"Quest’opera gigantesca che è Il Capitale contiene, molto semplicemente, una delle più grandi scoperte scientifiche di tutta la storia umana: la scoperta del sistema dei concetti (dunque della teoria scientifica) che apre alla conoscenza scientifica quello che si può chiamare il “Continente-Storia”. Prima di Marx, due “continenti” di pari rilievo erano stati “aperti” alla conoscenza scientifica: il Continente-Matematiche, dai Greci del V secolo, e il Continente-Fisica da Galileo". Così Louis Althusser (vero filosofo) delinea l' importanza del Capitale
Non pretendo una risposta, né di avere ragione. La mia è solo una risposta al video/opinione. 12:55 kantianamente, morale è proprio questo. Devi trattare i altri esattamente come te stesso. 13:24 è una generalizzazione che non funziona. È possibile trovare esempi che mostrano che questa definizione funziona solo in pochi casi. 13:32 No.. Quindi stai basando l'etica sulla convenienza? La convenienza non è un pilastro solido in grado di reggere l'etica. E no, non è una spinta individuale. L'etica non di decide, DEVE essere IMPOSTA dallo stato. Uno psicopatico privo di empatia non avrebbe mai la spinta necessaria a salvare una persona in fin di vita, per questo l'etica non deve basarsi sulla convenienza e su questo "impulso interno" (che è solo emotività), ma su una sorta di "compassione razionale" e sulla ragione. Perché questa ossessione dalla libertà? Cioè, perché un umano non deve condividere le ricchezze con altri? Perché pensate che la moralità deve "venire da dentro" e non deve essere imposta? La sofferenza è un problema più grande della libertà (anzi, è l'unico problema, per definizione di sofferenza ovviamente)
Così come ci sono tante teorie diverse tra loro e aggiustamenti all'interno dell'economia liberista, così ci sono anche all'interno del marxismo. Il concetto stesso di "smascherare il marxismo", lo trovo assurdo. Si sta parlando di una teoria di fine 1800, è ovvio che non è tutta e tutt'oggi applicabile, anche perché il contesto è completamente cambiato. Marx ha avuto delle intuizioni indiscutibilmente brillanti e che hanno fatto la storia ma che hanno gettato semi per il sistema di valori di tutta la sinistra, non solo quella più estrema. Sinistra che tutt'oggi è frammentata proprio perché ci sono mille variabili possibili nel mondo e nelle scelte politiche praticabili. Di fatto è praticamente l'unica teoria i cui "figli" cercano di pensare un sistema economico diverso da quello attuale, che, e qui bisogna essere cechi per non ammetterlo, non è né equo né sostenibile dal punto di vista ambientale. L'alternativa non è necessariamente la dittatura del proletariato, ma non è sbagliato riflettere sulle altre possibili alternative. In poche parole, mi sembra semplicistico fare un calderone del genere e proporlo come "smascheramento" di un concetto dai contorni a dir poco evanescenti. Anche queste critiche a Marx nel 2020 con la coscienza storica di tuttociò che è venuto dopo, le trovo banali. Se rinascesse oggi, chissà quante cose correggerebbe lui stesso, lasciando invariata la sostanza del suo sistema di valori
Il capitalismo è sostenibile a livello ambientale. Le emissioni di CO2 dei paesi più sviluppati stanno diminuendo col tempo, inoltre dobbiamo ricordare che i veri padroni delle aziende non sono altri che i consumatori. Se riconosciamo che le bottiglie di plastica sono merda e smettiamo di comprarle, cosa che possiamo permetterci di fare in quanto viviamo in un paese ricco e sviluppato, grazie al capitalismo, il mercato si muoverà di conseguenza verso una direzione più etica e sostenibile. Bisogna insegnare alle persone che le loro decisioni in quanto consumatori hanno potere di cambiare le cose, senza questa consapevolezza non andremo da nessuna parte. Inoltre pure tu secondo me sbagli a parlare di capitalismo come se fosse una cosa uniforme; esiste il liberismo laissez-faire, ma esiste anche un sistema in cui l'intervento statale c'è ma è minimo. In queste condizioni, si può intervenire tramite lo Stato per incentivare la creazione di centrali nucleari che sono necessarie alla lotta al cambiamento climatico. Dire "il capitalismo non è sostenibile a livello ambientale" è per me una generalizzazione che non vuol dire nulla.
@@davidescristofaros2241 io sono la prima a boicottare molti prodotti ma ritegno che non sia sufficiente considerando il tempo che abbiamo. Il capitalismo per la sua struttura ha bisogno di una crescita continua ed esponenziale, sia a livello di crescita demografica che economica e quindi anche sempre maggiori risorse, che in un pianeta dalle risorse finite è di per sé una contraddizione in termini. Lo stile di vita attuale non è assolutamente sostenibile e si basa sullo sfruttamento sia delle risorse che delle persone dei paesi meno sviluppati, oltre a sfruttare le leggi ambientali a dir poco insufficienti di questi paesi che infatti sono inquinatissimi ma soprattutto per l'esportazione verso il mercato occidentale. Nel capitalismo ciò che vende può essere venduto e purtroppo la coscienza delle persone non mi sembra stia andando nella direzione di consumi più responsabili: le bottigliette di plastica sono certo parte del problema, ma anche smettendo di comprare le bottiglie di plastica il problema sarebbe ben lontano dall'essere risolto. Secondo me dovremmo vivere in maniera drasticamente meno consumista e quindi comprare pochissimo in generale (io già vivo così). Per quanto riguarda le fonti di energia io non ritengo il nucleare un'alternativa accettabile visto anche che stiamo andando verso una catastrofe climatica che si porterà con sé anche disastri naturali, centrali in cui il rischio di distruggere l'umanità è così elevato non mi sembrano la soluzione. Chiaro che con i pannelli solari e le pale eoliche non si può mantenere gli stessi livelli di vita, infatti è proprio questa che andrebbe cambiata. Il problema è che molti non sono affatto disposti a rinunciare a tante cose e quindi per me una programmazione economica e della produzione sarebbe necessaria. Senza considerare che senza che sia la politica a gestire questi cambiamenti economici, questi si tradurrebbero in notevoli aumenti delle disuguaglianze sociali. Spero sia chiaro quanto ho scritto, le cose da dire sono tante, ho cercato di riassumere
@@davidescristofaros2241 Per quanto sia d'accordo che sta a noi in primis scegliere cosa comprare e consumare, e quindi mi permetto di dire che dovremmo essere tutti dei "cattivi" consumatori, cioè che consumano poco e in modo poco impattante sull'ambiente (ma anche sull'uomo); è altrettanto vero però che il presupposto del capitalismo è una crescita continua e potenzialmente infinita, e proprio per questo dovremo ripensare il sistema, il pianeta ha risorse finite, senza contare che neanche la termodinamica ci lasci molta scelta.
@@erikadimi9274 No. Le soluzioni al global warming e allo sfruttamento eccessivo delle risorse della terra il capitalismo le ha già trovate. Il problema è lo stato e le limitazioni che tu stesso vuoi. Il nucleare distruggerà il global warming e ne risolverà il problema; su ciò NON c'è discussione, dato che la scienza è d'accordo su ciò e andare contro al nucleare corrisponde ad essere un anti vax; la cosa del rischio di un disastro nucleare "talmente elevata" non ha alcun fondamento scientifico né fattuale, e da ciò si denota come tu stia sparando sentenze senza esserti manco informato sul tema: il nucleare è l'energia più sicura che c'è dopo eolico e solare, si l'idroelettrico provoca più morti del nucleare e i carbonfossili provocano circa 50 volta le morti del nucleare; ti chiedo di informarti sul tema dato che tale ignoranza è profondamente pericolosa non solo per i tuoi ma anche per i miei polmoni e per il mio futuro, dato che purtroppo l'ignoranza ha diritto di voto e non vorrei che il mio futuro venga sputtanato da ignoranti che non si informano e ragionano per istinti invece che per logica e fatti. Il problema dello sfruttamento eccessivo delle risorse verrà facilmente risolto dallo sviluppo delle carni sintetiche; queste non sono ancora "pronte" come il nucleare e si sta facendo ancora ricerca, ma si stima che entro uno o due decenni saranno già in commercio, e come l'Occidente passerà dal consumo di carni allevate al consumo di carni sintetiche avremmo anche risolto questo problema.
@@erikadimi9274 Di nuovo questa cosa della "crescita infinita in un mondo a risorse finite", ormai le argomentazioni contro il capitalismo sono sempre le stesse. Si può crescere infinitamente in un mondo finito? Si. La storia l'ha dimostrato. Il sistema dei prezzi e lo sviluppo tecnologico permette alle risorse terrestri di non esaurirsi e di aumentare l'output mantenendo stabile l'input.
Tutta la mia stima per Rick, però criticare Marx e allo stesso tempo abbracciare Von Mises e Ayn Rand, mi sembra passare da una fuffa ad altra fuffa... Von Mises, negli ambienti accademici seri, è considerato nel campo dell'economia alla stregua del creazionismo nella biologia
Rispondi sui fatti; non limitarti a queste battutine retoriche sul nulla che denotano una sagacia stantia e una probabile povertà argomentativa da fare pietà
Marx non è sacro, non è vero che tutto quello che ha detto è giusto. Ma non è che "tutti sono immersi nella mentalità marxista". E' che viviamo in un mondo capitalistico, praticamente da sempre, con pochissime eccezioni storiche. Un mondo diviso in classi sociali (quelle di Marx esistono dalla rivoluzione industriale al Novecento - oggi, come sappiamo, il discorso è più complicato, ma non è colpa di Marx, quanto di chi applica la sua filosofia senza considerare che nel frattempo è nato un ceto medio, né borghese né proletario, e il capitalismo si è avviato a una transizione ancora in atto, da concorrenziale a monopolistico). Marx è ancora un pensiero di opposizione forte, questo è da sempre il suo prezioso, vero valore in Occidente, né deve stupire che faccia breccia nel cuore e nella mente della gente, perché è appunto diverso, promette un 'mondo altro'. Certo che non sarebbe il migliore dei mondi, quello voluto da Marx. Dopotutto, però (come dice Dufer a un certo punto) la descrizione del 'nuovo mondo', post-rivoluzione, trova ben poco spazio nella sua opera; il filosofo si impegna soprattutto a condurre un'analisi piuttosto lucida del suo presente storico. Il liberalismo è una corrente di pensiero intelligente e affascinante, non dico il contrario. Credo che non basti a se stessa, tutto qui. Ma la sua applicazione meramente economica (liberismo, o liberalismo economico) genera anche iniquità e profondissime contraddizioni. Rick Dufer, per quanto in controtendenza possa apparirle il suo pensiero morale (che espone all'inizio dell'incontro), le assicuro che esso è il frutto di una catena logica di banalità che appartengono al pensiero comune. A questo proposito, lei, che fa riferimento a una filosofia centrata sull''individuo', al minuto 12:25 dice, con un tono un po' irrisorio e un po' sprezzante, "devo sacrificarmi anche per gli assassini?" - e io le chiedo, ma chi sono, quegli assassini - solo 'degli assassini'? Ancora, lei, Dufer, quando vuole smontare il pensiero di Marx, non argomenta a sufficienza. Lei parla estremamente in generale - "dall'idea di Marx è nato un totalitarismo feroce" (e poi farcisce il suo discorso con il nome di qualche filosofo). Su questo siamo d'accordo, ma il suo compito in questa live dovrebbe essere quello di divulgare quali aspetti del pensiero di Marx hanno contribuito a questa degenerazione politica (visto che di Marx, e non di Lenin né di Stalin qui si parla). Tuttavia, quest'operazione non è nel suo interesse filosofico: lei non ha nessuna intenzione di rivedere il pensiero socialista, forse perché rivederlo con la dovuta onestà intellettuale la condurrebbe a pensare che esso rappresenta un sistema possibile. Lei non cerca gli errori in Marx, ma promuove un liberalismo radicale, che dà il meglio di sé (a quanto dice) in ambito economico. Esistono altre possibilità, e lei, con il suo intervento, chiude la strada a ciascuna di queste altre possibilità, non solo a quella del marxismo ortodosso.
Viviamo in un mondo diviso in classi sociali? Ma sei serio? Viviamo in un'epoca in cui la maggioranza dei milionari è partita dal nulla. Siamo liberi dalle catene del dispotismo e per la prima volta nella storia siamo davvero in grado di indirizzare la nostra vita e i nostri sforzi. Tutto ciò che ci si chiede è di accettare la responsabilità delle nostre azioni. Il capitalismo ha reso le masse dei poveri benestanti in appena due secoli. La produttività dei capitalisti e l'accumulo di capitali rende più ricchi anche la massa di persone indigenti. L'alternativa? Una povertà di massa decretata dal monopolio politico di una manciata di persone, fallibili come chiunque altro, ma investiti del potere supremo di decidere del destino dei loro simili. Non esiste alcuna degenerazione politica. Inutile farne una questione storica o filosofica. Il problema del Marxismo è soprattutto economico. Può essere realizzato? Certo, ma l'esito del suo destino sarà sempre lo stesso.
@@BestBboy79 Nella sua introduzione all'opera "Il capitale nel XXI secolo", Thomas Piketty scrive, a proposito della curva di Kuznets (che corrisponde, fondamentalmente, alla tesi che lei espone nel suo commento): "La fortissima crescita di cui hanno beneficiato i paesi sviluppati nel secondo dopoguerra è (...) un evento incontestabile, e il fatto che ne abbiano tratto vantaggio tutti i gruppi sociali lo è ancora di più. È pertanto normale che nel corso dei Trente glorieuses sia prevalso un certo ottimismo, e che le profezie apocalittiche del XIX secolo [in primis quelle di Marx, nota mia] sulla dinamica della distribuzione delle ricchezze abbiano perduto popolarità. Resta il fatto che la teoria fiabesca della “curva di Kuznets” sia stata in gran parte formulata per motivi non nobili [legittimare il modello capitalistico americano durante la Guerra Fredda, nota mia] e che la sua previsione del tutto empirica sia estremamente fragile. Vedremo che la forte riduzione delle disuguaglianze, verificatasi un po’ ovunque nei paesi ricchi tra il 1914 e il 1945, è in primo luogo una conseguenza positiva delle due guerre mondiali e delle catastrofi economiche e politiche che ne sono seguite (in particolare per i detentori di patrimoni rilevanti), e non ha molto a che vedere con il pacifico processo di mobilità intersettoriale descritto da Kuznets.”
@Samuele Campolo Il liberalismo è una filosofia politica. L'economia (libero mercato) è una conseguenza, non una causa. Il liberalismo non genera contraddizioni, e sono state le idee che ci hanno fatto uscire dal feudalesimo e dalla miseria economica. L'iniquità è un falso dio, è irrilevante che uno ne abbia più degli altri, fintanto che la povertà scende. Marx è un imbroglione intellettuale. Tutta la sua teoria si riduce a un valore oggettivo, già confutato da Menger 140 anni fa. La via intermedia tra liberalismo e comunismo è il fascismo. Ti piace il fascismo?
@@pionieresvizzero2224 Un po' come il fascismo. Lo stesso Keynes si preoccupa di chiarire ogni dubbio sulla sua affiliazione scrivendo, nel prologo dell'edizione tedesca della sua "Teoria generale" nel 1936, cioè in piena epoca nazista-: "La teoria della produzione globale, che è l'obiettivo di questo libro, può essere applicata molto più facilmente alle condizioni di uno Stato totalitario che alla produzione e alla distribuzione di un certo volume di beni ottenuti in condizioni di libera concorrenza e di un grado apprezzabile di laissez-faire".
