Il problema dell' agroalimentare nella comunicazione italiana e' coldiretti. Lobbisti fortissimi e cacciaballe instancabili. Grazie gio. Diventi sempre piu' bravo.
Premessa: ho lavorato in agricoltura per una trentina d'anni, in prevalenza come trattorista per conto di terzi, in parte per conto mio, da autonomo, in settore vitivinicolo. Diciamo che il settore l'ho conosciuto dall'interno. In questo lungo periodo (trent'anni sono una vita), sono stato iscritto a Coldiretti (lo sono tutt'ora, anche se l'agricoltura sta diventando un hobby) e verso di loro ho sempre avuto un amorodio condito con disprezzammirazione. Da un lato hanno fatto molto per valorizzare il duro lavoro, dall'altro sono di una chiusura mentale impressionante (la battaglia contro le carni coltivate, per esempio, o quella, a fasi alterne, contro l'agrivoltaico). Sostengono la magia nera (biodinamica) e la ricerca scientifica (le fattorie studio). Amorodio, disprezzammirazione. È (sono? siamo?) la minoranza rumorosa, uno specchietto delle "sensazioni" del popolino. E si, magari non c'è questo grande rilievo economico, ma c'è un grande riscontro d'identità popolare. Questo ha un valore economico? Sicuramente, ma non lo so quantizzare. Rimane da valutare l'importanza strategica del settore: io sono pessimista e mi son sempre detto che, anche le cose andassero a pu**ane, ad esempio domani (05/11/24), finché ho un pezzo di terra non muoio di fame. Ne io ne quelli che posso "servire". Non possiamo competere con due delle tre russie sui cereali, ne con Spagna e Marocco sul succo d'oliva, o con la Cina sugli agrumi e via discorrendo, ma possiamo sopravvivere egregiamente se le cose andassero davvero male. Quindi, si, è vero, è una minoranza rumorosa, ma un qualche senso di esistere ce l'ha ancora... IMHO (giusto per rimarcare quanto sono vecchio...😂)
Mi permetto di fare il rompicoglioni di turno. Se tu hai un prodotto di qualità, apprezzato nel mondo, vedi il pistacchio di Bronte, tutta l'industria che ci gira intorno (vedi macchinari agricoli di cui siamo tra i maggiori produttori) li devi considerare facenti parte del settore a cui questi macchinari servono. La macchina raccogli-olive, la produci se hai gli ulivi, altrimenti a che ti serve...?
Ottimo video, spiega un concetto semplice che però tutti dovrebbero conoscere. Penso che se gli italiani avessero questa consapevolezza l'Italia potrebbe migliorarsi molto.
La profondità con la quale noi italiani trattiamo il tema dell'agroalimentare lo si capisce subito dal modo in cui ne parlano i media su tv e giornali. È un profluvio di cuochi, nutrizionisti e food blogger che avranno visto dei campi coltivati solo in cartolina. Al massimo ci si spinge ad un servizio di 5 min su linea verde, con tanto di narrazione "romantica" del contadino-eroe che con i suoi 2 ettari si mette a produrre il cavolo biologico IGP. Mai una volta che i veri protagonisti siano dei professionisti del settore, e non parliamo dei poveri agronomi dei quali nessuno conosce l'esistenza (ci scommetto lo stipendio che se chiedessi ad un giornalista se conosce l'accademia dei Georgofili non otterrei risposta). Da bravi tuttologi, tutto ciò ci che serve per essere degli esperti di agroalimentare è aver frequentato qualche trattoria. Il risultato è un'ignoranza abissale del mondo che ci sta dietro e la nascita di un marketing che mira più a rappresentare questo settore come una specie di vetrina/sagra di paese per il resto del mondo. Un carissimo amico di famiglia è un tecnico della panificazione, posso solo immaginare la frustrazione che prova ogni volta che sente straparlare di grani antichi vs farine estere o di voler convertire tutta la produzione a biologico. Stendiamo un velo pietoso sulla Coldiretti che dai tempi della Democrazia Cristiana si accaparra i favori del ministro dell'agricoltura di turno per chiedere favori e soldi. La forma di corporativismo che nel nostro paese accettiamo più volentieri (perché altrimenti chi ci protegge dagli OGM e le multinazionali della carne sintetica?1!1?!!).
Splendido video :D Sono fiero di poter dire che la nuova generazione di agronomi, agrotecnici e periti sono ben consci di queste sfide. In tutti i miei anni di studi abbiamo affrontato sempre, insieme ai docenti, i cambiamenti da fare in vista del riscaldamento globale :)
Infatti è anche una sfida culturale, l'agroalimentare è uno dei settori che peggio si presta ai cambiamenti tecnologici e motodici ( escludo le nuove generazioni ).
È giusto puntare sempre sull'innovazione e la tipologia di business è solo una scelta perché poi comunque i vari settori sono tutti collegati, per fare un esempio, l'industria chimica e farmaceutica sono indispensabili per l'agricoltura e l'allevamento.
Personalmente capisco che possa sembrare brutto da dire ma in un mondo globalizzato e capitalistico qualcuno indietro deve rimanere. Poiché noi italiani proprio come cultura abbiamo molta paura del nuovo rimaniamo attaccati a cose come il buon cibo. Questo non è per forza negativo ma ci pone di fronte ad una scelta: abbandonare un certo stile di vita sacrificando la cura per il cibo ma favorendo lo sviluppo economico di altri settori, oppure accettando di rimanere indietro con lo sviluppo economico ma restando saldi ad una certa cultura fatta di convivialità e sacrificio. D'altronde qualcuno che il cibo lo produce deve esserci, non possiamo diventare tutte nazioni iper-industrializzate. Noi italiani siamo secondo me quelli che più soffrono questa ricerca dell'iper-produttività, dell'efficienza. Rimarremo un paese dove si sacrifica tanto per ottenere il giusto, ma questo non deve per forza essere un male se produce una qualità di vita superiore (da non confondere con il tenore di vita che inevitabilmente si ridurrà)
Da lavoratore del settore secondo me non è che siamo così al top come vogliamo far credere. Certo come dici tu rispetto a paesi dove mangi wuster se ti invitano a cena da noi è un altro pianeta…però a livello di prodotti la qualità sta calando molto. Sia per i prezzi insostenibili che per le varie crisi climatiche.
Ma è anche una questione di qualità della vita. Mangiare non è cosa da poco. Onestamente è un grande sollievo per un lavoratore manuale poter mangiare letteralmente quello che in un altro paese mangia un professionista di alto livelllo... è anche un lusso particolare per un imprenditore, una forma d'arte per un hipster, etc. Altri settori non sono così importanti per la qualità della vita come l'agroalimentare.
