Infertilità maschile da azoospermia. L’andrologo risponde.

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  • Опубликовано: 4 янв 2021
  • In circa la metà dei casi di infertilità di coppia il fattore maschile rappresenta un possibile co-fattore. Il ruolo dell’andrologo è di investigarne le cause.
    È quindi l’andrologo, il ‘ginecologo dei maschi’, ad individuare il problema, consigliare la terapia medica più adeguata, indirizzare - quando indicato - la coppia alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) e suggerire eventuali interventi chirurgici in ambito andrologico.
    Uno dei problemi più ricorrenti è l’azoospermia: la totale mancanza di spermatozoi nel liquido seminale. “Può dipendere da due cause: un’ostruzione dei dotti oppure una scarsa o nulla produzione di spermatozoi” - spiega il dott. Maurizio Carrino, Direttore UOSD di Andrologia dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli. Nelle azoospermie ostruttive gli spermatozoi non possono percorrere il cammino dal testicolo all’uretra attraverso le vie seminali, anche se si ha formazione di spermatozoi nel testicolo.
    “Nelle forme ostruttive una soluzione molto semplice è l’aspirazione testicolare. Nelle altre casistiche è possibile invece ricorrere a due tecniche. L’intervento noto come ‘TESE’ prevede alcuni prelievi chirurgici di tessuto testicolare mediante un’incisione. Nelle forme più gravi talora non è sufficiente e bisogna procedere con una tecnica microchirurgica detta ‘microTESE’. Come avviene: con il microscopio operatore si ricercano le zone testicolari che appaiono più ricche di spermatozoi. Gli spermatozoi recuperati vengono poi congelati e potranno essere adoperati in un programma di fertilizzazione assistita”.
    Ne parla il dott. Maurizio Carrino, Direttore UOSD di Andrologia all’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli.
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