Ciao ragazzi, innanzitutto volevo darvi i miei più sentiti complimenti per questa recensione così dettagliata e analitica su un film tanto complesso come Nosferatu. Sono davvero contento di aver ascoltato un episodio di iGen Talk ricco di opinioni, anche se contrastanti rispetto ad alcune recensioni positive che si trovano online. Tuttavia, mi riservo il diritto di esprimere anche la mia opinione, poiché desidero condividere una panoramica, pur non esaustiva, delle critiche più comuni, cercando di sminuirle e allo stesso tempo di mettere in luce gli aspetti positivi che più mi hanno colpito di questa pellicola. Il film, diretto da Robert Eggers, si presenta come una rivisitazione audace e sofisticata di uno dei più grandi capolavori del cinema muto, riuscendo a trasmettere la stessa inquietudine che rese il film originale di Murnau una pietra miliare del genere horror. La visione di Eggers non si limita a un semplice remake, ma si immerge profondamente nelle radici stilistiche e tematiche dell’espressionismo tedesco, rielaborandole in un linguaggio contemporaneo e affascinante. Il film è un viaggio attraverso un’atmosfera gotica e opprimente, dove l’uso sapiente delle luci e delle ombre non è solo una scelta estetica, ma un modo per immergere il pubblico in un mondo dove il terrore è tangibile in ogni angolo, in ogni inquadratura. La fotografia di Jarin Blaschke, che già aveva collaborato con Eggers in The Lighthouse, gioca un ruolo fondamentale nell’intensificare la sensazione di disagio: le scene sembrano essere uscite da un dipinto, con il contrasto tra chiaro e scuro che enfatizza l’isolamento e la decadenza di un'Europa gotica e infestata dalla paura. Il cast è impeccabile. Bill Skarsgård, nel ruolo del Conte Orlok, porta una freschezza e una profondità che vanno oltre il mero lato fisico del personaggio. Molti hanno cercato di ridurre Orlok a una figura troppo grottesca o caricaturale, paragonandolo ai vampiri più sofisticati e seducenti dei successivi adattamenti cinematografici. Tuttavia, questa critica ignora l'intento di Eggers di creare un vampiro che non è solo un personaggio, ma una manifestazione del male primordiale, una forza viscerale che non cerca l'intrattenimento o l’affascinamento, ma la paura pura. Orlok è brutale, deforme, ma proprio per questo la sua presenza è in grado di evocare una paura ancestrale che non si basa su seduzione o fascino, ma sulla sua natura terribile e inesorabile. La sua deformità è il suo potere: è una figura che non può essere ridotta a un semplice mostro, ma che simboleggia la morte e la corruzione in una forma tanto disturbante quanto inevitabile. Ridurre Orlok a una caricatura sarebbe fare un torto non solo alla performance di Skarsgård, ma all'intero concetto di horror che Eggers sta cercando di esplorare. Lily-Rose Depp, nel ruolo di Ellen, porta sullo schermo una vulnerabilità e una forza emotiva che ne fanno un personaggio affascinante e tridimensionale. La sua interpretazione è delicata ma allo stesso tempo potente, un contrasto perfetto con l’oscurità che la circonda. Nicholas Hoult e Willem Dafoe completano il cast con performance altrettanto notevoli: Hoult, come Thomas Hutter, è capace di trasmettere un senso di ansia crescente, mentre Dafoe, nel suo ruolo minore ma significativo, regala al film quel tocco di umorismo nero che non spezza mai la tensione, ma la rende ancora più inquietante. Dovete tuttavia sapere che le critiche che hanno sottolineato la presunta lentezza della narrazione e la mancanza di profondità psicologica sono in realtà frutto di una lettura troppo superficiale. Eggers non sta cercando di creare un film d’azione o una storia psicologica lineare. La sua intenzione è costruire lentamente la tensione, creando un senso di oppressione che cresce gradualmente, per poi esplodere in momenti di pura horror visivo e emotivo. Questo ritmo più riflessivo è perfetto per un film che vuole esplorare il terrore interiore e il sovrannaturale, piuttosto che limitarsi a spaventare con jump-scare o azioni frenetiche. È proprio grazie a questo ritmo pacato che Nosferatu riesce a esplorare la psicologia dei personaggi senza bisogno di esplicitare ogni dettaglio, lasciando che l'atmosfera e l'interpretazione degli attori trasmettano le emozioni più profonde. Le