Sicuramente ma per quello basta preservare i costumi. Il problema è quando il settore viene usato per coprire le deficienze del sistema Paese. Del tipo, possiamo campare come un agriturismo a cielo aperto, no nobn possiamo.
@@AntoSciaraffiaPurtroppo "preservare i costumi" anche in Italia diventa difficile se non si tiene sott'occhio l'agroalimentare. Ovvio che non è un settore trainante ma sul consumatore medio che vede i prezzi folli dell'olio al supermercato quando può ingozzarsi con due spicci al McDonald gli effetti ci sono.
@@enry2337il mcdonalds è tutto tranne che più economico di cucinare a casa, a meno che non ti bevi un litro d'olio extravergine a giornata al posto dell'acqua
Quanto mi piacerebbe mettere il mio commento a questo video! Commento, di solito educato e rispettoso che rispecchia il mio pensiero. Purtroppo non lo posso fare. Aspetterò tempi migliori.
Che poi: pasta, panificati e prodotti dolciari, che noi consideriamo come eccellenze italilane, spesso sono prodotti usando materia prima estera. Pensiamo ad esempio al grano duro per la pasta, che arriva quasi tutto da Canada e Ucraina. Dall' olio, fondamentale nella nostra cucina, che spesso è importato. Dal latte usato nell' industria casearia che arriva dalla Francia. Questo perché il nostro prodotto di materie prime non riesce, per quantità o qualità, a soddisfare l' esigenza di industrie sempre più proiettate verso l esportazione, oltre che al consumo nazionale. Qualche anno fa, ci fu una polemica (immaginate sollevata da chi?) sulla provenienza estera delle nocciole usate per produrre la Nutella. Alche la Ferrero si difese facendo notare che, anche usando tutta la produzione nazionale di nocciole non sarebbe stata comunque sufficiente a soddisfare l' esigenza di materiale per coprire il volume di Nutella prodotto dalla azienda. Quindi, ci sono settori nell' alimentare italiano che sono eccellenze non grazie ma nonostante la produzione di materie prime nostrane.
@fabriziopastorino3792 Sì. Però allora non mi puoi prendere sempre l' agricoltura come eccellenza accostandola al prodotto industriale, come se uno fosse la conseguenza dell' altro. Cioè, è vero: ma solo per alcune realtà. Come il Grana Padano o Parmigiano Reggiano, che per essere considerati tali devono seguire una determinata filiera strettamente legata al territorio. Ed anche se sono prodotti consumati in grandi quantità ed esportati in tutto il mondo, non raggiungono quantità tali da mettere in crisi la filiera delle materie prime. Cosa che invece farebbero industrie come Barilla o Ferrero se dovessero basarsi solo sul prodotto locale...
@@Old_Boy293 cercherò di essere sintetico, perchè non sto bene, quello che tu dici in parte è vero, però negli anni passati, le grandi corporazioni hanno eliminato alcuni sementi a vantaggio di altre, l'eccellenza è sopperita a questo con trasformazioni meno invasive e valorizzandole con tecniche agronomiche , se vedessi come producono in cina e stati uniti vomiteresti anche anima, te lo dico da docente di tecnologie agroalimentari
Il motivo e’ momto semplice: IL PAESE NON E’ MAI STATO AUTOSUFFICIENTE DAL PUBTO DI VISTA ALIMENTARE (materie prime) ma si e’ diffusa la Minchiata che quando c era LVI avevamo tutto Con un popolo che crede a tutte le Mincbiate che gli dici cosa vuoi fare??
Sono di Alba, le nocciole turche costano molto meno delle nocciole delle Langhe, per cui decisero di comprare meno nocciole delle nostre parti per il bene dell'azienda, non solo per poca produzione. E pensare che Pietro e Michele addirittura finanziavano ai propri lavoratori se decidevano di lasciare la Ferrero per mettere su un bel campo di nocciole
Ciao Gio! Hai detto bene in chiusura, in riferimento al benessere alimentare che fa parte della cultura mediterranea. Si è in realtà visto come il settore agroalimentare rafforzi l'idea di identità e di appartenenza sociale e territoriale. Parlando di pianificazione territoriale e ambientale, considerando gli effetti del cambiamento climatico, non è mica poco. In particolare, in piccoli progetti pilota, si è visto come il settore agroalimentare e le maestranze tradizionali fungano da catalizzatore per una riqualificazione sia territoriale, sia funzionale, fino ad avere ricadute su altri settori economici. Si pensi ad esempio l'effetto positivo sulla ricerca e sulle nuove tecnologie. Non significa che l'agroalimentare sia la salvezza dell'Italia, ma che si tratti di un metodo efficace di rilancio di quelle piccole realtà economiche più lente. Grazie per il video!
Se si chiama settore primario ci sarà un motivo, in senso che il benessere di un paese si basa su quanto cibo produce/consuma in quanto bene essenziale per noi mortali cittadini , in un paese in cui si muore di fame non credo che ci potrebbero essere grandi città tecnologiche ed industrializzate(a meno che non siano abitate da robot), in sostanza il cibo per tutti sarebbe la base di un mondo ed una società migliore
Vero, ma si parla di bisogno soddisfatto (appunto mangiare), non di importanza o incisività sul PIL. Diversi paesi, vuoi per politica vuoi per geografia, hanno un settore primario ridicolo, mentre pompano parecchio il secondario per esportare beni.
Una delle più belle e condivisibili analisi ,fra tutte quelle che hai fatto! Alla fine ,il bello ,il buono ,l elegante ,per come la penso io rende unico questo paese. Perché le cose belle ,uniche .....non hanno prezzo!!❤🎉😊
La cultura e la spinta all’ agroalimentare serve a ripopolare le zone depresse, è molto importante perché nell’economia a lungo termine è necessario che ci siano piccole aziende. Sono il nostro tessuto, e nel valore economico sono molteplici i fattori da sommare, tra cui quello legato all’ambiente e ai territori, oltre che alla salute mentale, perché le tradizioni sono molto legate al benessere di chi ci lavora, oltre che se abbiamo molte eccellenze mangiamo meglio tutti.
veramente le zone depresse lo sono anche perche gli agricoltori hanno distrutto l'ambiente naturale di gran parte d'italia, io vivo in pianura padana e qui è uno schifo, un deserto a monocolture dove la biodiversità è un decimo di come dovrebbe essere, non meravigliamoci se i giovani se ne vogliono andare
Grazie Gio per questo video, Spero che serva a far capire a qualcuno che un paese di 60 milioni di abitanti non può campare solo dì turismo e agricoltura..
