Grande Simone. Hai colto uno delle filosofie del buddismo: Vivere il momento. Vivere qui ed ora. Non bisogna turbarsi per il passato che non si può cambiare , ma nemmeno per il futuro che invece è solo un inganno della nostra mente. Non sappiamo cosa succederà, quindi perché preoccuparsene? Vale lo stesso discorso per giusto e sbagliato, che sono solo precetti della nostra mente. Difatti, una cosa per una persona può essere giusta e per un'altra può essere sbagliata. Diciamo che la linea guida è sempre la VIA DI MEZZO.
Esatto, Paolo! 😃 Per la fisica quantistica poi, il passato e il futuro nemmeno esistono. Il presente è un continuo collasso d'onda tra passato e futuro, quindi come mi sento adesso non dipende solo dal passato ma anche dal futuro. In un certo senso questo ci permette di "prevedere" il nostro futuro in base a come ci sentiamo nel presente, così da avere segnali sul percorso da seguire. Letteralmente tutto è già successo, dobbiamo solo scegliere quale versione attuare e comprendere la nostra scelta. Tutto è esperienza, che siamo venuti qui a fare, non una recita in cui bisogna rispettare dei ruoli e ricevere giudizi 🙏😊
Non è così semplice ... Esistono comportamenti e azioni, pensieri e soluzioni GIUSTE ed altrettanto esistono quelle SBAGLIATE ... è responsabilità di un individuo lottare per quelle giuste , anche se ai più possono sembrare sbagliate ... Significa dare il buon esempio, cosa molto rara nel mondo
Non ho mai capito la necessità di Guro o sedicenti tali, corsi di mental training, motivazionali ecc... Non esistono figure professionali in tal senso. Si finisce per dire cose che sono contrarie alla scienza e anche se si hanno buone intenzioni c'è il rischio di contribuire alle nevrosi e alle psicosi di chi ascolta. E' ovvio che se non hai una disciplina alle spalle e basi tutto sulla tua esperienza, non c'è nessuno che possa correggerti se dice una cavolata che può essere nociva (per esempio psicologicamente nociva, scientificamente dimostrata nociva). Non sto dicendo che nessuno deve condividere le sue esperienze, ma che chi lo fa deve mettersi in discussione egli stesso e cercare il confronto, non dare lezioni. Tu vendi un libro mi par di capire, dai la possibilità di donare, anche se non obblighi nessuno stai costruendo un business dando "lezioni", o chiamali "consigli" ergendoti come persona in possesso di una consapevolezza che altri non hanno e la offri come merce; se lo facessi con il solo scopo di aiutare il prossimo, separeresti il guadagno dai contenuti, per non creare equivoci e fraintendimenti. La domanda che ti rivolgo, tenendo presente quanto detto, è: perché lo fai? Poi parli di vivere per fare esperienza e non per uno scopo. Però ti faccio notare che la vita è fatta di bisogni ed intenzioni, e questi hanno sempre uno scopo. Che sia nutrirsi, o evadere da una situazione opprimente, c'è uno scopo. Io posso anche decidere di andare a fare una passeggiata, per fare una cosa "inusuale", "casuale", ma è cmq una scelta volontaria, e nel farlo c'è uno scopo. Quindi tutto sarà giusto o sbagliato relativamente allo scopo. Anche i sentimenti hanno scopo, tant'è che se io voglio bene a qualcuno io sono portato ad agire in funzione del suo bene. Anche nell'ansia, c'è una percezione del corpo e c'è la percezione del corpo che ci dice "così non va bene", e ci dà uno scopo, trovare rimedio. Mi sembrano discorsi un po' vuoti quelli che fai, che poi ognuno, come gli oroscopi, colma con quelle che sono le sue esperienze. Come ho già detto, non ne capisco il valore.
diciamo che di coach e guru di questo tipo ce ne sono a migliaia sul web e su RUclips. Io ogni tanto seguo Luca Lorenzoni. Le cose che dice Avsim qui non mi paiono nulla di nuovo.