critiche alla figura di Orlok, accusato di essere troppo deforme o poco seducente, sembrano non capire il vero intento di Eggers. Il vampiro che egli crea non è il simbolo della lussuria o del fascino, ma quello della morte incombente, della malattia e della distruzione. Orlok non cerca di conquistare, ma di annientare, e questa è la sua forza. Il film non vuole restituire un’immagine seducente del vampiro, ma piuttosto un’immagine spaventosa, simbolo di un male incontrollabile che non fa distinzioni tra bellezza e bruttezza. In questo, Eggers rimane fedele allo spirito originale del Nosferatu di Murnau, ma rielabora la figura del vampiro in modo che risuoni ancora più profondamente nel contesto contemporaneo. In definitiva, Nosferatu di Robert Eggers è un film che non teme di spingersi oltre le convenzioni del genere. La sua forza risiede nella regia, nel cast straordinario, e nella sua capacità di creare un’atmosfera che è tanto viscerale quanto psicologicamente inquietante. Le critiche che ne hanno sottolineato la lentezza o la presunta banalità del vampiro non fanno giustizia al profondo significato che Eggers vuole trasmettere. Questo adattamento è una riscoperta del potere del cinema come arte visiva, e conferma ancora una volta Eggers come uno dei registi più originali e visionari della sua generazione. "La morte non ha bisogno di bellezza. La morte è verità, e la verità è la nostra fine". M. Terra🫡
il fatto di essere "libero dal Woke e dalla CGI" aggiunge sicuramente al suo fascino. Ribadisco che la sua bellezza risiede proprio nella sua autenticità e nell'approccio più tradizionale alla narrazione e all'estetica. Devi immaginarti che ogni film ha i suoi punti di forza e debolezza, ma dobbiamo marcare la qualità tecnica e l'atmosfera unica come sicuro valore di questa pellicola. M. Terra🫡
Per difendersi da quelli che hanno criticato il film Tommaso è andato pure contro Lorenzo e Oscar che non hanno partecipato alla puntata; quindi sì, è il più combattuto 😂
@@stefanoscaramella6370 sto per dire un'eresia, ma io fatico a credere che anche l'originale muto possa veramente piacere a qualcuno della nostra epoca, è troppo distante da risultare ingenuo e ridicolo a volte come la scena finale assolutamente priva di mordente...
Entrambi, oggettivamente, sono dei capolavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia del cinema. Che a voi non siano piaciuti ci può anche stare ~ Tomato
Diciamo che il Nosferatu di Herzog è sorprendente proprio per questo, per come riesce a evitare tutto quello che ci si aspetterebbe normalmente da un horror (penso all'inizio, tra musiche bucoliche e panorami naturali)... la paura è sviata quanto più possibile dalla trama in sé e incentrata sulle riflessioni che questa solleva, su una perenne sensazione di solitudine e vuoto esistenziale che si rivelano essere assai più terrificanti della morte. Sicuramente è una scelta che deve piacere, la prima volta che l'ho visto mi ha annoiato a morte, ma rivederlo prima di registrare questa puntata mi ha fatto notare molte sfumature psicologiche interessanti. (~ Luca F.)
ALLORA, chiariamo una cosa bro: sicuramente non è per tutti, e alcuni potrebbero trovarlo lento o con delle scelte stilistiche particolari. Tuttavia, molti lo considerano un capolavoro proprio per la sua atmosfera UNICA, la visione intimista di Herzog e la potente interpretazione di Klaus Kinski come Orlok. Vuoi parlare delle musiche??? un po' discordanti per alcuni, ma proprio per questo creano sicuramente un'ulteriore dimensione surreale! Devi imemrgerti nella visione dei film. Chi dice che non è un capolavoro quello di Herzog si vede che non si è immerso per bene!
Ciao ragazzi,
innanzitutto volevo darvi i miei più sentiti complimenti per questa recensione così dettagliata e analitica su un film tanto complesso come Nosferatu. Sono davvero contento di aver ascoltato un episodio di iGen Talk ricco di opinioni, anche se contrastanti rispetto ad alcune recensioni positive che si trovano online. Tuttavia, mi riservo il diritto di esprimere anche la mia opinione, poiché desidero condividere una panoramica, pur non esaustiva, delle critiche più comuni, cercando di sminuirle e allo stesso tempo di mettere in luce gli aspetti positivi che più mi hanno colpito di questa pellicola.
