Gli errori da evitare!

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  • Опубликовано: 3 окт 2024
  • Come si trova un editore? Quali sono i professionisti a cui rivolgersi? E come si affrontano le critiche? Ne parliamo con lo scrittore Romano De Marco.

Комментарии • 28

  • @sachasettantotto
    @sachasettantotto 4 года назад +7

    Ci sono case editrici, di cui non faccio il nome, come Albatros 😂😂😂🔝🔝🔝

  • @mauriziocorso7638
    @mauriziocorso7638 3 года назад +1

    "Uno che vuole scrivere e legge meno di trenta libri l'anno è un cialtrone"
    Sottoscrivo pienamente!
    Grazie Chiara e Romano, anche stavolta video interessantissimo e piacevolissimo.

  • @MrCautionLemmy
    @MrCautionLemmy 4 года назад +1

    Grazie mille, davvero interessantissima conversazione, Romano aperto e diretto e Chiara sempre molto professionale. Grazie davvero.

  • @msdoriable
    @msdoriable 2 года назад

    D'accordissimo sulla documentazione! È duro, ma necessario

  • @frankcavallo
    @frankcavallo 4 года назад +1

    A mio parere è importantissimo il punto sottolineato da Romano De Marco quando ha detto che si scrive per un pubblico. Aggiungerei che l'aderenza allo stile prescelto è fortemente dipendente anche dal tempo: oggi si scrive in modo assai diverso rispetto a dieci, venti o più anni fa. Ci sono tante persone che pretendono di scrivere come negli anni 50 e inevitabilmente, bene che vada, esce un libro che oggi non ha pubblico.

    • @msdoriable
      @msdoriable 2 года назад

      Ti dirò di più: i tanto esaltati "Promessi sposi" o "la Divina commedia" oggi sarebbero scremati già dall'incipit. D'accordissimo sul fatto che si scrive per i lettori.

  • @vins1979
    @vins1979 4 года назад +3

    Cara Chiara Beretta Mazzotta, io sono il 'Cenzo' che verso il minuto 47:00 ha fatto il commento sulle scuole di scrittura. Come ho detto in quel commento, ci sono molti grandi scrittori che non hanno frequentato una scuola di scrittura e molte persone che frequentano una scuola di scrittura che non sono grandi scrittori. Sicuramente per mancanza di tempo, lei mi ha risposto con alcune delle argomentazioni di cui non sono riusciuto a discernere il punto. Ha cominciato dicendo che Giuseppe Pontiggia era un grande scrittore che teneva corsi di scrittura. Ok, ma io non ho detto che i corsi di scrittura non sono tenuti da grandi scrittori. Ho detto che chi li frequenta non lo diventa necessariamente, così come chi non li frequenta magari lo diventa. Il mio commento, quindi, non era rivolto né alla grandezza né alla bontà di chi tiene i corsi di scrittura, ma all'utilità dei corsi di scrittura stessi. In secondo luogo, lei ne fa una questione di "stare al passo coi tempi": in America esistono i corsi di scrittura creativa, in Italia siamo molto in ritardo su questo. Però, dire che in America esistono i corsi di scrittura creativa non significa dimostrare l'utilità di tali corsi - a meno che non si reputi che tutto ciò che esiste in America sia ontologiamente utile e necessario. In fondo, anche in America: quanti grandi scrittori non hanno frequentato corsi di scrittura creativa e quante persone che li frequentano non hanno mai pubblicato? Ed in tutto il resto del mondo? Pongo queste domande non dopo aver fatto una ricerca su google, ma avendo vissuto molti anni in Inghilterra, Messico e Francia, ed aver visto come vanno le cose dall'altra parte delle Alpi. Vanni Santoni, che lui stesso spesso insegna scrittura creativa, ha appena pubblicato un libro intitolato, ironia della sorte, "La Scrittura non si Insegna". Effettivamente, la maggior parte dei corsi di scrittura sono, per lo più, 'corsi di lettura' - cosa affermata anche nel libro "Oro Colato: Otto lezioni sulla materia della scrittura", di Edoardo Albinati. Del resto, anche autori diversissimi come Stephen King e Hanish Kureishi hanno pubblicamente affermato che la scrittura e la creatività non possono essere insegnate. Ciò non toglie non si possano insegnare altre cose - come analizzare la struttura di un testo, per esempio. Non dico, quindi, che i corsi di scrittura siano completamente inutili (non dico, cioè, che "non andrebbero assolutamente frequentati"). Semplicemente, nego che siano fondamentali e necessari per imparare a scrivere (nego, cioè, che "devono essere assolutamente frequentati"). Questo, per quello che riguarda lo scrivere. Forse, però, è necessario frequentare i corsi di scrittura creativa non per imparare a scrivere ma per avere la possibilità di essere pubblicati? Ho come l'impressione che, almeno in Italia, la frequentazione di corsi di scrittura creativa sia un passo quasi necessario per entrare in contatto con un agente, il quale è oramai necessario per entrare in contatto con una casa editrice. In pratica, in Italia, bisogna prima pagare per un corso di scrittura, i cui costi sono spesso onerosi, e poi essere rappresentato da un agente che riceverà la percentuale sulle vendite e tutto questo per pubblicare un libro che comunque, a meno che non sia fortemente pubblicizzato, venderà poco. La scuola di scrittura serve proprio a creare gli altri 'contatti'. Oppure, a volte si invia il manoscritto ad una casa editrice e si ottengono risposte quali: "Il testo è interessante ma non è ancora maturo per la pubblicazione. Le consigliamo il corso di scrittura tenuto da Tizio Caio". Mi dispiace, ma questo non è il modo in cui le cose funzionano in America quindi diciamo che i corsi di scrittura li abbiamo sì importati da lì, ma a modo nostro, 'all'italiana'. Lei cosa ne pensa di questa situazione che ho descritto? La trova esagerata? Grazie mille per l'opportunità di discutere e per i suoi video: la seguo sempre! Un saluto, (Vin)Cenzo.

