Perchè il quoziente intellettivo dell'Italia, fatto 100 i Nordici, è di 97 punti in media. E Nel Sud Italia 94, dove ci sono la maggior parte degli analfabeti. Il resto è noia.
Mi è capitato varie volte di "dibattere" sotto i commenti di Reel su Instagram con varie persone con cui mi trovavo in disaccordo. Trovo SPAVENTOSO quanto le persone non capiscano quello che leggono e sentono, e persino quando ho portato prove logiche che dimostrano vera la mia tesi le persone non riescono a comprendere di trovarsi davanti ad una prova. Presunzione totale di avere ragione e incapacità di distinguere un'opinione da un dato oggettivo
io sta cosa la rilevo da talmente tanto tempo che ho perso la speranza, anche se in realtà per deformazione mia personale sono alla continua ricerca di strumenti retorici che possano essere efficaci in questo discorso
La scuola è un disastro, l’università non è in grado di compensare, i programmi televisivi sono un disastro, la qualità dei libri è sempre più bassa, il livello dei documentari è sempre più basso, internet cavalca l’onda invece di opporsi. Ogni input in Italia spinge a far calare le capacità mentali. Domanda: che speranze ha l’italiano medio di migliorare?
L'università peggiora rispetto alla scuola! Che i programmi televisivi abbiano più presa è colpa singola delle persone, e internet può essere peggio della TV dando l'illusione di una fruizione non passiva! Rispondo alla domanda: nessuna.
@@AdMaioraVertite e poi acqua mutata in sangue, rane, zanzare, mosche velenose, mortalità del bestiame, ulcerazioni, grandine, locuste, tenebre, morte dei primogeniti E non è tutto La vita è una merda e poi muori
Secondo me il problema è culturale a livello fondamentale, io sono di origine albanese eppure parlo e conosco l'italiano molto meglio di moltissimi italiani, addirittura alle superiori davo ripetizioni di lettere a mie compagne di classe italianissime e di buona famiglia. Il sistema scolastico si ha delle grosse lacune ma è inutile nascondersi dietro ad un dito, anche le persone sono responsabili, in primo luogo delle condizioni del suddetto sistema scolastico, in secondo luogo manca qualsiasi desiderio nella persona comune di elevarsi intellettualmente, guardate ad esempio le pagine più seguite sui social network, "ignoranza" è una parola chiave molto diffusa perché è un valore celebrato dalla gente, gli italiani non sono solo vittime ma anche carnefici di sé stessi. Inoltre un fattore che secondo me nessuno considera è il fatto che non ci sia mai stata una Norimberga italiana che costringesse alla critica personale e alla riflessione il popolo italiano, un popolo una volta grandioso e avanguardia, oggi decadente e incapace di ribellarsi e di raggiungere il livello di questi grandi di cui al popolino piace vantarsi.
Buongiorno! Penso che tu abbia messo in luce un tema fondamentale. Qui in Italia(certamente al Sud, dove vivo, ma credo che al Nord sia lo stesso) essere colti non ha nessuna attrattiva. Il nostro paese è così asfittico, ottuso, vecchio, stagnante e sclerotizzato in caste che, per migliorare la propria condizione sociale e professionale, è reputato più importante, probabilmente a ragione, 1)avere la famiglia o gli agganci giusti, 2)buttarsi in politica o nel mondo dello spettacolo 3) avere titoli universitari altisonanti( magari affatto corrispondenti ad effettive competenze e capacità) . Se le cose stanno così, è chiaro che le persone sono completamente disincentivate a fare lo sforzo di imparare qualcosa ed esercitare il pensiero critico.
@@teresa5631 Ok ma qui non c'entra il parlare e conoscere l'italiano, non parliamo di analfabetismo ma di analfabetismo funzionale, è diverso. Poi non so se in Albania il numero di analfabeti funzionali sia basso.
In italia l ISTAT ha rilevato che vi sono piu di 5.000.000 di individui classificati nella fascia della povertà. Questa e unaltra concausa : la povertà, l'esclusione dal contesto, la solitudine sociale, porta le persone a petdere stimoli vitali di innovazione e crescita . Terreno ideale per i Media per influenzare facilmente le Opinioni .
Peccato che non siamo i poveri il problema ma studenti universitari o Erasmus col cervello più piccolo di un canarino, gente che vota una che è andata in un paese estero a manganellare altri solo per il fatto che non la pensavano come lei, da anni nella scuola superiore e universitaria è in atto un meccanismo volto a privare le persone della più umana delle capacità, quella di ragionare...
In un paese dove vanno fortissimi i reality show e i salottini televisivi non potevo aspettarmi diversamente. Già da un pezzo ero dell'idea che questo paese fosse spacciato
Ma basta con sta cazzata de "La Mediaset la Mediaset" Non fate i boomer pure qui dai 😅 I reality show e salottini sono diffusissimi in tanti altri Paesi, tutti i Paesi anglosassoni, e non solo. Hanno reality show ben peggiori dei nostri dato che praticamente tutto quello che arriva qua, inclusa tutta la monnezza Netflix viene dall' estero Ridurre tutta la responsabilità a Berlusconi è una visione estremamente miope, dato che una grossa fetta di analfabeti funzionali sono i progressisti tendenzialmente di sinistra estremamente ideologizzati e ottusi Ha decisamente piú senso scegliere come variabili esplicative di peso 1) la scarsa cultura, soprattutto al Sud, unita alla ridotta propensione ad acculturarsi, informarsi e arricchirsi come persone (attenzione: non ho detto dei meridionali in toto, ho detto al Sud, inteso come ambiente e mentalità) mi spiace per chi si irriterà ma è così 2) un sistema scolatistico estremamente antiquato, nozionistico e con insegnanti decisamente poco competenti e motivati e molto di parte che le poche volte che parlano di attualità lo fanno in maniera propagandistica 3) la grossa tendenza dell'italiano medio a essere un super cafone che idolatra personaggi cafoni che lo rendono ancora più ottuso e ignorante, solo in un Paese di cafoni analfabeti si può idolatrare come una Dea un personaggio come la Ferragni, che in un qualsiasi Paese del Nord Europa verrebbe ridicolizzata e ignorata
Da molti commenti che leggo qui i cui commentatori hanno tutti il "motivo" in tasca dell'analfabetismo funzionale denota solamente quanto questo sia radicato. Il fenomeno è multifattoriale, esula dal titolo di studio, dalla classe sociale e dalla qualità della scuola frequentata.
Veda più su il mio commento se la soddisfa, differendo dal comune pensare. Io ho la verità in tasca, perché non ho nessun problema a dire che mi serva solo per vincere. La saluto cordialmente
Sono un docente di lettere alle scuole secondarie. Ce la metto tutta per parlare di attualità in classe e insegnare ai miei ragazzi a ragionare, ma non è facile quando nel Paese regna l'idea per cui la scuola serva solo a sfornare lavoratori subalterni, meglio se in versione automi silenziosi. Una volta la scuola serviva proprio a imparare a stare al mondo, a pensare con la propria testa. Poi oggi con i tablet su ogni banco è ancora peggio.
È di fatto così, fanno bene a non darti retta. La scuola non insegna il pensiero critico invece, essendo un agglomerato di femminismo e gente di sinistra
Lavoro da 15 anni nel settore informatico, per grosse multinazionali. Vedo ricercatori scientifici dei campi più disparati (biochimica, linguistica, eccetera) entrare nell'informatica semplicemente perché paga decentemente. E sono bravi, ma per meriti personali (infatti, NON hanno studi informatici). Certamente sarebbero ancora più bravi nel loro settore, ma si guadagna di meno. All'opposto, vedo orde di laureati in informatica che non riescono a guardare oltre al proprio naso. Li metti di fronte ad un lavoro concreto e si sciolgono come neve al sole. L'università li prepara solo ad essere presuntuosi ("io ho studiato"). Infine, vedo orde di idraulici, muratori, ma perfino colf e badanti, che guadagnano più di un informatico appena assunto (e talvolta anche più di me, che ho 15 anni di esperienza nel ruolo). Per non parlare di chi semplicemente possiede una casa da affittare a Milano, dove vivo. Quindi confermo: la scuola (purtroppo) serve solo a sfornare lavoratori subalterni. Un po' per colpa della scuola stessa, troppo astratta e teorica. Un po' per colpa del nostro sistema economico, che premia un tassista più di un dottore.
Non voglio dire che sia LA causa ma, secondo me, un fattore molto influente è un sistema scolastico concepito male: non fornisce una adeguata motivazione per l'impegno in uno studio che, nei suoi contenuti, rimane troppo disancorato dai problemi che quotidianamente bisogna affrontare.
la scuola dovrebbe concentrarsi più sullo sviluppo delle qualità della persone che sull’apprendere a memoria nozioni inutili. Superato questo percorso poi si inizia a specializzarsi per il futuro
@ansharltc Sono d'accordo ma voglio andare ancora più in profondità sebbene mi renda conto che il compito è molto arduo. La scuola dovrebbe portare gli studenti a DESIDERARE di essere delle persone "di qualità". La difficoltà sta tutta nel realizzare una politica di gestione dei sentimenti che lasci un'impronta per tutta la vita. Purtroppo, in questo senso, bisogna tenere anche conto del fatto che ognuno di noi è diverso per cui una prima direzione in cui muoversi potrebbe essere quella di concepire classi con pochi studenti: un professore per 5 studenti al massimo, per dire.
Nessuno pensa che sia voluto? Nessuno pensa che chi governa vuole una popolazione ACRITICA? Non vedo un solo partito che ci voglia mettere mano(se non per tagliare e peggiorare ancor di più la situazione). Anche qui "nessuna correlazione"?
Io non ho potuto studiare in Ateneo, la mia famiglia non poteva permettersi i libri costosi! Ma sono fiera di me stessa...ho studiato da sola e in famiglia mi fanno passare per quella che risponde perfettamente e storicamente alle domande! Ragazzi studiate ...la cultura ci eleva!❤
Un motivo temo sia la scuola. Sono un docente di liceo (insegno matematica e fisica), e di insufficienze in italiano non se ne vedono praticamente mai: vedo dare il 6ino anche a ragazzi che hanno difficoltà a scrivere in corsivo o, addirittura, le doppie. Com'è possibile che tutti raggiungano la sufficienza in "lingua e letteratura italiana" se poi quando vanno a leggere un problema di fisica non sanno distinguere dati noti da quelli non noti?
Porca vacca...ma quando è successo l'armageddon che al liceo avete 27 ORE SETTIMANALIIIIIHHHHHHHH!?!... Io insegno alla primaria...con laurea in lingue...ma ho fatto un LICEO SPERIMENTALE MAXI BROCCA con 36h SETTIMANALIIIHHHH.....E TTE CREDO CHE SIETE IN CRISI...da 2 anni classi quarte e quinte siamo a 29 ore a settimana, con specialista che viene a fare 2 ore di Edu.fisica😮😮😮 più 9re che al liceoooooohhhhhh😢
Avevo sentito che lo stato promuove (leggi: finanzia) le scuole con la maggiore percentuale di promozioni. Se questo è vero (francamente non ho mai approfondito in questo senso) è presto detto perché molte scuole siano solo dei "diplomifici". Tanto poi una volta fuori 'ste "capre" diventano un problema altrui...
La risposta parte dalla famiglia. Professori severi come una volta portano parecchi figli a ricevere insufficienze ed il genitore medio di oggi richiama il professore per dirgliene 4 con frasi tipo: lei sta rovinando il futuro di mio figlio. Se viene bocciato rimarrà indietro rispetto ai suoi coetanei. Se gli mette ancora l'insufficienza, la denuncio
L'esperienza che ho avuto con i miei figli è che la scuola li ha letteralmente vaccinati contro la lettura, proponendo testi di elevato valore morale, di sicura testimonianza dei tempi, di una noia da poterli somministrare in alternativa alla morfina. Io ricordo letture emozionanti, che alimentavano i miei interessi, anche perché quando ero giovane vivevamo di interessi e di cose da fare, di qualunque tipo, dall'arte alla scienza, dalla tecnologia alla scoperta tramite i viaggi. E per ogni interesse non si poteva fare a meno che leggere, era li la fonte del sapere. Oggi mi sembra che le attività finiscano con il periodo del gioco, che non transita più all'età giovanile e adulta, siamo solo spettatori di cose fatte al sicuro da persone che sanno quello che fanno, e da non ripetersi in casa, attraverso prodotti e servizi pronti all'uso. Da pionieri a turisti, e da turisti a salme.
Credo sia una inevitabile deriva della ricerca della sicurezza a tutti i costi per i nostri figli, da una parte, e la ricerca di prodotti e servizi idiot prof dall'altra
Mi personalissima opinione. La scuola, fin dalle elementari, ha smesso non solo di far leggere LIBRI agli scolari, ma anche di FAR SCRIVERE gli scolari: temi, temi e temi. Imparare a scrivere è un sforzo notevole che spinge la persona a sviluppare un pensiero logico, critico, a formulare un linguaggio sensato, anche elegante ecc. E costringe pure a informarsi per poter poi scrivere cose sensate. Ci si sta riducendo all'insegnamento di qualche regola grammaticale, piccoli pensieri conditi da EMOTICON, test A CROCETTE... mi fermo qui.
Non penso sia vero, io ho finito le elementari 10/11 anni fa non sono proprio un matusa e i temi di Italiano sono sempre esistiti e sempre esisteranno, le emoticon etc vengono usate solo in una tipologia particolare di tema, quella che simula mail-lettere e discussioni informali ma del resto si fanno testi argomentativi, descrittivi, racconti di storie e compagnia cantante. Le scuole credo prendano ancora libri dalle biblioteche e diano da leggere come compito per le vacanze
@@federico1248anch'io verso quegli anni ma siamo sicuri che le cose non siano cambiate negli ultimissimi anni? Io purtroppo non ho figli piccoli quindi non posso sapere la risposta
Purtroppo le cause sono molteplici. Da un lato la scuola non invoglia ad approfondire, a scoprire, ad indagare, ma troppo spesso appiattisce a mera ripetizione a pappagallo - gia` quando andavo al liceo io (ed avendo 54 anni un po' di acqua sotto i ponti ne e` passata) ero considerato "strano" perche` andavo ad approfondire, perche` se un monologo di Shakespeare mi prendeva mi leggevo l'intero Macbeth in lingua originale, anche se non era minimamente richiesto. Dall'altro lato c'e` una fruizione sempre piu` acritica e massiva di contenuti propinati dai social, il cui spessore e` paragonabile (con grandissimo ottimismo) ad una carta velina, e in cui i modelli che vengono celebrati e proposti alle generazioni piu` giovani sono quelli di "non faccio nulla, tutto mi e` dovuto, mi drogo e faccio la bella vita". In Italia soffriamo anche di una quasi "demonizzazione" di tutto quello che e` matematico - capisco che non tutti nella vita quotidiana risolviamo equazioni differenziali alle derivate parziali, ma seriamente conosco gente che deve contare sulle dita per fare 13+8... per non parlare dell'inglese, che nel 99% dei casi non arriva nemmeno a chiedere l'indicazione per il bar piu` vicino...
A proposito di approfondire ... Una volta i libri scolastici erano molto descrittivi e prolissi. Quelli di oggi sono molto sintetici e molto spesso non danno spazio a dei dubbi, soprattutto quelli di storia.
@@Mikkieh Per mia personale esperienza , i libri scolastici più sono vecchi e meglio sono fatti. Poi come siano attualmente i testi scolastici , non ne ho idea.
La maggior parte degli analfabeti funzionali stanno nelle fasce di età più alte tra quelle indagate, perciò secondo me non è da ricercare nelle scuole la principale causa di questo risultato
Sono un docente di scienze nelle scuole superiori e lavoro in Umbria. Nell'attribuire l'aumento degli analfabeti funzionali alla didattica moderna mi trovo un po' perplesso. Ricordo che quando andavo a scuola io il sistema di insegnamento era anche più vecchio di quelli che vedo attuati oggi, comprensibilmente. Non si organizzavano quasi mai veri e propri dibattiti e non c'erano classi rovesciate o altre metodologie che ci sono oggi. Eppure io e i miei ex compagni di classe siamo diventati delle persone capaci di un discreto pensiero critico. Credo che la causa di questa incapacità di ragionamento non risieda nell'assenza di dibattito, quanto nella superficialità dello studio e nel fatto che non leggiamo più. Se hai conoscenze troppo scarse cosa vuoi elaborare?
Non sono docente, ma concordo pienamente. Io do la colpa ai genitori. Quanti figli vedono i genitori con un libro in mano? Oggi mi capita di entrare in casa di gente che conosco e non trovare neanche un libro sugli scaffali, oppure letteratura scolastica, rimasuglio polveroso dei tempi della scuola.
Io ho 55 anni. La scuola mi motivava? NO. Era ancorata alla realtà? NO. Era nozionistica SÌ. Eppure in tanti ci siamo laureati, e parlo di un paese del profondo Sud... Dire che la responsabilità dell'analfabetismo funzionale del giorno d'oggi è della scuola non mi sembra corretto.
Stai riferendo il problema a te stesso e a qualche persona che conosci. Non hai capito che il discorso è su scala mondiale. Non hai capito nulla, sei un analfabeta funzionale.
Io vedo due problemi oltre il discorso del nozionismo scolastico. Il primo problema è una fortissima mancanza di curiosità e di voglia di cultura (arte, musica ma anche cinema). Il secondo problema è la voglia di “non perdere tempo”. Pensiamo, ad esempio, che su molti quotidiani prima di iniziare l’articolo c’è scritta la durata di lettura….
@@remoalivernini2693 sono pienamente d'accordo sul cinema. Ad oggi un film in italia ha successo se rispetta i canoni dell'italiano medio ovvero, più vicino alla realtà media delle persone. Vedi ad esempio i vari "benvenuto al sud/nord/presidente". Ma potrei fare 1000 altri esempi come cettolaqualunque, etc. Film che fanno riflettere e sono molto azzeccati anche per un intellettuale ma la cosa finisce lì. Non c'è nulla di concreto e di costruttivo ma solo per evidenziare problemi ovvi che tutti conosciamo e siamo pronti a puntare il dito sul politico in carica
Secondo me è anche la famiglia: è chiaro che i figli si sentono vessati dalla scuola quando a casa i genitori gli dicono che gli insegnanti che fanno qualche osservazione su di loro hanno sempre torto. Non si può sperare che sia la scuola a creare la motivazione. La scuola deve insegnare anche cose noiose. Ma se a casa i genitori non ci insegnano che dobbiamo fare anche le cose noiose non si va da nessuna parte.
Eppure le cose noioso le fanno i bambini italiani. L'Italia è il primo paese per ore di compiti fatti a casa in Europa, ma rimaniamo tra gli ultimi per competenze e obiettivi.
Non ci può essere pensiero critico, se si conoscono sì e no cinquanta parole, dieci fatti storici, tre o quattro formule matematiche. Il ragionamento emerge dall'interazione tra nozioni o comunque non può poggiare sul nulla. A scuola tutti abbiamo affrontato lo studio della trigonometria, della divina commedia e della genetica mendeliana, ma quanti di noi, a distanza anche solo di qualche giorno si ricordava qualcosa. Gli insegnanti si preoccupano di spuntare tutte le voci da una lista puntata, senza preoccuparsi affatto della permanenza delle conoscenze, crediamo che il problema sia la troppa teoria, ma io ritengo che sia invece di matrice gnoseologica, di come pensiamo la conoscenza: proprio distinguendo la teoria dalla pratica, che è invece l'altra faccia di una stessa medaglia. La soluzione quindi non sta di certo nel cercare di “instillare il pensiero critico” nella testa dei futuri cittadini, che rimane sicuramente uno degli obbiettivi da raggiungere, ma da raggiungere con altri mezzi.
Ma poi le nozioni servono. Anche se si trattasse solo di imparare a memoria i primi cento nomi e numeri dell'elenco telefonico, sarebbe comunque un esercizio. A maggior ragione, se si imparano nozioni tra loro collegate, si ha il materiale perché il pensiero critico le colleghi. Il pensiero critico senza le nozioni è come costruire una casa senza mattoni, cemento o altro materiale da costruzione.
Dal mio punto di vista c'è qualcosa che non torna quando si collega Analfabetismo Funzionale e Complottismo per molti motivi. Iniziando dal fatto che nel Complottismo c'è roba che spazia dal Terrapiattismo al Nov@c$ alla medaglia d'oro olimpica di pugilato femminile algerina: lo spirito critico mi dice di distinguere tra una nozione che da secoli è stata dimostrato essere erronea (la Terra piatta) a cose che i giornali ci danno per oro colato, ma che basta aspettare qualche mese o i canonici decenni per i vari segreti militari, per sapere qual era la verità e che si aveva ragione dall'inizio. Non mi addentrerò in esempi, per non divagare, ma ci tengo a dire che i primi che danno del complottista a chi non crede alla prima versione ufficiale, sono gli stessi che non cambiano idea (scusarsi mai) quando una notizia "vera" viene sbugiardata ufficialmente. Sono portato a non leggere più i giornali per partito preso, perché troppe volte ho letto notizie, che sapevo di prima mano, riportate in maniera faziosa e sì, leggo quasi sempre solo i titoli perché tante volte sono solo clicbait, tante volte è fuffa e perdita di tempo, errori/orrori ortografici, notizie a metà, non confermate e/o faziose, proclami politici a mezzo stampa. Dopo che "sai" che c'è un'Agenda e che la Stampa è il mezzo con cui le elite mondiali vogliono costringerci a cambiare comportamenti e limitare le nostre libertà.. beh, non puoi dimenticarlo così facilmente. Anche qui gli esempi si sprecano: basti pensare all'alone di cospirazionismo che c'è col Bilderberg o il WEF e chi invitano, cioè molti giornalisti che poi sono i più ferventi fautori delle varie direttive. Generalmente guardo una notizia su qualche canale social un po' affidabile (ovviamente non Open, Fanpage) e puoi faccio la media con quello che dicono i "professionisti dell'informazione".
Io vorrei aggiungere una cosa. A parte il sistema scolastico che è fallimentare sotto tanti aspetti, viviamo in un paese in cui per campare decentemente bisogna ammazzarsi di lavoro. Abbiamo stipendi bassissimi e questo non viene neanche moderato dalle istituzioni. In Italia buona parte di noi non vive , sopravvive. In un contesto del genere, in cui il tempo libero e la possibilità di svago sono utopie, dove si trova l’energia mentale per impegnarsi veramente nella lettura?
Esattamente quello che dico da anni ma che non viene mai preso in considerazione. Il tempo e l'energia per viverlo sta alla base, ci si distrae verso altri argomenti quando il fulcro del discorso in generale è proprio il tempo.
Dipende dai punti di vista, per me il mondo è pieno di ignoranti che non sanno innestare un castagno ne mungere una pecora, invece al paese mio è pieno di gente che manco sa cosa vuol dire problem solving però sa aggiustare tutto, dalla casa al trattore.
In Italia ci troviamo ad avere un sistema scolastico che punta sul memorizzare informazioni e il ripeterle a pappagallo, non si dialoga più perché i professori trattano gli alunni come degli stupidi e quando scoprono che non è come pensano nella maggior parte dei casi invece di stimolarli e continuare il discorso chiudono la porta o addirittura se scoprono che lo studente ha ragione su un argomento e sono loro in torto si sentono offesi... Se a questa chiusura da parte della scuola aggiungiamo il fatto che la popolazione invecchia e resta fossilizzata nei suoi ideali viene a mancare la possibilità di discutere e ragionare anche fuori dalle scuole... Per quanto riguarda la lettura invece non so proprio cosa dire, personalmente amo leggere ma mi sono accorto che se leggi in pubblico molte persone ti guardano come fossi un alieno, nelle scuole chi ama leggere è spesso deriso dai compagni che tendono ad isolarti perché magari invece di guardare la partita hai letto e quindi non hai nulla di cui parlare durante l'intervallo ed etichettarti come "sfigato" o secchione e anche questo alla lunga potrebbe portare ad abbandonare la lettura in favore di altri passatempi che permettono di integrarsi meglio... Personalmente preferisco stare isolato con un buon libro ed i miei pensieri che stare in mezzo a gente che ha un vocabolario limitato a "oh, frà e zio"...