Siamo d'accordo ... Poi Giusto e Sbagliato sono due estremi con un valore assoluto che non possono essere annullati da effimere percezioni individuali ma anzi dovrebbero contribuire ad indirizzare l'individuo verso un miglioramento
Ciao Maurizio, grazie per gli spunti evolutivi 🙏😊 Per la mia consapevolezza, nulla fa bene e nulla fa male, ma dipende soltanto appunto dalla consapevolezza del soggetto in quel punto dello spazio-tempo. La scienza cos'è? Un'entità superiore alla quale deleghiamo l'affermazione della verità? Se è così, l'uomo ha smesso di essere uomo ed è diventato un burattino privo di coscienza. Invece io credo che la scienza, che non nega assolutamente anzi conferma la dimensione spirituale, sia un prodotto della coscienza umana e nient'altro che uno dei tantissimi strumenti di acquisizione di consapevolezza. Tu parli di "voler bene" e "fare il bene", ma il bene di chi? Secondo chi? Secondo quale consapevolezza? Io credo che fare il bene di qualcun altro sia egoismo mascherato da altruismo, sia un'imposizione. "Se ami qualcuno, lascialo libero" è una massima verissima. Parlerei piuttosto di "funzionale": faccio una cosa che mi è funzionale quindi "va bene", faccio una cosa che mi è disfunzionale quindi "non va bene". Ma secondo la percezione individuale tramite la propria consapevolezza, non secondo una regola astratta e limitante basata su calcoli di convenienza. Tornerò volentieri su questi argomenti 🙂
@@GoFreeAndHappy Il metodo scientifico, se sai com'è fatto (intendo dal punto vista fattuale ed epistemologico), non delega niente. La scelta di delegare è personale e può valere per l'utente che si fida dei tuoi consigli come per il cliente che si rivolge al muratore per farsi ristrutturare casa. Quando accetto l'opinione di qualcuno che ritengo superiore alla mia, quando rinuncio a comprendere o ad approfondire, sto delegando. La scienza non delega, la scienza procede per tentativi e quello che raggiunge è considerato ciò che più si avvicina al vero fintanto che rigorosamente non viene dimostrato falso. A differenza dell'esperienza personale di qualcuno c'è il rigore di un metodo, che la rende affidabile. Poi nel nostro piccolo, ci dobbiamo affidare continuamente, sia a coloro che hanno sapere tecnico, che a coloro che riteniamo essere in buona fede. Perché ovviamente non possiamo intenderci di tutto. Fare il bene di chi? Anche se io non avessi mai esperienza dell'altra persona, a livello di significazione, è tutto molto chiaro. Nel senso che dicendo "il bene dell'altro" io sto designando qualcosa, che sia la mia idea del bene dell'altro oppure realmente l'altro ed il suo bene, non cambia niente. Mi si pone comunque come altro da me. Nella logica del linguaggio si parla di mondi logici (non ti annoio parlandotene), di fatto, anche se non esistesse niente oltre te stesso e la tua coscienza, tu sai benissimo che tu e l'altro siete 2 cose diverse, infatti non le confondi, non le pensi come una cosa sola. Quindi qualsiasi cosa questo "altro" sia, anche un'illusione, cmq la tua intenzione, nell'agire per il bene dell'altro, è verso questo "altro" che hai designato, ciò delinea un'intenzionalità, un fine, un obbiettivo da raggiungere. In una delle tante accezioni di "bene" e di "amore", c'è anche quella per cui anche nell'amore disinteressato per l'altro in realtà sto cercando un benessere personale. Perché alla fine se non provassi un piacere personale in questo accudire o prendermi cura, non perpetuerei. In alcuni casi l'impulso può essere ambivalente, amare qualcuno può dare sofferenza, ma se ci fosse solo sofferenza non continueremmo ad amare ciò che amiamo, e quindi l'amore in questo senso è egoismo. Forse l'amore nemmeno esiste in questo senso perché è contraddittorio per definizione. Ma è solo uno dei modi di vedere le cose. "se ami qualcuno lascialo libero". Ci sono persone che se le lasci libere muoiono. Tipo i bambini, o chi è affetto da disfunzionalità psichiche autolesive. O chi è così povero che se non gli dai gli strumenti, lasciarlo libero vuol dire soltanto lasciare che continui