo equipaggio e di probabile rimorchio del Pola, che avrebbe richiesto molto tempo E AVREBBE COSTRETTO ALCUNE DELLE UNITA' ACCORRENTI A FERMARSI IN MARE IN PRESENZA DI SILURANTI E NAVI CANNONIERE NEMICHE. .....Quanto abbiamo voluto qui precisare rappresentò, a nostro giudizio, il vero "punto di svolta" dell'intera dolorosa vicenda di Matapan, che altrimenti si sarebbe risolta con la perdita, presubimilmente incruenta, del solo Pola impossibilitato a difendersi, mentre il resto della flotta italiana sarebbe completamente sfuggito all'inseguimento inglese, nonostante le preventive informazioni ''Ultra''. .....È indiscutibile che, con una corretta valutazione di tutti gli elementi disponibili, il disastro di Matapan non sarebbe accaduto e che l'unica nostra perdita navale, con poche vittime, avrebbe potuto limitarsi presumibilmente all'incrociatore Pola, nonostante l'allora insospettato e cospicuo apporto dell' "Ultra" lntelligence britannico." Il fulcro della questione è che anche se non vi fossero state corazzate, anche se si presumeva che gli inglesi non combattessero di notte, le nostre navi si sarebbero trovate nelle delicate operazioni di rimorchio in presenza di navi avversarie. Da cui la domanda finale: "Ma cosa ci aveva nella testa Iachino? E perchè fu confermato in comando?" Cari amici, non sono particolarmente interessato a condannare l'uno o l'altro personaggio e tanto meno la Regia Marina nè a sostenere ad ogni costo una mia personale ideologia o visione delle cose. Della Storia sono curioso solo dei fatti e i perchè di questi fatti, nient'altro.
Ciao di nuovo Mauro, sarò breve. Trovo la posizione di Santoni abbastanza della serie “a posteriori”. Rinnovo quanto detto nel commento precedente, in quanto mi sembra abbastanza sufficiente a spiegare la questione. Aggiungo che mi sembra assurdo sostenere il gruppo nemico si sarebbe ritrovato sulla strada il Pola. Basta guardare le carte degli stessi inglesi, la mappa che ho inserito prima dello scontro notturno in questo video, dove per l’appunto si vede come Cattaneo passò a sud di Pridham Wippel e Mack, e si ritrovò Cunningham davanti solo perché quest’ultimo aveva accostato a sud ovest a seguito dell’avvistamento radar col Pola.
@@Italian_Military_Archives Ma infatti NON bisogna ragionare "a posteriori", bensì mettersi nei panni di Iachino mentre decideva, i fatti certi di sua conoscenza sono: 1)Era in fuga a media velocità con la Veneto azzoppata 2) Sapeva che il Pola era immobilizzato 3) Sapeva che alle spalle aveva forze inglesi che presumibilmente lo inseguivano perchè grazie agli aerei conoscevano la nostra posizione e i problemi alla corazzata 4) Lui invece non sapeva niente solo che i nemici c'erano di sicuro fra cui una portaerei, degli incrociatori e CT, una BB probabile. 5) Ciononostante manda indietro alla cieca la I Divisione. Quindi: anche se gli inglesi non avessero avuto il radar, ULTRA e non avessero combattuto di notte l'incontro era possibile, anzi probabile e magari a navi ferme mentre aiutavano il Pola. Ma anche se l'incontro non fosse avvenuto e l'avessimo miracolosamente scapolata, la sua manovra restava un terno al lotto. Questo "a priori". Poi ovviamente ognuno si terrà le proprie idee, per me dopo tanti dubbi posso dire di essermele finalmente chiarite.
@@mauroperossini4785 di nuovo, noi sapevano dove fosse il Pola, tant’è che la divisione arrivò nei suoi pressi. Poi Cattaneo avrebbe giudicato il dà farsi. Se decideva di affondare la nave e ritirarsi, tanto meglio si sarebbe ritirato su una rott sicura, in quanto gli inglesi inseguivano il Veneto. Se avesse preso il rimorchio si aprono varie ipotesi, ma Iachino ragionevolmente pensava che le unità maggiori britanniche non si sarebbero impegnate e che le unità leggere avrebbero presumibilmente diretto sul Pireo. Solo una ricognizione aerea a giorno fatto avrebbe potuto avvistare la I divisione, ma cosa avrebbero avuto gli inglesi di disponibile? Forse solo gli incrociatori e i CT del Pireo?
@@Italian_Military_Archives Tutta la chiave del nostro disaccordo sta negli avverbi: "ragionevolmente-presumibilmente". Secondo me Iachino non doveva "ragionare e presumere" con quei non certo ampi margini di errore visto che in ballo ci stava la vita di migliaia di uomini. Questo indipendentemente dal fatto che poi i ragionamenti e le previsioni si siano rivelati disastrosamente sbagliati: secondo me quel che sapeva della situazione fra le 20 e le 21 era più che sufficiente per decidere di tirar via. Se non l'ha fatto avrà avuto le sue ragioni, per Santoni (e per me 😄) erano ragioni sbagliate e incomprensibili. Ripeto, non col senno del poi ma analizzando il momento in cui la decisione fu presa. Col che non voglio certo dire che nei suoi panni avrei fatto meglio, queste sono assurdità, chi è più competente, l'ammiraglio comandante in capo o uno che al massimo ha fatto un po' di vela? Ma se si seguisse questo criterio non si potrebbe analizzare nessuna azione bellica e nessun avvenimento storico.
Si tratta, a mio parere, di un errore di prospettiva legato all'abuso di certi principi fatto dal fascismo e, in seguito, per il quadruplo del tempo, dall'antifascismo. Parlare non dico bene, ma con conoscenza di causa di certi argomenti, si tratti di questioni storiche, militari, geopolitiche od economiche (insomma, non di calcio o di canzoni), espone automaticamente al sospetto di nostalgie inconfessabili, alias, secondo certa gente che ignora il significato delle parole e va a orecchio un tanto al chilo, , 'retorica'. E davanti a questo riflesso condizionato i retori dell'altra parte (gente della stessa pasta degli altri, solo ancora più noiosi e poco ferrati, in quanto conoscono, a memoria, soltanto le fornulette di rito) attaccano con la retorica dell'antiretorica. Si tratta di minoranze di segno opposto, entrambe rumorose e inutili. Gente rimasta ferma alle categorie arci italiano e anti italiano di Malaparte, risalenti agli anni Venti, e al Roma caput mundi o Roma Kaputt di Guareschi (fine anni quaranta). Commenti, pertanto, decrepiti di gente superata e sommamente inutili. Giulio fa bene a fare quelli che fa, e che i retori continuino a fiorire tra gli orti. 😅
@@Varthema cioè, condensando questo profluvio di niente che hai scritto, tutti capiscono e leggono male tranne te. mica poco 🙂 a quale categoria appartieni, visto che hai diviso la platea con dei confini ben precisi dai quali tu, logicamente, stai fuori?
È difficile ricostruire un evento storico quando si lega a memorie che per quanto in buona fede possono e ripeto possono dare un' idea diciamo di parte. Vanno lodati l'impegno e l'accuratezza del lavoro.
Parliamo dell'ossessione del tradimento, tornata a galla anche in occasione della live sul radar. Si tratta di una vera e propria necessità psicologica da parte di certa gente. A furia di ripeterla, e sulla base dei personaggi che costoro citano come propri campioni e fonti di ispirazione, è evidente il bagno culturale di questa mania. Si tratta della grande letteratura regionale italiana all'unità in poi, da qualcuno definita, sprezzantemente, neo borbonica. Il principio è, infatti, lo stesso. Tutto era felice e perfetto, poi i traditori hanno venduto quel regno meraviglioso ai barbari invasori. Non a caso Trizzino e i suoi tardi epigoni, come Alfio Caruso e Pietro Baroni, citato recentemente, sono frutti di quella cultura,, senz'altro rispettabilissima, ma caratterizzata da precise stigmate e da alcuni cortocircuiti mentali. Uno tra tanti, l'idea che una guerra sia una partita di calcio 11 contro 11. Un duello leale dove tutti hanno le stesse possibilità di vittoria. Non è così. C'è chi è più forte e chi è più debole. E di solito è il più forte ad aggredire il più debole per mangiarlo (cannibalismo tra nazioni, Carl Schmidt) o per impedirgli di diventare, un giorno, davvero pericoloso. Altro errore decisivo (e molto grossolano) é quello di credere che Iddio faccia vincere i suoi. Se perdi, pertanto, devi essere per forza il malvagio della situazione. Roba da cervelli poco nutriti. Caino fa fuori Abele all'inizio della bibbia, ma diventa il reietto per definizione. Insomma, i neo borbonici della Seconda guerra mondiale sono dei meri neo birbonici, birbe o burbe se si preferisce, e al loro confronto re Francesco, il Franceschiello della tradizione risorgimentale, fa una ben più dignitosa figura.
26:47 mi ricordo che l' esplosione del siluro (ho trovato un' immagine dove è mostrato il danno del siluramento della Vittorio Veneto che è in bacino ma non ricordo dove) aveva letteralmente tranciato entrambe le linee d' asse di sinistra: quella più esterna è stata tranciata in pieno con il relativo braccetto portaelica che è stato strappato via. Quella più interna è stata spezzata proprio all' altezza della sua tenuta meccanica... Mi faccia sapere chi ha qualche info in più a riguardo PS ottimo lavoro campioni
Cari amici, mi ero dimenticato fra i tanti volumi di avere in casa "La guerra italiana sul mare" di Giorgerini, da cui adesso copierò alcune considerazioni su Matapan tratte dalle conclusioni del lungo capitolo dedicato: "In primo luogo occorre parlare della responsablità del comandanre superiore in mare, ammiraglio Angelo Iachino. E' stupefacente che, dopo il disastro di Matapan, questo personaggio sia stato lasciato al comando della flotta da battaglia e che non si sia agito nei suoi confronti per le pesanti responsabilità di comando, di apprezzamento e valutazione delle situazioni e di decisioni prese durante quella sfortunata missione. Qualsiasi altra Marina, al di là dell'esito finale del procedimento penale, come prima misura non avrebbe esitato un attimo a sbarcare un tale ammiraglio e a sostituirlo nel comando, facendone poi seguire un rinvio a giudizio davanti a un tribunale militare o a una vorte marziale. Lo fece l'Italietta del 1866 contro Persano...non lo fece l'Italia di Mussolini. Nel 1941 tutto si ridusse a una commissione d'inchiesta speciale che alla fine dei conti mandò tutti prosciolti, pur adombrando il sospetto di qualche errore commesso dal povero Cattaneo, mentre Iachino ne uscì mondo da ogni peccato e confermato nel suo comando. Fino al suo ultimo giorno di vita Iachino rifiutò ogni responsabilità e dell'episodio di Matapan incolpò tutto e tutti tranne se stesso, neppure in parte, anche se nell'intimo-ne sono convinto-portò sempre con sè l'incubo e l'angoscia del ricordo degli oltre 2300 uomini morti al suo comando. .....Se lo sbarco di Iachino e il suo rinvio davanti a un collegio giudicante sarebbe stata una misura ovvia come naturale conclusione della vicenda di Matapan - che non si può chiamare nè battaglia nè scontro nè azione di fuoco in quanto non vi fu niente di tutto questo, ma solo un esercizio di tiro al bersaglio da parte dei nostri avversari - vi sono alcune osservazioni da fare..." (Seguono valutazioni sull'assurdità dell' intera operazione, poi..) "Delittuosa e fatale fu la decisione di far tornare indietro l'intera I Divisione per raggiungere il Pola immobilizzato...quello che è più grave è che tale ordine fu accompagnato da una singolare mancanza di perspicacia o anche solo d'immaginazione, e da una scarsa considerazione di tutti i segnali, gli indizi che, a un accorto comandante in mare, avrebbero dovuto far presupporre la presenza nella zona, se non addirittura nelle vicinanze, di forze pesanti nemiche..... ....Vi fu, specie da parte di chi teneva il comando in mare, una colpevole sottovalutazione delle capacità reattive del nemico e troppa trascuratezza o indifferenza nella valutazione dei segnali ricevuti, che invece avrebbero dovuto condurre a ben altri apprezzamenti e decisioni...." Bene, come potete vedere sono praticamente le stesse considerazioni che ho fatto in diversi post, prima Santoni poi Giorgerini le confermano ancor più duramente, fa piacere di essere in buina compagnia. La cosa strana è che chiunque, ascoltando il vostro preciso video, può trarne le stesse conclusioni, invece la stragrande maggioranza dei commenti si sofferma sull'"eroismo" dimostrato dai marinai italiani nell'andare verso questo massacro. C'è qualcosa che non va se questo terribile episodio viene preso a esempio delle nostre virtù guerriere. Io credo che molti si portino addosso il complesso di una guerra perduta rovinosamente, soffrano per le critiche e si aggrappino a ogni cosa, perfino un episodio totalmente negativo come questo, per trovare qualcosa di positivo nel nostro comportamento in quella guerra.
