Con questo film nasce il mio disprezzo assoluto per la banalità del male. Annullare la persona fino alla morte di questa, senza vantaggio, senza movente vero, senza motivo. La violenza in esso rappresentata, è stata un segnale, per fermarmi del tutto e riflettere... Non si può sempre produrre e correre, alcune volte, bisogna riflettere. Qualche volta, essere seri, serve. Ottimo contenuto Yasmina Pani. Era un contenuto video che trova in te, una persona molto adatta ad analizzarlo con equilibrio ❤❤❤
Questo film ancora oggi è una prova di resistenza per lo spettatore. Quel che disturba di più, secondo me, non è la pornografia, nè la violenza delle immagini, quanto la rappresentazione del male assoluto, che d'altronde esercita sempre un indubbio fascino sul fruitore di un'opera d'arte. L'unico barlume di speranza si scorge nel finale, in cui due giovani soldati, in uno scenario di morte, ballano insieme per qualche attimo. L'inferno è già su questa terra, ma la vita continua nonostante tutto.
Si ma prova di resistenza perchè è spesso noioso, e le battute sono anche un pò vuote e prive di senso. Un pò come un film horror troppo esagerato che diventa un film comico.
@@ricordiaerei7776: alcuni vecchi horror sono effettivamente invecchiati male, sfiorano il comico involontario (vedi "L'esorcista").Nel caso di "Salò", credo che l'inconsistenza di certe parti della sceneggiatura sia funzionale a rappresentare il vuoto di valori dei personaggi.
@@carloartificialintelligence Senz'altro però alla fine a me stancava proprio, cioè non sono scene magari che danno fastidio per la troppa violenza ma per la noia. E' senza dubbio una bella trama per un film sado maso, peccato che l'elemento del sesso sia piuttosto nascosto.
... Complimenti per la Conoscenza ... Competenza .. capacità di Sintesi ... Capacità nel Racconto ... Sensibilità nella Descrizione ... il Cinema è Arte ... Filosofia ... e PPP ... è Stato un Maestro .
Grazie per la bella analisi. Anni fa mi chiesi perché tra i Signori non vi fosse un rappresentante del potere politico. Oggi credo che l’avvento e il consolidamento della 2^ Repubblica ce lo abbiano spiegato fin troppo bene: il potere politico è sempre subordinato ed asservito agli altri poteri. Fá riflettere il fatto che Pasolini già cinquant’anni fa questo lo sapesse molto bene. Un saluto!
Interessantissima analisi. Film che faticai a vedere fino in fondo e di cui sicuramente non compresi appieno tutti i significati legati ai simboli inseriti da Pasolini nella narrazione. Ora ci ho capito qualcosa in più ma, ancora, non so mi verrebbe voglia di rivederlo. Sarà più facile che mi venga voglia di riascoltare la tua spiegazione.
Vidi il film a 19 anni nel 1978 e ne rimasi totalmente scioccato dalla sua "durezza" , sicuramente perchè allora non avevo i mezzi e la maturità per comprenderlo appieno . Lo consideravo , come dici tu , "un film eccessivamente disperato , eccessivamente negativo in cui non appare alcun barlume di speranza" . Mi ricordo che nei giorni seguenti ebbi un confronto animato sul film ( che ritenevo scandaloso ) con la allora mia professoressa di italiano ( molto paziente e capace ) che riuscì però a farmi capire il significato allegorico dell'opera . Da allora mi sono appassionato a Pasolini , personaggio molto complesso e visionario . Ai giorni nostri , avremmo molto bisogno di una "voce" controcorrente come la sua per interpretare meglio la realtà che ci circonda ! Mi è sempre rimasta impressa la sua ultima intervista in cui Lui dice : " ... io penso che scandalizzare sia un diritto , essere scandalizzato un piacere e chi rifiuta di essere scandalizzato è un moralista ... " . P.S. > Apprezzo molto il tuo modo intelligente e schietto di affrontare gli argomenti . AD MAIORA !
L’ho visto più di una volta. Se siete facilmente impressionabili, non pensateci nemmeno di vederlo. Un capolavoro ma ti rimane dentro un pugno allo stomaco
Ciao Yasmina. Non sò esattamente cosa voleva scaturire con questo film, ma ricordo che quando lo vidi (circa 20 anni fà) mi provocò come una "rabbia sociale". Ai tempi nostri quelle dimamiche diventano sempre più chiare... mi riferisco a tutte le leggi e le regole contraddittorie che continuano a sommarsi. Dal mio punto di vista i moderni "uomini di potere" non lo fanno per convinzione o incompetenza, ma si divertono a "stuprarci" nella dignità e usarci come bambole (appunto come le vittime non caratterizzate del film) e anche con un certo distacco e noia. Andrebbe rivisto oggi rapportato alla società moderna.
Ciao Yasmina, grazie! Con grande piacere ho ascoltato da te il dettaglio del "cencio rosso" in "Una vita violenta", anche a me aveva colpito quando ho letto il libro molti anni fa... E poi sono d'accordo su quello che hai detto, che la creazione artistica, la poesia, se nasce, è perché l'artista conserva almeno qualche frammento di speranza...
Da spettatore , lo vidi dopo poco tempo dall'uscita, e fu una cosa molto impressionante ; direi che puo' essere una prova molto dura se uno non e' almeno un po' preparato alla visione; la violenza e' molto esplicita, ma a distanza di anni puo' essere definita come un'ottima prova del regista.
Questa è una delle analisi migliori su RUclips che ho trovato. Complimenti, parlare di questo film non è affatto semplice a causa della sua natura controversa. Alcuni ci vedono solo violenza ingiustificata e perversioni malate che creano un forte senso di disgusto, l'obiettivo era proprio questo non solo ci riesce ma può portare a diversi spunti di riflessione.
L'ho recuperato ieri spinta dal tuo video. Sulla scena finale, io ho una interpretazione molto simile alla tua, giacché non solo la canzonetta o il ballo dei ragazzi sono molto leggeri e delicati e in contrasto sia con il ballo orripilante dei tre signori sul campo del massacro sia con l'intera atmosfera grottesca e orrorifica - veicolata anche dalla sottofondo musicale precedente -, ma anche perché la scena è animata da una profonda intimità. "Sai ballare?" "No" e tuttavia i due provano a farlo: è una chiusura quasi romantica. Io la leggo così: la ribellione covava nascosta e sotterranea tra i proletari, vessati e umiliati costantemente, ma anche tra le giovani guardie. Non tutte, chiaramente! Sarebbe stato irrealistico da parte di Pasolini, ma tenendo conto di quanto ho scoperto dal tuo video - ovvero dell'idea di purezza che per Pasolini è intrinseca alla giovinezza virile - non mi è difficile pensare che il finale sia speranzoso in questo senso: anche ai vertici del profondo male, molto di quanto si vede non è autentico, ma infettato per contatto, e quando tutto si disfa, emergono forme di resistenza o di non appartenenza prima celate. In effetti, però, la scena è anche grottesca, perché definita per contrapposizione rispetto al campo delle torture, e corona il parossismo di violenza, quindi una lettura univoca non è possibile. Riconosco che si potrebbe trattare anche della rappresentazione di altro: dell'indifferenza nei confronti della violenza, poiché in effetti i ragazzi sono annoiati - ma anche in questo caso i due si divertono ballando insieme in maniera quasi romantica, come se dopo aver sperimentato il dissacrante, si rendessero conto che in realtà esso è noioso e non c'è nulla di vitale in un potere che cominciato sembrando assoluto si va poi sgretolando, dimostrando inoltre che un uomo si può spezzare solo nelle membra, ma lo spirito è più difficile da sfiaccare (alludo alle varie forme di ribellione). Dunque crollato il mito della supremazia, il divertimento si ritrova in atti fanciulleschi, consoni alla loro età: il gioco di potere era infine solo un gioco e neanche divertente, esercitato perché plagiati dai 4 fascisti. Questa interpretazione è a suo modo speranzosa, ma per cavare un fascetto di luce bisogna scavare nel buio totale della riflessione sull'indottrinamento e sulla banalità della violenza spinta avanti a oltranza. Non so. Non so. Comunque è un film molto interessante! Mi ha dato da pensare che, escludendo due scene finali, la violenza della pellicola non ha provocato in me nessuna reazione.