Hai detto bene sul godersi la vita mangiando insieme ai proprio amici e famiglia, e anche io in questo sono "scioccamente" orgoglioso, dico scioccamente perché magari dall esterno non si capisce quanto si perde e si crede che sia tempo perso etc etc solite menate
L'agroalimentare italiano è importante anche per il suo peso culturale a prescindere dal soldo che fa guadagnare. lasciamela dire a modo mio: se togli l'aratro il bue non tira
Si però lo studio di Coldiretti ha più senso, perché se quel settore e le attività che lo compongono hanno modo di generare ricchezza anche dal "contorno" della loro attività diciamo... È perché quei pelati, la pasta o la pizza vengono prodotti ma sopratutto per l'idea di made in Italy che c'è nel mondo, e c'è proprio perché per l'Italia la convivialità, il cibo e la qualità sono un tratto distintivo. Quindi se la pasta o il vino sono esportati all'estero è perché in quei paesi Viene riconosciuto il prodotto italiano come eccellente, quella pubblicità nasce da ciò che si muove attorno, molto più che dal prodotto in sé... Per questo ha senso conteggiare tutto, pubblicità, canali di vendita etc... È come calcolare il valore dell'industria dell'auto in pase a quanto valore dà l'acciaio...
In sostanza: Vale a livello umano? Si. A livello culturale? Si. A livello economico? Moooolto meno di come la raccontiamo. Non ci prendiamo un giro in un mondo dominato da colossi come Stati Uniti, Cina, Germania, Giappone e compagnia, che dominano con la tecnologia, la digitalizzazione e l'industria non possiamo permetterci di raccontarci la balla che l'Italia è grande perché c'ha la carbonara più buona del mondo, la pizza, i formaggi, il sole e il mare. Questo però gli italiani non lo capiscono, non lo vogliono capire e quindi i politici si muovono di conseguenza, buttandosi su discorsi di pancia. Piuttosto che parlare di industria pesante e tecnologia attirano voti andando alla sagra del pane (ogni riferimento a Salvini è puramente casuale). È per questo che non nutro tante speranze per il futuro di questa terra, perché non nutro più speranze nei confronti degli italiani. I paesi li fanno i popoli non i governi, i governi (anche quelli autoritari) sono solo lo specchio della collettività e la collettività italiana è marcia, ahimè. Non mi ritengono pessimista, solo brutalmente onesto, ma spero di essere smentito.
@@toffonardi7037si ma per la Germania sono fiducioso per il futuro. Hanno una base molto più solida da cui ripartire. La loro economia è molto più grossa di quella italiana e hanno un debito pubblico relativamente basso, quindi hanno a disposizione una potenza di fuoco dal punto di vista finanziario che noi ci sogniamo. Si sono già ripresi in passato e si riprenderanno anche adesso, perché possono smuovere molti soldi e investire lì dove serve per rimettersi gradualmente al passo. Già per il 2025 le stime sulla crescita tedesca tornano in positivo sopra l' 1%. Noi quelle capacità, oggettivamente, non le abbiamo.
@ si’ hanno margini maggiori ma sono come gli italiani ideologici irrazionali e soprattutto vivono nel mondo dei sogni post storico. E’ un paese senza futuro (parlo del lungo periodo)
Se fossimo furbi potremmo puntare all'innovazione tecnologica dell'agroalimentare (carne coltivata, biotecnologie agricole, fitofarmaci di sintesi a basso impatto ambientale, agricoltura di precisione, produzione di insetti ad uso alimentare) e poi esportarlo all'estero. Avremmo tutti gli strumenti per puntare su quello, ma siamo troppo ancorati all'idea di agricoltura che avevamo fino a 60 anni fa e queste cose le combattiamo. Che fastidio
Da agricoltore aggiungo una cosa: tenere una agricoltura ricca permette di tenere in piedi attività agricole che sono la prima linea della manutenzione del territorio, le leggi stupide però ci azzoppano nel farlo...
Quando ho sentito gli strozzaminchia alla sorrentina, mi sono accasciato a terra a ridere...😂😂😂😂 Comunque si finalmente il video dedicato al Pistacchio di Bronte ci voleva!🤣🤣🤣
Bel video davvero! Ad un certo punto quando hai parlato di avere un rapporto col cibo non mi è potuto non venire in mente come siamo messi in ambito di salute mentale; cioè com’è che se la gioca l’Europa e l’Italia con questo problema?
@@jacopostatti3129 Trovarli i camerieri con queste paghe 🙄 Cmq Un settore che produce miliardi a volte da lavoro a poche centinaia di persone, a differenza di un settore che produce milioni (come quello agricolo) che da lavoro a migliaia di persone. Non voglio criticare, ma questo video vede solo il capitale come punta di riferimento e non al quantitativo di persone che materialmente ci lavorano... Il settore primario da lavoro a più persone in proporzione di altri settori, quindi è normale che i politici cercano di tutelarlo (o fare finta almeno)
@@eroivvv4125 Dal tuo commento sì evince che non hai ben compreso le implicazioni di ciò d cui scrivi; 1) il settore primario occupa circa il 4% della popolazione attiva in italia (quindi non offre più lavoro rispetto agli altri settori) 2) Se intendevi dire che il settore primario occupa più lavoratori per valore aggiunto prodotto, significa che la produttività è più bassa e quindi gli stipendi sono bassi (lavoro povero) 3) la prima frase è falsa, se davvero ci sono settori in cui qualche centinaio di persone producono valore aggiunto di miliardi allora tali persone con un anno di lavoro sarebbero come minimo già milionarie; se tali settori esistono allora significa che le competenze richieste sono incredibilmente specifiche e che poche persone hanno acquisito durante gli studi ed esperienza lavorativa
Non a caso tra i prodotti citati ci sono prosciutto, Parmigiano, pomodori pelati, pasta Barilla... ciò significa che l'agroalimentare può essere rilevante, ma solo per alcune province, come per esempio appunto Parma, in cui arriva circa al 10%, ma è un caso limite.
@edoardousai2426 ti avevo risposto ma mi hanno cancellato il commento, avevo pure linkato il sito. Comunque cerca Atlas economics su internet e dovrebbe uscirti un sito di Harvard, lì trovi quei grafici e molto altro
Io vorrei meno esportazione di ortofrutticoli e più interna... Mi dà molto fastidio vedere prodotti ortofrutticoli importati qui in Italia ( Marocco,spagna ecc...) Mi dà veramente fastidio... Abbiamo dei prodotti di qualità e li esportiamo maggiormente all'estero...
