il libro è complesso da leggere, inizialmente lascia perplessi. All'inizio pensavo fosse incomprensibile, non avevo capito la storia, i personaggi, chi parlava con chi. Non sono tanto i contenuti la difficoltà ma proprio il non capire chi parla e con chi, vista la struttura delle frasi, con pochissima punteggiatura, serrata, un mare di informazioni, di visioni. Non mi sono però arreso, intuivo qualcosa, una profondità... e allora ho ricominciato, dopo una cinquantina di pagine, tutto dall'inizio. Finalmente si è accesa la lampadina ed ho cominciato ad orientarmi. Ci sono parti bellissime, soprattutto quelle che descrivono le "visioni" della sorella. I dialoghi sono qualcosa di unico: serrati, profondi, ironici, disillusi, tragici. Sembra di "vedere" un film. Per chi lo iniziasse e fosse tentato di abbandonarlo: non lo fate, vi perdereste un capolavoro.
Verissimo, pure per me è stato ostico a dir poco. Poi però mentre i dialoghi erano a tratti incomprensibili nelle parti di viaggio e di solitudine ritrovavo il McCarthy della frontiera e della solitudine sotto una Natura magniloquente che diventa co-protagonista grazie alle descrizioni mirabili.
Grazie per questi interventi belli e illuminanti. È un libro complesso, ma veramente coinvolgente e stimolante: apre tanti interrogativi e ci costringe, attraverso i personaggi, a guardarci allo specchio e a non essere spettatori passivi. Così deve essere la vera letteratura.
Dopo "Il Passeggero" bisogna assolutamente leggere "Stella Maris" tutto incentrato sul dialogo tra Alicia e il suo psichiatra. Una lotta serratissima fatta di parole dove lo psichiatra cerca in tutti i modi di capire una chiave per liberare Alicia dai suoi demoni o perlomeno per dissuaderla dai suoi propositi suicidi. A me è molto piaciuto, lo consiglio.
il libro è complesso da leggere, inizialmente lascia perplessi. All'inizio pensavo fosse incomprensibile, non avevo capito la storia, i personaggi, chi parlava con chi.
Non sono tanto i contenuti la difficoltà ma proprio il non capire chi parla e con chi, vista la struttura delle frasi, con pochissima punteggiatura, serrata, un mare di informazioni, di visioni.
Non mi sono però arreso, intuivo qualcosa, una profondità... e allora ho ricominciato, dopo una cinquantina di pagine, tutto dall'inizio.
Finalmente si è accesa la lampadina ed ho cominciato ad orientarmi.
Ci sono parti bellissime, soprattutto quelle che descrivono le "visioni" della sorella. I dialoghi sono qualcosa di unico: serrati, profondi, ironici, disillusi, tragici. Sembra di "vedere" un film.
Per chi lo iniziasse e fosse tentato di abbandonarlo: non lo fate, vi perdereste un capolavoro.
Verissimo, pure per me è stato ostico a dir poco. Poi però mentre i dialoghi erano a tratti incomprensibili nelle parti di viaggio e di solitudine ritrovavo il McCarthy della frontiera e della solitudine sotto una Natura magniloquente che diventa co-protagonista grazie alle descrizioni mirabili.
Grazie per questi interventi belli e illuminanti. È un libro complesso, ma veramente coinvolgente e stimolante: apre tanti interrogativi e ci costringe, attraverso i personaggi, a guardarci allo specchio e a non essere spettatori passivi. Così deve essere la vera letteratura.
Dopo "Il Passeggero" bisogna assolutamente leggere "Stella Maris" tutto incentrato sul dialogo tra Alicia e il suo psichiatra. Una lotta serratissima fatta di parole dove lo psichiatra cerca in tutti i modi di capire una chiave per liberare Alicia dai suoi demoni o perlomeno per dissuaderla dai suoi propositi suicidi. A me è molto piaciuto, lo consiglio.