Vivo in Danimarca da 30 anni con periodi vissuti su 3 continenti... Assicuro tutti gli italioti che sono comunque in ottima compagnia perché è esattamente la stessa situazione ovunque voi andiate. Semmai può cambiare la metrica di valutazione ma vi assicuro che anglosassoni, scandinavi, mediorientali ed africani hanno tutti lo stesso livello di comprensione... Cioè si fermano al titolo.
Concordo, ho lavorato 35 anni in una multinazionale e ho avuto a che fare con molti colleghi stranieri e, a parte alcune eccezioni, di persone "culturalmente" preparate non è che ne abbia trovate poj così tante (soprattutto tra quelle di oltreoceano), poi chiaramente il mio caso non fa media, ma quando leggo certe statistiche bhe qualche dubbio alla fine mj viene.
Quanto accaduto a inizio 2020 e le follie assurde durate per oltre due anni sono l'esempio lampante del livello di analfabetismo funzionale molto diffuso anche tra i laureati.
Partiamo dal presupposto che, se dividessimo l'Italia in due e considerassimo solo la parte alta, le percentuali cambierebbero drasticamente...ma oltre a questo il problema di fondo ritengo sia la mancanza di intelligenta emotiva di base, una skill molto importante che permette, sia comprendere testi profondi, sia interfacciarsi con gli altri
@@rickyblueyes90 Che cosa si intende per intelligenza emotiva e come si misura? La maggioranza delle dottrine psicometriche concorda sul fatto che non esista
Non penso che sia l'intelligenza emotiva il problema. Intesa come capacità cognitiva credo sia distribuita secondo una distribuzione normale in tutte le popolazioni e forse quelli del nord neanche eccellono in questo (ha presente Nord Europei?). Conosco per esperienza diretta autistici con bassa intelligenza emotiva, ma con capacità cognitive eccezionali. Io credo che un ruolo importante lo giochino gli stimoli ricevuti. Se abiti in una zona rurale (nord o sud fa differenza solo in quanto al sud ci sono più situazioni di questo tipo) riceverai: un'educazione tradizionalista (intenzionalmente non ho usato il termine "tradizionale"), pochi stimoli, un'istruzione peggiore che in città, minori opportunità, minori possibilità/necessità di viaggiare e imparare una lingua. L'ingegno si eredita, ma si affina anche con la necessità. L'Italia è poi specializzata nello sprecare i talenti.
@@marcobeardo985 Al di là di tutto, l'intelligenza emotiva è stata depennata da un pezzo da quasi tutte le dottrine psicometriche, non è definibile e pertanto si propende con la conclusione della non esistenza.
Non parlare dei cervelli in fuga, in questo discorso, non considerare la catastrofica incapacità del sistema italiano di retribuire adeguatamente i cittadini più altamente istruiti e specializzati, mi pare una pecca imperdonabile. Ovvero: la conclusione del video, che di base incolpa il nostro sistema scolastico per i dati riscontrati, parrebbe smentita COMPLETAMENTE dal successo dei laureati italiani fuori dai confini nazionali. (*) Secondo me è giusto parlare di sistemi di apprendimento più attivi per gli studenti di scuole elementari e medie, perchè sicuramente questi aiuterebbero a formare persone più abili nel pensiero critico. Ma credo anche che il problema evidenziato dai dati sia MOLTO più legato alla situazione socio-economica del nostro paese, di quanto non sia direttamente una conseguenza dei metodi d'insegnamento delle nostre scuole dell'obbligo. Grazie dei video! (*) Va' da se' poi, che la fuga dei cervelli abbassa direttamente il numero stesso delle persone dotate dei più alti livelli di comprensione del testo, che abbiano completato il corso di studi fino alla laurea, e che siano attualmente presenti sul territorio nazionale.
Mah, io ho fatto tutte le scuole in Italia. Diplomato allo scientifico agli inizi del 2000. Didattica tradizionale molto incentrata sulla nozionistica. E mi ritengo un gran privilegiato! Durante i miei anni di università all'estero mi rendevo conto che la mia preparazione culturale era molto più vasta di quella dei miei compagni di corso provenienti da altri paesi. Gli unici studenti con i quali potessi realmente confrontarmi erani quelli provenienti da Cina, India ed ex blocco sovietico. Il resto era composto da stuedenti poco consapevoli di sè stessi e del mondo nel quale vivevano. L'unica cosa che mi manca é il fatto di aver avuto poca matematica. Benchè frequentassi uno scientifico, avevo 3h di matematica/settimana contro 5 di latino. Ma non si puo avere tutto...
No Marco, la scuola sarà anche imperfetta, ma bene o male si è svecchiata. E ti assicuro che lo spirito critico viene invogliato sotto diversi punti di vista. L'indolenza degli studenti va cercata soprattutto a livello famigliare e sociale, dove i condizionamenti maturano e agiscono in modo molto piu incisivo. Hai voglia poi a fare il funambolo per stimolare l'interesse dei ragazzi, chiusi nei loro pregiudizi e in una prematura disillusione..!
Un grande problema che c’è in Italia è la disinformazione a cui sono esposti gli italiani a scuola . In Italia tutti ripetono in continuazione che è uno dei migliori paesi del mondo evidenziando le cose positive quando in realtà non è neanche vicino alla realtà ma molti si sentono completi sapendo che non c’è di meglio e non hanno la curiosità di sapere cosa c’è fuori dall’Italia
Da professore universitario dico che il livello di troppi studenti che arrivano dal liceo è molto basso. Inoltre le cose sono drammaticamente peggiorate in conseguenza dei prolungati periodi di DAD durante la pandemia
Col dovuto rispetto e senza inficiare il suo lavoro ma commentando solo un trend scolastico: la laurea oggi ha perso valore anche perchè i professori universitari non si prendono più il dovere, e le responsabilità annesse, di bocciare anche in toto chi non ha un livello sufficiente. Questo accade in ogni facoltà, da medicina che si ritrova studenti che faticano a risolvere un'equazione chimica di base relativa al contesto farmacologico, fino ad arrivare al lato umanistico dell'università che è diventato un insieme eterogeneo di competenze spesso non collegate tra loro. L'Università de facto sta accettando e quasi promuovendo il peggioramento del livello dei suoi studenti. I test d'ingresso spesso valutano solo capacità mnemoniche e di ritenzione dell'informazione, non la preparazione fattuale di uno studente; e spesso sono anche molto "permissivi" per esempio ho visto domande del livello "dove è situato il cuore" (manco il muscolo cardiaco, troppo complicato si vede) le cui risposte erano "torace, braccio, testa, addome", non dico la facoltà per ovvi motivi; se questo è lo screening il livello si adegua. poi ben inteso la mia è solo un'analisi del trend e non del suo operato o della sua categoria professionale in toto
@@mattiaciampi2165 Carissimo, lei ha ragione ma ormai bocciare tutti quelli che se lo meritano sarebbe come la lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, purtroppo. Bisogna allargare sempre più le maglie della rete visto il livello disastroso di tanti che entrano.
Le posso chiedere da quanti anni insegna? Giusto per capire quanto abbia potuto osservare questo trend nel corso degli anni o se è riferito a una sua percezione personale(se ha iniziato da poco come docente intendo)
in realtà l'ho vissuta e la vivo tutt'ora da studente la realtà di cui parlo, andando per la seconda laurea magistrale. Consultare esiti e prove d'ammissione è pubblico come lo è assistere agli esami, e io stesso sono stato promosso a fronte di una preparazione/esposizione parziale, questo lassismo l'ho provato sulla mia pelle e da lì poi la consapevolezza di portarmi dietro lacune che dovrò colmare. Dico questo perchè purtroppo ad oggi, ed è fattuale, l'università è diventata un parcheggio post diploma, e lo dico da studente ben inteso. È oggettivo che tempo addietro le università era molto più selettive con standard più alti, difatti, se andiamo a vedere la laurea ha perso valore anche per questo; salvo fortunati casi con la triennale ormai hai difficoltà a trovare impiego.
Ma perché il popolo è ignorante? Perché deve esserlo. L’ignoranza è custode delle virtù. Dove non ci sono prospettive, non ci sono ambizioni; l’ignorante è in una botte benefica che, sopprimendo lo sguardo, sopprime le brame. Di qui l’innocenza. Chi legge pensa, chi pensa ragiona. Non ragionare è un dovere; è anche una fortuna. Queste sono verità incontestabili. Su cui si regge la società. Victor Hugo
Ecco una versione rivista del testo: Tutto questo è profondamente scoraggiante. Vorrei aggiungere che il divario nella nostra società non è più soltanto economico, con una crescente polarizzazione tra ricchi e poveri, ma si sta manifestando anche un divario mentale, un divario psicologico. Sempre più spesso si incontrano persone molto lucide e sveglie, mentre, dall’altra parte, ce ne sono altrettante che sembrano mancare di quella stessa lucidità e prontezza. Ritengo che questo fenomeno sia in gran parte dovuto alla crescente presenza di internet, dei social media e degli smartphone nelle nostre vite. La mancanza di controllo su questi strumenti fa sì che molte persone subiscano prevalentemente, se non esclusivamente, gli effetti negativi di tali tecnologie, che tendono a impoverire la mente e limitarne le capacità.
Quindi questo dovrebbe impattare anche le persone degli altri paesi in egual modo. Invece qui si sta parlando di Italia, quindi bisognerebbe analizzare quello che ci differenzia dal resto del mondo industrializzato.
Tu chi voti pensando di fare una cosa decisiva? Hai votato per dare armi a un paese extraeuropeo? Hai votato per avere il ponte di Messina? Hai votato per inasprire il codice stradale e lasciare indisturbata la micro criminalità?
la lettura è vista come un DOVERE e non un piacere. Ci sono genitori che odiano leggere ma comprano libri ai figli perchè loro devono farlo, questi bambini crescono associando la lettura ad un inutile e noioso dovere e questi appena saranno liberi smetteranno di leggere, diventando a loro volta genitori che odiano leggere ... L'unico modo è spezzare le catene del DOVER leggere e crescere una nuova generazione che associ i libri ad un DIVERTIMENTO, da questo punto di vista i libri che gli insegnanti obbligano a leggere possono creare più danni che benefici, i bambini devono essere guidati a scegliere il libro da leggere e a capire i loro personali gusti di lettura non obbligati a leggere libri "sbagliati" per loro o per quello specifico momento
Nel 1962 Pasolini faceva dire ad Orson Welles in suo film che l'Italia ha il popolo più analfabeta e la borghesia più ignorante d'Europa. Direi dunque che le cause affondano le radici lontano nel tempo, e la tendenza non si è invertita.
Per forza si leggono solo i titoli dei post.. avete provato ad aprire i links? Sono pieni di pubblicità aggressiva e molte volte impossibili da leggere
Ritengo che la quantità di libri letti sia un pessimo indicatore per misurare il grado di vivacità intellettuale di una popolazione. Siamo nel terzo millennio e in internet possiamo trovare innumerevoli occasioni per apprendere, riflettere e dibattere. Per fare un esempio: un libro (magari di uno di quegli influencer a cui facevi riferimento) è significativamente meglio di una decina di tuoi video, come spunto di riflessione? Oggi la rete è piena di podcast e video di divulgazione su ogni ambito dello scibile umano, e se ne trovano di ottima qualità. Chiaro, si trova sempre qualche cialtroneria complottista, ma lo stesso si può dire per libri e quotidiani.
Lo sforzo mentale che serve a comprendere un libro, e' di gran lunga superiore a quello necessario a guardare un video. Va da sé che i concetti appresi da un libro, rimangano molto può impressi di un qualsiasi video di 1 minuto. Si tratta del problema della volatilità delle informazioni. Ci sarà un motivo per il quale ci sono più ignoranti oggi con internet, che un tempo in cui le informazioni dovevi andartele a cercare in biblioteca. In Italia tanti ascoltano i podcast di Barbero, vai a chiedere loro qualche informazione storica, a malapena sanno in che anni si sono svolte le due guerre mondiali.
@@EvilShinsaitho Dissento su più punti. Se è vero che la lettura di un libro è un processo più impegnativo delle alternative citate, questo non comporta che abbia un effetto significativamente migliore. A scuola si è sempre studiato sui libri, prendiamo come esempio gli eventi storici. Per mia esperienza difficilmente nei libri sono riuscito ad apprezzare davvero le dinamiche economico-sociali che hanno causato determinati eventi storici. Terminata la scuola invece, grazie a film, podcast e addirittura videogiochi (sì videogiochi!) penso di aver sviluppato una maggior consapevolezza delle dinamiche che hanno portato a determinati eventi, magari riuscendo poi a riconoscere analogie con fatti di attualità. Qui ho parlato di esperienza personale ma non credo di essere l'unico in questa posizione. P.S. Ricordare le date delle guerre mondiali mi sembra l'esempio perfetto di conoscenza mnemonica e priva di valore alla quale non tengo affatto.
@@EvilShinsaitho sì quello sforzo può indirettamente aiutare ad allenare l'autocontrollo se uno è troppo iperattivo e non riesce a fermarsi un minimo a riflettere (magari appunto partendo da un libro paragrafato, inutile dare a un ragazzino iperattivo una pagina fitta fitta e magari scritta piccola). Ma il solo leggere o anche leggere bene non sviluppa di per sé il pensiero critico. E il fatto di fare a gara a chi ha letto più libri in un anno sta diventando quasi un modo per assolversi dal potenziare le proprie capacità di ragionamento: ho letto 10 libri in un anno allora sono intelligente. 20 sono un genio. E se sono grandi classici sono un super genio. Invece si è al massimo una persona acculturata. Una volta che si hanno i contenuti (che uno potrebbe trarre anche da podcast, un audiolibri, servizi al tg o dibattiti in tv, conversazioni..) si è in grado di collegarli tra loro e con la propria esperienza andando avanti e indietro producendo così nuove idee ed ipotesi mentre si aggiungono connessioni (e si affina LA SELEZIONE dell'informazione)? Data una tesi si è in grado già di dedurne delle antitesi e confutarle? O appunto modificare l'idea di partenza proprio perché si trovano delle contraddizioni? È un parametro più interessante, per capire se uno è chiuso al ragionamento, il vedere se una persona si esprime per dogmi o semplici assiomi non approfonditi e facilmente falsificabili, ha un vocabolario povero, non tenta di confutare idee argomentando. Trovo poi di valore il riuscire a non aprire parentesi infinite saltando da un argomento all'altro. Cosa che spesso si fa se dietro i ragionamenti c'è il voler sovrastare l'altro piuttosto di cercare un confronto utile. Rispetto alla volatilità delle informazioni ci sono video di molti tipi con diversa profondità di elaborazione, che si possono riavvolgere esattamente come si può rileggere una pagina (che può anche essere letta e dimenticata)
Da un certo punto di vista ti do ragione perché la cultura si sta spostando sempre di più su internet e spesso attraverso i video, ma allo stesso tempo è importante che le persone mantengano l'attitudine a leggere perché nella loro vita avranno a che fare con contratti, documenti e pratiche che si svolgono per iscritto
Non so che definizione dia il sig. Crepaldi di "complottista". Se una definizione attiva : "essere artefice di un'azione mirata ad uno scopo non dichiarato esplicitamente" o passiva: "cercare di capire se esiste una forma organizzata di azione non dichiarata" Per mio interesse e forma mentale non ho mai cercato di sviluppare o partecipare a forme organizzate di azioni non espressamente dichiarate (complotti). Siccome, ritengo invece, le azioni organizzate con scopi quasi generalmente corporativi non esplicitamente dichiarati, non siano rare, ecco che cercare di comprenderne le dinamiche serve a comprenderne la parte "non dichiarata". Ecco il valore del complottista (passivo), cioè chi ritiene opportuno studiare il complotto (trama) eventuale organizzato da altri. Dopo 30anni di insegnamento, e da complottista (passivo) di discreta qualità, ritengo che esista una vera intenzione non dichiarata dell'apparato publico di porre i giovani in una situazione di impossibilità nello sviluppo delle proprie attitudini personali. Il grimaldello è "la comodità". Che sostanzialmente si concretizza con la messa al bando della fatica e della sofferenza, produttive. Lascio a chi non è analfabeta funzionale la prosecuzione di questa SCOMODA analisi.
L'analisi si può proseguire se si condividono le sue premesse, cioè la dominante presenza di organizzazioni che dirigono la vita delle persone senza dichiarare i propri intenti. Fondata probabilmente su veri casi di organizzazioni (es. Farmaceutiche) capitalistiche o governative. Reputo che quando viene scoperto un inganno (come anche tra le persone che conosciamo) si possano prendere due strade: o ritenere che l'inganno sia emerso proprio perché la verità non può star nascosta a lungo (vista la causalità e la nostra continua ricerca) oppure sospettare che possano esserci molti altri inganni ancora nascosti e proteggersi con lo scetticismo (e a volte col solipsismo).
Il problema sono i social network, se oltre a non leggere un libro, stai da mattina a sera a nutrirti di slogan e messaggi che puntano alla tua emotività e basta, il cervello a questo si adatta... Ci avevano già avvisato che i social avrebbero impattato anche in questo modo.
Mi occupo di formazione professionale, pertanto i miei studenti appartengono alle più disparate fasce d'età. I dati relativi ai risultati d'esame confermano quello che riscontro durante le lezioni: i ragazzi sono sempre i peggiori rispetto ad adulti e anziani (nel nostro paese è normale avere ancora la partita Iva attiva oltre i 70 anni di età). E le domande d'esame che più facilmente mietono vittime non sono mai quelle più tecniche ma, banalmente, quelle che richiedono la comprensione della domanda. Esempio: - che cosa significa "limite di residuo massimo" - quali dati contiene la scheda di sicurezza? Questi sono esempi di domande che raramente creano problemi - Che cosa si deve evitare di fare prima di svolgere l'attività X? a. Bere acqua b.Assumere alcolici Questa domanda fa sempre strage, perché nessuno presta attenzione al quesito e tutti rispondono a. Alla prima lezione sbagliano in tanti. Si corregge, si spiega, si ripropone nelle successive lezioni e niente, i ventenni continuano imperterriti a sbagliare. Non so se siano analfabeti funzionali o sordi, fatto sta che i nonni con la quinta elementare fanno i conti a mente, fanno domande, studiano perché ci tengono a non fare brutta figura, si impegnano perché necessitano di quella qualifica. Anche gli stranieri, avendo spesso difficoltà con la lingua, si impegnano molto. I ragazzi neodiplomati, madrelingua italiana, sono sempre i peggiori
A livello mondiale il problema è dovuto ai social, smartphone, AI che statuisce quella naturale etc. A livello italico è proprio l'alta intelligenza italiana il problema: c'è un enorme disincanto, disfattismo, senso dell'inutilità. Quando tu studi più anni di quelli richiesti in altri paesi,e poi o non trovi lavoro o comunque pagato due soldi, non ti frega più di partecipare alle vicende diciamo così del mondo. Dove in America si formano normalmente gruppi di lettura tra amici (si legge tutti lo stesso libro appena uscito e popolare, e ci si incontra dopo un mese per discuterlo e confrontarsi), e parlo di gente di media età, che lavora, ha figli etc, in non di studenti , l'italiano medio a sentire questa cosa ti direbbe: ma questi non hanno (anno scriverebbe lui) problemi, un cazzo da fare? Ma ci credono da vero? E io capisco entrambi.
Quindi, il complottismo, cioè il ritenere, a torto o a ragione, che una cosa sia giusta, contro il parere del gregge e del sul pastore è figlio della mancanza del pensiero critico? Ma non mi dire!
Se hai prove per dimostrare il contrario allora le mostri e hai ragione tu, altrimenti fino a quando non hai prove in mano fidati di quello che ti dice il tuo interlocutore.
@TenLonXu Veramente, da quando mondo è mondo l'onere della prova spetta a chi fa le affermazioni e non a chi, usando il pensiero critico, si pone delle domande. Per me basta così.
Scusate ma quella del parametro di quanti libri si leggono all'anno non è del tutto affidabile come misura. Ho conosciuto persone estremamente superficiali che leggevano parecchio. Il punto è proprio la forma del pensiero. La differenza è tra la sola acquisizione di contenuti e la capacità invece di utilizzare, collegare tali contenuti (anche con l'esperienza personale) e formulare così nuove ipotesi e teorie che vengono poi a loro volta modificate e confutate. Il libro in sé non ha una forma più elevata per trasmettere le conoscenze. La lettura allena semmai la tolleranza alla frustrazione e la memoria di lavoro. Infatti uno potrebbe anche ascoltare audiolibri per immaginare, ricevere dei contenuti e ragionarci sopra.. Come si ascoltano podcast, o discorsi registrati. Per dire, i contenuti di questo video potevano anche esser trasmessi con un articolo scritto. Ma non è tanto quello il punto
Finalmente qualcuno lo fa notare 🎉🎉🎉, in genere mi becco direttamente degli insulti quando dico che la lettura viene idealizzata, e chi reagisce in quel modo dimostra che si è sviluppato un fanatismo cieco proprio tra chi legge, il che dovrebbe essere considerato preoccupante. In effetti penso proprio che manchi la volontà di ragionare e di risolvere problemi in generale. Credo che sempre più persone si siano semplicemente sedute,complice magari un relativo benessere le cui basi tremerebbero se si riflettesse su come sia stato raggiunto. Se sei una persona che approfondisce (con qualsiasi mezzo) delle tematiche, spesso assisti ad una cosa curiosa: le persone ti fanno delle domande per poi bloccarti (qualcuno arriva a dirmi direttamente 'ok, se è così non voglio saperlo'). Insomma è una situazione di comodo.
Ti do completamente ragione, considerando che persone ADHD o con disturbi specifici di apprendimento, prediligono altre forme di acquisizione della conoscenza. Eppure, in media hanno QI più elevato e le connessioni concettuali le sanno fare, eccome… oltre a questo discorso, ognuno poi ha uno stile di apprendimento e uno stile cognitivo diverso
Io lo noto in maniera disarmante sotto ai commenti a video che parlano di una tematica X, dove spiego un certo tema, usando magari leggi o dati ufficiali... e ti arriva il Mario di turno che dice "sono tutte str0nz4te, non sono d'accordo" e tu pensi BOH... se ti spiego perché il cielo é blu, é così, non é che ci sia una tua opinione 🙃
Dipende: un conto è dire il cielo è blu, un altro dire tante altre irremovibili certezze scientifiche moderne, come un "uomo trans è una donna", "un bambino trans deve essere bombardato di ormoni perché è nel corpo sbagliato/gli fanno bene/altrimenti si suicida/ ecc", e se la pensi diversamente sei fascista! Mi puoi portare tutte le "prove" scientifiche che vuoi a sostenio di queste opinioni, ma sempre tali rimangono.
Grazie Marco. Secondo me sta molto al sistema scolastico: il fatto che la scuola sia sinonimo di apprendimento e al tempo stesso sia vissuta come un "obbligo fastidioso". Ne consegue che la voglia di imparare, la curiosità, la conoscenza e il pensiero complesso vengono associate a qualcosa di negativo. Tal volta ho notato che allo studio viene associata della negatività dal punto di vista della "virilità": ossia che "studiare" sia considerata una cosa più femminile (perché le donne conseguono voti più alti alla scuola dell'obbligo??) e quindi meno adatta ad un uomo (specifico che vengo da fuori città e ho 31 anni, quindi questa cosa potrebbe essere ristretta a un certo tipo di età e area geografica). Poi, secondo me, gioca un certo ruolo anche la cultura del lavoro/tempo libero. Spesso si lavora molto, ma a fine giornata lavorativa si usa il tempo che rimane per chiudersi al bar.
