Uno, nessuno e centomila // Libro terzo

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  • Опубликовано: 17 окт 2024
  • I. Pazzie per forza
    II. Scoperte
    III. Le radici
    IV. Il seme
    V. Traduzione d’un titolo
    VI. Il buon figliuolo feroce
    VII. Parentesi necessaria, una per tutti
    VIII. Caliamo un poco
    IX. Chiudiamo la parentesi
    X. Due visite
    Legge Paolo Minnielli
    Gli attori della Compagnia permanente di ERT Fondazione presentano per il cartellone #laculturanonsiferma 8 puntate della lettura integrale di Uno, nessuno e centomila, il romanzo più noto dello scrittore e drammaturgo italiano, premio Nobel per la Letteratura nel 1934, Luigi Pirandello.
    Pubblicato a puntate sulla “Fiera Letteraria” e poi in volume nel 1926, Uno, nessuno e centomila è quasi una summa del pensiero di Luigi Pirandello, tra gli scrittori italiani più importanti e celebri della modernità. Un piccolo particolare, un difetto fisico del naso che denuncia un’asimmetria, fa vacillare le fondamenta profonde dell’animo del protagonista, Vitangelo Moscarda, e lo porta a radicali cambiamenti nello stile di vita, in una progressiva deriva dell’io che lo estrania completamente da ogni convenzionale rapporto con l’altro.
    Otto libri per otto diverse voci: in questo capolavoro affiorano, magistralmente disseminati in un puzzle, gli indizi dell’intera poetica di Pirandello. Dalla riflessione sull’umorismo che svela il dramma umano nascosto dietro a ogni situazione comica al paradosso gnoseologico che annulla l’efficacia del pensiero razionale; dalla maschera sociale all’implosione dell’io, il tutto in uno stile sorprendentemente anarchico e frammentato, ritmico, frenetico, che mantiene il suo fascino decadente.
    «Che fai?», mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
    «Niente», le risposi, «mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino». Mia moglie sorrise e disse: «Credevo ti guardassi da che parte ti pende». Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: «Mi pende? A me? Il naso?». E mia moglie, placidamente: «Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra».
    Basta questo a gettare Vitangelo Moscarda - detto Gengè - dentro una spirale di pensiero che lo distaccherà progressivamente dalla propria identità, frammentata in centomila schegge ormai irriconoscibili.

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