I mezzi di produzione sono, secondo la teoria marxista, la congiunzione dei mezzi fisici di lavoro (macchine, utensili, terre e materie prime) che, a partire da risorse primarie in input, crea, tramite il lavoro manuale da parte del lavoratore, un prodotto finito a valore aggiunto. Il significato dei "mezzi di produzione" varia a seconda dell'ambito a cui fa riferimento: in una società agricola si può riferire al suolo e alla pala, mentre in una società industriale alle miniere e le fabbriche.
54:50-58 circa. Partiamo da un punto su cui sono d'accordissimo: andava fatto un omologo processo di Norimberga italiano, in questo modo avremmo fatto davvero "i conti" con il fascismo, mettendo nero su bianco i gravissimi crimini commessi durante il ventennio, metabolizzandoli avremmo sviluppato quegli anticorpi che ci avrebbero risparmiato tutta quella deriva neofascista che mai ci ha abbandonati dal '45 ad oggi (MSI, Ordine Nuovo, Forza Nuova, CasaPound e compagnia cantante). Per il resto posso sorvolare su tutto (pur non condividendo un granché); che comunismo e fascimo siano fratelli per le somiglianze di "politica economica", che "marxianamente" Hitler fosse in primo luogo dirigista, protezionista, statalista, autarchico e solo in secondo luogo, di conseguenza, fosse antidemocratico, violentemente razzista e antisemita, pure socialdarwinista (vedi superiorità della razza ariana e quindi legittimata a dominare le altre "razze" inferiori)eccetera, MA. Ma sulla Costituzione nostrana no eh, nel contesto sembra che la "un po' tanta" influenza di sinistra sia un male a priori, come se avesse apportato elementi stalinisti, totalitari e oppressivi; come se sinistra=comunismo a prescindere (ma non quello vero XD). In realtà la costituzione è una sintesi, frutto di un'assemblea costituente dove tutte le forze della Resistenza hanno partecipato, e sì in buona parte c'erano forze di sinistra e sì, c'erano in buonissima parte anche i cattolici e le varie anime più moderate. Quindi vengono garantite tutte le libertà individuali e civili, la proprietà privata e la libera iniziativa economica; il tutto condito da una ben presente anima sociale (che non deve necessariamente essere comunista/socialista/marxista), che non guasta mai. Poi sul fatto che non vengano insegnate le dottrine e politiche economiche fasciste e naziste nelle nostre scuole per la intinseca assonanza con quelle marxiste, indi per cui le pressioni della parte marxisteggiante della società in questo senso per far sì che questa somiglianza non venga portata alla luce, boh, ci credo poco. La questione è più complessa di così, se non altro sarebbe interessante approfondire la questione.
A mio parere il Vostro dialogo è un pò troppo autocelebrativo,non essendoci un contraddittorio,e scusate abbastanza di parte. i primi dieci minuti potrebbero essere recitati identici,sostituendo la parola Marxismo con Liberismo,Capitalismo,ad esempio. Il fatto che questa ideologia persista da anni nella nostra cultura indica che certi concetti sono perlomeno da valutare attentamente. Che Governi in suo nome abbiano fatto scempio è ovvio,ma a meno che non vogliamo giocare a chi elenca più nefandezze commesse dall'altro per uno sterile conteggio di morti e abusi da cui il PCI si era dissociato. Anche la lettura della Costituzione Americana pare abbia uno spirito d'intenti diversi dal capitalismo reale del paese. Il Coronavirus ha reso evidente i meccanismi perversi generati dal liberismo spregiudicato. Globalizzazione e austerity hanno mostrato tutti i suoi punti deboli. Abbiamo acclamato eroi medici ed infermieri,anche quelli morti. Fra qualche anno un qualsiasi Manager vorrà tagliare i costi del personale sanitario rendendolo sempre più precario e privatizzando il tutto. Non vedo neanche come il liberismo possa portare avanti un progetto di salvaguardia del pianeta. Ricordatevi che i capitalisti il Capitale di Marx lo hanno studiato tutti attentamente.
proponi tu un modello economico concreto e attuabile nel mondo attuale che contempli la salvaguardia del pianeta, la protezione dei diritti lavorativi, sociali, civili, che non implichi austerity e che abbia welfare, che non faccia morti come effetto del capitalismo selvaggio e che sia anticapitalista senza essere marxista sono felice di leggerti, se avrai la gentilezza di rispondermi grazie in anticipo
@triodetri1780 proponi tu un modello economico concreto e attuabile nel mondo attuale che contempli la salvaguardia del pianeta, la protezione dei diritti lavorativi, sociali, civili, che non implichi austerity e che abbia welfare, che non faccia morti come effetto del capitalismo selvaggio e che sia anticapitalista senza essere marxista sono felice di leggerti, se avrai la gentilezza di rispondermi grazie in anticipo
@frank lapidus Perché quella donna era una psicopatica, trattava i suoi stessi seguaci come fosse il capo supremo di una setta infliggendogli umiliazioni di ogni tipo e sottoponendoli a gaslighting e altri abusi psicologici ogni qualvolta non li riteneva al livello necessario per tenere in piedi l'immagine dell'oggettivismo. Era una donna cattiva e egoista nel profondo che predicava una filosofia di ritorno alla barbarie e di darwinismo sociale che faceva impallidire quella nazista se non fosse che, almeno mi pare, non avesse basi razziali. Io sono pure di parte perchè ho idee opposte ma che costei fosse una persona orribile lo ammettono perfino i suoi ammiratori...lasciando da parte questo comunque è la sua stessa filosofia che è disumana e disumanizzante e andrebbe studiata allo stesso modo in cui si studiano cose come l'eugenetica e le teorie dell'uomo criminale di Lombroso, idee pericolose per l'esistenza stessa della società intesa come rifugio ma anche stimolo per l'uomo, una società in cui se hai dei punti deboli non devi dare come assunto che il più forte in quel campo abbia diritto di sfruttarli per annichilirti ma che tu riesca a superarli tirando fuori le tue peculiari qualità, qualsiasi esse siano, per Ayn Rand solo i più forti e spregiudicati nel loro egoismo e insensibilità hanno diritto di andare avanti e trainare con sé il resto della società.... è anche da gente come lei che nascono le idee di certi adoratori dell'anarcocapitalismo, in cui la "mano invisibile" dei mercati, nata dalla somma dell'avidità individuale di un gruppo di soggetti è sempre pronta e capace di bilanciare tutto e fare crescere la società nel modo corretto...una vera è propria idolatria della forza e del danaro che proprio oggi, negli stati uniti stiamo vedendo fallire come non mai, essendo il paese totalmente paralizzato dalla gabbia ideologica che gli impedisce di utilizzare i mezzi e il denaro pubblici per supportare la popolazione in un momento di crisi come questo... Tu pensa che questo miliardario si è messo a piangere in diretta TV al solo ventilare di una tassa patrimoniale così impostata: dal 50° milione di $ di capitale gli sarebbero prelevati 2cent per dollaro mentre dal primo miliardo in poi 3cent....si parla di gente che se questi soldi gli sparissero nel nulla non se ne renderebbero nemmeno conto, nulla cambierebbe nel loro stile di vita né nell'andamento dei loro affari, ma i soldi recuperati in quel modo potrebbero finanziare ospedali, scuole, programmi e infrastrutture di ogni tipo in tutti gli USA, e una ulteriore accelerazione del programma di vaccinazione, vite salvate concretamente insomma, ma costui ha avuto la faccia di mettersi a piangere alla sola idea!!!! E qualche giorno dopo a evocare una fantomatica caccia alle streghe contro i ricchi che secondo lui doveva finire subito!!! Ecco, Ayn Rand è l"idolo assoluto di questo genere di persone, i suoi disgustosi scritti sono la loro Bibbia e il loro Corano! Per questo non riesco nemmeno ad ascoltare una parola in più da qualcuno che la definisce "ottima"!
@@filmjarvis81 Ma secondo te gli Stati Uniti di oggi possono definirsi un sistema anarco-capitalista? Chiedo in tutta franchezza eh. Io non sono affatto un sostenitore dell'anarco-capitalismo, anzi, lo reputo un'ideologia che - al pari delle utopie marxiste - è dogmatica e completamente priva di collegamenti con la realtà. Tuttavia, facnedo un confronto tra le società in cui lo Stato interviene di più nella vita dei cittadini (Italia, Francia per esempio) e quelle in cui interviene di meno (Svizzera, Nuova Zelanda, Australia, Singapore) è evidente che nel secondo caso si ha un maggiore benessere ANCHE delle classi deboli. Perchè è palese: con più la "torta" si ampia, più si può aiutare chi ha di meno. Concordo che l'estremismo di certe idee come quelle di Rand e di Rothbard sia socialmente impensabile, ma al tempo stesso non bisognerebbe dimenticare che sacrificando la libertà per l'uguaglianza, spesso non si ottiene ne una ne l'altra. Tra l'altro parli appunto degli USA, ma nella statalista Italia, campionessa di debito pubblico e di tasse, quanti cittadini sono letteralmente alla fame? Eppure pagano ogni anno una pressione fiscale con pochi eguali al mondo. Peccato che una massiccia parte di quei soldi finisca in sprechi, come spesso avviene quando di mezzo c'è uno Stato che non deve rendere conto a nessuno e che non ha da temere alcuna concorrenza...
@@federicotagliavini3956 no, gli Usa non sono un sistema anarco capitalista ma quelle idee sono molto apprezzate da pezzi importanti dell'elìte soprattutto repubblicana, secondo me sono più una specie di "socialismo per i ricchi" nel senso che certi "grappoli" di interessi sono riusciti a trovare delle leve sicure per spingere lo Stato a garantire loro stessi e i loro rappresentanti invece che i cittadini comuni. Riguardo a "più o meno Stato", quando citi quei paesi e il nostro vedi una causalità che non c'è, in Italia il problema non è che c'è troppo stato, ma che questi si incarna in modo incostante e nel territorio e che certi gangli del paese, privati e non, sono praticamente per cultura lottizzati da aziende, individui e funzionari che agiscono secondo logiche "divergenti"(eufemismo) dagli obiettivi che quel tal nucleo dovrebbe supportare. Tiro fuori una cosa vecchia ma che secondo me fa capire. Quando ai tempi di tangentopoli a regnare sulla sanità pubblica c'era Poggiolini, nel sistema sanitario non entrava in singolo farmaco perché aveva dimostrato un potere curativo superiore, ma solo quei medicinali le cui case avevano fatto giungere danaro e favori più in quantità e alla gente migliore (Poggiolini in primis). Allargando lo sguardo su quell'epoca oltre al contesto sanitario ci si rende conto che lo "Stato" anche se apparentemente era ovunque, era ormai un guscio vuoto, economicamente e moralmente in bancarotta. E io non credo che se quel guscio non ci fosse stato sarebbe cambiato qualcosa in meglio, anzi, non si sarebbero forse neppure potuti svolgere dei processi per punire e recuperare una parte del danaro! Insomma per me anche lo Stato migliore del pianeta è vulnerabile alle persone che ne occupano i posti e agli umori politici del tempo, ma quando lo Stato si ritira le suddette cose acquisiscono ancora più influenza e in modo ancora più spregiudicato poiché non devono più neanche scardinare le eventuali barriere che una costituzione o una passata legislatura illuminata ha messo in piedi per limitare certi danni. Il discorso dunque dovrebbe vertire, secondo me, sul raffinamento, sul progresso e sull'omogeneità della presenza dello Stato a partire da obiettivi di miglioramento, contemporaneamente, delle condizioni sociali e dei diritti individuali, che in tempi di "pace" (almeno locale) possono essere implementati senza troppe contraddizioni e senza che questo voglia dire favorire qualcuno ingiustamente...Mi scuso se il discorso appare un po'raffazzonato e con poche citazioni ma lo sto scrivendo in una sala d'attesa e non voglio complicarlo ulteriormente, magari aggiungerò qualcosa dopo!
@@filmjarvis81 Ho capito perfettamente quello che intendi ed è una considerazione che ho già sentito diverse volte. Tuttavia io non penso che il problema principale siano le persone che occupano lo Stato e quelle che lo influenzano, che come hai giustamente detto possono essere corrotti e finire per portare acqua al proprio mulino invece di lavorare per il benessere comune. Penso che questo fatto, come l'esempio che hai fatto di Poggiolini, sia purtroppo il prodotto inevitabile di uno Stato che interviene nell'economia e negli affari privati, mettendo il naso in ogni dove. Il rent seeking, ovvero cercare di finire sotto la tutela dello Stato, è diventato nel nostro Paese molto più conveniente per gli imprenditori rispetto alla ricerca del profitto, proprio per il semplice motivo che se io - impresa - cerco di fare profitto mi trovo una valanga di burocrazia da affrontare, tasse e contributi inps allucinanti da pagare, una giustizia che funziona a rilento, insomma un clima tutto fuorchè favorevole...mentre se invece cerco di finire nei favori dello Stato, magari ho possibilità di campare meglio. Ecco, senza finire nella follia anarco-capitalista di gente come Rothbard che voleva addirittura privatizzare la giustizia (il che mi mette i brividi solo a pensarci), io credo che il pensiero liberale classico abbia centrato il punto quando dice che le dimensioni di uno Stato (in termini di intervento nell'economia) sono il vero problema. Se lo Stato si limitasse ad aiutare veramente chi ne ha bisogno (ad esempio tramite voucher alle famiglie povere per pagare l'istruzione dei figli e le cure mediche) invece di intervenire come una piovra in economia creando assistenzialismo, posti di lavoro inutili se non agli amici degli amici, come ha fatto per anni con il carrozzone chiamato IRI, sono pressochè sicuro che avremmo un' Italia con più benessere, meno assistenzialismo bensì un welfare state mirato, e il tutto con una spesa pubblica e una tassazione che sarebbe sicuramente più bassa di oggi. Ecco, scusami il pippone ma hai espresso considerazioni molto interessanti e ho voluto argomentare bene la mia tesi :D
Sono curioso di cosa pensa l'amico di Riccardo (Boldrin) che ha fatto la prefazione di un libro di Mises, visto che Boldrin considera la scuola economica austriaca una pagliacciata.
@@antoniomele4830 ti consiglio di ascoltare una telefonata che ha fatto qualche anno fa con Leonardo Facco, dove si evince benissimo il suo pensiero riguardo alla scuola austriacadi economia, per lui non esiste, Von Mises secondo lui (da monetarista) non ha capito un cavolo sulla moneta, poi ha da ridere anche su Hayek, e Huerta De Soto sempre secondo lui é un coglione, il file audio lo trovi alla fine di questo articolo: www.movimentolibertario.com/2014/10/la-scuola-austriaca-non-esiste-esiste-solo-michele-boldrin/
@@pincopallino7771 idem, quando Boldrin ha parlato di bitcoin 2 anni fa, oltre a dire una marea di cavolate, aveva detto esplicitamente che ne avrebbe riparlato, chissà come mai non ne riparla più, forse gli fa male ammettere che la moneta come qualsiasi altra cosa é semplicemente una merce, per la precisione la merce più scambiata, per i monetaristi come lui questa cosa é una bestemmia, ed é una delle fondamenta della scuola economica Austriaca
@@P1nd0L sì me lo ricordo quel video, ha anche criticato la supply fissa e quindi la sua politica deflattiva. Anche secondo me, per quanto mi stia simpatico, ha sparato una marea di cazzate.