Caro Mauro, conosco bene i passaggi di Giorgerini, con i quali non mi trovo molto d'accordo. Anche sulle due Sirti dissento molto dalla sua analisi. Curioso il fatto che lui non riporti mail la richiesta di rimorchio del Pola. Comunque, sono un po' confuso, continui a riportare righe di altri autori ma non mi sembra tu abbia provato a controbattere alle risposte che ti ho dato nei numerosi post precedenti o nel video stesso. Si continua a rimarcare la responsabilità dell'uomo, quando io ripeto che la dinamica dei fatti e le scelte operate sono ben spiegabili, se si guardano nel dettaglio
@@Italian_Military_Archives "continui a riportare righe di altri autori ma non mi sembra tu abbia provato a controbattere alle risposte che ti ho dato" Mi pareva di averlo fatto, se riporto i commenti di storici fra i più apprezzati è solo perchè concordano con quel che penso da sempre su Matapan, fin da quando da ragazzo lessi le memorie di Iachino. Comunque è presto detto: vi erano alcune certezze della presenza di forze nemiche in mare: certamente P-W, certamente una portaerei, certamente la sede di un "comando complesso". Questi erano dati certissimi. Cui non era difficile aggiungere il fatto probabile che gli inglesi nelle loro acque avrebbero fatto uscire la Mediterranean Fleet per inseguire la V.Veneto azzoppata cosa conosciuta dagli inglesi perchè, altro dato certo, i loro aerei ci avevavo attaccato e sorvegliato fino a notte. In questa situazione "di fatto" (non a posteriori) mandare indietro la I Divisione alla cieca era pressochè un suicidio, a mio parere. O di notte o al più tardi all'alba sarebbe stata attaccata, magari durante la manovra di rimorchio. A queste conclusioni arrivai, credo diciottenne, leggendo i due o tre libri autoassolutori di Iachino. Il Pola richiese "assistenza et rimorchio" (e nel libro di Giorgerini c'è scritto) come era suo dovere, in questo modo comunicava di non essere in grado di riprendere a muoversi. Tornando a Giorgerini il capitolo POLA si chiama: "La folle decisione: la I divisione destinata all'annientamento" e spiega fin nei minimi dettagli tutta l'assurda dinamica dell'episodio, fra l'altro ricordando come nel 1942 in circostanze analoghe due incrociatori, il Bolzano e l'Attendolo, furono rimorchiati da due caccia. E' poi ricco di molti particolari che condannano l'operato dell'ammiraglio ma uno può non tenerne conto o vederli in altra luce, chissà. Per esempio che Cattaneo tenendo una bassa velocità (altro dato certo e inspiegabile) in realtà pensasse di andare incontro agl inglesi. Lui lo temeva, Iachino no. Comunque I fatti "certi", quelli che ho enumerato nella prima parte del post a mio avviso sono da soli decisivi. A me non interessa la condanna, m'interessa però cosa è successo e perchè è successo, in questa ricerca a me par chiaro che Iachino non ha scusanti.
@@mauroperossini4785 siamo d'accordo di non essere d'accordo. Uno la può vedere come vuole, noi abbiamo cercato di spiegare il perchè di alcune scelte. Poi sbagliate o giuste che siano, non mi interessa giudicare. Mi viene il dubbio che tu abbia visto il video perchè sulla bassa velocità tenuta da Cattaneo, ci abbiamo dedicato alcuni passaggi. Trovo abbastanza fuori luogo citare il caso del Bolzano, altre condizioni della nave e soprattuto breve distanza da percorrere, differentemente alla situazione di Matapan. Poi mi pare di averti fornito risposte a profusione nei commenti precedenti, e nel video pure, mi sembra assurdo continuare a riproporle, trovo la cosa stancante alla lunga. Ci vediamo alla prossima discussione sul prossimo video :)
@@Italian_Military_Archives Già, sembra impossibile capirsi, sarà colpa del mezzo, cioè la scrittura anche se la mia tesi mi sembra abbastanza semplice. Certo che ho sentito tutte le spiegazioni sulla bassa velocità, anche Giorgerini le cita tutte (compreso il basso rumore delle macchine per non essere uditi o la scarsità di nafta) privilegia però la tesi che Cattaneo non avesse nessuna fretta di raggiungere il Pola (a riprova i reiterati messaggi prima di decidersi a invertire la rotta). Vattelappesca, per me questi sono discorsi. Il Bolzano prova solo che il rimorchio tecnicamente era possibile, non credo neanch'io per centinaia di miglia di mare. Su una cosa però dovremmo essere d'accordo entrambi: Iachino nel rimandare indietro le navi per qualche motivo riteneva pochissimo probabile di avere gli inglesi alle calcagna, altrimenti sarebbe stato da fucilazione. Almeno su questo penso possiamo concordare. Il disaccordo quindi è su come si sia fatto questa errata convinzione: sui piatti della bilancia c'era su uno la perdita del Pola senza aver tentato nulla per salvarlo che lo spingeva all'audacia, sull'altro gli indizi se non addiritura le prove che gli inglesi in mare c'erano. Lui evidentemente privilegiò la prima questione minimizzando il pericolo della seconda. Io penso che visto quel che c'era in gioco, cioè la vita di migliaia di marinai, avesse abbastanza elementi per rinunciare, voi invece che a fronte della perdita del Pola fosse ragionevole tentare la sorte, che di questo si trattava visto che eravamo in acque nemiche. Io (e i pareri dei due storici) non convincono voi, voi non convincete me, niente di male:)
Purtroppo il dibattito sta degenerano. Tocca così leggere una frase che, per fortuna, aiuta il buonumore come: “Sarebbe stato meglio utilizzare in mare degli aerei siluranti ed anche mas con siluri piuttosto che corazzate!” A parte il fatto che gli aerosiluranti non sarebbero stati certo usati sulla terra (per il gentile lettore, il termine esatto è aereo da bombardamento, come quello che un megalomane usò durante una battura di caccia in un film di Fantozzi) e che i MAS senza siluri non esistevano durante la Seconda guerra mondiale (i MAS 438-441 erano cacciasommergibili e furono riclassificati, nel 1940, AS 25-28) certi lettori tanto anglo-dipendenti in crisi di astinenza, come nel caso di questo documentario (chiamiamolo col suo nome), ridotti ad italianizzare fog-of-war, si sono mai chiesti eprché i loro beneamati britanni parlano di Fast Coastal Forces? Perché le motosiluranti sono unità costiere deputare ad agire di notte. Una crociera di MAS (con 400 miglia di autonomia) che naviga, sbattendo e scassando ogni volta lo scafo se il mare non è un olio, per giorni e giorni presentandosi, infine, nell’Egeo dicendo: “Signori inglesi, siamo qui, voi dove siete?” muove al riso. Le motosiluranti, di giorno, sono un bersaglio e basta. A Rizzo andò bene perché (proprio in seguito al continuo pattugliamento dell’Adriatico da parte italiana) le navi da battaglia austro-ungariche erano prive di addestramento in mare (meno di 100 ore di moto, in 3 anni, nel canale di Fasana per la Szent Istvan, alias Santo Stefano, e le sue gemelle). Ho il sospetto che i critici della trasmissione e, più in generale, della Marina, non abbiano mai navigato. Al massimo avranno messo piede su un moscone (pattino per i milanesi e pedalò in Romagna). Quanto alla polemica sul dislocamento perso od affondato, una guerra sul mare non è una partita di calcio. Quello che conta è il risultato strategico (compromesso nel Mediterraneo, dal maggio 1943, in seguito all’intervento statunitense; non ce la fecero, per lo stesso motivo, la Germania nel 1944 e il Giappone nel 1945, figuriamoci noi!) Durante la Grande Guerra, l’intesa lamentò un'imbarazzante ratio di 4 a 1 a proprio sfavore in termini di perdite di navi da guerra di superficie rispetto agli Imperi centrali. Ciò non toglie che la sconfitta toccò a Vienna e Berlino. Che facciamo? Dichiariamo il 1918 nullo e non valido? Restituiamo Alsazia e Lorena ai tedeschi? Suvvia, non scherziamo. Non dimentichiamo, inoltre, che più di un’attribuzione alla Germania di successi nel Mediterraneo è risultata poi essere un millantato credito o un’appropriazione indebita. Persino Giorgerini, prima della sua curiosa conversione a U, scrisse sulla penultima dispensa di Storia della Marina, edita da Fabbri, che lo scandalo sollevato da Santoni e Mattesini (quest’ultimo affermò, poi, che il libro era, in realtà, suo, e gli si può credere) con La partecipazione ecc. ecc. e le relative tabelline finali, era perfettamente inutile, data la maggiore libertà d’azione, il migliore addestramento, gli aerei d'attacco ben più numerosi e le armi più efficaci (pensiamo solo ai siluri senza scia) tedeschi. Il fatto è che senza le corazzate le altre navi non potevano agire in base alla dottrina del tempo comune a tutti i belligeranti. Una conferma? Il convoglio da Alessandria di Mezzo Giugno, tornato indietro perché quella volta il tempo era buono e c’erano molte ore di luce. “Gli inglesi sapevano già tutto le rotte degli italiani testimoni soccorsi alti ufficiali su nave inglese ammiraglia videro la mappe alle pareti dell ammiraglio”. Qui quel gentile ascoltatore fa confusione. Il comandante Brengola vide nel Quadrato del cacciatorpediniere Jervis un ordine di servizio di Cunningham, il quale incoraggiava le proprie siluranti in vista di un’azione notturna nonostante l’addestramento collettivo delle squadriglie fosse stato sospeso da mesi. Come è stato spiegato durante la trasmissione, l’apprezzamento, errato, inglese, era che un convoglio sarebbe stato inviato dall’Italia a Rodi passando per il Canale di Caso, dove l’avrebbero attaccato le siluranti britanniche. La Relazione Brengola, però, letta da Trizzino nel 1951, fu da lui citata solo a metà. Manca la seconda parte, dove di dice che, in seguito, fu affisso in quadrato un altro ordine del giorno, dove si diceva che la Royal Navy e la Royal Australian Navy avevano subito, in tutto, un centinaio di perdite (casualties) e che si ordinava il più assoluto riserbo; quanto alle famiglie sarebbero state avvisate. “Andate a vedere una trasmissione fatta nel 1982 fatta dal grande arrigo petacco sulla rai su matapan dove erano presenti capitani ufficiali ammiragli di quel tragico evento e saprete la verità” Petacco è stato un ottimo giornalista. Proprio per questo doveva seguire i gusti del pubblico, influenzato, dopo la condanna definitiva di Trizzino in Cassazione, da Santoni e Mattesini, a quel tempo attivissimi. In seguito anche Giorgerini ritenne utile, forse per gli stessi motivi, mettersi nella loro scia, venendo pesantemente criticato, sulla Rivista marittima dei numeri di agosto/settembre 1990 e, di nuovo, nel novembre dello stesso anno, da tre illustri reduci di Matapan in seguito ad alcune affermazioni giudicate gratuite. Giorgerini replicò nel proprio La guerra sul Mare. La Marina tra vittoria e sconfitta (un titolo che ricorda la Palestra dell’ardimento di Alan Ford, col motto “O si vince o si perde”) criticando i propri critici. Un circolo vizioso, insomma, che la trasmissione di Giulio ha cercato di riportare sui binari della storia, e non di polemiche sterili e gratuite. Infine, la storia in base alla quale “le salve dei nostri cannoni poi erano deficitarie cadendo sempre a cavallo del bersaglio” appartiene a un'altra leggenda, autoassolutoria, inventata da Iachino e di cui si è già parlato a sufficienza, fatti salvi gli spettatori che si stracciano le vesti gridando “Vergogna!” e coloro che sostengono: “Trizzino superato? Non scherziamo, Supermarina ci ha fatto perdere volutamente la seconda guerra mondiale. I conti col passato iniziano da questo tradimento (e con la demassonizzazione del paese, specie con la doppia Aquila avanzante da est…)”. Messaggio francamente incomprensibile nella seconda parte, ma che qualifica, comunque, ad abundantiam, i nemici della Marina Militare
Antonio Trizzino allora,non conoscendo tante verita' future dette la stura al tradimento di molti ufficiali!Peccato scrisse un ottimo libro negli anni cinquanta ma impreciso purtroppo!Onore alla nostra marina!!
@@marcoiltubo abbiamo volutamente dato risalto alla prospettiva italiana e sottolineato i passaggi fondamentali delle scelte inglesi. Ovvio che si può fare sempre di meglio. Ci auguriamo di aver fornito una narrazione chiara e dettagliata per far capire al meglio la vicenda
@@Italian_Military_Archives se siete militari sapete e avete il dovere di chiarire a chi purtroppo oggi si trova in una condizione di ignoranza rispetto alla guerra che è sempre più presente e fa sempre più morti che ogni esito di ogni conflitto non dipende solo dalle condizioni del momento (e questo lo avete fatto) né dalla volontà o dalla prospettiva di una sola parte altrimenti ci sarebbero sempre due "vincitori" se di vincitore si può parlare. È solo dalla disamina di entrambe le prospettive che si capisce qualcosa perché la verità non esiste e non bastano nemmeno i dati oggettivi perché in guerra spesso conta ciò che non si "vede" piuttosto che quello che si vede. Anche nel video viene fuori che sia noi che loro abbiamo fatto ipotesi poi rivelatisi errate su quello che non si vedeva/sapeva. Se i nostri CT avessero preceduto gli incrociatori probabilmente l'esito non sarebbe stato così pesante. Non voglio difendere il comandante della VV ma se una squadra mette i CT in coda sapendo che il nemico è di fronte si va a cercare grossi guai ... Magari non sarebbe cambiato niente, magari il nemico avrebbe cercato coi fari gli incrociatori senza colpire subito i CT in testa ma così facendo i CT avrebbero a loro volta avuto del tempo per lanciare e sparare e magari fare fumo non appena spostati. Tutte ipotesi ma questo aspetto è stato sicuramente determinante sull'entità del danno. Cosa ci viene detto a riguardo della tattica inglese in quel frangente? Poco ... Loro avevano una maggiore copertura aerea (ma non di notte, non in quel momento). Loro avevano il radar ma come e quanto gli è stato utile ? Nel momento culminante del contatto loro sono stati conservativi, hanno disingaggiato nonostante non avessimo rimasto che due CT riusciti a scampare perché erano più veloci e bravi o perché a cunningham bastava quello nonostante la sproporzione di forza? I feriti sono stati caricati sul Jervis dopo mezz'ora segna che gli inglesi avranno confabulato su come proseguire perché se continui a ingaggiare non perdi tempo a salvare i nemici
@@Italian_Military_Archives comunque leggo con grande preoccupazione alcune gravi accuse nei commenti che biasimo. Ci rendiamo conto che i nostri comandanti hanno dimostrato in varie occasioni il loro valore per cui bisogna valutare con prudenza le scelte che fecero in quei due gg e invece ad anni di distanza c'è gente che chiede la corte marziale. RUclips è uno sfogatoio che va bene per certi aspetti ma rischia di distorcere da una analisi ragionata. Io penso che se la guerra arriverà in Italia queste persone che accusano saranno le prime che si defileranno subito dalle proprie responsabilità
Sì, lo spieghiamo nella prima parte. Lo scopo era attaccare il traffico alleato. Il dispiego di forze era evidentemente eccessivo, ma certe pressioni politiche imponevano una "dimostrazione di forza"
Giusto rivalutare i fatti con serenità, tuttavia la condotta dell' Ammiraglio Iachino è sicuramente negligente nel punto in cui ordina alla Divisione Pola di invertire la rotta verso est ( in bocca agli Inglesi...) di notte, senza radar( contro un nemico che lo possedeva...) , ed inabilitata al combattimento notturno ( ....cannoni disarmati e ripiegati), senza la minima idea dei movimenti nemici( venivano verso ovest e fu ,per loro, fu un tiro al piccione....). Il problema è cosa poteva fare Cattaneo? La vedova Cattaneo fu acerrima accusatrice di Iachino, al processo, per ragioni che ho sempre condiviso. Fiducia tradita nell' amico e nel collega superiore in Grado. Iachino ha agito con leggerezza, pur non violando, formalmente, nessuna prescrizione di Super Marina, tranne il buon senso tattico che avrebbe dovuto sconsigliare manovre senza il necessario corredo di informazioni dettagliate,tanto più che si operava di notte e non si conosceva la posizione esatta dei Britannici. Iachino è realmente sceso nel regno delle Ombre, da anziano nel 1971, con 2000 anime sulla coscienza. Mi sembra innegabile.
