Frasca Purgatorio Canto XXVIII e Canto XXIX

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  • Опубликовано: 5 фев 2025
  • 19 maggio 2020

Комментарии • 2

  • @qoheletalfonsopetrellese3166
    @qoheletalfonsopetrellese3166 4 года назад +1

    Prof vorrei fare un'osservazione qui dato che non ho potuto seguire questa lezione e l'ho recuperata adesso. Al minuto 1:31:20 lei cita la definizione di una dantista inglese che vede Dante come "everyman", uomo qualunque, il quale compie un viaggio grandioso, il più grande di tutti. Io non so se questo studioso abbia effettivamente pensato a ciò, ma riflettendo su un altro canto molto simile a questo(il canto VIII, quello della rappresentazione allegorica nella valletta dei principi) e sui numerosi punti in comune di quel canto con questo, non posso fare a meno di pensare ai morality plays del '400. Infatti, uno dei più famosi morality play è proprio "Everyman" e come nella Divina Commedia(e per essere ancora più precisi nel Purgatorio) si parla di un uomo qualunque, metafora dell'umanità, che compie un viaggio alla ricerca della salvezza ed è continuamente circondato da virtù e vizi. Non so se questo legame fra le due cose sia effettivamente giusto ma giuro che sia nel caso del canto VIII sia nel caso del canto XXIX ho subito pensato ai morality plays medievali.

    • @gabrielefrasca7046
      @gabrielefrasca7046  4 года назад +3

      Il dantista in questione è Charles Singleton, americano e uno dei (non pochi) traduttori inglesi della Commedia. Penso che si riferisse sicuramente all'"Everyman" e alla tradizione dei Moralities, ma con un retropensiero allo stesso "Ulysses" di Joyce, che forse è l'opera più dantesca, e purgatoriale (a dar ragione al giovane Beckett), dell'intero Novecento. Comunque: ha fatto più che bene a pensarci.