Il film, diretto da Robert Eggers, si presenta come una rivisitazione audace e sofisticata di uno dei più grandi capolavori del cinema muto, riuscendo a trasmettere la stessa inquietudine che rese il film originale di Murnau una pietra miliare del genere horror. La visione di Eggers non si limita a un semplice remake, ma si immerge profondamente nelle radici stilistiche e tematiche dell’espressionismo tedesco, rielaborandole in un linguaggio contemporaneo e affascinante. Il film è un viaggio attraverso un’atmosfera gotica e opprimente, dove l’uso sapiente delle luci e delle ombre non è solo una scelta estetica, ma un modo per immergere il pubblico in un mondo dove il terrore è tangibile in ogni angolo, in ogni inquadratura. La fotografia di Jarin Blaschke, che già aveva collaborato con Eggers in The Lighthouse, gioca un ruolo fondamentale nell’intensificare la sensazione di disagio: le scene sembrano essere uscite da un dipinto, con il contrasto tra chiaro e scuro che enfatizza l’isolamento e la decadenza di un'Europa gotica e infestata dalla paura.
Il cast è impeccabile. Bill Skarsgård, nel ruolo del Conte Orlok, porta una freschezza e una profondità che vanno oltre il mero lato fisico del personaggio. Molti hanno cercato di ridurre Orlok a una figura troppo grottesca o caricaturale, paragonandolo ai vampiri più sofisticati e seducenti dei successivi adattamenti cinematografici. Tuttavia, questa critica ignora l'intento di Eggers di creare un vampiro che non è solo un personaggio, ma una manifestazione del male primordiale, una forza viscerale che non cerca l'intrattenimento o l’affascinamento, ma la paura pura. Orlok è brutale, deforme, ma proprio per questo la sua presenza è in grado di evocare una paura ancestrale che non si basa su seduzione o fascino, ma sulla sua natura terribile e inesorabile. La sua deformità è il suo potere: è una figura che non può essere ridotta a un semplice mostro, ma che simboleggia la morte e la corruzione in una forma tanto disturbante quanto inevitabile. Ridurre Orlok a una caricatura sarebbe fare un torto non solo alla performance di Skarsgård, ma all'intero concetto di horror che Eggers sta cercando di esplorare. Lily-Rose Depp, nel ruolo di Ellen, porta sullo schermo una vulnerabilità e una forza emotiva che ne fanno un personaggio affascinante e tridimensionale. La sua interpretazione è delicata ma allo stesso tempo potente, un contrasto perfetto con l’oscurità che la circonda. Nicholas Hoult e Willem Dafoe completano il cast con performance altrettanto notevoli: Hoult, come Thomas Hutter, è capace di trasmettere un senso di ansia crescente, mentre Dafoe, nel suo ruolo minore ma significativo, regala al film quel tocco di umorismo nero che non spezza mai la tensione, ma la rende ancora più inquietante.
Dovete tuttavia sapere che le critiche che hanno sottolineato la presunta lentezza della narrazione e la mancanza di profondità psicologica sono in realtà frutto di una lettura troppo superficiale. Eggers non sta cercando di creare un film d’azione o una storia psicologica lineare. La sua intenzione è costruire lentamente la tensione, creando un senso di oppressione che cresce gradualmente, per poi esplodere in momenti di pura horror visivo e emotivo. Questo ritmo più riflessivo è perfetto per un film che vuole esplorare il terrore interiore e il sovrannaturale, piuttosto che limitarsi a spaventare con jump-scare o azioni frenetiche. È proprio grazie a questo ritmo pacato che Nosferatu riesce a esplorare la psicologia dei personaggi senza bisogno di esplicitare ogni dettaglio, lasciando che l'atmosfera e l'interpretazione degli attori trasmettano le emozioni più profonde. Le critiche alla figura di Orlok, accusato di essere troppo deforme o poco seducente, sembrano non capire il vero intento di Eggers. Il vampiro che egli crea non è il simbolo della lussuria o del fascino, ma quello della morte incombente, della malattia e della distruzione. Orlok non cerca di conquistare, ma di annientare, e questa è la sua forza. Il film non vuole restituire un’immagine seducente del vampiro, ma piuttosto un’immagine spaventosa, simbolo di un male incontrollabile che non fa distinzioni tra bellezza e bruttezza. In questo, Eggers rimane fedele allo spirito originale del Nosferatu di Murnau, ma rielabora la figura del vampiro in modo che risuoni ancora più profondamente nel contesto contemporaneo.
