Sono in disaccordo. Primo: premiare chi è precario da tanti anni significa riconoscere che la precarietà è buona, anzi più ce n'è e più è duratura, meglio è. Questo è sbagliato. Se ci sono precari di lungo corso in questo momento è per via di un degrado burocratico e psicotico della macchina amministrativa, ed è giusto che vadano integrati, ma con una sanatoria, non istituzionalizzando il precariato, altrimenti in futuro diventerà sempre di più la regola. Secondo: certe nozioni di pedagogia e soprattutto di legislazione scolastica devono essere pretese(e gratuitamente elargite mi verrebbe da dire) quando il posto è già sicuro. Esiste un anno di prova, usiamo quello. Non si chiederebbe mai ad un qualsiasi operaio di impararsi le norme interne di un'azienda, l'uso degli spazi, i turni, gli orari, e via dicendo, prima di averlo assunto e chiedergli queste nozioni in un colloquio per l'assunzione. Al massimo si può pretendere un patentino, una certificazione, ma anche l'operatività in senso stretto viene poi appresa nel primo periodo di lavoro. Un laureato che si approccia al mondo dell'istruzione deve dimostrare di essere veramente competente nella propria materia. Tutto ciò che riguarda l'insegnamento è suo diritto e dovere impararlo mentre il contratto di lavoro è già avviato verso l'assunzione indeterminata, eventualmente in un periodo di prova che invece di essere una formalità inutile per come viene utilizzato adesso, sia strutturato veramente per prevedere una valutazione finale ed un eventuale non superamento di alcuni requisiti, con possibile allontanamento dal mondo scolastico oppure riqualificazione in altri settori (ad esempio ata o che ne so).
Bravissima Luisa. Sempre chiara ed efficace !
Grazie infinite.
Sono in disaccordo. Primo: premiare chi è precario da tanti anni significa riconoscere che la precarietà è buona, anzi più ce n'è e più è duratura, meglio è. Questo è sbagliato. Se ci sono precari di lungo corso in questo momento è per via di un degrado burocratico e psicotico della macchina amministrativa, ed è giusto che vadano integrati, ma con una sanatoria, non istituzionalizzando il precariato, altrimenti in futuro diventerà sempre di più la regola. Secondo: certe nozioni di pedagogia e soprattutto di legislazione scolastica devono essere pretese(e gratuitamente elargite mi verrebbe da dire) quando il posto è già sicuro. Esiste un anno di prova, usiamo quello. Non si chiederebbe mai ad un qualsiasi operaio di impararsi le norme interne di un'azienda, l'uso degli spazi, i turni, gli orari, e via dicendo, prima di averlo assunto e chiedergli queste nozioni in un colloquio per l'assunzione. Al massimo si può pretendere un patentino, una certificazione, ma anche l'operatività in senso stretto viene poi appresa nel primo periodo di lavoro. Un laureato che si approccia al mondo dell'istruzione deve dimostrare di essere veramente competente nella propria materia. Tutto ciò che riguarda l'insegnamento è suo diritto e dovere impararlo mentre il contratto di lavoro è già avviato verso l'assunzione indeterminata, eventualmente in un periodo di prova che invece di essere una formalità inutile per come viene utilizzato adesso, sia strutturato veramente per prevedere una valutazione finale ed un eventuale non superamento di alcuni requisiti, con possibile allontanamento dal mondo scolastico oppure riqualificazione in altri settori (ad esempio ata o che ne so).