Ma mi fai un esempio di quale testo non riesce a comprendere il 35 per cento delle persone e di quale riesce a comprendere solo il 5 per cento? Vorrei farmi un'idea.
Da lavoratrice del settore scolastico posso confermare che i libri di testo di scuola superiore sono al pari dei nostri testi del primo triennio elementare e tutto ciò è estremamente degradante, ascoltare le loro interrogazioni con il libro di testo sulle ginocchia e i loro "discorsi preparati" a pappagallo fanno venire il latte alle ginocchia. Però c'è tanta umanità che soffre tra quei banchi di scuola, magari dietro le tastiere virtuali dei loro smartphone sono dei leoni, ma nella vita sono degli agnelli impauriti. Forse dobbiamo lavorare sugli adulti, farli ritornare amici del sistema (non solo scolastico), far accettare che si è parte di una comunità multietnica e variegata... Questo è solo il mio piccolo pensiero, che magari può suggerire spunti e pensieri anche divergenti; spero solo di fare il meglio dove arrivo... Da umana
Io attribuirei il peggioramento degli ultimi anni all' utilizzo indiscriminato di cellulari e tablet. Troppo tempo passato sulla spazzatura che sta su internet e sui social.
Guarda che il peggio del peggio lo hanno e li stanno dando anziani e mezza età. Se siamo a questo punto è perché le basi sono state gettate prima e mantenute con gli anni
Complimenti per il video.Sono un docente della scuola media secondaria in pensione, ho insegnato per 40 anni.Ho sempre dibattuto confrontandomi con i colleghi che senso aveva dare la terza media e dei "semianalfabeti" io li chiamavo così.Il problema non è di facile soluzione. L'analisi scientifica del contenuto del video coincide con la mia esperienza sul campo più empirica, che però mi ha portato alle stesse conclusioni.La scuola è al collasso per svariati motivi che sarebbe troppo lungo elencare. Comincerei dai ministri e dai governi degli ultimi 40 anni che non hanno fatto altro che tagliare senza una visione le risorse per l'istruzione.Siamo un paese con un futuro buio , i laureati che emigrano fanno bene a giocarsi le loro competenze in un contesto con meno ignoranti "nel senso letterale del termine".
Secondo me, (premettendo che la causa comunque sia multifattoriale) c'è una qualche correlazione forte con il caldo, più in un paese fa caldo, meno voglia hanno le persone di sforzarsi. Questo non significa che chi abita il sud sia stupido, o che non ci siano eccezioni (paesi altamente scolarizzati), ma se si va a vedere i dati, c'è una correlazione abbastanza chiara, sia nel mondo, che nelle regioni. (Per non parlare poi di analfabetismo "puro", li è ancora + forte) Geograficamente dovrebbero essere sparsi, invece aumentano man mano che ci si avvicina all'equatore. Sta cosa è quantomeno curiosa. Senza contare che la disidratazione comunque peggiora le prestazioni cognitive.
Delle due, una: o sei un troll, o sei un analfabeta funzionale e non sai di esserlo. Non capire la differenza tra correlazione e causalità è un sintomo piuttosto evidente. Ma magari sei soltanto un troll. Lo spero per te...
Leggere in Italia è stato sempre elitario, come il pensiero critico, e guardando com'è stata la politica in Italia, e com'è tutt'ora, penso che ai politici faccia molto comodo
Perche' l'alto tasso di analfabetismo funzionale nel nostro paese e' un problema? Perche' il voto degli analfabeti funzionali vale tanto quanto il voto degli altri.
Ciao Marco, non riesco ad individuare il nesso tra analfabetismo funzionale e "complottismo". Noto, a dire il vero, una sempre più alta tendenza a stroncare qualsiasi tentativo di pensiero critico etichettandola come "complottista"; non è il pensiero critico esattamente in antitesi all'analfabetismo funzionale e all'accettazione passiva e acritica di quanto ci viene propinato? Grazie per i tuoi contenuti sempre ricchi di spunti di riflessione. ❄
Il pensiero critico quando è privo di fondamento scientifico è pura critica senza senso. Analfabetismo funzionale e tendenza alla dietrologia nell’interpretazione della realtà sono connessi eccome!
Evidentemente considera il sistema critico come una critica al contesto critico, mentre predica il conformismo al sistema dominante. Curioso come si avventuri anche nel criticare il "titolismo" tanto praticato dai media mainstream. Eppure dovrebbe piacergli...
@@jovike7203fondamento scientifico del tipo non ti vaccini, contagi e muori. Oppure il fondamento scientifico degli scienziati da televisione. Questa si che è scienza
Ho parlato qualche mese fa con una ragazza appena diplomata al liceo classico: mai sentito parlare di Fellini, Antonioni o Visconti. Purtroppo in Italia non si è mai fatta educazione al cinema nelle scuole (ne parlava 30 anni fa Berlinguer fratello di Enrico, ma una volta nominato ministro dell'istruzione si è rimangiato tutto) e ciò non aiuta di certo a far maturare uno spirito critico o una mente capace di analisi e di sintesi.
Giusto un piccolo contributo di pensiero. Durante i miei anni da studente un sentimento comune - che ammetto di aver condiviso - era la necessità di trovare una applicazione pratica alle nozioni che ci venivano impartite. Sentimento che può essere riassunto dalla frase "ma a che c**** serve studiare questa m****". Entrato nel mondo del lavoro, mi sono scelto un mestiere che richiede una mente pronta e una formazione continua in diversi ambiti e mi sono reso conto che lo studio è come una palestra ma per il cervello. Serve a qualcosa spostare la ghisa in palestra? No ma ti rende più forte. Allo stesso modo, studiare seriamente, non imparare a memoria due nozioni per superare un compito in classe, migliora la memoria e la capacità di concentrazione. Quando ho compreso questo concetto ho ripreso i miei vecchi libri e ho ricominciato a studiarli per conto mio tant'è che oggi lo studio delle scienze è per me una sorta di hobby. Mi sto cimentando anche nella letteratura ma devo ammettere che purtroppo non mi sento molto attratto dai classici della letteratura italiana. Se volessi esprimere un pensiero su come migliorare la scuola direi che sarebbe opportuno prima di tutto porre enfasi sullo studio della logica e motivarli al miglioramento. A tale proposito potrebbe essere utile dividere le classi in base al rendimento in modo tale da recuperare quelli che sono indietro e motivarli a fare di meglio mentre chi invece quelli che sono ad un buon livello potrebbero affrontare argomenti extra. Lo so che ciò può sembrare discriminatorio ma sottoporre tutti i ragazzi, senza distinzione allo stesso programma preconfezionato può essere senza dubbio frustrante.
In settimana stavo cercando materiale per fare un video proprio su questo argomento e mi hai anticipata ... per altro in modo drammaticamente esaustivo. Intendo fare comunque il video ma volevo chiederti se posso inserire dei frammenti di questo tuo video (ovviamente citandone anche la fonte e reindirizzando al tuo canale).
Dunque, partiamo da una constatazione fattuale: la gente capisce davvero poco ciò che ascolta/legge. Ma è davvero colpa della scuola? A mio avviso no. Io mi sono diplomato del 1999, quando il sistema scolastico era ancor più conservatore e coercitivo di oggi. Ho studiato greco e latino, la cui grammatica è mnemonica per definizione, forse più della matematica. Eppure leggo e capisco perfettamente tutto. Certo, alle volte ciò che leggo è filtrato dai miei bias cognitivi o dal mio orientamento socio culturale, ma sicuramente sono perfettamente in grado di comprendere uno scritto e le sue sfumature. Quindi a mio avviso il problema non è la scuola ma l’evoluzione del mondo social e, più in generale, la sovraesposizione a troppi contenuti che creano grossi problemi in termini di mero mantenimento dell’attenzione
Per me la colpa è della scuola, ma per motivi inversi di quelli che supponi tu (una scuola più amichevole non è migliore di quella che hai subito tu, e l'esposizione ai social non è motivo di disorientamento, quando hai radici ferme). La validità del sistema mnemonico per me resta opinabile, potremmo discutere a riguardo. Il problema è che la scuola moderna ha rimosso la severità, e ha smesso di nutrire il pensiero critico e la logica. La didattica ha introdotto la gamification, i compiti sono diventati test a crocette (con sommo beneficio anche dei docenti pigri, che tanto odiavano leggere i testi liberi). La bocciatura è svanita, i professori hanno deciso di non inimicarsi alcun genitore, tutti liberi, tutti contenti. Il voto in condotta è stato rimosso, e le scimmie hanno conquistato le classi dei pusillanimi docenti che (giustamente) non meritavano alcun rispetto. Si, la tua esperienza coercitiva è stata un beneficio.
@@trattogatto, a fare tutto questo non sono stati i professori, ma le riforme del sistema scolastico varate negli ultimi trent'anni, a partire dalla Bassanini fino alla buona scuola di Renzi. I docenti si adeguano alle normative.
Premetto che sono un insegnante (da un paio di anni) e vedo alcuni difetti delle scuole italiane, tuttavia secondo me il problema dell'analfabetismo funzionale crescerà sempre di più sia in Italia che all'estero e non può essere semplicemente ridotto al solo "sistema educativo/scolastico italiano". In primo luogo i telefoni e l'intelligenza artificiale stanno minando seriamente sia la scuola che il mondo del lavoro: i primi tendono a distrarti in continuazione e a rincoglionirti, la seconda tende a fare il lavoro al posto tuo. Insomma noi persone stiamo diventando sempre piu inutili man mano che il tempo passa. È ovvio che piu deleghiamo ad altro le nostre mansioni e piu il nostro livello si abbasserà. In secondo luogo bisogna considerare la ricchezza di un dato paese, ci sono paesi più ricchi in cui basta lavorare 3/4 giorni a settimana e quindi le persone hanno più tempo da dedicare ai propri interessi e altri, come l'Italia, in cui bisogna lavorare 5/6 giorni a settimana andando a sacrificare maggiormente la propria individualità e i propri interessi. Infine un fenomeno che non si può spiegare così facilmente nel quadro esposto sono gli scambi erasmus. Gli studenti universitari italiani che vanno all'estero a studiare dicono che il livello nelle altre università è quasi sempre più basso che in Italia, loro possono studiare poco e prendere voti alti lo stesso. La preparazione che le scuole italiane danno è molto seria, ma forse non è per tutti, chi non riesce a tenere un certo livello rischia di rimanere indietro ed effettivamente imparare poco o niente. Qui però c'è il problema che nelle scuole più professionalizzanti, come gli istituti, che dovrebbero dare competenze pratiche si osserva una buona dose di degrado: queste scuole sono piene di immigrati, persone povere e malfamate tanto che la scuola non riesce ad assolvere al suo scopo. Dunque, i figli di buone famiglie, anche se poco portati per lo studio teorico, spesso vengono iscritti nei licei per evitare gli ambienti degli istituti finendo però per non ritrovarsi ben integrati all'interno del percorso di studi. Purtroppo il problema dell'analfabestismo funzionale ha radici profonde e ben ramificate, delegare la responsabilità al solo "sistema scolastico" direi che è riduttivo e anzi, rischia di essere controproducente, perchè il problema è molto più sfaccettato e complicato.
La puma non cade mai troppo lontano dall' albero,detto antico ma che ci rivela una grande verità. A questo livello deprimente ci si è arrivati per gradi.Le basi sono state gettate negli anni ottanta e poi consolidate. Tv spazzatura,riviste e giornali utili per la lettiera del gatto e tanto altro. Se ora lei desse più tempo ad una persona questa lo sprecherebbe in videogiochi e spazzatura televisiva. La società si sta' incanalando in un mondo da incubo perché a chi comanda fa' comodo avere dei polli piuttosto che degli esseri umani
non hai considerato le "risorse" che importiamo e i cervelli che esportiamo. Per non parlare di tutti i raccomandati e i concorsi truccati che non danno stimoli agli analfabeti miracolati
non è stata citata la fuga di cervelli espressamente, però può essere considerato come un discorso sottinteso del fatto che la popolazione italiana è sempre più vecchia e tra i fattori rientra appunto anche questo
1- chi ti dice che le "risorse" siano analfabeti funzionali? 2- chi ti dice che i "cervelli che esportiamo" non siano analfabeti funzionali? L'analfabetismo funzionale esula dal titolo di studio, anzi il tuo commento trasuda moltissimo di analfabetismo funzionale.
@@ivanuzzo8870 infatti le "risorse" spesso sono totalmente analfabeti. "chi ti dice..." Sei ridicolo! vengono da paesi con bassissimo grado di istruzione, hanno difficolta nel trovare impiego e al contrario "i cervelli in fuga" sono altamente qualificati e spesso riescono a trovare immediatamente impiego all'estero. Io poi potrei anche essere analfabeta funzionale ma il fatto che tu lo deduca da un commento di poche parole è davvero strabiliante!
Chiedo scusa: tutti a puntare il dito contro la scuola. Io sono insegnante: provate voi ad insegnare qualcosa, veramente qualunque, e non parlo certo di nozioni, a ragazzini viziati, maleducati, con genitori - amici che non sanno né educarli né motivarli. Se sei sempre giustificato, se sei premiato quando sbagli, se non devi mai essere ripreso perché altrimenti, santo cielo, ti vengono gli attacchi d'ansia, beh, facciamoci una domanda. Lo sapete che i genitori non fanno che dare ragione ai figli? Lo sapete quanti problemi ci sono nelle scuole di fumo e droga? Lo sapete quanti certificati medici vengono mandati per giustificare la qualunque? Invito tutti a fare un anno di supplenza in una scuola. Poi ne riparliamo...
Perché uno dovrebbe leggere un articolo online quando si sa che ci sono banner pubblicitari dappertutto, richieste di abbonamento, cookies, e probabilmente misinformazione?
Verissimo, non si riesce a leggere il testo perché si aprono finestre in maniera sempre più difficile da gestire, sembra un brutto videogioco, gli spot ti tendono aghuati e ti inseguono 😂
è il solito TL,DR ;-) Comunque secondo me il problema degli articoli online sono le pubblicità invasive. Si era tentato di tenerle a bada negli anni 90 e primi 2000 ma ormai sono fuori controllo.
Io penso che la solitudine riguardi invece chi sta dalla parte opposta, appunto perché gli ignoranti quelli che non hanno comprensione del testo non leggono non ascoltano sono ormai maggioranza. E parlo della vita reale non (solo) dei social
Ci ho pensato anche io, ma i dati sembrano andare in controtendenza rispetto a questa ipotesi. In ogni caso sono dati molto parziali quindi, come sempre, andrebbero interpretati nel quadro più ampio della ricerca scientifica sul tema
Guarda io sono solo e mi sento solo da 20 anni.. e sono ignorante come una zappa e penso di aver anche un quoziente intellettivo estremamente basso.. perciò non penso sia cosi come dici
A scuola non facciamo più solo nozioni da tanti anni, banalmente perché non ha più senso farlo al giorno d'oggi. Il problema è un altro: la bocciatura è diventata praticamente impossibile, facendo sì che un ragazzo con lacune vada nella classe successiva portandosele dietro, senza possibilità reale di colmarle, e ovviamente vedendo nascere ulteriori lacune sulla base delle precedenti.
Questa è una misconcenzione talmente vecchia da risalire letteralmente alla prima riforma Gentile. Le bocciature sono inutili al fine dell'apprendimento dello studente bocciato e decrescono ciò che apprende nel lungo periodo, non lo aumenta, e questa non è una mia opinione, é ciò che viene fuori da una marea di studi scientifici sull'educazione. Chi pensate che siano quelli che raggiungono il livello 1 se non i bocciati o i rimandati? Bocciare significa tornare alla scuola classista italiana, non aumentare il livello di apprendimento dei bambini e dei ragazzi di un paese, ma selezionare solo coloro che sono già predisposti allo studio. Anzi, vi dirò di più, non è un misterio che la scuola italiana faccia male anche ai più bravi, basta guardare le INVALSI e il follow up effettuato tra le coorti dalla prima media alla quinta superiore per vedere che il livello tendere a scendere drammaticamente. Bocciare non serve a nulla, lo dicono indagini su indagini. Se si vuole migliorare il livello delle classi bisogna migliorare il livello di ciascuna persona nelle classi, solo così si è sicuri di fare un buon lavoro. Ripeto, non è una mia opinione. Per cambiare la scuola c'è da riformare le metodologie di insegnamento (anche se prima ci sarebbe da capire cosa siano, cosa che la politica non sa) e formare i docenti e i dirigenti scolastici, oltre a non avere qualcuno incompetente come politico che non sa neanche di cosa sta parlando.
@@auroramancinelli2102 bocciare è spesso l'unico muro efficace difronte a una situazione drammatica: un ragazzo col 2 fisso in matematica e fisica, forse, in un liceo scientifico (con minimo 10 ore su 30 tra matematica, fisica e scienze) apprende ben poco... sarebbe il caso frequentare una scuola più in linea con le proprie predisposizioni, che possa offrire un tempo-scuola più utile. Non so dove insegni tu, ma ti assicuro che dove insegno io, in un liceo scientifico, è pieno di ragazzi che si sentono cretini, stupidi, incapaci, e si comportano di conseguenza, ma in realtà non lo sono: hanno "solo" scelto una scuola che non è coerente con le loro naturali predisposizioni. In una scuola diversa, con richieste di altro livello per alcune discipline, avrebbero avuto la possibilità di esprimere le loro potenzialità, non sentendosi dei falliti. Invece no, meglio mandarli avanti a tutti i costi, facendoli diplomare con la convinzione che non sono capaci di fare niente. Il problema è anche che "riorientare" a parole è spesso inutile: te li ritrovi l'anno dopo, col solito 2, a non capire assolutamente niente di quel che si fa. Ma ci sta, non tutti dobbiamo essere bravi in tutto, e scuole diverse hanno ovviamente livelli di sufficienza diversi nelle varie discipline. Poi per carità, bocciare in quarta è inutile, sì, ma bocciare in prima un ragazzo che fa fatica significa dargli la possibilità di ripartire da zero in un contesto a lui più congeniale, invece di condannarlo o a rimanere in una scuola inadatta alle sue peculiarità, o peggio a partire in seconda dovendosi recuperare da solo un intero anno di cose mai viste; e, se fa fatica, forse farà molta fatica anche a studiare in pochi mesi d'estate un intero anno di discipline, per di più da solo.
Credo sia importante capire come vengono raccolti questi dati. Chi viene selezionato per svolgere questi test? Ci sono degli incentivi a svolgerli con un minimo di concentrazione e impegno? Chiedo perché ho sorvegliato delle classi di studenti durante lo svolgimento delle prove invalsi e, soprattutto per la prova di italiano, alcuni di loro si sono rifiutati di leggere i testi più lunghi non perché non ne erano in grado, ma perché "non ne avevano voglia". Ora mi chiedo che incentivo abbia un adulto o un anziano a dedicare tempo ed attenzione ad un test di comprensione del testo quando potrebbe rispondere a caso velocemente e passare a fare altro. A maggior ragione se contiamo che per avere informazioni significative serve un campione molto ampio.
@@Barbagianni_spelacchiato Però il punto potrebbe essere un altro: magari in Italia la popolazione è più svogliata o meno propensa a collaborare con impegno ad un'indagine sociale. Mi sembra che si vadano a sovrapporre molti più fattori della semplice competenza che si vorrebbe misurare.
Guarda che spesso chi non riesce trova scuse per non fare. Mi è capitato al supermercato di dare indicazioni ad anziani analfabeti che usavano la scusa "scusi signorina, mi aiuta che non ci vedo bene?". Mi viene da pensare che non sia solo la voglia ma la vera incapacità, dopotutto una persona intelligente è anche allettata dalle sfide.
Beh se poi chi vuole illuminarci....usa termini inglesi piuttosto che i corrispettivi italiani (che evidentemente non conosce) e usa l'ormai diffusissimo e orrendo "andiamo a"..., .come non dargli ascolto?😊
Perché dici che l'analfabetismo funzionale porta al complottismo. Dalla mia esperienza chi è laureato è più critico, rispetto alle persone di bassa scolarizzazione che di solito prendono per oro colato quello che dice la televisione, e quindi per definizione meno complottiste.
Effettivamente sul complottismo influisce molto più del livello culturale, lo stato psicologico. Chi si sente fragile, solo di fronte alle difficoltà, vessato ingiustamente e arrabbiato, è più propenso.
è esattamente il contrario di ciò che affermi, generalmente chi ha studiato è ben indottrinato e non metterebbe mai in discussione il proprio percorso di studi e la forma mentis
@@Alberto-ex4hd la nostra è l'esatto opposto. La storia è fatta di complotti, chi usa il termine "complottista" è di basso livello intellettivo perché ignora questo fatto.
C'è un sempre più marcato disinteresse per qualsiasi cosa; si leggono i titoli, a seconda del tono ci fa l'idea (sbagliata) e poi si chiude tutto perché pensare è faticoso. Questo è un paese che morirà.
Minuto 2:25 Se passiamo dal 28% al 35%, non è “aumentata del 7%”. È aumentata del 25%. 28%+0.25*28%=35% Avresti sennò dovuto dire “è aumentata di 7 punti percentuali”. Fare un video sull’analfabetismo funzionale, sulla literacy, la numeracy, e poi scivolare dopo 2 minuti su una cosa così…
Vorrei condividere la mia esperienza personale: quando ero appena adolescente leggevo moltissimi libri, anche molto corposi, i miei genitori me ne hanno comprati sempre molti per stimolarmi ad appassionarmene. Con l’inizio delle superiori però è iniziato un lento declino, al carico di studio che aumentava sempre di più la vaglia di leggere scendeva sotto i tacchi e il fatto che poi ci obbligassero a leggere libri su cui poi ci avrebbero interrogato non li rendeva sicuramente più appetibili. Comincio poi l’università, mi iscrivo a medicina e nel mentre mi viene anche diagnosticata la ADHD, posso dire che non mi sono mai sentita più ignorante di come mi sento ora, conosco molte cose di medicina ovviamente ma poi nulla di più. Non so nulla di attualità perché non ho le energie mentali a fine giornata per pensare a quello che sta accadendo nel mondo, non leggo perché già di mio faccio molta fatica a mantenere la concentrazione per lunghi periodi di tempo e quelle poche energie che ho le uso tutte per studiare. All’interno del mio corso avere un hobbie o un altro interesse al di fuori dell’Università è visto come una perdita di tempo, ovvio che ci sono molti studenti che si interessano ad altro ma non lo condividono mai quindi è anche difficile avere interazioni diverse che non sia parlare del prossimino esame che si sta preparando. Sto provando a porre rimedio alla mia scarsa propensione per la lettura ascoltando audiolibri ma ovviamente non può considerarsi nemmeno lontanamente paragonabile a leggerne uno.
My 2 cents. Tra tutte le persone che conosco - parenti, amici, colleghi, conoscenti - solo DUE, 2 di numero, leggono. Gli altri, qualche centinaio, hanno letto l’ultimo libro solo perché obbligati da un esame o dalla scuola. E no, leggere Einstein, Marx, Kip Thorne, Cristoforetti o Tolkien non è la stessa cosa che sfogliare Le corna stanno bene su tutto di Giulia De Lellis, The Blonde Salad di Chiara Ferragni o Le fantafiabe di Luì e Sofì dei Me Contro Te.