Grazie per l'incontro. Mi chiedo vi chiedo, al di là delle ottime ragioni del 'liberismo inteso come non dirigiamo del mercato ma: - Creare ricchezza e fare soldi sono la stessa cosa? Cioè un profitto realizzato è sempre 'morale? Qui credo che ci sarebbe molto da dire. Pensiamo alla finanza... - L'unione sovietica non è riuscita a trovare soluzioni per nulla? Mah, sono andati sulla luna magari non vuol dire niente, ma è la prova che comunque l'uomo si insegnava, anche per motivi diversi del solo profitto economico. - Il fascismo nella prima fase non so se sia accomunabile al dirigiamo, poi sicuramente a un modello misto di economia. - Il lavoro è solo 'mezzo per un reddito' quindi mosso dallo egoismo oppure è anche e già servizio? Nella divisione del lavoro già lavoriamo gli uni per gli altri... - Siamo sicuri che il libero mercato non ci obbliga? Pensa alla pubblicità che grande tecnica manipolatori... Potrei andare avanti con le obiezioni, concordo con voi che il marxismo sia moralista, ma la versione di liberismo che stiamo vivendo, sempre si tratti di tale, é diversamente e sottilmente moralista. Guardiamo con diffidenza 'l'uomo nuovo però non dimentichiamo che le potenze 'liberiste hanno giocato con gli uomini nuovi degli altri finanziandoli, promuovendoli ecc. Un vero liberismo deve confrontarsi col tema dei Monopoli, delle elite e infine del mercantilismo. Credo che, al pari del sogno comunista, mai del tutto realizzato e sempre da farsi,a parere dei sostenitori, il liberalismo sia al pari un sogno i cui profeti alla Ranc partoriscono banchieri centrali a là Greenspan, se l'albero si vede dai frutti...
@@francescoghizzo Conosco Mazzucato, di fatto si tratta di un aggiornamento dell'economia mista, investimenti di stato mirati, imprese pubblico- privato con dividendi pubblici ecc.
@@leo_mas_922 ho detto che du fer non è nemmeno consapevole che chi sciopera non riceve la paga giornaliera, quindi dovrebbe solo star zitto vista la figura di merda fatta su Twitter
Sul postmodernismo ricordo quello che disse ad una lezione il mio professore di letteratura inglese all'università: "Io la chiamo fuffa...". Grande Rick, grazie ancora per questa lezione, davvero.
Rick, concordo. Però oggi il punto è analizzare se e quanto di marxismo c’è in correnti di pensiero apparentemente diverse se non opposte. Smascherare il marxismo nei posti in cui non dovrebbe essere. Ad esempio nel pensiero liberal. Mi riferisco all’internazionalismo più spinto, all’odio per ogni tipo di comunitarismo, anche il più soft, al desiderio della minimizzazione dello Stato nella società futura, all’ipervalutazione delle minoranze più o meno inventate, ecc. Conosci “Homo aequalis” di Louis Dumont? L’uomo di Marx è per molti aspetti lo stesso di Adam Smith e di Locke.
Con queste premesse il libro non lo comprerei neanche se fosse l'ultimo rimasto sulla terra Inguardabile questa discussione per la quantità di cazzate dette
Ho appena concluso la parte finale del video (ultimi 20-30 minuti) e commento anche questa. La prima parte l'ho commentata nell'altro commento. Nell'ultima parte del video viene fatto il parallelismo tra Hitler e i socialisti. Ok, a me sta benissimo il paragone tra Hitler e Stalin, oppure più in generale il paragone tra l'URSS e la Germania nazista, ma il termine "socialista" è troppo generico per fare simili parallelismi, quindi da questo accostamento viene fuori il chiaro intento di demonizzare il socialismo in quanto tale. Infatti vorrei ricordare che, per definizione, si fa rientrare nel socialismo anche la socialdemocrazia, ideologia per la quale nutrono simpatia anche i liberali sociali come me. La violazione e la soppressione dei diritti civili va disprezzata e combattuta, ed è stata ampiamente praticata da un po' tutti i governi del '900, semplicemente perché i diritti civili si sono affermati nella società moderna e in tempi più antichi a riguardo c'era ben poca sensibilità. I socialdemocratici hanno avuto un ruolo fondamentale nell'affermazione dei diritti civili ed è un fatto che la sinistra moderna mainstream del mondo occidentale è figlia della socialdemocrazia. Poi Alessio Cotroneo prosegue il discorso dimostrando che in fondo anche lui comprende che il tema dei diritti civili è un po' diverso da un punto di vista etico rispetto a quello economico (insomma, liberalismo e liberismo sono cose ben diverse sul piano etico), ma subito dopo si smentisce dicendo che i mezzi per andare contro il liberismo sono gli stessi. Questo non significa nulla, perché i mezzi è ovvio che sono sempre gli stessi, ma il punto è che è il fine che giustifica i mezzi. Infatti questi mezzi sono l'utilizzo dell'autorità statale (naturalmente), ma nessuno si scandalizza se il mezzo viene usato per punire assassini e stupratori, quindi affermare che i mezzi sono di per sé sbagliati è una cazzata. La discussione deve essere incentrata sui fini e non sui mezzi. Se vogliamo parlare dei mezzi direi semplicemente che la pena di morte deve essere vietata e che i trasgressori delle leggi devono essere puniti con il carcere o con le multe (poi possiamo fare un discorso molto più ampio sul garantismo, che è sacrosanto). Concludo con un'osservazione per Rick Du Fer, che commette una grossa fallacia logica sostenendo che i socialisti devono obbligare gli altri a vivere nel sistema che vogliono loro mentre i liberisti no. Errato: se vincono i liberisti i socialisti devono vivere in un sistema che detestano, quindi il discorso è speculare. Non è vero che il liberismo non si basa sull'autoritarismo: si basa eccome sull'autoritarismo. Nel liberismo l'autorità usa la forza per difendere i profitti e la proprietà privata, mentre nel comunismo per difendere la proprietà collettiva e il cooperativismo. Entrambi i sistemi vanno a puttane senza l'autorità statale. Io infatti sfido i liberisti a mettere in piedi l'anarcocapitalismo: non esisterà più nessuna proprietà privata, perché ognuno si prenderà quello che vuole con la forza, quindi anche i comunisti si prenderanno le fabbriche con la forza. La stessa difficoltà la incontrano i comunisti se tolgono lo stato e la sua autorità: chi difende la proprietà collettiva se lo stato non c'è più? A quel punto nulla ti impedisce di privatizzare. Il discorso è speculare ed è estremamente interessante notare come i liberisti non se ne rendano conto, soprattutto il filosofo che dovrebbe essere vaccinato contro i bias cognitivi e quindi essere in grado di analizzare la realtà da varie prospettive senza scadere in simili semplificazioni evidentemente di parte.
beh nel comunismo è impossibile privatizzare in quanto , la proprietà privata è una cosa garantita e tutelata dallo stato, non è un diritto naturale come i liberisti credono , per di più il comunismo si basa sul presupposto di superare la mentalità e gli standard capitalistici , quindi una società realmente comunista non avrà interessi a privatizzare, in quanto andrebbe a minare i fondamenti su cui si basa , ossia la totale uguaglianza socio-economica di tutti gli uomini
@@marcocerto8302 lo so, ed è appunto per questo che non credo né nell'anarchia né nell'anarcocapitalismo: senza lo stato non c'è il comunismo né il liberismo, ma solo il caos.
@@ClassicalMusicAndSoundtracks beh il comunismo si basa anche sull'abolizione dello stato quale strumento di sottomissione dell'uomo sull'uomo , in favore di una totale emancipazione dell'umanità, come società autonoma ed autogestita
@@connorpers754 Per parcondicio dovrei fare un video della stessa durata e spiegare punto per punto gli errori ed i pregiudizi di cui è stracolmo questo video. Si fa una lettura del tutto strumentale del pensiero di Marx, non vengono fatte distinzioni tra ciò che Marx ha davvero scritto e quelle che sono elucubrazioni postume. Non mi interessa "difendere" Marx, perchè basta leggerlo per accorgersi che quello che viene detto qui è tutto menchè accurato. Mi interessa difendere la consapevolezza critica che dovrebbe caratterizzare il filosofare in generale, spoglio da pregiudizi - che invece del ferro e co. confermano con l'aria dei sofisti che sempre li caratterizza. In merito alla frase: non sono il solo a condividere l'idea per la quale l'individuo è un emanazione della realtà socio-culturale nel quale è nato e si è ri-prodotto; per questo la classe sociale non può in maniera assoluta essere considerata meno reale dell' individuo. Anzi, è evidente che l'individuo si comprende, si riconosce, ha un'identità solo all'interno della propria classe sociale.
@@graffiti95 sottoscrivo tutto quanto hai detto nella prima parte della risposta. Per quanto riguarda il gruppo e l'individuo non me la sento di dare assenso. Affermare che l'individuo sia reale e il gruppo un'astrazione non vuol dire sciogliere l'individuo dai suoi legami con la collettività, cionondimeno se prendiamo il concetto di gruppo questo rimane reale come mera istanza concettuale, mentre io e tu restiamo soggetti che (come ci insegna cartesio) hanno la capacità di rivendicare la propria sussistenza ontologica. Aggiungo a questo che è vero che l'individuo non è la sua identità, ovvero quella di cui parli tu, cioè la relazione, non è ciò che fa l'individuo, ma è ciò che fa la sua identità, il che è ben diverso. La nostra individualità come enti rimane fondamentale e data a prescindere dal contesto in cui ci troviamo. Tanto è vero che la nostra identità cambia a seconda dell'epoca in cui siamo, ma non cambia il nostro essere individui. Ergo i gruppi che fanno l'identità non sono reali (in senso ontologico), infatti essi sono contingenti, cambiano a seconda dell'epoca. Intendo il gruppo sociale, la classe, il partito, la famiglia e chi più ne ha più ne metta. Sono istanze che appartengono ad un preciso periodo storico e finiscono per cambiare e trasformarsi. In parole povere non esiste gruppo senza contesto (e per carità, lo stesso vale per l'identità, sarei folle ad ammettere il contrario), ne segue che non esiste un gruppo in sé, e quindi essi restano entità concettuali. Mentre l'individuo è reale (tu sai di essere reale), il gruppo è una descrizione concettuale di un insieme di individui. Non vorrai dirmi che esiste (a livello ontologico/metafisico) una cosa chiamata "classe operaia", o più in largo "gruppo"? Se la tua risposta è sì allora dovresti confrontarti con tutta una tradizione filosofica inerente al nominalismo, secondo cui ciò che rientra nel linguaggio (il gruppo in questo caso) non aderisce ad una realtà effettiva ma solo ad un problema di linguaggio appunto. In breve rivendicare l'effettiva realtà di un gruppo è un'idea completamente discutibile. E tacciare di bassezza filosofica chi esprime non solo un'idea diversa, ma un'idea valida, lo trovo di pessimo gusto. Teniamo divisi realtà e parole, per favore.
@connorpers754 1. La critica nominalista si applica anche al tuo "individuo". 2. Tu dici che cartesiamamente il soggetto deve esistere ontologicamente. ERRATO: Io, e solo io soltanto esisto. Voi potete essere zombie, alieni, macchine replicanti o qualsiasi altra cosa di cui non mi è dato sapere se l'esistenza di cui vi connotate è linguistica o reale. 3. Ciò detto, se accettiamo la critica nominalista dell'esistente aporia tra mondo del detto e mondo del fatto, dobbiamo anche accettare che non esiste nel reale nulla di simile agli Individui ma esiste solo ed unicamente un Individuo - che per me sono io ed unicamente io, l'unica individualità di cui mai farò esperienza.
@@graffiti95 allora hai frainteso quello che ti voglio dire, ma se vuoi essere preciso, bene. 1. La critica nominalista si applica all'individuo, certo. Ma solo se parliamo di individuo come mero concetto (io non ho parlato di individuo in sé, come hai fatto tu per i gruppi, ma solo d'individui) . Il nominalista non nega la realtà effettiva di un ente ma solo la realtà effettiva di un concetto. Allora secondo la tua visione dovrebbe esistere una cosa chiamata "specie umana" (e non so cosa ne penserebbe Darwin di questa visione ). 2. Rileggi bene quello che ho scritto, non ho parlato in termini di universalità. 3. FALSO. Questa è una contraddizione, accettare l'esistenza di un solo individuo ha questa conseguenza: neghi la realtà dei singoli enti ( e il nominalista non fa questo). Il nominalista nega la realtà degli universali, realtà che tu hai rivendicato affermando l'esistenza di gruppi. Per esempio il nominalista non nega che esista "questo sasso", ma nega che esista "il Sasso". Infine il tuo discorso è contraddittorio, in questo respingere il nominalismo e accettare il realismo ti costringe ad accettare l'apriorità anche dell'individuo. Non hai speso una parola per la relazione individuo/gruppo in merito all'identità e non hai ancora portato prove sufficienti a dimostrare la realtà effettiva di questa mitologica creatura che chiami gruppo.
Mi chiedo perché i liberisti siano così ossessionati dal marxismo: forse perché vedono il marxismo in qualsiasi persona di sinistra? A me sembra che il marxismo oggi come oggi non se lo caghi quasi nessuno a sinistra (i pochi che se lo cagano vanno a finire in partiti con il 4%). Io per esempio mi definisco "di sinistra" ma di Marx me ne sbatto i coglioni. I marxisti sono di sinistra, ma solo una minoranze di persone di sinistra sono marxiste. Quindi ripeto, qual'è lo scopo di tutto questo martellare sul marxismo, se la maggior parte delle persone che sono sono contro le vostre visioni economiche sono genericamente di sinistra e non marxiste? La sinistra economica racchiude un vasto insieme di persone che di per sé hanno in comune una sola cosa: il fatto di ritenere che esistano una serie di diritti positivi inviolabili che lo stato deve riconoscere e promuovere. Dall'altra parte ci sono i liberisti che invece, per loro stessa ammissione, rifiutano i diritti positivi (l'ultimo con cui ho discusso in questo canale mi ha detto che non esiste nessun diritto alla salute). Alla fine lo scontro ideologico fondamentale tra liberisti e sinistri è soltanto questo, ed è su questo piano che va posta la discussione, non certo nel continuare a martellare su ideologie del '900. Si, perché una persona di sinistra può anche essere favorevole a tante delle cose che sostengono i liberisti, come i benefici della concorrenza e dell'iniziativa privata. La differenza tra una persona di sinistra e un liberista può quindi ridursi al fatto che secondo la prima le cure mediche dispensate da un ospedale privato vanno pagate dallo stato (perché la salute è un diritto positivo, quindi non deve essere pagata di tasca propria) mentre per il liberista l'ospedale privato deve fatturare al paziente, che poi si deve arrangiare a trovare il modo di pagare la fattura (o la paga di tasca sua o la gira a qualche assicurazione). Io che sono di sinistra sono favorevole al fatto che lo stato possa acquistare servizi dai privati per darli gratuitamente ai cittadini: non ho mai sostenuto che lo stato debba erogare tutti i servizi senza lasciare spazio all'iniziativa privata. Chiaramente per i liberisti è molto più facile criticare il marxismo (facendo passare per comunista chiunque si opponga alla loro ideologia) piuttosto che spiegare perché la salute non sarebbe un diritto o perché lo stato non dovrebbe garantire a tutti il minimo vitale con il reddito di cittadinanza.