a soffrire. "lascialo libero", non è un massima, è un luogo comune. Si riferisce solo a quelle persone che sono capaci di provvedere autonomamente al loro benessere. E come lo stabilisci chi è capace e chi no? Questo vuol dire "fare il bene di qualcuno". Non esiste una realtà con valori oggettivi e assoluti, a meno che tu non creda in qualche religione, ma anche così non esistono secondo logica. Questo non vuol dire che è tutto ugualmente relativo, di eguale valore. Ci sono figure specializzate e c'è una tecnica, che possiamo riassumere col termine "scienza", in quanto segue un metodo scientifico, che ci spiega il modo più funzionale di fare le cose. E se abbiamo detto che agiamo sempre con un fine, ci spiega anche il modo più efficace di raggiungere il fine, e quindi anche il più giusto (considerando le limitazioni del sapere umano). Se quel che dici è contro la scienza, c'è un problema. Poi chiaro, ci sono cose di cui la scienza non si occupa, ma il problema si pone solo quando dici cose contrarie. Dici che la scienza afferma la dimensione spirituale. E' falso. Al massimo non la nega. Come non nega la possibilità che esistano gli alieni, i fantasmi, i draghi. E' solo che vengono stabilite delle probabilità di esistenza, e non avendo dati che possano convalidare una dimensione spirituale, diventa una possibilità remota. Poi c'è tutta una deriva della meccanica quantistica, che si intreccia col newage, e varie pratiche magicopsicologiche, che però sono rigettate dalla comunità scientifica dei fisici e da quella degli psicologi. Qualcuno dirà "ma esistono fisici che sostengono l'esistenza dello spirito". Certo, esistono anche fisici che sostengono l'esistenza del Dio cristiano, alcuni che credono di aver parlato con omini verdi (veramente, non è un'iperbole). C'è di tutto, ed è umano credere in quel che si vuole, poi di fatto la scienza richiede metodo e questo è sempre mancato. Non hai risposto alla domanda sul perché fai tutto questo, creando un business sul dare consigli senza alcuna architettura professionale alle spalle, sulla base della tua limitata esperienza. Come ti vedi? Non è egoista quello che fai?
Le nostre azioni i nostri intenti sono il frutto di ciò che il nostro io con consapevolezza ci suggerisce di fare o non fare giudicando tra le due azioni sia quella giusta o quella errata, si arriva sempre ha porsi un giudizio personale su come agiamo sia per noi stessi o per chi ti è caro, nel bene o nel male.
Ciao Simone ottimi spunti! L'unico punto che mi lascia perplesso è il fatto che la dicotomia "giusto-sbagliato" in realtà non dipende solo dalla nostra parte razionale. Il nostro cervello funziona per assunti che dipendono dal contesto storico-relazionale-emotivo in cui siamo cresciuti. Il nostro cervello giudica ciò che è giusto sulla base della nostra storia biologica e relazionale. Avere questa consapevolezza è fondamentale. Il nostro cervello si è evoluto per sopravvivere ricordiamolo sempre! Quindi quando giudichiamo qualcosa come sbagliato, in realtà potrebbe essere essere anche il frutto di una storia biologica, cioè di enne altre esperienze fatte dai nostri predecessori che si sono cristallizzate in percorsi sinaptici che il nostro cervello ha immagazzinato nel corso della sua storia evolutiva. In tal senso potrebbe anche essere che si stia parlando di razionalità ma non necessariamente in termini di ciò che conviene o meno sulla base di un punto calcolo logico. Per il nostro cervello è razionale tutto quello che si é dimostrato giusto nel corso dei secoli per infinite prove ed errori... Quindi è in realtà una fortuna per noi che il nostro cervello sia un organo razionale sennò ci saremmo estinti da un bel po'. Ovviamente, essere degli "esseri" tendenzialmente razionali non significa farsi imbrigliare e non fare esperienze. Fare esperienze attiva infatti connessioni sinaptiche magari inesplorate del nostro cervello e ne aumenta le potenzialità. Ma ripeto giusto o sbagliato é stato valutato e vagliato dal nostro cervello lungo una millenaria storia evolutiva e direi per fortuna!!