Un bell'esercizio di pensiero critico è confutare l'assunto che leggere i classici renda intelligenti. Potremmo prendere due casi contrapposti, uno in cui la persona ha letto un autore classico e trae citazioni, intuizioni e passaggi a memoria donandosi e donando emozioni ma che perdono specificità e un altro in cui uno abbia letto degli estratti che traggono le tesi degli autori e argomenti adeguatamente le idee così estrapolate (sì si potrà dire che senza aver letto direttamente la fonte non si coglie il 100% di ciò che l'autore intendeva, ma se si sta argomentando di un'idea quel 95% ha comunque validità entro ciò che si ha estrapolato; chi vuole aggiungere al dibattito quel 5% che è sfuggito lo aggiunga) . Va considerata cioè la differenza tra l'arricchirsi di tanti contenuti e il selezionare i contenuti per poi mettere assieme idee ed argomenti. Ovvio che c'è chi legge libroni e usa anche il pensiero critico. Ma bisogna anche considerare chi usa il pensiero critico non leggendo libroni (traendo cioè i contenuti in altro modo) e chi legge libroni ma non usa il pensiero critico.
La cosa non mi sorprende, basta farsi un giro sui social per capirlo... E il problema sono proprio i più giovani, che in alcune zone di Italia, nel 2024, ancora non sanno parlare italiano
Da quello che ho osservato io (non pretendo assolutamente di avere verità in mano è solo un'osservazione personale) più si è analfabeti funzionali più ci si integra, meno lo si è, più disagio si ha a vivere proprio perché si comprende che molta gente non comprende (testi, discussioni, situazione)
Ho pensato anch'io la stessa cosa, però il dato della minore integrazione sociale va, in qualche modo spiegato. A mio parere, per esempio, una scarsa capacità di comprendere il senso di testi (ma anche situazioni) si riflette anche sulla qualità della interazione con gli altri, e se hai un dialogo superficiale con altre persone, molto probabilmente anche la relazione con loro sarà superficiale. Nella carriera, invece, questo ti porterà a circondarti di persone mediocri, e ciò fermerà il tuo avanzamento...
Non buttiamo la croce addosso sempre sulla scuola come un alibi, la colpa è della poca curiosità insita nelle persone, nella poca attitudine a leggere libri e documenti sia letterali che tecnici; ai miei tempi la scuola era peggiore di oggi, ma avevamo "fame" di sapere e conoscere, non avevamo internet e quindi eravamo obbligati a leggere i pochi libri che c'erano per ottenere tutte le informazioni possibili. La lettura e la scrittura ( a mano e non con pc o cellulare) fanno la differenza.
Caro Marco, sono un italiano immigrante in Canada da circa 48 anni ; mi scuso quindi per la mia grammatica. Ho apprezzato molto il tuo video a proposito del ‘Analfabetismo’ particolarmente in quanto vivo questa condizione in famiglia. Condivido pienamnente il tuo ‘Sguardo Critico’ in quanto credo che sia un fondamento della mancata Alfabetizzazione della nostra generazione in quanto non é unicamente una problematica ‘Italiana’ ma particolarmente ‘Occidentale’. Credo che la nuova ‘Tecnologia per apprendere’ abbia ‘Troppo invaso le tecniche tradizionali scolastiche’ che erano maggiormente indirizzate allo ‘Stimolo cerebrale’, via la memorrizzazione di ‘Poemi’ ‘Tabele matematiche’ etc. Oggi, queste tecniche sono reputate ‘Old Fashion’ cio non di meno i risultati parlano da sé ; l’ultima generazione (quella dei nostri figli) é incapace di calcolo mentale pure i minimi. Credo vi sia (tra l’altro) una responsabilità ‘Istituzionale’ in quanto in molti Paesi, le autorita scolastche, non vanno ‘Oltre il loro mandato Sindacale’. La mia generazione ‘I maestri erano dedicati all’alievo’ anche oltre gli orari scolastici e, non raramente ‘Corregevano i compiti, durante gli orari « Post academici »’ ; erano veramente dedicati e, in missione. Non credo che oggi lo spirito sial o stesso. Anteriormente er auna ‘Missione’ oggi é une ‘Professione’ ; non c’é piu dedicazione al ‘Mestiere-o Professione’. Nel caso di moi figlio ho scoperto personalmente una ‘Deficienza Langiagera’ il primo anno di vita e mezzo. Malgrado la sua ‘Storica medicale’, la scuola ha atteso 5 anni per lo ‘Evalutare’ ; é possibile che una simile distantazione per valutare possa aggravare il problema rendendolo ‘Cronico’ ?Vi lscio la risposta ! Pur intravedendo la ‘Pigrizia’ comune dei giovani ad una certa étà, credo che fondamentalmente esiste a mio umile avviso una mancanza fragante del ‘Sistema academico’ il cui mandato ‘Statale’ é quello di educare i nostri fifli specialmente sul profilo accademico e, sono loro le ‘Autorita nominate’ ( gli specialisti) che dovrebbero ben scegliere la buona metodologia non i parenti. Di tutte evidenze, il sistema ‘Precedente’ ( stimolo mentale e Neurologico) era il migliore. Una breve ‘Parentesi’ (importante per me), é anche il fattore culturale ‘Religioso’, in quanto molte organizzazioni ‘Religiose’ , impongono ‘La censura critica dei credi’ impedendo una ‘Critica obbietiva’ delle credenze, per la semplice paura di perdere i credenti, a discapito del disastro sociale que questo provoca. Purtroppo, che paga il prezzo é tutta le ‘Generazione dei nostri figli mondialmente e non unicamente in Italia’. Grazie per avermi letto Ignazio Meloni dal Canada
Mi meraviglio che uno psicologo come te abbia totalmente ignorato la causa primaria dell'analfabetismo: l'ambiente familiare. Se nasci in un nucleo familiare disagiato con genitori privi di senso critico e cultura è difficilissimo che tu riesca a sviluppare interesse per l'apprendimento e l'uso della mente. Inoltre se il sistema scolastico è davvero così terribile, com'è che c'è un 5% di popolazione che raggiunge il livello massimo di alfabetizzazione? Nella stragrande maggioranza dei casi in cui un giovane è una capra, se conosci i genitori ti dai una spiegazione. Tralascio l'uscita becera che hai fatto sul complottismo, faccio solo notare che poco dopo hai ammesso che i media con i titoli possono ingannare il lettore senza spirito critico, questo non è complottismo? Il complottismo è proprio l'uso del senso critico, ad un livello più alto.
Infatti stavo per saltare nell'ascolto del video. Mi sono fermato per leggere i commenti e cercare qualcuno che ne parlasse. Ho trovato il tuo commento. Oramai quando uno non la pensa come la massa viene automaticamente definito un complottista. Dopo anni e anni di stra abuso di suddetto termine, quando sento questa parola, il mio cervello non incamera più le parole di chi ho di fronte. Forse è un mio limite e forse sono un analfabeta funzionale. Il termine non è neanche corretto....
La stima dell'OCSE mi sembra follemente ottimistica, almeno per l'esperienza che ricavo dalle interazioni quotidiane. La cosa drammatica è che spesso questi soggetti sono più dotati economicamente della media. Spesso esentati dal pizzo di stato.
I tuoi video sono sempre interessanti. Purtroppo in Italia molta gente ha un basso titolo di studio e la scuola pubblica dà un'istruzione elementare, anche alle medie e alle superiori. Per cui molte persone si ritrovano a 20 anni senza sapere leggere e a malapena scrivere
quindi secondo te ciò dipende dal titolo di studio. Oppure da un interesse verso la conoscenza e la scoperta? Suppongo tu consideri i diplomati come non colti.
Perché i nostri ragazzi non vogliono più studiare o darsi da fare, come abbiamo fatto noi. Solo divertirsi e fare casino, contro tutto e tutti. E non hanno subito la GUERRA, come noi ( per fortuna loro), e non sanno cosa vuol dire la miseria e la fame. A lavorare e faticare. Questo dovrebbero fare.
Il vero problema è stato considerare l'analfabetismo funzionale come qualcosa a se, svincolato dai bias, esattamente come in seguito è successo con l'effetto dunning-Kruger, dimenticando il fatto che tutta la razza umana ed anche parecchie razze non umane subiscono costantemente i propri bias. La motivazione per la quale una persona legge un testo del quale capisce solo ciò che vuole capire, nel 99% dei casi dipende dai propri bias di conferma, E questo vale per tutti i paesi del mondo Indifferentemente, Purtroppo dipende dalle idee preconcette rispetto al testo che si va ad analizzare.
Non capisco l'effetto dunning-kruger in questo caso. L'effetto Dunning-Kruger riguardava, esclusivamente, l'aspettativa che si aveva nei risultati delle verifiche. Il classico fenomeno dove uno che si aspetta di arrivare al 6 o al 5 se ne esce con un voto inferiore di uno o due punti, chi si aspetta di prendere l'8-9 se ne esce con un punto in più. Mentre chi si aspetta un 6-7 mediamente ci indovina. Niente di più e niente di meno. Poi i giornalisti l'hanno preso, l'hanno rimosso dal contesto, si sono inventati dei grafici deliranti e ne hanno parlato sulla base del grafico che loro stessi si sono inventati senza alcuna adesione con la ricerca effettiva e quest'ultima idea del Dunning-Kruger si è diffusa poi a livello popolare.
@anonimo6603 l'effetto Dunning-Kruger è l'attitudine a sopravvalutare le proprie capacità intellettuali , così come hanno scoperto Dunning e Kruger facendo ricerca sul primo paziente, intendo quello che usava il succo di limone per diventare invisibile , però poi continuando la sperimentazione hanno scoperto che essendo un Bias di Conferma, una persona con un carattere insicuro poteva risentirne al contrario e quindi sottovalutare le proprie capacità intellettuali anche essendo magari una persona molto colta, mi riferivo a questo.
nei paesi del nord Europa si ha più tempo libero. ci si può dedicare a hobby, famiglia, ecc. oltre al fatto che lo stress economico è nullo, o quasi. La gente in italia deve pensare a sopravvivere. questo è uno dei motivi.
Sai quante persone conosco che non hanno nessuna preoccupazione economica e tempo libero e non leggono niente? Io sono semre stata occupatissima con lavoro, casa, figli, madre da accudire, ma ho sempre letto tantissimo, in ogni momento libero, anche mentre cucino, in treno, sul bus o rubando le ore al sonno. Se ami leggere, leggi.
Il mio professore di Storia contemporanea all'università più di venti anni fa espose a lezione una teoria interessante; la forma di trasmissione della conoscenza in Italia è ancora fortemente improntata sull'oralità, in parte come eredità di una mancanza di un rapporto diretto con le scritture sacre che caratterizzava e caratterizza, invece, il mondo protestante. In tal senso la televisione (a quel tempo i social non esistevano) rappresentava un veicolo di trasmissione delle informazioni a dir poco privilegiato. Se l'indagine dell'Ocse è fatta su testi scritti, gli italiani non possono che essere svantaggiati. A mio avviso la spiegazione della scarsa propensione alla lettura può rappresentare, quindi, l'interpretazione più probabile, per quanto non l'unica. Anche le critiche al sistema scolastico possono avere una certa ragion d'essere, devo dire, però, che nella mia vita ho avuto a che fare con molti stranieri e sono rimasto incredibilmente sorpreso dalla loro ignoranza, soprattutto quando questa riguardava il loro paese, ovviamente non ho potuto costruire un adeguato campione statistico al riguardo.
Io credo dipenda da tre fattori: 1) Ozio. In Italia, una volta che hai ottenuto un posto di lavoro, puoi riposare. Raramente ti viene chiesto di aggiornarti, e non rischi mai il licenziamento per scarsa produttività. Specialmente se sei un dipendente statale, le nostre norme sono estrememente protettive del "lavoratore" e non altrettanto del "lavoro". In paesi più liberisti, come USA e nord Europa, devi competere continuamente. Perciò, devi leggere e aggiornarti tutta la vita. L'ignoranza è una tua responsabilità e non devi commettere errori grossolani o vieni licenziato. In Italia puoi commettere tutti gli errori che vuoi e puoi rimanere con le tue conosceze anni '90 finché muori. 2) Evoluzione della lingua Italiana. Forse l'Italiano ha subito trasformazioni significative negli ultimi decenni, inglobando inglesismi e semplificando alcune regole (ad esempio il passato remoto è caduto in disuso in favore di imperfetto e passato prossimo, anche il participio presente risulta antiquato). In pratica, abbiamo delle spaccature generazionali. Sarei curioso di sapere quali testi hanno usato come campioni per il sondaggio. I vecchi capiscono un tipo di italiano precedente ad Internet e alla tecnologia in genere, al contrario, i giovani capiscono l'italiano di Internet, e sono a disagio con i testi classici. Non voglio scusare gli ignoranti, ma devo constatare che esiste anche questo fattore. 3) Istruzione non adeguata. Probabilmente la scuola italiana è peggiorata, diminuendo di molto la qualità. Parlo per esperienza personale, la mia generazione si è sforzata maggiormente rispetto a quelle successive (subimmo anche molte più bocciature, ricordo una dozzina di ragazzi della seconda B ripetere l'anno con noi neo promossi). I compiti in classe chiedevano uno sforzo maggiore perché ad esempio dovevamo elaborare le nozioni apprese e scrivere del testo libero, invece di compilare test a crocette. Con gli anni la didattica è cambiata in peggio, ha introdotto una specie di "gamification" che cerca di salvare tutti, ma che in realtà condanna tutti a un livello mediocre/scarso.
Non credo che l'ozio sia un parametro così rilevante, per il semplice fatto che, per esempio, il primo documento sull'analfabetismo funzionale era riferito al periodo universitario, quindi verso degli studenti e non dei lavoratori e anche li non eravamo messi benissimo. Avverto comunque che, nel documento in questione (quello di questo video), si parla che in Italia sono stati intervistati molti immigrati con documenti e che il nostro campione (se non erro) è molto inferiore rispetto a tutti gli altri paesi. Siamo messi tra gli ultimi due e c'è scritto che i nostri risultati sono da prendere estremamente con le pinze. --- Sull'istruzione sono parzialmente d'accordo. Sono convinto anche io nel peggioramento, ma allo stesso tempo teniamo presente che ci sono paesi visti positivamente a livello di analfabetismo funzionale che si sono aggiornati a test a crocette mentre noi siamo ancora in un misto. Quindi non so, forse è un fattore, ma non mi viene da darlo così per scontato. Anche la gamification viene promossa di più negli altri stati ed è ciò a cui stiamo cercando di puntare. (Infatti, nel video, si parla di un'educazione troppo "vecchia".)
@@anonimo6603 Se è vero quello che dici (che il campione era molto inferiore e comprendeva immigrati), allora la comparazione tra nazioni è inconsistente, in pratica una supercazzola. A questo punto non credo affatto questa classifica, sarei curioso di sapere chi l'ha redatta. Non dovrebbero permettere la diffusione di tale disinformazione. Io penso che il problema dell'analfabetismo funzionale sia multifattore, ho solo elencato i primi tre motivi che mi sembrano molto rilevanti. Ho incluso il mondo del lavoro perché i miei clienti sono imprenditori, dirigenti, manager, sia nel pubblico sia nel privato. Certe zucche mi hanno fatto tribolare. Ho anche dovuto scambiare messaggi con informatici Europei e Statunitensi, Indiani e Pachistani, i problemi di comunicazione li ho avuti anche peggiori. Forse è un fenomeno più internazionale di quanto si voglia far credere. A dire il vero ho visto video di Americani che non riescono a leggere il quadrante di un orologio, e che non sapevano valuatare quanti minuti ci sono un quarto d'ora. Quindi... mah... ho seri dubbi sulla serietà di questi "studi".
Credo che fra le altre meritino attenzione due questioni: la scuola italiana, indipendentem. Dal livello di istruzione offerta, manca di obiettivi (stranamente, visto che ci sono molti indirizzi diversificati che dovrebbero offrire molti spunti verso l indirizzamento professionale o accademico) in altre parole la gente non sa perche sta studiando quello che sta studiando, quindi è piu difficile raggiungere obiettivi alti perche manca una delle componenti fondamnetali, cioe motivazione e direzione sul lungo perido. Brevi esempi: tutti ricorderemo sicuramente i pietosi libri di storia stampato solo per far fare soldi alle case editr. o altri, ma oggi stiamo scoprendo come anche la storia anche se non e scienza dei missili ha la sua importanta perche aiuta a capire perche succedono certi avvenimenti guerre ecc. E avere consapevolezza come cittadino, altra xes. È la matematica: difficilmente un quindicenne a cui non si mostrano applicazioni utili e "implementabili" dei concetti matematici spiegati scoprira dal nulla un aredente motivazione per la materia che lo porta ad approfondire e a utilizzarla per studi futuri, quando oggi buone basi matematiche sono piu importanti che mai per molti indirizzi di studio (e in qualche caso anche profesionalizzanti). L altro fatto è che lo studente rappresenta la terra di nessuno gra genitori e scuola, quando va bene viene ignorato da entrambi, quando va male finisce nel fuoco incrociato: seppur con idee diverse la famiglia e la scuola devono puntare a far raggiungere all alunno lo stesso obiettivo (miglioramenti+abilità++concentrazione+consapevolezza+elasticità mentale+quello che piu vi piace aggiungere) e quei pochi incontri scuola famiglia dovrebbero servire a entrambe le parti per fare il punto e fissare come obiettivo un miglioramento graduale entro il prossimo incontro e via dicendo... Ma per il motivo di cui sopra (mncanza di obiettivi) non si realizza quindi si attende semplicemente luglio del quinto (o terzo) anno per chiudere il capitolo. Cosi la motivazione è la strada e il mezzo e il c**o sulla sedia, e nessuno dei 2 implica l uso del cervello.
Perché la popolazione è molto anziana e non ha potuto, buona parte di essa credo, ma magari mi sbaglio, usufruire di un' istruzione di qualità. Negli ultimi 15/10 da quel che sto studiando, sono stati fatti tanti interventi tra cui l' istituzione della scuola per gli adulti, l' invalsi eccetera, a torto o a ragione alcuni di essi, perché tendono a pressare troppo o pretendere troppo da uno studente. C'è stato un periodo di vuoto secondo me penso tra la fine degli anni '70 e inizio anni '2000 in cui non c' erano molte misure, ma dovrei parlare a livello personale. Anche io pur essendo tuo coetaneo ho visto docenti leggere il giornale in classe, altri molto severi che venivano scambiati da me come antipatici, non c'è una consapevolezza tra i ragazzi di come sia importante l' istruzione, lo capiamo tardi...
In merito al fatto che gli utenti sui social leggono solo i titoli. Uso facebook, non come social vero e proprio, ma proprio come strumento di informazione, quindi vado a leggere gli articoli che direttamente o indirettamente vengono postati. Una volta letto l'articolo vorrei tornare su facebook per commentarlo o anche solo mettere un like, ma tornando a facebook mi riporta alla sua home e se proprio voglio commentare quell'articolo devo andarlo a cercare e, se per esempio non ricordo chi lo aveva postato, può essere non facile ritrovarlo. Scrivo questo per sostenere che i social ci vogliono così superficiali, al contrario di quanto idealizzato in merito alla loro funzione, desiderano e premiano gli utenti che non amano riflettere, ma solo affidarsi al proprio istinto.
Sono andato a leggere cosa fosse il "problem solving"ho aperto il primo link e c erano 3 parole italiane e 4 inglesi per tutto l articolo ti credo che diventiamo analfabeti.
Il fatto che la gente non legga è dovuto a quanto la scuola riesca a far odiare la letteratura imponendola e non incoraggiandola, ci sono passata, ma per fortuna col tempo ho trovato la passione nei generi che preferisco. Mettiamoci poi che la vita odierna non prevede più la “lentezza” ma solo il sensazionalismo e la velocità di fruizione… non lo so, in buona parte il problema è la cultura in cui ci troviamo, non gli strumenti di cui fruiamo, alla fine nel usare uno smartphone non c’è niente di male se si usa in un certo modo e nel giusto tempo
Se volete approfondire ascoltate anche il podcast dedicato su Patreon. www.patreon.com/posts/268-le-cause-118349887
molto ma molto interessante. Ti seguo da sempre e penso che stai facendo un lavoro immenso.
no grazie. Mi basta questo video. Ho gia' capito la propaganda woke di questo canale.
Perchè il quoziente intellettivo dell'Italia, fatto 100 i Nordici, è di 97 punti in media. E Nel Sud Italia 94, dove ci sono la maggior parte degli analfabeti. Il resto è noia.
Mi è capitato varie volte di "dibattere" sotto i commenti di Reel su Instagram con varie persone con cui mi trovavo in disaccordo. Trovo SPAVENTOSO quanto le persone non capiscano quello che leggono e sentono, e persino quando ho portato prove logiche che dimostrano vera la mia tesi le persone non riescono a comprendere di trovarsi davanti ad una prova. Presunzione totale di avere ragione e incapacità di distinguere un'opinione da un dato oggettivo
Il problema è che spesso anche i dati "oggettivi" possono essere strumentalizzati a piacimento
Purtroppo il formato reel spinge ad esprimere un opinione poco approfondita
io sta cosa la rilevo da talmente tanto tempo che ho perso la speranza, anche se in realtà per deformazione mia personale sono alla continua ricerca di strumenti retorici che possano essere efficaci in questo discorso
incredibile tu che sai all 100% che i dati che hai sono oggettivi
Bisogna anche analizzare la presunzione di avere sempre e comunque dati oggettivi.
La scuola è un disastro, l’università non è in grado di compensare, i programmi televisivi sono un disastro, la qualità dei libri è sempre più bassa, il livello dei documentari è sempre più basso, internet cavalca l’onda invece di opporsi. Ogni input in Italia spinge a far calare le capacità mentali.
Domanda: che speranze ha l’italiano medio di migliorare?
L'università peggiora rispetto alla scuola! Che i programmi televisivi abbiano più presa è colpa singola delle persone, e internet può essere peggio della TV dando l'illusione di una fruizione non passiva!
Rispondo alla domanda: nessuna.
La politica e i poteri finanziari vogliono questo. Chi non sa leggere si manipola meglio
Mi sembra una visione un tantino pessimista 😅
@@AdMaioraVertite e poi
acqua mutata in sangue, rane, zanzare, mosche velenose, mortalità del bestiame, ulcerazioni, grandine, locuste, tenebre, morte dei primogeniti
E non è tutto
La vita è una merda e poi muori
@@MarcoCrepaldi tanto ci reincarniamo
In non si sa che cosa
Speriamo non in carta igienica
Secondo me il problema è culturale a livello fondamentale, io sono di origine albanese eppure parlo e conosco l'italiano molto meglio di moltissimi italiani, addirittura alle superiori davo ripetizioni di lettere a mie compagne di classe italianissime e di buona famiglia. Il sistema scolastico si ha delle grosse lacune ma è inutile nascondersi dietro ad un dito, anche le persone sono responsabili, in primo luogo delle condizioni del suddetto sistema scolastico, in secondo luogo manca qualsiasi desiderio nella persona comune di elevarsi intellettualmente, guardate ad esempio le pagine più seguite sui social network, "ignoranza" è una parola chiave molto diffusa perché è un valore celebrato dalla gente, gli italiani non sono solo vittime ma anche carnefici di sé stessi. Inoltre un fattore che secondo me nessuno considera è il fatto che non ci sia mai stata una Norimberga italiana che costringesse alla critica personale e alla riflessione il popolo italiano, un popolo una volta grandioso e avanguardia, oggi decadente e incapace di ribellarsi e di raggiungere il livello di questi grandi di cui al popolino piace vantarsi.
Non avrei saputo dirlo meglio
Buongiorno! Penso che tu abbia messo in luce un tema fondamentale. Qui in Italia(certamente al Sud, dove vivo, ma credo che al Nord sia lo stesso) essere colti non ha nessuna attrattiva. Il nostro paese è così asfittico, ottuso, vecchio, stagnante e sclerotizzato in caste che, per migliorare la propria condizione sociale e professionale, è reputato più importante, probabilmente a ragione, 1)avere la famiglia o gli agganci giusti, 2)buttarsi in politica o nel mondo dello spettacolo 3) avere titoli universitari altisonanti( magari affatto corrispondenti ad effettive competenze e capacità) .
