LE PARETI DELLA SOLITUDINE trailer Prospero Bentivenga

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  • Опубликовано: 7 окт 2024
  • NAPOLI TEATRO FESTIVAL
    Fringe Teatro Instabile
    dal 20 al 28 giugno 2009
    ZERO DE CONDUITE e L.E.S.S. onlus
    presentano
    LE PARETI DELLA SOLITUDINE
    di Tahar Ben Jelloun
    adattamento del testo: Giusi Marchetta, Prospero Bentivenga
    con: Anselme (Burkina Faso)*, Souleymane (Burkina Faso)*, Nestor (Burkina Faso)*, Alassane Doulougou (Burkina) , Maryia Lialiuk (Bielorussia), Madhusha Dilrushki Alosius (Sri Lanka), Oumarou (Burkina Faso)
    sono esclusi i cognomi dei richiedenti asilo
    produzione: Simona Talamo
    promozione: Daniela Fiore
    scene e costumi: Giulia Sirigatti
    regia: Prospero Bentivenga
    Le pareti della solitudine è una denuncia poetica del razzismo.
    La doppia forza della poesia e della denuncia generata dal testo, immette l’energia necessaria per fa si che questo lavoro meriti l’attenzione della scena. Forse per la prima volta riusciremo a far vedere e sentire cosa accade ad un immigrato clandestino durante le ore di solitudine, le ore private, quando si è soli con sé stessi, la sera, la notte, le domeniche.
    Ho strutturato il lavoro in quattro fasi. Nella prima fase un laboratorio aperto agli immigrati di tutte le etnie che vogliono confrontarsi con il teatro. Sono stati scelti per la seconda fase, un laboratorio d’ avvicinamento alla condizione visionaria determinata dall’isolamento, coloro che hanno dimostrato un apertura d’animo verso lo svelamento della parte intima, dove risiede il nòcciolo ancestrale e sono stati pronti a metterla in gioco. Alla terza fase, le prove vere e proprie per la messa in scena, hanno preso parte solamente coloro che sono stati scelti per andare in scena, sette attori, che saranno corpo, voce e specchio della realtà che loro stessi conoscono bene.
    Le immagini dell’universo interiore, le pulsazioni sessuali, le paure, i barlumi di felicità, la nostalgia, la curiosità e la rabbia sono i sentimenti che animano questo lavoro. La condizione allucinante dei personaggi ci aiuteranno a tradire questo angosciante ritratto della solitudine, a trovare nella parte più folle del testo quello spiraglio di luce che permette forse al personaggio di superare la condizione del sopravvivere ed avere speranza che un giorno potrà finalmente tornare a vivere.
    L’obiettivo finale è portare lo spettatore, come dice Tahar Ben Jelloun, ad esser “ un ladro di bruta realtà”.
    Voglio accompagnare questo delirio con una scena minimale. La musica è in scena, è la vita che continua a scorrere nonostante tutto, stimolata dagli strumentisti presenti e completata dalla partecipazione ritmica degli attori.
    Ho voluto più attori ad interpretare quello che potrebbe essere il caleidoscopico urlo di un uomo solo e disperato, affinché possano esser testimoni di questa moltitudine di vite sospese.
    Prospero Bentivenga

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