Espando il discorso sulla sanità per far capire cosa può significare essere di sinistra OGGI. Io che sono svizzero sono favorevole al fatto che i cantoni includano anche cliniche private nella lista LAMAL. Se una struttura sanitaria è nella lista LAMAL l'assicurazione obbligatoria paga le prestazioni mediche da essa erogate e in caso di cure in degenza il cantone paga il 55% dei costi. Il motivo per cui sono favorevole risiede nel fatto che le tariffe delle cliniche private sono spesso più basse rispetto a quelle degli ospedali statali come l'EOC (in Ticino) o dei vari ospedali universitari (che sono quelli pIù costosi). La più economica in assoluto in Svizzera è la Clinica Santa Chiara, cioè una clinica privata ticinese inclusa nella lista LAMAL. I pazienti che scelgono la Clinica Santa Chiara piuttosto che uno dei tanti ospedali statali (come per esempio l'EOC in Ticino) permettono alla cassa malati e ai cantoni di risparmiare tipo il 10%. In quanto ai medici di famiglia LAMAL, in Svizzera sono tutti studi medici privati e le loro tariffe sono elevate, ma almeno non ci sono liste di attesa. Quindi che differenza c'è tra me e un liberista?? Molto semplice: per me avere cure mediche è un diritto, quindi un paziente non deve vedere nemmeno mezza fattura. Per me è come se la polizia ti inviasse una fattura per il fatto di averti salvato la vita da un serial killer. È ovvio che poliziotti e medici devono essere pagati, ma non deve essere l'utente a pagare, bensì lo stato. Quindi se io domani diventassi un governante con poteri assoluti in Svizzera farei in modo che le strutture sanitarie LAMAL mandino fatture allo stato, in maniera tale che le prestazioni siano totalmente gratuite per l'utente. I liberisti continuano a menarla con sto cazzo di marxismo: non hanno ancora capito che le persone che sono contro di loro oggi lo sono per via del fatto che essi rigettano i diritti positivi e quindi sono contrari al fatto che lo stato si prenda a carico i costi di beni e servizi fondamentali. Chi è di sinistra contesta ai liberisti di voler portare le disuguaglianze all'estremo, cioè creando disuguaglianze anche in quelle cose che per noi sono "diritti umani". È su questo livello che risiede principalmente il conflitto tra sinistra e liberisti OGGI. Ho la sensazione che i liberisti cerchino di portare avanti la narrativa secondo cui ci sono loro e dall'altra parte ci siano dei comunistoni feroci che vogliono riesumare Stalin. In realtà dall'altra parte ci sono semplicemente gli esseri umani decenti che difendono i diritti umani e che nella maggior parte dei casi considerano anche i diritti civili come parte dei diritti umani, quindi non sono contro il liberalismo, ma bensì contro il liberismo.
Perchè in italia il 99% delle persone che si dicono di sinistra hanno una base ideologica marxista, specialmente quelle più avanti di età e per età intendo dai 30 in su
Sì, completamente d'accordo. L'ho già scritto, se ricordo bene, come commento al video di Rick DuFer sempre di critica al marxismo: i liberisti usano il marxismo come un colossale straw man per attaccare qualsiasi discorso di sinistra. Del resto, basta leggere cosa afferma l'Istituto Liberale nella pagina di presentazione dell'ebook: "Invece, siamo circondati dal più profondo collettivismo: le idee di Karl Marx non sono morte e, anzi, sono più forti che mai." Penso che nessuno abbia più usato simili toni apocalittici dai tempi di Joseph McCarthy...
@@MassimilianoBiagetti non so in Italia, ma credo che a livello europeo se prendi 100 persone di sinistra e chiedi loro se vogliono abolire la proprietà privata o l'iniziativa privata, quelle che ti rispondono di SI sono non più di 10 a essere ottimisti (probabilmente 4 o 5). Io credo che essere di sinistra oggi significhi difendere i diritti umani (un pachetto di diritti civili e sociali che appartengono a tutti gli umani), l'ambiente e la scienza. Ho creato una discussione in termometropolitico dal titolo "cosa significa essere di sinistra oggi?": forum.termometropolitico.it/811412-cosa-significa-essere-di-sinistra-oggi.html Fosse vero che in Italia tutte le persone di sinistra sono marxiste allora non si spiegherebbe perché l'unico partito del centro-sinistra che riceve una bella manciata di voti è il PD, il quale non è nemmeno abbastanza di sinistra da poter essere definito socialdemocratico, quindi figuriamoci se si può definire marxista. Quanti voti prendono in Italia i partiti dichiaratamente comunisti?
sia ben chiaro che Marx non si oppone ad una sana ed umana imprenditoria quale viene descritta con acutezza in questo video, ma mette a nudo l'accumulazione patologica del capitale, partendo proprio dall'analisi di quello che è stata fin dai tempi più antichi l'oggetto dello scambio di beni tra popoli e persone: la merce. La patologia nel libero scambio messa in risalto d Marx consiste nel fatto che il lavoro stesso viene assimilato al concetto dii merce, ma con la differenza che è una merce di tipo anomalo, in quanto il suo uso non si attua fuori mercato, ma paradossalmente ritorna al capitalista, aumentandone con lo scorrere del tempo in modo esponenziale la proprietà in denaro, il che ha portato all'infausto fenomeno della finanziarizzazione che finisce per soffocare la persona.
P.S. non mi è simpatica la parola "massa" e a questo proposito ti faccio notare che un cardinale in un video ha rivolto la sua attenzione alla "masse". Non ti sembra un po' spregiativo?
14:35 gia oscar wilde prendeva in giro questa tipica mentalità americana, importata poco a poco a partire da fine ottocento con un boom a partire dal crollo di berlino e l'introduzione del web. Una cultura in cui il massimo dell'etica non è più la bellezza o il giusto mezzo o la giustizia o la saggezza, intelligenza o sapienza, bensì il risolvere problemi pratici futili da parte di "benefattori" che hanno inventato una soluzione. Se questa è un'elevazione spirituale sociale allora state freschi, non durerà perchè è uno stato arcaico, povero, vuoto, senza che l'animo umano possa navigare e sentirsi parte di alcuna fratellanza, è la dissoluzione graduale della fratellanza che giunge all'individualismo che sta fuori dalla politica, dalla vita della città e stato, che è vita sociale nelle sue più alte manifestazioni e aspirazioni, che non sono certo mettere bene una vite. I benefattori dell'umanità non sono e non saranno mai quattro deficienti che hanno inventato una vernice che non ammuffisce o un'automobile più efficiente. E' anche questo un pensiero marxista bello e buono, che vede gli strumenti e la loro ideazione come una precognizione alla nascita di nuove idee. Se si vuole essere veramente antimarxisti bisogna vedere il marxismo per quello che è: una branca della filosofia che si spaccia per soggetto quando è solo un attributo di attributo (filosofia pratica -> economia)
Non nego che mi piacerebbe un confronto con un liberale sulle tematiche del fascismo, inteso come rivoluzione anti borghese , nelle tre tappe della sua storia, ovvero: movimento, ventennio e Repubblica sociale. Citando i vari Spirito, Bottai, Rossoni, Gentile.. Quanto meno per illuminare qualche socialista da burletta su cosa sia invece un socialismo che AGISCE. Sono laureando in economia e principalmente mi occupo delle rivoluzioni fasciste del XX Secolo.
@@cristianporta5528 "La reazione conservatrice del capitale in crisi" è una verità parziale di alcuni momenti del ventennio in cui gli industriali furono di gran lunga più potenti dello Stato fascista. I "sogni rivoluzionari e futuristi" sono durati in tutte le fasi del ventennio e la fine della guerra vide proprio un asse tanto antisovietico quanto anticapitalista, e a tal proposito si potrebbero guardare gli slogan della RSI, o della Germania stessa . Esclusa l'Unione sovietica , i provvedimenti più "marxisti" nella storia dell' economia, furono presi dalle nazioni "fasciste". Nazionalizzazione di industrie , socializzazione, blocco degli affitti...
Nel fascismo italiano è fuori dubbio che molti industriali abbiano speculato, ma analizzare il fascismo come "difesa del capitalismo" è totalmebte fuorviante
@@cristianporta5528 Certo, il PNf si è trasformato e snaturato e sono d'accordo anche sul discorso delle classi dominanti (che vale anche per l'urrs però), ma andando ad analizzare, ad oggi, cosa è stato nel suo complesso il fascismo storico non possiamo dire che sia stato un "campione" di capitalismo e anzi, soprattutto nell'ambito socio-culturale ha introdotto una visione collettiva e "collettivizzante" molto più socialista che liberale. Credo che ormai l'analisi del fascismo come "cane da guardia del capitalismo" sia piuttosto datata e circoscritta alle stravaganze degli anni '70. Spero di aver chiarito il punto :)
@@cristianporta5528 sarà anche un fraintendimento ma sempre da Marx originano i fenomeni di inizio Novecento. Anche solo il parlare di "classi" corrisponde ad un'ottica marxista che permane ancora oggi. Per quanto riguarda il fascismo non solo ha rivoluzionato le economie di inizio Novecento, ma ha rivoluzionato ogni aspetto della vita (che possa o meno piacere) dal linguaggio quotidiano al modo di intendere la politica. Per non parlare dei grandi apparati come l'IRI, Agip, ecc.. che 20 anni dopo furono usati alla grande dagli antifascisti stessi. Per quanto riguarda l'Unione sovietica, non si può nascondersi dicendo "quello non è il vero comunismo". Anche se non corrisponde a tutte le utopie dei marxisti da "salotto", e mi auguro che tu non sia tra questi ranghi, quella è stata eccome una forma realizzata di marxismo. Forme che per realizzarsi hanno richiesto inevitabilmente l'uso della violenza (che non mi auguro e non legittimo). Tu ti definisci marxista oggi e non voglio giudicarti, ma il marxismo lo si realizza in un certo modo e basta. Che sia internazionale o meno. Se poi ci si vuole aggrappare alle utopie di marxismo soft, sessantottine, da alta borghesia chic, si rientra inevitabilmente nel gioco del liberismo economico e comportamentale, magari con un po' più di puzza sotto al naso...
Neoliberista. Dunque filosofo conformista che, come Fusaro, filosofeggia solo per guadagnare e di fatto usa argomentazioni che non solo rischiano di rendere superficiale la complessa e articolata scienza marxista ma al tempo stesso fa apparire l'attuale sistema come immutabile, alla faccia della dialettica materialistica... Fusaro è più subdolo: si presenta come "anticonformista" ma in realtà usa argomentazioni che attraggono soprattutto gli elementi più reazionari e conservatori della popolazione. Rick Dufer non fa nulla di male tuttavia, espone cinicamente il pensiero dominante occidentale che è il pensiero delle classi dominanti. D'altronde, come diceva Lenin: le idee dominanti sono sempre le idee della classe dominante... Nel nostro caso, la classe imprenditoriale. @@leo_mas_922
ruclips.net/p/PLNSNgGzaledgxP4QadjKhk4bI6x2PbScO ,forse e ridondante ma in questa plyalist viene spiegato con citazione ai libri di hiler,marx e altri le differenze tra socialismo e liberalismo. p.s. è in inglese (U.K.).
01:04:30 Sono d'accordo Rick, ma adesso ti triggero. Devi lasciarmi fare i cavoli miei anche con il nucleare. Se io non voglio una Centrale Nucleare in Italia, tu devi rispettare la mia opinione 👍😏 Perché il corpo e il pensiero sono miei. Una cosa che potrebbe scoppiare, vicino a casa mia non la voglio. E sì, so che ce n'è una in Francia, ma è un altro Stato e non vale il "Se lo fanno gli altri perché non possiamo farlo noi"
In terza superiore ho studiato Marx dal punto di vista sociologico. Non avendo ben capito le sue idee non ho mai pensato di essere d'accordo con lui, ma mi dicevo che potevano portare ad ottimi spunti. Oggi ho letto il Manifesto del partito Comunista, e a gennaio studierò Marx in filosofia. Da Anarco-Capitalista mi sto già sfregando le mani. Grazie per la lezione.
Misfatti fascisti sono stati reazione sovraeccitata provocata da indignazione vs misfatti comunismo. Appena sbollita rabbia la loro politica diventerà moderata. (Von Mises, Liberalismo, 1927)
"Quest’opera gigantesca che è Il Capitale contiene, molto semplicemente, una delle più grandi scoperte scientifiche di tutta la storia umana: la scoperta del sistema dei concetti (dunque della teoria scientifica) che apre alla conoscenza scientifica quello che si può chiamare il “Continente-Storia”. Prima di Marx, due “continenti” di pari rilievo erano stati “aperti” alla conoscenza scientifica: il Continente-Matematiche, dai Greci del V secolo, e il Continente-Fisica da Galileo". Così Louis Althusser (vero filosofo) delinea l' importanza del Capitale
@@cristianporta5528 Potremmo dire "Filosofarsi addosso"
da marxista quale sei, se ho capito bene, quale dovrebbe essere la teoria dello stato che marx non ha delineato?
Non pretendo una risposta, né di avere ragione. La mia è solo una risposta al video/opinione.
12:55 kantianamente, morale è proprio questo. Devi trattare i altri esattamente come te stesso.
13:24 è una generalizzazione che non funziona. È possibile trovare esempi che mostrano che questa definizione funziona solo in pochi casi.
13:32 No.. Quindi stai basando l'etica sulla convenienza? La convenienza non è un pilastro solido in grado di reggere l'etica. E no, non è una spinta individuale. L'etica non di decide, DEVE essere IMPOSTA dallo stato. Uno psicopatico privo di empatia non avrebbe mai la spinta necessaria a salvare una persona in fin di vita, per questo l'etica non deve basarsi sulla convenienza e su questo "impulso interno" (che è solo emotività), ma su una sorta di "compassione razionale" e sulla ragione.
Perché questa ossessione dalla libertà? Cioè, perché un umano non deve condividere le ricchezze con altri?
Perché pensate che la moralità deve "venire da dentro" e non deve essere imposta? La sofferenza è un problema più grande della libertà (anzi, è l'unico problema, per definizione di sofferenza ovviamente)
Vorrei sapere qual è la puntata in rui rick dufer critica friedman per la questione cilena, qualcuno la conosce? Grazie
La live al Cerbero Podcast con Mortebianca.
Ma seriamente avete sostenuto che la moralità è risolvere i problemi?