Ciao Simone, grazie del commento. Tuttavia io ritengo che la condanna sia facile da fare a posteriori. Con il corredo di informazioni che aveva, secondo me non fece una scelta così sbagliata. Tant'è che la prima divisione passo a sud di Pridham Wippel e Mack (che inseguivano il Veneto) mentre poi si trovarono ad incrociare Cunningham solo perché c'era stato l'avvistamento col Radar. Mi sono poi sempre chiesto, immaginiamoci se la prima divisione nom fosse stata inviata.. (forse) saremmo stati anni a polemizzare sull'aver abbandonato una nave all'avversario. Non pretendo di voler convincere nessuno, ma mi preme sottolineare che si è trattato di una vicenda complicata che non si può liquidare con un "è colpa di Iachino"
@@Italian_Military_Archives Carissimo apprezzo il Suo atteggiamento costruttivo ed aperto. Giova ricordare che Iachino venne assolto dalle accuse di omicidio colposo, ma venne estromesso, in pratica per sempre, da comandi importanti. Facile parlare a posteriori ,concordo. Tuttavia ha fondamento in rilievo di uno storico navale come Giorgeri( Bandiera di Guerra- Storia della Regia Marina): cosa avrebbe dovuto dedurre il Comandante dall' ultima nave della fila colpita? Non poteva essere Whilpole, già attardato a Sud da Sansonetti, i calcoli delle rotte e delle distanze lo avrebbero confermato. Chi altri se non Cunningham col grosso inglese? Iachino doveva avere il dubbio,non se lo pose. Ecco per ché è moralmente responsabile. E...anche in po' bugiardo nei suoi libri( Matapan e Declino di una grande Marina). Ok è stata la guerra, un affare brutto e difficile. Onore a tutti i protagonisti. Video eccellente.... complimenti vivissimi.
@@simonecosmi1623 Grazie a te Simone, il dibattito civile è sempre apprezzato. Rispondo brevemente a due punti. Iachino fu sbarcato sì, ma nel 1943. L'avvistamento della formazione con "Comando complesso" era delle 17:45 e Iachino come tutti riteneva che la formazione con navi da battaglia non si sarebbe impegnata di notte (dato quello che sapevano gli italiani)
@@Italian_Military_Archives Carissimo, una domanda. Io non credo alle tesi complottistiche su voci pseudo massoniche e filo inglesi che diffamarono Iachino nel dopo guerra, ma secondo Lei, un campione di scacchi da giovane, un Ammiraglio ingegnere che scriveva memorie di matematica, un cartografo, un Ufficiale di alto profilo come il Nostro,come può essere caduto in un errore , tutto sommato grossolano? Perché la tattica del rischio calcolato ha funzionato con Cunningham ( meno preparato di Iachino, già sulla base delle note in Accademia)lanciato ad ovest e non con Iachino che a ovest poteva e doveva correre con più nodi di velocità a disposizione? Perché? Posso chiedere la sua opinione personale?
Caro @@simonecosmi1623 penso di averti già risposto in gran parte nei commenti precedenti. In quella decisione non vedo alcuna motivazione "oscura". Iachino ritenne che si poteva mandare indietro la divisione senza troppi rischi, non potendo gli inglesi avvistarla con gli aerei (di notte) e dato che essi stavano inseguendo il gruppo Veneto, su altra rotta. Ripeto, Iachino prese (sempre a mio avviso) quella decisione sulla base di queste informazioni. Sempre a mio avviso, tale scelta fu tutto sommato ragionevole (ovviamente non a posteriori)
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Godo, perchè un contenuto di questa qualità di oltre un' ora, è meglio di un porno per un appassionato di storia militare come. Eppure, allo stesso tempo, sono indispettito. Avrebbe dovuto durare minimo 3 ore 😍😂😂Livello altissimo ormai, mi son recuperato almeno una dozzina di contenuti in una settimana, vita sociale addio🥲Un abbraccio, e grazie mille dei contenuti, sempre migliori!
Such a masterpiece ! Bravissimo ! Thank you for making this brilliant documentary about Matapan ! But it's very hard for many audience who don't understand the Italian、Such as me、to watch this documentary without English subtitle. Such a pity.
@@blowfishfuguyou1512 i am working on the english version, I was not able to publish them contemporarily . Hope to release it by the end of June
Complimenti per la ricostruzione, le fonti la ricerca e il racconto, puntuale e nella sua drammatica ricostruzione, emozionante. Questi fatti fanno parte della nostra storia, con orgoglio, dolore, angoscia e sgomento. Ma sono anzitutto storie di uomini, di Italiani che avevano ideali, e che con coraggio e dignità hanno sacrificato la vita per il futuro del paese, per quella libertà e di tutto ciò che abbiamo oggi.
@@MrPiscraft grazie di cuore
Grazie per aver esposto i fatti a differenza di altri, senza il superficiale disfattismo cronico, che per anni ha oscurato il coraggio ed il valore, di chi ha combattuto una guerra compiendo il proprio dovere. Doveroso e commovente il ricordo di tutti i caduti...
Si chiamano morti non caduti. Se inciampi in una sedia cadi, se vai in guerra muori.
E c'è pure che dice ste cose infamanti non le ha sentite.
Codardi
Più che un video è un vero documentario, complimenti!!
Bellissimo documentario, che uomini coraggiosi i nostri marinai, impressionante.
Ragazzi altro che umilmente, siete dei grandi. Faccio parte di una famiglia di militari, ufficiali di marina, cavalleria, alpini, molti oramai scomparsi, e ricordo i racconti di mio padre in merito a questo triste evento, da lui vissuto amaramente, in un altro teatro. Mi porto' in pellegrinaggio a El Alamein negli anni 70 e durante la navigazione fu posata in mare una corona sul luogo della battaglia in memoria dei marinai caduti. Ho dunque vissuto leggendo tutto ciò che è stato scritto in merito, e con grande amarezza ogni volta mi sono sorbito recriminazioni, propaganda politica, accuse, giustificazioni, umiliazioni, raramente ci si è soffermati, come avete fatto voi, anche sulla componente umana della vicenda. La grande professionalità storica che avete messo nel creare questo servizio vi rende onore, poche parole chiare da storici e non da giornalai, come capita spesso oggi di imbattersi. Vi ringrazio a nome dei giovani che potranno trarre dal vostro racconto, la giusta conoscenza dei fatti storici. Nel dramma di una guerra, chi ha combattuto non merita di certo di essere additato e colpevolizzato per aver fatto parte o meno di un 'certo' periodo.
Vi esorto a continuare questo vostro lavoro "onesto" e vi rinnovo i complimenti.
Buon lavoro!
Perché offendere onesti lavoratori come i giornalai? Oltretutto sono una specie in via di estinzione. Spero che si sia trattato di uno dei consueti errori della videoscrittura automatica per la parola giornalisti e per i relativi sinonimi: intellettuali, Guru, professori, portaborse, arruffapopoli, incompetenti, presuntuosi, saccenti, editorialisti, indignati speciali, leoni da tastiera, ospiti fissi da talk show, politici buoni per tutti gli usi, esibizionisti, malati di protagonismo e così via. Ma chi alza la seracinesca alle 5 del mattino no.
Grazie mille, mi fa molto piacere leggere il tuo commento
Bravi!
Mio padre era addetto ai siluri su uno dei caccia di scorta al Vittorio Veneto, quando gli chiedevo qualcosa di quella notte mi faceva una carezza e scuoteva la testa, non ha mai voluto dirmi una parola al riguardo…Onore ai nostri marinai.
Dal mio punto di vista Iachino avrebbe dovuto affrontare la corte marziale
Saluti
Sai che soddisfazione l’onore quando sei morto
@@nicolaporrino2153 Solo per non aver voluto sviluppare il radar del prof. Tiberio, impiccagione per direttissima
Per questo abbiamo perso
Complimenti sia per l’esposizione dell’evento bellico che per la documentazione fotografica. Questo video ti tiene incollato allo schermo dall’ inizio alla fine.
Trasmissione di livello eccezionale, molto superiore a qualsiasi cosa prodotta dalla RAI o da altre emittenti. Rigorosa e puntuale. Citazioni corrette e immagini appropriate. Ottimi i disegni.
Un esempio per tutti che, penso, sarà difficile da imitare e impossibile da superare. Bravo Zulu.
Se proprio si vuole cercare, a tutti i costi, il pelo nell’uovo, sarebbe stato meglio dire fiancate anziché bordate (quest'ultimo è un brutto francesismo) e arrembaggio e non abbordaggio (idem).
Ancora, si poteva aggiungere, se vogliamo, che l’ammiraglio Paladini sbarcò nel luglio 1940 in seguito a un infarto, tanto per prevenire le consuete, inutili polemiche gratuite che qualcuno sta già sollevando in queste ore.
Durante il combattimento di Gaudo, il Vittorio Veneto tirò da 29.000 e non da 23.000 metri. Lo dissero, correttamente, gli inglesi, lo confermano i documenti. Forse l’ammiraglio Iachino ricordava male in occasione della redazione delle sue memorie.
Per la cronaca, infine, il futuro Principe Filippo, intervistato ad anni di distanza in quanto era stato destinato, quella notte, alla direzione delle fotoelettriche del Valiant, riferì, rispondendo col proprio consueto spirito, che: “He survived unscathed amid his shattered lights as enemy cannon shell ripped into his position ... The Duke later spoke of how he coped when his shipmates died or were wounded. “It was part of the fortunes of war,” he said. “We didn’t have counsellors rushing around every time somebody let off a gun, you know asking ‘Are you all right - are you sure you don’t have a ghastly problem?’ You just got on with it.” Scrisse, inoltre, nel proprio diario di quei giorni, quando ancora non sapeva del proprio futuro destino di Principe consorte, riferendosi al colpo messo a segno del Carducci: “They found another eight-foot hole, narrow but deep, in the starboard torpedo protection bulges amidships”, definendo quel buco “the gash” e aggiungendo, parlando dell’equipaggio della propria nave: “They spent the next week with a ten degree list while the repair was done”. Le relative pagine manoscritte e la trascrizione sono apparse sulla nota rivista britannica After the Battle, Number 7, uscita nel 1975.
Giulio e Matteo grazie per questo capo lavoro! Questo racconto mi ha ressa in lacrime per quanto ha pagato tutti i valorosi marinai. Finalmente una presentazione Italiana.
Bellissimo video, fatto bene nei minimi dettagli. Complimenti Giulio e Matteo👍💯🇮🇹
Migliore documentario completo , senza trascuratezze ;ne d'ordine cronologico, per le stesse mappe che ripercorrono i veri punti basati su una verità , quella storica. (E non solo)
Complimenti, davvero!!!
Davvero uno dei migliori documentari mai ricostruiti su questa triste e sfortunata vicenda.
Grazie Fabio
Direi il migliore! Altro che le solite emittenti televisive!
Grazie per il video. Onore ai caduti per la patria.
Grazie per questo straordinario documento, senza paragoni.
Ottimo video sul tragico scontro tra la marina italiana e quella britannica, che ha lasciato solo più perdite che successi.
El mejor documental de la batalla del Cabo Matapán.
grandi aspettative, non vedo l’ora!
Questo è un lavoro portentoso, di grande spessore e con un estremo livello di approfondimento. Bravissime le due voci narranti. Bravo Giulio e brava Italian Military Archives.
Grazie di cuore Marco!
Bravissimi ragazzi è così che si analizza la storia. Inoltre mi avete chiarito tanti aspetti di questa vicenda che, seguendo narrazioni più superficiali, erano rimasti per me inspiegabili.
Grazie per questo documentario! L'ho visto 5 volte e tutte le volte alla frase citata da Matteo "affondiamo combattendo" mi vengono i brividi! Grandissimo lavoro!!!
Grazie Tony
Se rimane (giustamente) commosso da questo episodio gliene segnalo un altro da brividi: nello scontro di Capo Bon (molto simile a Matapan) dove furono persi senza poter reagire 2 nostri incrociatori, un guardiamarina fra i cui compiti c'era la custodia della bandiera la recuperò dalla nave prima che affondasse. Ne ritrovarono il cadavere alcuni giorni dopo sulla costa: si era avvolta la bandiera attorno al corpo perchè non andasse perduta.
@@mauroperossini4785Ciao Mauro, credo che l'episodio. cui fai riferimento sia avvenuto sul Tarigo, nell'omonima battaglia. Difatti ancora oggi la bandiera del Tarigo è visibile presso il Mausoleo delle bandiere
@@matteofornoli5452 Esatto Matteo, quando si pretende di andare a memoria si prendono gli svarioni..:)
Grazie per questo eccellente documentario. Complimenti sinceri!
Complimenti Giulio e Matteo. Un video prezioso. 🇮🇹🫡⚓️
Era come essere lì, complimenti come sempre!
Complimenti, documento veramente notevole. Grazie.
Più che raccontare, ce l'avete fatta vivere, la vicenda di Matapan...complimenti ragazzi! Ce ne fossero di appassionati come voi
Ho pianto. Vi ringrazio per aver contributo a sfatare la solita propaganda anti-italiana, che vede nel nostro popolo una accozzaglia di codardi. Avevo un antenato borbonico Capitano di lungo Corso. Onore ai Caduti.