Sarà che sono rimasto un bimbo impressionabile, ma non ce l'ho mai fatta a vederlo. Proprio perché puoi vedere tanti film dell'orrore, ma quello è veramente un pugno nello stomaco.
Yasmina, sei bravissima! È da pochissimo che ti seguo e sono davvero felice di averti trovata. Ho frequentato il liceo classico e poi ho proseguito con studi scientifici; tuttavia mi sarebbe tanto piaciuto trovare un modo per approfondire una conoscenza letteraria ma non riuscivo a trovare qualcuno che mi potesse in qualche modo consigliare. E sei apparsa tu! Grazie!
Vidi il film a Cagliari, appena uscito, (1978), mentre ero al Car nella caserma 7 comuni di Cagliari. Avevo 22 anni circa. Capii poco allora , come adesso. Sapevo che Pasolini era un grande. ........
Lo vidi molti anni fa e mi disturbò profondamente nonostante la trovassi un opera, non posso dire bella, ma interessantissima. Da allora non l’ho mai più visto ne tantomeno penso ci sia necessità di rivederlo. Comunque la tua analisi é veramente eccelsa e credo che alla luce di quello che hai detto sulle meccaniche del potere e la strumentalizzazione sessuale, sia un opera tutt’ora di incredibile attualità. Anzi forse più attuale oggi di allora. Grazie per questo interessantissimo video
Ciao Yasmina. Come sai, quando non ho niente da aggiungere, mi limito a commentare per creare traffico e mi piace sempre sentirti parlare di argomenti che ti appassionano
Ottima recensione. Il film, possente ed impressionante, necessita di una conoscenza notevole per poter essere compreso ed apprezzato. Non solo aver letto Sade o Dante, ma anche avere nozioni di storia e sociologia. Questo video dovrebbe essere propedeutico alla visione del film per tutti coloro che ancora non lo hanno visto o intendono rivederlo.
ho guardato un video su yt in cui Pupi Avati racconta lo sviluppo del film dove lui è stato sceneggiatore ma non accreditato per questioni legali...molto interessante
Abbiamo appena visto il film e stavamo cercando una recensione per comprenderlo meglio. Trovare il tuo video è stata una grande sorpresa perchè oltre a dare una spiegazione molto interessante riesce a farlo con il giusto tempo che incredibilmente passa senza accorgersene. Complimenti continua così!
Ciao. Quando Pasolini nell' intervista alla TV Francese dice che il cannibalismo in certi ambienti è un fatto politico reale mentre in altri è solo metaforico che intendeva esattamente con reale?
Interessante l'interpretazione del finale. Io, forse un po' spinto dal libro di de Sade, l'ho sempre considerato il peggior finale possibile: gli unici due ragazzini che si sono salvati dalle torture sono diventati guardie e hanno abbracciato completamente il male, al punto da "permettersi" di ballare mentre i loro compagni vengono torturati, esattamente come i signori alternano le sevizie con canzoni o barzellette
Grazie a vari commenti a questo video di Yasmina Pani su "Salò" ho avuto conferma che: 1. "Salò" continua a essere erroneamente considerato da taluni un film dell'orrore, se non peggio ancora un "torture porn" come "Saw" o "Hostel". Chi pensa questo non ha capito un bel niente del senso degli abusi e della violenza mostrati da Pasolini che, a differenza delle efferatezze mostrate nei due film citati, hanno, oltre allo scopo di turbare lo spettatore, anche e soprattutto valore allegorico. 2. Il pregiudizio che il film metta in scena presunte "perversioni sessuali" di Pasolini e che per questo non sia degno di essere visto o analizzato è un pregiudizio dilagante e, ahimè, duro a morire. 3. Si continua a dare di "Salò" interpretazioni prive di fondamento, ad attribuire significati che non hanno nessuna connessione col contenuto e con quelli trasparenti e quasi ovvi del film che per la sua chiarezza fu molto apprezzato da amici e colleghi come Dacia Maraini e Mario Soldati e che fu anche, proprio perché questa chiarezza venne considerata troppo didascalica, anche duramente criticato da altri amici e colleghi. Pasolini stesso disse della sua opera "Questo è veramente il film che volevo fare. Ed è la cosa più perfetta che ho fatto". Di "Salò" inoltre diede la bellissima descrizione di "esatto come un cristallo". 4. Al di là dei gusti personali e delle preferenze di ognuno, colpisce come l'algida fotografia del film e la sua composizione fatta di inquadrature simmetriche e ripetitive altamente simboliche continuino a essere considerate frutto di sciatteria e assenza di tecnica cinematografica. L'invito è a confrontarlo con altri film dell'autore, noterete una continuità di stile che è rara da trovare in altri registi che hanno anche avuto disponibilità di maggiori mezzi da parte della produzione. 5. Alcuni lo considerano un "testamento" consapevole come se Pasolini fosse a conoscenza della prossimità del giorno della sua morte e si volesse accomiatare da tutti con "Salò". Pasolini aveva tanti progetti che stava portando avanti e tanti da iniziare: "Petrolio" e il film "Porno Teo Kolossal", quello su San Paolo, quello su Gilles de Rais da girare con l'amico Paul Vecchiali, un altro progetto che coinvolgeva Paolo Bonacelli, il Duca delle "120 giornate", tratto da D'Annunzio etc etc. Non si tratta di un testamento, non c'è nessun addio, Pasolini era un autore estremamente fecondo e attivo e la sua, per citare l'amica Laura Betti, era una "disperata vitalità". 5. Fortunatamente ho letto anche commenti che denotano sia conoscenza e comprensione del film, sia la curiosità di volerlo vedere dopo il video di Yasmina. Vuol dire che dopo quasi 50 anni dalla sua uscita è un film che ha ancora molto da dire e che è necessario continuare a parlarne. Tralasciando un paio di imprecisioni e di punti di vista che non condivido, elementi ampiamente compensati da osservazioni acute e stimolanti, ringrazio Yasmina Pani per avere parlato di "Salò" con competenza e passione.
Lo vidi in seconda liceo, insieme ad un gruppo di amici. Eravamo convinti di vedere un film duro, ma "alleggerito" dal grottesco. Sbagliammo. Io mi vanto di non essere stata male, ero rannichiata su di una poltrona e mi sentivo in trappola. In otto, arrivammo alla fine in tre. Ho voluto leggere il libro di De Sade ed i significati delle due opere sono diversi, questo mi aveva confuso. Mi avevano detto che il film era da ritenersi "incompiuto", proprio a causa della morte di Pasolini ed l' ultima scena non può essere considerata il finale, inoltre, vi sarebbe molto girato non inserito nel film, che non sappiamo se essere scartato o materiale per altre scene, però credo che certi misteri resteranno tali. Complimenti per questa analisi lucuda, pacata e diretta.
