ACCUMULO INERZIALE per le POMPE DI CALORE! Tutto quello che devi sapere!

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  • Опубликовано: 3 ноя 2024

Комментарии • 18

  • @lucasthijssen9844
    @lucasthijssen9844 2 дня назад +1

    ciao, io facevo impianti di cogenerazione in olanda ed italia a livello industriale. Ti scrivo per dare una visione diversa, anche perchè vedo che chi parla di PDC di solito ha una visione molto limitata dell'impiantistica (non dico tu, perchè non conosco il canale). Parlo in generale. Le soluzioni sono sempre le stesse, c'è poca fantasia. Conosco persone che hanno una PDC che sfrutta la pioggia (ma in Olanda dove piove sempre), persone che usano la piscina in certe situazioni di emergenza,, persone che hanno una parete verticale di collettori solari abbinati ad un accumulo da 5000 litri in cemento (coibentato) da cui pesca la PDC acqua acqua, etc.
    Io ora la faccio facile, ma in realtà quello che manca è un approccio diverso.
    È lo stesso con le case e l'isolamento. Tutti pensano ad isolare casa x l'inverno quando in relatà bisogna isolare sia per l'inverno che per le estati, almeno alle nostre latitudini.
    Pannelli fotovoltaici: tutti mettono i pannelli sui tetti a falda, però si dimenticano che un pannello in verticale (sulla parte di casa, sul recinto, etc) è ottimo per l'inverno, quando appunto il sole è basso ed il pannello sul tetto produce veramente poco. (questo lo dico per chi vuole il vero off grid)
    Molti dimenticano l'utilizzo diretto dell'energia solare (inteso come calore), dimenticandosi che per unità di superficie si cattura 5 volte tanto calore rispetto al fotovoltaico......è un po' come avere una pdc con cop pari a 5
    Ti do un po di informazioni dell'impianto tipico di cogenerazione, che non è molto dissimile da un impianto casalingo con pdc. Il generatore di calore era un motore endotermico a gas e la priorità dell'impianto era nell'ordine
    (1) produrre corrente elettrica (e quindi fare tutto per evitare che il motore si spegnesse),
    (2) produrre calore.
    Ora le potenze elettriche variavano da 1000 kW sino a 10 MW. Le potenze termiche erano due volte tanto. L'accumulo che avevamo era di circa 100 m3 - 200 m3 a seconda del fluido (acqua o acqua surriscaldata a 160°C) e della potenza del generatore.
    In Olanda, per esempio, l'impianto tipico produceva corrente e calore di giorno, e l'accumulo serviva principalmente per la notte perchè le utenze finali (serre) richiedevano calore di notte appunto. L'accumulo serviva infatti per permettere di produrre corrente di giorno perchè veniva remunerata maggiormente, immagazzinare il calore e cederlo di notte perchè la richiesta era prevalentemente notturna.
    Se ci pensi, nel piccolo, anche per le abitazioni vale lo stesso discorso. Per esempio per chi ha ha il fotovoltaico deve produrre di giorno e cedere di notte. Oppure per chi è attaccato all'Enel, conviene che la PDC lavori di giorno perchè le temperature dell'aria sono alte (COP più alti). Ovviamente faccio considerazioni molto superficiali perchè sono consapevole che la realtà è molto più complessa.
    Il circuito tipico era sostanzialmente uguale a quello che tu chiami a tre tubi, con tre piccole differenze.
    (a) i tre tubi erano anche sul lato freddo
    (b) prima del generatore, che nel mio caso era un motore e nel tuo una PDC, c'era un dissipatore (cooler) per raffreddare la temperatura dell'acqua perchè altrimenti il motore si sarebbe spento per sovratemperatura (il motore lavorava infatti tra circa 70-72°C e con DT 20°C) qualora fosse arrivata acqua sopra i 70° che sarebbe potuta arrivare solo a patto che l'accumlo si fosse trovato tutto a 90°
    (c) i tubi entravano nell'accumulo ed erano opportunamente forati per distribuire l'acqua all'interno dell'accumulo in modo da non creare turbolenze. Questo permetteva all'acqua calda di entrare dall'alto, distribuirsi uniformemente a strati, senza mischiarsi con l'acqua sul fondo del serbatoio. C'è da dire che l'acqua di ritorno era controllata per avere una temperatura max di 70°C.
    Detto questo l'impianto funzionava così
    motore si accendeva e produceva calore.
    Acqua calda andava dentro l'accumulo perchè non c'era richiesta da parte della serra, o se c'era era minima.
    L'acqua si straticava e non si mischiava. Le sonde di temperatura infatti facevano vedere come l'acqua fredda, più densa, rimaneva sotto quella calda (pù leggera). Man mano che il motore spingeva l'acqua calda nel serbatorio, questa spingeva l'acqua fredda fuori dal basso che andava verso il motore.
    Questo meccanismo poteva durare ore, anche 10 o 12 ore e più.
    Quando il serbatoio era pieno (era un serbatoio sdraiato e non verticale) usciva acqua a 90°C e quindi interveniva il cooler per garantire i 70°C all'ingresso del motore.
    Di notte il motore era spento perchè l'energia elettrica veniva remunerata praticamente niente, ma la serra richiedeva calore. La centrale di spinta prelevava acqua a 90°C dal serbatoio, scaldava le serpentine delle serre, e la faceva tornare indietro a max 70°C. L'acqua fredda ora entrava dal basso del serbatorio e spingeva l'acqua calda fuori.
    Il ciclo andava avanti così. Il motore si accendeva una volta al giorno perchè l'accumulo era ben dimensionato. Il bello di un impianto del genere è riassumibile in questi punti:
    - semplicità costruttiva e facilità di gestione
    - si autobilanciava. La richiesta di calore poteva essere maggiore o minore rispetto a quella prodotta dal motore, tanto c'era la centrale di spinta che attingeva dall'accumulo rispettivamente più o meno acqua.
    - si lavorava con DT 20°C sul motore, ma DT variabile sul lato serra (DT da 40 a 20°C min)
    - il motore si accendeva una sola volta al giorno
    Ecco, spero di non avert annoiato. Spero anche che qualcuno possa prendere qualche spunto di riflessione per il proprio impianto termico.
    ciao