Se le cose stanno così, è chiaro che le persone sono completamente disincentivate a fare lo sforzo di imparare qualcosa ed esercitare il pensiero critico.
@@teresa5631 Ok ma qui non c'entra il parlare e conoscere l'italiano, non parliamo di analfabetismo ma di analfabetismo funzionale, è diverso. Poi non so se in Albania il numero di analfabeti funzionali sia basso.
@@teresa5631 Al nord generalmente parlando è anche peggio che al Sud
Esatto, è proprio un discorso di mentalità della gente
In italia l ISTAT ha rilevato che vi sono piu di 5.000.000 di individui classificati nella fascia della povertà. Questa e unaltra concausa : la povertà, l'esclusione dal contesto, la solitudine sociale, porta le persone a petdere stimoli vitali di innovazione e crescita . Terreno ideale per i Media per influenzare facilmente le Opinioni .
Amico lascia perdere la solitudine perche Senza di lei i danni sarebbero ancora più tosti e difficili da limitare...
Peccato che non siamo i poveri il problema ma studenti universitari o Erasmus col cervello più piccolo di un canarino, gente che vota una che è andata in un paese estero a manganellare altri solo per il fatto che non la pensavano come lei, da anni nella scuola superiore e universitaria è in atto un meccanismo volto a privare le persone della più umana delle capacità, quella di ragionare...
In un paese dove vanno fortissimi i reality show e i salottini televisivi non potevo aspettarmi diversamente.
Già da un pezzo ero dell'idea che questo paese fosse spacciato
Il successo di mediaset ne è la prova
Ma basta con sta cazzata de "La Mediaset la Mediaset"
Non fate i boomer pure qui dai 😅
I reality show e salottini sono diffusissimi in tanti altri Paesi, tutti i Paesi anglosassoni, e non solo. Hanno reality show ben peggiori dei nostri dato che praticamente tutto quello che arriva qua, inclusa tutta la monnezza Netflix viene dall' estero
Ridurre tutta la responsabilità a Berlusconi è una visione estremamente miope, dato che una grossa fetta di analfabeti funzionali sono i progressisti tendenzialmente di sinistra estremamente ideologizzati e ottusi
Ha decisamente piú senso scegliere come variabili esplicative di peso
1) la scarsa cultura, soprattutto al Sud, unita alla ridotta propensione ad acculturarsi, informarsi e arricchirsi come persone (attenzione: non ho detto dei meridionali in toto, ho detto al Sud, inteso come ambiente e mentalità) mi spiace per chi si irriterà ma è così
2) un sistema scolatistico estremamente antiquato, nozionistico e con insegnanti decisamente poco competenti e motivati e molto di parte che le poche volte che parlano di attualità lo fanno in maniera propagandistica
3) la grossa tendenza dell'italiano medio a essere un super cafone che idolatra personaggi cafoni che lo rendono ancora più ottuso e ignorante, solo in un Paese di cafoni analfabeti si può idolatrare come una Dea un personaggio come la Ferragni, che in un qualsiasi Paese del Nord Europa verrebbe ridicolizzata e ignorata
Cazzate. Non si valuta una persona da come si trastulla.
Stessi programmi in tutto il mondo...
ma poi sono quelli che si riproducono. Quella è la disgrazia. I childless millennials sono quelli con IQ altissimi.
Da molti commenti che leggo qui i cui commentatori hanno tutti il "motivo" in tasca dell'analfabetismo funzionale denota solamente quanto questo sia radicato.
Il fenomeno è multifattoriale, esula dal titolo di studio, dalla classe sociale e dalla qualità della scuola frequentata.
Veda più su il mio commento se la soddisfa, differendo dal comune pensare. Io ho la verità in tasca, perché non ho nessun problema a dire che mi serva solo per vincere. La saluto cordialmente
Infatti, tanti laureati sono analfabeti funzionali, oltre a non saper distinguere tra "è" verbo ed "e" congiunzione.
In un paese dove il primo pensiero e fare quadrare i conti la dice tutta
Io però ho ragione 😂 (analfabeta funzionale mode on). Ti lovvo ❤
Pandemenza docet.
Sono un docente di lettere alle scuole secondarie. Ce la metto tutta per parlare di attualità in classe e insegnare ai miei ragazzi a ragionare, ma non è facile quando nel Paese regna l'idea per cui la scuola serva solo a sfornare lavoratori subalterni, meglio se in versione automi silenziosi. Una volta la scuola serviva proprio a imparare a stare al mondo, a pensare con la propria testa. Poi oggi con i tablet su ogni banco è ancora peggio.
È di fatto così, fanno bene a non darti retta. La scuola non insegna il pensiero critico invece, essendo un agglomerato di femminismo e gente di sinistra
Lavoro da 15 anni nel settore informatico, per grosse multinazionali.
Vedo ricercatori scientifici dei campi più disparati (biochimica, linguistica, eccetera) entrare nell'informatica semplicemente perché paga decentemente. E sono bravi, ma per meriti personali (infatti, NON hanno studi informatici). Certamente sarebbero ancora più bravi nel loro settore, ma si guadagna di meno.
All'opposto, vedo orde di laureati in informatica che non riescono a guardare oltre al proprio naso. Li metti di fronte ad un lavoro concreto e si sciolgono come neve al sole. L'università li prepara solo ad essere presuntuosi ("io ho studiato").
Infine, vedo orde di idraulici, muratori, ma perfino colf e badanti, che guadagnano più di un informatico appena assunto (e talvolta anche più di me, che ho 15 anni di esperienza nel ruolo). Per non parlare di chi semplicemente possiede una casa da affittare a Milano, dove vivo.
Quindi confermo: la scuola (purtroppo) serve solo a sfornare lavoratori subalterni. Un po' per colpa della scuola stessa, troppo astratta e teorica. Un po' per colpa del nostro sistema economico, che premia un tassista più di un dottore.
Non voglio dire che sia LA causa ma, secondo me, un fattore molto influente è un sistema scolastico concepito male: non fornisce una adeguata motivazione per l'impegno in uno studio che, nei suoi contenuti, rimane troppo disancorato dai problemi che quotidianamente bisogna affrontare.
la scuola dovrebbe concentrarsi più sullo sviluppo delle qualità della persone che sull’apprendere a memoria nozioni inutili. Superato questo percorso poi si inizia a specializzarsi per il futuro
La scuola è un postificio
@ansharltc Sono d'accordo ma voglio andare ancora più in profondità sebbene mi renda conto che il compito è molto arduo. La scuola dovrebbe portare gli studenti a DESIDERARE di essere delle persone "di qualità". La difficoltà sta tutta nel realizzare una politica di gestione dei sentimenti che lasci un'impronta per tutta la vita. Purtroppo, in questo senso, bisogna tenere anche conto del fatto che ognuno di noi è diverso per cui una prima direzione in cui muoversi potrebbe essere quella di concepire classi con pochi studenti: un professore per 5 studenti al massimo, per dire.
@@Marco-t8q per ditte e per cantieri
Nessuno pensa che sia voluto? Nessuno pensa che chi governa vuole una popolazione ACRITICA? Non vedo un solo partito che ci voglia mettere mano(se non per tagliare e peggiorare ancor di più la situazione).
Anche qui "nessuna correlazione"?
Io non ho potuto studiare in Ateneo, la mia famiglia non poteva permettersi i libri costosi! Ma sono fiera di me stessa...ho studiato da sola e in famiglia mi fanno passare per quella che risponde perfettamente e storicamente alle domande! Ragazzi studiate ...la cultura ci eleva!❤
❤❤ bravissima!
Non capisco il commento
Un motivo temo sia la scuola. Sono un docente di liceo (insegno matematica e fisica), e di insufficienze in italiano non se ne vedono praticamente mai: vedo dare il 6ino anche a ragazzi che hanno difficoltà a scrivere in corsivo o, addirittura, le doppie.
Com'è possibile che tutti raggiungano la sufficienza in "lingua e letteratura italiana" se poi quando vanno a leggere un problema di fisica non sanno distinguere dati noti da quelli non noti?
Porca vacca...ma quando è successo l'armageddon che al liceo avete 27 ORE SETTIMANALIIIIIHHHHHHHH!?!... Io insegno alla primaria...con laurea in lingue...ma ho fatto un LICEO SPERIMENTALE MAXI BROCCA con 36h SETTIMANALIIIHHHH.....E TTE CREDO CHE SIETE IN CRISI...da 2 anni classi quarte e quinte siamo a 29 ore a settimana, con specialista che viene a fare 2 ore di Edu.fisica😮😮😮 più 9re che al liceoooooohhhhhh😢
Troppo buonismo e certificati di dislessia a destra e a manca, secondo me sono le cause principali.
Avevo sentito che lo stato promuove (leggi: finanzia) le scuole con la maggiore percentuale di promozioni. Se questo è vero (francamente non ho mai approfondito in questo senso) è presto detto perché molte scuole siano solo dei "diplomifici". Tanto poi una volta fuori 'ste "capre" diventano un problema altrui...
La risposta parte dalla famiglia. Professori severi come una volta portano parecchi figli a ricevere insufficienze ed il genitore medio di oggi richiama il professore per dirgliene 4 con frasi tipo: lei sta rovinando il futuro di mio figlio. Se viene bocciato rimarrà indietro rispetto ai suoi coetanei. Se gli mette ancora l'insufficienza, la denuncio
Il corsivo e' obsoleto, per le doppie, le h e la punteggiatura, carenza alle primarie e in famiglia
L'esperienza che ho avuto con i miei figli è che la scuola li ha letteralmente vaccinati contro la lettura, proponendo testi di elevato valore morale, di sicura testimonianza dei tempi, di una noia da poterli somministrare in alternativa alla morfina.
Io ricordo letture emozionanti, che alimentavano i miei interessi, anche perché quando ero giovane vivevamo di interessi e di cose da fare, di qualunque tipo, dall'arte alla scienza, dalla tecnologia alla scoperta tramite i viaggi. E per ogni interesse non si poteva fare a meno che leggere, era li la fonte del sapere. Oggi mi sembra che le attività finiscano con il periodo del gioco, che non transita più all'età giovanile e adulta, siamo solo spettatori di cose fatte al sicuro da persone che sanno quello che fanno, e da non ripetersi in casa, attraverso prodotti e servizi pronti all'uso.
Da pionieri a turisti, e da turisti a salme.
Credo sia una inevitabile deriva della ricerca della sicurezza a tutti i costi per i nostri figli, da una parte, e la ricerca di prodotti e servizi idiot prof dall'altra
Mi personalissima opinione. La scuola, fin dalle elementari, ha smesso non solo di far leggere LIBRI agli scolari, ma anche di FAR SCRIVERE gli scolari: temi, temi e temi. Imparare a scrivere è un sforzo notevole che spinge la persona a sviluppare un pensiero logico, critico, a formulare un linguaggio sensato, anche elegante ecc. E costringe pure a informarsi per poter poi scrivere cose sensate.
Ci si sta riducendo all'insegnamento di qualche regola grammaticale, piccoli pensieri conditi da EMOTICON, test A CROCETTE... mi fermo qui.
Non penso sia vero, io ho finito le elementari 10/11 anni fa non sono proprio un matusa e i temi di Italiano sono sempre esistiti e sempre esisteranno, le emoticon etc vengono usate solo in una tipologia particolare di tema, quella che simula mail-lettere e discussioni informali ma del resto si fanno testi argomentativi, descrittivi, racconti di storie e compagnia cantante. Le scuole credo prendano ancora libri dalle biblioteche e diano da leggere come compito per le vacanze
Detto bene
@@federico1248anch'io verso quegli anni ma siamo sicuri che le cose non siano cambiate negli ultimissimi anni? Io purtroppo non ho figli piccoli quindi non posso sapere la risposta
Far amare la lettura ai bambini sarebbe già un buon inizio, ma se i genitori non hanno mai avuto questa sana e piacevole abitudine....adieu 😢
Verissimo!
Purtroppo le cause sono molteplici. Da un lato la scuola non invoglia ad approfondire, a scoprire, ad indagare, ma troppo spesso appiattisce a mera ripetizione a pappagallo - gia` quando andavo al liceo io (ed avendo 54 anni un po' di acqua sotto i ponti ne e` passata) ero considerato "strano" perche` andavo ad approfondire, perche` se un monologo di Shakespeare mi prendeva mi leggevo l'intero Macbeth in lingua originale, anche se non era minimamente richiesto. Dall'altro lato c'e` una fruizione sempre piu` acritica e massiva di contenuti propinati dai social, il cui spessore e` paragonabile (con grandissimo ottimismo) ad una carta velina, e in cui i modelli che vengono celebrati e proposti alle generazioni piu` giovani sono quelli di "non faccio nulla, tutto mi e` dovuto, mi drogo e faccio la bella vita". In Italia soffriamo anche di una quasi "demonizzazione" di tutto quello che e` matematico - capisco che non tutti nella vita quotidiana risolviamo equazioni differenziali alle derivate parziali, ma seriamente conosco gente che deve contare sulle dita per fare 13+8... per non parlare dell'inglese, che nel 99% dei casi non arriva nemmeno a chiedere l'indicazione per il bar piu` vicino...
A proposito di approfondire ... Una volta i libri scolastici erano molto descrittivi e prolissi. Quelli di oggi sono molto sintetici e molto spesso non danno spazio a dei dubbi, soprattutto quelli di storia.
@@Mikkieh Per mia personale esperienza , i libri scolastici più sono vecchi e meglio sono fatti. Poi come siano attualmente i testi scolastici , non ne ho idea.
La maggior parte degli analfabeti funzionali stanno nelle fasce di età più alte tra quelle indagate, perciò secondo me non è da ricercare nelle scuole la principale causa di questo risultato
Sono un docente di scienze nelle scuole superiori e lavoro in Umbria. Nell'attribuire l'aumento degli analfabeti funzionali alla didattica moderna mi trovo un po' perplesso. Ricordo che quando andavo a scuola io il sistema di insegnamento era anche più vecchio di quelli che vedo attuati oggi, comprensibilmente. Non si organizzavano quasi mai veri e propri dibattiti e non c'erano classi rovesciate o altre metodologie che ci sono oggi. Eppure io e i miei ex compagni di classe siamo diventati delle persone capaci di un discreto pensiero critico. Credo che la causa di questa incapacità di ragionamento non risieda nell'assenza di dibattito, quanto nella superficialità dello studio e nel fatto che non leggiamo più. Se hai conoscenze troppo scarse cosa vuoi elaborare?
Sono docente anche io e concordo COMPLETAMENTE
Non sono docente, ma concordo pienamente. Io do la colpa ai genitori. Quanti figli vedono i genitori con un libro in mano? Oggi mi capita di entrare in casa di gente che conosco e non trovare neanche un libro sugli scaffali, oppure letteratura scolastica, rimasuglio polveroso dei tempi della scuola.
Io ho 55 anni. La scuola mi motivava? NO. Era ancorata alla realtà? NO. Era nozionistica SÌ. Eppure in tanti ci siamo laureati, e parlo di un paese del profondo Sud... Dire che la responsabilità dell'analfabetismo funzionale del giorno d'oggi è della scuola non mi sembra corretto.
essere laureati non vuol dire smettere di essere analfabeta funzionale
Stai riferendo il problema a te stesso e a qualche persona che conosci. Non hai capito che il discorso è su scala mondiale. Non hai capito nulla, sei un analfabeta funzionale.
La scuola é una con-causa. Ad esempio in Italia NON si legge, giornali e libri. Si guarda Tik Tok, Instagram e RUclips.
Sono d' accordo
Un paese senza organizzazione, disciplina, scuila di livello.
Prima la tv commerciale, poi i social media.
Senza speranza, temo 😢
Io vedo due problemi oltre il discorso del nozionismo scolastico. Il primo problema è una fortissima mancanza di curiosità e di voglia di cultura (arte, musica ma anche cinema). Il secondo problema è la voglia di “non perdere tempo”. Pensiamo, ad esempio, che su molti quotidiani prima di iniziare l’articolo c’è scritta la durata di lettura….
anche l'università presenta il problema del nozionismo
Il cinema!ne ha spappolati di cervelli lasciamolo perdere
@@remoalivernini2693 sono pienamente d'accordo sul cinema. Ad oggi un film in italia ha successo se rispetta i canoni dell'italiano medio ovvero, più vicino alla realtà media delle persone. Vedi ad esempio i vari "benvenuto al sud/nord/presidente". Ma potrei fare 1000 altri esempi come cettolaqualunque, etc. Film che fanno riflettere e sono molto azzeccati anche per un intellettuale ma la cosa finisce lì. Non c'è nulla di concreto e di costruttivo ma solo per evidenziare problemi ovvi che tutti conosciamo e siamo pronti a puntare il dito sul politico in carica
Secondo me è anche la famiglia: è chiaro che i figli si sentono vessati dalla scuola quando a casa i genitori gli dicono che gli insegnanti che fanno qualche osservazione su di loro hanno sempre torto. Non si può sperare che sia la scuola a creare la motivazione. La scuola deve insegnare anche cose noiose. Ma se a casa i genitori non ci insegnano che dobbiamo fare anche le cose noiose non si va da nessuna parte.
Eppure le cose noioso le fanno i bambini italiani. L'Italia è il primo paese per ore di compiti fatti a casa in Europa, ma rimaniamo tra gli ultimi per competenze e obiettivi.
@GodUd6589 ...a patto che i compiti non li faccia ChatGPT... 🙄
Non ci può essere pensiero critico, se si conoscono sì e no cinquanta parole, dieci fatti storici, tre o quattro formule matematiche. Il ragionamento emerge dall'interazione tra nozioni o comunque non può poggiare sul nulla. A scuola tutti abbiamo affrontato lo studio della trigonometria, della divina commedia e della genetica mendeliana, ma quanti di noi, a distanza anche solo di qualche giorno si ricordava qualcosa. Gli insegnanti si preoccupano di spuntare tutte le voci da una lista puntata, senza preoccuparsi affatto della permanenza delle conoscenze, crediamo che il problema sia la troppa teoria, ma io ritengo che sia invece di matrice gnoseologica, di come pensiamo la conoscenza: proprio distinguendo la teoria dalla pratica, che è invece l'altra faccia di una stessa medaglia. La soluzione quindi non sta di certo nel cercare di “instillare il pensiero critico” nella testa dei futuri cittadini, che rimane sicuramente uno degli obbiettivi da raggiungere, ma da raggiungere con altri mezzi.
Ma poi le nozioni servono. Anche se si trattasse solo di imparare a memoria i primi cento nomi e numeri dell'elenco telefonico, sarebbe comunque un esercizio. A maggior ragione, se si imparano nozioni tra loro collegate, si ha il materiale perché il pensiero critico le colleghi. Il pensiero critico senza le nozioni è come costruire una casa senza mattoni, cemento o altro materiale da costruzione.
Dal mio punto di vista c'è qualcosa che non torna quando si collega Analfabetismo Funzionale e Complottismo per molti motivi.
Iniziando dal fatto che nel Complottismo c'è roba che spazia dal Terrapiattismo al Nov@c$ alla medaglia d'oro olimpica di pugilato femminile algerina: lo spirito critico mi dice di distinguere tra una nozione che da secoli è stata dimostrato essere erronea (la Terra piatta) a cose che i giornali ci danno per oro colato, ma che basta aspettare qualche mese o i canonici decenni per i vari segreti militari, per sapere qual era la verità e che si aveva ragione dall'inizio. Non mi addentrerò in esempi, per non divagare, ma ci tengo a dire che i primi che danno del complottista a chi non crede alla prima versione ufficiale, sono gli stessi che non cambiano idea (scusarsi mai) quando una notizia "vera" viene sbugiardata ufficialmente.
Sono portato a non leggere più i giornali per partito preso, perché troppe volte ho letto notizie, che sapevo di prima mano, riportate in maniera faziosa e sì, leggo quasi sempre solo i titoli perché tante volte sono solo clicbait, tante volte è fuffa e perdita di tempo, errori/orrori ortografici, notizie a metà, non confermate e/o faziose, proclami politici a mezzo stampa.
Dopo che "sai" che c'è un'Agenda e che la Stampa è il mezzo con cui le elite mondiali vogliono costringerci a cambiare comportamenti e limitare le nostre libertà.. beh, non puoi dimenticarlo così facilmente. Anche qui gli esempi si sprecano: basti pensare all'alone di cospirazionismo che c'è col Bilderberg o il WEF e chi invitano, cioè molti giornalisti che poi sono i più ferventi fautori delle varie direttive.
Generalmente guardo una notizia su qualche canale social un po' affidabile (ovviamente non Open, Fanpage) e puoi faccio la media con quello che dicono i "professionisti dell'informazione".
Io vorrei aggiungere una cosa. A parte il sistema scolastico che è fallimentare sotto tanti aspetti, viviamo in un paese in cui per campare decentemente bisogna ammazzarsi di lavoro. Abbiamo stipendi bassissimi e questo non viene neanche moderato dalle istituzioni. In Italia buona parte di noi non vive , sopravvive. In un contesto del genere, in cui il tempo libero e la possibilità di svago sono utopie, dove si trova l’energia mentale per impegnarsi veramente nella lettura?
Esattamente quello che dico da anni ma che non viene mai preso in considerazione.
Il tempo e l'energia per viverlo sta alla base, ci si distrae verso altri argomenti quando il fulcro del discorso in generale è proprio il tempo.
Dipende dai punti di vista, per me il mondo è pieno di ignoranti che non sanno innestare un castagno ne mungere una pecora, invece al paese mio è pieno di gente che manco sa cosa vuol dire problem solving però sa aggiustare tutto, dalla casa al trattore.
Comunque il "paese" non è né tuo né del sindaco... sappilo
In Italia ci troviamo ad avere un sistema scolastico che punta sul memorizzare informazioni e il ripeterle a pappagallo, non si dialoga più perché i professori trattano gli alunni come degli stupidi e quando scoprono che non è come pensano nella maggior parte dei casi invece di stimolarli e continuare il discorso chiudono la porta o addirittura se scoprono che lo studente ha ragione su un argomento e sono loro in torto si sentono offesi... Se a questa chiusura da parte della scuola aggiungiamo il fatto che la popolazione invecchia e resta fossilizzata nei suoi ideali viene a mancare la possibilità di discutere e ragionare anche fuori dalle scuole... Per quanto riguarda la lettura invece non so proprio cosa dire, personalmente amo leggere ma mi sono accorto che se leggi in pubblico molte persone ti guardano come fossi un alieno, nelle scuole chi ama leggere è spesso deriso dai compagni che tendono ad isolarti perché magari invece di guardare la partita hai letto e quindi non hai nulla di cui parlare durante l'intervallo ed etichettarti come "sfigato" o secchione e anche questo alla lunga potrebbe portare ad abbandonare la lettura in favore di altri passatempi che permettono di integrarsi meglio... Personalmente preferisco stare isolato con un buon libro ed i miei pensieri che stare in mezzo a gente che ha un vocabolario limitato a "oh, frà e zio"...
Vivo in Danimarca da 30 anni con periodi vissuti su 3 continenti... Assicuro tutti gli italioti che sono comunque in ottima compagnia perché è esattamente la stessa situazione ovunque voi andiate. Semmai può cambiare la metrica di valutazione ma vi assicuro che anglosassoni, scandinavi, mediorientali ed africani hanno tutti lo stesso livello di comprensione... Cioè si fermano al titolo.
Concordo, ho lavorato 35 anni in una multinazionale e ho avuto a che fare con molti colleghi stranieri e, a parte alcune eccezioni, di persone "culturalmente" preparate non è che ne abbia trovate poj così tante (soprattutto tra quelle di oltreoceano), poi chiaramente il mio caso non fa media, ma quando leggo certe statistiche bhe qualche dubbio alla fine mj viene.