Amo Pasolini e come chiunque lo ami non posso che criticarlo, anche ferocemente. Nico Naldini, suo cugino, disse che Pasolini tirò fuori il disamore per i giovani italiani perché PPP cominciava ad avere molte difficoltà ad avere incontri sessuali coi borgatari, i quali cominciavano appunto a rifiutare i suoi soldi in cambio di sesso (per il semplice motivo che l'Italia stava diventando un paese ricco e con minori disparità socioeconomiche). Il guaio di Pasolini è che confuse i suoi desideri frustrati con i guasti dell'umanità e in questa fusione uscì un'opera tanto incoerente quanto affascinante.
Il potere stesso fingendo censura vuole porci queste opere come modello. Pasolini stesso era una creazione del potere. Il suo omicidio rituale in quelli Ostia la firma.
salve Yasmina ,ottima analisi dell' opera Pasoliniana ,lei ha colto diversi e per me nuovi spunti di osservazione del film per cui dopo tanti anni dovro' rivederlo grazie
Tutto giusto Yasmina. Il limite di questi film che spingono molto su certe atmosfere o certe scene è che rischiano di deviare l’attenzione dal significato metaforica dell’opera stessa e farsi ricordare solo per determinate scene senza che rimanga alcun approfondimento. Io il film l’ho visto. A me, il Pasolini regista, non piace. Ho visto anche il Vangelo secondo Matteo che è poco più che una trasposizione cinematografica pedissequa del Vangelo scritto: du palle! Proverò a rivedere Salò e le 120 giornate per notare gli spunti che hai sottolineato tu.
Lettura molto accurata del film e dei suoi significati. Come film però è un disastro, e lo dico perché qualcosa ne capisco. Un messaggio filosofico o morale o altro può essere veicolato e rappresentato in molti modi, ma ogni modo, cioè ogni veicolo, ha le sue caratteristiche intrinseche, i suoi requisiti minimi. Quelli del film, anche nel 1975, erano e sono di essere visualmente attraente, centrato, stimolante, invitante, insomma bello. In nessun modo questo è il caso del film in questione. Questo va dal girato, parti audio e video, che nel film sono decenti solo per quanto riguarda scenografia, già meno nei costumi, sempre peggio con le riprese in libera, dialoghi che erano scontati già nel 1975, ma che erano in effetti solo recitazioni di un testo ideale di Pasolini: i personaggi sono privi di qualsiasi spessore e non si sentono nemmeno vivi, né come modelli positivi né negativi. Bene, il film fa schifo. Stabilito questo, tutto il resto, fosse anche il messaggio più importante della storia dell'umanità (dubito in questo caso) passa in ultimo piano: non devo "imparare" nulla da un film quale suo primo scopo: il primo scopo del film anche quando scabroso e scioccante, è quello di farsi guardare invitando lo spettatore a continuare la visione e anche a ripeterla. Non certo quello di indurre l'autore a "farsi piacere" lo squallore del girato perché deve imparare la lezioncina etico-morale-filosofico-politica (del comunismo, poi!, molto ilare). Queste sono le fisime intellettualoidi da "montaggio analogico/ occhio della madre", alle quali risponde epicamente Fantozzi. Il primo scopo di un film è quello del film (vedi sopra), se poi mi veicola il messaggio universale unico ed eterno, tanto meglio. Ma un film che fa schifo, è e rimane un film che fa schifo. Per il resto ci sono i libri, i testi, le recite sperimentali dei gruppi teatrali intellettuali, che possono anche mangiarla veramente, la merda. Salò eccetera deve parte della sua fortuna al fraintendimento che Pasolini comunista volesse fare un film storico antifascista, inventandosi situazioni immaginarie, che per i veri episodi reali poteva prendere a piene mani da circa sessant'anni di regimi comunisti (tutti) e che non avevano bisogno di allegorie e di archetipi per mostrare quello che erano e sono. Ma con la morte dell'autore, ovviamente ognuno ha avuto gioco facile a stirarne il significato senza riguardo alle reali intenzioni di P.
Un video notevole, una critica profondissima dalla quale si capiscono subito due cose, a parte il film. La prima è che si vede che conosci molto bene la poetica di Pasolini e la seconda consiste nella capacità di accennare e divagazioni culturali possibili ma senza perdere il filo del discorso . Il film è un' opera d'arte ricchissima di metafore e di significati all 'interno del sistema intellettuale di Pasolini per cui un video così accurato somiglia a quelle esperienze che a volte si fanno in alcuni musei quando si ha la fortuna di imbattersi in una guida estremamente competente che ti mette di fronte a dettagli piccoli e grandi, che da solo non saresti capace di notare.
Cara Yasmina, ho scoperto da poco il tuo canale e voglio dirti che sei una persona molto accattivante. Per il tuo viso classico e i tuoi décolleté sembri una madonna del rinascimento, ma soprattutto apprezzo le tue considerazioni sempre interessanti. Vorrei chiederti se potessi commentare il film di Luis Bunuel "quell' oscuro oggetto del desiderio"
Video come sempre molto interessante. In particolare il concetto di "potere anarchico" che si esalta nel profanare leggi morali e consuetudini sedimentate da moltissimo tempo nella società umana. Certo il film è molto duro e difficile da vedere, ma fa riflettere.
Ricordo che venne venduta la VHS insieme alla rivista L'Espresso, tra il 1995 e 1996, nel segmento chiamato "I classici proibiti - Serie Oro" de "Espresso Cinema" (assieme ai "Racconti di Canterbury")
Ho visto il film per la prima volta a 16 anni. Ne rimasi profondamente turbato, provandone un senso di attrazione e ribrezzo. All’epoca non avevo certamente i mezzi per comprenderlo e l’ambiente piccolo borghese che frequentavo, di certo non mi aiutava nella corretta decodifica. Rivisto poi almeno 6 volte in età adulta e con una laurea in storia e critica cinematografica in mano (lo so che è inutile ragà, ma almeno mi è tornata “handy” pe scrive ste stron**ate) e penso che sia uno dei migliori film della cinematografia Pasoliniana, insieme ad “accattone”.
È un film catabatico, costantemente e intimamente pervaso da un senso di morte, quasi che Pasolini la percepisse intorno a sé o su di sé, come purtroppo poi si è rivelato essere di lì a poco. Un'opera molto affascinante. 👍🏼
Il " fascino " della violenza risiede nella non velata e avulsa possibilità che ognuno di noi nel ruolo del detentore di potere potrebbe esercitarla e fruirne.
Penso ai tanti film d'autore, dal 1960 a oggi, che si concludono con un ballo. Celebre il finale sulla spiaggia (dopo balli sgangherati ad un party privato) de "La dolce vita", in cui una ragazzina-angelo (Valeria Ciangottini) appare da lontano all'ormai dannato Marcello e sembra invitarlo a danzare con lei. La giostra di "Otto e mezzo", con tutti quelli che contano nella vita del regista-protagonista impegnati in un frenetico girotondo. In "Il matrimonio del mio migliore amico" Julia Roberts, inconsolabile alle nozze in cui non è lei la sposa, si lascia trascinare in una danza vorticosa dal suo divertente gay buddy (Rupert Everett). Nel misconosciuto "Un amore", un lui (F.Gifuni)e una lei (L.Indovina), eterna coppia di (ex) amanti che si incontrano dopo tanto tempo, sono sorpresi sulla spiaggia dal suono lontano della "loro" canzone, una rumba, e improvvisano uno scatenato ballo latino. E i balli-consacrazione che concludono "Pane e tulipani" di Soldini e "Mine vaganti" di Özpetek, in cui nuove "strane" coppie si formano o si consolidano. Il ballo al cinema è metafora di costrizione (la stretta tra i due, le regole da seguire), liberazione, voglia di vivere. Ed è un ottimo espediente per dare una conclusione dinamica e vitale a una storia statica e claustrofobica. A qualcuno vengono in mente altri esempi?