Ciao Antonio, grazie mille per il bellissimo commento! 😊 La razionalità è comunque l'ultima fase nel percorso di selezione delle azioni da compiere sulla base del dualismo giusto-sbagliato. Se valutiamo il nostro comportamento come giusto/sbagliato, stiamo utilizzando sempre e comunque la razionalità, che ragiona solo per convenienza. Se le informazioni che la razionalità utilizza si sono originate tramite l'emotività (ad esempio), questo non significa che nel momento in cui operiamo la valutazione giusto/sbagliato stiamo tornando ad utilizzare l'emotività. È sempre la razionalità che sintetizza, dopo aver immagazzinato e messo in relazione tutte le informazioni dell'esperienza, anche atavica e direi karmica. Ma rimane un'illusione! È così che si generano stati di ansia o vera e propria angoscia, con il dar ragione alla razionalità che ci dice che quella cosa è pericolosa: anche solo immaginare di farla o percepirla, ci provoca sensazioni negative e letteralmente tossiche a livello inconscio, quando invece provare una nuova esperienza senza condizionamenti razionali ma anzi con fiducia ed entusiasmo può farci scoprire che tanto pericolosa quella cosa non era, o magari non lo era per niente. Intendo questo quando dico che è la parte razionale che interviene sul piano di giusto/sbagliato. Io credo fortemente che se agissimo secondo le nostre sensazioni coscienziali non rischieremmo nulla, molto meno di quanto rischiamo nel vivere soggiogati dai continui calcoli di convenienza della razionalità. Ma per farlo serve aver acquisito alta consapevolezza della propria coscienza, e quindi torniamo alla necessità del nostro percorso individuale di benessere. Scusami per la risposta chilometrica ma il tuo spunto è stupendo e avrei potuto scrivere anche di più. Grazie e buona giornata! 🙏😃
@@GoFreeAndHappyciao Simone indubbiamente la razionalità è lo stadio finale di un processo di cristallizzazione di esperienze e vissuti evolutivi e personali. Il mio spunto volevo sopratutto evidenziare la necessità di non contrapporre troppo razionalità e irrazionalita, parte razionale ed emotiva. Siamo esseri olistici e complessi e come tutti i sistemi complessi scontiamo tanti effetti di retroazione razionale ed emotiva che nemmeno immaginiamo. Non vorrei che passasse il messaggio che la razionalità è "cattiva" per definizione e la parte irrazionale é sempre cosa buona e giusta, pena il cadere in un facile relativismo in cui prevale l'illusione di un libero arbitrio che può portare a pensare, perdonami, troppo semplicisticamsnte che tutto è possibile basta volerlo! In realtà i più recenti sviluppi delle neuroscienze, ci dicono che siamo esseri molto più "determinati" (fondamentale il libro "Determinati" di Sapolsky) di quanto non immaginiamo, il che ovviamente non vuol dire che non possiamo "cambiare" la nostra storia personale ed esperienziale. Ma partendo dalla consapevolezza dei nostri assunti, dei nostri limiti e della nostra complessità di essere viventi.
Neanche tanta fortuna ... Vediamo come va la vita umana su questo mondo da quando è consapevole di esistere : Massacri e guerre fin da 8000 anni fa e non diminuisce, arti e valori relegati e dimenticati, distanza tra le persone che aumenta sullo slancio del "tutti hanno ragione" ... I cervelli pigri non ricercano il buon senso
Cos hai all orecchio è un auricolare o attivatore del nervo vago?
Hai lasciato il canale proprio quando la juventus inizia a giocare bene e ce tantissimo entusiasmo
commento fuori contesto
@@sileight84 e quindi sai cosa me ne frega se è fuori contesto
@@GiacomoLorti educazione per cortesia, educazione
Ha lasciato quando i conticini non tornavano più...
@@sileight84 se no? Ti tiro uno sberlone
che pillole hai preso?
Quelle per scroccare visual, ma sembra non funzioni. Di ciarlatani è già pieno il web!
Purtroppo Giusto e Sbagliato esistono eccome ...