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  2 дня назад

      Ottimo ragionamento ed interessanti gli spunti di riflessione. Ci sono effettivamente molte tecnologie interessanti.
      Noi italiani ci possiamo vantare che con la Fiat abbiamo creato uno tra i primi, se non il primo, se ricordo bene negli anni '60, micro-cogeneratore al mondo, quello che anche oggi è commercialmente chiamato TOTEM. Io stesso sono un forte sostenitore del solare termico magari da quegli utenti che consumano tanta acqua calda come nelle fabbriche (qui i tempi di rientro dell'investimento possono essere inferiori anche ad 1 anno), ci sono banalmente i recuperi termici come tu hai accennato, recuperi dall'acqua di scarico anche delle docce attraverso scambiatori. Ci sono produttori italiani che li fanno ma hanno poco successo. Nelle aziende invece reti di scambiatori di calori costano poco ma fanno risparmiare tanto. Quello che manca però da un lato potrebbe essere la fantasia ma dall'altro la facile ricerca di una soluzione sempre necessariamente economica da subito mentre sarebbe opportuno fare un minimo di analisi tecnico-economica includendo anche gli aspetti ambientali, sociali (in termini di ricadute sul lavoro locale).
      Altro aspetto a mio avviso importante è quello di investire su un buon professionista che abbia una opportuna esperienza e delle basi scientifiche consolidate ma purtroppo ad oggi viene visto come un costo. grazie e spero di risentirti ancora.. un caro saluto.

    • @lucasthijssen9844
      @lucasthijssen9844 2 дня назад

      Io lavoravo con i motori jenbacher e nel 2000 avevamo un parco macchine installato di più di 100 MW a servizio delle sere. L'efficienza del sistema era elevatissima, parlo tra energia elettrica e termica. E le macchine si ripagavano molto rapidamente perché tutta l'energia prodotta veniva utilizzata. Inoltre poi si usavano i gas di scarico, opportunamente filtrati, per drogare i pomodori garantendo ottimi livelli di CO2. .....e poi uno si chiede come mai troviamo i pomodori olandesi sulle nostre tavole. Ciao e buona giornata

  • @cesaresalerno8901
    @cesaresalerno8901 5 месяцев назад

    Ottima spiegazione

  • @sberga5058
    @sberga5058 3 месяца назад

    Grazie per la condivisione e per la chiarezza/semplicità con cui sono stati trattati questi argomenti!
    Anche io sarei interessato ad approfondire la quarta tipologia "a tre tubi". Il flusso di acqua calda proveniente dalla PdC su che base prenderebbe una strada piuttosto che un'altra (verso il circolatore e/o verso l'accumulo)? E' proprio un raccordo a T "aperto" senza nessuna logica di flusso?
    Inoltre, rispetto ad eventuali ON/OFF della PdC quale di queste 4 configurazioni è migliore per ridurne al minimo la numerosità?
    Quale soluzione da il miglior risultato in termini di comfort (rispetto della temperatura target ambiente) ad esempio con sistemi a bassa inerzia (radiante soffitto)?

