Ep. 225 - Papale papale -"Voto"

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  • Опубликовано: 1 авг 2024
  • Giovanni Paolo I, Angelus 24 settembre 1978
    Pio X, nel 1906, proprio qui a Roma aveva beatificato le sedici Carmelitane di Compiègne martiri durante la rivoluzione francese. Durante il processo si sentì la condanna: « a morte per fanatismo ». E una nella sua semplicità ha chiesto: « Signor Giudice, per piacere, cosa vuol dire fanatismo? », e il giudice: « è la vostra sciocca appartenenza alla religione ». « Oh, sorelle!, ha detto allora la suora, avete sentito, ci condannano per il nostro attaccamento alla fede. Che felicità morire per Gesù Cristo! ». Sono state fatte uscire dalla prigione della Consiergerie, le hanno fatte montare sulla fatale carretta, durante la strada han cantato inni religiosi; arrivate al palco della ghigliottina, uno dopo l'altra si sono inginocchiate davanti alla Priora e hanno rinnovato il voto di obbedienza.
    Pio XII radiomessaggio 24 dicembre 1942
    Vogliono forse i popoli assistere inerti a così disastroso progresso? o non debbono piuttosto, sulle rovine di un ordinamento sociale, che ha dato prova così tragica della sua inettitudine al bene del popolo, riunirsi i cuori di tutti i magnanimi e gli onesti nel voto solenne di non darsi riposo, finché in tutti i popoli e le nazioni della terra divenga legione la schiera di coloro, che, decisi a ricondurre la società all'incrollabile centro di gravitazione della legge divina, anelano al servizio della persona e della sua comunanza nobilitata in Dio?
    Questo voto l'umanità lo deve agl'innumerevoli morti, che giacciono sepolti nei campi di guerra.
    (...) Questo voto l'umanità lo deve all'infinita dolente schiera di madri, di vedove e di orfani, che si son veduti strappare la luce, il conforto e il sostegno della loro vita.
    Questo voto l'umanità lo deve a quegl'innumerevoli esuli che l'uragano della guerra ha spiantati dalla loro patria e dispersi in terra straniera.
    (...) Questo voto l'umanità lo deve alle centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento.
    Questo voto l'umanità lo deve alla fiumana di lagrime e amarezze, al cumulo di dolori e tormenti, che procedono dalla rovina micidiale dell'immane conflitto e scongiurano il cielo, invocando la discesa dello Spirito, che liberi il mondo dal dilagare della violenza e del terrore.
    Paolo VI messaggio Urbi et Orbi 2 ottobre 1972
    Ancora, ancora: noi rivolgiamo il voto di Pace a tutti coloro che soffrono, ai malati, ai poveri, agli oppressi, ai carcerati, agli orfani, alle vedove . . . Ci trema sulle labbra questo voto, perché vorremmo che non fosse soltanto parola, ma aiuto effettivo, servizio, conforto liberatore e rigeneratore: noi benediciamo coloro che, in nome di Cristo risorto, per voi lo rendono tale.
    (...) Pace a voi! Sembrerà a taluno che questo augurio non abbia nulla di originale; è sempre lo stesso! Sì, è sempre lo stesso, nel suono delle labbra e nel voto del cuore, perché sempre lo stesso è in noi e nel mondo il bisogno della pace.
    Giovanni Paolo II, celebrazione eucaristica in occasione della dedicazione del nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore 4 luglio 1999
    Con la dedicazione di questo nuovo Santuario viene oggi sciolto parzialmente un voto che i romani, invitati dal Papa Pio XII, fecero alla Madonna del Divino Amore nel 1944, quando le truppe alleate stavano per lanciare l'attacco decisivo su Roma occupata dai tedeschi. Davanti all'immagine della Madonna del Divino Amore, il 4 giugno di quell'anno, i romani invocarono la salvezza di Roma, promettendo a Maria di correggere la propria condotta morale, di costruire il nuovo Santuario del Divino Amore e di realizzare un'opera di carità a Castel di Leva. In quello stesso giorno, dopo poco più di un'ora dalla lettura del voto, l'esercito tedesco abbandonò Roma senza opporre resistenza, mentre le forze alleate entravano per Porta San Giovanni e Porta Maggiore, accolte dal popolo romano con manifestazioni di esultanza.

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