Gio secondo te,se in Italia si abolissero tutte quelle forme di assistenzialismo e contributi che ammorbano l’agricoltura da anni,la situazione sarebbe migliore o peggiore? Se si mettessero gli agricoltori,e tutta la filiera agroalimentare nelle condizioni di poter essere competitivi sui mercati globali,potrebbero esserci piu investimenti in ricerca e sviluppo? Mi pongo queste domande da diverso tempo ma le risposte sono sempre un po’ vaghe🤔
Vorrei fare solo una osservazione sulla sicurezza alimentare. Si stima che circa un terzo della produzione di cibo mondiale vada sprecata lungo la filiera agroalimentare. Ecco che se arrivasse al consumatore ognuno dei prodotti che coltiviamo, avremmo già oggi cibo a sufficienza per sfamare 12 miliardi di persone.
Vivendo da un anno ormai a Dublino, in Irlanda, riconosco che si, il nostro agroalimentare italiano non è molto forte, ma a livello di cultura del gusto, siamo su un altro piano rispetto agli anglofoni. Non parlo di cucina Italiana, perchè come dice il professor Alberto Grandi "La cucina italiana non esiste", esiste quella territoriale, che varia da provincia a provincia, famiglia per famiglia ma non abbiamo un ricettario omologato per ogni piatto come invece mi trovo a confrontarmi con quella ridottissima irlandese, che alla fine della fiera conteggia letteralmente non più di una ventina di ricette. Ma andare al supermercato ed avere un ampissimo reparto di verdura e frutta, un ampissimo reparto di formaggi, è cosa solo nostra, forse nostra come mediterranei, ma su, certe cose se le sognano. I miei compagni al corso della Guinness, irlandesi o comunque residenti in irlanda da molto tempo non consumano, nemmeno l'orzo (quello lo usano solo per la birra, ma non conoscono il caffè d'orzo), il farro o il miglio (quest'ultimo manco ne conoscevano l'esistenza come cereale). In irlanda al supermercato trovi giusto l'avena per fare il porridge, il riso e la pasta, e il mais spesso combinato con carote e piselli, e nel reparto surgelati trovi migliaia di patate, pizze, pane al aglio (che sono convinti che sia d'origine italiana), carne di tutti i tipi, ma non esiste il mix per minestrone surgelato.
Solo nostro anche no. C'è tutto il Mediterraneo, la Grecia, la Turchia, la Spagna che sono praticamente al nostro pari. Forse qualcosina di meno, non so, ma per varietà e qualità non se la passano male.
È la cosa più importante che abbiamo perché in un mondo iper globalizzato un problema di filiera può lasciare senza cibo paesi che si affidano completamente all'import in tal senso. Quindi il settore primario è fondamentale, come dire abbiamo un esercito per difenderci da fantomatiche invasioni, abbiamo modalità di difesa dalle pandemie, ma.. che si mangia?
Finalmente abbiamo il video ufficiale sul Pistacchio di Bronte
Ok però basta
Dovrebbero farci un culto
Metto like prima di guardare. Spero che si parli del pistacchio di Bronte
Idem... Poi guardo eh... Voglio sapere del pistacchio di Bronte
@RobCattivelli non voglio spoilerare
Del pistacchione
5:31 Adesso voglio assaggiare gli strozzaminchia alla sorrentina
E 5:28 la sfagiolata alla picchia in culo 😂😂😂
Tutto rigorosamente con il pistacchio di Bronte
@@Shekssi Effettivamente troppi fagioli poi sì che mi picchiano in culo 😂😂😂
Il problema dell' agroalimentare nella comunicazione italiana e' coldiretti. Lobbisti fortissimi e cacciaballe instancabili. Grazie gio. Diventi sempre piu' bravo.
Perché le altre associazioni invece?
@@gabrielepeafrini4685e il PD?
io sconvolta perché gio mi sta spiegando meglio invece che peggio
Se il pistacchio di Bronte diventasse una fonte di energia rinnovabile, perché no.
È una fonte di energia ed è rinnovabile.
6:11 Bene ora che siamo arrivati al pistacchio di Bronte posso effettivamente iniziare a prestare attenzione al video
Grazie per aver messo il minuto, così posso saltare i primi 6 minuti di video
Premessa: ho lavorato in agricoltura per una trentina d'anni, in prevalenza come trattorista per conto di terzi, in parte per conto mio, da autonomo, in settore vitivinicolo. Diciamo che il settore l'ho conosciuto dall'interno.
In questo lungo periodo (trent'anni sono una vita), sono stato iscritto a Coldiretti (lo sono tutt'ora, anche se l'agricoltura sta diventando un hobby) e verso di loro ho sempre avuto un amorodio condito con disprezzammirazione.
Da un lato hanno fatto molto per valorizzare il duro lavoro, dall'altro sono di una chiusura mentale impressionante (la battaglia contro le carni coltivate, per esempio, o quella, a fasi alterne, contro l'agrivoltaico).
Sostengono la magia nera (biodinamica) e la ricerca scientifica (le fattorie studio).
Amorodio, disprezzammirazione.
È (sono? siamo?) la minoranza rumorosa, uno specchietto delle "sensazioni" del popolino.
E si, magari non c'è questo grande rilievo economico, ma c'è un grande riscontro d'identità popolare. Questo ha un valore economico? Sicuramente, ma non lo so quantizzare.
Rimane da valutare l'importanza strategica del settore: io sono pessimista e mi son sempre detto che, anche le cose andassero a pu**ane, ad esempio domani (05/11/24), finché ho un pezzo di terra non muoio di fame. Ne io ne quelli che posso "servire".
Non possiamo competere con due delle tre russie sui cereali, ne con Spagna e Marocco sul succo d'oliva, o con la Cina sugli agrumi e via discorrendo, ma possiamo sopravvivere egregiamente se le cose andassero davvero male.
Quindi, si, è vero, è una minoranza rumorosa, ma un qualche senso di esistere ce l'ha ancora... IMHO (giusto per rimarcare quanto sono vecchio...😂)
Da proprietario di azienda agricola…complimenti vivissimi ❤
Meglio farsi battere dagli spagnoli che dai francesi 😂😂😂
Fantastico
"Franza o Spagna, purché se magna" (cit. Francesco Guicciardini)
Ovvio parlando dell'olio d'oliva! Sarebbe una gran vergogna essere dietro a un paese in cui le zone con il clima idoneo all'ulivo sono così ristrette!
@@panuntukan eh?
È sempre bello vedere che, non importa il settore, l'argomento, le persone, l'odio per i francesi e l'amicizia verso spagnoli e greci non cambia mai 😅
Mi permetto di fare il rompicoglioni di turno. Se tu hai un prodotto di qualità, apprezzato nel mondo, vedi il pistacchio di Bronte, tutta l'industria che ci gira intorno (vedi macchinari agricoli di cui siamo tra i maggiori produttori) li devi considerare facenti parte del settore a cui questi macchinari servono.