Da dove l'hai tolta questa cavolata❓....ho sentito dire che i comandi venivano impartiti in modalità faraginosa,che dovevano passare per Roma, che non c'era collaborazione tra aviazione e marina(supermarina), che il responsabile del disastro era di Mussolini e il non voler costruire portaerei e che pur avendo in studio modelli di "radar" simili per efficacia a quelli Inglesi i comandi non ne capirono mai l'importanza(il radar permette il combattimento anche di notte) e non dotarono mai nessun naviglio. Ma che che il combattente Italiano sia bellicisticamente scarso è una baggianata tolta dagli Inglesi.P.S in verità i primi a denigrarci per l'armamento inadatto,antiquato e scarso furono gli alleati Tedeschi.
Grazie per questo racconto, ma sopratutto grazie a questi eroi . Questa Storia dovrebbe essere portata nelle scuole , fatta conoscere alle nuove generazioni.
@@fabiopadovani6634 grazie Fabio per l'apprezzamento
Ottimo video, complimenti!
bellissimo e validissimo lavoro. Onesto e completo. Una sola immagine basta a racchiudere, la tragedia e l'epopea: un Uomo, un Comandante che accende la sigaretta a bordo della sua nave che affonda.
Grazie per il video. Ottimo lavoro.
Bellissimo video, e ricostruzione storica. Complimenti!
La tragedia,più che la vicenda di Matapan,è qualcosa che ti stringe alla gola,pensando al tragico destino di tanti uomini,ufficiali,sottufficiali e comuni,i più molto giovani,e all'agonia in mare durata molti giorni per centinaia di essi.
Al di là di errori o spiegazioni sull'operato di Iachino e di Cattaneo,le colpe maggiori ricadono sull'impreparazione ad una guerra moderna di quella che pure era la più avanzata ed attrezzata forza armata del paese:la Marina. Ottimi ufficiali e molte belle navi non sono infatti sufficienti a garantire il successo ma,molto più spesso,garantiscono solo una morte eroica,se dietro non c'è la volontà di innovare,di restare al passo con i tempi,scrollandosi di dosso la presunzione di avere ragione senza nemmeno sforzarsi di osservare quanto facevano gli altri,alleati compresi. Mi riferisco non tanto alle portaerei,utili,certamente,ma che per esserlo avrebbero dovuto entrare in linea alla fine degli anni Venti,e che comunque furono bocciate dagli stessi vertici della marina,ma soprattutto al radar e alla capacità di combattere di notte,con cariche a vampa ridotta e addestramento adeguato. La nostra capacità di combattere di notte era ferma ai concetti della Prima Guerra Mondiale. Gli inglesi il radar lo avevano e sapevano combattere anche di notte. Noi il radar lo avevamo,era quello del prof.Ugo Tiberio,che non era proprio da buttare,ma che fu buttato nel cesso (perdonatemi il linguaggio) dal disinteresse,ancora una volta,dei vertici della marina. Quando poi ci si accorse che gli inglesi lo avevano,magicamente,un anno o poco più dopo Matapan,fummo in grado di realizzarlo e di produrlo: era il famoso "Gufo". Eppure un radar con una enorme antenna a materasso era ben visibile sul torrione annerito della corazzata tascabile Admiral Graf Spee,su foto del relitto scattate dagli inglesi nel Rio de la Plata che fecero il giro del mondo. Nessuno provò a concepire l'idea di chiedere ai nostri alleati tedeschi che cosa fosse,a cosa servisse,se funzionasse bene (ma se lo montavano sulle loro navi evidentemente ritenevano che servisse....).Nessuno mai pensò di richiedere alla Kriegsmarine uno di quegli aggeggi,anche solo per vedere se effettivamente funzionava. Posso anche pensare che a Matapan abbia sbagliato Cattaneo,che forse avrebbe dovuto mandare avanti i caccia,ma poi in realtà forse ha fatto bene a tenerseli dietro,altrimenti,oltre agli incrociatori,avrebbe perso quattro caccia,non due. Posso pensare a tutto,ma non posso dimenticare che prima di tutto questo ci fu una completa incapacità di guardare al futuro e di interessarsi alle nuove tecnologie,alle nuove idee e alla sperimentazione.Per non parlare poi della disastrosa collaborazione con l'aeronautica,avvelenata da rivalità e gelosie,non solo e non tanto imputabili alla marina,un dialogo tra sordi che solo dopo Matapan,finalmente,fece degli importanti passi avanti.
Sarebbe cambiato qualcosa? No,avremmo perso ugualmente una guerra scellerata,fatta dalla parte sbagliata. Ma almeno,forse,non proveremmo quel senso di angoscia che attanaglia chi sa,quando si parla di Matapan.
Già,chi sa.... Perchè quanti sotto i quaranta o cinquant'anni,in Italia,conoscono questa tragedia? Quasi nessuno.
Complimenti comunque,per il bellissimo documentario,che giustamente non si sofferma a sparare sui morti,come tanti hanno fatto in passato,da Trizzino in poi,ma che descrive con precisione quanto accadde veramente.
Concordo. Sulla questione del radar lessi che i primi esperimenti di Tiberio fuorono ritenuti deludenti dalle alte sfere perchè loro volevano un radiotelemetro, cioè uno strumento che permettesse il tiro dei cannoni senza visibilità, di un semplice apparecchio di scoperta pare non sapessero che farsene.
E in effetti: di notte era escluso il combattimento, cosa notissima ma non so per quali motivi, di giorno in assenza di nebbia che da noi è rara bastavano gli occhi.
Probabilmente mai si immaginavano che praticamente tutta la nostra guerra sul mare sarebbe stata la protezione dei convogli per la Libia e i guai più grossi li avremmo incontrati di notte. Chissà, forse erano capaci di immaginare solo battaglie fra squadre e non la guerriglia che poi si combattè in Mediterraneo.
A riprova comunque di com'è difficile immaginare la guerra futura potendosi solo basare su quella passata.
Fatto sta però che le altre marine del radar se ne dotarono, fin lì sulla sua utilità ci erano arrivati tutti.
Pare comunque che il Gufo non fosse molto efficiente, soffrì di grossi problemi di affidabilità.
Si,il Gufo non era propriamente un gioiello,ma se fosse stato sviluppato dal 1937 (posso sbagliare ma credo sia quello l'anno della prima sperimentazione a Livorno) finanziando e incoraggiando adeguatamente il prof.Tiberio,fruendo anche di materiali migliori di quelli disponibili negli anni di guerra,molto probabilmente nel 1941 avrebbe funzionato. Il Gufo funzionava poco,ma quando funzionava non era male,tanto che i tedeschi ne fecero un cospicuo ordine,mai evaso perché la produzione era lentissima (anche a causa delle verifiche/modifiche continue necessarie per la sua messa a punto) e favoriva le nostre navi.E quando,dopo Matapan,chiedemmo ai tedeschi il loro DeTe (che non era valido come i radar inglesi),ce lo fornirono in tempi brevi,e fu installato prima su una torpediniera "tre pipe" in via sperimentale (forse il Calatafimi,ma dovrei verificare),e poi sul cacciatorpediniere Legionario. E forse,se li avessimo avuti a Matapan,Gufo o DeTe,avremmo perso soltanto il Pola....
Ho letto qualche bel libro,molto ben documentato, sullo stato dell' arte della tecnologia utilizzata nella nostra marina .
Sembra che fossimo all' avanguardia in molti particolari,tra cui un sistema di doppia carena per la protezione dai siluri.
Una cosa che è certo mancata, con conseguenze terribili, è stata la mancanza di una strategia Comune con l' areonautica.
Ancora oggi,a distanza di 80 anni la copertura aerea è una necessità sostanziale.
Auguri e complimenti per quanto ben realizzato ed ancora meglio documentato.
@@VincenzoMinopoli-gk2dpForse all'avanguardia non lo eravamo,ma certamente non eravamo gli ultimi. Il sistema per la protezione dai siluri,se si riferisce al sistema Pugliese,era valido teoricamente,ma all'atto pratico non risultò molto migliore delle classiche protezioni mediante controcarene.Aveva il vantaggio di non "sporgere"dalla carena,non disturbando i flussi di acqua che correvano lungo lo scafo senza penalizzare velocità e consumi,ma se un siluro ti colpiva fuori dall'area protetta,come accadde al Vittorio Veneto a Gaudo,il risultato era devastante come per qualsiasi altra nave, Per essere applicato vantaggiosamente,necessitava di navi molto grandi,come ad esempio le Littorio,altrimenti i cilindri assorbitori,se non avevano un diametro adeguato,non avrebbero assorbito a sufficienza l'onda d'urto dello scoppio di un siluro.Il sistema Pugliese fu,comunque,un'esclusiva italiana lodevole e interessante,che sulle Littorio funzionò anche bene se i siluri colpivano dove era efficacemente montato. Ma ci sono altri aspetti che rappresentarono un handicap per il fruttuoso utilizzo delle nostre navi:penso soprattutto alla dispersione del tiro,causata da un problema di tolleranze tra anima dei cannoni e proiettili,ma anche dalla cieca volontà di sparare più lontano degli altri (c'è una bellissima puntata al riguardo su questo canale). Per dire,i 381 delle Littorio erano di una potenza inaudita,con una gittata inutilmente estesa,tanto che potevano sparare colpi che sarebbero caduti oltre l'orizzonte,senza nemmeno poter osservare l'efficacia nel tiro.Questa potenza di tiro aveva il rovescio della medaglia in un aumento della dispersione,anche quando si sparava a distanze minori e canoniche. Una salva dispersa ha molte meno possibiità di centrare l'obiettivo di quante ne abbia una salva ben raggruppata,anche se il puntamento è corretto. Nei rapporti sugli scontri con la marina italiana,da Punta Stilo in poi,gli inglesi parlano sempre del nostro tiro preciso ed accurato,ma piagato dalla dispersione; ecco perchè non mettemmo mai a segno un colpo di grosso calibro in tutta la guerra (tranne forse uno,probabilmente del Cesare sul Warspite proprio a Punta Stilo,cosa peraltro mai confermata dalla Royal Navy). Altra vanteria della Regia Marina riguardava la velocità: se guardiamo ai nostri caccia e ai nostri incrociatori,le velocità vantate sono da capogiro.Caccia che viaggiavano tra i 38 e i 40 nodi,incrociatori leggeri che volavano tra i 36 e i 38 nodi (per i "Capitani Romani" si arrivò a 42 nodi),incrociatori pesanti che filavano tra i 35 e i 37 nodi. Ebbene,quelle fantastiche velocità furono effettivamente raggiunte,alle prove,con navi in assetto leggero,senza munizioni e spesso con sovrastrutture incomplete,con apparati motori nuovi e carene pulite,e magari con poco carburante a bordo. Un po' come le Formula 1 nel giro di qualifica che vale la pole position. All' atto pratico,in guerra,in pieno assetto e con munizioni e carburante a bordo,e magari con carene non sempre pulite,le nostre navi viaggiavano tra i 30 e i 32 nodi,come le inglesi che quella velocità la dichiaravano dall'inizio ma la facevano veramente. Se vogliamo anche l'armamento antiaereo non era granchè e perfino i sofisticati cannoni da 90 mm autostabilizzanti montati sulle Littorio e sulle Duilio non si rivelarono letali. Non mi consideri,per questo,un iconoclasta o un detrattore della nostra Marina in quell'epoca.Avevamo una grande Marina,con navi splendide e alcune di esse anche molto valide (i "Capitani Romani",i "Montecuccoli" - "Aosta",gli "Abruzzi",gli "Zara" e anche le "Littorio"),ma mancò la voglia di andare oltre,di esplorare nuovi campi,di sperimentare e forse ci fu anche una forma di pigrizia delle alte sfere che tendenzialmente badavano più al numero che alla qualità. Le navi che avevamo,non sempre erano tecnologicamente all'avanguardia,ma quello era il nostro limite,inferiore per esperienza e mezzi economici,a quanto disponevano gli altri.Eravamo indietro nella metallurgia,in quella che sarebbe divenuta di lì a breve l'elettronica,e facevamo quello che potevamo. Detto questo le nostre navi con i loro equipaggi combatterono magnificamente,con onore,ma non si trovarono mai in condizione di superiorità tecnologica rispetto al nemico. Una curiosità:non affrontammo mai in mare i francesi,e forse con loro lo scontro avrebbe potuto essere più equilibrato.
@@federicomalignani4957 Ottimo post , aggiungi che sulle corazzate si sacrificarono un certo numero di batterie contraeree per fare spazio ai quadrati e ammiraglio ufficiali e i presupposti per la sconfitta cerano tutti
Questo video è semplicemente bellissimo. Vi ringrazio Giulio e Matteo per la cura e per l'amore che avete riversato in questo lavoro, che non racconta solo gli eventi, ma riesce anche a rendere onore a uomini coraggiosi e al loro sacrificio
@@marcoricci4250 grazie davvero Marco!
Ciao Giulio e Matteo complimenti per la qualita' del video e l'accuratezza della ricostruzione storica. Un grande omaggio al valore dei nostri marinai e dei combattenti delle due parti. Ciao
Davvero un gran bel contenuto, complimenti a te ed ai collaboratori. Veramente bravi tutti.
Mio padre era sullo Zara come addetto alle caldaie locali motori. Fu trattenuto a Taranto nello scalo tecnico precedente a questa operazione. Trattenuto in quanto richiamato dalla Ercole Marelli si Sesto san Giovanni in qualità di operaio specializzato indispensabile alla produzione militare.
Questo gli salvò la vita. Già organo di padre deceduto nella grande guerra.
La notizia della battaglia di matapan giunse che era ancora a Taranto e i suoi familiari lo diedero per perso non sapevano ancora che fosse stato trattenuto a terra. Grazie per video.
Mi raccontò della battaglia di punta Stilo e dell' attacco aereo inglese nel porto di Taranto con le navi ferme in rada.
Grazie Ettore per la preziosa testimonianza
Come sempre ottimo contenuto. Grazie
Grazie per questo splendido video.
Grazie di cuore Mario
Complimenti per il resoconto dei fatti storici. Onore a tutti i combattenti italiani deceduti! ❤
Ottima ricostruzione! Grazie!
Grazie Corrado
Un lavoro STRAORDINARIO
Bellissimo video. L'ho visto a più riprese perché meritava molta attenzione. Grazie mille
Grazie Sandro!
