Nevist SCF sempre i migliori su padronanza e divulgazione di educazione finanziaria e soprattutto senza pubblicità fastidiosa durante i video, e contenuti ineguagliabili rispetto ad altri , senza fare nomi ! 👏👏🔝
Sul Giappone c è da aggiungere inoltre la più bassa incidenza fiscale sul PIL frutto di una maggiore efficienza di spesa pubblica pur cmque notando problemi demografici, di crescita bassa del gdp e produttività. Sul debito pubblico ci sono casi di rientro in vari paesi ( USA, UK, Canada, Australia, Germania, Francia...). Tendenzialmente in tempi non brevi per diversi motivi ( avanzi di bilancio, tassi bassi, crescita economica...). Per risolvere il problema debito non credo la strada di detenere assets improduttivi sia risolutiva sebbene nel tempo l oro ha dimostrato una certa "qualità". Molto più importanti restano gli investimenti soprattutto immateriali quali l educazione, lo sviluppo tecnologico, la sanità, il ricambio generazionale le infrastrutture. Se a queste uniamo il potere militare e la disponibilità di materie prime ( come negli USA), attrazzione di talenti dagli altri paesi il vantaggio competitivo è notevole.
Ciao Demis. Consentimi alcune puntualizzazioni: 1) per quanto riguarda il Giappone, i bassi tassi pagati sul debito dipendono dal fatto che gran parte del debito viene ricomprato dagli stessi giapponesi e (soprattutto) dalla BoJ. Ho molti dubbi sul fatto che il Giappone abbia una spesa pubblica efficiente, vista la storia degli ultimi 35 anni ed i disastrosi risultati dei conti pubblici (alti e costanti deficit di bilancio con esplosione del rapporto D/Y); 2) la storia dal 1945 ad oggi (rif. Macroeconomia di Blanchard) dimostra che i rientri da un debito pubblico elevato sono possibili grazie all'inflazione e quindi alla possibilità di finanziare il debito a tassi reali bassissimi o addirittura negativi. Altri fattori sono ovviamente importanti, ma il fattore che ha inciso di più è stato l'inflazione. Nulla esclude che un rientro possa avvenire anche in assenza di inflazione (come vorrebbero i tedeschi con l'Italia, semplificando all'osso), ma è uno scenario decisamente più improbabile. 3) La detenzione di asset a sostegno del debito potrebbe diventare un nuovo parametro utilizzato per valutare la sostenibilità e (se apprezzato dagli operatori economici) permettere un risparmio sui tassi richiesti dal mercato. Nemmeno io credo che sia una soluzione definitiva, i fattori che tu hai citato sono sicuramente più importanti per aumentare il potenziale di crescita.
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Ciao Luca. Grazie mille per il supporto!
@CarloTagliniCFA È sempre un piacere da quando ci siamo sentiti ormai si viaggia su un 'altro livello..
Complimenti, ottimi contenuti
Grazie mille, Arrigo. Un saluto!
Sempre molto utile, grazie per gli spunti e le info che date!
Grazie mille, Jobre.
Presente anche oggi, non perdo più un episodio🙌🏻
Grazie per il supporto, Michele. Un saluto!
Sul Giappone c è da aggiungere inoltre la più bassa incidenza fiscale sul PIL frutto di una maggiore efficienza di spesa pubblica pur cmque notando problemi demografici, di crescita bassa del gdp e produttività. Sul debito pubblico ci sono casi di rientro in vari paesi ( USA, UK, Canada, Australia, Germania, Francia...). Tendenzialmente in tempi non brevi per diversi motivi ( avanzi di bilancio, tassi bassi, crescita economica...). Per risolvere il problema debito non credo la strada di detenere assets improduttivi sia risolutiva sebbene nel tempo l oro ha dimostrato una certa "qualità". Molto più importanti restano gli investimenti soprattutto immateriali quali l educazione, lo sviluppo tecnologico, la sanità, il ricambio generazionale le infrastrutture. Se a queste uniamo il potere militare e la disponibilità di materie prime ( come negli USA), attrazzione di talenti dagli altri paesi il vantaggio competitivo è notevole.
Ciao Demis. Consentimi alcune puntualizzazioni: 1) per quanto riguarda il Giappone, i bassi tassi pagati sul debito dipendono dal fatto che gran parte del debito viene ricomprato dagli stessi giapponesi e (soprattutto) dalla BoJ. Ho molti dubbi sul fatto che il Giappone abbia una spesa pubblica efficiente, vista la storia degli ultimi 35 anni ed i disastrosi risultati dei conti pubblici (alti e costanti deficit di bilancio con esplosione del rapporto D/Y); 2) la storia dal 1945 ad oggi (rif. Macroeconomia di Blanchard) dimostra che i rientri da un debito pubblico elevato sono possibili grazie all'inflazione e quindi alla possibilità di finanziare il debito a tassi reali bassissimi o addirittura negativi. Altri fattori sono ovviamente importanti, ma il fattore che ha inciso di più è stato l'inflazione. Nulla esclude che un rientro possa avvenire anche in assenza di inflazione (come vorrebbero i tedeschi con l'Italia, semplificando all'osso), ma è uno scenario decisamente più improbabile. 3) La detenzione di asset a sostegno del debito potrebbe diventare un nuovo parametro utilizzato per valutare la sostenibilità e (se apprezzato dagli operatori economici) permettere un risparmio sui tassi richiesti dal mercato. Nemmeno io credo che sia una soluzione definitiva, i fattori che tu hai citato sono sicuramente più importanti per aumentare il potenziale di crescita.
Ray Dalio dice zero obbligazioni e Buffet é quasi tutto obbligazioni adesso, com’è possibile una divergenza del genere?