La macchina raccogli-olive, la produci se hai gli ulivi, altrimenti a che ti serve...?
Ottimo video, spiega un concetto semplice che però tutti dovrebbero conoscere. Penso che se gli italiani avessero questa consapevolezza l'Italia potrebbe migliorarsi molto.
0:07 Pistacchio
6:12 Pistacchio di Bronte
La profondità con la quale noi italiani trattiamo il tema dell'agroalimentare lo si capisce subito dal modo in cui ne parlano i media su tv e giornali. È un profluvio di cuochi, nutrizionisti e food blogger che avranno visto dei campi coltivati solo in cartolina. Al massimo ci si spinge ad un servizio di 5 min su linea verde, con tanto di narrazione "romantica" del contadino-eroe che con i suoi 2 ettari si mette a produrre il cavolo biologico IGP. Mai una volta che i veri protagonisti siano dei professionisti del settore, e non parliamo dei poveri agronomi dei quali nessuno conosce l'esistenza (ci scommetto lo stipendio che se chiedessi ad un giornalista se conosce l'accademia dei Georgofili non otterrei risposta). Da bravi tuttologi, tutto ciò ci che serve per essere degli esperti di agroalimentare è aver frequentato qualche trattoria. Il risultato è un'ignoranza abissale del mondo che ci sta dietro e la nascita di un marketing che mira più a rappresentare questo settore come una specie di vetrina/sagra di paese per il resto del mondo. Un carissimo amico di famiglia è un tecnico della panificazione, posso solo immaginare la frustrazione che prova ogni volta che sente straparlare di grani antichi vs farine estere o di voler convertire tutta la produzione a biologico. Stendiamo un velo pietoso sulla Coldiretti che dai tempi della Democrazia Cristiana si accaparra i favori del ministro dell'agricoltura di turno per chiedere favori e soldi. La forma di corporativismo che nel nostro paese accettiamo più volentieri (perché altrimenti chi ci protegge dagli OGM e le multinazionali della carne sintetica?1!1?!!).
Splendido video :D
Sono fiero di poter dire che la nuova generazione di agronomi, agrotecnici e periti sono ben consci di queste sfide. In tutti i miei anni di studi abbiamo affrontato sempre, insieme ai docenti, i cambiamenti da fare in vista del riscaldamento globale :)
Infatti è anche una sfida culturale, l'agroalimentare è uno dei settori che peggio si presta ai cambiamenti tecnologici e motodici ( escludo le nuove generazioni ).
È giusto puntare sempre sull'innovazione e la tipologia di business è solo una scelta perché poi comunque i vari settori sono tutti collegati, per fare un esempio, l'industria chimica e farmaceutica sono indispensabili per l'agricoltura e l'allevamento.
Mi hai fatto venire fame 🤤
Grazie per il video Giò!
Personalmente capisco che possa sembrare brutto da dire ma in un mondo globalizzato e capitalistico qualcuno indietro deve rimanere.
Poiché noi italiani proprio come cultura abbiamo molta paura del nuovo rimaniamo attaccati a cose come il buon cibo.
Questo non è per forza negativo ma ci pone di fronte ad una scelta:
abbandonare un certo stile di vita sacrificando la cura per il cibo ma favorendo lo sviluppo economico di altri settori, oppure accettando di rimanere indietro con lo sviluppo economico ma restando saldi ad una certa cultura fatta di convivialità e sacrificio.
D'altronde qualcuno che il cibo lo produce deve esserci, non possiamo diventare tutte nazioni iper-industrializzate.
Noi italiani siamo secondo me quelli che più soffrono questa ricerca dell'iper-produttività, dell'efficienza.
Rimarremo un paese dove si sacrifica tanto per ottenere il giusto, ma questo non deve per forza essere un male se produce una qualità di vita superiore (da non confondere con il tenore di vita che inevitabilmente si ridurrà)
Da lavoratore del settore secondo me non è che siamo così al top come vogliamo far credere. Certo come dici tu rispetto a paesi dove mangi wuster se ti invitano a cena da noi è un altro pianeta…però a livello di prodotti la qualità sta calando molto. Sia per i prezzi insostenibili che per le varie crisi climatiche.
Finalmente un video dove vedo che l'argomento interessa al nostro giopizzi🎉fanne altri così!
L'agroalimentare come produttore di materie prime in Italia è economicamente marginale, come industria di trasformazione invece è un discorso diverso.
Analisi pienamente condivisibile. Complimenti Gio!
Ma è anche una questione di qualità della vita. Mangiare non è cosa da poco. Onestamente è un grande sollievo per un lavoratore manuale poter mangiare letteralmente quello che in un altro paese mangia un professionista di alto livelllo... è anche un lusso particolare per un imprenditore, una forma d'arte per un hipster, etc.
Altri settori non sono così importanti per la qualità della vita come l'agroalimentare.
Sicuramente ma per quello basta preservare i costumi. Il problema è quando il settore viene usato per coprire le deficienze del sistema Paese.
Del tipo, possiamo campare come un agriturismo a cielo aperto, no nobn possiamo.
@@AntoSciaraffiaPurtroppo "preservare i costumi" anche in Italia diventa difficile se non si tiene sott'occhio l'agroalimentare. Ovvio che non è un settore trainante ma sul consumatore medio che vede i prezzi folli dell'olio al supermercato quando può ingozzarsi con due spicci al McDonald gli effetti ci sono.
@@enry2337il mcdonalds è tutto tranne che più economico di cucinare a casa, a meno che non ti bevi un litro d'olio extravergine a giornata al posto dell'acqua
@@enry2337 due spicci al Mc? Con i soldi che spendo per due menù ci compro pasta, legumi, patate ecc e ci salta fuori ben più che un pasto.
Giopizzi chiude il video con "mangiate le verdure" ed è subito feels da signor Breaking Italy 🥲🫠
Quanto mi piacerebbe mettere il mio commento a questo video! Commento, di solito educato e rispettoso che rispecchia il mio pensiero. Purtroppo non lo posso fare. Aspetterò tempi migliori.
Che poi: pasta, panificati e prodotti dolciari, che noi consideriamo come eccellenze italilane, spesso sono prodotti usando materia prima estera. Pensiamo ad esempio al grano duro per la pasta, che arriva quasi tutto da Canada e Ucraina. Dall' olio, fondamentale nella nostra cucina, che spesso è importato. Dal latte usato nell' industria casearia che arriva dalla Francia. Questo perché il nostro prodotto di materie prime non riesce, per quantità o qualità, a soddisfare l' esigenza di industrie sempre più proiettate verso l esportazione, oltre che al consumo nazionale.
