Philip K. Dick e il dilemma dell’umano: un’analisi filosofica di Blade Runner

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  • Опубликовано: 17 янв 2025

Комментарии • 24

  • @ScorribandeFilosofiche
    @ScorribandeFilosofiche  6 дней назад

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    Francesco Dipalo, Filosofia sotto il portico. Lo Stoicismo Antico in compendio per studenti veraci e non-filosofi appassionati
    Disponibile dal 20 maggio 2023
    Introduzione, traduzione dei brani antologici e testi a commento di Francesco Dipalo
    Sinossi: “Filosofia sotto il portico” introduce al pensiero stoico antico in maniera organica e completa. La parte centrale dell’opera, preceduta da un agile compendio, passa in rassegna un’ampia antologia di testi accuratamente commentati e annotati per poter essere utilizzati in chiave pratico-filosofica. Completano il lavoro un glossario del lessico stoico e alcuni spunti bibliografici per ulteriori approfondimenti. Come recita il sottotitolo, l’ultimo lavoro del prof. Dipalo (già autore di Liberi dentro. Il Manuale di Epitteto da praticare) è rivolto specificamente a “studenti veraci” e a “non-filosofi appassionati”, cioè a tutti coloro i quali, giovani o meno giovani, pur non avendo una preparazione accademica, non temano la sfida della complessità e amino mettersi personalmente in gioco come esploratori di visioni del mondo altre.
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  • @eliamokbel7205
    @eliamokbel7205 3 дня назад +1

    Bellissima puntata, professore!Da appassionato di filosofia,ed ancor + di sf,devo dire che quest' ultima fornisce un'infinità di situazioni eccellenti x inquadrare le tematiche filosofiche in contesti fantastici che meglio le fanno risaltare,rendendole, se possibile,ancor + appassionanti!Devo aggiungere però che x me,il linguaggio,come strumento narrativo,rimane un mezzo molto + sofisticato della cinematografia, poiché permette una comunicazione + completa e capace di sollecitare l'intelletto in funzione di una crescita reale,cosa questa molto meno realizzabile con una pellicola.Non a caso gli adattamenti cinematografici 99% delle volte stravolgono il soggetto letterario dal quale vengono estrapolati.Anche se all'epoca Ridley Scott riuscì a mantenere integro il carattere "Dickiano" del racconto pur alterandone alcuni punti secondari.

  • @gianpierofaravelli8195
    @gianpierofaravelli8195 4 дня назад +2

    GRAZIE PROFESSORE, secondo me ha fatto un'analisi preziosa per capire pienamente il romanzo ed il bellissimo film

  • @MassimoPaglialunga-py6pm
    @MassimoPaglialunga-py6pm 4 дня назад +1

    L'uso di sostanze psicortope mi da' conferma sul come sia riuscito in tempi lontani a predire il futuro.
    Uno sciamano...
    Grazie prof!

  • @faustaf.8461
    @faustaf.8461 4 дня назад +2

    Grazie infinite professore. Sempre interessanti e profonde le sue lezioni

  • @0090claudia
    @0090claudia 5 дней назад +3

    Amo P. Dick. "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" , sul grande schermo "Blade Runner" con le sue questioni sull'empatia, che in me risuona anche Compassione, il tema dell' uomo e le "macchine" si sta rivelando profetico.
    " Io ho visto cose che voi umani...", il monologo finale di Rutger Hauer è pura poesia.
    La capacità di interrogarsi sul nostro sé autentico ritorna più
    volte sia nell'umano che nell'androide.
    Per gli amanti della fantascienza propongo " Moon" film del 2009.
    Grazie professore per la sua presentazione ed analisi. 👏👏❤️‍🔥

    • @ScorribandeFilosofiche
      @ScorribandeFilosofiche  5 дней назад +1

      Grazie del suggerimento Claudia. Vedo di rimediarlo! Un caro saluto

    • @0090claudia
      @0090claudia 5 дней назад

      @ScorribandeFilosofiche Il film, secondo me, è uno dei film di fantascienza degni di essere chiamati tali. Mi piacerebbe molto avere una sua opinione. Un caro abbraccio professore.

    • @faustaf.8461
      @faustaf.8461 5 дней назад

      Grazie Claudia per la segnalazione

    • @gianlucaciampi4610
      @gianlucaciampi4610 4 дня назад

      Caro prof, alcuni temi soprattutto nel film mi riconducono al Frankenstein della Shelley (leggi anche figlia di Godwin) e ai film tratti dal romanzo. Il difficile rapporto "creatura" Creatore vale sempre la domanda di John Milton : ti chiesi io Creatore, dall' argilla di crearmi uomo, dall' oscurità promuovermi...

  • @antonellaguzzon4328
    @antonellaguzzon4328 4 дня назад +2

    Grazie ❤❤❤❤

  • @faustoocchipinti
    @faustoocchipinti 5 дней назад +2

    Grazie mille professore

  • @luciasantonastasi7388
    @luciasantonastasi7388 4 дня назад +1

    Grazie infinite professore ❤

  • @AngelaBalan-q9g
    @AngelaBalan-q9g День назад

    Grazie ❤!