Pupi Avati racconta sempre di aver partecipato inizialmente alla stesura della sceneggiatura e di essersene poi dissociato perché non condivideva le scelte estreme di Pasolini.
In realtà il nome di Avati non appare per questioni pratiche legate alla produzione. Avati ha spesso parlato di questa collaborazione con PPP e non ha mai dichiarato di essersene dissociato, ha anzi sempre rivendicato il suo apporto alla sceneggiatura.
Ho scoperto per caso il tuo canale, mi ha molto colpito le analisi dei vari argomenti, che affronto di volta in volta; credo che sia rara una preparazione così approfondita e mai influenzata dalle mode passeggiere e ideologiche che inquinano la veridicità dei temi trattati. Brava e bella
Una scena di cui mi piacerebbe capire il significato è quella in cui uno dei 4 signori, se non ricordo male quello interpretato da Paolo Bonacelli, darebbe l'impressione di essersi invaghito di uno dei ragazzi il quale sembrerebbe a sua volta contraccambiare il sentimento. È una scena breve, giocata su un gioco di sguardi fra i due, che mi colpì molto quando vidi il film
Uscii dal cinema, con in mente un solo pensiero a caldo: "Geniale". Le valutazioni più profonde sono venute solo nei giorni successivi, per tutta la sera il solo pensiero continuò ad essere quello.
Bella introduzione. Sono d'accordo con te sul fatto che un artista del tutto disperato non esiste ed è quasi una contraddizione in termini (non lo ha detto anche Camus?). Personalmente ho sempre preferito i primi film di Pasolini: Accattone, Mamma Roma, Uccellacci e uccellini, la Ricotta, il Vangelo secondo Matteo. In generale il Pasolini degli anni 70 mi convince meno: lo trovo a tratti pretenzioso, meno lucido nel leggere i fenomeni sociali, datato, pieno di rimasticature di concetti già detti (meglio) da altri, sempre assertivo e categorico e con un certo compiacimento morboso. Tuttavia devo dire che, anche se ho un'avversione per la facile allegoria, "Salò" è forse la sua opera migliore di quella decade. La più coerente, la più estrema e quella artisticamente più riuscita. Opinione del tutto personale chiaramente.
Un dato interesante squisitamente tecnico, ma che arricchisce narrativamente lo straniamento e la raffinatezza intellettuale dei quattro carnefici, è che i quattro attori (oltre ad essere come spesso accadeva con Pasolini non professionisti; a parte Bonacelli/il Duca, l'unico vero attore del lotto e Valletti/il Presidente, caratterista generico, Quintavalle/sua Eccellenza era un giornalista amico di Pasolini e Cataldi/Monsignore un borgataro alla Franco Citti), erano tutti quanti doppiati da non professionisti della recitazione ma personalità in un determinato campo artistico o di studi : Giancarlo Vigorelli, critico letterario, Giorgio Caproni, poeta, Aurelio Roncaglia, filologo, Marco Bellocchio, regista.
@@blestivi Certo, Laura Betti doppia la signora Vaccari e uno dei repubblichini avrebbe dovuto essere Ninetto Davoli, tuttavia la scelta dei quattro doppiatori credo influisca molto nella percezione dei personaggi a cui conferiscono una trimbrica al tempo stesso raffinata e innaturale.
Grazie per questa recensione. Io ho visto il film, parecchio tempo fa, e l'ho sempre considerato uno dei più difficili da guardare. Dico questo da spettatore con un certo pelo sullo stomaco, che si è visto i vari Cannibal Holocaust, Human Centipede, etc. In effetti, anche se non me ne ero mai reso conto, forse è proprio l'estraniazione dello spettatore a rendere certe scene difficili da guardare. Siamo abituati a guardare le scene 'forti' parteggiando per qualcuno, o provando compassione per le vittime o empatizzando con i carnefici perché capiamo le loro ragioni. Invece lì la violenza ti passa davanti e basta ed è come se ti facesse sentire in colpa di non esserti indignato. È ovvio che un'opera non debba essere giudicata negativamente se non offre motivi di speranza, altrimenti 1984 di Orwell sarebbe la peggiore cagata e chiaramente non è così. Tuttavia io credo che vada fatto un discorso su come un film viene recepito e con che spirito la gente decide di guardarlo. Un mio amico più cinefilo di me, riguardo a questo film, mi ha detto che ha segnato l'inizio di tutto un filone di pornografia, più o meno clandestina, generalmente nota come il 'nazi-porno'. Non so quanto ci sia di vero, ma non si può dire che questo faccia onore al film e al suo autore. È un po' il discorso che fu fatto, credo anche da Stanley Kubrick stesso, riguardo ad Arancia Meccanica: se i ragazzi lo guardano per saziare un appetito perverso per la violenza, senza fare il minimo sforzo per capirlo, forse è meglio non guardarlo.
Se è per questo anche la "Trilogia della vita" diede suo malgrado inizio a una serie di film ispirati ad essa ma di livello decisamente basso come "I racconti di Viterbury" o i vari decamerotici. Questo toglie merito agli originali? Il filone "nazi" di cui parli fu ispirato da "Salò" e da "Salon Kitty" di Brass, due film che non hanno proprio nulla da spartire con i loro derivati.
@@YasminaPani L'autore/regista nessuna. Chiaramente però ai più non fa piacere, vedere la propria opera incompresa e bistrattata. Ovviamente a Pasolini questo non importava (anzi).
@@blestivi Siamo d'accordo. Il mio commento non voleva togliere merito al film quanto sottolineare il fatto che, facendo un film del genere, si corre il rischio a) di non essere capiti; b) che l'opera sia consumata e ricordata per motivi non proprio lusinghieri. Come dicevo un attimo fa a Yasmina, è ovvio ed evidente che Pasolini non si preoccupasse di questo e non ho motivi (né credenziali) per rimproverarglielo io.
Ciao. Complimenti per la tua bellezza molto particolare, isolana, atavica, incarnazione di un principio femmineo non ctonio, matriarcale ma luminoso luminoso . Quanto a Salò, è una lucida profezia sulla configurazione del nuovo potere postmoderno che iniziava a richiedere sacrifici umani. È un film inguardabile apposta, fa la stessa operazione di kubrick in eyes wide. Controelite che determinano le egregore di potere, tramite magia cerimoniale e sessuale di tipo crowleyano.
