Ci auguriamo che chi vedrà il video possa criticarlo in maniera costruttiva suggerendo dettagli, particolari, eventualmente foto storiche (se in possesso) perché tutto è utile per approfondire questo aspetto di Pordenone. Grazie
Mi complimento per il lavoro di Joseppe e per la dedizioni di chi ha conservato memorie e conoscenza. Ho scoperto per caso il video che sicuramente consiglierò. Davvero. Complimenti per il lavoro.
Sul finire degli anni '50 abitavo in via Fontanazze, a poche centinaia di metri dal passaggio a livello. Avevo solo 5 anni, ma mi ricordo perfettamente quel binario che puntava a Nord oramai ricoperto dall'erba alta. Grazie a tutti per questo bel lavoro!
@@Gio-it5cv Le vie sono: Via del Bellunello, attraversamento di Viale Grigoletti, pista ciclabile Gallini (o Gallimbeni), attraversamento di Viale Venezia (SINA), affiancamento con Vial d'Aviano, attraversamento con Via della Tesa, attraversamento con Vial d'Aviano, attraversamento di Via Roveredo e arrivo alla caserma Monti (Comina).
@@lucabovolenta9922 Dall'ultimo sopralluogo di un paio di anni fa si intravvede il binario affiorare dall'asfalto, proprio nel tratto interessato dall'attraversamento della Via della Tesa. In quella zona, lungo il sedime ricoperto dall'erba, il binario è stato rimosso almeno 40 anni fa. Buone Feste!
Un video che mi ha permesso di conoscere una ferrovia assolutamente mai sentita prima. Ottimi interventi per le puntualizzazioni e le descrizioni necessarie all'inquadramento storico e tecnico, e molto interessanti anche i ricordi familiari di Massimo Franzin. Bravi e speriamo nella prosecuzione della serie con altri binari da esaminare!!!
Complimenti per le ricerche storiche. Non si potrebbe costruire una tranvia leggera, previa analisi costi benefici (vedi Bergamo Albino, sulla sede dell'ex ferrovia di Valle Seriana, chiusa nel 1967)? Grazie per il video
Purtroppo, appunto per l'analisi costi-benefici, la costruzione di una tramvia simile alla ex Val Seriana o Brembana è veramente dispendiosa. Impegniamoci a valorizzare il più possibile la pedemontana friulana, spingendo per la riapertura definitiva fino a Gemona per il trasporto treno-bici, così facendo forse sarebbe possibile pensare anche a linee afferenti quali la Pordenone-Aviano.
Buongiorno. Aldilà dell'aspetto romantico che la riapertura di una vecchia ferrovia potrebbe significare, le considerazioni oggi sono sicuramente, e totalmente, di carattere economico. Mentre in passato di adattavano risorse e costi alle esigenze di costruzione, oggi l'esigenza è spendere il meno possibile, specie per opere di pubblica utilità. Altra cosa il cancro della corruzione che rappresenta un baratro nel quale cadono tutti, prima o dopo, e che mangia risorse incalcolabili altrimenti destinate al bene di uno Stato. Clemenceau, che se ne intendeva, diceva che non esiste una democrazia senza un minimo di corruzione; in Italia c'è un massimo! Le ferrovie possono essere espressione, dopo le strade, della salute di uno Stato ma difficilmente ne si comprendono i vantaggi. Ecco perché, sebbene il momento pare favorevole, l'uso del treno è ancora una seconda scelta in Italia, sia che si parli di passeggeri che di merci. La costruzione o il ripristino di tratte ferroviarie nuove o dismesse appare oggi sempre meno necessario se non, per quest'ultime, allo solo scopo turistico. Considerato tutto, e grazie anche a Fondazione FS, almeno vengono tutelati frammenti della nostra immensa storia ferroviaria con la rinascita ed il riuso di linee dimenticate ed i conseguenti treni storici. Non è privo di attenzione però un aspetto che può incuriosire e far ben sperare: l'incremento demografico a cui siamo soggetti, e dovuto principalmente alla forte immigrazione. Sempre più gente significa più necessità, più beni, maggiori spazi vivibili e, quindi, maggiori necessità di spostamenti. L'uso del treno, a mio avviso, conoscerà un altro momento di crescita e diffusione, a patto che quasi tutti riescano a lavorare, a pagare le tasse e che, se non si riesce a debellarla, almeno si riduca la corruzione a quel minimo che diceva Clemenceau. Grazie a tutti. Max
Ci auguriamo che chi vedrà il video possa criticarlo in maniera costruttiva suggerendo dettagli, particolari, eventualmente foto storiche (se in possesso) perché tutto è utile per approfondire questo aspetto di Pordenone. Grazie
Mi complimento per il lavoro di Joseppe e per la dedizioni di chi ha conservato memorie e conoscenza.