Qualche anno fa, ci fu una polemica (immaginate sollevata da chi?) sulla provenienza estera delle nocciole usate per produrre la Nutella. Alche la Ferrero si difese facendo notare che, anche usando tutta la produzione nazionale di nocciole non sarebbe stata comunque sufficiente a soddisfare l' esigenza di materiale per coprire il volume di Nutella prodotto dalla azienda.
Quindi, ci sono settori nell' alimentare italiano che sono eccellenze non grazie ma nonostante la produzione di materie prime nostrane.
quello che conta è la trasformazione
@fabriziopastorino3792 Sì. Però allora non mi puoi prendere sempre l' agricoltura come eccellenza accostandola al prodotto industriale, come se uno fosse la conseguenza dell' altro. Cioè, è vero: ma solo per alcune realtà. Come il Grana Padano o Parmigiano Reggiano, che per essere considerati tali devono seguire una determinata filiera strettamente legata al territorio. Ed anche se sono prodotti consumati in grandi quantità ed esportati in tutto il mondo, non raggiungono quantità tali da mettere in crisi la filiera delle materie prime. Cosa che invece farebbero industrie come Barilla o Ferrero se dovessero basarsi solo sul prodotto locale...
@@Old_Boy293 cercherò di essere sintetico, perchè non sto bene, quello che tu dici in parte è vero, però negli anni passati, le grandi corporazioni hanno eliminato alcuni sementi a vantaggio di altre, l'eccellenza è sopperita a questo con trasformazioni meno invasive e valorizzandole con tecniche agronomiche , se vedessi come producono in cina e stati uniti vomiteresti anche anima, te lo dico da docente di tecnologie agroalimentari
Il motivo e’ momto semplice: IL PAESE NON E’ MAI STATO AUTOSUFFICIENTE DAL PUBTO DI VISTA ALIMENTARE (materie prime) ma si e’ diffusa la
Minchiata che quando c era LVI avevamo tutto
Con un popolo che crede a tutte le
Mincbiate che gli dici cosa vuoi fare??
Sono di Alba, le nocciole turche costano molto meno delle nocciole delle Langhe, per cui decisero di comprare meno nocciole delle nostre parti per il bene dell'azienda, non solo per poca produzione. E pensare che Pietro e Michele addirittura finanziavano ai propri lavoratori se decidevano di lasciare la Ferrero per mettere su un bel campo di nocciole
Sono orgoglioso di essere italiano quando mi siedo a tavola, ecco lo sponsor cibo precotto!
Gio Pizzi 100%
Ciao Gio! Hai detto bene in chiusura, in riferimento al benessere alimentare che fa parte della cultura mediterranea. Si è in realtà visto come il settore agroalimentare rafforzi l'idea di identità e di appartenenza sociale e territoriale. Parlando di pianificazione territoriale e ambientale, considerando gli effetti del cambiamento climatico, non è mica poco. In particolare, in piccoli progetti pilota, si è visto come il settore agroalimentare e le maestranze tradizionali fungano da catalizzatore per una riqualificazione sia territoriale, sia funzionale, fino ad avere ricadute su altri settori economici. Si pensi ad esempio l'effetto positivo sulla ricerca e sulle nuove tecnologie. Non significa che l'agroalimentare sia la salvezza dell'Italia, ma che si tratti di un metodo efficace di rilancio di quelle piccole realtà economiche più lente.
Grazie per il video!
Se si chiama settore primario ci sarà un motivo, in senso che il benessere di un paese si basa su quanto cibo produce/consuma in quanto bene essenziale per noi mortali cittadini , in un paese in cui si muore di fame non credo che ci potrebbero essere grandi città tecnologiche ed industrializzate(a meno che non siano abitate da robot), in sostanza il cibo per tutti sarebbe la base di un mondo ed una società migliore
Vero, ma si parla di bisogno soddisfatto (appunto mangiare), non di importanza o incisività sul PIL. Diversi paesi, vuoi per politica vuoi per geografia, hanno un settore primario ridicolo, mentre pompano parecchio il secondario per esportare beni.
@@edoardoprevelato6577per esempio il regno unito. Qua la maggior parte del cibo è importato, eppure si vive bene, ed esportano servizi
E mangiano 💩 artificiale che gli fa prendere un bel tumore a 30 anni
@@edoardoprevelato6577 l'agroalimentare anche se produce meno miliardi.. da più posti di lavoro.
@@eroivvv4125 pensa che abolire la meccanizzazione agricola ne porta ancora di più!
Crescono molto le nostre esportazioni agroalimentari in Vietnam? Non me lo sarei mai immaginato.
Una delle più belle e condivisibili analisi ,fra tutte quelle che hai fatto! Alla fine ,il bello ,il buono ,l elegante ,per come la penso io rende unico questo paese. Perché le cose belle ,uniche .....non hanno prezzo!!❤🎉😊
Quando ha detto pistacchio di Bronte dopo tutto quell'elenco ho sborrato
🗿
Analisi equilibrata. Grazie Gio
La cultura e la spinta all’ agroalimentare serve a ripopolare le zone depresse, è molto importante perché nell’economia a lungo termine è necessario che ci siano piccole aziende. Sono il nostro tessuto, e nel valore economico sono molteplici i fattori da sommare, tra cui quello legato all’ambiente e ai territori, oltre che alla salute mentale, perché le tradizioni sono molto legate al benessere di chi ci lavora, oltre che se abbiamo molte eccellenze mangiamo meglio tutti.
veramente le zone depresse lo sono anche perche gli agricoltori hanno distrutto l'ambiente naturale di gran parte d'italia, io vivo in pianura padana e qui è uno schifo, un deserto a monocolture dove la biodiversità è un decimo di come dovrebbe essere, non meravigliamoci se i giovani se ne vogliono andare
Pensavo fossi serio finché non sono arrivato al punto sulla salute mentale xd
Grazie Gio per questo video, Spero che serva a far capire a qualcuno che un paese di 60 milioni di abitanti non può campare solo dì turismo e agricoltura..
Mi è venuta fame dopo i primi 5 secondi
Hai detto bene sul godersi la vita mangiando insieme ai proprio amici e famiglia, e anche io in questo sono "scioccamente" orgoglioso, dico scioccamente perché magari dall esterno non si capisce quanto si perde e si crede che sia tempo perso etc etc solite menate
Bravo Gio, hai detto UN SACCO DI VERITÀ, un abbraccio.! 😊❤
L'agroalimentare è parte del marketing per il nostro paese Italia.
L'agroalimentare italiano è importante anche per il suo peso culturale a prescindere dal soldo che fa guadagnare. lasciamela dire a modo mio: se togli l'aratro il bue non tira
Video molto interessante. Bravo
La citazione a Volontè mi ha fatto volare
Non poteva mancare il PISTACCHIO DI BRONTE...
