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- Опубликовано: 27 ноя 2024
- Gargantua e Pantagruel.
François Rabelais
Classici della letteratura europea
Gargantua e Pantagruele (La vie de Gargantua et de Pantagruel) è una serie di cinque romanzi scritti da François Rabelais nella prima metà del Cinquecento. L’opera è una satira con un linguaggio semplice e vivace, a tratti triviale. Rabelais diede i primi due libri da pubblicare all’editore François Juste di Lione nel 1542, firmandosi con lo pseudonimo e anagramma Alcofribas Nasier.
1532-64, titolo corrente di un ciclo narrativo composto da 5 romanzi, di François Rabelais
Libro I - Da un orecchio di Gargamelle, sposa di Grangousier, nasce il gigante Gargantua, erede del regno di Utopia. Dopo una prima educazione all’insegna dei principi pedagogici medievali Gargantua, che nulla ha imparato, viene affidato al saggio Ponocrate che lo avvia a un’educazione armoniosa dello spirito e del corpo secondo i principi umanistici. Viene mandato a studiare a Parigi, dove entra a dorso di un’enorme giumenta che con la coda riesce ad abbattere una foresta e che egli adorna con le campane di Nôtre-Dame. Compie poi la sua prima impresa sconfiggendo il re Picrochole con l’aiuto del frate Jean des Entommeures. Come premio per la vittoria Gargantua dona al frate e ai sudditi l’abbazia di Thélème, dove uomini e donne vivono in armonia seguendo il precetto del “fai quel che vuoi”.
Libro II - Dal matrimonio di Gargantua con Badebec, che muore dopo il parto, nasce Pantagruel, come il padre gigantesco per dimensioni, smisurato nell’appetito, nelle funzioni fisiologiche e nelle azioni iperboliche. Anche Pantagruel viene inviato a Parigi a perfezionare l’educazione, dopo essere stato in tutte le più importanti università. A Parigi entra in amicizia con Panurge, chierico erudito e scapestrato burlone, con il quale forma una compagnia di amici di cui fanno parte Epistèmon, Eusthènes, Carpalim. Tutti lo aiutano a combattere e vincere i Dipsodi e i Giganti, che minacciano la capitale del regno di Utopia. Finita la guerra Panurge riattacca la testa di Epistèmon, staccata dai nemici, il quale resuscitato può descrivere l’inferno.
Libro III - Panurge vorrebbe prendere moglie, ma ha paura di essere tradito. Accompagnato da Pantagruel e Epistèmon consulta le massime autorità per sapere se deve sposarsi o no. Nessuno è in grado di dare una risposta positiva: né la Sibilla di Panzoust, né il poeta Raminagrobis, né il teologo Hippotadée, né il medico Rondibilis, né il giudice Bridoie, né altri. Panurge non si rassegna al pessimismo e decide di consultare l’oracolo della “Divina Bottiglia”. Con Pantagruel e gli amici si prepara a partire verso il lontano paese sede dell’oracolo.
Libro IV - La navigazione tocca vari paesi: Procuration dove abitano i Chiquanous, il popolo che vive di litigi, l’isola dei Papefigues (protestanti) e dei Papimanes (cattolici).
Libro V- Panurge e Pantagruel sono ancora in viaggio. Giungono all’isola Sonante (per il clamore delle campane), abitata da Cardingalli e Vescogalli. Superano il regno di Quintessenza e finalmente giungono al paese di Lanternois e al tempio della “Divina Bottiglia”. Il responso della sacerdotessa Bacbuc alle ansie di Panurge è “Trink!” (Bevi !), un invito a bere il vino, vero antidoto contro ogni dubbio, e a decidere da solo.
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Nelle loro regole c'era solo una frase: fai quello che ti pare. (libro I, cap. LVII)
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