Così come ci sono tante teorie diverse tra loro e aggiustamenti all'interno dell'economia liberista, così ci sono anche all'interno del marxismo. Il concetto stesso di "smascherare il marxismo", lo trovo assurdo. Si sta parlando di una teoria di fine 1800, è ovvio che non è tutta e tutt'oggi applicabile, anche perché il contesto è completamente cambiato. Marx ha avuto delle intuizioni indiscutibilmente brillanti e che hanno fatto la storia ma che hanno gettato semi per il sistema di valori di tutta la sinistra, non solo quella più estrema. Sinistra che tutt'oggi è frammentata proprio perché ci sono mille variabili possibili nel mondo e nelle scelte politiche praticabili. Di fatto è praticamente l'unica teoria i cui "figli" cercano di pensare un sistema economico diverso da quello attuale, che, e qui bisogna essere cechi per non ammetterlo, non è né equo né sostenibile dal punto di vista ambientale. L'alternativa non è necessariamente la dittatura del proletariato, ma non è sbagliato riflettere sulle altre possibili alternative. In poche parole, mi sembra semplicistico fare un calderone del genere e proporlo come "smascheramento" di un concetto dai contorni a dir poco evanescenti. Anche queste critiche a Marx nel 2020 con la coscienza storica di tuttociò che è venuto dopo, le trovo banali. Se rinascesse oggi, chissà quante cose correggerebbe lui stesso, lasciando invariata la sostanza del suo sistema di valori
Il capitalismo è sostenibile a livello ambientale. Le emissioni di CO2 dei paesi più sviluppati stanno diminuendo col tempo, inoltre dobbiamo ricordare che i veri padroni delle aziende non sono altri che i consumatori. Se riconosciamo che le bottiglie di plastica sono merda e smettiamo di comprarle, cosa che possiamo permetterci di fare in quanto viviamo in un paese ricco e sviluppato, grazie al capitalismo, il mercato si muoverà di conseguenza verso una direzione più etica e sostenibile. Bisogna insegnare alle persone che le loro decisioni in quanto consumatori hanno potere di cambiare le cose, senza questa consapevolezza non andremo da nessuna parte. Inoltre pure tu secondo me sbagli a parlare di capitalismo come se fosse una cosa uniforme; esiste il liberismo laissez-faire, ma esiste anche un sistema in cui l'intervento statale c'è ma è minimo. In queste condizioni, si può intervenire tramite lo Stato per incentivare la creazione di centrali nucleari che sono necessarie alla lotta al cambiamento climatico. Dire "il capitalismo non è sostenibile a livello ambientale" è per me una generalizzazione che non vuol dire nulla.
@@davidescristofaros2241 io sono la prima a boicottare molti prodotti ma ritegno che non sia sufficiente considerando il tempo che abbiamo. Il capitalismo per la sua struttura ha bisogno di una crescita continua ed esponenziale, sia a livello di crescita demografica che economica e quindi anche sempre maggiori risorse, che in un pianeta dalle risorse finite è di per sé una contraddizione in termini. Lo stile di vita attuale non è assolutamente sostenibile e si basa sullo sfruttamento sia delle risorse che delle persone dei paesi meno sviluppati, oltre a sfruttare le leggi ambientali a dir poco insufficienti di questi paesi che infatti sono inquinatissimi ma soprattutto per l'esportazione verso il mercato occidentale. Nel capitalismo ciò che vende può essere venduto e purtroppo la coscienza delle persone non mi sembra stia andando nella direzione di consumi più responsabili: le bottigliette di plastica sono certo parte del problema, ma anche smettendo di comprare le bottiglie di plastica il problema sarebbe ben lontano dall'essere risolto. Secondo me dovremmo vivere in maniera drasticamente meno consumista e quindi comprare pochissimo in generale (io già vivo così). Per quanto riguarda le fonti di energia io non ritengo il nucleare un'alternativa accettabile visto anche che stiamo andando verso una catastrofe climatica che si porterà con sé anche disastri naturali, centrali in cui il rischio di distruggere l'umanità è così elevato non mi sembrano la soluzione. Chiaro che con i pannelli solari e le pale eoliche non si può mantenere gli stessi livelli di vita, infatti è proprio questa che andrebbe cambiata. Il problema è che molti non sono affatto disposti a rinunciare a tante cose e quindi per me una programmazione economica e della produzione sarebbe necessaria. Senza considerare che senza che sia la politica a gestire questi cambiamenti economici, questi si tradurrebbero in notevoli aumenti delle disuguaglianze sociali. Spero sia chiaro quanto ho scritto, le cose da dire sono tante, ho cercato di riassumere
@@davidescristofaros2241 Per quanto sia d'accordo che sta a noi in primis scegliere cosa comprare e consumare, e quindi mi permetto di dire che dovremmo essere tutti dei "cattivi" consumatori, cioè che consumano poco e in modo poco impattante sull'ambiente (ma anche sull'uomo); è altrettanto vero però che il presupposto del capitalismo è una crescita continua e potenzialmente infinita, e proprio per questo dovremo ripensare il sistema, il pianeta ha risorse finite, senza contare che neanche la termodinamica ci lasci molta scelta.
@@erikadimi9274 No. Le soluzioni al global warming e allo sfruttamento eccessivo delle risorse della terra il capitalismo le ha già trovate. Il problema è lo stato e le limitazioni che tu stesso vuoi. Il nucleare distruggerà il global warming e ne risolverà il problema; su ciò NON c'è discussione, dato che la scienza è d'accordo su ciò e andare contro al nucleare corrisponde ad essere un anti vax; la cosa del rischio di un disastro nucleare "talmente elevata" non ha alcun fondamento scientifico né fattuale, e da ciò si denota come tu stia sparando sentenze senza esserti manco informato sul tema: il nucleare è l'energia più sicura che c'è dopo eolico e solare, si l'idroelettrico provoca più morti del nucleare e i carbonfossili provocano circa 50 volta le morti del nucleare; ti chiedo di informarti sul tema dato che tale ignoranza è profondamente pericolosa non solo per i tuoi ma anche per i miei polmoni e per il mio futuro, dato che purtroppo l'ignoranza ha diritto di voto e non vorrei che il mio futuro venga sputtanato da ignoranti che non si informano e ragionano per istinti invece che per logica e fatti. Il problema dello sfruttamento eccessivo delle risorse verrà facilmente risolto dallo sviluppo delle carni sintetiche; queste non sono ancora "pronte" come il nucleare e si sta facendo ancora ricerca, ma si stima che entro uno o due decenni saranno già in commercio, e come l'Occidente passerà dal consumo di carni allevate al consumo di carni sintetiche avremmo anche risolto questo problema.
@@erikadimi9274 Di nuovo questa cosa della "crescita infinita in un mondo a risorse finite", ormai le argomentazioni contro il capitalismo sono sempre le stesse. Si può crescere infinitamente in un mondo finito? Si. La storia l'ha dimostrato. Il sistema dei prezzi e lo sviluppo tecnologico permette alle risorse terrestri di non esaurirsi e di aumentare l'output mantenendo stabile l'input.
Tutta la mia stima per Rick, però criticare Marx e allo stesso tempo abbracciare Von Mises e Ayn Rand, mi sembra passare da una fuffa ad altra fuffa...
Von Mises, negli ambienti accademici seri, è considerato nel campo dell'economia alla stregua del creazionismo nella biologia
Io suggerirei la seguente operazione: smascherare Du Fer col marxismo.
E con i giochi a somma zero. Provaci dai. Fai un video ad hoc
Rispondi sui fatti; non limitarti a queste battutine retoriche sul nulla che denotano una sagacia stantia e una probabile povertà argomentativa da fare pietà
Ci sto lavorando... Ma oltre ad un ipotetico "Anti-Dufer" dovrei lavorare anche ad un "Anti-Fusaro" e a molti altri "anti-..."
Marx non è sacro, non è vero che tutto quello che ha detto è giusto. Ma non è che "tutti sono immersi nella mentalità marxista". E' che viviamo in un mondo capitalistico, praticamente da sempre, con pochissime eccezioni storiche. Un mondo diviso in classi sociali (quelle di Marx esistono dalla rivoluzione industriale al Novecento - oggi, come sappiamo, il discorso è più complicato, ma non è colpa di Marx, quanto di chi applica la sua filosofia senza considerare che nel frattempo è nato un ceto medio, né borghese né proletario, e il capitalismo si è avviato a una transizione ancora in atto, da concorrenziale a monopolistico). Marx è ancora un pensiero di opposizione forte, questo è da sempre il suo prezioso, vero valore in Occidente, né deve stupire che faccia breccia nel cuore e nella mente della gente, perché è appunto diverso, promette un 'mondo altro'. Certo che non sarebbe il migliore dei mondi, quello voluto da Marx. Dopotutto, però (come dice Dufer a un certo punto) la descrizione del 'nuovo mondo', post-rivoluzione, trova ben poco spazio nella sua opera; il filosofo si impegna soprattutto a condurre un'analisi piuttosto lucida del suo presente storico.
Il liberalismo è una corrente di pensiero intelligente e affascinante, non dico il contrario. Credo che non basti a se stessa, tutto qui. Ma la sua applicazione meramente economica (liberismo, o liberalismo economico) genera anche iniquità e profondissime contraddizioni.
Rick Dufer, per quanto in controtendenza possa apparirle il suo pensiero morale (che espone all'inizio dell'incontro), le assicuro che esso è il frutto di una catena logica di banalità che appartengono al pensiero comune. A questo proposito, lei, che fa riferimento a una filosofia centrata sull''individuo', al minuto 12:25 dice, con un tono un po' irrisorio e un po' sprezzante, "devo sacrificarmi anche per gli assassini?" - e io le chiedo, ma chi sono, quegli assassini - solo 'degli assassini'?
Ancora, lei, Dufer, quando vuole smontare il pensiero di Marx, non argomenta a sufficienza. Lei parla estremamente in generale - "dall'idea di Marx è nato un totalitarismo feroce" (e poi farcisce il suo discorso con il nome di qualche filosofo). Su questo siamo d'accordo, ma il suo compito in questa live dovrebbe essere quello di divulgare quali aspetti del pensiero di Marx hanno contribuito a questa degenerazione politica (visto che di Marx, e non di Lenin né di Stalin qui si parla). Tuttavia, quest'operazione non è nel suo interesse filosofico: lei non ha nessuna intenzione di rivedere il pensiero socialista, forse perché rivederlo con la dovuta onestà intellettuale la condurrebbe a pensare che esso rappresenta un sistema possibile. Lei non cerca gli errori in Marx, ma promuove un liberalismo radicale, che dà il meglio di sé (a quanto dice) in ambito economico. Esistono altre possibilità, e lei, con il suo intervento, chiude la strada a ciascuna di queste altre possibilità, non solo a quella del marxismo ortodosso.
Viviamo in un mondo diviso in classi sociali? Ma sei serio? Viviamo in un'epoca in cui la maggioranza dei milionari è partita dal nulla. Siamo liberi dalle catene del dispotismo e per la prima volta nella storia siamo davvero in grado di indirizzare la nostra vita e i nostri sforzi. Tutto ciò che ci si chiede è di accettare la responsabilità delle nostre azioni.
Il capitalismo ha reso le masse dei poveri benestanti in appena due secoli. La produttività dei capitalisti e l'accumulo di capitali rende più ricchi anche la massa di persone indigenti. L'alternativa? Una povertà di massa decretata dal monopolio politico di una manciata di persone, fallibili come chiunque altro, ma investiti del potere supremo di decidere del destino dei loro simili.
Non esiste alcuna degenerazione politica. Inutile farne una questione storica o filosofica. Il problema del Marxismo è soprattutto economico. Può essere realizzato? Certo, ma l'esito del suo destino sarà sempre lo stesso.
@@BestBboy79 Nella sua introduzione all'opera "Il capitale nel XXI secolo", Thomas Piketty scrive, a proposito della curva di Kuznets (che corrisponde, fondamentalmente, alla tesi che lei espone nel suo commento):
"La fortissima crescita di cui hanno beneficiato i paesi sviluppati nel secondo dopoguerra è (...) un evento incontestabile, e il fatto che ne abbiano tratto vantaggio tutti i gruppi sociali lo è ancora di più. È pertanto normale che nel corso dei Trente glorieuses sia prevalso un certo ottimismo, e che le profezie apocalittiche del XIX secolo [in primis quelle di Marx, nota mia] sulla dinamica della distribuzione delle ricchezze abbiano perduto popolarità.
Resta il fatto che la teoria fiabesca della “curva di Kuznets” sia stata in gran parte formulata per motivi non nobili [legittimare il modello capitalistico americano durante la Guerra Fredda, nota mia] e che la sua previsione del tutto empirica sia estremamente fragile. Vedremo che la forte riduzione delle disuguaglianze, verificatasi un po’ ovunque nei paesi ricchi tra il 1914 e il 1945, è in primo luogo una conseguenza positiva delle due guerre mondiali e delle catastrofi economiche e politiche che ne sono seguite (in particolare per i detentori di patrimoni rilevanti), e non ha molto a che vedere con il pacifico processo di mobilità intersettoriale descritto da Kuznets.”
@Samuele Campolo Il liberalismo è una filosofia politica. L'economia (libero mercato) è una conseguenza, non una causa.
Il liberalismo non genera contraddizioni, e sono state le idee che ci hanno fatto uscire dal feudalesimo e dalla miseria economica. L'iniquità è un falso dio, è irrilevante che uno ne abbia più degli altri, fintanto che la povertà scende.
Marx è un imbroglione intellettuale. Tutta la sua teoria si riduce a un valore oggettivo, già confutato da Menger 140 anni fa. La via intermedia tra liberalismo e comunismo è il fascismo.
Ti piace il fascismo?
@@mikehoot3978 i keynesiani cosa sono ?
@@pionieresvizzero2224 Un po' come il fascismo. Lo stesso Keynes si preoccupa di chiarire ogni dubbio sulla sua affiliazione scrivendo, nel prologo dell'edizione tedesca della sua "Teoria generale" nel 1936, cioè in piena epoca nazista-: "La teoria della produzione globale, che è l'obiettivo di questo libro, può essere applicata molto più facilmente alle condizioni di uno Stato totalitario che alla produzione e alla distribuzione di un certo volume di beni ottenuti in condizioni di libera concorrenza e di un grado apprezzabile di laissez-faire".
I mezzi di produzione sono, secondo la teoria marxista, la congiunzione dei mezzi fisici di lavoro (macchine, utensili, terre e materie prime) che, a partire da risorse primarie in input, crea, tramite il lavoro manuale da parte del lavoratore, un prodotto finito a valore aggiunto.
Il significato dei "mezzi di produzione" varia a seconda dell'ambito a cui fa riferimento: in una società agricola si può riferire al suolo e alla pala, mentre in una società industriale alle miniere e le fabbriche.
54:50-58 circa. Partiamo da un punto su cui sono d'accordissimo: andava fatto un omologo processo di Norimberga italiano, in questo modo avremmo fatto davvero "i conti" con il fascismo, mettendo nero su bianco i gravissimi crimini commessi durante il ventennio, metabolizzandoli avremmo sviluppato quegli anticorpi che ci avrebbero risparmiato tutta quella deriva neofascista che mai ci ha abbandonati dal '45 ad oggi (MSI, Ordine Nuovo, Forza Nuova, CasaPound e compagnia cantante). Per il resto posso sorvolare su tutto (pur non condividendo un granché); che comunismo e fascimo siano fratelli per le somiglianze di "politica economica", che "marxianamente" Hitler fosse in primo luogo dirigista, protezionista, statalista, autarchico e solo in secondo luogo, di conseguenza, fosse antidemocratico, violentemente razzista e antisemita, pure socialdarwinista (vedi superiorità della razza ariana e quindi legittimata a dominare le altre "razze" inferiori)eccetera, MA. Ma sulla Costituzione nostrana no eh, nel contesto sembra che la "un po' tanta" influenza di sinistra sia un male a priori, come se avesse apportato elementi stalinisti, totalitari e oppressivi; come se sinistra=comunismo a prescindere (ma non quello vero XD). In realtà la costituzione è una sintesi, frutto di un'assemblea costituente dove tutte le forze della Resistenza hanno partecipato, e sì in buona parte c'erano forze di sinistra e sì, c'erano in buonissima parte anche i cattolici e le varie anime più moderate. Quindi vengono garantite tutte le libertà individuali e civili, la proprietà privata e la libera iniziativa economica; il tutto condito da una ben presente anima sociale (che non deve necessariamente essere comunista/socialista/marxista), che non guasta mai.