Grazie
Mi fa molto sorridere l'accostamento "parliamo dei prodotti italiani marchiati come carne e latticini" e sponsorizzare Humamy nello stesso video😂
Si però lo studio di Coldiretti ha più senso, perché se quel settore e le attività che lo compongono hanno modo di generare ricchezza anche dal "contorno" della loro attività diciamo... È perché quei pelati, la pasta o la pizza vengono prodotti ma sopratutto per l'idea di made in Italy che c'è nel mondo, e c'è proprio perché per l'Italia la convivialità, il cibo e la qualità sono un tratto distintivo. Quindi se la pasta o il vino sono esportati all'estero è perché in quei paesi Viene riconosciuto il prodotto italiano come eccellente, quella pubblicità nasce da ciò che si muove attorno, molto più che dal prodotto in sé... Per questo ha senso conteggiare tutto, pubblicità, canali di vendita etc... È come calcolare il valore dell'industria dell'auto in pase a quanto valore dà l'acciaio...
L'intermediazione non mi piace che guardi i mercati ma non li guarda nessuno ❤❤❤❤
In sostanza:
Vale a livello umano? Si.
A livello culturale? Si.
A livello economico? Moooolto meno di come la raccontiamo.
Non ci prendiamo un giro in un mondo dominato da colossi come Stati Uniti, Cina, Germania, Giappone e compagnia, che dominano con la tecnologia, la digitalizzazione e l'industria non possiamo permetterci di raccontarci la balla che l'Italia è grande perché c'ha la carbonara più buona del mondo, la pizza, i formaggi, il sole e il mare.
Questo però gli italiani non lo capiscono, non lo vogliono capire e quindi i politici si muovono di conseguenza, buttandosi su discorsi di pancia.
Piuttosto che parlare di industria pesante e tecnologia attirano voti andando alla sagra del pane (ogni riferimento a Salvini è puramente casuale).
È per questo che non nutro tante speranze per il futuro di questa terra, perché non nutro più speranze nei confronti degli italiani.
I paesi li fanno i popoli non i governi, i governi (anche quelli autoritari) sono solo lo specchio della collettività e la collettività italiana è marcia, ahimè.
Non mi ritengono pessimista, solo brutalmente onesto, ma spero di essere smentito.
La germania e’ molto arretrata e nei prossimi anni se continua stile italia la paghera’ molto cara
@@toffonardi7037si ma per la Germania sono fiducioso per il futuro.
Hanno una base molto più solida da cui ripartire.
La loro economia è molto più grossa di quella italiana e hanno un debito pubblico relativamente basso, quindi hanno a disposizione una potenza di fuoco dal punto di vista finanziario che noi ci sogniamo.
Si sono già ripresi in passato e si riprenderanno anche adesso, perché possono smuovere molti soldi e investire lì dove serve per rimettersi gradualmente al passo.
Già per il 2025 le stime sulla crescita tedesca tornano in positivo sopra l' 1%.
Noi quelle capacità, oggettivamente, non le abbiamo.
@ si’ hanno margini maggiori ma sono come gli italiani ideologici irrazionali e soprattutto vivono nel mondo dei sogni post storico. E’ un paese senza futuro (parlo del lungo periodo)
Se fossimo furbi potremmo puntare all'innovazione tecnologica dell'agroalimentare (carne coltivata, biotecnologie agricole, fitofarmaci di sintesi a basso impatto ambientale, agricoltura di precisione, produzione di insetti ad uso alimentare) e poi esportarlo all'estero. Avremmo tutti gli strumenti per puntare su quello, ma siamo troppo ancorati all'idea di agricoltura che avevamo fino a 60 anni fa e queste cose le combattiamo. Che fastidio
Gran cultura. 🤣
Grande umanità. 🤣🤣🤣
Ho un amico capraio che guarda i tuoi video anche se lui è un po di ➡. Non vedo l'ora di sentire la sua reazione😁.
Che reazione ha avuto?
Da agricoltore aggiungo una cosa: tenere una agricoltura ricca permette di tenere in piedi attività agricole che sono la prima linea della manutenzione del territorio, le leggi stupide però ci azzoppano nel farlo...
Quando ho sentito gli strozzaminchia alla sorrentina, mi sono accasciato a terra a ridere...😂😂😂😂 Comunque si finalmente il video dedicato al Pistacchio di Bronte ci voleva!🤣🤣🤣
Bel video davvero! Ad un certo punto quando hai parlato di avere un rapporto col cibo non mi è potuto non venire in mente come siamo messi in ambito di salute mentale; cioè com’è che se la gioca l’Europa e l’Italia con questo problema?
Viva l'agroalimentare!
Si ma credo di parlare a nome di tutti quando propongo la domanda che assilla da tempo -- ovvero:
Quanto incide sul PIL il Pistacchio di Bronte ?
Bravo, bel video
Una cosa che mi diverte un sacco è che Gio mi ha convinto che il pistacchio di Bronte sia il simbolo di cosa c'è di sbagliato in Italia 😂
"ci siamo, sentite il rumore qual è ?"
più ingegneri, meno camerieri !
Invece il paese
Vuole amdare nella
Direzione opposta
@@toffonardi7037 Italia, un paese in via di sottosviluppo
@ esatto, ma solo per il volere della popolazione
@@jacopostatti3129
Trovarli i camerieri con queste paghe 🙄
Cmq Un settore che produce miliardi a volte da lavoro a poche centinaia di persone, a differenza di un settore che produce milioni (come quello agricolo) che da lavoro a migliaia di persone.
Non voglio criticare, ma questo video vede solo il capitale come punta di riferimento e non al quantitativo di persone che materialmente ci lavorano...
Il settore primario da lavoro a più persone in proporzione di altri settori, quindi è normale che i politici cercano di tutelarlo (o fare finta almeno)
@@eroivvv4125 Dal tuo commento sì evince che non hai ben compreso le implicazioni di ciò d cui scrivi;
1) il settore primario occupa circa il 4% della popolazione attiva in italia (quindi non offre più lavoro rispetto agli altri settori)
2) Se intendevi dire che il settore primario occupa più lavoratori per valore aggiunto prodotto, significa che la produttività è più bassa e quindi gli stipendi sono bassi (lavoro povero)
3) la prima frase è falsa, se davvero ci sono settori in cui qualche centinaio di persone producono valore aggiunto di miliardi allora tali persone con un anno di lavoro sarebbero come minimo già milionarie; se tali settori esistono allora significa che le competenze richieste sono incredibilmente specifiche e che poche persone hanno acquisito durante gli studi ed esperienza lavorativa
Si, molto e dovremmo investirci e gestirlo meglio
Anche il turismo è figlio dei nostri prodotti, magari se facessimo wurstel o riso magari faremo meno turisti all'anno
Non a caso tra i prodotti citati ci sono prosciutto, Parmigiano, pomodori pelati, pasta Barilla... ciò significa che l'agroalimentare può essere rilevante, ma solo per alcune province, come per esempio appunto Parma, in cui arriva circa al 10%, ma è un caso limite.
