LA PIETÀ - Giuseppe Ungaretti
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- Опубликовано: 7 дек 2015
- Giuseppe Ungaretti
Sentimento del tempo - Inni, La Pietà (1928)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Bach-Busoni "Nun komm' der Heiden Heiland" BWV 659, Chorale prelude.
1
Sono un uomo ferito.
E me ne vorrei andare
E finalmente giungere,
Pietà, dove si ascolta
L’uomo che è solo con sé.
Non ho che superbia e bontà.
E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.
Ma per essi sto in pena.
Non sarei degno di tornare in me?
Ho popolato di nomi il silenzio.
Ho fatto a pezzi cuore e mente
Per cadere in servitù di parole?
Regno sopra fantasmi.
O foglie secche,
anima portata qua e là…
No, odio il vento e la sua voce
Di bestia immemorabile.
Dio, coloro che t’implorano
Non ti conoscono più che di nome?
M’hai discacciato dalla vita.
Mi discaccerai dalla morte?
Forse l’uomo è anche indegno di sperare.
Anche la fonte del rimorso è secca?
Il peccato che importa,
se alla purezza non conduce più.
La carne si ricorda appena
Che una volta fu forte.
È folle e usata, l’anima.
Dio guarda la nostra debolezza.
Vorremmo una certezza.
Di noi nemmeno più ridi?
E compiangici dunque, crudeltà.
Non ne posso più di stare murato
Nel desiderio senza amore.
Una traccia mostraci di giustizia.
La tua legge qual è?
Fulmina le mie povere emozioni,
liberami dall’inquietudine.
Sono stanco di urlare senza voce.
2
Malinconiosa carne
dove una volta pullulò la gioia,
occhi socchiusi del risveglio stanco,
tu vedi, anima troppo matura,
quel che sarò, caduto nella terra?
È nei vivi la strada dei defunti,
siamo noi la fiumana d’ombre,
sono esse il grano che ci scoppia in sogno,
loro è la lontananza che ci resta,
e loro è l’ombra che dà peso ai nomi,
la speranza d’un mucchio d’ombra
e null’altro è la nostra sorte?
E tu non saresti che un sogno, Dio?
Almeno un sogno, temerari,
vogliamo ti somigli.
È parto della demenza più chiara.
Non trema in nuvole di rami
Come passeri di mattina
Al filo delle palpebre.
In noi sta e langue, piaga misteriosa.
3
La luce che ci punge
È un filo sempre più sottile.
Più non abbagli tu, se non uccidi?
Dammi questa gioia suprema.
4
L’uomo, monotono universo,
crede allargarsi i beni
e dalle sue mani febbrili
non escono senza fine che limiti.
Attaccato sul vuoto
Al suo filo di ragno,
non teme e non seduce
se non il proprio grido.
Ripara il logorio alzando tombe,
e per pensarti, Eterno,
non ha che le bestemmie.
Una interpretazione che fa entrare nelle parole della poesia.
🙏 Grazie!
Bravo! Grazie!
🙏
una tale poesia non fa altro che ingrossare il cuore e amare di più i poeti.
La sua lettura mirabile di un poeta Immenso, con sottofondo musicale di un compositore Immenso, ha prodotto in me brividi di commozione. Grazie per tutto ciò che con grande arte riesce a trasmettere. 🙏🙏🙏👏👏👏
Grazie infinite, Oreste, per condividere le mie letture, in particolare queste dell'immenso Poeta Ungaretti, che io amo profondamente. Un abbraccio! 🙏🤗🙏
Convengo.
Bello! Grazie!
Molto significativa la Guernica di Pablo Picasso sullo sfondo del video. Giusepoe Ungaretti grande poeta del 900. Immenso come il mattino.
🙏
Grazie Luigi, Ala. Condivido.
"Una traccia mostraci di giustizia ..."
"Almeno un sogno, temerari, vogliamo ti somigli ..."
Grazie Luigi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
grazie
Ha mai interpretato poesie di Edoardo Sanguineti, Vittorio Sereni e Andrea Zanzotto?
Splendida lettura , come al solito !
Grazie
Ma ti trovo su google plus ?
Grazie! Sì, mi stai già seguendo : plus.google.com/u/0/b/109574452758984933910/+AdaltavoceEnvozaltaCorsanico/posts?pageId=109574452758984933910 Un abbraccio!
Ad alta voce / En voz alta Ma non a sufficienza ! Un abbraccio anche a te !
Non c è pieta c e la morte