Già è un grande passo, essere consapevoli di certi meccanismi che sono presenti nella nostra mente. 👍
Grande Simone. Hai colto uno delle filosofie del buddismo: Vivere il momento. Vivere qui ed ora. Non bisogna turbarsi per il passato che non si può cambiare , ma nemmeno per il futuro che invece è solo un inganno della nostra mente. Non sappiamo cosa succederà, quindi perché preoccuparsene? Vale lo stesso discorso per giusto e sbagliato, che sono solo precetti della nostra mente. Difatti, una cosa per una persona può essere giusta e per un'altra può essere sbagliata. Diciamo che la linea guida è sempre la VIA DI MEZZO.
Esatto, Paolo! 😃 Per la fisica quantistica poi, il passato e il futuro nemmeno esistono. Il presente è un continuo collasso d'onda tra passato e futuro, quindi come mi sento adesso non dipende solo dal passato ma anche dal futuro. In un certo senso questo ci permette di "prevedere" il nostro futuro in base a come ci sentiamo nel presente, così da avere segnali sul percorso da seguire. Letteralmente tutto è già successo, dobbiamo solo scegliere quale versione attuare e comprendere la nostra scelta. Tutto è esperienza, che siamo venuti qui a fare, non una recita in cui bisogna rispettare dei ruoli e ricevere giudizi 🙏😊
Non è così semplice ... Esistono comportamenti e azioni, pensieri e soluzioni GIUSTE ed altrettanto esistono quelle SBAGLIATE ... è responsabilità di un individuo lottare per quelle giuste , anche se ai più possono sembrare sbagliate ... Significa dare il buon esempio, cosa molto rara nel mondo
Non ho mai capito la necessità di Guro o sedicenti tali, corsi di mental training, motivazionali ecc... Non esistono figure professionali in tal senso. Si finisce per dire cose che sono contrarie alla scienza e anche se si hanno buone intenzioni c'è il rischio di contribuire alle nevrosi e alle psicosi di chi ascolta. E' ovvio che se non hai una disciplina alle spalle e basi tutto sulla tua esperienza, non c'è nessuno che possa correggerti se dice una cavolata che può essere nociva (per esempio psicologicamente nociva, scientificamente dimostrata nociva). Non sto dicendo che nessuno deve condividere le sue esperienze, ma che chi lo fa deve mettersi in discussione egli stesso e cercare il confronto, non dare lezioni. Tu vendi un libro mi par di capire, dai la possibilità di donare, anche se non obblighi nessuno stai costruendo un business dando "lezioni", o chiamali "consigli" ergendoti come persona in possesso di una consapevolezza che altri non hanno e la offri come merce; se lo facessi con il solo scopo di aiutare il prossimo, separeresti il guadagno dai contenuti, per non creare equivoci e fraintendimenti.
La domanda che ti rivolgo, tenendo presente quanto detto, è: perché lo fai?
Poi parli di vivere per fare esperienza e non per uno scopo. Però ti faccio notare che la vita è fatta di bisogni ed intenzioni, e questi hanno sempre uno scopo. Che sia nutrirsi, o evadere da una situazione opprimente, c'è uno scopo. Io posso anche decidere di andare a fare una passeggiata, per fare una cosa "inusuale", "casuale", ma è cmq una scelta volontaria, e nel farlo c'è uno scopo. Quindi tutto sarà giusto o sbagliato relativamente allo scopo. Anche i sentimenti hanno scopo, tant'è che se io voglio bene a qualcuno io sono portato ad agire in funzione del suo bene. Anche nell'ansia, c'è una percezione del corpo e c'è la percezione del corpo che ci dice "così non va bene", e ci dà uno scopo, trovare rimedio. Mi sembrano discorsi un po' vuoti quelli che fai, che poi ognuno, come gli oroscopi, colma con quelle che sono le sue esperienze. Come ho già detto, non ne capisco il valore.
diciamo che di coach e guru di questo tipo ce ne sono a migliaia sul web e su RUclips. Io ogni tanto seguo Luca Lorenzoni. Le cose che dice Avsim qui non mi paiono nulla di nuovo.
