Miodesopsie o mosche volanti

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  • Опубликовано: 10 ноя 2020
  • Le Miodesopsie, dette anche "mosche volanti", sono un sintomo molto frequente che porta i pazienti ad avere delle preoccupazioni e li spinge ad andare a fare una visita oculistica.
    Le miodesopsie si possono dividere, da un punto di vista anatomopatologico, in miodesopsie benigne, in cui i corpi mobili, cioè queste piccole moschine che il paziente vede, queste piccole ragnatele e opacità fluttuanti all'interno del campo visivo, sono dovuti alla normale imperfezione del gel vitreale; l'occhio è una sfera all'interno della quale c'è un gel che lo riempie e questo gel si chiama "vitreo": pur essendo pressoché perfetto ed essendo costituito al 99% da acqua può presentare delle imperfezioni, anche il vitreo più perfetto di un soggetto sano ha qualche piccolo corpo mobile. Queste imperfezioni possono essere percepite dal paziente soprattutto quando si guarda il cielo, in condizioni di grande luminosità, guardando una superficie bianca o, appunto, un cielo azzurro.
    Questi piccoli corpi mobili sono assolutamente benigni e non causano nessun tipo di problema; possono aumentare nel corso della vita e anche degenerare, ossia il corpo vitreo a un certo punto, man mano che andiamo avanti negli anni, tende a disidratarsi e quindi a collassare su se stesso; il vitreo tende a staccarsi dalla retina nella parte posteriore, quindi sulla retina centrale, quella che serve per vedere (che si chiama macula) e sul nervo ottico.
    Il vitreo, a seconda di come si stacca dalla superficie retinica, dal tempo che ci mette a staccarsi e se è un evento molto acuto o più rallentato nel tempo, può causare dei sintomi ma anche dei danni, ossia: un vitreo staccato in maniera acuta può causare delle emorragie sulla superficie retinica e può causare delle rotture sulla base vitreale, quindi sulla parte anteriore dell'occhio. Ecco quindi che il paziente si presenta dall'oculista con una sintomatologia acuta, che è quella di avere le miodesopsie importanti e non dei corpi mobili che vediamo tutti, ma dei corpi mobili decisamente più importanti, fluttuanti e soprattutto che possono anche oscurare in parte il campo visivo; questo paziente deve essere esaminato attentamente dall'oculista, in modo da poter capire quali siano i rapporti del vitreo con la retina, quindi se si è formata una rottura di retina il paziente va immediatamente fermato e trattato con il laser ad Argon, va cucita la retina e il paziente stesso deve essere messo in posizione per alcuni giorni, in modo che non possa muoversi e che il laser possa fare effetto e incollare la retina.
    Se non ci sono alterazioni della retina (quali rotture o fori periferici) vanno analizzate (in maniera corretta e non semplicemente con l'oftalmoscopia) con l'OCT la superficie della retina centrale e la macula, in modo da capire quali siano i rapporti intimi della superficie retinica con il vitreo; l'OCT consente di capire se il vitreo è staccato sulla testa del nervo ottico, sulla fovea (cioè sulla zona centrale della retina) oppure se è staccato sulla macula e quale di queste tre modalità è in atto.
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