Quanto accaduto a inizio 2020 e le follie assurde durate per oltre due anni sono l'esempio lampante del livello di analfabetismo funzionale molto diffuso anche tra i laureati.
Li non è solo analfabetismo ma anche ignorante e scarsa capacità di ragionare.
Partiamo dal presupposto che, se dividessimo l'Italia in due e considerassimo solo la parte alta, le percentuali cambierebbero drasticamente...ma oltre a questo il problema di fondo ritengo sia la mancanza di intelligenta emotiva di base, una skill molto importante che permette, sia comprendere testi profondi, sia interfacciarsi con gli altri
Se se solo la parte alta 😂
Viva la terronia
Forza azzurri
@@rickyblueyes90 Che cosa si intende per intelligenza emotiva e come si misura? La maggioranza delle dottrine psicometriche concorda sul fatto che non esista
Non penso che sia l'intelligenza emotiva il problema. Intesa come capacità cognitiva credo sia distribuita secondo una distribuzione normale in tutte le popolazioni e forse quelli del nord neanche eccellono in questo (ha presente Nord Europei?).
Conosco per esperienza diretta autistici con bassa intelligenza emotiva, ma con capacità cognitive eccezionali.
Io credo che un ruolo importante lo giochino gli stimoli ricevuti. Se abiti in una zona rurale (nord o sud fa differenza solo in quanto al sud ci sono più situazioni di questo tipo) riceverai: un'educazione tradizionalista (intenzionalmente non ho usato il termine "tradizionale"), pochi stimoli, un'istruzione peggiore che in città, minori opportunità, minori possibilità/necessità di viaggiare e imparare una lingua.
L'ingegno si eredita, ma si affina anche con la necessità. L'Italia è poi specializzata nello sprecare i talenti.
@@marcobeardo985 Al di là di tutto, l'intelligenza emotiva è stata depennata da un pezzo da quasi tutte le dottrine psicometriche, non è definibile e pertanto si propende con la conclusione della non esistenza.
Non parlare dei cervelli in fuga, in questo discorso,
non considerare la catastrofica incapacità del sistema italiano
di retribuire adeguatamente i cittadini più altamente istruiti e specializzati,
mi pare una pecca imperdonabile.
Ovvero: la conclusione del video, che di base incolpa il nostro sistema scolastico per i dati riscontrati,
parrebbe smentita COMPLETAMENTE dal successo dei laureati italiani fuori dai confini nazionali.
(*)
Secondo me è giusto parlare di sistemi di apprendimento più attivi per gli studenti di scuole elementari e medie,
perchè sicuramente questi aiuterebbero a formare persone più abili nel pensiero critico.
Ma credo anche che il problema evidenziato dai dati
sia MOLTO più legato alla situazione socio-economica del nostro paese,
di quanto non sia direttamente una conseguenza
dei metodi d'insegnamento delle nostre scuole dell'obbligo.
Grazie dei video!
(*) Va' da se' poi,
che la fuga dei cervelli abbassa direttamente il numero stesso
delle persone dotate dei più alti livelli di comprensione del testo,
che abbiano completato il corso di studi fino alla laurea,
e che siano attualmente presenti sul territorio nazionale.
Mah, io ho fatto tutte le scuole in Italia.
Diplomato allo scientifico agli inizi del 2000. Didattica tradizionale molto incentrata sulla nozionistica. E mi ritengo un gran privilegiato!
Durante i miei anni di università all'estero mi rendevo conto che la mia preparazione culturale era molto più vasta di quella dei miei compagni di corso provenienti da altri paesi.
Gli unici studenti con i quali potessi realmente confrontarmi erani quelli provenienti da Cina, India ed ex blocco sovietico. Il resto era composto da stuedenti poco consapevoli di sè stessi e del mondo nel quale vivevano.
L'unica cosa che mi manca é il fatto di aver avuto poca matematica. Benchè frequentassi uno scientifico, avevo 3h di matematica/settimana contro 5 di latino.
Ma non si puo avere tutto...
Semplicemente la gente è stupida. Lavorando con il pubblico mi sono imposto di parlare sapendo che la gente molto spesso non capisce cosa gli dico.
O sei tu che non parli chiaramente, giudice
della "gente" 🤔🤔
No Marco, la scuola sarà anche imperfetta, ma bene o male si è svecchiata. E ti assicuro che lo spirito critico viene invogliato sotto diversi punti di vista. L'indolenza degli studenti va cercata soprattutto a livello famigliare e sociale, dove i condizionamenti maturano e agiscono in modo molto piu incisivo. Hai voglia poi a fare il funambolo per stimolare l'interesse dei ragazzi, chiusi nei loro pregiudizi e in una prematura disillusione..!
Sono d'accordo, sono una docente di Lettere.
Benissimo. Il problema é che votano (e si vede...)
Un grande problema che c’è in Italia è la disinformazione a cui sono esposti gli italiani a scuola . In Italia tutti ripetono in continuazione che è uno dei migliori paesi del mondo evidenziando le cose positive quando in realtà non è neanche vicino alla realtà ma molti si sentono completi sapendo che non c’è di meglio e non hanno la curiosità di sapere cosa c’è fuori dall’Italia
Da professore universitario dico che il livello di troppi studenti che arrivano dal liceo è molto basso. Inoltre le cose sono drammaticamente peggiorate in conseguenza dei prolungati periodi di DAD durante la pandemia
Col dovuto rispetto e senza inficiare il suo lavoro ma commentando solo un trend scolastico: la laurea oggi ha perso valore anche perchè i professori universitari non si prendono più il dovere, e le responsabilità annesse, di bocciare anche in toto chi non ha un livello sufficiente. Questo accade in ogni facoltà, da medicina che si ritrova studenti che faticano a risolvere un'equazione chimica di base relativa al contesto farmacologico, fino ad arrivare al lato umanistico dell'università che è diventato un insieme eterogeneo di competenze spesso non collegate tra loro. L'Università de facto sta accettando e quasi promuovendo il peggioramento del livello dei suoi studenti. I test d'ingresso spesso valutano solo capacità mnemoniche e di ritenzione dell'informazione, non la preparazione fattuale di uno studente; e spesso sono anche molto "permissivi" per esempio ho visto domande del livello "dove è situato il cuore" (manco il muscolo cardiaco, troppo complicato si vede) le cui risposte erano "torace, braccio, testa, addome", non dico la facoltà per ovvi motivi; se questo è lo screening il livello si adegua.
poi ben inteso la mia è solo un'analisi del trend e non del suo operato o della sua categoria professionale in toto
@@mattiaciampi2165 Carissimo, lei ha ragione ma ormai bocciare tutti quelli che se lo meritano sarebbe come la lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, purtroppo. Bisogna allargare sempre più le maglie della rete visto il livello disastroso di tanti che entrano.
Le posso chiedere da quanti anni insegna? Giusto per capire quanto abbia potuto osservare questo trend nel corso degli anni o se è riferito a una sua percezione personale(se ha iniziato da poco come docente intendo)
@ dal 1992, il livello si è abbassato tantissimo da allora
in realtà l'ho vissuta e la vivo tutt'ora da studente la realtà di cui parlo, andando per la seconda laurea magistrale. Consultare esiti e prove d'ammissione è pubblico come lo è assistere agli esami, e io stesso sono stato promosso a fronte di una preparazione/esposizione parziale, questo lassismo l'ho provato sulla mia pelle e da lì poi la consapevolezza di portarmi dietro lacune che dovrò colmare. Dico questo perchè purtroppo ad oggi, ed è fattuale, l'università è diventata un parcheggio post diploma, e lo dico da studente ben inteso. È oggettivo che tempo addietro le università era molto più selettive con standard più alti, difatti, se andiamo a vedere la laurea ha perso valore anche per questo; salvo fortunati casi con la triennale ormai hai difficoltà a trovare impiego.
Ma perché il popolo è ignorante? Perché deve esserlo. L’ignoranza è custode delle virtù. Dove non ci sono prospettive, non ci sono ambizioni; l’ignorante è in una botte benefica che, sopprimendo lo sguardo, sopprime le brame. Di qui l’innocenza. Chi legge pensa, chi pensa ragiona. Non ragionare è un dovere; è anche una fortuna. Queste sono verità incontestabili. Su cui si regge la società.
Victor Hugo
... la societa' Afgana?
Ecco una versione rivista del testo:
Tutto questo è profondamente scoraggiante. Vorrei aggiungere che il divario nella nostra società non è più soltanto economico, con una crescente polarizzazione tra ricchi e poveri, ma si sta manifestando anche un divario mentale, un divario psicologico. Sempre più spesso si incontrano persone molto lucide e sveglie, mentre, dall’altra parte, ce ne sono altrettante che sembrano mancare di quella stessa lucidità e prontezza. Ritengo che questo fenomeno sia in gran parte dovuto alla crescente presenza di internet, dei social media e degli smartphone nelle nostre vite. La mancanza di controllo su questi strumenti fa sì che molte persone subiscano prevalentemente, se non esclusivamente, gli effetti negativi di tali tecnologie, che tendono a impoverire la mente e limitarne le capacità.
se per persone "sveglie" intendi coloro che si mostrano prepotenti e si credono più furbi degli altri allora non sono realmente "sveglie"
Quindi questo dovrebbe impattare anche le persone degli altri paesi in egual modo. Invece qui si sta parlando di Italia, quindi bisognerebbe analizzare quello che ci differenzia dal resto del mondo industrializzato.
Il problema è che votano...
Di solito se ne fregano di votare
Però se gli danno 50 euro ci vanno
Tu chi voti pensando di fare una cosa decisiva?
Hai votato per dare armi a un paese extraeuropeo?
Hai votato per avere il ponte di Messina?
Hai votato per inasprire il codice stradale e lasciare indisturbata la micro criminalità?
@andreafiorentini3555 e tu chi non hai votato
Astensionismo.
Votano PD e chiedono più Europa 👀
la lettura è vista come un DOVERE e non un piacere.
Ci sono genitori che odiano leggere ma comprano libri ai figli perchè loro devono farlo, questi bambini crescono associando la lettura ad un inutile e noioso dovere e questi appena saranno liberi smetteranno di leggere, diventando a loro volta genitori che odiano leggere ...
L'unico modo è spezzare le catene del DOVER leggere e crescere una nuova generazione che associ i libri ad un DIVERTIMENTO, da questo punto di vista i libri che gli insegnanti obbligano a leggere possono creare più danni che benefici, i bambini devono essere guidati a scegliere il libro da leggere e a capire i loro personali gusti di lettura non obbligati a leggere libri "sbagliati" per loro o per quello specifico momento
come fare odiare la lettura ad un ragazzo: costringerlo a leggere I Promessi Sposi e La Divina Commedia.
Nel 1962 Pasolini faceva dire ad Orson Welles in suo film che l'Italia ha il popolo più analfabeta e la borghesia più ignorante d'Europa. Direi dunque che le cause affondano le radici lontano nel tempo, e la tendenza non si è invertita.
Ma che bravo quel Pasolini...!?
per me è tutto molto pù semplice, da noi è sempre il bue che da del cornuto all'asino
La realtá é diversa dai film . La fine di Pasolini é l’esempio . Per lui erano tutti ignoranti , poi é finito spiaggiato lui !!!
@leondegr2435 quello che hai scritto non ha senso logico
@leondegr2435 Appunto,
chi era, il depositario della verità?!?!
Per forza si leggono solo i titoli dei post.. avete provato ad aprire i links? Sono pieni di pubblicità aggressiva e molte volte impossibili da leggere
Ritengo che la quantità di libri letti sia un pessimo indicatore per misurare il grado di vivacità intellettuale di una popolazione.
Siamo nel terzo millennio e in internet possiamo trovare innumerevoli occasioni per apprendere, riflettere e dibattere.
Per fare un esempio: un libro (magari di uno di quegli influencer a cui facevi riferimento) è significativamente meglio di una decina di tuoi video, come spunto di riflessione?
Oggi la rete è piena di podcast e video di divulgazione su ogni ambito dello scibile umano, e se ne trovano di ottima qualità.
Chiaro, si trova sempre qualche cialtroneria complottista, ma lo stesso si può dire per libri e quotidiani.
Lo sforzo mentale che serve a comprendere un libro, e' di gran lunga superiore a quello necessario a guardare un video. Va da sé che i concetti appresi da un libro, rimangano molto può impressi di un qualsiasi video di 1 minuto. Si tratta del problema della volatilità delle informazioni. Ci sarà un motivo per il quale ci sono più ignoranti oggi con internet, che un tempo in cui le informazioni dovevi andartele a cercare in biblioteca. In Italia tanti ascoltano i podcast di Barbero, vai a chiedere loro qualche informazione storica, a malapena sanno in che anni si sono svolte le due guerre mondiali.
@@EvilShinsaitho Dissento su più punti.
Se è vero che la lettura di un libro è un processo più impegnativo delle alternative citate, questo non comporta che abbia un effetto significativamente migliore.
A scuola si è sempre studiato sui libri, prendiamo come esempio gli eventi storici. Per mia esperienza difficilmente nei libri sono riuscito ad apprezzare davvero le dinamiche economico-sociali che hanno causato determinati eventi storici. Terminata la scuola invece, grazie a film, podcast e addirittura videogiochi (sì videogiochi!) penso di aver sviluppato una maggior consapevolezza delle dinamiche che hanno portato a determinati eventi, magari riuscendo poi a riconoscere analogie con fatti di attualità.
Qui ho parlato di esperienza personale ma non credo di essere l'unico in questa posizione.
P.S. Ricordare le date delle guerre mondiali mi sembra l'esempio perfetto di conoscenza mnemonica e priva di valore alla quale non tengo affatto.
La mia risposta è scomparsa, per fortuna è rimasto il like......
@@EvilShinsaitho sì quello sforzo può indirettamente aiutare ad allenare l'autocontrollo se uno è troppo iperattivo e non riesce a fermarsi un minimo a riflettere (magari appunto partendo da un libro paragrafato, inutile dare a un ragazzino iperattivo una pagina fitta fitta e magari scritta piccola). Ma il solo leggere o anche leggere bene non sviluppa di per sé il pensiero critico. E il fatto di fare a gara a chi ha letto più libri in un anno sta diventando quasi un modo per assolversi dal potenziare le proprie capacità di ragionamento: ho letto 10 libri in un anno allora sono intelligente. 20 sono un genio. E se sono grandi classici sono un super genio. Invece si è al massimo una persona acculturata. Una volta che si hanno i contenuti (che uno potrebbe trarre anche da podcast, un audiolibri, servizi al tg o dibattiti in tv, conversazioni..) si è in grado di collegarli tra loro e con la propria esperienza andando avanti e indietro producendo così nuove idee ed ipotesi mentre si aggiungono connessioni (e si affina LA SELEZIONE dell'informazione)? Data una tesi si è in grado già di dedurne delle antitesi e confutarle? O appunto modificare l'idea di partenza proprio perché si trovano delle contraddizioni?
È un parametro più interessante, per capire se uno è chiuso al ragionamento, il vedere se una persona si esprime per dogmi o semplici assiomi non approfonditi e facilmente falsificabili, ha un vocabolario povero, non tenta di confutare idee argomentando. Trovo poi di valore il riuscire a non aprire parentesi infinite saltando da un argomento all'altro. Cosa che spesso si fa se dietro i ragionamenti c'è il voler sovrastare l'altro piuttosto di cercare un confronto utile.
Rispetto alla volatilità delle informazioni ci sono video di molti tipi con diversa profondità di elaborazione, che si possono riavvolgere esattamente come si può rileggere una pagina (che può anche essere letta e dimenticata)
Da un certo punto di vista ti do ragione perché la cultura si sta spostando sempre di più su internet e spesso attraverso i video, ma allo stesso tempo è importante che le persone mantengano l'attitudine a leggere perché nella loro vita avranno a che fare con contratti, documenti e pratiche che si svolgono per iscritto
Non so che definizione dia il sig. Crepaldi di "complottista". Se una definizione attiva : "essere artefice di un'azione mirata ad uno scopo non dichiarato esplicitamente" o passiva: "cercare di capire se esiste una forma organizzata di azione non dichiarata"
Per mio interesse e forma mentale non ho mai cercato di sviluppare o partecipare a forme organizzate di azioni non espressamente dichiarate (complotti).
Siccome, ritengo invece, le azioni organizzate con scopi quasi generalmente corporativi non esplicitamente dichiarati, non siano rare, ecco che cercare di comprenderne le dinamiche serve a comprenderne la parte "non dichiarata".
Ecco il valore del complottista (passivo), cioè chi ritiene opportuno studiare il complotto (trama) eventuale organizzato da altri.
Dopo 30anni di insegnamento, e da complottista (passivo) di discreta qualità, ritengo che esista una vera intenzione non dichiarata dell'apparato publico di porre i giovani in una situazione di impossibilità nello sviluppo delle proprie attitudini personali.
Il grimaldello è "la comodità". Che sostanzialmente si concretizza con la messa al bando della fatica e della sofferenza, produttive.
Lascio a chi non è analfabeta funzionale la prosecuzione di questa SCOMODA analisi.
L'analisi si può proseguire se si condividono le sue premesse, cioè la dominante presenza di organizzazioni che dirigono la vita delle persone senza dichiarare i propri intenti. Fondata probabilmente su veri casi di organizzazioni (es. Farmaceutiche) capitalistiche o governative. Reputo che quando viene scoperto un inganno (come anche tra le persone che conosciamo) si possano prendere due strade: o ritenere che l'inganno sia emerso proprio perché la verità non può star nascosta a lungo (vista la causalità e la nostra continua ricerca) oppure sospettare che possano esserci molti altri inganni ancora nascosti e proteggersi con lo scetticismo (e a volte col solipsismo).
Il problema sono i social network, se oltre a non leggere un libro, stai da mattina a sera a nutrirti di slogan e messaggi che puntano alla tua emotività e basta, il cervello a questo si adatta... Ci avevano già avvisato che i social avrebbero impattato anche in questo modo.
Mi occupo di formazione professionale, pertanto i miei studenti appartengono alle più disparate fasce d'età. I dati relativi ai risultati d'esame confermano quello che riscontro durante le lezioni: i ragazzi sono sempre i peggiori rispetto ad adulti e anziani (nel nostro paese è normale avere ancora la partita Iva attiva oltre i 70 anni di età). E le domande d'esame che più facilmente mietono vittime non sono mai quelle più tecniche ma, banalmente, quelle che richiedono la comprensione della domanda.
Esempio:
- che cosa significa "limite di residuo massimo"
- quali dati contiene la scheda di sicurezza?
Questi sono esempi di domande che raramente creano problemi
- Che cosa si deve evitare di fare prima di svolgere l'attività X?
a. Bere acqua
b.Assumere alcolici
Questa domanda fa sempre strage, perché nessuno presta attenzione al quesito e tutti rispondono a.
Alla prima lezione sbagliano in tanti. Si corregge, si spiega, si ripropone nelle successive lezioni e niente, i ventenni continuano imperterriti a sbagliare. Non so se siano analfabeti funzionali o sordi, fatto sta che i nonni con la quinta elementare fanno i conti a mente, fanno domande, studiano perché ci tengono a non fare brutta figura, si impegnano perché necessitano di quella qualifica. Anche gli stranieri, avendo spesso difficoltà con la lingua, si impegnano molto. I ragazzi neodiplomati, madrelingua italiana, sono sempre i peggiori
A livello mondiale il problema è dovuto ai social, smartphone, AI che statuisce quella naturale etc.
A livello italico è proprio l'alta intelligenza italiana il problema: c'è un enorme disincanto, disfattismo, senso dell'inutilità. Quando tu studi più anni di quelli richiesti in altri paesi,e poi o non trovi lavoro o comunque pagato due soldi, non ti frega più di partecipare alle vicende diciamo così del mondo. Dove in America si formano normalmente gruppi di lettura tra amici (si legge tutti lo stesso libro appena uscito e popolare, e ci si incontra dopo un mese per discuterlo e confrontarsi), e parlo di gente di media età, che lavora, ha figli etc, in non di studenti , l'italiano medio a sentire questa cosa ti direbbe: ma questi non hanno (anno scriverebbe lui) problemi, un cazzo da fare? Ma ci credono da vero?
E io capisco entrambi.
Quindi, il complottismo, cioè il ritenere, a torto o a ragione, che una cosa sia giusta, contro il parere del gregge e del sul pastore è figlio della mancanza del pensiero critico? Ma non mi dire!
Se hai prove per dimostrare il contrario allora le mostri e hai ragione tu, altrimenti fino a quando non hai prove in mano fidati di quello che ti dice il tuo interlocutore.
@TenLonXu Veramente, da quando mondo è mondo l'onere della prova spetta a chi fa le affermazioni e non a chi, usando il pensiero critico, si pone delle domande.
Per me basta così.
Scusate ma quella del parametro di quanti libri si leggono all'anno non è del tutto affidabile come misura. Ho conosciuto persone estremamente superficiali che leggevano parecchio. Il punto è proprio la forma del pensiero. La differenza è tra la sola acquisizione di contenuti e la capacità invece di utilizzare, collegare tali contenuti (anche con l'esperienza personale) e formulare così nuove ipotesi e teorie che vengono poi a loro volta modificate e confutate. Il libro in sé non ha una forma più elevata per trasmettere le conoscenze. La lettura allena semmai la tolleranza alla frustrazione e la memoria di lavoro. Infatti uno potrebbe anche ascoltare audiolibri per immaginare, ricevere dei contenuti e ragionarci sopra.. Come si ascoltano podcast, o discorsi registrati. Per dire, i contenuti di questo video potevano anche esser trasmessi con un articolo scritto. Ma non è tanto quello il punto
Finalmente qualcuno lo fa notare 🎉🎉🎉, in genere mi becco direttamente degli insulti quando dico che la lettura viene idealizzata, e chi reagisce in quel modo dimostra che si è sviluppato un fanatismo cieco proprio tra chi legge, il che dovrebbe essere considerato preoccupante. In effetti penso proprio che manchi la volontà di ragionare e di risolvere problemi in generale. Credo che sempre più persone si siano semplicemente sedute,complice magari un relativo benessere le cui basi tremerebbero se si riflettesse su come sia stato raggiunto. Se sei una persona che approfondisce (con qualsiasi mezzo) delle tematiche, spesso assisti ad una cosa curiosa: le persone ti fanno delle domande per poi bloccarti (qualcuno arriva a dirmi direttamente 'ok, se è così non voglio saperlo'). Insomma è una situazione di comodo.
Ti do completamente ragione, considerando che persone ADHD o con disturbi specifici di apprendimento, prediligono altre forme di acquisizione della conoscenza. Eppure, in media hanno QI più elevato e le connessioni concettuali le sanno fare, eccome… oltre a questo discorso, ognuno poi ha uno stile di apprendimento e uno stile cognitivo diverso
Il fatto che si usi ancora il parametro dei libri è anch'esso una forma di analfabetismo funzionale, la convizione che la cultura sia solo la lettura.
@Jamie-tt3eb sì cioè fare l'equivalenza libri=intelligenza è più che altro un ragionamento semplificato, che dimostra poco pensiero critico
Io lo noto in maniera disarmante sotto ai commenti a video che parlano di una tematica X, dove spiego un certo tema, usando magari leggi o dati ufficiali... e ti arriva il Mario di turno che dice "sono tutte str0nz4te, non sono d'accordo" e tu pensi BOH... se ti spiego perché il cielo é blu, é così, non é che ci sia una tua opinione 🙃
Dipende: un conto è dire il cielo è blu, un altro dire tante altre irremovibili certezze scientifiche moderne, come un "uomo trans è una donna", "un bambino trans deve essere bombardato di ormoni perché è nel corpo sbagliato/gli fanno bene/altrimenti si suicida/ ecc", e se la pensi diversamente sei fascista! Mi puoi portare tutte le "prove" scientifiche che vuoi a sostenio di queste opinioni, ma sempre tali rimangono.