Siamo d'accordo ... Poi Giusto e Sbagliato sono due estremi con un valore assoluto che non possono essere annullati da effimere percezioni individuali ma anzi dovrebbero contribuire ad indirizzare l'individuo verso un miglioramento
Ciao Maurizio, grazie per gli spunti evolutivi 🙏😊 Per la mia consapevolezza, nulla fa bene e nulla fa male, ma dipende soltanto appunto dalla consapevolezza del soggetto in quel punto dello spazio-tempo. La scienza cos'è? Un'entità superiore alla quale deleghiamo l'affermazione della verità? Se è così, l'uomo ha smesso di essere uomo ed è diventato un burattino privo di coscienza. Invece io credo che la scienza, che non nega assolutamente anzi conferma la dimensione spirituale, sia un prodotto della coscienza umana e nient'altro che uno dei tantissimi strumenti di acquisizione di consapevolezza. Tu parli di "voler bene" e "fare il bene", ma il bene di chi? Secondo chi? Secondo quale consapevolezza? Io credo che fare il bene di qualcun altro sia egoismo mascherato da altruismo, sia un'imposizione. "Se ami qualcuno, lascialo libero" è una massima verissima. Parlerei piuttosto di "funzionale": faccio una cosa che mi è funzionale quindi "va bene", faccio una cosa che mi è disfunzionale quindi "non va bene". Ma secondo la percezione individuale tramite la propria consapevolezza, non secondo una regola astratta e limitante basata su calcoli di convenienza. Tornerò volentieri su questi argomenti 🙂
@@GoFreeAndHappy Il metodo scientifico, se sai com'è fatto (intendo dal punto vista fattuale ed epistemologico), non delega niente. La scelta di delegare è personale e può valere per l'utente che si fida dei tuoi consigli come per il cliente che si rivolge al muratore per farsi ristrutturare casa. Quando accetto l'opinione di qualcuno che ritengo superiore alla mia, quando rinuncio a comprendere o ad approfondire, sto delegando. La scienza non delega, la scienza procede per tentativi e quello che raggiunge è considerato ciò che più si avvicina al vero fintanto che rigorosamente non viene dimostrato falso. A differenza dell'esperienza personale di qualcuno c'è il rigore di un metodo, che la rende affidabile.
Poi nel nostro piccolo, ci dobbiamo affidare continuamente, sia a coloro che hanno sapere tecnico, che a coloro che riteniamo essere in buona fede. Perché ovviamente non possiamo intenderci di tutto.
Fare il bene di chi? Anche se io non avessi mai esperienza dell'altra persona, a livello di significazione, è tutto molto chiaro. Nel senso che dicendo "il bene dell'altro" io sto designando qualcosa, che sia la mia idea del bene dell'altro oppure realmente l'altro ed il suo bene, non cambia niente. Mi si pone comunque come altro da me. Nella logica del linguaggio si parla di mondi logici (non ti annoio parlandotene), di fatto, anche se non esistesse niente oltre te stesso e la tua coscienza, tu sai benissimo che tu e l'altro siete 2 cose diverse, infatti non le confondi, non le pensi come una cosa sola. Quindi qualsiasi cosa questo "altro" sia, anche un'illusione, cmq la tua intenzione, nell'agire per il bene dell'altro, è verso questo "altro" che hai designato, ciò delinea un'intenzionalità, un fine, un obbiettivo da raggiungere.
In una delle tante accezioni di "bene" e di "amore", c'è anche quella per cui anche nell'amore disinteressato per l'altro in realtà sto cercando un benessere personale. Perché alla fine se non provassi un piacere personale in questo accudire o prendermi cura, non perpetuerei. In alcuni casi l'impulso può essere ambivalente, amare qualcuno può dare sofferenza, ma se ci fosse solo sofferenza non continueremmo ad amare ciò che amiamo, e quindi l'amore in questo senso è egoismo. Forse l'amore nemmeno esiste in questo senso perché è contraddittorio per definizione. Ma è solo uno dei modi di vedere le cose.
