L'utilizzo dello schwa è stato già ampiamente debunkato sia dal punto di vista linguistico che morale da linguisti ed esperti, è un argomento vecchio, persino molti dei sostenitori integerrimi lo stanno abbandonando ma immagino che su internet qualcuno lo riscopra di tanto in tanto
Non saranno né Vera Gheno né Vallauri a decidere come evolverà il linguaggio, poiché esso è un organismo vivente e si evolve spontaneamente secondo l'uso che ne fanno le persone, non per imposizione. L'unica cosa che puoi fare è usare lo schwa per conto tuo, sperando che attecchisca; il suo eventuale successo verrà decretato solamente quando, trascorso un certo periodo di tempo, un numero abbastanza ampio di persone l'avrà adottato di propria iniziativa nel parlato quotidiano. Sarà quindi la comunità dei parlanti a determinarne il destino, non la volontà di una persona. Perciò questo dibattito non è cruciale per niente: come ogni discussione sull'opportunità o meno di adottare un certo termine, un fonema o un modo di dire, non serve assolutamente a nulla se non a intrattenere temporaneamente le persone coinvolte nel dibattito stesso. Il tentativo di piegare una lingua al servizio di un'ideologia difficilmente produrrà effetti stabili e duraturi. A parte questo, non sarebbe comunque lo schwa ad attestare il mio rispetto nei confronti delle varie identità, ma la mia educazione e il mio atteggiamento verso le persone. Basta essere d'accordo (ed è già così) sul fatto che il maschile plurale vada considerato come genere grammaticale non marcato e il problema non sussiste, anche perché il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al genere biologico o all'identità, basti pensare al "lei" rivolto a chiunque in contesti formali. Essendo uomo, dovrei interpretare il fatto che qualcuno mi dia del lei come un mancato riconoscimento della mia identità di genere, e quindi offendermi? No, perché sono partecipe dell'accordo intersoggettivo alla base di questa consuetudine. Non è sovraimponendo una bella etichetta color arcobaleno al mio linguaggio che manifesterei la mia inclusività, così come non posso controllare che OGNI PAROLA che dico non offenda NESSUNO perché, siccome sia l'autenticità di un'offesa che le mie intenzioni sono sempre insondabili dall'esterno, un'offesa può essere usata per fare vittimismo e le parole per mentire. In conclusione, il linguaggio inclusivo non rispecchia nulla perché può essere sempre usato come posa.
Il problema dello schwa per cui molta gente (incluso me) non vuole usarlo è che suona male. E chi parla male pensa male. Non vorrei che la gente pensasse che penso male quindi preferisco usare il maschile non marcato, che è già presente nella nostra lingua e ha già funzione neutra.
@@ucceldbosco la differenza è che lei proprio non ti dice cosa devi fare, ma spiega perché lo schwa con ogni probabilità non sarà parte dell'italiano (idem vallauri). Tu invece vuoi dirci cosa pensare, in modo subdolo, dicendo che ogni opinione è importante, sì, ma presentando i sostenitori di una come persone buone, e gli altri come persone cattive.
Fin quando non arriva un'identità che ha come identità il non rispecchiarsi nelle identità attualmente esistenti. Un non trinarismo. In quel momento ci saranno persone che litigheranno, perché la gente aprirà il vocabolario e dirà che "non binarismo" intende proprio ciò in cui il non-trinarista si identifica ma quest'ultimo dirà che il "non binarismo" è diventato un nuovo genere a se stante, nato in una certa cultura, con un proprio contesto storico e quindi un costrutto sociale tale e uguale al termine "uomo" e "donna" (Per le scienze sociali, sia chiaro.). Quindi si dovrà inventare un nuovo linguaggio per includere pure loro. Il tutto perché? Perché a qualcuno il "tutti" fa schifo. Per questa malattia chiamata "inclusione", una nuova forma di "tutela dei sentimenti religiosi", ma in riferimento a una religione sociale, basata su ipotesi pseudoscientifiche, invece di una tradizionale. (Visto che, come molti stranieri fanno notare, noi per essere educati verso una persona, per darle prestigio, la chiamiamo al femminile.)