    • @larteinunastanza5259
      @larteinunastanza5259 4 года назад +2

      Ineccepibile!

    • @ChiaraBerettaMazzotta
      @ChiaraBerettaMazzotta  4 года назад +3

      Pontiggia discuteva di scrittura perché è possibile farlo. Ed è possibile vedere, attraverso le sue parole, cose che non sono immediate. Vedere architetture, regole che possono essere discusse e insegnate. Ma come ha detto ieri sera Luca Ricci: le regole non bastano serve originalità. O meglio, bastano per avere mestiere e magari sfornare anche dei best seller, ma la letteratura richiede qualcosa d'altro (uccidere i maestri, si intitola la prossima diretta, troverai molti approfondimenti in linea con questa questione).
      E per l'America: intendevo che per loro è naturale insegnare creative writing e lo fanno da moltissimo tempo. Motivo per cui è più facile trovare un grande scrittore che ha seguito e tenuto corsi (spesso viene citato l'Iowa Writing Workshop writersworkshop.uiowa.edu/about/about-workshop/history) ma gli esempi si sprecano.
      Mi stupisce moltissimo che qualcuno pensi che una scuola di scrittura possa essere garanzia di pubblicazione. Come dire: faccio il liceo artistico e divento Giotto, studio architettura e mi trasformo in Right (che manco ha finito le elementari, peraltro). Ma mi stupisce ancora di più che qualcuno non abbia fame di formazione. Bisogna leggere e leggere e leggere e scrivere e confrontarsi. Una buona (ho detto buona) scuola di scrittura aiuta a formarsi. Da editor ho visto autori interessanti affinarsi moltissimo grazie ai corsi e i corsi erano delle scintille che accendevano altre curiosità e portavano gli autori ad approfondire.
      Ma non ha alcun senso dire che si debba PER FORZA seguire un corso. Fellini non guardava neppure i film degli altri, ignorava chi fosse dostoevsky (c'è una celebre gaffe riguardo a questo) eppure era un genio.
      Chi non sgobba, comunque, si vede. Anzi, si legge.
      Un caro saluto!

    • @ChiaraBerettaMazzotta
      @ChiaraBerettaMazzotta  4 года назад +1

      @@larteinunastanza5259 perché faccio questi video? Perché penso che ogni scrittore intervistato abbia qualcosa da condividere e che qualcosa si possa imparare. Tutto qui. Io penso siano utili. Non tengo corsi di scrittura e molti dei miei autori non ne hanno frequentati. Io ho frequentato quelli di Raul Montanari e mi sono parsi illuminanti, non per scrivere visto che non mi interessa, ma per il mio lavoro di editor. Chi vende "ricette facili" o chi propina dogmi è un furbetto. Ma qui non stiamo parlando di questo.
      E spero che i preconcetti restino fuori dalla porta, altrimenti finiamo per fare quello che fanno tutti sui social: scrivono per avere ragione non per comunicare ;-)
      Un caro saluto!