Bellissimo documentario, tecnico e con ottimi video e mappe ❤
documento unico, tutto spiegato in maniera comprensibile e onesta, siete stati straordinari, complimenti
Grazie Luca!
Grandissimi complimenti di nuovo, lavoro strepitoso da mostrare in Rai e nelle Scuole
Grazie Marco!
complimenti per lo splendido lavoro !!!!!!!!!!!!!!!!
Un lavoro di grande accuratezza!
Grazie Tiziano
Congratulazioni! Bellissimo video/documentario!!
Magistrale video sulla terribile sciagura, molto ben documentato e ricco di analisi circostanziate !
complimenti ottimo lavoro bellissima qualità nei racconti e citazioni bravi!!!!!!
Un video bellissimo e toccante, complimenti. Mi sono davvero emozionato
Documentario veramente ben fatto e super professionale sono rimasto molto coplpito dalla perfetta ricostruzione di questo tragico evento. Complimenti!!
Grazie Fabrizio!
Complimenti per l'immenso lavoro davvero bello! bravo
Complimenti e grazie.
Mi sono commossa fino alle lacrime
Grazie Giovanna per averlo visionato
Complimenti per il video 👏🏻
@@lucamolfino-ve8oz grazie Luca!
Documentario eccezionale, migliore di qualunque altro video ma anche libro sull'argomento, c'è proprio tutto e, per quel che mi riguarda, anche cose mai sentite prima, come ad esempio le difficoltà di rimorchio cui sarebbero andati incontro i soli CT: una cosa che avevo sempre pensato quando qualcuno ha scritto che si dovevano mandare indietro i soli CT a tentare il salvataggio del Pola.
Su Wikipedia vedo infatti che si è scritto:
"La sua maggiore responsabilità (Jachino) è stata ovviamente quella di aver mandato tutta la prima divisione a soccorso del Pola, quando due cacciatorpediniere sarebbero stati sufficienti, pur avendo molti elementi per prevedere un contatto con la flotta avversaria.
All'ammiraglio Cattaneo si contesta la scelta di disporre la flotta in modo da far procedere i due incrociatori dinanzi ai quattro cacciatorpediniere, soluzione incomprensibile sotto un profilo tattico, invece che posizionare questi ultimi in posizione avanzata con compiti di perlustrazione. Resta inspiegabile anche la scelta di viaggiare a una velocità di 15 nodi, pur potendo navigare a un'andatura di 30 nodi."
Secondo questo documentario la bassa velocità sarebbe dovuta alla scarsa autonomia rimasta ai CT, meno chiara invece la spiegazione degli incrociatori in testa per la maggior altezza degli alberi, poteva valere di giorno ma non di notte, probabilmente fu legata sempre alla questione autonomia e per no attuare una manovra notturna troppo complicata, (la butto là..)
Non concordo con Giulio sul fatto che la battaglia non ebbe conseguenze sul successivo comportamento delle nostre forze navali.
E' certamente non vero che da allora la marina inglese conquistasse il dominio del Mediterraneo...se però si aggiunge la parola "di notte" ecco che l'affermazione è abbastanza giusta: da quel momento si prescrisse di evitare se possibile il combattimento notturno e la cosa ebbe notevole effetto se non ricordo male nella I e II Sirte dove si interruppe il combattimento prima che giungesse l'oscurità nonostante la nostra superiorità.
Una questione minore che però sento ricomparire spesso è quella che di notte le nostre navi venivano avvistate dalle vedette inglesi prima che le nostre si accorgessero di nulla, può darsi che dipenda dal radar per cui sapevano gà dove e come cercare però ho anche letto che i nostri strumenti per la visione notturna erano inferiori.
Ricordo anche di aver letto che le vedette notturne giapponesi passavano la giornata al buio per avere la vista più acuta di notte, tanti che a Savo videro prima le navi americane nonostante queste avessero il radar.
In conclusione una cosa non viene mai dibattuta, forse perchè una soluzione è impossibile: fu una buona idea quella di Jachino di mandare indietro la divisione in acque nemiche con la prospettiva di un lungo rimorchio nei giorni successivi? A parte il risultato, fu un rischio calcolato bene?
Allora si decise di sì visto che rimase al comando nonostante il disastro, a me oggi pare molto opinabile.
Grazie Mauro. Beh comunque anche prima le corazzate non combattevano di notte, quindi se vogliamo il disimpegno alla fine della seconda sirte è piuttosto coerente.
Per il resto, ci siamo voluti limitare al raccontare minuziosamente i fatti e provare a spiegare le scelte operate. Non spetta certo a me o a Matteo assolvere o accusare qualcuno. Grazie di nuovo
@@Italian_Military_Archives "Beh comunque anche prima le corazzate non combattevano di notte"
E' vero, però ho letto (poi vai a sapere se è vero) che dopo Matapan fu rafforzata la prescrizione di evitare ogni tipo di ccombattimento notturno sospettando l'utilizzo del radar da parte inglese.
E' certo comunque che nella successiva battaglia di Creta la marina italiana non intervenne neanche di giorno. Probabilmente ci si era accorti al di là di ogni dubbio che la minaccia aerea senza adeguata protezione era troppo seria. In quel frangente se ne accorsero pure gli inglesi.
Complimenti per la precisione dell'accaduto e per l'impegno e professionalità nel raccontare la storia.
(Ps mio zio era imbarcato sul ct Corazziere e mi aveva raccontato di quel evento e altri avvenuti durante le scorte dei convogli verso l'Africa. Prima di essere sbarcato nel '43 dopo un danneggiamento )
Ben raccontato. Bravi.
Un ricordo per quegli uomini che combatterono, e molti morirono, dando prova di sé.
Grazie per l'apprezzamento
Mi sono venuti i brividi, mai visto un documentario (perché siamo onesti, questo è) che andava così tanto nel dettaglio
Grazie Federico
Ottimo lavoro ragazzi, il documentario è molto bello, ben documentato e gradevolmente scevro dai toni polemici che troppo spesso accompagnano la rievocazione di queste vicende. Notevole e apprezzato lo sforzo di essere il più possibile obiettivi, cosa a quanto pare ancora difficile nonostante gli 80 e passa anni trascorsi da quegli eventi.
Grazie Fabio
Il valore e lo spirito dei marinai non sono in discussione. Che il disastro sia stato dovuto ad una pessima gestione del comando non e' polemica, e' la realta'. Purtroppo l'abilita di manovra cade nel nulla se chi da gli ordini e' incapace di leggere la situazione.
Iachino porta sulle spalle tutta la responsabilita della strage.
@@matteomaffei5519 ciao Matteo. Però io mi domando sempre questo, se non ci fosse stato l'avvistamento a mezzo radar del Pola, la tragedia non ci sarebbe stata con molto probabilità. Gli inglesi avrebbero comunque fallito di agganciare Iachino nella notte e il Pola sarebbe stato 1) affondato dalla I divisione o 2) rimorchiato verso l'Italia. Forse ci sarebbe potuto essere uno scontro tra le forze leggere britanniche e la prima divisione a giorno fatto? Può essere sì come no, gli inglesi avrebbero dovuto avvistarli e mandare in tempo unità in zona. Con la III e VIII divisione che potevano tornare indietro a supporto.
Che qualità, complimenti a entrambi!
Col senno di poi tutto era sbagliato. Di sicuro fu una tragedia e un colpo durissimo.
Avete onorato e reso giusto omaggio alla mermoria di quei marinai, davvero encomiabile, bravi. 🙏
Sempre più felice di essere parte di questa community😃
Una sola parola:
CAPOLAVORO
Graziee❤
Complimenti ottimo video
@@dariomaurostrongoli9074 grazie Dario!
Bellissimo e bravissimi
Una perla questo video.
Ottimo video, sicuramente il migliore e più completo sull argomento. Per chi volesse approfondire consiglieri però di associare alla sua visione, la lettura del testo definitivo sull argomento "L agguato di Matapan " di F. Mattesini edito nel 2020, dove viene evidenziata la pianificazione lacunosa dell'operazione, vengono valutate meno bonariamente le decisioni di Iachino e vengono fatte considerazioni sul condizionamento psicologico della flotta italiana nel proseguimento della guerra. Tra i vari episodi il più eclatante è rappresentato dal mancato intervento delle unità di superficie nella battaglia di mezz'agosto che, a fronte di una indiscutibile vittoria tattica, consegnerà però una vittoria strategica decisiva all'Inghilterra che riuscirà a tenere Malta. Francesco Mattesini non è semplicemente uno dei vari autori sul tema, bensì uno storico di grande prestigio incaricato dall Ufficio Storico della Marina.
Beh permettemi di dire che la mancata uscita delle forze di superficie in occasione di mezzo agosto fu dovuta 1) a problemi relativi alla copertura aerea tedesca (per gli incrociatori) 2) carenza di nafta per le navi da battaglia
Queste furono le considerazioni che fece Supermarina, condizionata psicologicamente dalla sconfitta di Matapan. Ma nella battaglia di mezz agosto l aviazione inglese era in grossa difficoltà e la questione della nafta era un argomento non così critico come lo si voleva far apparire. Per non affrontare un rischio minimo perdemmo definitivamente la partita con Malta. Sono le considerazioni di Mattesini, Giorgerini ed altri autori autorevoli.
Un magnifico lavoro! È stato un piacere ascoltare una così pulita ed esaustiva descrizione degli avvenimenti di quei giorni, ora aspetto dei video del genere per ogni azione svolta nelle 2 guerre mondiali 😂😂
Mi tocca smettere di lavorare
Ottimo documentario
Stupenda opera degna di un vero storico, ho altamente apprezzato il rendimento iconografico. 😏
Video molto ben fatto...
Molti complimenti per la qualità del vostro lavoro e della narrazione. Personalmente sono particolarmente attento a questa vicenda storica, dato che lo zio di mia moglie era guardiamarina sul Fiume e rimase vittima della battaglia.
Grazie Andrea, ci fa molto piacere
Video molto ben fatto. Credo che se prodotto anche in inglese potrebbe aiutare a sfatare qualche mito, senza comunque mancare di rispetto alla storia.
Ecco, benissimo: quale mito?
Totalmente d'accordo, ma l'altro problema sono i tafazzisti italiani. La guerra è andata come è andata, ma basta inistere con le menzogne dell'Italia incapace a combattere, quando è stata ben capace a farlo contro una marina superiore come quella britannica. Ormai si può raccontare la verità, sono passati 80+ anni.
e questo vale pure per essrcito e aeronautica, l'Italia ha avuto le sue sconfitte e vittorie, raccontare ogni sconfitta come una catastrofe di incapaci sarebbe come raccontare ogni vittoria come un trionfo di geni. Servono sobrietà e fatti.
Questo video chiarisce che la Marina Italiana ha avuto un comportamento onorevole.
Con il senno di poi dimostra che l'epilogo di questo scontro navale era abbastanza scontato :
gli italiani si muovevano nella "nebbia di guerra" mentre gli inglesi con indicazioni chiare.
Di giorno gli aerei imbarcati sulla FORMIDABLE, di notte il radar è soprattutto l'utilizzo di ULTRA.
E 'come se in un incontro di box uno dei 2 pugili combatte con gli occhi bendati.
Al di là di qualche errore o episodio sfortunato le premesse della sconfitta erano prevedibili e giustifica la titubanza degli Ammiragli italiani in missioni a larga scala lontano dalle proprie basi come il Mediterraneo orientale.
"Questo video chiarisce che la Marina Italiana ha avuto un comportamento onorevole."
Ma perchè, si può sapere chi e perchè sostiene che che la marina italiana si comportò in modo disonorevole nella IIGM? Beccò un sacco di legnate per le ragioni che lei puntualmente descrive eppure tenne il mare fin quasi all'ultimo perdendo più di 30.000 fra ufficiali e marinai.
Era tecnicamente inferiore rispetto a quella inglese e a Matapan furono confermate tutte le note deficienze: mancanza di portaerei, di radar, di addestramennto al combattimento notturno, di ricognizione aerea. In più ci si può mettere la decisione avventata di mandare indietro tutte quelle navi ma non capisco i molti commenti che parlano di "onore ristabilito" grazie a questo video, vorrei sapere dove e quando è stato detto il contrario.
Ci sarà certo qualche imbecille che crede alle trizzinate...per quelli non c'è video che tenga, infatti ci sono un paio di commenti in tal senso.
L'ho già chiesto a diversi delucidazioni intorno a questo "onore ristabilito", nessuno risponde.
Salve.
Ritengo che delle 3 armi che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale la Marina è quella che si è comportata meglio soprattutto nelle missioni individuali.
Sul fatto perché il video "ridà onore" per esempio la storia che alcuni ufficiali abbiano tradito, voce circolata per molti anni.
Altra smentita arriva che sul Pola gli uomini erano ubriachi. Questo fatto l'avevo letto sul libro di Gianni Rocca "Fucilate gli ammiragli", dove scrive: "sembrava che il Pola era in procinto di affondare e molti marinai si gettarono in mare poi visto che l'acqua era gelida e la nave galleggiava vennero ripescati e per scaldarli bevvero vino con il risultato sopracitato", sempre nello stesso libro si parla di Matapan come "piccola Caporetto" mentre le differenze, dal video, sono evidenti.
Mia opinione : la marina italiana non aveva il prestigio e l'esperienza della Royal Navy, ma a parti invertite (cioè con noi il radar, le portaerei e ULTRA) anche l'esito della battaglia sarebbe stato a nostro favore.
@@fabioalberti2120 Grazie, finalmente uno che risponde :)
Sulla sua prima osservazione non saprei...l'esercito era armato principalmente con armi vecchie o poco efficienti in cui i soldati non credevano, difficile potesse combinare qualcosa di buono. In Africa si battè bene ma solo quando fu affiancato dall'Afrika Korps. L'aviazione pur tanto reclamizzata era tecnologicamente superata, fece quel che poteva. Soprattutto. colpa gravissima, non aveva i mezzi nè era addestrata alla collaborazione aeronavale.
La marina sembrava l'unica FA abbastanza moderna ma si vide poi che il rapido progresso tecnico aveva lasciato indietro anche lei. Indicativo il fatto che Mussolini all'entrata in guerra prescrivesse la difensiva ovunque tranne che in mare, probabilmente girava l'idea che la marina fosse l'unica in grado di misurarsi con gli inglesi, la delusione quindi è stata ancora più cocente.