@@ucceldbosco Il punto del discorso è che nel momento in cui il non binarismo avrà i suoi stereotipi, ci sarà gente che non ci si rivedrà in essi esattamente come i non binari non si rivedono nell'"uomo" e nella "donna". Quindi proprio come la femmina adulta e l'uomo adulto hanno finito per costruire attorno a se il proprio "costrutto sociale", farà lo stesso il non binarismo e in quel momento quindi è naturale, per i grandi numeri, che emergeranno persone che non si adatteranno a tutti e tre gli stereotipi e avremo il "non trinarismo". Quindi come è naturale, lo schwa non li rappresenterà più e servirà un nuovo carattere per "includerli". Così via fino all'infinito, oscurando così la schwa, così come la schwa ha oscurato il femminile. (Non parlo del maschile perché è neutro, ha sempre idealmente incluso tutti a prescindere dal sesso, perché non fa riferimento necessariamente al sesso e ne tantomeno al genere e ancor meno all'identità di genere. Un po' come il femminile in alcuni casi eccezionali, come quando si da del 'lei' a una persona per educazione. Forma che presumo che con lo schwa sparisce.)
Citando moretti fraintendendo completamente il significato. è letteralmente il contrario sinceramente argentare mi sembra inutile basta vedere il film per ciò che è.
Grazie Matteo, sono d'accordo con te che il linguaggio si sta evolvendo . Prima cosa dobbiamo essere forti nel linguaggio tradizionale cioè le basi della lingua. Hai citato alcuni esempi sono validi. Secondo me basta capire dal discorso che cosa significa... A presto. Alexandra
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L'utilizzo dello schwa è stato già ampiamente debunkato sia dal punto di vista linguistico che morale da linguisti ed esperti, è un argomento vecchio, persino molti dei sostenitori integerrimi lo stanno abbandonando ma immagino che su internet qualcuno lo riscopra di tanto in tanto
Grazie per la sua preziosissima opinione.
@ucceldbosco no, non fraintendere non è un opinione
5:50 Napuleeee wagliooo
"Che tu siaffascinat'..
O preoccupat'..."
Ahahahhahahaha
Mitico.
Non saranno né Vera Gheno né Vallauri a decidere come evolverà il linguaggio, poiché esso è un organismo vivente e si evolve spontaneamente secondo l'uso che ne fanno le persone, non per imposizione. L'unica cosa che puoi fare è usare lo schwa per conto tuo, sperando che attecchisca; il suo eventuale successo verrà decretato solamente quando, trascorso un certo periodo di tempo, un numero abbastanza ampio di persone l'avrà adottato di propria iniziativa nel parlato quotidiano. Sarà quindi la comunità dei parlanti a determinarne il destino, non la volontà di una persona.
Perciò questo dibattito non è cruciale per niente: come ogni discussione sull'opportunità o meno di adottare un certo termine, un fonema o un modo di dire, non serve assolutamente a nulla se non a intrattenere temporaneamente le persone coinvolte nel dibattito stesso.
Il tentativo di piegare una lingua al servizio di un'ideologia difficilmente produrrà effetti stabili e duraturi.
A parte questo, non sarebbe comunque lo schwa ad attestare il mio rispetto nei confronti delle varie identità, ma la mia educazione e il mio atteggiamento verso le persone.
Basta essere d'accordo (ed è già così) sul fatto che il maschile plurale vada considerato come genere grammaticale non marcato e il problema non sussiste, anche perché il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al genere biologico o all'identità, basti pensare al "lei" rivolto a chiunque in contesti formali.
Essendo uomo, dovrei interpretare il fatto che qualcuno mi dia del lei come un mancato riconoscimento della mia identità di genere, e quindi offendermi? No, perché sono partecipe dell'accordo intersoggettivo alla base di questa consuetudine.
Non è sovraimponendo una bella etichetta color arcobaleno al mio linguaggio che manifesterei la mia inclusività, così come non posso controllare che OGNI PAROLA che dico non offenda NESSUNO perché, siccome sia l'autenticità di un'offesa che le mie intenzioni sono sempre insondabili dall'esterno, un'offesa può essere usata per fare vittimismo e le parole per mentire.