    • @vins1979
      @vins1979 4 года назад +1

      Gentile @@ChiaraBerettaMazzotta, grazie mille per la sua cortese risposta che però, sento, mistifica alcune parti del mio commento. Innanzi tutto, tornando a Pontiggia che "disuteva di scrittura perché è possibile farlo": non ho mai negato che sia possibile discutere di scrittura, o che sia possibile "vedere, attraverso le sue parole, cose che non sono immediate. Vedere architetture, regole che possono essere discusse e insegnate", eccetera. Tuttavia, non capisco perché discutere di scrittura, architetture, parole e regole debba essere fatto in un corso di scrittura creativa (carissimo) e non all'università, studiando letteratura contemporanea o comparata. Del resto, anche l'Iowa Writing Workshop, da lei giustamente citato, è un master di due anni tenuto alla Iowa University, alla fine dei quali si ottiene un titolo di studio accademico. In quanto tale, l'IOwa Writing Workshop ha anche una 'acceptance rate' molto bassa: vale a dire, è molto difficile entrarci e, trattandosi di un master, bisogna prima aver conseguito un laurea triennale - e con ottimi voti. I costi sono come quelli degli altri corsi universitari, quindi molto cari, trattandosi di università americane, ma con ampia possibilità di vincere borse di studio, dal momento che negli USA ce ne sono parecchie, di borse di studio, quando si entra una 'graduate school'. In Italia, per il principio secondo cui abbiamo fatto un'importazione "all'italiana", le cose non funzionano esattamente così. Noto un proliferare di "corsi di scrittura creativa", a volte molto costosi, ma che sono poco regolamentate e non si sa neppure che titolo di studio rilascino, o che valore legale abbiano tali titoli. Perché, come ha detto lei nella diretta, è giusto che per diventare architetto bisogna studiare architettura e che per diventare ingegnere bisogna studiare ingegneria, ma architettura ed ingegneria si studiano all'università, la quale rilascia i titoli adeguati. Questi corsi di scrittura italiani (privati, non regolamentati e cari) che cosa rilasciano? E siamo sicuri che facciano diventare 'scrittori', così come la facoltà di architettura fa diventare architetti e la facoltà di ingegneria fa diventare ingegneri? Io continuo a nutrire i miei dubbi. Vero è che, spesso, negli USA, grandi scrittori tengono i corsi di scrittura creativa all'università, perché lì in America gli scrittori non vengono abbandonati a se stessi dall'industria culturale. In Italia però non è così e quindi, in teoria, chiunque abbia pubblicato alcuni libri, dall'oggi al domani, può aprirsi una "scuola di scrittura". Ora, lavorare in e per un'università, come fanno gli insegnanti di Creative Writinge in America, significa stabilire un syllabus preciso, organizzare esami, seguire corsi di formazione ed imparare ad insegnare. Questo perché non sempre l'abilità in un settore è garanzia di capacità didattiche: in altre parole, non è detto che un grande scrittore sia anche un grande insegnante di scrittura. In America, è l'università stessa, in quanto istituzione riconosciuta, che si fa garante della qualità della deidattica. In Italia, se la scuola di scrittura appartiene allo scrittore che l'ha aperta, chi garantisce la qualità, o addirittura la validità, di ciò che viene 'insegnato'? Infine, ci tengo a sottolineare che io non ho assolutamente detto che "una scuola di scrittura possa essere garanzia di pubblicazione". Ho detto che spesso, in Italia, le scuole di scrittura servono per prendere contatti, se non con case editrici per lo meno con agenti letterari, ma nemmeno il contatto con gli agenti o le case editrici è, di per sé, "garanzia di pubblicazione": essere rappresentati da un agente letterario è sì, sempre più spesso, condizione necessaria per essere eventualmente pubblicati, ma di certo non è condizione sufficiente. È un mondo senza garanzie, ovvio, ma ciò non toglie che, in mancanza di garanzi, appunto, alcune cose possano aiutare e di molto. Ed andare alla ricerca di questi aiuti mi sembra molto diverso dalla fame di formazione.

  • @Psychoh90
    @Psychoh90 3 года назад

    Grazie mille per questi video Chiara. Ogni giorno in pausa pranzo ne ascolto un po'.
    Domanda che mi è sorta ascoltando questo video: come si fa a diventare agenti letterari?
    Grazie

  • @homobruno2
    @homobruno2 3 года назад

    Grazie

  • @mauraserena4521
    @mauraserena4521 4 года назад +1

    Cercare ossessivamente la storia mai raccontata non è sbagliato, è illusorio perché la storia mai raccontata non esiste e non solo nei libri di genere

  • @maxflamini2020
    @maxflamini2020 3 года назад

    Ciao! Ho appena finito di leggere " Se la notte ti cerca " . Libro godibilissimo, scritto bene che ho letto in due giorni. Solo un dettaglio mi ha lasciato perplesso : come può un medico legale( De Titta ) prendere una simile cantonata affermando nel rapporto che a sferrare la coltellata è stato un individuo di sesso maschile alto oltre il metro e ottanta??? Sembra inverosimile, se potete chiaritemi sta cosa:) complimenti a De Marco! Non lo conoscevo e lo considero un ottimo scrittore!