Video bellissimo e molto interessante, complimenti! Ho notato la somiglianza delle idee di Pasolini su potere e, in parte, amore e quelle espresse dagli intellettuali della scuola di Francoforte. Ci sono stati forse contatti? Poi, per quanto riguarda la dimensione idealizzata della vita adolescenziale-omosessuale nel suo paese d’origine, volevo chiedere come Pasolini la inserisce nella Storia: almeno dalla fine del mondo classico, è acclarato che l’orientamento eterosessuale è quello “dominante”. Di conseguenza, si tratta di una visione che caratterizza solo quel mondo nello specifico?
buonasera, ho iniziato da pochissimo a seguire il suo canale. Credo che lei analizzi benissimo il film di Pasolini. Eh, Salò...ero ragazzino quando uscì nelle sale e se ne parlava, eccome se se ne parlava...un mio amico, che lo vide diversi anni dopo me ne parlò e fui curioso al punto che chiesi di proiettarmelo tramita vhs all'asac di Venezia. Con gran sconvolgimento dell'addetto operatore😂. Rimasi terrificato, al punto da non dormire per qualche notte. Forse aveva toccato corde oscure nel mio intimo? E sì che avevo letto gia Sade...Lo ritengo il miglior film di Pasolini e ci rifletto spesso e spesso mi capita di discuterne, molti lo trovano orrendo e trovano puerile e persino opportunista in quanto giustificatorio delle scelte sessuali dell'autore. Riguardo la morte della pianista e il finale coi ragazzini che ballano ho sempre creduto a un bagliore di speranza. Così come ho spesso pensato che i quattro potentati fossero dei bambini,così come il fascismo è un affare da bambini che esprimono la parte legata a un principio di piacere e son pronti a compiere dispetti alla legge di Dio, facendo esattamente il contrario. Loro vedono la divinità solo come precetto, comandamento e il loro piacere è invertirlo, per una specie di potenza disubbidiente ma che in fondo conferma la Legge. Mentre l'amore è al di là. So che è un must di Gaspar Noè ma non so se sia per via della violenza, che è veramente la Violenza, come ben lei ha spiegato, in tutta la sua "normalita", realismo, senza gore o altro. Senza "fotogenicità".
Ricordo un'intervista, credo l'ultima da lui rilasciata, in cui spiegava molto serenamente che le riprese dovettero svolgersi in gran segreto. Cosa insolita per i film di Pasolini, il cui set era 'inserito' nella vita di molti luoghi in cui girava e coinvolgeva i residenti delle borgate. Questo no, non tanto per problemi con la legge, quanto per il timore delle rappresaglie fasciste. Il mondo delle borgate stava cambiando, i fascisti 'da strada' in quegli anni si stavano legando sempre più alle batterie della criminalità organizzata: non erano più figli della classe media o benestante, ma stava emergendo un certo pericoloso fascismo 'proletario', che sarà poi quello responsabile della sua morte. Chi gli era vicino, riferisce in lui un presentimento della fine violenta che gli sarebbe toccata da lì a poco. Ho dedicato questo sonetto alla morte di Pierpaolo Pasolini: Du pori disgrazziati sempricioni, videro un corvo spelacchiato e nero che come un beccamorto ar cimmitero annava pe borgate e palazzoni. Cantava l’uccellaccio: “Proletari! Lunatico e balordo brulicame assoggettato a le fetenti brame de li strozzini e li palazzinari!”. Coll’occhietto svagato e soridente quelli dopo la gran predicazzione je stirareno er collo allegramente. Così è finita dunque la lezzione: l’hanno spiumato su le brace ardente e se lo sò magnato a colazzione
Comunque era pur vero che su " lettere luterane" Pasolini si dimostri critico anche contro l' unione sovietica, poiché seppur marxista( piu' che comunista) aveva uno sguardo critico verso ogni forma di potere
Bravissima Jasmina!
Continua a parlare di Pasolini, ne abbiamo.un grande bisogno.
in effetti è cambiato fascismo da poco
Si ribellano pregando o innamorandosi.
Molto bella questo pensiero di Pasolini. Grazie per averlo esplicitato
e a lavorare ci mandarono gli sfigati
Non so se mai avrò la forza di vedere questo film, ma ti ringrazio per la tua approfondita analisi
Con questo film nasce il mio disprezzo assoluto per la banalità del male. Annullare la persona fino alla morte di questa, senza vantaggio, senza movente vero, senza motivo. La violenza in esso rappresentata, è stata un segnale, per fermarmi del tutto e riflettere... Non si può sempre produrre e correre, alcune volte, bisogna riflettere. Qualche volta, essere seri, serve. Ottimo contenuto Yasmina Pani. Era un contenuto video che trova in te, una persona molto adatta ad analizzarlo con equilibrio ❤❤❤
Questo film ancora oggi è una prova di resistenza per lo spettatore. Quel che disturba di più, secondo me, non è la pornografia, nè la violenza delle immagini, quanto la rappresentazione del male assoluto, che d'altronde esercita sempre un indubbio fascino sul fruitore di un'opera d'arte. L'unico barlume di speranza si scorge nel finale, in cui due giovani soldati, in uno scenario di morte, ballano insieme per qualche attimo. L'inferno è già su questa terra, ma la vita continua nonostante tutto.
Si ma prova di resistenza perchè è spesso noioso, e le battute sono anche un pò vuote e prive di senso. Un pò come un film horror troppo esagerato che diventa un film comico.
@@ricordiaerei7776: alcuni vecchi horror sono effettivamente invecchiati male, sfiorano il comico involontario (vedi "L'esorcista").Nel caso di "Salò", credo che l'inconsistenza di certe parti della sceneggiatura sia funzionale a rappresentare il vuoto di valori dei personaggi.
@@carloartificialintelligence Senz'altro però alla fine a me stancava proprio, cioè non sono scene magari che danno fastidio per la troppa violenza ma per la noia. E' senza dubbio una bella trama per un film sado maso, peccato che l'elemento del sesso sia piuttosto nascosto.
Ma quante pippe mentali vi fate?
L'inferno è tra di noi sin dall'alba dell'uomo
Visto 1 o 2 anni fa, sempre un piacere ascoltare un tuo approfonditamento
Impeccabile prof. Brillante Intelligenza e chiarezza nella spiegazione, piacevolissima da ascoltare.
Grazie mille per questo lavoro
... Complimenti per la Conoscenza ... Competenza .. capacità di Sintesi ... Capacità nel Racconto ... Sensibilità nella Descrizione ... il Cinema è Arte ... Filosofia ... e PPP ... è Stato un Maestro .
Tantissimi complimenti, una delle migliori spiegazioni di Salò che abbia mai udito, io adoro questo film! ❤️💯
Bravissima! Questo film denuncia in modo esemplare ed eccezionale la manipolazione del potere!!!
Grazie per la bella analisi. Anni fa mi chiesi perché tra i Signori non vi fosse un rappresentante del potere politico. Oggi credo che l’avvento e il consolidamento della 2^ Repubblica ce lo abbiano spiegato fin troppo bene: il potere politico è sempre subordinato ed asservito agli altri poteri. Fá riflettere il fatto che Pasolini già cinquant’anni fa questo lo sapesse molto bene. Un saluto!
Non ci avevo pensato!
Come sarebbe che non c'è il rappresentante del potere politico?
C'è il Duca ( Paolo Bonacelli )
Ma che bello! Grazie!
Film che ho amato moltissimo. Grazie per la bella analisi.
Interessantissima analisi. Film che faticai a vedere fino in fondo e di cui sicuramente non compresi appieno tutti i significati legati ai simboli inseriti da Pasolini nella narrazione.
Ora ci ho capito qualcosa in più ma, ancora, non so mi verrebbe voglia di rivederlo. Sarà più facile che mi venga voglia di riascoltare la tua spiegazione.
Per me, nel suo orrore, è opera d'arte somma, forse la più coraggiosa, incisiva e lucida condanna del Potere.