Poi sul fatto che non vengano insegnate le dottrine e politiche economiche fasciste e naziste nelle nostre scuole per la intinseca assonanza con quelle marxiste, indi per cui le pressioni della parte marxisteggiante della società in questo senso per far sì che questa somiglianza non venga portata alla luce, boh, ci credo poco. La questione è più complessa di così, se non altro sarebbe interessante approfondire la questione.
A mio parere il Vostro dialogo è un pò troppo autocelebrativo,non essendoci un contraddittorio,e scusate abbastanza di parte.
i primi dieci minuti potrebbero essere recitati identici,sostituendo la parola Marxismo con Liberismo,Capitalismo,ad esempio.
Il fatto che questa ideologia persista da anni nella nostra cultura indica che certi concetti sono perlomeno da valutare attentamente.
Che Governi in suo nome abbiano fatto scempio è ovvio,ma a meno che non vogliamo
giocare a chi elenca più nefandezze commesse dall'altro per uno sterile conteggio di morti e abusi da cui il PCI si era dissociato.
Anche la lettura della Costituzione Americana pare abbia uno spirito d'intenti diversi dal capitalismo reale del paese.
Il Coronavirus ha reso evidente i meccanismi perversi generati dal liberismo spregiudicato.
Globalizzazione e austerity hanno mostrato tutti i suoi punti deboli.
Abbiamo acclamato eroi medici ed infermieri,anche quelli morti.
Fra qualche anno un qualsiasi Manager vorrà tagliare i costi del personale sanitario rendendolo sempre più
precario e privatizzando il tutto.
Non vedo neanche come il liberismo possa portare avanti un progetto di salvaguardia del pianeta.
Ricordatevi che i capitalisti il Capitale di Marx lo hanno studiato tutti attentamente.
Gliene puo` fregare qualcosa a Del Ferro di tutti i mali che hai elencato secondo te?
proponi tu un modello economico concreto e attuabile nel mondo attuale
che contempli la salvaguardia del pianeta, la protezione dei diritti lavorativi, sociali, civili, che non implichi austerity e che abbia welfare, che non faccia morti come effetto del capitalismo selvaggio
e che sia anticapitalista senza essere marxista
sono felice di leggerti, se avrai la gentilezza di rispondermi
grazie in anticipo
@triodetri1780
proponi tu un modello economico concreto e attuabile nel mondo attuale
che contempli la salvaguardia del pianeta, la protezione dei diritti lavorativi, sociali, civili, che non implichi austerity e che abbia welfare, che non faccia morti come effetto del capitalismo selvaggio
e che sia anticapitalista senza essere marxista
sono felice di leggerti, se avrai la gentilezza di rispondermi
grazie in anticipo
All' "ottima Ayn Rand" mi sono dovuto fermare, i conati erano troppo forti....Ma come cazzo si fa, dico io....
@frank lapidus Perché quella donna era una psicopatica, trattava i suoi stessi seguaci come fosse il capo supremo di una setta infliggendogli umiliazioni di ogni tipo e sottoponendoli a gaslighting e altri abusi psicologici ogni qualvolta non li riteneva al livello necessario per tenere in piedi l'immagine dell'oggettivismo. Era una donna cattiva e egoista nel profondo che predicava una filosofia di ritorno alla barbarie e di darwinismo sociale che faceva impallidire quella nazista se non fosse che, almeno mi pare, non avesse basi razziali. Io sono pure di parte perchè ho idee opposte ma che costei fosse una persona orribile lo ammettono perfino i suoi ammiratori...lasciando da parte questo comunque è la sua stessa filosofia che è disumana e disumanizzante e andrebbe studiata allo stesso modo in cui si studiano cose come l'eugenetica e le teorie dell'uomo criminale di Lombroso, idee pericolose per l'esistenza stessa della società intesa come rifugio ma anche stimolo per l'uomo, una società in cui se hai dei punti deboli non devi dare come assunto che il più forte in quel campo abbia diritto di sfruttarli per annichilirti ma che tu riesca a superarli tirando fuori le tue peculiari qualità, qualsiasi esse siano, per Ayn Rand solo i più forti e spregiudicati nel loro egoismo e insensibilità hanno diritto di andare avanti e trainare con sé il resto della società.... è anche da gente come lei che nascono le idee di certi adoratori dell'anarcocapitalismo, in cui la "mano invisibile" dei mercati, nata dalla somma dell'avidità individuale di un gruppo di soggetti è sempre pronta e capace di bilanciare tutto e fare crescere la società nel modo corretto...una vera è propria idolatria della forza e del danaro che proprio oggi, negli stati uniti stiamo vedendo fallire come non mai, essendo il paese totalmente paralizzato dalla gabbia ideologica che gli impedisce di utilizzare i mezzi e il denaro pubblici per supportare la popolazione in un momento di crisi come questo... Tu pensa che questo miliardario si è messo a piangere in diretta TV al solo ventilare di una tassa patrimoniale così impostata: dal 50° milione di $ di capitale gli sarebbero prelevati 2cent per dollaro mentre dal primo miliardo in poi 3cent....si parla di gente che se questi soldi gli sparissero nel nulla non se ne renderebbero nemmeno conto, nulla cambierebbe nel loro stile di vita né nell'andamento dei loro affari, ma i soldi recuperati in quel modo potrebbero finanziare ospedali, scuole, programmi e infrastrutture di ogni tipo in tutti gli USA, e una ulteriore accelerazione del programma di vaccinazione, vite salvate concretamente insomma, ma costui ha avuto la faccia di mettersi a piangere alla sola idea!!!! E qualche giorno dopo a evocare una fantomatica caccia alle streghe contro i ricchi che secondo lui doveva finire subito!!! Ecco, Ayn Rand è l"idolo assoluto di questo genere di persone, i suoi disgustosi scritti sono la loro Bibbia e il loro Corano! Per questo non riesco nemmeno ad ascoltare una parola in più da qualcuno che la definisce "ottima"!
@frank lapidus amen, che ti devo dire...
@@filmjarvis81 Ma secondo te gli Stati Uniti di oggi possono definirsi un sistema anarco-capitalista? Chiedo in tutta franchezza eh. Io non sono affatto un sostenitore dell'anarco-capitalismo, anzi, lo reputo un'ideologia che - al pari delle utopie marxiste - è dogmatica e completamente priva di collegamenti con la realtà. Tuttavia, facnedo un confronto tra le società in cui lo Stato interviene di più nella vita dei cittadini (Italia, Francia per esempio) e quelle in cui interviene di meno (Svizzera, Nuova Zelanda, Australia, Singapore) è evidente che nel secondo caso si ha un maggiore benessere ANCHE delle classi deboli. Perchè è palese: con più la "torta" si ampia, più si può aiutare chi ha di meno. Concordo che l'estremismo di certe idee come quelle di Rand e di Rothbard sia socialmente impensabile, ma al tempo stesso non bisognerebbe dimenticare che sacrificando la libertà per l'uguaglianza, spesso non si ottiene ne una ne l'altra. Tra l'altro parli appunto degli USA, ma nella statalista Italia, campionessa di debito pubblico e di tasse, quanti cittadini sono letteralmente alla fame? Eppure pagano ogni anno una pressione fiscale con pochi eguali al mondo. Peccato che una massiccia parte di quei soldi finisca in sprechi, come spesso avviene quando di mezzo c'è uno Stato che non deve rendere conto a nessuno e che non ha da temere alcuna concorrenza...
@@federicotagliavini3956 no, gli Usa non sono un sistema anarco capitalista ma quelle idee sono molto apprezzate da pezzi importanti dell'elìte soprattutto repubblicana, secondo me sono più una specie di "socialismo per i ricchi" nel senso che certi "grappoli" di interessi sono riusciti a trovare delle leve sicure per spingere lo Stato a garantire loro stessi e i loro rappresentanti invece che i cittadini comuni. Riguardo a "più o meno Stato", quando citi quei paesi e il nostro vedi una causalità che non c'è, in Italia il problema non è che c'è troppo stato, ma che questi si incarna in modo incostante e nel territorio e che certi gangli del paese, privati e non, sono praticamente per cultura lottizzati da aziende, individui e funzionari che agiscono secondo logiche "divergenti"(eufemismo) dagli obiettivi che quel tal nucleo dovrebbe supportare. Tiro fuori una cosa vecchia ma che secondo me fa capire. Quando ai tempi di tangentopoli a regnare sulla sanità pubblica c'era Poggiolini, nel sistema sanitario non entrava in singolo farmaco perché aveva dimostrato un potere curativo superiore, ma solo quei medicinali le cui case avevano fatto giungere danaro e favori più in quantità e alla gente migliore (Poggiolini in primis). Allargando lo sguardo su quell'epoca oltre al contesto sanitario ci si rende conto che lo "Stato" anche se apparentemente era ovunque, era ormai un guscio vuoto, economicamente e moralmente in bancarotta. E io non credo che se quel guscio non ci fosse stato sarebbe cambiato qualcosa in meglio, anzi, non si sarebbero forse neppure potuti svolgere dei processi per punire e recuperare una parte del danaro! Insomma per me anche lo Stato migliore del pianeta è vulnerabile alle persone che ne occupano i posti e agli umori politici del tempo, ma quando lo Stato si ritira le suddette cose acquisiscono ancora più influenza e in modo ancora più spregiudicato poiché non devono più neanche scardinare le eventuali barriere che una costituzione o una passata legislatura illuminata ha messo in piedi per limitare certi danni. Il discorso dunque dovrebbe vertire, secondo me, sul raffinamento, sul progresso e sull'omogeneità della presenza dello Stato a partire da obiettivi di miglioramento, contemporaneamente, delle condizioni sociali e dei diritti individuali, che in tempi di "pace" (almeno locale) possono essere implementati senza troppe contraddizioni e senza che questo voglia dire favorire qualcuno ingiustamente...Mi scuso se il discorso appare un po'raffazzonato e con poche citazioni ma lo sto scrivendo in una sala d'attesa e non voglio complicarlo ulteriormente, magari aggiungerò qualcosa dopo!
@@filmjarvis81 Ho capito perfettamente quello che intendi ed è una considerazione che ho già sentito diverse volte. Tuttavia io non penso che il problema principale siano le persone che occupano lo Stato e quelle che lo influenzano, che come hai giustamente detto possono essere corrotti e finire per portare acqua al proprio mulino invece di lavorare per il benessere comune. Penso che questo fatto, come l'esempio che hai fatto di Poggiolini, sia purtroppo il prodotto inevitabile di uno Stato che interviene nell'economia e negli affari privati, mettendo il naso in ogni dove. Il rent seeking, ovvero cercare di finire sotto la tutela dello Stato, è diventato nel nostro Paese molto più conveniente per gli imprenditori rispetto alla ricerca del profitto, proprio per il semplice motivo che se io - impresa - cerco di fare profitto mi trovo una valanga di burocrazia da affrontare, tasse e contributi inps allucinanti da pagare, una giustizia che funziona a rilento, insomma un clima tutto fuorchè favorevole...mentre se invece cerco di finire nei favori dello Stato, magari ho possibilità di campare meglio. Ecco, senza finire nella follia anarco-capitalista di gente come Rothbard che voleva addirittura privatizzare la giustizia (il che mi mette i brividi solo a pensarci), io credo che il pensiero liberale classico abbia centrato il punto quando dice che le dimensioni di uno Stato (in termini di intervento nell'economia) sono il vero problema. Se lo Stato si limitasse ad aiutare veramente chi ne ha bisogno (ad esempio tramite voucher alle famiglie povere per pagare l'istruzione dei figli e le cure mediche) invece di intervenire come una piovra in economia creando assistenzialismo, posti di lavoro inutili se non agli amici degli amici, come ha fatto per anni con il carrozzone chiamato IRI, sono pressochè sicuro che avremmo un' Italia con più benessere, meno assistenzialismo bensì un welfare state mirato, e il tutto con una spesa pubblica e una tassazione che sarebbe sicuramente più bassa di oggi. Ecco, scusami il pippone ma hai espresso considerazioni molto interessanti e ho voluto argomentare bene la mia tesi :D
Sono curioso di cosa pensa l'amico di Riccardo (Boldrin) che ha fatto la prefazione di un libro di Mises, visto che Boldrin considera la scuola economica austriaca una pagliacciata.
Ma non è vero che la considera una pagliacciata anzi, ha sempre ammesso di apprezzarla per diverse sue intuizioni
@@antoniomele4830 ti consiglio di ascoltare una telefonata che ha fatto qualche anno fa con Leonardo Facco, dove si evince benissimo il suo pensiero riguardo alla scuola austriacadi economia, per lui non esiste, Von Mises secondo lui (da monetarista) non ha capito un cavolo sulla moneta, poi ha da ridere anche su Hayek, e Huerta De Soto sempre secondo lui é un coglione, il file audio lo trovi alla fine di questo articolo: www.movimentolibertario.com/2014/10/la-scuola-austriaca-non-esiste-esiste-solo-michele-boldrin/
@@P1nd0L sono poprio curioso di vedere come sarà il futuro di bitcoin. Così sapremo finalmente chi aveva ragione tra mises e i cartalisti.
@@pincopallino7771 idem, quando Boldrin ha parlato di bitcoin 2 anni fa, oltre a dire una marea di cavolate, aveva detto esplicitamente che ne avrebbe riparlato, chissà come mai non ne riparla più, forse gli fa male ammettere che la moneta come qualsiasi altra cosa é semplicemente una merce, per la precisione la merce più scambiata, per i monetaristi come lui questa cosa é una bestemmia, ed é una delle fondamenta della scuola economica Austriaca
@@P1nd0L sì me lo ricordo quel video, ha anche criticato la supply fissa e quindi la sua politica deflattiva.
Anche secondo me, per quanto mi stia simpatico, ha sparato una marea di cazzate.
Grazie per l'incontro. Mi chiedo vi chiedo, al di là delle ottime ragioni del 'liberismo inteso come non dirigiamo del mercato ma:
- Creare ricchezza e fare soldi sono la stessa cosa? Cioè un profitto realizzato è sempre 'morale? Qui credo che ci sarebbe molto da dire. Pensiamo alla finanza...
- L'unione sovietica non è riuscita a trovare soluzioni per nulla? Mah, sono andati sulla luna magari non vuol dire niente, ma è la prova che comunque l'uomo si insegnava, anche per motivi diversi del solo profitto economico.
- Il fascismo nella prima fase non so se sia accomunabile al dirigiamo, poi sicuramente a un modello misto di economia.
- Il lavoro è solo 'mezzo per un reddito' quindi mosso dallo egoismo oppure è anche e già servizio? Nella divisione del lavoro già lavoriamo gli uni per gli altri...
- Siamo sicuri che il libero mercato non ci obbliga? Pensa alla pubblicità che grande tecnica manipolatori...
