Campane di Dierico di Paularo (UD) Dièri - Pieve di Santa Maria Maggiore
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- Опубликовано: 13 дек 2024
- ⚜️SPECIALE CRISTO RE⚜️
SUONATE PREFESTIVE NELLA XXXIVª DEL TEMPO ORDINARIO:
Sabato 23 novembre 2024 San Clemente:
18.00 Battitore
18.02 Ribattito e Dopli come primo richiamo alla Santa Messa Prefestiva di Cristo Re delle 18.30;
18.15 Bot C.Grande come ultimo richiamo alla Santa Messa Prefestiva di Cristo Re delle 18.30 [non presente nel video]
Pieve Parrocchiale di Santa Maria Maggiore;
Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Dierico di Paularo;
Arcidiocesi di Udine;
Forania della Montagana • Collaborazione Pastorale della Pieve Prepositurale, ex sede Cattedrale di San Pietro in Carnia di Zuglio;
Comune di Paularo;
Frazione di Dierico;
Ente di Decentramento regionale di Udine;
Friuli - Venezia Giulia (Carnia).
Le tre Campane:
Concerto di tre campane in Min3 Maggiore, a slancio friulano, fuse da Daciano Colbachini di Padova (PD); più un campanello fuso da Francesco Broili di Udine (UD) in Do4 a slancio.
Dedicazione Campane:
C.Piccola:???;
C.Mezzana:???;
C.Grande: Santa Maria Madre de Signore Gesù e tutti i Defunti.
Curiosità:
La Pieve:
Nel 1870 il corpo centrale della chiesa, escluso il coro, era cadente e venne demolito. Nel 1883-1884 la chiesa subì una completa ristrutturazione e venne aggiunto l’attuale corpo architettonico a croce greca. Il coro dell’antica chiesa venne salvato e inglobato nella nuova costruzione. A seguito del sisma del 1976, tra il 1980 e il 1983 la chiesa venne restaurata ed in tale occasione venne tolto l’intonaco che copriva gli affreschi.
Oggi l’edificio si presenta a pianta centrale a croce greca, posto su un terrazzo elevato rispetto alla strada principale. Il complesso è caratterizzato dal tamburo centrale ottagonale con quattro oculi, culminante nel tetto a falde. Dal vano centrale, caratterizzato dalle possenti arcate ogivali, si dipartono due bracci laterali con altrettanti altari, e si eleva la lanterna centrale che dà luce all’interno. Nell’angolo fra il presbiterio e il braccio di sinistra si eleva la torre campanaria.
Sul fondo, sopraelevato di due gradini, si trova il profondo presbiterio cui si accede tramite un arco ogivale, che si conclude con un abside a tre lati, voltato a vela con costolonature, chiavi di volta e mensole lapidee, corrispondente al coro dell’antica chiesa.
Nel secolo XVI la chiesa di Dierico si arricchì del suo splendido altare in legno dorato oggi collocato nel coro, opera di Antonio Tironi da Bergamo. Si tratta di uno dei tanti artisti lombardi, stabilitisi in Friuli nel XVI secolo. Della sua vita si sa poco. Nel 1500 lavorava di intaglio a bottega a Udine, città nella quale morì nel 1528. Ebbe il suo primo incarico in autonomia nel 1506 e si hanno notizie di almeno sedici ancone da lui eseguite e d’altre cinque a lui ordinate.
La grande ancona di Dierico, commissionata all’artista nell’agosto del 1522, è giunta fino ad oggi pressoché intatta e ben conservata. Il grande altare consta di una struttura a tre piani sovrapposti, con nicchie separate con archi e lesene, entro le quali si allineano complessivamente quindici statue. Tutta la struttura è chiusa da un’intelaiatura solida, massiccia, con pilastri decorati con un fine intaglio di foglie e fiori secondo il gusto lombardesco.
Partendo dall’alto, al centro, è collocata la figura del Redentore, ai lati, le Vergini Martiri a mezzobusto in spazi definiti da colonne, a sinistra Santa Lucia e Santa Caterina, a destra Santa Barbara e Santa Apollonia.
Nel piano mediano, al centro si staglia la figura di San Giorgio che uccide il drago. Ai lati, in singole nicchie ed a figura intera, a sinistra San Floreano e Sant’Urbano Papa, a destra San Vito e San Rocco.
Nel piano inferiore, in centro, è posta la Vergine Maria Incoronata col Bimbo in braccio. La figura è mistica e melanconica, il panneggio elegante e sobrio. Ai lati, anche qui in singole nicchie, stanno due statue a figura intera per parte, a sinistra San Leonardo e San Giovanni Battista e a destra San Pietro e San Michele.
L’opera rivela nelle statue una varietà di posizioni, di movimenti, di espressione e di panneggi del tutto singolare nella cerchia degli intagliatori locali. L’ancona poggia su un finissimo altare fornito di un paliotto con angioletti in gloria, che rivelano una padronanza di schemi e mezzi tecnici per nulla arretrati in rapporto alla coeva scultura italiana. Questa opera lignea del Tironi da Bergamo, è ritenuta forse la migliore tra le poche rimaste dell’artista.
Vi sono notizie che a Dierico lavorò anche l’altro grande intagliatore cinquecentesco Giovanni Martini, nato a Udine, tra il 1470 ed il 1475 e qui morto nel 1535. E’ pervenuto un documento del 3 novembre 1551, con il quale il genero del Martini Giovanni Bonis-Leale, richiede agli uomini di Dierico in Carnia il pagamento di un’ancona fatta dal suocero, opera della quale si è persa traccia.
Buona Visione!
Buona Festa di Cristo Re!
CHIEDO SCUSA SE IL BATTITO DELLE ORE È STATO REGISTRATO MALE!