Colpisce il fatto che il prof. Brizzi traduce sempre (con nostra soddisfazione) le infinite citazioni latine... è una dota innata di grande divulgatore oltre che immenso professore!
Penso che il Prof. Brizzi sia il maggior esperto al mondo di Storia Romana. Ha una preparazione di un dettaglio assoluto ed i suoi studi sono talmente approfonditi che alle volte mi viene da piangere.
Una delle descrizioni-illustrazioni-racconto più grandiose mai ascoltate: minuzioso nei particolari fondamentali e puntuale anche nelle visioni d'insieme che offre. Sicuramente un sapiente ma uno storico d'eccezione nella presentazione e nell'elaborazione di quanto lungamente studiato.
E' vero che Roma non conobbe "leggi razziali", ma noi da Roma dobbiamo apprendere non solo l'immenso patrimonio positivo, ma anche quella parte negativa che ne causo' la catastrofe, cosi da non ripetere l'errore.. Un altro fattore dirimente sta nel fatto che la Repubblica accoglieva certamente i vinti, ma solo nelle loro classi dirigenti, o Aristocrazie le quale, per chi ha una conoscenza anche elementare di cose del genere, erano in maggior parte indoeuropee, e non solo in Europa, ma anche in Medioriente e in nord-Africa. Quindi nessun cambio etnico profondo. La tragedia iniziò con l'estensione imperiale della cittadinanza a tutti. La Repubblica era aristocratica, l'Impero era democratico. Questo comportò in pochi decenni la distruzione dei fondamenti (i "valori") della romanità.
Definire l'impero come "democratico" mi pare una distorsione della realtà abbastanza evidente, sia che si intende la democrazia antica ateniese sia la nostra moderna, con la dinastia degli Antonini è evidente l'accentramento del potere nelle mani degli imperatori, i periodi successivi gli imperatori, soprattutto nel terzo secolo d.c. erano generali, soldatacci, spesso non romani d'origine (se ha senso definire qualcuno romano d'origine) integrati nell'impero con la leva militare, le tradizione romane si sarebbero a prescindere disperse con la continua espansione e amalgamazione dei popoli sotto Roma.
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase altre che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola tutta alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata. In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti i trivi del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali" si una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano"!
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase altre che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola tutta alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata. In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti i trivi del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali" si una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano".
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata. In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti gli angoli del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali", su una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano"!
Colpisce il fatto che il prof. Brizzi traduce sempre (con nostra soddisfazione) le infinite citazioni latine... è una dota innata di grande divulgatore oltre che immenso professore!
Penso che il Prof. Brizzi sia il maggior esperto al mondo di Storia Romana. Ha una preparazione di un dettaglio assoluto ed i suoi studi sono talmente approfonditi che alle volte mi viene da piangere.
A bocca aperta per 48 minuti e 51 secondi
Grazie per la messa a disposizione.
Il professor Brizzi nutre la mente come pochi.
Lezione semplicemente straordinaria
Una delle descrizioni-illustrazioni-racconto più grandiose mai ascoltate: minuzioso nei particolari fondamentali e puntuale anche nelle visioni d'insieme che offre. Sicuramente un sapiente ma uno storico d'eccezione nella presentazione e nell'elaborazione di quanto lungamente studiato.
Straordinario come sempre
Grazie per la splendida lezione di storia romana Professore
Immenso, complimenti.
Fantastico
Immenso.
E' vero che Roma non conobbe "leggi razziali", ma noi da Roma dobbiamo apprendere non solo l'immenso patrimonio positivo, ma anche quella parte negativa che ne causo' la catastrofe, cosi da non ripetere l'errore..
Un altro fattore dirimente sta nel fatto che la Repubblica accoglieva certamente i vinti, ma solo nelle loro classi dirigenti, o Aristocrazie le quale, per chi ha una conoscenza anche elementare di cose del genere, erano in maggior parte indoeuropee, e non solo in Europa, ma anche in Medioriente e in nord-Africa. Quindi nessun cambio etnico profondo. La tragedia iniziò con l'estensione imperiale della cittadinanza a tutti. La Repubblica era aristocratica, l'Impero era democratico. Questo comportò in pochi decenni la distruzione dei fondamenti (i "valori") della romanità.
Definire l'impero come "democratico" mi pare una distorsione della realtà abbastanza evidente, sia che si intende la democrazia antica ateniese sia la nostra moderna, con la dinastia degli Antonini è evidente l'accentramento del potere nelle mani degli imperatori, i periodi successivi gli imperatori, soprattutto nel terzo secolo d.c. erano generali, soldatacci, spesso non romani d'origine (se ha senso definire qualcuno romano d'origine) integrati nell'impero con la leva militare, le tradizione romane si sarebbero a prescindere disperse con la continua espansione e amalgamazione dei popoli sotto Roma.
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase altre che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola tutta alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata.
In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti i trivi del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali" si una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano"!
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase altre che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola tutta alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata.
In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti i trivi del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali" si una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano".
@@francescoguarguagli L'Impero è una creazione dei "popolari" nella lotta vittoriosa condotta contro il patriziato (gli "ottimati"). Che si sia concluso tutto in tirannia, questo è il processo logico della democrazia in ogni tempo. La democrazia ateniese visse i suoi decennio più importanti con il "principato" di Pericle (L. Canfora). Nel caos inevitabile, mentre tutto crollava e i diversi organismi statali si dissolvevamo, non rimase che l'esercito: ultima forma che resiste alla dissoluzione, quindi l'unica che poteva prendere il potere (ieri come oggi. E vedremo anche questo). Per definire la democrazia non è necessario ricorrere alle elezioni, dove masse del tutto insignificanti e impotenti sporcano solo un povero pezzo di carta. Augusto all'inizio mantenne per sé unicamente il potere del Tribunato, l'unico che ormai dava un potere reale, e quando divenne "Imperator", svuotò tutto e tutti di ogni autorità arrogandola alla sua persona. E questa è democrazia radicalmente applicata.
In quel tempo "romani autentici non ce n'erano più. Secoli di "manumissione" avevano infarcito l'Urbe di Liberti provenienti da tutti gli angoli del pianeta. Secondo Montesquieu in quei giorni "imperiali", su una popolazione di circa un milione, i liberti ammontavano a 700 mila. Era questo ormai il "popolo romano"!
@@francescoguarguagli Mi dispiace, mi hanno cancellato la risposta. Non so chi né perché.
Di fronte a intellettuali di questo livello, è un onore essere italiani
Perla !!!
Liberate l’ara pacis. Comunque io la storia del nome della divinità rivelato non l’ho capito, chi me lo spiega?
"Le Signorie e i Comuni non contano niente"???
what???
si incomincia subito con una tirata anti-fascista d' obbligo.
Non é mai esistito un imperatore ebreo , africano o di etnia non “ Bianca” .
certo! Settimio Severo di Leptis Magna (attualmente in Libia) che aveva sposato Giulia Domna, siriana
Esistito anche un imperatore arabo.
Filippo l'Arabo
anche Macrino era berbero
non esistono riferimenti al colore della pelle ma solo all'essere Romani...anche se nati in provincia...che sempre Roma era