Se abbiamo finito la guerra ancora con una marina è perchè le grandi navi furono tenute prudentemente nei porti.
Se gli inglesi potevano combattere di notte non è merito solo del radar, è che loro per tutti gli anni '30 si esercitarono a farlo come del resto i giapponesi che il radar non l'avevano proprio.
Anche qui arretratezza rispetto agli altri
Quanto alla storia dei marinai ubriachi non è più di un aneddoto. "Piccola Caporetto" probabilmente per la disparità di perdite, d'altra parte noi abbiamo avuto una "Caporetto", poi una "Caporetto nel deserto", adesso scopro grazie a lei che si è parlato anche di una Caporetto navale...guerra nata male e finita peggio.
Saluti.
@@mauroperossini4785 Grazie a lei per le informazioni ricevute.
Aggiungo solo un ultima cosa: sembra paradossale ma alla fine il naviglio di guerra affondato nel mediterraneo dice questo :
perdite italiane 290.000 ton.
perdite inglesi 412.000 ton.
@@fabioalberti2120 "sembra paradossale ma alla fine il naviglio di guerra affondato nel mediterraneo dice questo :
perdite italiane 290.000 ton. perdite inglesi 412.000 ton."
Non è paradossale caro Fabio, è ingannevole, non per colpa sua. Quei numeri vengono sempre proposti senza specificare CHI effettuò quegli affondamenti.
Nella battaglia del Mediterraneo gli inglesi persero 68 navi al di sopra del dragamine, sommergibili esclusi.
43 furono affondate dai tedeschi, U-Boot, S-Boot e Luftwaffe.
17 dagli italiani, Marina e Aeronautica
7 dalle mine
1 dalle batterie costiere di Tripoli.
Quindi come si vede la maggior parte degli affondamenti fu dovuta ai tedeschi.
Se poi si guarda al tonnellaggio allora va molto peggio perchè fra gli affondamenti tedeschi ci sono 1 portaerei e 2 corazzate, mentre per gli italiani solo 5 incrociatori.
Per i sommergibili poi è una tragedia, ne perdemmo più del doppio.
La cifra da lei riportata fu proposta tranquillamente da Marc'Antonio Bragadin nel suo libro "Che ha fatto la Marina?" in cui l'autore appunto concludeva che come perdite assolute la guerra l'avevamo vinta noi.
Dimenticando il "piccolo" particolare che i tedeschi ci avevano dato una mano, magari anche due.
Di paradossale una cosa c'è: in tutta la guerra la nostra marina di superficie, la quarta o quinta del mondo, affondò in tutto 2 cacciatorpediniere inglesi.
PS Non è questione di essere più o meno "disfattisti", è questione di raccontare le cose per come furono in realtà anzichè mascherarle per trarne le conclusioni desiderate, come fece Bragadin.
Lavoro fantastico!
Complimenti.
Capolavoto. Ed un Matteo dalla voce soave!
Molto bello e interessante
Grazie Luciano!
Finalmente un video con un po' di amore per la patria. Troppe parole hanno infangato i nostri valorosi marinai.
Comunque la Vaillant ebbe i giorni contati, affondata a breve dalla Xmas ad Alessandria d' Egitto.
"Troppe parole hanno infangato i nostri valorosi marinai."
Ne ricorda qualcuna? No perchè son decenni che leggo libri di storia sulla Marina e questo fango non l'ho mai trovato.
PS Valiant.
@@mauroperossini4785 diverse teorie complottiste sui tradimenti di alcuni vertici della Regia Marina a cui io non credo
@@AviaPervia1912 Nemmeno io ma comunque non infangavano i marinai.
Vatti a vedere i video di Parabellum o gente come metal Mike che più che buttare merda sull' Italia nelle seconda guerra mondiale non hanno fatto.
Ok professore dell'aria calda?
Ecco bravo si informi meglio.
Bellissimo video, complimenti😊
Una considerazione che mi viene da fare: ritengo sia sbagliato dare un giudizio sulle decisioni dei comandanti in base a informazioni che sappiamo noi oggi ma non sapevano loro (es. radar inglesi, ultra, ecc...).
Un giudizio sulle decisioni prese deve essere basato sulle stesse informazioni che avevano loro.
p.s. non parlo di voi, anzi.
Could we get English subtitles please?
By the end of the month I am publishing the english version of the video directly
Complimenti grande lavoro resterà come ottimo documentario
Molto interessante, bravissimi. E' chiaramente realizzato dal punto di vista iraliano. Mi piacerebbe un approfondimento la parte inglese, in particolare circa l' importanza del radar nel rilevamento delle unità italiane. Mi pare di ricordare che nei suoi testi, il prof Santoni non lo reputava essenziale...
Grazie Massimiliano. Beh certamente fu importante il radar, il Pola fu localizzato con esso, da lì il concatenamento di eventi che portarono alla tragedia
Cari Giulio e Matteo, vi avevo scritto:
"E' tutto là, fu un "rischio calcolato"? Per me calcolato male ma la sentenza non ci sarà mai, neanche ai posteri."
Mi pare invece che Alberto Santoni nel suo articolo "La battaglia di Matapan" facente parte degli atti del "convegno sull'Italia in guerra" edito nel 1991 la sentenza la pronunci e anche molto dura e chiara:
"Iachino fu informato alle 20.05 da Supermarina che alle 17.45 i·rilevamenti radiogoniometrici situavano un "Comando complesso nemico" a 75 miglia (in realtà a 55 miglia) ad estsud-est della Vittorio Veneto .
Purtroppo però il nostro ammiraglio non valutò esattamente questa importante segnalazione e alle 20.18 ordinò alla l a Divisione dell' ammiraglio Cattaneo di andare in soccorso dell'immobilizzato Pola.
Dopo una serie di altri messaggi di conferma, scambiati tra Cattaneo e Iachino, la l a Divisione invertì la rotta alle 21.06 per soccorrere il Pola,
assumendo una criticabile linea di fila con i due incrociatori in testa ed i quattro cacciatorpediniere in coda, e avanzando alla modesta velocità
di soli 16 nodi, aumentata a 22 nodi per soli 38 minuti, cioè tra le 21.25 e le 22.03. A questa modesta andatura la l a Divisione di Cattaneo avrebbe raggiunto il Pola non prima delle 22.30 e ciò appare incomprensibile alla luce del fatto che alle 20.50 Iachino aveva avvertito Cattaneo della presenza del famoso "Comando complesso nemico".
Quest'ultimo alle 17.45 risultava ufficialmente a 75 miglia di distanza, ma al momento del siluramento del Pola (ore 19.50) avrebbe potuto essersi avvicinato di altre 8 miglia, considerando ragionevolmente pari a 4 nodi la differenza tra la sua velocità e quella della squadra navale italiana con la Vittorio Veneto zoppicante.
Alle 19.50 pertanto era da presumere che una forte aliquota navale avversaria, configurata come un "Comando complesso", fosse presente a
67 miglia dalla flotta di Iachino e in direzione della aerosilurante che da allora in poi coincideva con quella immutabile del Pola, immobilizzato nello stesso istante e luogo.
Ebbene, per coprire uno spazio marino di 67 miglia e dirigersi sul punto in cui la flotta italiana era stata attaccata dal cielo, alla ricerca di
una o più navi che i piloti britannici avevano dichiarato di aver colpito, sarebbero occorse ad un "Comando complesso" inglese poco più di tre
ore, alla probabile velocità di avvicinamento di 20-21 nodi . .Di conseguenza era ragionevole ritenere che tale gruppo navale nemico sarebbe giunto nelle acque del Pola immobilizzato subito dopo le ore 23.00.
In realtà il contatto si verificò addirittura poco dopo le 22.00 poiché, come abbiamo accennato, il "Comando complesso" britannico era originariamente più vicino di 20 miglia rispetto a quanto stimato dal Servizio Informazioni di Supermarina
È veramente sorprendente che le suddette argomentazioni non abbiano sfiorato la mente né di Iachino né di Cattaneo, il quale continuò
la sua lenta marcia di avvicinamento al Pola, che l'avrebbe portato a contatto dell'incrociatore immobilizzato intorno alle 22.30.
A tale proposito appare oziosa la domanda circa il reale significato dell'espressione "Comando complesso", perché anche nella RIDUTTIVA ipotesi che esso fosse stato COMPOSTO SOLO DA INCROCIATORI E CT, sarebbe stata ugualmente SCONSIGLIABILE una nostra operazione notturna di trasbordo equipaggio e di probabile rimorchio del Pola, che avrebbe richiesto molto tempo E AVREBBE COSTRETTO ALCUNE DELLE UNITA' ACCORRENTI A FERMARSI IN MARE IN PRESENZA DI SILURANTI E NAVI CANNONIERE NEMICHE.
.....Quanto abbiamo voluto qui precisare rappresentò, a nostro giudizio, il vero "punto di svolta" dell'intera dolorosa vicenda di Matapan, che
altrimenti si sarebbe risolta con la perdita, presubimilmente incruenta, del solo Pola impossibilitato a difendersi, mentre il resto della flotta italiana sarebbe completamente sfuggito all'inseguimento inglese, nonostante
le preventive informazioni ''Ultra''.
.....È indiscutibile che, con una corretta valutazione di tutti gli elementi disponibili, il disastro di Matapan non sarebbe accaduto e che l'unica nostra perdita navale, con poche vittime, avrebbe potuto limitarsi presumibilmente all'incrociatore Pola, nonostante l'allora
insospettato e cospicuo apporto dell' "Ultra" lntelligence britannico."
Il fulcro della questione è che anche se non vi fossero state corazzate, anche se si presumeva che gli inglesi non combattessero di notte, le nostre navi si sarebbero trovate nelle delicate operazioni di rimorchio in presenza di navi avversarie.
Da cui la domanda finale: "Ma cosa ci aveva nella testa Iachino? E perchè fu confermato in comando?"
Cari amici, non sono particolarmente interessato a condannare l'uno o l'altro personaggio e tanto meno la Regia Marina nè a sostenere ad ogni costo una mia personale ideologia o visione delle cose.
Della Storia sono curioso solo dei fatti e i perchè di questi fatti, nient'altro.
Ciao di nuovo Mauro, sarò breve. Trovo la posizione di Santoni abbastanza della serie “a posteriori”. Rinnovo quanto detto nel commento precedente, in quanto mi sembra abbastanza sufficiente a spiegare la questione. Aggiungo che mi sembra assurdo sostenere il gruppo nemico si sarebbe ritrovato sulla strada il Pola. Basta guardare le carte degli stessi inglesi, la mappa che ho inserito prima dello scontro notturno in questo video, dove per l’appunto si vede come Cattaneo passò a sud di Pridham Wippel e Mack, e si ritrovò Cunningham davanti solo perché quest’ultimo aveva accostato a sud ovest a seguito dell’avvistamento radar col Pola.
@@Italian_Military_Archives Ma infatti NON bisogna ragionare "a posteriori", bensì mettersi nei panni di Iachino mentre decideva, i fatti certi di sua conoscenza sono:
1)Era in fuga a media velocità con la Veneto azzoppata 2) Sapeva che il Pola era immobilizzato 3) Sapeva che alle spalle aveva forze inglesi che presumibilmente lo inseguivano perchè grazie agli aerei conoscevano la nostra posizione e i problemi alla corazzata 4) Lui invece non sapeva niente solo che i nemici c'erano di sicuro fra cui una portaerei, degli incrociatori e CT, una BB probabile. 5) Ciononostante manda indietro alla cieca la I Divisione.
Quindi: anche se gli inglesi non avessero avuto il radar, ULTRA e non avessero combattuto di notte l'incontro era possibile, anzi probabile e magari a navi ferme mentre aiutavano il Pola.
Ma anche se l'incontro non fosse avvenuto e l'avessimo miracolosamente scapolata, la sua manovra restava un terno al lotto. Questo "a priori".
Poi ovviamente ognuno si terrà le proprie idee, per me dopo tanti dubbi posso dire di essermele finalmente chiarite.
@@mauroperossini4785 di nuovo, noi sapevano dove fosse il Pola, tant’è che la divisione arrivò nei suoi pressi. Poi Cattaneo avrebbe giudicato il dà farsi. Se decideva di affondare la nave e ritirarsi, tanto meglio si sarebbe ritirato su una rott sicura, in quanto gli inglesi inseguivano il Veneto. Se avesse preso il rimorchio si aprono varie ipotesi, ma Iachino ragionevolmente pensava che le unità maggiori britanniche non si sarebbero impegnate e che le unità leggere avrebbero presumibilmente diretto sul Pireo. Solo una ricognizione aerea a giorno fatto avrebbe potuto avvistare la I divisione, ma cosa avrebbero avuto gli inglesi di disponibile? Forse solo gli incrociatori e i CT del Pireo?
@@Italian_Military_Archives Tutta la chiave del nostro disaccordo sta negli avverbi: "ragionevolmente-presumibilmente".
Secondo me Iachino non doveva "ragionare e presumere" con quei non certo ampi margini di errore visto che in ballo ci stava la vita di migliaia di uomini.
Questo indipendentemente dal fatto che poi i ragionamenti e le previsioni si siano rivelati disastrosamente sbagliati: secondo me quel che sapeva della situazione fra le 20 e le 21 era più che sufficiente per decidere di tirar via.
Se non l'ha fatto avrà avuto le sue ragioni, per Santoni (e per me 😄) erano ragioni sbagliate e incomprensibili.
Ripeto, non col senno del poi ma analizzando il momento in cui la decisione fu presa.
Col che non voglio certo dire che nei suoi panni avrei fatto meglio, queste sono assurdità, chi è più competente, l'ammiraglio comandante in capo o uno che al massimo ha fatto un po' di vela? Ma se si seguisse questo criterio non si potrebbe analizzare nessuna azione bellica e nessun avvenimento storico.
scremato dalla inevitabile retorica resta comunque un ottimo reportage.
@@gianpieroguaitolini448 grazie. In che tratto avresti ritrovato parti "retoriche"?