Vidi il film a 19 anni nel 1978 e ne rimasi totalmente scioccato dalla sua "durezza" , sicuramente perchè allora non avevo i mezzi e la maturità per comprenderlo appieno . Lo consideravo , come dici tu , "un film eccessivamente disperato , eccessivamente negativo in cui non appare alcun barlume di speranza" . Mi ricordo che nei giorni seguenti ebbi un confronto animato sul film ( che ritenevo scandaloso ) con la allora mia professoressa di italiano ( molto paziente e capace ) che riuscì però a farmi capire il significato allegorico dell'opera . Da allora mi sono appassionato a Pasolini , personaggio molto complesso e visionario . Ai giorni nostri , avremmo molto bisogno di una "voce" controcorrente come la sua per interpretare meglio la realtà che ci circonda ! Mi è sempre rimasta impressa la sua ultima intervista in cui Lui dice : " ... io penso che scandalizzare sia un diritto , essere scandalizzato un piacere e chi rifiuta di essere scandalizzato è un moralista ... " . P.S. > Apprezzo molto il tuo modo intelligente e schietto di affrontare gli argomenti . AD MAIORA !
Complimenti: analisi che condivido, apprezzo e devo dire che hai esposto con una capacità e una dialettica davvero lodevole.
L’ho visto più di una volta. Se siete facilmente impressionabili, non pensateci nemmeno di vederlo. Un capolavoro ma ti rimane dentro un pugno allo stomaco
Io che l ho visto per la prima volta, per sbaglio, a 13 anni 😅
Il libro (da cui il film è trattato) è ancora peggio
La mia percezione (specie la prima volte che lo vidi) fu di "prigionia". Ho percepito l'impossibilità di fuga...
No vabbè ma che dialettica
30 minuti passati come 3 secondi
Super super interessante
Grazie mille
Ciao Yasmina.
Non sò esattamente cosa voleva scaturire con questo film, ma ricordo che quando lo vidi (circa 20 anni fà) mi provocò come una "rabbia sociale". Ai tempi nostri quelle dimamiche diventano sempre più chiare... mi riferisco a tutte le leggi e le regole contraddittorie che continuano a sommarsi. Dal mio punto di vista i moderni "uomini di potere" non lo fanno per convinzione o incompetenza, ma si divertono a "stuprarci" nella dignità e usarci come bambole (appunto come le vittime non caratterizzate del film) e anche con un certo distacco e noia. Andrebbe rivisto oggi rapportato alla società moderna.
Sto rileggendo e devo dire con enorme piacere ragazzi di vita davvero stupendo forse uno dei romanzi più belli di Pasolini
Ciao Yasmina, grazie! Con grande piacere ho ascoltato da te il dettaglio del "cencio rosso" in "Una vita violenta", anche a me aveva colpito quando ho letto il libro molti anni fa... E poi sono d'accordo su quello che hai detto, che la creazione artistica, la poesia, se nasce, è perché l'artista conserva almeno qualche frammento di speranza...
Un grande capolavoro. Un film completo e unico. La sfida e'...riuscire a guardarlo tutto di fila senza staccare un attimo. Pochi ci saranno riusciti
Da spettatore , lo vidi dopo poco tempo dall'uscita, e fu una cosa molto impressionante ; direi che puo' essere una prova molto dura se uno non e' almeno un po' preparato alla visione; la violenza e' molto esplicita, ma a distanza di anni puo' essere definita come un'ottima prova del regista.
Proprio BRAVA.
Grazie.
Questa è una delle analisi migliori su RUclips che ho trovato. Complimenti, parlare di questo film non è affatto semplice a causa della sua natura controversa. Alcuni ci vedono solo violenza ingiustificata e perversioni malate che creano un forte senso di disgusto, l'obiettivo era proprio questo non solo ci riesce ma può portare a diversi spunti di riflessione.
Grazie mille
L'ho recuperato ieri spinta dal tuo video. Sulla scena finale, io ho una interpretazione molto simile alla tua, giacché non solo la canzonetta o il ballo dei ragazzi sono molto leggeri e delicati e in contrasto sia con il ballo orripilante dei tre signori sul campo del massacro sia con l'intera atmosfera grottesca e orrorifica - veicolata anche dalla sottofondo musicale precedente -, ma anche perché la scena è animata da una profonda intimità. "Sai ballare?" "No" e tuttavia i due provano a farlo: è una chiusura quasi romantica. Io la leggo così: la ribellione covava nascosta e sotterranea tra i proletari, vessati e umiliati costantemente, ma anche tra le giovani guardie. Non tutte, chiaramente! Sarebbe stato irrealistico da parte di Pasolini, ma tenendo conto di quanto ho scoperto dal tuo video - ovvero dell'idea di purezza che per Pasolini è intrinseca alla giovinezza virile - non mi è difficile pensare che il finale sia speranzoso in questo senso: anche ai vertici del profondo male, molto di quanto si vede non è autentico, ma infettato per contatto, e quando tutto si disfa, emergono forme di resistenza o di non appartenenza prima celate.
In effetti, però, la scena è anche grottesca, perché definita per contrapposizione rispetto al campo delle torture, e corona il parossismo di violenza, quindi una lettura univoca non è possibile. Riconosco che si potrebbe trattare anche della rappresentazione di altro: dell'indifferenza nei confronti della violenza, poiché in effetti i ragazzi sono annoiati - ma anche in questo caso i due si divertono ballando insieme in maniera quasi romantica, come se dopo aver sperimentato il dissacrante, si rendessero conto che in realtà esso è noioso e non c'è nulla di vitale in un potere che cominciato sembrando assoluto si va poi sgretolando, dimostrando inoltre che un uomo si può spezzare solo nelle membra, ma lo spirito è più difficile da sfiaccare (alludo alle varie forme di ribellione). Dunque crollato il mito della supremazia, il divertimento si ritrova in atti fanciulleschi, consoni alla loro età: il gioco di potere era infine solo un gioco e neanche divertente, esercitato perché plagiati dai 4 fascisti. Questa interpretazione è a suo modo speranzosa, ma per cavare un fascetto di luce bisogna scavare nel buio totale della riflessione sull'indottrinamento e sulla banalità della violenza spinta avanti a oltranza. Non so. Non so. Comunque è un film molto interessante! Mi ha dato da pensare che, escludendo due scene finali, la violenza della pellicola non ha provocato in me nessuna reazione.
Sarà che sono rimasto un bimbo impressionabile, ma non ce l'ho mai fatta a vederlo. Proprio perché puoi vedere tanti film dell'orrore, ma quello è veramente un pugno nello stomaco.
Capisco
Un pugno alla mediocrità delle nostre vite nel sistema..
Yasmina, sei bravissima! È da pochissimo che ti seguo e sono davvero felice di averti trovata. Ho frequentato il liceo classico e poi ho proseguito con studi scientifici; tuttavia mi sarebbe tanto piaciuto trovare un modo per approfondire una conoscenza letteraria ma non riuscivo a trovare qualcuno che mi potesse in qualche modo consigliare. E sei apparsa tu! Grazie!
Grazie mille 🙂
Video molto interessante, complimenti!
E sono d’accordo anche io sul concetto che esprimi al minuto 22:50 👍🏻
Vidi il film a Cagliari, appena uscito, (1978),
mentre ero al Car nella caserma 7 comuni di Cagliari. Avevo 22 anni circa.
Capii poco allora , come adesso.
Sapevo che Pasolini era un grande.
........