Grazie Marco. Secondo me sta molto al sistema scolastico: il fatto che la scuola sia sinonimo di apprendimento e al tempo stesso sia vissuta come un "obbligo fastidioso". Ne consegue che la voglia di imparare, la curiosità, la conoscenza e il pensiero complesso vengono associate a qualcosa di negativo.
Tal volta ho notato che allo studio viene associata della negatività dal punto di vista della "virilità": ossia che "studiare" sia considerata una cosa più femminile (perché le donne conseguono voti più alti alla scuola dell'obbligo??) e quindi meno adatta ad un uomo (specifico che vengo da fuori città e ho 31 anni, quindi questa cosa potrebbe essere ristretta a un certo tipo di età e area geografica).
Poi, secondo me, gioca un certo ruolo anche la cultura del lavoro/tempo libero. Spesso si lavora molto, ma a fine giornata lavorativa si usa il tempo che rimane per chiudersi al bar.
Vorrei aggiungere poi i "nuovi social", che con i formati reel e post portano a polarizzazione e non aiutano il dibattito
Ma mi fai un esempio di quale testo non riesce a comprendere il 35 per cento delle persone e di quale riesce a comprendere solo il 5 per cento? Vorrei farmi un'idea.
Da lavoratrice del settore scolastico posso confermare che i libri di testo di scuola superiore sono al pari dei nostri testi del primo triennio elementare e tutto ciò è estremamente degradante, ascoltare le loro interrogazioni con il libro di testo sulle ginocchia e i loro "discorsi preparati" a pappagallo fanno venire il latte alle ginocchia. Però c'è tanta umanità che soffre tra quei banchi di scuola, magari dietro le tastiere virtuali dei loro smartphone sono dei leoni, ma nella vita sono degli agnelli impauriti. Forse dobbiamo lavorare sugli adulti, farli ritornare amici del sistema (non solo scolastico), far accettare che si è parte di una comunità multietnica e variegata... Questo è solo il mio piccolo pensiero, che magari può suggerire spunti e pensieri anche divergenti; spero solo di fare il meglio dove arrivo... Da umana
Io attribuirei il peggioramento degli ultimi anni all' utilizzo indiscriminato di cellulari e tablet. Troppo tempo passato sulla spazzatura che sta su internet e sui social.
Guarda che il peggio del peggio lo hanno e li stanno dando anziani e mezza età. Se siamo a questo punto è perché le basi sono state gettate prima e mantenute con gli anni
Perchè all'estero non li usano
Complimenti per il video.Sono un docente della scuola media secondaria in pensione, ho insegnato per 40 anni.Ho sempre dibattuto confrontandomi con i colleghi che senso aveva dare la terza media e dei "semianalfabeti" io li chiamavo così.Il problema non è di facile soluzione. L'analisi scientifica del contenuto del video coincide con la mia esperienza sul campo più empirica, che però mi ha portato alle stesse conclusioni.La scuola è al collasso per svariati motivi che sarebbe troppo lungo elencare. Comincerei dai ministri e dai governi degli ultimi 40 anni che non hanno fatto altro che tagliare senza una visione le risorse per l'istruzione.Siamo un paese con un futuro buio , i laureati che emigrano fanno bene a giocarsi le loro competenze in un contesto con meno ignoranti "nel senso letterale del termine".
Secondo me, (premettendo che la causa comunque sia multifattoriale) c'è una qualche correlazione forte con il caldo, più in un paese fa caldo, meno voglia hanno le persone di sforzarsi.
Questo non significa che chi abita il sud sia stupido, o che non ci siano eccezioni (paesi altamente scolarizzati), ma se si va a vedere i dati, c'è una correlazione abbastanza chiara, sia nel mondo, che nelle regioni.
(Per non parlare poi di analfabetismo "puro", li è ancora + forte)
Geograficamente dovrebbero essere sparsi, invece aumentano man mano che ci si avvicina all'equatore. Sta cosa è quantomeno curiosa.
Senza contare che la disidratazione comunque peggiora le prestazioni cognitive.
ho notato la stessa cosa
😮 ottima osservazione
Delle due, una: o sei un troll, o sei un analfabeta funzionale e non sai di esserlo. Non capire la differenza tra correlazione e causalità è un sintomo piuttosto evidente. Ma magari sei soltanto un troll. Lo spero per te...
Grazie per il video, veramente molto interessante.
Leggere in Italia è stato sempre elitario, come il pensiero critico, e guardando com'è stata la politica in Italia, e com'è tutt'ora, penso che ai politici faccia molto comodo
Perche' l'alto tasso di analfabetismo funzionale nel nostro paese e' un problema?
Perche' il voto degli analfabeti funzionali vale tanto quanto il voto degli altri.
Ciao Marco, non riesco ad individuare il nesso tra analfabetismo funzionale e "complottismo". Noto, a dire il vero, una sempre più alta tendenza a stroncare qualsiasi tentativo di pensiero critico etichettandola come "complottista"; non è il pensiero critico esattamente in antitesi all'analfabetismo funzionale e all'accettazione passiva e acritica di quanto ci viene propinato? Grazie per i tuoi contenuti sempre ricchi di spunti di riflessione. ❄
Il pensiero critico quando è privo di fondamento scientifico è pura critica senza senso. Analfabetismo funzionale e tendenza alla dietrologia nell’interpretazione della realtà sono connessi eccome!
Evidentemente considera il sistema critico come una critica al contesto critico, mentre predica il conformismo al sistema dominante. Curioso come si avventuri anche nel criticare il "titolismo" tanto praticato dai media mainstream. Eppure dovrebbe piacergli...
@@jovike7203fondamento scientifico del tipo non ti vaccini, contagi e muori. Oppure il fondamento scientifico degli scienziati da televisione. Questa si che è scienza
Ho parlato qualche mese fa con una ragazza appena diplomata al liceo classico: mai sentito parlare di Fellini, Antonioni o Visconti. Purtroppo in Italia non si è mai fatta educazione al cinema nelle scuole (ne parlava 30 anni fa Berlinguer fratello di Enrico, ma una volta nominato ministro dell'istruzione si è rimangiato tutto) e ciò non aiuta di certo a far maturare uno spirito critico o una mente capace di analisi e di sintesi.
Giusto un piccolo contributo di pensiero.
Durante i miei anni da studente un sentimento comune - che ammetto di aver condiviso - era la necessità di trovare una applicazione pratica alle nozioni che ci venivano impartite. Sentimento che può essere riassunto dalla frase "ma a che c**** serve studiare questa m****".
Entrato nel mondo del lavoro, mi sono scelto un mestiere che richiede una mente pronta e una formazione continua in diversi ambiti e mi sono reso conto che lo studio è come una palestra ma per il cervello.
Serve a qualcosa spostare la ghisa in palestra? No ma ti rende più forte.
Allo stesso modo, studiare seriamente, non imparare a memoria due nozioni per superare un compito in classe, migliora la memoria e la capacità di concentrazione.
Quando ho compreso questo concetto ho ripreso i miei vecchi libri e ho ricominciato a studiarli per conto mio tant'è che oggi lo studio delle scienze è per me una sorta di hobby. Mi sto cimentando anche nella letteratura ma devo ammettere che purtroppo non mi sento molto attratto dai classici della letteratura italiana.
Se volessi esprimere un pensiero su come migliorare la scuola direi che sarebbe opportuno prima di tutto porre enfasi sullo studio della logica e motivarli al miglioramento. A tale proposito potrebbe essere utile dividere le classi in base al rendimento in modo tale da recuperare quelli che sono indietro e motivarli a fare di meglio mentre chi invece quelli che sono ad un buon livello potrebbero affrontare argomenti extra.
Lo so che ciò può sembrare discriminatorio ma sottoporre tutti i ragazzi, senza distinzione allo stesso programma preconfezionato può essere senza dubbio frustrante.
In settimana stavo cercando materiale per fare un video proprio su questo argomento e mi hai anticipata ... per altro in modo drammaticamente esaustivo.
Intendo fare comunque il video ma volevo chiederti se posso inserire dei frammenti di questo tuo video (ovviamente citandone anche la fonte e reindirizzando al tuo canale).
Certamente, se vengo citato mi fa solo piacere. Si tratta di un tema molto ampio quindi son sicuro che troverai altri spunti!
@@MarcoCrepaldi Purtroppo si 😅 ho trovato molti spunti. Grazie e buon lavoro.
Chat GPT non ti basta più? Cara la mia copiona....🤭
I politici ed i media si approfittano spudoratamente di questa situazione! .....
Dunque, partiamo da una constatazione fattuale: la gente capisce davvero poco ciò che ascolta/legge.
Ma è davvero colpa della scuola? A mio avviso no. Io mi sono diplomato del 1999, quando il sistema scolastico era ancor più conservatore e coercitivo di oggi. Ho studiato greco e latino, la cui grammatica è mnemonica per definizione, forse più della matematica. Eppure leggo e capisco perfettamente tutto. Certo, alle volte ciò che leggo è filtrato dai miei bias cognitivi o dal mio orientamento socio culturale, ma sicuramente sono perfettamente in grado di comprendere uno scritto e le sue sfumature. Quindi a mio avviso il problema non è la scuola ma l’evoluzione del mondo social e, più in generale, la sovraesposizione a troppi contenuti che creano grossi problemi in termini di mero mantenimento dell’attenzione
Ma stai scherzando spero.
Ti stai paragonando con gente che ha la terza media o un finto diploma preso perché sì.
Non scherziamo.
Però l'esposizione social ce l'hanno anche gli altri Paesi in egual misura.
Per me la colpa è della scuola, ma per motivi inversi di quelli che supponi tu (una scuola più amichevole non è migliore di quella che hai subito tu, e l'esposizione ai social non è motivo di disorientamento, quando hai radici ferme). La validità del sistema mnemonico per me resta opinabile, potremmo discutere a riguardo. Il problema è che la scuola moderna ha rimosso la severità, e ha smesso di nutrire il pensiero critico e la logica. La didattica ha introdotto la gamification, i compiti sono diventati test a crocette (con sommo beneficio anche dei docenti pigri, che tanto odiavano leggere i testi liberi). La bocciatura è svanita, i professori hanno deciso di non inimicarsi alcun genitore, tutti liberi, tutti contenti. Il voto in condotta è stato rimosso, e le scimmie hanno conquistato le classi dei pusillanimi docenti che (giustamente) non meritavano alcun rispetto. Si, la tua esperienza coercitiva è stata un beneficio.
@@trattogatto, a fare tutto questo non sono stati i professori, ma le riforme del sistema scolastico varate negli ultimi trent'anni, a partire dalla Bassanini fino alla buona scuola di Renzi. I docenti si adeguano alle normative.
@@marcomarsigliano6095 sono tutti conniventi
Premetto che sono un insegnante (da un paio di anni) e vedo alcuni difetti delle scuole italiane, tuttavia secondo me il problema dell'analfabetismo funzionale crescerà sempre di più sia in Italia che all'estero e non può essere semplicemente ridotto al solo "sistema educativo/scolastico italiano".
In primo luogo i telefoni e l'intelligenza artificiale stanno minando seriamente sia la scuola che il mondo del lavoro: i primi tendono a distrarti in continuazione e a rincoglionirti, la seconda tende a fare il lavoro al posto tuo. Insomma noi persone stiamo diventando sempre piu inutili man mano che il tempo passa. È ovvio che piu deleghiamo ad altro le nostre mansioni e piu il nostro livello si abbasserà.
In secondo luogo bisogna considerare la ricchezza di un dato paese, ci sono paesi più ricchi in cui basta lavorare 3/4 giorni a settimana e quindi le persone hanno più tempo da dedicare ai propri interessi e altri, come l'Italia, in cui bisogna lavorare 5/6 giorni a settimana andando a sacrificare maggiormente la propria individualità e i propri interessi.
Infine un fenomeno che non si può spiegare così facilmente nel quadro esposto sono gli scambi erasmus. Gli studenti universitari italiani che vanno all'estero a studiare dicono che il livello nelle altre università è quasi sempre più basso che in Italia, loro possono studiare poco e prendere voti alti lo stesso. La preparazione che le scuole italiane danno è molto seria, ma forse non è per tutti, chi non riesce a tenere un certo livello rischia di rimanere indietro ed effettivamente imparare poco o niente. Qui però c'è il problema che nelle scuole più professionalizzanti, come gli istituti, che dovrebbero dare competenze pratiche si osserva una buona dose di degrado: queste scuole sono piene di immigrati, persone povere e malfamate tanto che la scuola non riesce ad assolvere al suo scopo. Dunque, i figli di buone famiglie, anche se poco portati per lo studio teorico, spesso vengono iscritti nei licei per evitare gli ambienti degli istituti finendo però per non ritrovarsi ben integrati all'interno del percorso di studi.
Purtroppo il problema dell'analfabestismo funzionale ha radici profonde e ben ramificate, delegare la responsabilità al solo "sistema scolastico" direi che è riduttivo e anzi, rischia di essere controproducente, perchè il problema è molto più sfaccettato e complicato.
La puma non cade mai troppo lontano dall' albero,detto antico ma che ci rivela una grande verità. A questo livello deprimente ci si è arrivati per gradi.Le basi sono state gettate negli anni ottanta e poi consolidate. Tv spazzatura,riviste e giornali utili per la lettiera del gatto e tanto altro. Se ora lei desse più tempo ad una persona questa lo sprecherebbe in videogiochi e spazzatura televisiva. La società si sta' incanalando in un mondo da incubo perché a chi comanda fa' comodo avere dei polli piuttosto che degli esseri umani
non hai considerato le "risorse" che importiamo e i cervelli che esportiamo. Per non parlare di tutti i raccomandati e i concorsi truccati che non danno stimoli agli analfabeti miracolati
Hai ragione, la cosiddetta "fuga dei cervelli" potrebbe essere un fattore impattante. Grazie per lo spunto.
non è stata citata la fuga di cervelli espressamente, però può essere considerato come un discorso sottinteso del fatto che la popolazione italiana è sempre più vecchia e tra i fattori rientra appunto anche questo
1- chi ti dice che le "risorse" siano analfabeti funzionali?
2- chi ti dice che i "cervelli che esportiamo" non siano analfabeti funzionali?
L'analfabetismo funzionale esula dal titolo di studio, anzi il tuo commento trasuda moltissimo di analfabetismo funzionale.
@@ivanuzzo8870 infatti le "risorse" spesso sono totalmente analfabeti. "chi ti dice..." Sei ridicolo! vengono da paesi con bassissimo grado di istruzione, hanno difficolta nel trovare impiego e al contrario "i cervelli in fuga" sono altamente qualificati e spesso riescono a trovare immediatamente impiego all'estero. Io poi potrei anche essere analfabeta funzionale ma il fatto che tu lo deduca da un commento di poche parole è davvero strabiliante!
e poi "esula" ma cosa esula?! se non sei capace di comprendere un testo come fai a conseguire titoli di studio?
Chiedo scusa: tutti a puntare il dito contro la scuola. Io sono insegnante: provate voi ad insegnare qualcosa, veramente qualunque, e non parlo certo di nozioni, a ragazzini viziati, maleducati, con genitori - amici che non sanno né educarli né motivarli. Se sei sempre giustificato, se sei premiato quando sbagli, se non devi mai essere ripreso perché altrimenti, santo cielo, ti vengono gli attacchi d'ansia, beh, facciamoci una domanda. Lo sapete che i genitori non fanno che dare ragione ai figli? Lo sapete quanti problemi ci sono nelle scuole di fumo e droga? Lo sapete quanti certificati medici vengono mandati per giustificare la qualunque? Invito tutti a fare un anno di supplenza in una scuola. Poi ne riparliamo...
Perché uno dovrebbe leggere un articolo online quando si sa che ci sono banner pubblicitari dappertutto, richieste di abbonamento, cookies, e probabilmente misinformazione?
Verissimo, non si riesce a leggere il testo perché si aprono finestre in maniera sempre più difficile da gestire, sembra un brutto videogioco, gli spot ti tendono aghuati e ti inseguono 😂
è il solito TL,DR ;-)
Comunque secondo me il problema degli articoli online sono le pubblicità invasive. Si era tentato di tenerle a bada negli anni 90 e primi 2000 ma ormai sono fuori controllo.
Io penso che la solitudine riguardi invece chi sta dalla parte opposta, appunto perché gli ignoranti quelli che non hanno comprensione del testo non leggono non ascoltano sono ormai maggioranza. E parlo della vita reale non (solo) dei social
Ci ho pensato anche io, ma i dati sembrano andare in controtendenza rispetto a questa ipotesi. In ogni caso sono dati molto parziali quindi, come sempre, andrebbero interpretati nel quadro più ampio della ricerca scientifica sul tema
@ No ma è anche ragionevole pensare che uno che è analfabeta funzionale sia più limitato socialmente
Guarda io sono solo e mi sento solo da 20 anni.. e sono ignorante come una zappa e penso di aver anche un quoziente intellettivo estremamente basso.. perciò non penso sia cosi come dici
I maggiori quotidiani italiani ormai non danno più notizie ma costruiscono storytelling!
Il problema è la scuola che è vecchia di mezzo secolo, va riformata. Anche le università. Basta con l'apprendimento solo nozionistico
A scuola non facciamo più solo nozioni da tanti anni, banalmente perché non ha più senso farlo al giorno d'oggi. Il problema è un altro: la bocciatura è diventata praticamente impossibile, facendo sì che un ragazzo con lacune vada nella classe successiva portandosele dietro, senza possibilità reale di colmarle, e ovviamente vedendo nascere ulteriori lacune sulla base delle precedenti.
@@Giulienji rallentamento l'intera classe e facendo perdere d'interesse chi studia
Questa è una misconcenzione talmente vecchia da risalire letteralmente alla prima riforma Gentile. Le bocciature sono inutili al fine dell'apprendimento dello studente bocciato e decrescono ciò che apprende nel lungo periodo, non lo aumenta, e questa non è una mia opinione, é ciò che viene fuori da una marea di studi scientifici sull'educazione. Chi pensate che siano quelli che raggiungono il livello 1 se non i bocciati o i rimandati? Bocciare significa tornare alla scuola classista italiana, non aumentare il livello di apprendimento dei bambini e dei ragazzi di un paese, ma selezionare solo coloro che sono già predisposti allo studio. Anzi, vi dirò di più, non è un misterio che la scuola italiana faccia male anche ai più bravi, basta guardare le INVALSI e il follow up effettuato tra le coorti dalla prima media alla quinta superiore per vedere che il livello tendere a scendere drammaticamente.
Bocciare non serve a nulla, lo dicono indagini su indagini. Se si vuole migliorare il livello delle classi bisogna migliorare il livello di ciascuna persona nelle classi, solo così si è sicuri di fare un buon lavoro. Ripeto, non è una mia opinione.
Per cambiare la scuola c'è da riformare le metodologie di insegnamento (anche se prima ci sarebbe da capire cosa siano, cosa che la politica non sa) e formare i docenti e i dirigenti scolastici, oltre a non avere qualcuno incompetente come politico che non sa neanche di cosa sta parlando.
@@auroramancinelli2102 bocciare è spesso l'unico muro efficace difronte a una situazione drammatica: un ragazzo col 2 fisso in matematica e fisica, forse, in un liceo scientifico (con minimo 10 ore su 30 tra matematica, fisica e scienze) apprende ben poco... sarebbe il caso frequentare una scuola più in linea con le proprie predisposizioni, che possa offrire un tempo-scuola più utile.
Non so dove insegni tu, ma ti assicuro che dove insegno io, in un liceo scientifico, è pieno di ragazzi che si sentono cretini, stupidi, incapaci, e si comportano di conseguenza, ma in realtà non lo sono: hanno "solo" scelto una scuola che non è coerente con le loro naturali predisposizioni. In una scuola diversa, con richieste di altro livello per alcune discipline, avrebbero avuto la possibilità di esprimere le loro potenzialità, non sentendosi dei falliti. Invece no, meglio mandarli avanti a tutti i costi, facendoli diplomare con la convinzione che non sono capaci di fare niente.
Il problema è anche che "riorientare" a parole è spesso inutile: te li ritrovi l'anno dopo, col solito 2, a non capire assolutamente niente di quel che si fa. Ma ci sta, non tutti dobbiamo essere bravi in tutto, e scuole diverse hanno ovviamente livelli di sufficienza diversi nelle varie discipline.
Poi per carità, bocciare in quarta è inutile, sì, ma bocciare in prima un ragazzo che fa fatica significa dargli la possibilità di ripartire da zero in un contesto a lui più congeniale, invece di condannarlo o a rimanere in una scuola inadatta alle sue peculiarità, o peggio a partire in seconda dovendosi recuperare da solo un intero anno di cose mai viste; e, se fa fatica, forse farà molta fatica anche a studiare in pochi mesi d'estate un intero anno di discipline, per di più da solo.
@@Giulienji La scuola è cosi pessima che promozione e bocciatura non ha senso.
Tutto inizio col grande fratello...
Credo sia importante capire come vengono raccolti questi dati.
Chi viene selezionato per svolgere questi test? Ci sono degli incentivi a svolgerli con un minimo di concentrazione e impegno?
Chiedo perché ho sorvegliato delle classi di studenti durante lo svolgimento delle prove invalsi e, soprattutto per la prova di italiano, alcuni di loro si sono rifiutati di leggere i testi più lunghi non perché non ne erano in grado, ma perché "non ne avevano voglia".
Ora mi chiedo che incentivo abbia un adulto o un anziano a dedicare tempo ed attenzione ad un test di comprensione del testo quando potrebbe rispondere a caso velocemente e passare a fare altro.
A maggior ragione se contiamo che per avere informazioni significative serve un campione molto ampio.
Direi che però questo dovrebbe essere uguale in tutti i paesi OCSE eppure i risultati sono ben diversi.
@@Barbagianni_spelacchiato Però il punto potrebbe essere un altro: magari in Italia la popolazione è più svogliata o meno propensa a collaborare con impegno ad un'indagine sociale. Mi sembra che si vadano a sovrapporre molti più fattori della semplice competenza che si vorrebbe misurare.
Guarda che spesso chi non riesce trova scuse per non fare. Mi è capitato al supermercato di dare indicazioni ad anziani analfabeti che usavano la scusa "scusi signorina, mi aiuta che non ci vedo bene?". Mi viene da pensare che non sia solo la voglia ma la vera incapacità, dopotutto una persona intelligente è anche allettata dalle sfide.
Beh se poi chi vuole illuminarci....usa termini inglesi piuttosto che i corrispettivi italiani (che evidentemente non conosce) e usa l'ormai diffusissimo e orrendo "andiamo a"..., .come non dargli ascolto?😊
Perché dici che l'analfabetismo funzionale porta al complottismo. Dalla mia esperienza chi è laureato è più critico, rispetto alle persone di bassa scolarizzazione che di solito prendono per oro colato quello che dice la televisione, e quindi per definizione meno complottiste.
Effettivamente sul complottismo influisce molto più del livello culturale, lo stato psicologico. Chi si sente fragile, solo di fronte alle difficoltà, vessato ingiustamente e arrabbiato, è più propenso.
è esattamente il contrario di ciò che affermi, generalmente chi ha studiato è ben indottrinato e non metterebbe mai in discussione il proprio percorso di studi e la forma mentis
@@eraclefigliodizeus la mia esperienza personale evidentemente non coincide con la tua
@@Alberto-ex4hd la nostra è l'esatto opposto. La storia è fatta di complotti, chi usa il termine "complottista" è di basso livello intellettivo perché ignora questo fatto.
@@eraclefigliodizeus abbiamo evidentemente esperienze diverse
C'è un sempre più marcato disinteresse per qualsiasi cosa; si leggono i titoli, a seconda del tono ci fa l'idea (sbagliata) e poi si chiude tutto perché pensare è faticoso. Questo è un paese che morirà.