Si tratta, a mio parere, di un errore di prospettiva legato all'abuso di certi principi fatto dal fascismo e, in seguito, per il quadruplo del tempo, dall'antifascismo. Parlare non dico bene, ma con conoscenza di causa di certi argomenti, si tratti di questioni storiche, militari, geopolitiche od economiche (insomma, non di calcio o di canzoni), espone automaticamente al sospetto di nostalgie inconfessabili, alias, secondo certa gente che ignora il significato delle parole e va a orecchio un tanto al chilo, , 'retorica'. E davanti a questo riflesso condizionato i retori dell'altra parte (gente della stessa pasta degli altri, solo ancora più noiosi e poco ferrati, in quanto conoscono, a memoria, soltanto le fornulette di rito) attaccano con la retorica dell'antiretorica. Si tratta di minoranze di segno opposto, entrambe rumorose e inutili. Gente rimasta ferma alle categorie arci italiano e anti italiano di Malaparte, risalenti agli anni Venti, e al Roma caput mundi o Roma Kaputt di Guareschi (fine anni quaranta). Commenti, pertanto, decrepiti di gente superata e sommamente inutili. Giulio fa bene a fare quelli che fa, e che i retori continuino a fiorire tra gli orti. 😅
@@Varthema cioè, condensando questo profluvio di niente che hai scritto, tutti capiscono e leggono male tranne te. mica poco 🙂 a quale categoria appartieni, visto che hai diviso la platea con dei confini ben precisi dai quali tu, logicamente, stai fuori?
@@gianpieroguaitolini448 A quelli che hanno studiato
@@Varthema il problema, per te, è che pensi di essere l'unico 🙂
È difficile ricostruire un evento storico quando si lega a memorie che per quanto in buona fede possono e ripeto possono dare un' idea diciamo di parte. Vanno lodati l'impegno e l'accuratezza del lavoro.
Parliamo dell'ossessione del tradimento, tornata a galla anche in occasione della live sul radar. Si tratta di una vera e propria necessità psicologica da parte di certa gente. A furia di ripeterla, e sulla base dei personaggi che costoro citano come propri campioni e fonti di ispirazione, è evidente il bagno culturale di questa mania. Si tratta della grande letteratura regionale italiana all'unità in poi, da qualcuno definita, sprezzantemente, neo borbonica. Il principio è, infatti, lo stesso. Tutto era felice e perfetto, poi i traditori hanno venduto quel regno meraviglioso ai barbari invasori. Non a caso Trizzino e i suoi tardi epigoni, come Alfio Caruso e Pietro Baroni, citato recentemente, sono frutti di quella cultura,, senz'altro rispettabilissima, ma caratterizzata da precise stigmate e da alcuni cortocircuiti mentali. Uno tra tanti, l'idea che una guerra sia una partita di calcio 11 contro 11. Un duello leale dove tutti hanno le stesse possibilità di vittoria. Non è così. C'è chi è più forte e chi è più debole. E di solito è il più forte ad aggredire il più debole per mangiarlo (cannibalismo tra nazioni, Carl Schmidt) o per impedirgli di diventare, un giorno, davvero pericoloso. Altro errore decisivo (e molto grossolano) é quello di credere che Iddio faccia vincere i suoi. Se perdi, pertanto, devi essere per forza il malvagio della situazione. Roba da cervelli poco nutriti. Caino fa fuori Abele all'inizio della bibbia, ma diventa il reietto per definizione. Insomma, i neo borbonici della Seconda guerra mondiale sono dei meri neo birbonici, birbe o burbe se si preferisce, e al loro confronto re Francesco, il Franceschiello della tradizione risorgimentale, fa una ben più dignitosa figura.
26:47 mi ricordo che l' esplosione del siluro (ho trovato un' immagine dove è mostrato il danno del siluramento della Vittorio Veneto che è in bacino ma non ricordo dove)
aveva letteralmente tranciato entrambe le linee d' asse di sinistra:
quella più esterna è stata tranciata in pieno con il relativo braccetto portaelica che è stato strappato via.
Quella più interna è stata spezzata proprio all' altezza della sua tenuta meccanica...
Mi faccia sapere chi ha qualche info in più a riguardo
PS ottimo lavoro campioni
Cari amici, mi ero dimenticato fra i tanti volumi di avere in casa "La guerra italiana sul mare" di Giorgerini, da cui adesso copierò alcune considerazioni su Matapan tratte dalle conclusioni del lungo capitolo dedicato:
"In primo luogo occorre parlare della responsablità del comandanre superiore in mare, ammiraglio Angelo Iachino. E' stupefacente che, dopo il disastro di Matapan, questo personaggio sia stato lasciato al comando della flotta da battaglia e che non si sia agito nei suoi confronti per le pesanti responsabilità di comando, di apprezzamento e valutazione delle situazioni e di decisioni prese durante quella sfortunata missione.
Qualsiasi altra Marina, al di là dell'esito finale del procedimento penale, come prima misura non avrebbe esitato un attimo a sbarcare un tale ammiraglio e a sostituirlo nel comando, facendone poi seguire un rinvio a giudizio davanti a un tribunale militare o a una vorte marziale.
Lo fece l'Italietta del 1866 contro Persano...non lo fece l'Italia di Mussolini.
Nel 1941 tutto si ridusse a una commissione d'inchiesta speciale che alla fine dei conti mandò tutti prosciolti, pur adombrando il sospetto di qualche errore commesso dal povero Cattaneo, mentre Iachino ne uscì mondo da ogni peccato e confermato nel suo comando.
Fino al suo ultimo giorno di vita Iachino rifiutò ogni responsabilità e dell'episodio di Matapan incolpò tutto e tutti tranne se stesso, neppure in parte, anche se nell'intimo-ne sono convinto-portò sempre con sè l'incubo e l'angoscia del ricordo degli oltre 2300 uomini morti al suo comando.
.....Se lo sbarco di Iachino e il suo rinvio davanti a un collegio giudicante sarebbe stata una misura ovvia come naturale conclusione della vicenda di Matapan - che non si può chiamare nè battaglia nè scontro nè azione di fuoco in quanto non vi fu niente di tutto questo, ma solo un esercizio di tiro al bersaglio da parte dei nostri avversari - vi sono alcune osservazioni da fare..."
(Seguono valutazioni sull'assurdità dell' intera operazione, poi..)
"Delittuosa e fatale fu la decisione di far tornare indietro l'intera I Divisione per raggiungere il Pola immobilizzato...quello che è più grave è che tale ordine fu accompagnato da una singolare mancanza di perspicacia o anche solo d'immaginazione, e da una scarsa considerazione di tutti i segnali, gli indizi che, a un accorto comandante in mare, avrebbero dovuto far presupporre la presenza nella zona, se non addirittura nelle vicinanze, di forze pesanti nemiche.....
....Vi fu, specie da parte di chi teneva il comando in mare, una colpevole sottovalutazione delle capacità reattive del nemico e troppa trascuratezza o indifferenza nella valutazione dei segnali ricevuti, che invece avrebbero dovuto condurre a ben altri apprezzamenti e decisioni...."
Bene, come potete vedere sono praticamente le stesse considerazioni che ho fatto in diversi post, prima Santoni poi Giorgerini le confermano ancor più duramente, fa piacere di essere in buina compagnia.
La cosa strana è che chiunque, ascoltando il vostro preciso video, può trarne le stesse conclusioni, invece la stragrande maggioranza dei commenti si sofferma sull'"eroismo" dimostrato dai marinai italiani nell'andare verso questo massacro.
C'è qualcosa che non va se questo terribile episodio viene preso a esempio delle nostre virtù guerriere.
Io credo che molti si portino addosso il complesso di una guerra perduta rovinosamente, soffrano per le critiche e si aggrappino a ogni cosa, perfino un episodio totalmente negativo come questo, per trovare qualcosa di positivo nel nostro comportamento in quella guerra.
Caro Mauro, conosco bene i passaggi di Giorgerini, con i quali non mi trovo molto d'accordo. Anche sulle due Sirti dissento molto dalla sua analisi. Curioso il fatto che lui non riporti mail la richiesta di rimorchio del Pola. Comunque, sono un po' confuso, continui a riportare righe di altri autori ma non mi sembra tu abbia provato a controbattere alle risposte che ti ho dato nei numerosi post precedenti o nel video stesso. Si continua a rimarcare la responsabilità dell'uomo, quando io ripeto che la dinamica dei fatti e le scelte operate sono ben spiegabili, se si guardano nel dettaglio
@@Italian_Military_Archives "continui a riportare righe di altri autori ma non mi sembra tu abbia provato a controbattere alle risposte che ti ho dato"
Mi pareva di averlo fatto, se riporto i commenti di storici fra i più apprezzati è solo perchè concordano con quel che penso da sempre su Matapan, fin da quando da ragazzo lessi le memorie di Iachino.
Comunque è presto detto: vi erano alcune certezze della presenza di forze nemiche in mare: certamente P-W, certamente una portaerei, certamente la sede di un "comando complesso". Questi erano dati certissimi. Cui non era difficile aggiungere il fatto probabile che gli inglesi nelle loro acque avrebbero fatto uscire la Mediterranean Fleet per inseguire la V.Veneto azzoppata cosa conosciuta dagli inglesi perchè, altro dato certo, i loro aerei ci avevavo attaccato e sorvegliato fino a notte.
In questa situazione "di fatto" (non a posteriori) mandare indietro la I Divisione alla cieca era pressochè un suicidio, a mio parere. O di notte o al più tardi all'alba sarebbe stata attaccata, magari durante la manovra di rimorchio.
A queste conclusioni arrivai, credo diciottenne, leggendo i due o tre libri autoassolutori di Iachino.
Il Pola richiese "assistenza et rimorchio" (e nel libro di Giorgerini c'è scritto) come era suo dovere, in questo modo comunicava di non essere in grado di riprendere a muoversi.
Tornando a Giorgerini il capitolo POLA si chiama: "La folle decisione: la I divisione destinata all'annientamento" e spiega fin nei minimi dettagli tutta l'assurda dinamica dell'episodio, fra l'altro ricordando come nel 1942 in circostanze analoghe due incrociatori, il Bolzano e l'Attendolo, furono rimorchiati da due caccia.
E' poi ricco di molti particolari che condannano l'operato dell'ammiraglio ma uno può non tenerne conto o vederli in altra luce, chissà. Per esempio che Cattaneo tenendo una bassa velocità (altro dato certo e inspiegabile) in realtà pensasse di andare incontro agl inglesi. Lui lo temeva, Iachino no.
Comunque I fatti "certi", quelli che ho enumerato nella prima parte del post a mio avviso sono da soli decisivi.
A me non interessa la condanna, m'interessa però cosa è successo e perchè è successo, in questa ricerca a me par chiaro che Iachino non ha scusanti.
@@mauroperossini4785 siamo d'accordo di non essere d'accordo. Uno la può vedere come vuole, noi abbiamo cercato di spiegare il perchè di alcune scelte. Poi sbagliate o giuste che siano, non mi interessa giudicare. Mi viene il dubbio che tu abbia visto il video perchè sulla bassa velocità tenuta da Cattaneo, ci abbiamo dedicato alcuni passaggi. Trovo abbastanza fuori luogo citare il caso del Bolzano, altre condizioni della nave e soprattuto breve distanza da percorrere, differentemente alla situazione di Matapan. Poi mi pare di averti fornito risposte a profusione nei commenti precedenti, e nel video pure, mi sembra assurdo continuare a riproporle, trovo la cosa stancante alla lunga. Ci vediamo alla prossima discussione sul prossimo video :)
@@Italian_Military_Archives Già, sembra impossibile capirsi, sarà colpa del mezzo, cioè la scrittura anche se la mia tesi mi sembra abbastanza semplice.
Certo che ho sentito tutte le spiegazioni sulla bassa velocità, anche Giorgerini le cita tutte (compreso il basso rumore delle macchine per non essere uditi o la scarsità di nafta) privilegia però la tesi che Cattaneo non avesse nessuna fretta di raggiungere il Pola (a riprova i reiterati messaggi prima di decidersi a invertire la rotta). Vattelappesca, per me questi sono discorsi.
Il Bolzano prova solo che il rimorchio tecnicamente era possibile, non credo neanch'io per centinaia di miglia di mare.
Su una cosa però dovremmo essere d'accordo entrambi: Iachino nel rimandare indietro le navi per qualche motivo riteneva pochissimo probabile di avere gli inglesi alle calcagna, altrimenti sarebbe stato da fucilazione.
Almeno su questo penso possiamo concordare.
Il disaccordo quindi è su come si sia fatto questa errata convinzione: sui piatti della bilancia c'era su uno la perdita del Pola senza aver tentato nulla per salvarlo che lo spingeva all'audacia, sull'altro gli indizi se non addiritura le prove che gli inglesi in mare c'erano.
Lui evidentemente privilegiò la prima questione minimizzando il pericolo della seconda.
Io penso che visto quel che c'era in gioco, cioè la vita di migliaia di marinai, avesse abbastanza elementi per rinunciare, voi invece che a fronte della perdita del Pola fosse ragionevole tentare la sorte, che di questo si trattava visto che eravamo in acque nemiche.
Io (e i pareri dei due storici) non convincono voi, voi non convincete me, niente di male:)
Ricordare sempre l'anno dei fatti e tenere la voce più alta
Veramente ben fatto .
Purtroppo il dibattito sta degenerano.
Tocca così leggere una frase che, per fortuna, aiuta il buonumore come: “Sarebbe stato meglio utilizzare in mare degli aerei siluranti ed anche mas con siluri piuttosto che corazzate!”
A parte il fatto che gli aerosiluranti non sarebbero stati certo usati sulla terra (per il gentile lettore, il termine esatto è aereo da bombardamento, come quello che un megalomane usò durante una battura di caccia in un film di Fantozzi) e che i MAS senza siluri non esistevano durante la Seconda guerra mondiale (i MAS 438-441 erano cacciasommergibili e furono riclassificati, nel 1940, AS 25-28) certi lettori tanto anglo-dipendenti in crisi di astinenza, come nel caso di questo documentario (chiamiamolo col suo nome), ridotti ad italianizzare fog-of-war, si sono mai chiesti eprché i loro beneamati britanni parlano di Fast Coastal Forces? Perché le motosiluranti sono unità costiere deputare ad agire di notte. Una crociera di MAS (con 400 miglia di autonomia) che naviga, sbattendo e scassando ogni volta lo scafo se il mare non è un olio, per giorni e giorni presentandosi, infine, nell’Egeo dicendo: “Signori inglesi, siamo qui, voi dove siete?” muove al riso.