In definitiva, Nosferatu di Robert Eggers è un film che non teme di spingersi oltre le convenzioni del genere. La sua forza risiede nella regia, nel cast straordinario, e nella sua capacità di creare un’atmosfera che è tanto viscerale quanto psicologicamente inquietante. Le critiche che ne hanno sottolineato la lentezza o la presunta banalità del vampiro non fanno giustizia al profondo significato che Eggers vuole trasmettere. Questo adattamento è una riscoperta del potere del cinema come arte visiva, e conferma ancora una volta Eggers come uno dei registi più originali e visionari della sua generazione.
"La morte non ha bisogno di bellezza. La morte è verità, e la verità è la nostra fine".
M. Terra🫡
Grazie per questo splendido commento!
@@igentalk M.Terra🫡
Sinceramente non ho trovato questo film eccezionale ma bello e molto ben realizzato e in oltre finalmente libero dal Woke e dalla CGI 🎉🎉🎉🎉🤩👏
il fatto di essere "libero dal Woke e dalla CGI" aggiunge sicuramente al suo fascino. Ribadisco che la sua bellezza risiede proprio nella sua autenticità e nell'approccio più tradizionale alla narrazione e all'estetica. Devi immaginarti che ogni film ha i suoi punti di forza e debolezza, ma dobbiamo marcare la qualità tecnica e l'atmosfera unica come sicuro valore di questa pellicola.
M. Terra🫡
Il Cineforum più combattuto
@@francescomarcuzzo2891 Lo scontro più epico di sempre
Per difendersi da quelli che hanno criticato il film Tommaso è andato pure contro Lorenzo e Oscar che non hanno partecipato alla puntata; quindi sì, è il più combattuto 😂
Io ancora devo capire perché Nosferatu di Herzog è un capolavoro... Buchi di trama, musiche fuori luogo... 🙄
@@stefanoscaramella6370 sto per dire un'eresia, ma io fatico a credere che anche l'originale muto possa veramente piacere a qualcuno della nostra epoca, è troppo distante da risultare ingenuo e ridicolo a volte come la scena finale assolutamente priva di mordente...
Entrambi, oggettivamente, sono dei capolavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia del cinema. Che a voi non siano piaciuti ci può anche stare
~ Tomato
Diciamo che il Nosferatu di Herzog è sorprendente proprio per questo, per come riesce a evitare tutto quello che ci si aspetterebbe normalmente da un horror (penso all'inizio, tra musiche bucoliche e panorami naturali)... la paura è sviata quanto più possibile dalla trama in sé e incentrata sulle riflessioni che questa solleva, su una perenne sensazione di solitudine e vuoto esistenziale che si rivelano essere assai più terrificanti della morte.
Sicuramente è una scelta che deve piacere, la prima volta che l'ho visto mi ha annoiato a morte, ma rivederlo prima di registrare questa puntata mi ha fatto notare molte sfumature psicologiche interessanti.
(~ Luca F.)
ALLORA, chiariamo una cosa bro: sicuramente non è per tutti, e alcuni potrebbero trovarlo lento o con delle scelte stilistiche particolari. Tuttavia, molti lo considerano un capolavoro proprio per la sua atmosfera UNICA, la visione intimista di Herzog e la potente interpretazione di Klaus Kinski come Orlok. Vuoi parlare delle musiche??? un po' discordanti per alcuni, ma proprio per questo creano sicuramente un'ulteriore dimensione surreale! Devi imemrgerti nella visione dei film. Chi dice che non è un capolavoro quello di Herzog si vede che non si è immerso per bene!
@MichealTerrarwr lo può trovare lento solo un teenager con il cervello in pappa da tiktock dai....a me ha tenuto incollato allo schermo..