Le radici culturali della violenza di genere. A cura di Liliosa Azara, Università di Roma Tre

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  • Опубликовано: 26 ноя 2023
  • Lezione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
    A cura di Liliosa Azara, Università di Roma Tre
    La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Con una specifica risoluzione l’Assemblea generale ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali governative e non governative a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della non violenza contro le donne. Dalla risoluzione del 1999, la violenza contro le donne è definita come «qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata».
    I dati ufficiali relativi al numero di donne uccise nel nostro Paese spaventano e riflettono il mancato raggiungimento di un elevato livello di civiltà. La violenza di genere si traduce anche in forme marginalizzazione, discriminazione e talvolta segregazione ai danni delle donne, come espressione di rapporti di potere diseguali che danno origine a una gerarchia tra i generi fondata su un rapporto di soggezione/subordinazione del femminile al maschile.
    Spiegare le radici culturali all’origine di tale fenomeno e le elaborazioni filosofico-politico spesso tradotte in leggi che hanno sancito l’inferiorità femminile consente di cogliere le mutazioni profonde che hanno attraversato le società e le persistenze etiche e culturali che hanno, d’altro canto, legittimato forme diversificate di violenza di genere. Il gender gap, vale a dire la differenza tra uomini e donne in termini di rappresentatività nelle istituzioni politiche o nell’universo professionale è il segno inequivocabile del perdurare di stereotipi e pregiudizi che limitano e precludono la piena uguaglianza tra i generi, alimentando nuove forme di violenza che coesistono con la più narrata e rappresentata violenza fisica.

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