Complimenti per la relazione👍👍👍
Lo vidi molti anni fa e mi disturbò profondamente nonostante la trovassi un opera, non posso dire bella, ma interessantissima. Da allora non l’ho mai più visto ne tantomeno penso ci sia necessità di rivederlo. Comunque la tua analisi é veramente eccelsa e credo che alla luce di quello che hai detto sulle meccaniche del potere e la strumentalizzazione sessuale, sia un opera tutt’ora di incredibile attualità. Anzi forse più attuale oggi di allora. Grazie per questo interessantissimo video
Grazie! È sempre un piacere stimolante ascoltarti
Solo complimenti sinceri. Bravissima, precisa, attenta!
Grazie mille
Ciao Yasmina. Come sai, quando non ho niente da aggiungere, mi limito a commentare per creare traffico e mi piace sempre sentirti parlare di argomenti che ti appassionano
Grazie ♥️
Non ho mai sentito una recensione ,di questo film, più approfondita di questa complimenti , buon linguaggio, secco e reale
Ottima recensione. Il film, possente ed impressionante, necessita di una conoscenza notevole per poter essere compreso ed apprezzato. Non solo aver letto Sade o Dante, ma anche avere nozioni di storia e sociologia. Questo video dovrebbe essere propedeutico alla visione del film per tutti coloro che ancora non lo hanno visto o intendono rivederlo.
ho guardato un video su yt in cui Pupi Avati racconta lo sviluppo del film dove lui è stato sceneggiatore ma non accreditato per questioni legali...molto interessante
Abbiamo appena visto il film e stavamo cercando una recensione per comprenderlo meglio. Trovare il tuo video è stata una grande sorpresa perchè oltre a dare una spiegazione molto interessante riesce a farlo con il giusto tempo che incredibilmente passa senza accorgersene. Complimenti continua così!
Grazie!
Ciao. Quando Pasolini nell' intervista alla TV Francese dice che il cannibalismo in certi ambienti è un fatto politico reale mentre in altri è solo metaforico che intendeva esattamente con reale?
Grazie Yasmina!
Non ho ancora trovato il coraggio di vederlo.
Interessante l'interpretazione del finale. Io, forse un po' spinto dal libro di de Sade, l'ho sempre considerato il peggior finale possibile: gli unici due ragazzini che si sono salvati dalle torture sono diventati guardie e hanno abbracciato completamente il male, al punto da "permettersi" di ballare mentre i loro compagni vengono torturati, esattamente come i signori alternano le sevizie con canzoni o barzellette
Eh sì, si può vedere anche così
Be', Hanna Arendt parlava della banalità del male, quindi...
Complimenti per la tua spiegazione. Io ho visto Salò molti anni fa e ricordo di essere uscita dal cinema completamente attonita...
Complimenti per la spiegazione del film del grande Pasolini, e anche per il davanzale veramente spettacolare
Condivido senz'altro la seconda opinione! 😅
Capolavoro di Film....❤
Un opera avanti 50 anni,ma veramente difficile da digerire.Visto 2 volte e credo non ci sarà una terza..Di certo un capolavoro
Attendo, speranzoso, un video su Petrolio. Non l' ho mai letto, ma magari mi convinci. 😊
È molto più difficile di Salò 😁
@@YasminaPani per questo attendo speranzoso!
Più speciali su Pasolini ❤ meravigliosa questa lezione!
Grazie!
Avevo appena ordinato (indipendentemente da questo tuo video).
Grazie a vari commenti a questo video di Yasmina Pani su "Salò" ho avuto conferma che:
1. "Salò" continua a essere erroneamente considerato da taluni un film dell'orrore, se non peggio ancora un "torture porn" come "Saw" o "Hostel". Chi pensa questo non ha capito un bel niente del senso degli abusi e della violenza mostrati da Pasolini che, a differenza delle efferatezze mostrate nei due film citati, hanno, oltre allo scopo di turbare lo spettatore, anche e soprattutto valore allegorico.
2. Il pregiudizio che il film metta in scena presunte "perversioni sessuali" di Pasolini e che per questo non sia degno di essere visto o analizzato è un pregiudizio dilagante e, ahimè, duro a morire.
3. Si continua a dare di "Salò" interpretazioni prive di fondamento, ad attribuire significati che non hanno nessuna connessione col contenuto e con quelli trasparenti e quasi ovvi del film che per la sua chiarezza fu molto apprezzato da amici e colleghi come Dacia Maraini e Mario Soldati e che fu anche, proprio perché questa chiarezza venne considerata troppo didascalica, anche duramente criticato da altri amici e colleghi. Pasolini stesso disse della sua opera "Questo è veramente il film che volevo fare. Ed è la cosa più perfetta che ho fatto". Di "Salò" inoltre diede la bellissima descrizione di "esatto come un cristallo".
4. Al di là dei gusti personali e delle preferenze di ognuno, colpisce come l'algida fotografia del film e la sua composizione fatta di inquadrature simmetriche e ripetitive altamente simboliche continuino a essere considerate frutto di sciatteria e assenza di tecnica cinematografica. L'invito è a confrontarlo con altri film dell'autore, noterete una continuità di stile che è rara da trovare in altri registi che hanno anche avuto disponibilità di maggiori mezzi da parte della produzione.
5. Alcuni lo considerano un "testamento" consapevole come se Pasolini fosse a conoscenza della prossimità del giorno della sua morte e si volesse accomiatare da tutti con "Salò". Pasolini aveva tanti progetti che stava portando avanti e tanti da iniziare: "Petrolio" e il film "Porno Teo Kolossal", quello su San Paolo, quello su Gilles de Rais da girare con l'amico Paul Vecchiali, un altro progetto che coinvolgeva Paolo Bonacelli, il Duca delle "120 giornate", tratto da D'Annunzio etc etc. Non si tratta di un testamento, non c'è nessun addio, Pasolini era un autore estremamente fecondo e attivo e la sua, per citare l'amica Laura Betti, era una "disperata vitalità".
5. Fortunatamente ho letto anche commenti che denotano sia conoscenza e comprensione del film, sia la curiosità di volerlo vedere dopo il video di Yasmina. Vuol dire che dopo quasi 50 anni dalla sua uscita è un film che ha ancora molto da dire e che è necessario continuare a parlarne.
Tralasciando un paio di imprecisioni e di punti di vista che non condivido, elementi ampiamente compensati da osservazioni acute e stimolanti, ringrazio Yasmina Pani per avere parlato di "Salò" con competenza e passione.
Madonna GRAZIE, commento perfetto.
Lo vidi in seconda liceo, insieme ad un gruppo di amici. Eravamo convinti di vedere un film duro, ma "alleggerito" dal grottesco.
Sbagliammo. Io mi vanto di non essere stata male, ero rannichiata su di una poltrona e mi sentivo in trappola.
In otto, arrivammo alla fine in tre.
Ho voluto leggere il libro di De Sade ed i significati delle due opere sono diversi, questo mi aveva confuso.
Mi avevano detto che il film era da ritenersi "incompiuto", proprio a causa della morte di Pasolini ed l' ultima scena non può essere considerata il finale, inoltre, vi sarebbe molto girato non inserito nel film, che non sappiamo se essere scartato o materiale per altre scene, però credo che certi misteri resteranno tali.
Complimenti per questa analisi lucuda, pacata e diretta.
A fine montaggio Pasolini si ritenne molto soddisfatto del film, quindi quella che vediamo oggi è la versione che ha licenziato personalmente.