Potrei andare avanti con le obiezioni, concordo con voi che il marxismo sia moralista, ma la versione di liberismo che stiamo vivendo, sempre si tratti di tale, é diversamente e sottilmente moralista. Guardiamo con diffidenza 'l'uomo nuovo però non dimentichiamo che le potenze 'liberiste hanno giocato con gli uomini nuovi degli altri finanziandoli, promuovendoli ecc. Un vero liberismo deve confrontarsi col tema dei Monopoli, delle elite e infine del mercantilismo. Credo che, al pari del sogno comunista, mai del tutto realizzato e sempre da farsi,a parere dei sostenitori, il liberalismo sia al pari un sogno i cui profeti alla Ranc partoriscono banchieri centrali a là Greenspan, se l'albero si vede dai frutti...
Riguardo alla tua prima domanda, ti consiglio di leggere Marianna Mazzuccato
@@francescoghizzo Conosco Mazzucato, di fatto si tratta di un aggiornamento dell'economia mista, investimenti di stato mirati, imprese pubblico- privato con dividendi pubblici ecc.
Du fer vuole smascherare il marxismo ma non sa nemmeno che a chi sciopera non viene conferita la paga.😃
E solo il marxismo può risolvere il problema di chi sciopera? 😃😃😃😃😃😃😃😃😃😃
@@leo_mas_922 ho detto che du fer non è nemmeno consapevole che chi sciopera non riceve la paga giornaliera, quindi dovrebbe solo star zitto vista la figura di merda fatta su Twitter
@@argo8959 e che cazzo c'entra?
@@argo8959 Ok Boomer
@@andreacoletta6478 c'entra che è un ignorante
Sul postmodernismo ricordo quello che disse ad una lezione il mio professore di letteratura inglese all'università: "Io la chiamo fuffa...". Grande Rick, grazie ancora per questa lezione, davvero.
Rick, concordo. Però oggi il punto è analizzare se e quanto di marxismo c’è in correnti di pensiero apparentemente diverse se non opposte. Smascherare il marxismo nei posti in cui non dovrebbe essere. Ad esempio nel pensiero liberal. Mi riferisco all’internazionalismo più spinto, all’odio per ogni tipo di comunitarismo, anche il più soft, al desiderio della minimizzazione dello Stato nella società futura, all’ipervalutazione delle minoranze più o meno inventate, ecc. Conosci “Homo aequalis” di Louis Dumont? L’uomo di Marx è per molti aspetti lo stesso di Adam Smith e di Locke.
Oddio avevo confuso quello in alto a destra con Salvini,
mi stavo chiedendo e mo che ci fa pure qui?
si vede che sei ossessionato. ripigliati
"Quello in alto a destra".
Non conosci lui, non conosci Istituto Liberale.
Con queste premesse il libro non lo comprerei neanche se fosse l'ultimo rimasto sulla terra
Inguardabile questa discussione per la quantità di cazzate dette
Questi sono i video di Dufer contro il marxismo
👇
Ho appena concluso la parte finale del video (ultimi 20-30 minuti) e commento anche questa. La prima parte l'ho commentata nell'altro commento.
Nell'ultima parte del video viene fatto il parallelismo tra Hitler e i socialisti.
Ok, a me sta benissimo il paragone tra Hitler e Stalin, oppure più in generale il paragone tra l'URSS e la Germania nazista, ma il termine "socialista" è troppo generico per fare simili parallelismi, quindi da questo accostamento viene fuori il chiaro intento di demonizzare il socialismo in quanto tale.
Infatti vorrei ricordare che, per definizione, si fa rientrare nel socialismo anche la socialdemocrazia, ideologia per la quale nutrono simpatia anche i liberali sociali come me.
La violazione e la soppressione dei diritti civili va disprezzata e combattuta, ed è stata ampiamente praticata da un po' tutti i governi del '900, semplicemente perché i diritti civili si sono affermati nella società moderna e in tempi più antichi a riguardo c'era ben poca sensibilità.
I socialdemocratici hanno avuto un ruolo fondamentale nell'affermazione dei diritti civili ed è un fatto che la sinistra moderna mainstream del mondo occidentale è figlia della socialdemocrazia.
Poi Alessio Cotroneo prosegue il discorso dimostrando che in fondo anche lui comprende che il tema dei diritti civili è un po' diverso da un punto di vista etico rispetto a quello economico (insomma, liberalismo e liberismo sono cose ben diverse sul piano etico), ma subito dopo si smentisce dicendo che i mezzi per andare contro il liberismo sono gli stessi.
Questo non significa nulla, perché i mezzi è ovvio che sono sempre gli stessi, ma il punto è che è il fine che giustifica i mezzi.
Infatti questi mezzi sono l'utilizzo dell'autorità statale (naturalmente), ma nessuno si scandalizza se il mezzo viene usato per punire assassini e stupratori, quindi affermare che i mezzi sono di per sé sbagliati è una cazzata.
La discussione deve essere incentrata sui fini e non sui mezzi. Se vogliamo parlare dei mezzi direi semplicemente che la pena di morte deve essere vietata e che i trasgressori delle leggi devono essere puniti con il carcere o con le multe (poi possiamo fare un discorso molto più ampio sul garantismo, che è sacrosanto).
Concludo con un'osservazione per Rick Du Fer, che commette una grossa fallacia logica sostenendo che i socialisti devono obbligare gli altri a vivere nel sistema che vogliono loro mentre i liberisti no. Errato: se vincono i liberisti i socialisti devono vivere in un sistema che detestano, quindi il discorso è speculare.
Non è vero che il liberismo non si basa sull'autoritarismo: si basa eccome sull'autoritarismo. Nel liberismo l'autorità usa la forza per difendere i profitti e la proprietà privata, mentre nel comunismo per difendere la proprietà collettiva e il cooperativismo.
Entrambi i sistemi vanno a puttane senza l'autorità statale. Io infatti sfido i liberisti a mettere in piedi l'anarcocapitalismo: non esisterà più nessuna proprietà privata, perché ognuno si prenderà quello che vuole con la forza, quindi anche i comunisti si prenderanno le fabbriche con la forza.
La stessa difficoltà la incontrano i comunisti se tolgono lo stato e la sua autorità: chi difende la proprietà collettiva se lo stato non c'è più? A quel punto nulla ti impedisce di privatizzare.
Il discorso è speculare ed è estremamente interessante notare come i liberisti non se ne rendano conto, soprattutto il filosofo che dovrebbe essere vaccinato contro i bias cognitivi e quindi essere in grado di analizzare la realtà da varie prospettive senza scadere in simili semplificazioni evidentemente di parte.
beh nel comunismo è impossibile privatizzare in quanto , la proprietà privata è una cosa garantita e tutelata dallo stato, non è un diritto naturale come i liberisti credono , per di più il comunismo si basa sul presupposto di superare la mentalità e gli standard capitalistici , quindi una società realmente comunista non avrà interessi a privatizzare, in quanto andrebbe a minare i fondamenti su cui si basa , ossia la totale uguaglianza socio-economica di tutti gli uomini
@@marcocerto8302 lo so, ed è appunto per questo che non credo né nell'anarchia né nell'anarcocapitalismo: senza lo stato non c'è il comunismo né il liberismo, ma solo il caos.
@@ClassicalMusicAndSoundtracks beh il comunismo si basa anche sull'abolizione dello stato quale strumento di sottomissione dell'uomo sull'uomo , in favore di una totale emancipazione dell'umanità, come società autonoma ed autogestita
Il gruppo è un'astrazione e l'individuo è reale? Che filosofetti. Quanta bassezza...
Perché non spieghi dov'è l'errore dell'idea, invece di lanciarti in questi attacchi tipici di chi non sa argomentare?
@@connorpers754 Per parcondicio dovrei fare un video della stessa durata e spiegare punto per punto gli errori ed i pregiudizi di cui è stracolmo questo video. Si fa una lettura del tutto strumentale del pensiero di Marx, non vengono fatte distinzioni tra ciò che Marx ha davvero scritto e quelle che sono elucubrazioni postume. Non mi interessa "difendere" Marx, perchè basta leggerlo per accorgersi che quello che viene detto qui è tutto menchè accurato. Mi interessa difendere la consapevolezza critica che dovrebbe caratterizzare il filosofare in generale, spoglio da pregiudizi - che invece del ferro e co. confermano con l'aria dei sofisti che sempre li caratterizza. In merito alla frase: non sono il solo a condividere l'idea per la quale l'individuo è un emanazione della realtà socio-culturale nel quale è nato e si è ri-prodotto; per questo la classe sociale non può in maniera assoluta essere considerata meno reale dell' individuo. Anzi, è evidente che l'individuo si comprende, si riconosce, ha un'identità solo all'interno della propria classe sociale.
@@graffiti95 sottoscrivo tutto quanto hai detto nella prima parte della risposta. Per quanto riguarda il gruppo e l'individuo non me la sento di dare assenso. Affermare che l'individuo sia reale e il gruppo un'astrazione non vuol dire sciogliere l'individuo dai suoi legami con la collettività, cionondimeno se prendiamo il concetto di gruppo questo rimane reale come mera istanza concettuale, mentre io e tu restiamo soggetti che (come ci insegna cartesio) hanno la capacità di rivendicare la propria sussistenza ontologica. Aggiungo a questo che è vero che l'individuo non è la sua identità, ovvero quella di cui parli tu, cioè la relazione, non è ciò che fa l'individuo, ma è ciò che fa la sua identità, il che è ben diverso. La nostra individualità come enti rimane fondamentale e data a prescindere dal contesto in cui ci troviamo. Tanto è vero che la nostra identità cambia a seconda dell'epoca in cui siamo, ma non cambia il nostro essere individui. Ergo i gruppi che fanno l'identità non sono reali (in senso ontologico), infatti essi sono contingenti, cambiano a seconda dell'epoca. Intendo il gruppo sociale, la classe, il partito, la famiglia e chi più ne ha più ne metta. Sono istanze che appartengono ad un preciso periodo storico e finiscono per cambiare e trasformarsi. In parole povere non esiste gruppo senza contesto (e per carità, lo stesso vale per l'identità, sarei folle ad ammettere il contrario), ne segue che non esiste un gruppo in sé, e quindi essi restano entità concettuali. Mentre l'individuo è reale (tu sai di essere reale), il gruppo è una descrizione concettuale di un insieme di individui. Non vorrai dirmi che esiste (a livello ontologico/metafisico) una cosa chiamata "classe operaia", o più in largo "gruppo"? Se la tua risposta è sì allora dovresti confrontarti con tutta una tradizione filosofica inerente al nominalismo, secondo cui ciò che rientra nel linguaggio (il gruppo in questo caso) non aderisce ad una realtà effettiva ma solo ad un problema di linguaggio appunto. In breve rivendicare l'effettiva realtà di un gruppo è un'idea completamente discutibile. E tacciare di bassezza filosofica chi esprime non solo un'idea diversa, ma un'idea valida, lo trovo di pessimo gusto.
Teniamo divisi realtà e parole, per favore.
@connorpers754
1. La critica nominalista si applica anche al tuo "individuo".
2. Tu dici che cartesiamamente il soggetto deve esistere ontologicamente. ERRATO: Io, e solo io soltanto esisto. Voi potete essere zombie, alieni, macchine replicanti o qualsiasi altra cosa di cui non mi è dato sapere se l'esistenza di cui vi connotate è linguistica o reale.
3. Ciò detto, se accettiamo la critica nominalista dell'esistente aporia tra mondo del detto e mondo del fatto, dobbiamo anche accettare che non esiste nel reale nulla di simile agli Individui ma esiste solo ed unicamente un Individuo - che per me sono io ed unicamente io, l'unica individualità di cui mai farò esperienza.
@@graffiti95 allora hai frainteso quello che ti voglio dire, ma se vuoi essere preciso, bene.
1. La critica nominalista si applica all'individuo, certo. Ma solo se parliamo di individuo come mero
concetto (io non ho parlato di individuo in sé, come hai fatto tu per i gruppi, ma solo d'individui) . Il nominalista non nega la realtà effettiva di un ente ma solo la realtà effettiva di un concetto. Allora secondo la tua visione dovrebbe esistere una cosa chiamata "specie umana" (e non so cosa ne penserebbe Darwin di questa visione ).
2. Rileggi bene quello che ho scritto, non ho parlato in termini di universalità.
3. FALSO. Questa è una contraddizione, accettare l'esistenza di un solo individuo ha questa conseguenza: neghi la realtà dei singoli enti ( e il nominalista non fa questo).
Il nominalista nega la realtà degli universali, realtà che tu hai rivendicato affermando l'esistenza di gruppi. Per esempio il nominalista non nega che esista "questo sasso", ma nega che esista "il Sasso".
Infine il tuo discorso è contraddittorio, in questo respingere il nominalismo e accettare il realismo ti costringe ad accettare l'apriorità anche dell'individuo.
Non hai speso una parola per la relazione individuo/gruppo in merito all'identità e non hai ancora portato prove sufficienti a dimostrare la realtà effettiva di questa mitologica creatura che chiami gruppo.
Lo ho scaricato dall'istituto liberale e devo leggerlo, sarà una lettura piacevole e proficua!
Mi chiedo perché i liberisti siano così ossessionati dal marxismo: forse perché vedono il marxismo in qualsiasi persona di sinistra? A me sembra che il marxismo oggi come oggi non se lo caghi quasi nessuno a sinistra (i pochi che se lo cagano vanno a finire in partiti con il 4%).
Io per esempio mi definisco "di sinistra" ma di Marx me ne sbatto i coglioni.
I marxisti sono di sinistra, ma solo una minoranze di persone di sinistra sono marxiste.
Quindi ripeto, qual'è lo scopo di tutto questo martellare sul marxismo, se la maggior parte delle persone che sono sono contro le vostre visioni economiche sono genericamente di sinistra e non marxiste?
La sinistra economica racchiude un vasto insieme di persone che di per sé hanno in comune una sola cosa: il fatto di ritenere che esistano una serie di diritti positivi inviolabili che lo stato deve riconoscere e promuovere.
Dall'altra parte ci sono i liberisti che invece, per loro stessa ammissione, rifiutano i diritti positivi (l'ultimo con cui ho discusso in questo canale mi ha detto che non esiste nessun diritto alla salute).
Alla fine lo scontro ideologico fondamentale tra liberisti e sinistri è soltanto questo, ed è su questo piano che va posta la discussione, non certo nel continuare a martellare su ideologie del '900.
Si, perché una persona di sinistra può anche essere favorevole a tante delle cose che sostengono i liberisti, come i benefici della concorrenza e dell'iniziativa privata.
La differenza tra una persona di sinistra e un liberista può quindi ridursi al fatto che secondo la prima le cure mediche dispensate da un ospedale privato vanno pagate dallo stato (perché la salute è un diritto positivo, quindi non deve essere pagata di tasca propria) mentre per il liberista l'ospedale privato deve fatturare al paziente, che poi si deve arrangiare a trovare il modo di pagare la fattura (o la paga di tasca sua o la gira a qualche assicurazione).
Io che sono di sinistra sono favorevole al fatto che lo stato possa acquistare servizi dai privati per darli gratuitamente ai cittadini: non ho mai sostenuto che lo stato debba erogare tutti i servizi senza lasciare spazio all'iniziativa privata.
Chiaramente per i liberisti è molto più facile criticare il marxismo (facendo passare per comunista chiunque si opponga alla loro ideologia) piuttosto che spiegare perché la salute non sarebbe un diritto o perché lo stato non dovrebbe garantire a tutti il minimo vitale con il reddito di cittadinanza.