  • @marcovolo2013
    @marcovolo2013 5 дней назад +1

    il declino imminente di questo presente….. brividi…

  • @roba_recondita
    @roba_recondita 4 дня назад +1

    In tesi, verso la conclusione del primo capitolo, avevo realizzato un piccolo collegamento tra una riflessione esistenziale, volta allo svuotamento egoico, e la scena finale emblema di questo epocale film.
    Nel testo annoto l'avvertire inesorabile della mia limitata sezione di vita risfociare alla fonte, e tento di accogliere come i contenuti di vita in essa «andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia».
    Ripropongo una frazione del testo, sollecitato dal video:
    "[...] Un attimo prima di precipitare, a sorpresa, il replicante si adopera per salvare chi fino ad ora lo aveva braccato e aveva ucciso i propri simili, tra cui la propria amante.
    Il replicante sembra venire raggiunto da un’ultima esperienza che vuole condividere con il proprio nemico: che tutto il tempo speso per acquisire la consapevolezza umana e tutto il suo bagaglio emozionale, non bastano a stare al pari con la vita.
    Egli è sorpreso di aver vissuto una vita breve ma intensa, scoprendosi di aver visto cose che noi umani non possiamo immaginare.
    Il replicante, davanti gli occhi increduli del suo cacciatore e dello spettatore, sta apprendendo per un’ultima volta, la lezione più tragica d’apprendere sulla vita degli esseri umani. Che, per quanto non si possa fare a meno di vivere una vita, una vita è insufficiente. Con un ultimo tenero sorriso accarezzato dalla pioggia, prima del trapasso, avverte che ora «è tempo, di morire».
    L’attore, che parla dalla maschera, in questa scena sembra alludere che la vita trascende la vita singolare, ed erompe le rappresentazioni che ci si fa di se e del mondo. Forse il replicante ha voluto lasciare vivere il proprio cacciatore, affinché poi questi fosse libero di testimoniarne le imprese, come per aiutarlo a portare a compimento la propria esistenza, al di là della fine della propria vita. Questa sequenza mi interroga. Mi suggerisce anche che nella fuggevolezza del fluire incessante che permea la vita, io (come il cyborg del film, e come chi mi sta leggendo) ho trovato comunque un modo di affiorare dal mondo. E un giorno vi risprofonderò in grembo.
    “Sento” che seppure quei momenti e quelle situazioni di vita mi oltrepassino da ogni direzione, il mio esistere ha ricavato il sostegno tangibile per affiorare. Se una fine in qualche modo è scontata, l’inizio non lo è stato affatto.
    E se una vita non basta, paradossalmente la mia vita, qualunque vita, è in un certo senso, come dire, una volta per sempre.
    Mi sentirei sbalzato nel tempo e nello spazio se cominciassi a problematizzare sul serio questo fluire incessante, gravido e annichilente insieme. Probabilmente perché sembra trattarsi di una problematizzazione aporetica, cioè senza via d’uscita, o cioè senza soluzione univoca. L’essere umano del passato ha dato asilo a questo tipo di problemi con il genere “tragico”.
    Intuisco che occorra in qualche modo contenere, premere, colmare, reprimere, allontanare, sotterrare, smussare una simile problematizzazione. Non lasciare che mi con-fondi con essa, che mi trapassi. Pur facendo già parte dalla nascita indisgiungibile di essa?
    Però, a questo punto mi verrebbe da dire che la stessa mia coscienza è una forma di atto di difesa, un principio fragile di neghentropia, che alla precarietà insita nel mondo naturale risponde (o tenta) con l’arbitrio di un mondo socialmente interpretato [...]".

  • @monicamenesello8908
    @monicamenesello8908 4 дня назад +2

    Grazie Professore
    ◻◻◻◻◻
    ◻◻◻◻◻
    ◻◻💌◻◻
    ◻◻◻◻◻
    ◻◻◻◻◻

  • @elijasabadin9602
    @elijasabadin9602 5 дней назад +1

    Per me nel film,è stato eccelso il momento nel quale, Harrison Ford, chiede a Rachel, qualcosa circa la sua storia, e lei gli porge delle fotografie di una presunta famiglia; "innesti" gli risponde il cacciatore di replicanti.
    Quante associazioni si potrebbero fare con le tradizioni orientali; dal Buddismo al Vedanta! Saluti.

    • @roba_recondita
      @roba_recondita 4 дня назад

      Posso chiedere qualche rimando a tal proposito?

  • @matteocaporioni7391
    @matteocaporioni7391 4 дня назад +1

    L'umanità presente nei replicanti di Blade Runner è indistinguibile da quella presente negli esseri umani, esattamente come le lacrime sono indistinguibili dalla pioggia quando si mescolano ad essa. La macchina smette di essere tale quando diventa indistinguibile dall'uomo. E allora viene da chidersi: coscienza e materia inanimata non sono forse formate già in origine dalla stessa sostanza elementare?

  • @paolovalentini440
    @paolovalentini440 4 дня назад +1

    Certi comportamenti degli umani fa ripensare con dubbi clandestini alla non empatia delle macchine.