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  3 месяца назад

      Grazie a te. Il raccordo è un semplice T. Quando la portata della pompa di calore è maggiore della portata sull'impianto, una parte di portata ritorna alla pompa di calore dalla T; in caso contrario se la portata all'impianto è maggiore, alla pompa di calore rientra acqua dell'impianto, è una sorta di autoregolazione in base alle portate. In questo modo evito per esempio che vi sia una miscelazione all'interno del serbatoio. Per poter ridurre le accensioni della pompa di calore è necessario agire solo sul volume dell'accumulo aumentandolo. A livello teorico per un impianto a soffitto che ha una bassa inerzia sarebbe opportuno il metodo a 3 tubi o l'accumulo in serie sul ritorno (ricordandosi sempre di mantenere una portata minima alla pompa di calore) in modo da avere una temperatura in mandata più stabile anche se all'atto pratico e con accumuli piccoli, le variazioni di temperatura non sono mai avvertite. Quindi su accumuli da 500 litri in su e per impianti centralizzati con ampie variazioni di portata sul secondario userei il 3 tubi mentre per una sola abitazione civile non ci sono vantaggi così eclatanti. spero di avere soddisfatto le tue domande. un caro saluto a presto!

    • @sberga5058
      @sberga5058 3 месяца назад +2

      @@termoidraulicamica Assolutamente si, ora lo comprendo meglio. Grazie ancora per la disponibilità!

  • @davidederossi2118
    @davidederossi2118 8 месяцев назад +1

    Ottimo video complimenti.
    Una pdc che lavora su inerziale come dovrebbe essere calcolata la portata sul primario?
    Se il mio impianto prevede una portata di 30 Lt/min quando tutto sta chiamando la pdc dovrebbe essere regolata sul primario ad una portata max di 30 Lt/min oppure deve essere inferiore o superiore in base alla richiesta dell’impianto?
    Poi nel lato secondario le pompe di rilancio come calcolano la portata necessaria se un impianto lavora con testine sempre in chiamata ed eventualmente come si regola la portata su una pompa di rilancio?
    Grazie.

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  8 месяцев назад

      la portata sul primario deve rimanere all'interno del range di portata richiesto dalle schede tecniche che è nominalmente pari alla potenza in kcal/h diviso 5 ed in genere non si va a regolarla salvo appunto non superi le portate da scheda tecnica. Sul secondario bisognerebbe conoscere i fabbisogni termici e se parliamo di impianto radiante dividiamo poi la potenza per 8 , se è un fan-coil la dividiamo per 5 mentre se sono radiatori la cosa si complica un poco di più perché bisogna capire qual' é la giusta portata (e salto termico) in funzione del tipo di radiatore e sovradimensionamento. a presto!

  • @manut.388
    @manut.388 4 месяца назад +1

    Salve, ho trovato il tuo video cercando "inerziale", in quanto ho una Daikin Altherma 3 H HT con riscaldamento a pavimento e molto spesso soprattutto in inverno da un errore sul flusso dell'acqua 7H-06.
    L'assistenza è uscita tre volte e ha anche sostituito un pezzo interno.
    Mi hanno fatto fare tre volte la pulizia dell'impianto a pavimento (costi a parte).
    Mi hanno fatto modificare il collettore eliminando una pompa di rilancio e mettendo dei tubi con la stessa sezione.
    Ma il problema non è stato risolto.
    Adesso mi dicono che le prossime uscite vogliono 90€ solo per venire a vedere.
    Un conoscente idraulico, che non monta PDC mi ha detto che un suo fornitore gli ha detto che potrei risolvere con un inerziale di 100lt.
    Potrebbe essere questa la soluzione giusta?