In conclusione, il linguaggio inclusivo non rispecchia nulla perché può essere sempre usato come posa.
Grazie della sua opinione.
Il problema dello schwa per cui molta gente (incluso me) non vuole usarlo è che suona male. E chi parla male pensa male. Non vorrei che la gente pensasse che penso male quindi preferisco usare il maschile non marcato, che è già presente nella nostra lingua e ha già funzione neutra.
Liberissimo di farlo.
Studia linguistica, o limitati a un video di Yasmina Pani sull'argomento.
Menomale che c'è lei a dirmi cosa devo fare.
@@ucceldbosco la differenza è che lei proprio non ti dice cosa devi fare, ma spiega perché lo schwa con ogni probabilità non sarà parte dell'italiano (idem vallauri). Tu invece vuoi dirci cosa pensare, in modo subdolo, dicendo che ogni opinione è importante, sì, ma presentando i sostenitori di una come persone buone, e gli altri come persone cattive.
Rendiamo grazie a dio.
Uomo, tu stai proprio da panico
Sarà
Fin quando non arriva un'identità che ha come identità il non rispecchiarsi nelle identità attualmente esistenti. Un non trinarismo. In quel momento ci saranno persone che litigheranno, perché la gente aprirà il vocabolario e dirà che "non binarismo" intende proprio ciò in cui il non-trinarista si identifica ma quest'ultimo dirà che il "non binarismo" è diventato un nuovo genere a se stante, nato in una certa cultura, con un proprio contesto storico e quindi un costrutto sociale tale e uguale al termine "uomo" e "donna" (Per le scienze sociali, sia chiaro.).
Quindi si dovrà inventare un nuovo linguaggio per includere pure loro.
Il tutto perché? Perché a qualcuno il "tutti" fa schifo. Per questa malattia chiamata "inclusione", una nuova forma di "tutela dei sentimenti religiosi", ma in riferimento a una religione sociale, basata su ipotesi pseudoscientifiche, invece di una tradizionale. (Visto che, come molti stranieri fanno notare, noi per essere educati verso una persona, per darle prestigio, la chiamiamo al femminile.)
Mi confondi.
@@ucceldbosco Il punto del discorso è che nel momento in cui il non binarismo avrà i suoi stereotipi, ci sarà gente che non ci si rivedrà in essi esattamente come i non binari non si rivedono nell'"uomo" e nella "donna".
Quindi proprio come la femmina adulta e l'uomo adulto hanno finito per costruire attorno a se il proprio "costrutto sociale", farà lo stesso il non binarismo e in quel momento quindi è naturale, per i grandi numeri, che emergeranno persone che non si adatteranno a tutti e tre gli stereotipi e avremo il "non trinarismo".
Quindi come è naturale, lo schwa non li rappresenterà più e servirà un nuovo carattere per "includerli". Così via fino all'infinito, oscurando così la schwa, così come la schwa ha oscurato il femminile.
(Non parlo del maschile perché è neutro, ha sempre idealmente incluso tutti a prescindere dal sesso, perché non fa riferimento necessariamente al sesso e ne tantomeno al genere e ancor meno all'identità di genere. Un po' come il femminile in alcuni casi eccezionali, come quando si da del 'lei' a una persona per educazione. Forma che presumo che con lo schwa sparisce.)
Citando moretti fraintendendo completamente il significato. è letteralmente il contrario sinceramente argentare mi sembra inutile basta vedere il film per ciò che è.
Sei un grandissimo.
@ucceldbosco boh
Grazie Matteo, sono d'accordo con te che il linguaggio si sta evolvendo . Prima cosa dobbiamo essere forti nel linguaggio tradizionale cioè le basi della lingua.
Hai citato alcuni esempi sono validi.
Secondo me basta capire dal discorso che cosa significa...
A presto.
Alexandra
Spero di no
In che senso?
@@ucceldbosco non mi piace