C'è comunità è amore anche nel far del mangiare e di qualità❤❤❤❤
6:57. Citazionciona da "La Classe operaia va in paradiso"...
Complimenti per essere riuscito a resistere fino al minuto 6.13 senza nominare Lui
15:25 da che sito prendi questi grafici?
(Video interessantissimo come al solito)
Seguo
@edoardousai2426 ti avevo risposto ma mi hanno cancellato il commento, avevo pure linkato il sito.
Comunque cerca Atlas economics su internet e dovrebbe uscirti un sito di Harvard, lì trovi quei grafici e molto altro
votiamo il pistacchio di bronte alle prossime regionali
Geniale la citazione di Gianmaria Volonté
Però secondo me oltre al valore economico bisogna anche guardare (almeno a livello europeo) l’importanza di avere in indipendenza alimentare
Grazie Giò per aver parlato e mostrato a 10:15 il "Puzzone di Moena" 🗯🫢😫
06:13 pistacchio di Bronte check 🔝🔝
Io vorrei meno esportazione di ortofrutticoli e più interna...
Mi dà molto fastidio vedere prodotti ortofrutticoli importati qui in Italia ( Marocco,spagna ecc...) Mi dà veramente fastidio...
Abbiamo dei prodotti di qualità e li esportiamo maggiormente all'estero...
Gio secondo te,se in Italia si abolissero tutte quelle forme di assistenzialismo e contributi che ammorbano l’agricoltura da anni,la situazione sarebbe migliore o peggiore?
Se si mettessero gli agricoltori,e tutta la filiera agroalimentare nelle condizioni di poter essere competitivi sui mercati globali,potrebbero esserci piu investimenti in ricerca e sviluppo?
Mi pongo queste domande da diverso tempo ma le risposte sono sempre un po’ vaghe🤔
❤❤❤❤ vuoi la polentina scaldata è sopra il salamino ora è il nostro formaggio di qualità che si scioglie nella polenta che sapore è che bello
ciao, fai un video su cosa ci costano gli allevamenti intensivi
06:15
He said the thing!
sarebbe interessante fare un'analisi simile sul turismo
15:25 dove si trovano questi grafici?
Sei sempre interessante Giò ti meriti il like sulla fiducia
Confermo, ora che esportiamo anche in Korea, il capo ha cambiato macchina
Fagiolo di Sorana citato, like messo 🇮🇹🇮🇹
Il tuttologo che ci mancava
Emily Brönte
Buongiorno
5:00 una parte fondamentale sono i PISTACCHI DI BRONTE
Ogni volta che imiti Salvini perdo un pezzo di polmone ahahahah😂
Solo per curiosità sarebbe figo sapere i dati del valore dell agro sono al netto dei contributi versati nel settore
A questi numeri manca un sacco di mercato nero, come da tradizione. Olio, vino e formaggio é normale acquistarli "da privato" almeno al sud.
Quale è il sito del grafico dell export per settore ?
Assomigli parecchio a Beppe Grillo da giovane😊👍
Vorrei fare solo una osservazione sulla sicurezza alimentare.
Si stima che circa un terzo della produzione di cibo mondiale vada sprecata lungo la filiera agroalimentare.
Ecco che se arrivasse al consumatore ognuno dei prodotti che coltiviamo, avremmo già oggi cibo a sufficienza per sfamare 12 miliardi di persone.
Pistacchio di Bronte nominato, video omologato ✅
Spoiler: NO.
Abbiamo aziende nei settori ad alto valore aggiunto in settori aerospaziali,nucleare, ecc che vaglono molto di più
Vivendo da un anno ormai a Dublino, in Irlanda, riconosco che si, il nostro agroalimentare italiano non è molto forte, ma a livello di cultura del gusto, siamo su un altro piano rispetto agli anglofoni.
Non parlo di cucina Italiana, perchè come dice il professor Alberto Grandi "La cucina italiana non esiste", esiste quella territoriale, che varia da provincia a provincia, famiglia per famiglia ma non abbiamo un ricettario omologato per ogni piatto come invece mi trovo a confrontarmi con quella ridottissima irlandese, che alla fine della fiera conteggia letteralmente non più di una ventina di ricette.
Ma andare al supermercato ed avere un ampissimo reparto di verdura e frutta, un ampissimo reparto di formaggi, è cosa solo nostra, forse nostra come mediterranei, ma su, certe cose se le sognano.
I miei compagni al corso della Guinness, irlandesi o comunque residenti in irlanda da molto tempo non consumano, nemmeno l'orzo (quello lo usano solo per la birra, ma non conoscono il caffè d'orzo), il farro o il miglio (quest'ultimo manco ne conoscevano l'esistenza come cereale).
In irlanda al supermercato trovi giusto l'avena per fare il porridge, il riso e la pasta, e il mais spesso combinato con carote e piselli, e nel reparto surgelati trovi migliaia di patate, pizze, pane al aglio (che sono convinti che sia d'origine italiana), carne di tutti i tipi, ma non esiste il mix per minestrone surgelato.
Solo nostro anche no. C'è tutto il Mediterraneo, la Grecia, la Turchia, la Spagna che sono praticamente al nostro pari. Forse qualcosina di meno, non so, ma per varietà e qualità non se la passano male.
come ha detto che si chiama il sito che mostra i grafici del minuto 15:33 ?
15:25 dove si trovano quei grafici sull'export?
4:56 amen fratello 🤜🤛😂
Se uno ci lavora e ci campa la famiglia direi di si....è importantissimo .
Il pistacchio di Bronte viene nominato nel 95% dei video. Spero che riuscirai ad inserirlo in qualche modo anche nei video sulle elezioni americane❤❤❤
La FONTINA W la VALLE D'AOSTA! W l'agricoltura, abbiamo pochi prodotti, poca terra, poche persone ma si sa, nella botte piccola c'è vino buono!
È la cosa più importante che abbiamo perché in un mondo iper globalizzato un problema di filiera può lasciare senza cibo paesi che si affidano completamente all'import in tal senso. Quindi il settore primario è fondamentale, come dire abbiamo un esercito per difenderci da fantomatiche invasioni, abbiamo modalità di difesa dalle pandemie, ma.. che si mangia?