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  4 месяца назад +2

      L'errore infatti è tipico dei prodotti Daikin e si riferisce alla scarsa portata d'acqua in circolazione nella pompa di calore. Sicuramente mettere un accumulo inerziale, per la divisione dell'impianto primario-secondario ed un circolatore di rilancio sul secondario risolve il problema della pompa di calore. Successivamente, se avete una regolazione che chiude progressivamente i circuiti del radiante a temperatura dei locali raggiunta, sarà necessario prevedere un by-pass differenziale tra mandata e ritorno (sul secondario) e a chiusura di tutti i circuiti del radiante spegnere il circolatore sul secondario portando, per esempio, un contatto dal collettore del radiante attraverso il parallelo dei contatti ausiliari (se presenti) dei comandi elettrotermici. Spero non abbia creato più confusione.. a presto

    • @manut.388
      @manut.388 4 месяца назад

      @@termoidraulicamica io avevo una pompa di rilancio sul collettore dell'impianto a pavimento... ma me l'hanno fatta togliere...(la ditta che ha fatto il collaudo) inoltre mi hanno fatto staccare tutte le termovalvole (comprese quelle tre che servono i tre termoarredi) sempre nella speranza di risolvere il problema. Però nel mio caso l'abitazione è su un solo piano e prima avevo una caldaia a condensazione. Non capisco cosa intendi con primario e secondario... la pompa di rilancio era tra mandata e ritorno sul collettore.
      Un altra cosa difficile da trovare nella mia zona è un professionista che sa ciò che fa.

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  4 месяца назад +1

      @@manut.388 Ciao, la pompa che ti hanno tolto sul collettore serve per miscelare la mandata con il ritorno e garantirti una temperatura costante nei circuiti dell'impianto radiante. Per risolvere il problema devi mettere il serbatoi inerziale da 80-100 litri come se fosse un separatore idraulico (guarda i miei due video sul separatore idraulico e accumulo inerziale dove ho delle immagini e magari è più semplice) quindi la pompa di calore riscalda solo l'accumulo (circuito primario) e poi dall'accumulo un circolatore fa circolare acqua di riscaldamento tra serbatoio ed impianto radiante (circuito secondario). Fammi sapere.. a presto!

    • @ILMaterano
      @ILMaterano 2 месяца назад

      Ma il circolatore secondario come fa a modulare la velocità?​@@termoidraulicamica

  • @maurofacchin8361
    @maurofacchin8361 9 месяцев назад +2

    Mi piacerebbe capire meglio i vantaggi dell’impianto a tre tubi e sopratutto come va impostato il circolatore sul secondario con termosifoni.

    • @cffcasellefilmfestival1484
      @cffcasellefilmfestival1484 9 месяцев назад +1

      Infatti stessa curiosità mia

    • @termoidraulicamica
      @termoidraulicamica  9 месяцев назад +1

      il funzionamento è analogo in linea di massima a quello di un compensatore (di cui farò presto un video) con un circuito primario ed uno secondario ma con il grosso vantaggio è che l'acqua che va all'impianto ha la stessa temperatura (con assoluta certezza) di quella prodotta dalla pompa di calore. Se abbiamo un accumulo di grandi dimensioni, immaginiamo 500 litri o più, e quindi con una stratificazione del calore dell'acqua che è molto teorica, il fatto di prelevare acqua direttamente dalla pompa di calore garantisce appunto la temperatura per esempio ai ventilconvettori che lavorando con temperature già medio -basse potrebbero "lavorare" male con temperatura spillata dall'accumulo che potrebbe avere, in virtù della miscelazione delle temperatura, temperature leggermente più basse.
      Il circolatore sul secondario andrà dimensionato indipendentemente dal primario, in funzione del fabbisogno termico massimo in ambiente e delle perdite di carico sull'impianto. Per i radiatori, in mancanza di dati di progetto, prenderei la resa dei radiatori alla temperatura minima necessaria per scaldare gli ambienti (su impianti vecchi sovradimensionati può variare dai 50 ai 60°C), verifico la resa dei radiatori in kCal/h , divido per il salto termico 10 e trovo la portata. spero sia sufficiente. Per abitazioni fino ai 150 mq basta una prevalenza di 3 m ca. Chiaro che sono dati stimati di massima ma in genere sono sufficienti in caso contrario conviene coinvolgere il termotecnico che valuterà la situazione nel suo complesso e sull'impianto reale. a presto!