Espando il discorso sulla sanità per far capire cosa può significare essere di sinistra OGGI.
Io che sono svizzero sono favorevole al fatto che i cantoni includano anche cliniche private nella lista LAMAL. Se una struttura sanitaria è nella lista LAMAL l'assicurazione obbligatoria paga le prestazioni mediche da essa erogate e in caso di cure in degenza il cantone paga il 55% dei costi.
Il motivo per cui sono favorevole risiede nel fatto che le tariffe delle cliniche private sono spesso più basse rispetto a quelle degli ospedali statali come l'EOC (in Ticino) o dei vari ospedali universitari (che sono quelli pIù costosi).
La più economica in assoluto in Svizzera è la Clinica Santa Chiara, cioè una clinica privata ticinese inclusa nella lista LAMAL. I pazienti che scelgono la Clinica Santa Chiara piuttosto che uno dei tanti ospedali statali (come per esempio l'EOC in Ticino) permettono alla cassa malati e ai cantoni di risparmiare tipo il 10%.
In quanto ai medici di famiglia LAMAL, in Svizzera sono tutti studi medici privati e le loro tariffe sono elevate, ma almeno non ci sono liste di attesa.
Quindi che differenza c'è tra me e un liberista??
Molto semplice: per me avere cure mediche è un diritto, quindi un paziente non deve vedere nemmeno mezza fattura. Per me è come se la polizia ti inviasse una fattura per il fatto di averti salvato la vita da un serial killer.
È ovvio che poliziotti e medici devono essere pagati, ma non deve essere l'utente a pagare, bensì lo stato.
Quindi se io domani diventassi un governante con poteri assoluti in Svizzera farei in modo che le strutture sanitarie LAMAL mandino fatture allo stato, in maniera tale che le prestazioni siano totalmente gratuite per l'utente.
I liberisti continuano a menarla con sto cazzo di marxismo: non hanno ancora capito che le persone che sono contro di loro oggi lo sono per via del fatto che essi rigettano i diritti positivi e quindi sono contrari al fatto che lo stato si prenda a carico i costi di beni e servizi fondamentali.
Chi è di sinistra contesta ai liberisti di voler portare le disuguaglianze all'estremo, cioè creando disuguaglianze anche in quelle cose che per noi sono "diritti umani".
È su questo livello che risiede principalmente il conflitto tra sinistra e liberisti OGGI. Ho la sensazione che i liberisti cerchino di portare avanti la narrativa secondo cui ci sono loro e dall'altra parte ci siano dei comunistoni feroci che vogliono riesumare Stalin. In realtà dall'altra parte ci sono semplicemente gli esseri umani decenti che difendono i diritti umani e che nella maggior parte dei casi considerano anche i diritti civili come parte dei diritti umani, quindi non sono contro il liberalismo, ma bensì contro il liberismo.
Perchè in italia il 99% delle persone che si dicono di sinistra hanno una base ideologica marxista, specialmente quelle più avanti di età e per età intendo dai 30 in su
In realtà anche la destra sociale, per loro, è marxista.
Sì, completamente d'accordo. L'ho già scritto, se ricordo bene, come commento al video di Rick DuFer sempre di critica al marxismo: i liberisti usano il marxismo come un colossale straw man per attaccare qualsiasi discorso di sinistra.
Del resto, basta leggere cosa afferma l'Istituto Liberale nella pagina di presentazione dell'ebook:
"Invece, siamo circondati dal più profondo collettivismo: le idee di Karl Marx non sono morte e, anzi, sono più forti che mai."
Penso che nessuno abbia più usato simili toni apocalittici dai tempi di Joseph McCarthy...
@@MassimilianoBiagetti non so in Italia, ma credo che a livello europeo se prendi 100 persone di sinistra e chiedi loro se vogliono abolire la proprietà privata o l'iniziativa privata, quelle che ti rispondono di SI sono non più di 10 a essere ottimisti (probabilmente 4 o 5).
Io credo che essere di sinistra oggi significhi difendere i diritti umani (un pachetto di diritti civili e sociali che appartengono a tutti gli umani), l'ambiente e la scienza.
Ho creato una discussione in termometropolitico dal titolo "cosa significa essere di sinistra oggi?": forum.termometropolitico.it/811412-cosa-significa-essere-di-sinistra-oggi.html
Fosse vero che in Italia tutte le persone di sinistra sono marxiste allora non si spiegherebbe perché l'unico partito del centro-sinistra che riceve una bella manciata di voti è il PD, il quale non è nemmeno abbastanza di sinistra da poter essere definito socialdemocratico, quindi figuriamoci se si può definire marxista.
Quanti voti prendono in Italia i partiti dichiaratamente comunisti?
sia ben chiaro che Marx non si oppone ad una sana ed umana imprenditoria quale viene descritta con acutezza in questo video, ma mette a nudo l'accumulazione patologica del capitale, partendo proprio dall'analisi di quello che è stata fin dai tempi più antichi l'oggetto dello scambio di beni tra popoli e persone: la merce. La patologia nel libero scambio messa in risalto d Marx consiste nel fatto che il lavoro stesso viene assimilato al concetto dii merce, ma con la differenza che è una merce di tipo anomalo, in quanto il suo uso non si attua fuori mercato, ma paradossalmente ritorna al capitalista, aumentandone con lo scorrere del tempo in modo esponenziale la proprietà in denaro, il che ha portato all'infausto fenomeno della finanziarizzazione che finisce per soffocare la persona.
P.S. non mi è simpatica la parola "massa" e a questo proposito ti faccio notare che un cardinale in un video ha rivolto la sua attenzione alla "masse". Non ti sembra un po' spregiativo?
10:36 no nessuno lo trova strano. Gramsci ne parlava con l'egemonia culturale
"marxismo culturale" è un'espressione che ho sentito una sola volta prima, da Breivik
Il prossimo cos'è?
Caccia all'eretico con Torquemada?
Le tue battute stanno migliorando
14:35 gia oscar wilde prendeva in giro questa tipica mentalità americana, importata poco a poco a partire da fine ottocento con un boom a partire dal crollo di berlino e l'introduzione del web. Una cultura in cui il massimo dell'etica non è più la bellezza o il giusto mezzo o la giustizia o la saggezza, intelligenza o sapienza, bensì il risolvere problemi pratici futili da parte di "benefattori" che hanno inventato una soluzione. Se questa è un'elevazione spirituale sociale allora state freschi, non durerà perchè è uno stato arcaico, povero, vuoto, senza che l'animo umano possa navigare e sentirsi parte di alcuna fratellanza, è la dissoluzione graduale della fratellanza che giunge all'individualismo che sta fuori dalla politica, dalla vita della città e stato, che è vita sociale nelle sue più alte manifestazioni e aspirazioni, che non sono certo mettere bene una vite. I benefattori dell'umanità non sono e non saranno mai quattro deficienti che hanno inventato una vernice che non ammuffisce o un'automobile più efficiente. E' anche questo un pensiero marxista bello e buono, che vede gli strumenti e la loro ideazione come una precognizione alla nascita di nuove idee. Se si vuole essere veramente antimarxisti bisogna vedere il marxismo per quello che è: una branca della filosofia che si spaccia per soggetto quando è solo un attributo di attributo (filosofia pratica -> economia)
A quando una puntata sul Bitcoin e le altre criptovalute ?
Grandissima la citazione di Rick a Jordan Peterson a 1:05:16
D'accordissimo con entrambi
Non nego che mi piacerebbe un confronto con un liberale sulle tematiche del fascismo, inteso come rivoluzione anti borghese , nelle tre tappe della sua storia, ovvero: movimento, ventennio e Repubblica sociale. Citando i vari Spirito, Bottai, Rossoni, Gentile.. Quanto meno per illuminare qualche socialista da burletta su cosa sia invece un socialismo che AGISCE. Sono laureando in economia e principalmente mi occupo delle rivoluzioni fasciste del XX Secolo.
@L P altro pezzo di storia fin troppo dimenticato
@@cristianporta5528 "La reazione conservatrice del capitale in crisi" è una verità parziale di alcuni momenti del ventennio in cui gli industriali furono di gran lunga più potenti dello Stato fascista. I "sogni rivoluzionari e futuristi" sono durati in tutte le fasi del ventennio e la fine della guerra vide proprio un asse tanto antisovietico quanto anticapitalista, e a tal proposito si potrebbero guardare gli slogan della RSI, o della Germania stessa . Esclusa l'Unione sovietica , i provvedimenti più "marxisti" nella storia dell' economia, furono presi dalle nazioni "fasciste". Nazionalizzazione di industrie , socializzazione, blocco degli affitti...
Nel fascismo italiano è fuori dubbio che molti industriali abbiano speculato, ma analizzare il fascismo come "difesa del capitalismo" è totalmebte fuorviante
@@cristianporta5528 Certo, il PNf si è trasformato e snaturato e sono d'accordo anche sul discorso delle classi dominanti (che vale anche per l'urrs però), ma andando ad analizzare, ad oggi, cosa è stato nel suo complesso il fascismo storico non possiamo dire che sia stato un "campione" di capitalismo e anzi, soprattutto nell'ambito socio-culturale ha introdotto una visione collettiva e "collettivizzante" molto più socialista che liberale. Credo che ormai l'analisi del fascismo come "cane da guardia del capitalismo" sia piuttosto datata e circoscritta alle stravaganze degli anni '70. Spero di aver chiarito il punto :)
@@cristianporta5528 sarà anche un fraintendimento ma sempre da Marx originano i fenomeni di inizio Novecento. Anche solo il parlare di "classi" corrisponde ad un'ottica marxista che permane ancora oggi. Per quanto riguarda il fascismo non solo ha rivoluzionato le economie di inizio Novecento, ma ha rivoluzionato ogni aspetto della vita (che possa o meno piacere) dal linguaggio quotidiano al modo di intendere la politica. Per non parlare dei grandi apparati come l'IRI, Agip, ecc.. che 20 anni dopo furono usati alla grande dagli antifascisti stessi. Per quanto riguarda l'Unione sovietica, non si può nascondersi dicendo "quello non è il vero comunismo". Anche se non corrisponde a tutte le utopie dei marxisti da "salotto", e mi auguro che tu non sia tra questi ranghi, quella è stata eccome una forma realizzata di marxismo. Forme che per realizzarsi hanno richiesto inevitabilmente l'uso della violenza (che non mi auguro e non legittimo). Tu ti definisci marxista oggi e non voglio giudicarti, ma il marxismo lo si realizza in un certo modo e basta. Che sia internazionale o meno. Se poi ci si vuole aggrappare alle utopie di marxismo soft, sessantottine, da alta borghesia chic, si rientra inevitabilmente nel gioco del liberismo economico e comportamentale, magari con un po' più di puzza sotto al naso...
Rick Dufer mostra il suo vero volto...
... Cioè?
Neoliberista. Dunque filosofo conformista che, come Fusaro, filosofeggia solo per guadagnare e di fatto usa argomentazioni che non solo rischiano di rendere superficiale la complessa e articolata scienza marxista ma al tempo stesso fa apparire l'attuale sistema come immutabile, alla faccia della dialettica materialistica... Fusaro è più subdolo: si presenta come "anticonformista" ma in realtà usa argomentazioni che attraggono soprattutto gli elementi più reazionari e conservatori della popolazione. Rick Dufer non fa nulla di male tuttavia, espone cinicamente il pensiero dominante occidentale che è il pensiero delle classi dominanti. D'altronde, come diceva Lenin: le idee dominanti sono sempre le idee della classe dominante... Nel nostro caso, la classe imprenditoriale. @@leo_mas_922
... Cioè??
ruclips.net/p/PLNSNgGzaledgxP4QadjKhk4bI6x2PbScO ,forse e ridondante ma in questa plyalist viene spiegato con citazione ai libri di hiler,marx e altri le differenze tra socialismo e liberalismo.
p.s. è in inglese (U.K.).
01:04:30 Sono d'accordo Rick, ma adesso ti triggero. Devi lasciarmi fare i cavoli miei anche con il nucleare. Se io non voglio una Centrale Nucleare in Italia, tu devi rispettare la mia opinione 👍😏 Perché il corpo e il pensiero sono miei. Una cosa che potrebbe scoppiare, vicino a casa mia non la voglio. E sì, so che ce n'è una in Francia, ma è un altro Stato e non vale il "Se lo fanno gli altri perché non possiamo farlo noi"
Ottimo. aggiungo, Dove non c'e' classe media, c'e' tirannia
L'uomo è fottuto nel momento in cui non ragiona di specie ma di individuo, e lo stiamo vedendo.
Stiamo vedendo l'esatto opposto
In terza superiore ho studiato Marx dal punto di vista sociologico. Non avendo ben capito le sue idee non ho mai pensato di essere d'accordo con lui, ma mi dicevo che potevano portare ad ottimi spunti. Oggi ho letto il Manifesto del partito Comunista, e a gennaio studierò Marx in filosofia. Da Anarco-Capitalista mi sto già sfregando le mani. Grazie per la lezione.
>ha la terza media
>massimo 17 anni
>non vede l'ora di sfoggiare il suo autismo in classe
>ancap
checks out
@@Fierissimo ti voglio bene anch'io. Comunque ho 18 anni
L'anarco capitalismo è tanto fuffa e tanto inapplicabile nella pratica quanto il marxismo
Per approfondire la tematica del fascismo "rosso", consiglio a tutti voi liberali la figura di Nicola Bombacci.
03:40
No al Marxismo
No al Capitalismo
Si a valsoia
27:56
Smascherare Marx? Come al solito non ci siete riusciti
I religiosi chiusi a guscio ci saranno sempre, anche quelli del Comunismo. "Ma non va interpretato così quel versetto del Corano!"
Lol, siete uguali.
Chi ti paga?
A Mortebianca non piace sto elemento 😂😂
stupendo rick + IL
Menomale che c'è Batman
Io sono per un economia sovranista
No, tu sei per il teatrino che da anni hai scelto come tua unica vocazione. Contento tu...
Misfatti fascisti sono stati reazione sovraeccitata provocata da indignazione vs misfatti comunismo. Appena sbollita rabbia la loro politica diventerà moderata.
(Von Mises, Liberalismo, 1927)
questo? books.google.it/books?id=0OjT8AozyBkC&lpg=PA75&ots=JAFGF2gkh7&dq=Misfatti%20fascisti%20sono%20stati%20reazione%20sovraeccitata%20provocata%20da%20indignazione%20vs%20misfatti%20comunismo.%20Appena%20sbollita%20rabbia%20la%20loro%20politica%20diventer%C3%A0&hl=it&pg=PA74#v=onepage&q=Misfatti%20fascisti%20sono%20stati%20reazione%20sovraeccitata%20provocata%20da%20indignazione%20vs%20misfatti%20comunismo.%20Appena%20sbollita%20rabbia%20la%20loro%20politica%20diventer%C3%A0&f=false
Hai completamente mistificato il discorso di Mises.
@@saulobuonuomo6150 sono le sue TESTUALI PAROLE (pag 64 della edizione originale che fu allegata a Libero)
@@quiky9065 sono le sue TESTUALI PAROLE (pag 64 della edizione originale che fu allegata a Libero) (pag 75 del tuo link)
@@pierpier7806 Ti ha linkato il testo, si vede che il senso è un altro.
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