Ho scoperto per caso il video che sicuramente consiglierò.
Davvero. Complimenti per il lavoro.
Sul finire degli anni '50 abitavo in via Fontanazze, a poche centinaia di metri dal passaggio a livello. Avevo solo 5 anni, ma mi ricordo perfettamente quel binario che puntava a Nord oramai ricoperto dall'erba alta. Grazie a tutti per questo bel lavoro!
Che tratta faceva? cioè nel limite del possibile potresti dirmi le vie?
@@Gio-it5cv Le vie sono: Via del Bellunello, attraversamento di Viale Grigoletti, pista ciclabile Gallini (o Gallimbeni), attraversamento di Viale Venezia (SINA), affiancamento con Vial d'Aviano, attraversamento con Via della Tesa, attraversamento con Vial d'Aviano, attraversamento di Via Roveredo e arrivo alla caserma Monti (Comina).
Salve Alberto, scusi ma, che lei sappia, il binario, è ancora esistente in zona via della Tesa? È solo coperto dal manto erboso?
Grazie mille
@@lucabovolenta9922 Dall'ultimo sopralluogo di un paio di anni fa si intravvede il binario affiorare dall'asfalto, proprio nel tratto interessato dall'attraversamento della Via della Tesa. In quella zona, lungo il sedime ricoperto dall'erba, il binario è stato rimosso almeno 40 anni fa. Buone Feste!
Ottimo lavoro ragazzi! Ho scoperto cose nuove oltre ai miei ricordi sulla zona di Pordenone.
Complimenti per l'analisi della situazione.
Un video che mi ha permesso di conoscere una ferrovia assolutamente mai sentita prima. Ottimi interventi per le puntualizzazioni e le descrizioni necessarie all'inquadramento storico e tecnico, e molto interessanti anche i ricordi familiari di Massimo Franzin.
Bravi e speriamo nella prosecuzione della serie con altri binari da esaminare!!!
Complimenti: ignoravo del tutto questa ferrovia. Chapeau 👏👏👏
Complimenti a Gary che ha fatto un ottimo lavoro.
Complimenti per le ricerche storiche. Non si potrebbe costruire una tranvia leggera, previa analisi costi benefici (vedi Bergamo Albino, sulla sede dell'ex ferrovia di Valle Seriana, chiusa nel 1967)? Grazie per il video
Purtroppo, appunto per l'analisi costi-benefici, la costruzione di una tramvia simile alla ex Val Seriana o Brembana è veramente dispendiosa.
Impegniamoci a valorizzare il più possibile la pedemontana friulana, spingendo per la riapertura definitiva fino a Gemona per il trasporto treno-bici, così facendo forse sarebbe possibile pensare anche a linee afferenti quali la Pordenone-Aviano.
Buongiorno. Aldilà dell'aspetto romantico che la riapertura di una vecchia ferrovia potrebbe significare, le considerazioni oggi sono sicuramente, e totalmente, di carattere economico. Mentre in passato di adattavano risorse e costi alle esigenze di costruzione, oggi l'esigenza è spendere il meno possibile, specie per opere di pubblica utilità. Altra cosa il cancro della corruzione che rappresenta un baratro nel quale cadono tutti, prima o dopo, e che mangia risorse incalcolabili altrimenti destinate al bene di uno Stato. Clemenceau, che se ne intendeva, diceva che non esiste una democrazia senza un minimo di corruzione; in Italia c'è un massimo! Le ferrovie possono essere espressione, dopo le strade, della salute di uno Stato ma difficilmente ne si comprendono i vantaggi. Ecco perché, sebbene il momento pare favorevole, l'uso del treno è ancora una seconda scelta in Italia, sia che si parli di passeggeri che di merci. La costruzione o il ripristino di tratte ferroviarie nuove o dismesse appare oggi sempre meno necessario se non, per quest'ultime, allo solo scopo turistico. Considerato tutto, e grazie anche a Fondazione FS, almeno vengono tutelati frammenti della nostra immensa storia ferroviaria con la rinascita ed il riuso di linee dimenticate ed i conseguenti treni storici. Non è privo di attenzione però un aspetto che può incuriosire e far ben sperare: l'incremento demografico a cui siamo soggetti, e dovuto principalmente alla forte immigrazione. Sempre più gente significa più necessità, più beni, maggiori spazi vivibili e, quindi, maggiori necessità di spostamenti. L'uso del treno, a mio avviso, conoscerà un altro momento di crescita e diffusione, a patto che quasi tutti riescano a lavorare, a pagare le tasse e che, se non si riesce a debellarla, almeno si riduca la corruzione a quel minimo che diceva Clemenceau.
Grazie a tutti.
Max
Per la Spoleto Norcia, nel 1968 ci furono moltissime proteste, *purtroppo vane*...