Minuto 2:25
Se passiamo dal 28% al 35%, non è “aumentata del 7%”.
È aumentata del 25%.
28%+0.25*28%=35%
Avresti sennò dovuto dire “è aumentata di 7 punti percentuali”.
Fare un video sull’analfabetismo funzionale, sulla literacy, la numeracy, e poi scivolare dopo 2 minuti su una cosa così…
Vorrei condividere la mia esperienza personale: quando ero appena adolescente leggevo moltissimi libri, anche molto corposi, i miei genitori me ne hanno comprati sempre molti per stimolarmi ad appassionarmene. Con l’inizio delle superiori però è iniziato un lento declino, al carico di studio che aumentava sempre di più la vaglia di leggere scendeva sotto i tacchi e il fatto che poi ci obbligassero a leggere libri su cui poi ci avrebbero interrogato non li rendeva sicuramente più appetibili. Comincio poi l’università, mi iscrivo a medicina e nel mentre mi viene anche diagnosticata la ADHD, posso dire che non mi sono mai sentita più ignorante di come mi sento ora, conosco molte cose di medicina ovviamente ma poi nulla di più. Non so nulla di attualità perché non ho le energie mentali a fine giornata per pensare a quello che sta accadendo nel mondo, non leggo perché già di mio faccio molta fatica a mantenere la concentrazione per lunghi periodi di tempo e quelle poche energie che ho le uso tutte per studiare. All’interno del mio corso avere un hobbie o un altro interesse al di fuori dell’Università è visto come una perdita di tempo, ovvio che ci sono molti studenti che si interessano ad altro ma non lo condividono mai quindi è anche difficile avere interazioni diverse che non sia parlare del prossimino esame che si sta preparando. Sto provando a porre rimedio alla mia scarsa propensione per la lettura ascoltando audiolibri ma ovviamente non può considerarsi nemmeno lontanamente paragonabile a leggerne uno.
Grazie infinite a te caro Marco per questi video. Super interessante!
My 2 cents. Tra tutte le persone che conosco - parenti, amici, colleghi, conoscenti - solo DUE, 2 di numero, leggono. Gli altri, qualche centinaio, hanno letto l’ultimo libro solo perché obbligati da un esame o dalla scuola. E no, leggere Einstein, Marx, Kip Thorne, Cristoforetti o Tolkien non è la stessa cosa che sfogliare Le corna stanno bene su tutto di Giulia De Lellis, The Blonde Salad di Chiara Ferragni o Le fantafiabe di Luì e Sofì dei Me Contro Te.
Un bell'esercizio di pensiero critico è confutare l'assunto che leggere i classici renda intelligenti. Potremmo prendere due casi contrapposti, uno in cui la persona ha letto un autore classico e trae citazioni, intuizioni e passaggi a memoria donandosi e donando emozioni ma che perdono specificità e un altro in cui uno abbia letto degli estratti che traggono le tesi degli autori e argomenti adeguatamente le idee così estrapolate (sì si potrà dire che senza aver letto direttamente la fonte non si coglie il 100% di ciò che l'autore intendeva, ma se si sta argomentando di un'idea quel 95% ha comunque validità entro ciò che si ha estrapolato; chi vuole aggiungere al dibattito quel 5% che è sfuggito lo aggiunga) . Va considerata cioè la differenza tra l'arricchirsi di tanti contenuti e il selezionare i contenuti per poi mettere assieme idee ed argomenti. Ovvio che c'è chi legge libroni e usa anche il pensiero critico. Ma bisogna anche considerare chi usa il pensiero critico non leggendo libroni (traendo cioè i contenuti in altro modo) e chi legge libroni ma non usa il pensiero critico.
La cosa non mi sorprende, basta farsi un giro sui social per capirlo... E il problema sono proprio i più giovani, che in alcune zone di Italia, nel 2024, ancora non sanno parlare italiano
Esatto !!! Propri😂 le zone Serbatoio di voti M5S !!!
Da quello che ho osservato io (non pretendo assolutamente di avere verità in mano è solo un'osservazione personale) più si è analfabeti funzionali più ci si integra, meno lo si è, più disagio si ha a vivere proprio perché si comprende che molta gente non comprende (testi, discussioni, situazione)
Ho pensato anch'io la stessa cosa, però il dato della minore integrazione sociale va, in qualche modo spiegato. A mio parere, per esempio, una scarsa capacità di comprendere il senso di testi (ma anche situazioni) si riflette anche sulla qualità della interazione con gli altri, e se hai un dialogo superficiale con altre persone, molto probabilmente anche la relazione con loro sarà superficiale. Nella carriera, invece, questo ti porterà a circondarti di persone mediocri, e ciò fermerà il tuo avanzamento...
Questo lo dice grand lunga su chi vota certi partiti politici
Cioè quale differenza ci sarebbe tra i partiti italiani? Fanno promesse elettorali che non mantengono, rubano e assecondano i loro padroni !
Tutti praticamente
Votano PD e chiedono più Europa 👀
questo lo dice grand lunga 👀 🤣🤣🤣🤣🤣 MA SI VERGOGNI !! 😂😂😂
Non buttiamo la croce addosso sempre sulla scuola come un alibi, la colpa è della poca curiosità insita nelle persone, nella poca attitudine a leggere libri e documenti sia letterali che tecnici; ai miei tempi la scuola era peggiore di oggi, ma avevamo "fame" di sapere e conoscere, non avevamo internet e quindi eravamo obbligati a leggere i pochi libri che c'erano per ottenere tutte le informazioni possibili. La lettura e la scrittura ( a mano e non con pc o cellulare) fanno la differenza.
qui per leggere i commenti sul successo elettorale del M5S
Gli analfabeti sono il serbatoio di voti del M5S
Caro Marco, sono un italiano immigrante in Canada da circa 48 anni ; mi scuso quindi per la mia grammatica. Ho apprezzato molto il tuo video a proposito del ‘Analfabetismo’ particolarmente in quanto vivo questa condizione in famiglia. Condivido pienamnente il tuo ‘Sguardo Critico’ in quanto credo che sia un fondamento della mancata Alfabetizzazione della nostra generazione in quanto non é unicamente una problematica ‘Italiana’ ma particolarmente ‘Occidentale’. Credo che la nuova ‘Tecnologia per apprendere’ abbia ‘Troppo invaso le tecniche tradizionali scolastiche’ che erano maggiormente indirizzate allo ‘Stimolo cerebrale’, via la memorrizzazione di ‘Poemi’ ‘Tabele matematiche’ etc. Oggi, queste tecniche sono reputate ‘Old Fashion’ cio non di meno i risultati parlano da sé ; l’ultima generazione (quella dei nostri figli) é incapace di calcolo mentale pure i minimi.
Credo vi sia (tra l’altro) una responsabilità ‘Istituzionale’ in quanto in molti Paesi, le autorita scolastche, non vanno ‘Oltre il loro mandato Sindacale’. La mia generazione ‘I maestri erano dedicati all’alievo’ anche oltre gli orari scolastici e, non raramente ‘Corregevano i compiti, durante gli orari « Post academici »’ ; erano veramente dedicati e, in missione. Non credo che oggi lo spirito sial o stesso. Anteriormente er auna ‘Missione’ oggi é une ‘Professione’ ; non c’é piu dedicazione al ‘Mestiere-o Professione’.
Nel caso di moi figlio ho scoperto personalmente una ‘Deficienza Langiagera’ il primo anno di vita e mezzo. Malgrado la sua ‘Storica medicale’, la scuola ha atteso 5 anni per lo ‘Evalutare’ ; é possibile che una simile distantazione per valutare possa aggravare il problema rendendolo ‘Cronico’ ?Vi lscio la risposta ! Pur intravedendo la ‘Pigrizia’ comune dei giovani ad una certa étà, credo che fondamentalmente esiste a mio umile avviso una mancanza fragante del ‘Sistema academico’ il cui mandato ‘Statale’ é quello di educare i nostri fifli specialmente sul profilo accademico e, sono loro le ‘Autorita nominate’ ( gli specialisti) che dovrebbero ben scegliere la buona metodologia non i parenti. Di tutte evidenze, il sistema ‘Precedente’ ( stimolo mentale e Neurologico) era il migliore.
Una breve ‘Parentesi’ (importante per me), é anche il fattore culturale ‘Religioso’, in quanto molte organizzazioni ‘Religiose’ , impongono ‘La censura critica dei credi’ impedendo una ‘Critica obbietiva’ delle credenze, per la semplice paura di perdere i credenti, a discapito del disastro sociale que questo provoca.
Purtroppo, che paga il prezzo é tutta le ‘Generazione dei nostri figli mondialmente e non unicamente in Italia’.
Grazie per avermi letto
Ignazio Meloni dal Canada
Mi meraviglio che uno psicologo come te abbia totalmente ignorato la causa primaria dell'analfabetismo: l'ambiente familiare.
Se nasci in un nucleo familiare disagiato con genitori privi di senso critico e cultura è difficilissimo che tu riesca a sviluppare interesse per l'apprendimento e l'uso della mente.
Inoltre se il sistema scolastico è davvero così terribile, com'è che c'è un 5% di popolazione che raggiunge il livello massimo di alfabetizzazione?
Nella stragrande maggioranza dei casi in cui un giovane è una capra, se conosci i genitori ti dai una spiegazione.
Tralascio l'uscita becera che hai fatto sul complottismo, faccio solo notare che poco dopo hai ammesso che i media con i titoli possono ingannare il lettore senza spirito critico, questo non è complottismo?
Il complottismo è proprio l'uso del senso critico, ad un livello più alto.
Infatti stavo per saltare nell'ascolto del video. Mi sono fermato per leggere i commenti e cercare qualcuno che ne parlasse. Ho trovato il tuo commento.
Oramai quando uno non la pensa come la massa viene automaticamente definito un complottista.
Dopo anni e anni di stra abuso di suddetto termine, quando sento questa parola, il mio cervello non incamera più le parole di chi ho di fronte. Forse è un mio limite e forse sono un analfabeta funzionale.
Il termine non è neanche corretto....
La stima dell'OCSE mi sembra follemente ottimistica, almeno per l'esperienza che ricavo dalle interazioni quotidiane. La cosa drammatica è che spesso questi soggetti sono più dotati economicamente della media. Spesso esentati dal pizzo di stato.
I tuoi video sono sempre interessanti. Purtroppo in Italia molta gente ha un basso titolo di studio e la scuola pubblica dà un'istruzione elementare, anche alle medie e alle superiori. Per cui molte persone si ritrovano a 20 anni senza sapere leggere e a malapena scrivere
quindi secondo te ciò dipende dal titolo di studio. Oppure da un interesse verso la conoscenza e la scoperta? Suppongo tu consideri i diplomati come non colti.
@Simone-sy8tq dipende dal diploma.
Perché i nostri ragazzi non vogliono più studiare o darsi da fare, come abbiamo fatto noi. Solo divertirsi e fare casino, contro tutto e tutti. E non hanno subito la GUERRA, come noi ( per fortuna loro), e non sanno cosa vuol dire la miseria e la fame. A lavorare e faticare. Questo dovrebbero fare.
Il vero problema è stato considerare l'analfabetismo funzionale come qualcosa a se, svincolato dai bias, esattamente come in seguito è successo con l'effetto dunning-Kruger, dimenticando il fatto che tutta la razza umana ed anche parecchie razze non umane subiscono costantemente i propri bias. La motivazione per la quale una persona legge un testo del quale capisce solo ciò che vuole capire, nel 99% dei casi dipende dai propri bias di conferma, E questo vale per tutti i paesi del mondo Indifferentemente, Purtroppo dipende dalle idee preconcette rispetto al testo che si va ad analizzare.
Non capisco l'effetto dunning-kruger in questo caso.
L'effetto Dunning-Kruger riguardava, esclusivamente, l'aspettativa che si aveva nei risultati delle verifiche. Il classico fenomeno dove uno che si aspetta di arrivare al 6 o al 5 se ne esce con un voto inferiore di uno o due punti, chi si aspetta di prendere l'8-9 se ne esce con un punto in più. Mentre chi si aspetta un 6-7 mediamente ci indovina.
Niente di più e niente di meno.
Poi i giornalisti l'hanno preso, l'hanno rimosso dal contesto, si sono inventati dei grafici deliranti e ne hanno parlato sulla base del grafico che loro stessi si sono inventati senza alcuna adesione con la ricerca effettiva e quest'ultima idea del Dunning-Kruger si è diffusa poi a livello popolare.
@anonimo6603 l'effetto Dunning-Kruger è l'attitudine a sopravvalutare le proprie capacità intellettuali , così come hanno scoperto Dunning e Kruger facendo ricerca sul primo paziente, intendo quello che usava il succo di limone per diventare invisibile , però poi continuando la sperimentazione hanno scoperto che essendo un Bias di Conferma, una persona con un carattere insicuro poteva risentirne al contrario e quindi sottovalutare le proprie capacità intellettuali anche essendo magari una persona molto colta, mi riferivo a questo.
Bias? Cominciamo a parlare l' italiano e l'inglese separatamente!
@@frank_zapping Bias è Latino
@@frank_zapping Bias è Latino
Analisi molto interessante, grazie
nei paesi del nord Europa si ha più tempo libero. ci si può dedicare a hobby, famiglia, ecc. oltre al fatto che lo stress economico è nullo, o quasi. La gente in italia deve pensare a sopravvivere. questo è uno dei motivi.
Sai quante persone conosco che non hanno nessuna preoccupazione economica e tempo libero e non leggono niente?
Io sono semre stata occupatissima con lavoro, casa, figli, madre da accudire, ma ho sempre letto tantissimo, in ogni momento libero, anche mentre cucino, in treno, sul bus o rubando le ore al sonno.
Se ami leggere, leggi.
@@FulvioMemoli Ma cosa scrivi, "stress economico nullo"? 🤔🙄😀😅😂
Il mio professore di Storia contemporanea all'università più di venti anni fa espose a lezione una teoria interessante; la forma di trasmissione della conoscenza in Italia è ancora fortemente improntata sull'oralità, in parte come eredità di una mancanza di un rapporto diretto con le scritture sacre che caratterizzava e caratterizza, invece, il mondo protestante. In tal senso la televisione (a quel tempo i social non esistevano) rappresentava un veicolo di trasmissione delle informazioni a dir poco privilegiato. Se l'indagine dell'Ocse è fatta su testi scritti, gli italiani non possono che essere svantaggiati. A mio avviso la spiegazione della scarsa propensione alla lettura può rappresentare, quindi, l'interpretazione più probabile, per quanto non l'unica. Anche le critiche al sistema scolastico possono avere una certa ragion d'essere, devo dire, però, che nella mia vita ho avuto a che fare con molti stranieri e sono rimasto incredibilmente sorpreso dalla loro ignoranza, soprattutto quando questa riguardava il loro paese, ovviamente non ho potuto costruire un adeguato campione statistico al riguardo.
Io credo dipenda da tre fattori:
1) Ozio. In Italia, una volta che hai ottenuto un posto di lavoro, puoi riposare. Raramente ti viene chiesto di aggiornarti, e non rischi mai il licenziamento per scarsa produttività. Specialmente se sei un dipendente statale, le nostre norme sono estrememente protettive del "lavoratore" e non altrettanto del "lavoro". In paesi più liberisti, come USA e nord Europa, devi competere continuamente. Perciò, devi leggere e aggiornarti tutta la vita. L'ignoranza è una tua responsabilità e non devi commettere errori grossolani o vieni licenziato. In Italia puoi commettere tutti gli errori che vuoi e puoi rimanere con le tue conosceze anni '90 finché muori.
2) Evoluzione della lingua Italiana. Forse l'Italiano ha subito trasformazioni significative negli ultimi decenni, inglobando inglesismi e semplificando alcune regole (ad esempio il passato remoto è caduto in disuso in favore di imperfetto e passato prossimo, anche il participio presente risulta antiquato). In pratica, abbiamo delle spaccature generazionali. Sarei curioso di sapere quali testi hanno usato come campioni per il sondaggio. I vecchi capiscono un tipo di italiano precedente ad Internet e alla tecnologia in genere, al contrario, i giovani capiscono l'italiano di Internet, e sono a disagio con i testi classici. Non voglio scusare gli ignoranti, ma devo constatare che esiste anche questo fattore.
3) Istruzione non adeguata. Probabilmente la scuola italiana è peggiorata, diminuendo di molto la qualità. Parlo per esperienza personale, la mia generazione si è sforzata maggiormente rispetto a quelle successive (subimmo anche molte più bocciature, ricordo una dozzina di ragazzi della seconda B ripetere l'anno con noi neo promossi). I compiti in classe chiedevano uno sforzo maggiore perché ad esempio dovevamo elaborare le nozioni apprese e scrivere del testo libero, invece di compilare test a crocette. Con gli anni la didattica è cambiata in peggio, ha introdotto una specie di "gamification" che cerca di salvare tutti, ma che in realtà condanna tutti a un livello mediocre/scarso.
Non credo che l'ozio sia un parametro così rilevante, per il semplice fatto che, per esempio, il primo documento sull'analfabetismo funzionale era riferito al periodo universitario, quindi verso degli studenti e non dei lavoratori e anche li non eravamo messi benissimo.
Avverto comunque che, nel documento in questione (quello di questo video), si parla che in Italia sono stati intervistati molti immigrati con documenti e che il nostro campione (se non erro) è molto inferiore rispetto a tutti gli altri paesi. Siamo messi tra gli ultimi due e c'è scritto che i nostri risultati sono da prendere estremamente con le pinze.
---
Sull'istruzione sono parzialmente d'accordo.
Sono convinto anche io nel peggioramento, ma allo stesso tempo teniamo presente che ci sono paesi visti positivamente a livello di analfabetismo funzionale che si sono aggiornati a test a crocette mentre noi siamo ancora in un misto. Quindi non so, forse è un fattore, ma non mi viene da darlo così per scontato.
Anche la gamification viene promossa di più negli altri stati ed è ciò a cui stiamo cercando di puntare. (Infatti, nel video, si parla di un'educazione troppo "vecchia".)
@@anonimo6603 Se è vero quello che dici (che il campione era molto inferiore e comprendeva immigrati), allora la comparazione tra nazioni è inconsistente, in pratica una supercazzola.
A questo punto non credo affatto questa classifica, sarei curioso di sapere chi l'ha redatta. Non dovrebbero permettere la diffusione di tale disinformazione.
Io penso che il problema dell'analfabetismo funzionale sia multifattore, ho solo elencato i primi tre motivi che mi sembrano molto rilevanti. Ho incluso il mondo del lavoro perché i miei clienti sono imprenditori, dirigenti, manager, sia nel pubblico sia nel privato. Certe zucche mi hanno fatto tribolare.
Ho anche dovuto scambiare messaggi con informatici Europei e Statunitensi, Indiani e Pachistani, i problemi di comunicazione li ho avuti anche peggiori.
Forse è un fenomeno più internazionale di quanto si voglia far credere. A dire il vero ho visto video di Americani che non riescono a leggere il quadrante di un orologio, e che non sapevano valuatare quanti minuti ci sono un quarto d'ora. Quindi... mah... ho seri dubbi sulla serietà di questi "studi".
Nel nord Europa hanno meno tutele e in America leggono tanto ok. Ecco un esempio di analfabeta funzionale.
Credo che fra le altre meritino attenzione due questioni: la scuola italiana, indipendentem. Dal livello di istruzione offerta, manca di obiettivi (stranamente, visto che ci sono molti indirizzi diversificati che dovrebbero offrire molti spunti verso l indirizzamento professionale o accademico) in altre parole la gente non sa perche sta studiando quello che sta studiando, quindi è piu difficile raggiungere obiettivi alti perche manca una delle componenti fondamnetali, cioe motivazione e direzione sul lungo perido. Brevi esempi: tutti ricorderemo sicuramente i pietosi libri di storia stampato solo per far fare soldi alle case editr. o altri, ma oggi stiamo scoprendo come anche la storia anche se non e scienza dei missili ha la sua importanta perche aiuta a capire perche succedono certi avvenimenti guerre ecc. E avere consapevolezza come cittadino, altra xes. È la matematica: difficilmente un quindicenne a cui non si mostrano applicazioni utili e "implementabili" dei concetti matematici spiegati scoprira dal nulla un aredente motivazione per la materia che lo porta ad approfondire e a utilizzarla per studi futuri, quando oggi buone basi matematiche sono piu importanti che mai per molti indirizzi di studio (e in qualche caso anche profesionalizzanti). L altro fatto è che lo studente rappresenta la terra di nessuno gra genitori e scuola, quando va bene viene ignorato da entrambi, quando va male finisce nel fuoco incrociato: seppur con idee diverse la famiglia e la scuola devono puntare a far raggiungere all alunno lo stesso obiettivo (miglioramenti+abilità++concentrazione+consapevolezza+elasticità mentale+quello che piu vi piace aggiungere) e quei pochi incontri scuola famiglia dovrebbero servire a entrambe le parti per fare il punto e fissare come obiettivo un miglioramento graduale entro il prossimo incontro e via dicendo... Ma per il motivo di cui sopra (mncanza di obiettivi) non si realizza quindi si attende semplicemente luglio del quinto (o terzo) anno per chiudere il capitolo. Cosi la motivazione è la strada e il mezzo e il c**o sulla sedia, e nessuno dei 2 implica l uso del cervello.
Perché la popolazione è molto anziana e non ha potuto, buona parte di essa credo, ma magari mi sbaglio, usufruire di un' istruzione di qualità. Negli ultimi 15/10 da quel che sto studiando, sono stati fatti tanti interventi tra cui l' istituzione della scuola per gli adulti, l' invalsi eccetera, a torto o a ragione alcuni di essi, perché tendono a pressare troppo o pretendere troppo da uno studente. C'è stato un periodo di vuoto secondo me penso tra la fine degli anni '70 e inizio anni '2000 in cui non c' erano molte misure, ma dovrei parlare a livello personale. Anche io pur essendo tuo coetaneo ho visto docenti leggere il giornale in classe, altri molto severi che venivano scambiati da me come antipatici, non c'è una consapevolezza tra i ragazzi di come sia importante l' istruzione, lo capiamo tardi...
In merito al fatto che gli utenti sui social leggono solo i titoli. Uso facebook, non come social vero e proprio, ma proprio come strumento di informazione, quindi vado a leggere gli articoli che direttamente o indirettamente vengono postati. Una volta letto l'articolo vorrei tornare su facebook per commentarlo o anche solo mettere un like, ma tornando a facebook mi riporta alla sua home e se proprio voglio commentare quell'articolo devo andarlo a cercare e, se per esempio non ricordo chi lo aveva postato, può essere non facile ritrovarlo. Scrivo questo per sostenere che i social ci vogliono così superficiali, al contrario di quanto idealizzato in merito alla loro funzione, desiderano e premiano gli utenti che non amano riflettere, ma solo affidarsi al proprio istinto.
Sono andato a leggere cosa fosse il "problem solving"ho aperto il primo link e c erano 3 parole italiane e 4 inglesi per tutto l articolo ti credo che diventiamo analfabeti.
il problem solving altro non è quello che a Napoli si definisce "pezz a color"
Il fatto che la gente non legga è dovuto a quanto la scuola riesca a far odiare la letteratura imponendola e non incoraggiandola, ci sono passata, ma per fortuna col tempo ho trovato la passione nei generi che preferisco. Mettiamoci poi che la vita odierna non prevede più la “lentezza” ma solo il sensazionalismo e la velocità di fruizione… non lo so, in buona parte il problema è la cultura in cui ci troviamo, non gli strumenti di cui fruiamo, alla fine nel usare uno smartphone non c’è niente di male se si usa in un certo modo e nel giusto tempo