Lula - La vecchia miniera di Sos Enattos

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  • Опубликовано: 10 окт 2023
  • La miniera di Sos Enattos sorge a breve distanza dal Monte Albo, dichiarato dall’Unione Europea un sito di interesse comunitario (SIC).
    Si dice che sia stato un pastore di Lula di nome Evaristo Mureddu ad avere rintracciato, alle falde del monte Albo, le tracce delle vecchie coltivazioni piombifere dei romani e d'averne dato notizia ad alcuni ricercatori che battevano quei luoghi che già il Generale La Marmora aveva segnalato come interessati da importanti mineralizzazioni. Saranno quindi i fratelli Paganelli ad ottenere nel 1864 la concessione, trovandosi come soci i signori Guerrieri e Accade. Questi quattro soci saranno quindi gli iniziatori delle attività industriali a Sos Enattos. La loro presenza sarà peraltro breve giacché dopo una decina d'anni cederanno i loro diritti ad una signora, Raimonda Angioni vedova Sancio, che farà, comunque da passacarte per nuovi concessionari guidati da un esperto ingegnere minerario, l'ingegner Emilio Jacob.
    Si darà così inizio a dei razionali lavori minerari con un notevole progresso nelle produzioni e, soprattutto, con la messa in luce di nuovi interessanti filoni, assai ricchi in piombo e argento.
    Ma anche questa miniera, con i suoi lenti ritorni dagli investimenti e la conseguente necessità di dover disporre di notevoli capitali, farà sì che Jacob dovette lasciare il passo, nel 1905, alla "Malfidano", la società francese che va sfruttando le calamine del salto di Gessa. Anche qui è la blenda (cioè un minerale di zinco) ad abbondare ed è quindi questa la ragione che motiverà nuovi interessi. Fra i quali emergeranno quelli della "Pertusola" che, a metà degni anni '30, ne acquisirà la concessione. Gli anni della guerra (quella del 1940-45) vedranno la cessazione dei lavori e, insieme, l'abbandono di ogni interesse su questa miniera.
    Bisognerà attende il 1952 perché ci sia una nuova richiesta di concessione per lo sfruttamento: lo presenterà la "Montecatini" a nome di una neo-costituita società: la RI.MI.SA. Ricerche Minerarie Sarde spa". Dopo avere effettuata una vasta campagna di ricerca, la nuova concessionaria finanzierà un profondo rinnovamento degli impianti, in modo che possano allinearsi sui valori delle produzioni stimate in circa 500 tonnellate/giorno di grezzi.
    A metà degli anni '60 i primi segnali di crisi avrebbero ridimensionato i programmi, avanzando contatti con la Regione Sarda perché intervenisse a salvaguardare l'occupazione: così nel 1971 l'intero capitale della RI.MI.SA. passerà dalla "Monteponi-Montevecchio spa" all'Ente Minerario Sardo. Dopo anni di difficoltà gestionali, la chiusura definitiva della miniera avverrà nel 1997.
    Non distante da Sos Enattos sono ancora visibili i resti di due importanti miniere di galena e argento come quella di Guzzurra e quella di Argentaria (Arghentaria) e i resti dei villaggi minerari.
    Quel pezzo di terra nel cuore della Sardegna, al confine tra l’alta Baronia e la Barbagia di Nuoro, ha iniziato a essere sfruttato come “sorgente” di materie prime già nel Neolitico recente, quando si estraeva il talco “steatite”, lavorato per la realizzazione di oggetti artistici come le statuette della Dea Madre, divinità femminile primordiale, adorata dai popoli prenuragici e nuragici che abitavano la Sardegna nell’antichità, di cui sono stati trovati manufatti in tutta l’isola.
    Sono databili all’epoca romana pozzi e gallerie da cui si estraevano piombo e argento, rimasti intatti fino al 1960. “Il primo punto di svolta della miniera fu il passaggio alla Societé anonyme des mines de Malfidano (1905). Il momento di maggior splendore quando fu rilevata dalla Rimisa (1951) che portò il livello produttivo ai massimi storici, grazie all’ammodernamento di vecchie gallerie e alla costruzione di una diga, una nuova laveria, magazzini, officina, cabina elettrica, uffici, alloggi e servizi per operai. Nel 1971 fu ultimato il pozzo Rolandi e la proprietà passò all’ente minerario sardo, che cercò di migliorare produzioni e rendimenti”.
    Nelle miniere di Lula nel 1899 si ebbe uno dei primi scioperi del Regno d’Italia. I minatori entrarono in agitazione contro la società mineraria dell’epoca, chiedendo miglioramenti salariali e riduzione dell’orario di lavoro da 12 a 8 ore, proteste che si diffusero poi in tutte le miniere dell’isola. Tali proteste si conclusero, nel 1904, con l’eccidio di Buggerru. In quella occasione, i militari chiamati per reprimere la protesta aprirono il fuoco contro gli operai in sciopero nella miniera dell’Iglesiente, uccidendone quattro. La reazione a questi fatti fu tale da portare in Italia al primo sciopero generale che si protrasse dal 16 al 21 settembre del 1904, al quale aderirono i lavoratori italiani di tutte le categorie.

Комментарии • 3

  • @mascalzonesardo
    @mascalzonesardo 9 месяцев назад

    Bravissima 😊

  • @OLAF_EL_CONQUISTADOR
    @OLAF_EL_CONQUISTADOR 9 месяцев назад +1

    que preciosidad, esta abandonado el lugar?

    • @esploratricecuriosa
      @esploratricecuriosa  9 месяцев назад +2

      Come ho già scritto la chiusura della miniera di Sos Enattos risale al 1997
      L' area è chiusa al traffico e controllata da custodi e telecamere perché tutta l’area dell’ex miniera di Sos Enattos, a Lula in provincia di Nuoro, è stata individuata per ospitare Einstein Telescope. La Sardegna è una regione caratterizzata da una bassissima sismicità naturale. L’area di Sos Enattos, inoltre, è un’area con scarsa antropizzazione e quindi con disturbi legati alle attività umane estremamente ridotti. Per eseguire le misure di grande precisione, è fondamentale che Einstein Telescope sia collocato in un’area immersa nel ‘silenzio
      Le due aree candidate a ospitare uno dei progetti scientifici più ambiziosi di sempre sono da un lato la miniera dismessa di Sos Enattos, a Lula, in una zona poco popolata della Sardegna; dall’altro Limburg, in Olanda, al confine con Belgio e Germania e non lontana da Maastricht.
      Einstein Telescope sarà il futuro rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione in Europa. Molto più sensibile degli attuali rivelatori della precedente generazione, i due interferometri gemelli Ligo negli Stati Uniti e il rivelatore Virgo in Italia. E riuscirà a osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore. ET permetterà di studiare i segnali di onde gravitazionali con grandissima precisione, aprendo opportunità straordinarie per la fisica fondamentale, l’astrofisica e la cosmologia.
      Con Einstein Telescope sarà possibile studiare la storia dell’universo andando indietro nel tempo, avvicinandosi quasi al Big Bang. E questo grazie alla rivelazione sulla Terra delle onde gravitazionali prodotte da eventi cosmologici, come la fusione di buchi neri o di stelle di neutroni, a distanze inimmaginabili.
      Proprio per il suo enorme potenziale di scoperta e di conoscenza, la comunità scientifica considera Einstein Telescope come un progetto di impatto mondiale.