"se ami qualcuno lascialo libero". Ci sono persone che se le lasci libere muoiono. Tipo i bambini, o chi è affetto da disfunzionalità psichiche autolesive. O chi è così povero che se non gli dai gli strumenti, lasciarlo libero vuol dire soltanto lasciare che continui a soffrire. "lascialo libero", non è un massima, è un luogo comune. Si riferisce solo a quelle persone che sono capaci di provvedere autonomamente al loro benessere. E come lo stabilisci chi è capace e chi no? Questo vuol dire "fare il bene di qualcuno".
Non esiste una realtà con valori oggettivi e assoluti, a meno che tu non creda in qualche religione, ma anche così non esistono secondo logica. Questo non vuol dire che è tutto ugualmente relativo, di eguale valore. Ci sono figure specializzate e c'è una tecnica, che possiamo riassumere col termine "scienza", in quanto segue un metodo scientifico, che ci spiega il modo più funzionale di fare le cose. E se abbiamo detto che agiamo sempre con un fine, ci spiega anche il modo più efficace di raggiungere il fine, e quindi anche il più giusto (considerando le limitazioni del sapere umano). Se quel che dici è contro la scienza, c'è un problema. Poi chiaro, ci sono cose di cui la scienza non si occupa, ma il problema si pone solo quando dici cose contrarie.
Dici che la scienza afferma la dimensione spirituale. E' falso. Al massimo non la nega. Come non nega la possibilità che esistano gli alieni, i fantasmi, i draghi. E' solo che vengono stabilite delle probabilità di esistenza, e non avendo dati che possano convalidare una dimensione spirituale, diventa una possibilità remota.
Poi c'è tutta una deriva della meccanica quantistica, che si intreccia col newage, e varie pratiche magicopsicologiche, che però sono rigettate dalla comunità scientifica dei fisici e da quella degli psicologi. Qualcuno dirà "ma esistono fisici che sostengono l'esistenza dello spirito". Certo, esistono anche fisici che sostengono l'esistenza del Dio cristiano, alcuni che credono di aver parlato con omini verdi (veramente, non è un'iperbole). C'è di tutto, ed è umano credere in quel che si vuole, poi di fatto la scienza richiede metodo e questo è sempre mancato.
Non hai risposto alla domanda sul perché fai tutto questo, creando un business sul dare consigli senza alcuna architettura professionale alle spalle, sulla base della tua limitata esperienza. Come ti vedi? Non è egoista quello che fai?
@@GoFreeAndHappy situazione grave.
secondo me dovresti curarti
Ciao Marco! Grazie 🙏 Ti auguro di essere sempre libero e felice 😃
@@GoFreeAndHappy aspe che mi do una grattata li in basso😂😂😂 io ti auguro di curarti e farti seguire, dico seriamente...
E’ iniziata la cura. Ottimo
Grazie ❤
Le nostre azioni i nostri intenti sono il frutto di ciò che il nostro io con consapevolezza ci suggerisce di fare o non fare giudicando tra le due azioni sia quella giusta o quella errata, si arriva sempre ha porsi un giudizio personale su come agiamo sia per noi stessi o per chi ti è caro, nel bene o nel male.
Vai sempre simo!
Ciao Simone ottimi spunti! L'unico punto che mi lascia perplesso è il fatto che la dicotomia "giusto-sbagliato" in realtà non dipende solo dalla nostra parte razionale. Il nostro cervello funziona per assunti che dipendono dal contesto storico-relazionale-emotivo in cui siamo cresciuti. Il nostro cervello giudica ciò che è giusto sulla base della nostra storia biologica e relazionale. Avere questa consapevolezza è fondamentale. Il nostro cervello si è evoluto per sopravvivere ricordiamolo sempre! Quindi quando giudichiamo qualcosa come sbagliato, in realtà potrebbe essere essere anche il frutto di una storia biologica, cioè di enne altre esperienze fatte dai nostri predecessori che si sono cristallizzate in percorsi sinaptici che il nostro cervello ha immagazzinato nel corso della sua storia evolutiva. In tal senso potrebbe anche essere che si stia parlando di razionalità ma non necessariamente in termini di ciò che conviene o meno sulla base di un punto calcolo logico. Per il nostro cervello è razionale tutto quello che si é dimostrato giusto nel corso dei secoli per infinite prove ed errori... Quindi è in realtà una fortuna per noi che il nostro cervello sia un organo razionale sennò ci saremmo estinti da un bel po'. Ovviamente, essere degli "esseri" tendenzialmente razionali non significa farsi imbrigliare e non fare esperienze. Fare esperienze attiva infatti connessioni sinaptiche magari inesplorate del nostro cervello e ne aumenta le potenzialità. Ma ripeto giusto o sbagliato é stato valutato e vagliato dal nostro cervello lungo una millenaria storia evolutiva e direi per fortuna!!
