Palagano, il “matto” del paese
HTML-код
- Опубликовано: 8 ноя 2024
- “Palagano si chiama il bel paese, patria di geni e di cervelli fini, che s’illustrar con clamorosi fatti e il nome ambito meritar di matti ….”
Ecco un estratto del poemetto “Palaganeide e altre storie” che il parroco Gaetano Nizzi (Tanino) scrisse in versi, tra la fine del ‘800 ed i primi ‘900, per narrare le storie dei personaggi di Palagano.
Il Comune, in provincia di Modena, è definito il “paese dei matti”, tanto che ogni anno ad agosto si celebra la “ festa dei matti”, giunta alla 26° edizione: un’occasione per divertirsi, mangiare, giocare.
In questo paese di montagna i “matti” hanno un loro spazio nella comunità che diventa una sorta di famiglia allargata: i parenti delle persone con disagi psichici si fidano a lasciarli girare da soli per il paese, consapevoli che non può accadergli nulla di male. In particolare, c’è un “matto” che è rimasto nel cuore di tutti: Oreste Gianaroli. Oreste era un personaggio, un vero simbolo locale. Si spostava di casa in casa, offrendo la sua lavorazione della lana, in cambio di un pranzo, di poche spiccioli o di un bagno. Guidava tutte le processioni religiose, odiava le epigrafi, che strappava regolarmente e sommava tante altre stranezze, ma, per la sua vita semplice e serena, era amato da tutti i compaesani. Viveva da solo in una casetta senza luce, con una piccola stufa per scaldarsi, ma non c’era verso di farlo sistemare in un’abitazione più accogliente: lui voleva rimanere lì, era affezionato alla sua quotidianità. Scomparso nel 2007, a circa 80 anni, Oreste da qualche mese è ricordato con un grande murales che campeggia sul muro del cinema-teatro, al centro del paese. E da lì continua a fare compagnia ai palaganesi.
L’immagine è stata disegnata dal Collettivo FX, un gruppo di street artist. L’opera rientra all’interno del loro progetto itinerante “Dietro ogni matto c’è un villaggio”, con il quale hanno voluto raffigurare i personaggi più originali e stravaganti di paesi e città lungo lo stivale. Sul grande muro, l’immagine di Oreste è accompagnata dalla poesia che Silvano Braglia, un professore che spesso lo aiutava, gli ha dedicato.
Contento dell’iniziativa anche il sindaco Fabio Braglia, educatore per disabili: «Ricordiamo Oreste e, con lui, un passato della nostra collettività che vogliamo mantenere sempre vivo. Il murales è un’opera che non è costata nulla all’Amministrazione a livello economico, ma che saprà arricchire il paese».