Soft Machine - Soft Machine (1968) Da Canterbury alla patafisica passando per William Burroughs
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- Опубликовано: 15 окт 2024
- Benvenuti nella Miniera del Rock. Oggi parliamo di uno dei gruppi più rivoluzionari della storia del rock. I soft Machine attraverseranno numerose stagioni, moltissimi cambi di formazione e daranno un contributo fondamentale a certa musica colta a metà strada tra canzone e free jazz, psichedelia, dadaismo e humor tipicamente british. Il loro primo album è una gemma da riscoprire assolutamente!
Formazione:
Mike Ratledge: piano e organo
Kevin Ayers: basso e voce
Robert Wyatt: batteria e voce
Canzoni:
Lato A
Hope For Happiness
Joy Of A Toy
Hope For Happiness (Reprise)
Why Am I So Short?
So Boot If At All
A Certain Kind
Lato B
Save Yourself
Priscilla
Lullabye Letter
We Did It Again
Plus Belle Qu'une Poubelle
Why Are We Sleeping?
Box 25/4 Lid
Etichetta: Probe Records - CPLP-4500 (1968, US)
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Mitica copertina rotante
Uno dei gruppi più grandi e sottovalutati
Purtoppo sì
Il problema con la musica dei Soft Machine come quello con i Van Der Graaf Generator è che oltre a comprare questi album ritengo indispensabile comprare quelli da solista di R. Wyatt e Peter Hammil (ne ha incisi più di 30). Giocoforza prendo i cd, dai 5 ai 14 euro.
Ahahah...ho discografia di wyatt e ayers e qualche cd di hammil