  • @paoloarigottigiornalista
    @paoloarigottigiornalista 4 года назад

    Sottoscrivo ogni parola, ma tengo particolarmente a due punti: editing presupposto per chi abbia ambizioni di crescere nel mondo editoriale ed evitare l'editoria a pagamento che non solo non fa nulla per un autore emergente, ma si comporta come il protagonista del film L'uomo delle stelle

    • @paoloarigottigiornalista
      @paoloarigottigiornalista 4 года назад

      Mi piacerebbe tantissimo avere l'opportunità di fare 2 chiacchiere con Chiara Beretta 😊😊😊

  • @kendryserafin5489
    @kendryserafin5489 4 года назад +2

    Ma non si può con 30 libri l'anno, ci vuole il tempo e la pazienza. A me piace leggere, però prima di leggere un altro libro voglio del tempo per pensare a cosa mi è piaciuto e cosa no. Delle pause sono più che rilassanti. Opinione personale

    • @msdoriable
      @msdoriable 2 года назад

      Non penso che il solo leggere ti faccia svettare

  • @aliasha7820
    @aliasha7820 2 года назад

    Io sto scrivendo un piccolo racconto e naturalmente non lo pubblicherò a pagamento e sto sognando di trovare un grande editore

    • @ChiaraBerettaMazzotta
      @ChiaraBerettaMazzotta  2 года назад

      Un racconto? Occhio, uno solo è difficile collocarlo, per quello devi pensare alle riviste letterarie. Per un editore serve un romanzo o una raccolta di racconti (la seconda strada è più in salita). Buon lavoro!

    • @aliasha7820
      @aliasha7820 2 года назад

      Grazie per la gentile risposta. Sono andata a rivedere e riflettere su quello che sto scrivendo e mi sono resa conto che potrebbe essere definito un romanzo breve.

  • @federicogori9888
    @federicogori9888 3 года назад +1

    No scusate, ma come si fa a leggere meno di 30 libri l’anno???

    • @ChiaraBerettaMazzotta
      @ChiaraBerettaMazzotta  3 года назад +3

      Chiedilo al 60 per cento degli Italiani che non ne leggono neppure uno, purtroppo. Si fa che non si fa, Federico. Ad alcuni non importa e per molti ci sono semplicemente altre cose. Anche molti lettori appassionati faticano. Non darei nulla per scontato!

    • @federicogori9888
      @federicogori9888 3 года назад

      @@ChiaraBerettaMazzotta non mi resta che dire: «Mi dispiace»

  • @patriziopasquelli1781
    @patriziopasquelli1781 3 года назад

    Allora secondo voi una persona che legge pochi libri, non è in grado di scriverne uno? Mi pare che qualcuno fosse che a volte la fantasia vale più della cultura.

    • @ChiaraBerettaMazzotta
      @ChiaraBerettaMazzotta  3 года назад +1

      Diciamo che se ami le storie e le scrivi, le leggi. Anche perché è curioso non confrontarsi con altri autori, se sei appassionato. Senza contare che, se non conosci ciò che è stato scritto e ciò che viene scritto adesso, non saprai mai quanto e se sei banale, se è stato già detto ciò che vuoi dire o se è stato detto meglio... ci sono i talenti puri, per carità. Ma non leggere e disinteressarsi è anche molto presuntuoso.
      Per me è un delitto, ci sono storie meravigliose!

    • @patriziopasquelli1781
      @patriziopasquelli1781 3 года назад

      @@ChiaraBerettaMazzotta magari invece che presunzione è anche qualche cosa d'altro. Io, per esempio, ho letto tutti i libri su Sandokan, I tre moschettieri, Robinson ecc. da piccolo e adolescente. Poi mi sono perso anche perché facevo (faccio) fatica con gli occhi. Però mi piace scrivere, cancellare, riscrivere, rileggere quello che ho scritto ecc. ora con il PC mi è più facile. Ha proposito, complimenti per i video ma non ho capito se la prima lettura è gratis o se c'è da fare subito un contratto. Ho 66 anni, sono esordiente?😁