Ciao Antonio, grazie mille per il bellissimo commento! 😊 La razionalità è comunque l'ultima fase nel percorso di selezione delle azioni da compiere sulla base del dualismo giusto-sbagliato. Se valutiamo il nostro comportamento come giusto/sbagliato, stiamo utilizzando sempre e comunque la razionalità, che ragiona solo per convenienza. Se le informazioni che la razionalità utilizza si sono originate tramite l'emotività (ad esempio), questo non significa che nel momento in cui operiamo la valutazione giusto/sbagliato stiamo tornando ad utilizzare l'emotività. È sempre la razionalità che sintetizza, dopo aver immagazzinato e messo in relazione tutte le informazioni dell'esperienza, anche atavica e direi karmica. Ma rimane un'illusione! È così che si generano stati di ansia o vera e propria angoscia, con il dar ragione alla razionalità che ci dice che quella cosa è pericolosa: anche solo immaginare di farla o percepirla, ci provoca sensazioni negative e letteralmente tossiche a livello inconscio, quando invece provare una nuova esperienza senza condizionamenti razionali ma anzi con fiducia ed entusiasmo può farci scoprire che tanto pericolosa quella cosa non era, o magari non lo era per niente. Intendo questo quando dico che è la parte razionale che interviene sul piano di giusto/sbagliato. Io credo fortemente che se agissimo secondo le nostre sensazioni coscienziali non rischieremmo nulla, molto meno di quanto rischiamo nel vivere soggiogati dai continui calcoli di convenienza della razionalità. Ma per farlo serve aver acquisito alta consapevolezza della propria coscienza, e quindi torniamo alla necessità del nostro percorso individuale di benessere. Scusami per la risposta chilometrica ma il tuo spunto è stupendo e avrei potuto scrivere anche di più. Grazie e buona giornata! 🙏😃
@@GoFreeAndHappyciao Simone indubbiamente la razionalità è lo stadio finale di un processo di cristallizzazione di esperienze e vissuti evolutivi e personali. Il mio spunto volevo sopratutto evidenziare la necessità di non contrapporre troppo razionalità e irrazionalita, parte razionale ed emotiva. Siamo esseri olistici e complessi e come tutti i sistemi complessi scontiamo tanti effetti di retroazione razionale ed emotiva che nemmeno immaginiamo. Non vorrei che passasse il messaggio che la razionalità è "cattiva" per definizione e la parte irrazionale é sempre cosa buona e giusta, pena il cadere in un facile relativismo in cui prevale l'illusione di un libero arbitrio che può portare a pensare, perdonami, troppo semplicisticamsnte che tutto è possibile basta volerlo! In realtà i più recenti sviluppi delle neuroscienze, ci dicono che siamo esseri molto più "determinati" (fondamentale il libro "Determinati" di Sapolsky) di quanto non immaginiamo, il che ovviamente non vuol dire che non possiamo "cambiare" la nostra storia personale ed esperienziale. Ma partendo dalla consapevolezza dei nostri assunti, dei nostri limiti e della nostra complessità di essere viventi.
Neanche tanta fortuna ... Vediamo come va la vita umana su questo mondo da quando è consapevole di esistere : Massacri e guerre fin da 8000 anni fa e non diminuisce, arti e valori relegati e dimenticati, distanza tra le persone che aumenta sullo slancio del "tutti hanno ragione" ... I cervelli pigri non ricercano il buon senso
Sbagliando s impara
Vero, Guardiola docet!