Officine Editoriali #11 Barbascura X e Chiara Galeazzi

«-”Elogio della bruttezza della natura”. Però tu, comunque, l’hai messo anche in copertina, ne parli subito all’inizio: sei ossessionato dai panda.
-Non sono ossessionato dai panda.
-Sei ossessionato dai panda! Cosa ti hanno fatto questi panda?
-Dato che questo volume vuole rilanciare il concetto di bruttezza ed è nato da un lungo discorso che mi sono fatto sul nostro ruolo di conservazione di come noi salviamo principalmente ed esclusivamente le specie belle e facciamo estinguere quelle brutte perché a noi non piacciono, ci stanno sul cazzo e quindi non ce ne frega niente, me la prendo particolarmente col panda perché rappresenta tutto il male, lo specismo dell’essere umano, secondo me.»
In questa nuova puntata di Officine Editoriali Barbascura X e Chiara Galeazzi si confrontano sull’esistenza di quegli animali brutti - come i ragni - in grado però di realizzare cose magnifiche, di articoli assurdi e di dinamiche sociali, cercando di rispondere a un’unica domanda fondamentale: “A che cosa serve la bellezza in natura?”
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" il panda non è stato scelto come simbolo delle umanitarie perchè oggettivamente bello (solo i felini e gli scarabei lo sono) ma perchè ha le occhiaie ed è bianconero.
le occhiaie vengono percepite dagli umani come segni di sofferenza di brutte nottate passate a cullare nutrire e difendere i piccoli di uoma (l amore materno nei mammiferi è una furbata della natura chè quelli non possono partorire millemila figli per volta e quindi non possono permettersi di perdere quei pochi frangipalle che mettono in terra),
il bianconero ricorda all inconscio il buio primordiale e la luna a cui il cervello rettiliano ulula ,e poi la depressione ,la tristezza, l assoluta necessità di essere salvati."

[@coencoen.]

la panniculopatia è una malattia da disfunzione.
i maschi cominciarono a costringere le donne ad adornarsi e a ricorrere ad artifizi pericolosi e antisalutari quando capirono che chi bello vuole apparire un poco deve soffrire ,e allora perchè non far soffrire quelle che già non vanno alla guerra nè ai lavori troppo pesanti, e mettersi seduti comodi a guardarsi lo strep da loro prescelto per nove settimane e mezzo.