Le motosiluranti, di giorno, sono un bersaglio e basta. A Rizzo andò bene perché (proprio in seguito al continuo pattugliamento dell’Adriatico da parte italiana) le navi da battaglia austro-ungariche erano prive di addestramento in mare (meno di 100 ore di moto, in 3 anni, nel canale di Fasana per la Szent Istvan, alias Santo Stefano, e le sue gemelle). Ho il sospetto che i critici della trasmissione e, più in generale, della Marina, non abbiano mai navigato. Al massimo avranno messo piede su un moscone (pattino per i milanesi e pedalò in Romagna).
Quanto alla polemica sul dislocamento perso od affondato, una guerra sul mare non è una partita di calcio. Quello che conta è il risultato strategico (compromesso nel Mediterraneo, dal maggio 1943, in seguito all’intervento statunitense; non ce la fecero, per lo stesso motivo, la Germania nel 1944 e il Giappone nel 1945, figuriamoci noi!) Durante la Grande Guerra, l’intesa lamentò un'imbarazzante ratio di 4 a 1 a proprio sfavore in termini di perdite di navi da guerra di superficie rispetto agli Imperi centrali. Ciò non toglie che la sconfitta toccò a Vienna e Berlino. Che facciamo? Dichiariamo il 1918 nullo e non valido? Restituiamo Alsazia e Lorena ai tedeschi? Suvvia, non scherziamo.
Non dimentichiamo, inoltre, che più di un’attribuzione alla Germania di successi nel Mediterraneo è risultata poi essere un millantato credito o un’appropriazione indebita. Persino Giorgerini, prima della sua curiosa conversione a U, scrisse sulla penultima dispensa di Storia della Marina, edita da Fabbri, che lo scandalo sollevato da Santoni e Mattesini (quest’ultimo affermò, poi, che il libro era, in realtà, suo, e gli si può credere) con La partecipazione ecc. ecc. e le relative tabelline finali, era perfettamente inutile, data la maggiore libertà d’azione, il migliore addestramento, gli aerei d'attacco ben più numerosi e le armi più efficaci (pensiamo solo ai siluri senza scia) tedeschi.
Il fatto è che senza le corazzate le altre navi non potevano agire in base alla dottrina del tempo comune a tutti i belligeranti. Una conferma? Il convoglio da Alessandria di Mezzo Giugno, tornato indietro perché quella volta il tempo era buono e c’erano molte ore di luce.
“Gli inglesi sapevano già tutto le rotte degli italiani testimoni soccorsi alti ufficiali su nave inglese ammiraglia videro la mappe alle pareti dell ammiraglio”. Qui quel gentile ascoltatore fa confusione. Il comandante Brengola vide nel Quadrato del cacciatorpediniere Jervis un ordine di servizio di Cunningham, il quale incoraggiava le proprie siluranti in vista di un’azione notturna nonostante l’addestramento collettivo delle squadriglie fosse stato sospeso da mesi. Come è stato spiegato durante la trasmissione, l’apprezzamento, errato, inglese, era che un convoglio sarebbe stato inviato dall’Italia a Rodi passando per il Canale di Caso, dove l’avrebbero attaccato le siluranti britanniche.
La Relazione Brengola, però, letta da Trizzino nel 1951, fu da lui citata solo a metà. Manca la seconda parte, dove di dice che, in seguito, fu affisso in quadrato un altro ordine del giorno, dove si diceva che la Royal Navy e la Royal Australian Navy avevano subito, in tutto, un centinaio di perdite (casualties) e che si ordinava il più assoluto riserbo; quanto alle famiglie sarebbero state avvisate.
“Andate a vedere una trasmissione fatta nel 1982 fatta dal grande arrigo petacco sulla rai su matapan dove erano presenti capitani ufficiali ammiragli di quel tragico evento e saprete la verità”
Petacco è stato un ottimo giornalista. Proprio per questo doveva seguire i gusti del pubblico, influenzato, dopo la condanna definitiva di Trizzino in Cassazione, da Santoni e Mattesini, a quel tempo attivissimi. In seguito anche Giorgerini ritenne utile, forse per gli stessi motivi, mettersi nella loro scia, venendo pesantemente criticato, sulla Rivista marittima dei numeri di agosto/settembre 1990 e, di nuovo, nel novembre dello stesso anno, da tre illustri reduci di Matapan in seguito ad alcune affermazioni giudicate gratuite. Giorgerini replicò nel proprio La guerra sul Mare. La Marina tra vittoria e sconfitta (un titolo che ricorda la Palestra dell’ardimento di Alan Ford, col motto “O si vince o si perde”) criticando i propri critici. Un circolo vizioso, insomma, che la trasmissione di Giulio ha cercato di riportare sui binari della storia, e non di polemiche sterili e gratuite.
Infine, la storia in base alla quale “le salve dei nostri cannoni poi erano deficitarie cadendo sempre a cavallo del bersaglio” appartiene a un'altra leggenda, autoassolutoria, inventata da Iachino e di cui si è già parlato a sufficienza, fatti salvi gli spettatori che si stracciano le vesti gridando “Vergogna!” e coloro che sostengono: “Trizzino superato? Non scherziamo, Supermarina ci ha fatto perdere volutamente la seconda guerra mondiale. I conti col passato iniziano da questo tradimento (e con la demassonizzazione del paese, specie con la doppia Aquila avanzante da est…)”. Messaggio francamente incomprensibile nella seconda parte, ma che qualifica, comunque, ad abundantiam, i nemici della Marina Militare
documentario ben fatto.
Un CAPOLAVORO! complimenti
Alberto Angela e Barbero levatevi proprio! Dopo questo documentario possiamo mandare il libro di Trizzino in pensione?
Antonio Trizzino allora,non conoscendo tante verita' future dette la stura al tradimento di molti ufficiali!Peccato scrisse un ottimo libro negli anni cinquanta ma impreciso purtroppo!Onore alla nostra marina!!
Sulla buona fede di trizzino ci sarebbe parecchio da discutere
Mancano molti dettagli riguardanti le scelte fatte dal nemico che chiarirebbero meglio le responsabilità e le inevitabili fatalità del caso
@@marcoiltubo abbiamo volutamente dato risalto alla prospettiva italiana e sottolineato i passaggi fondamentali delle scelte inglesi. Ovvio che si può fare sempre di meglio. Ci auguriamo di aver fornito una narrazione chiara e dettagliata per far capire al meglio la vicenda
@@Italian_Military_Archives se siete militari sapete e avete il dovere di chiarire a chi purtroppo oggi si trova in una condizione di ignoranza rispetto alla guerra che è sempre più presente e fa sempre più morti che ogni esito di ogni conflitto non dipende solo dalle condizioni del momento (e questo lo avete fatto) né dalla volontà o dalla prospettiva di una sola parte altrimenti ci sarebbero sempre due "vincitori" se di vincitore si può parlare. È solo dalla disamina di entrambe le prospettive che si capisce qualcosa perché la verità non esiste e non bastano nemmeno i dati oggettivi perché in guerra spesso conta ciò che non si "vede" piuttosto che quello che si vede. Anche nel video viene fuori che sia noi che loro abbiamo fatto ipotesi poi rivelatisi errate su quello che non si vedeva/sapeva. Se i nostri CT avessero preceduto gli incrociatori probabilmente l'esito non sarebbe stato così pesante. Non voglio difendere il comandante della VV ma se una squadra mette i CT in coda sapendo che il nemico è di fronte si va a cercare grossi guai ... Magari non sarebbe cambiato niente, magari il nemico avrebbe cercato coi fari gli incrociatori senza colpire subito i CT in testa ma così facendo i CT avrebbero a loro volta avuto del tempo per lanciare e sparare e magari fare fumo non appena spostati. Tutte ipotesi ma questo aspetto è stato sicuramente determinante sull'entità del danno. Cosa ci viene detto a riguardo della tattica inglese in quel frangente? Poco ... Loro avevano una maggiore copertura aerea (ma non di notte, non in quel momento). Loro avevano il radar ma come e quanto gli è stato utile ? Nel momento culminante del contatto loro sono stati conservativi, hanno disingaggiato nonostante non avessimo rimasto che due CT riusciti a scampare perché erano più veloci e bravi o perché a cunningham bastava quello nonostante la sproporzione di forza? I feriti sono stati caricati sul Jervis dopo mezz'ora segna che gli inglesi avranno confabulato su come proseguire perché se continui a ingaggiare non perdi tempo a salvare i nemici
@@Italian_Military_Archives comunque leggo con grande preoccupazione alcune gravi accuse nei commenti che biasimo. Ci rendiamo conto che i nostri comandanti hanno dimostrato in varie occasioni il loro valore per cui bisogna valutare con prudenza le scelte che fecero in quei due gg e invece ad anni di distanza c'è gente che chiede la corte marziale. RUclips è uno sfogatoio che va bene per certi aspetti ma rischia di distorcere da una analisi ragionata. Io penso che se la guerra arriverà in Italia queste persone che accusano saranno le prime che si defileranno subito dalle proprie responsabilità
La storia è parte ,della nostra, esistenza.chissa se non abbiamo già vissuto in altre vite!.
Ma lo scopo della missione qual'era? Semplicemente intercettare qualche nave che navigava tra medioriente e grecia?
Sì, lo spieghiamo nella prima parte. Lo scopo era attaccare il traffico alleato. Il dispiego di forze era evidentemente eccessivo, ma certe pressioni politiche imponevano una "dimostrazione di forza"
Onore ai caduti ❤️
Giusto rivalutare i fatti con serenità, tuttavia la condotta dell' Ammiraglio Iachino è sicuramente negligente nel punto in cui ordina alla Divisione Pola di invertire la rotta verso est ( in bocca agli Inglesi...) di notte, senza radar( contro un nemico che lo possedeva...) , ed inabilitata al combattimento notturno ( ....cannoni disarmati e ripiegati), senza la minima idea dei movimenti nemici( venivano verso ovest e fu ,per loro, fu un tiro al piccione....). Il problema è cosa poteva fare Cattaneo? La vedova Cattaneo fu acerrima accusatrice di Iachino, al processo, per ragioni che ho sempre condiviso. Fiducia tradita nell' amico e nel collega superiore in Grado. Iachino ha agito con leggerezza, pur non violando, formalmente, nessuna prescrizione di Super Marina, tranne il buon senso tattico che avrebbe dovuto sconsigliare manovre senza il necessario corredo di informazioni dettagliate,tanto più che si operava di notte e non si conosceva la posizione esatta dei Britannici. Iachino è realmente sceso nel regno delle Ombre, da anziano nel 1971, con 2000 anime sulla coscienza. Mi sembra innegabile.
Ciao Simone, grazie del commento. Tuttavia io ritengo che la condanna sia facile da fare a posteriori. Con il corredo di informazioni che aveva, secondo me non fece una scelta così sbagliata. Tant'è che la prima divisione passo a sud di Pridham Wippel e Mack (che inseguivano il Veneto) mentre poi si trovarono ad incrociare Cunningham solo perché c'era stato l'avvistamento col Radar. Mi sono poi sempre chiesto, immaginiamoci se la prima divisione nom fosse stata inviata.. (forse) saremmo stati anni a polemizzare sull'aver abbandonato una nave all'avversario. Non pretendo di voler convincere nessuno, ma mi preme sottolineare che si è trattato di una vicenda complicata che non si può liquidare con un "è colpa di Iachino"
@@Italian_Military_Archives Carissimo apprezzo il Suo atteggiamento costruttivo ed aperto. Giova ricordare che Iachino venne assolto dalle accuse di omicidio colposo, ma venne estromesso, in pratica per sempre, da comandi importanti. Facile parlare a posteriori ,concordo. Tuttavia ha fondamento in rilievo di uno storico navale come Giorgeri( Bandiera di Guerra- Storia della Regia Marina): cosa avrebbe dovuto dedurre il Comandante dall' ultima nave della fila colpita? Non poteva essere Whilpole, già attardato a Sud da Sansonetti, i calcoli delle rotte e delle distanze lo avrebbero confermato. Chi altri se non Cunningham col grosso inglese? Iachino doveva avere il dubbio,non se lo pose. Ecco per ché è moralmente responsabile. E...anche in po' bugiardo nei suoi libri( Matapan e Declino di una grande Marina). Ok è stata la guerra, un affare brutto e difficile. Onore a tutti i protagonisti. Video eccellente.... complimenti vivissimi.
@@simonecosmi1623 Grazie a te Simone, il dibattito civile è sempre apprezzato. Rispondo brevemente a due punti. Iachino fu sbarcato sì, ma nel 1943. L'avvistamento della formazione con "Comando complesso" era delle 17:45 e Iachino come tutti riteneva che la formazione con navi da battaglia non si sarebbe impegnata di notte (dato quello che sapevano gli italiani)
@@Italian_Military_Archives Carissimo, una domanda. Io non credo alle tesi complottistiche su voci pseudo massoniche e filo inglesi che diffamarono Iachino nel dopo guerra, ma secondo Lei, un campione di scacchi da giovane, un Ammiraglio ingegnere che scriveva memorie di matematica, un cartografo, un Ufficiale di alto profilo come il Nostro,come può essere caduto in un errore , tutto sommato grossolano? Perché la tattica del rischio calcolato ha funzionato con Cunningham ( meno preparato di Iachino, già sulla base delle note in Accademia)lanciato ad ovest e non con Iachino che a ovest poteva e doveva correre con più nodi di velocità a disposizione? Perché? Posso chiedere la sua opinione personale?
Caro @@simonecosmi1623 penso di averti già risposto in gran parte nei commenti precedenti. In quella decisione non vedo alcuna motivazione "oscura". Iachino ritenne che si poteva mandare indietro la divisione senza troppi rischi, non potendo gli inglesi avvistarla con gli aerei (di notte) e dato che essi stavano inseguendo il gruppo Veneto, su altra rotta. Ripeto, Iachino prese (sempre a mio avviso) quella decisione sulla base di queste informazioni. Sempre a mio avviso, tale scelta fu tutto sommato ragionevole (ovviamente non a posteriori)
Ottimo! Matteo ma dove hai reperito la foto del CV de Pisa?....
L'abbiamo recuperata all'idrografico di Genova