Amo Pasolini e come chiunque lo ami non posso che criticarlo, anche ferocemente. Nico Naldini, suo cugino, disse che Pasolini tirò fuori il disamore per i giovani italiani perché PPP cominciava ad avere molte difficoltà ad avere incontri sessuali coi borgatari, i quali cominciavano appunto a rifiutare i suoi soldi in cambio di sesso (per il semplice motivo che l'Italia stava diventando un paese ricco e con minori disparità socioeconomiche). Il guaio di Pasolini è che confuse i suoi desideri frustrati con i guasti dell'umanità e in questa fusione uscì un'opera tanto incoerente quanto affascinante.
Il potere stesso fingendo censura vuole porci queste opere come modello. Pasolini stesso era una creazione del potere. Il suo omicidio rituale in quelli Ostia la firma.
Diciamo che ha fuso la sua esperienza personale con delle considerazioni di carattere sociologico estremamente lucide e interessanti
Brava, ottimo video, molto ben fatto, chiaro, preciso, diretto. Ottima analisi del film.
Bravissima.
Brava dieci e lode e bacio, Pasolini è uno che leggeva bene la nostra società e sapeva come si muoveva il potere, che poi forse l'ha ucciso...
avevo appena finito di vedere un video con pupi avati che tratta del suo ruolo come sceneggiatore in salò.
salve Yasmina ,ottima analisi dell' opera Pasoliniana ,lei ha colto diversi e per me nuovi spunti di osservazione del film per cui dopo tanti anni dovro' rivederlo grazie
Tutto giusto Yasmina. Il limite di questi film che spingono molto su certe atmosfere o certe scene è che rischiano di deviare l’attenzione dal significato metaforica dell’opera stessa e farsi ricordare solo per determinate scene senza che rimanga alcun approfondimento. Io il film l’ho visto. A me, il Pasolini regista, non piace. Ho visto anche il Vangelo secondo Matteo che è poco più che una trasposizione cinematografica pedissequa del Vangelo scritto: du palle! Proverò a rivedere Salò e le 120 giornate per notare gli spunti che hai sottolineato tu.
Esatto io non riesco ad andare oltre l'immagine perché per me è troppo 😢 so che è peccato ma proprio non ce la faccio
Lettura molto accurata del film e dei suoi significati. Come film però è un disastro, e lo dico perché qualcosa ne capisco. Un messaggio filosofico o morale o altro può essere veicolato e rappresentato in molti modi, ma ogni modo, cioè ogni veicolo, ha le sue caratteristiche intrinseche, i suoi requisiti minimi. Quelli del film, anche nel 1975, erano e sono di essere visualmente attraente, centrato, stimolante, invitante, insomma bello. In nessun modo questo è il caso del film in questione. Questo va dal girato, parti audio e video, che nel film sono decenti solo per quanto riguarda scenografia, già meno nei costumi, sempre peggio con le riprese in libera, dialoghi che erano scontati già nel 1975, ma che erano in effetti solo recitazioni di un testo ideale di Pasolini: i personaggi sono privi di qualsiasi spessore e non si sentono nemmeno vivi, né come modelli positivi né negativi. Bene, il film fa schifo. Stabilito questo, tutto il resto, fosse anche il messaggio più importante della storia dell'umanità (dubito in questo caso) passa in ultimo piano: non devo "imparare" nulla da un film quale suo primo scopo: il primo scopo del film anche quando scabroso e scioccante, è quello di farsi guardare invitando lo spettatore a continuare la visione e anche a ripeterla. Non certo quello di indurre l'autore a "farsi piacere" lo squallore del girato perché deve imparare la lezioncina etico-morale-filosofico-politica (del comunismo, poi!, molto ilare). Queste sono le fisime intellettualoidi da "montaggio analogico/ occhio della madre", alle quali risponde epicamente Fantozzi. Il primo scopo di un film è quello del film (vedi sopra), se poi mi veicola il messaggio universale unico ed eterno, tanto meglio. Ma un film che fa schifo, è e rimane un film che fa schifo. Per il resto ci sono i libri, i testi, le recite sperimentali dei gruppi teatrali intellettuali, che possono anche mangiarla veramente, la merda. Salò eccetera deve parte della sua fortuna al fraintendimento che Pasolini comunista volesse fare un film storico antifascista, inventandosi situazioni immaginarie, che per i veri episodi reali poteva prendere a piene mani da circa sessant'anni di regimi comunisti (tutti) e che non avevano bisogno di allegorie e di archetipi per mostrare quello che erano e sono. Ma con la morte dell'autore, ovviamente ognuno ha avuto gioco facile a stirarne il significato senza riguardo alle reali intenzioni di P.
1 volta sul tuo canale,molto brava e preparata,complimenti ! i sottotitoli poi sono fantastici!! ; )
I sottotitoli non sono merito mio, sono di youtube 🙂
Un video notevole, una critica profondissima dalla quale si capiscono subito due cose, a parte il film. La prima è che si vede che conosci molto bene la poetica di Pasolini e la seconda consiste nella capacità di accennare e divagazioni culturali possibili ma senza perdere il filo del discorso . Il film è un' opera d'arte ricchissima di metafore e di significati all 'interno del sistema intellettuale di Pasolini per cui un video così accurato somiglia a quelle esperienze che a volte si fanno in alcuni musei quando si ha la fortuna di imbattersi in una guida estremamente competente che ti mette di fronte a dettagli piccoli e grandi, che da solo non saresti capace di notare.
Grazie mille
Mi piacerebbe tanto una tua recensione su Petrolio.
La farò!
Mi ricordo di averlo visto in parte penso trent'anni fa...
Dai agli uomini il potere assoluto, lo eserciteranno- lo stesso concetto di " 1984 " di Orwell
Cara Yasmina, ho scoperto da poco il tuo canale e voglio dirti che sei una persona molto accattivante. Per il tuo viso classico e i tuoi décolleté sembri una madonna del rinascimento, ma soprattutto apprezzo le tue considerazioni sempre interessanti. Vorrei chiederti se potessi commentare il film di Luis Bunuel "quell' oscuro oggetto del desiderio"
Lo vidi da adolescente e poi mai più, quindi ricordo molto poco
Video come sempre molto interessante. In particolare il concetto di "potere anarchico" che si esalta nel profanare leggi morali e consuetudini sedimentate da moltissimo tempo nella società umana. Certo il film è molto duro e difficile da vedere, ma fa riflettere.
Ricordo che venne venduta la VHS insieme alla rivista L'Espresso, tra il 1995 e 1996, nel segmento chiamato "I classici proibiti - Serie Oro" de "Espresso Cinema" (assieme ai "Racconti di Canterbury")
Gesù
Ottima spiegazione del film di Pasolini, mai del tutto spiegato fino in fondo
Sei capace di dire “non posso mangiare il riso” tenendo le dita così?
“Non posso mangiare il riso”
“E allora mangia la merda!”
Yasmina, un video sulla recente uscita di Paola Cortellesi riguardo Biancaneve?
Non ci penso neanche 🤣 ha scritto un articolo in merito Un italiano in Islanda sul suo sito
Ho visto il film per la prima volta a 16 anni. Ne rimasi profondamente turbato, provandone un senso di attrazione e ribrezzo. All’epoca non avevo certamente i mezzi per comprenderlo e l’ambiente piccolo borghese che frequentavo, di certo non mi aiutava nella corretta decodifica. Rivisto poi almeno 6 volte in età adulta e con una laurea in storia e critica cinematografica in mano (lo so che è inutile ragà, ma almeno mi è tornata “handy” pe scrive ste stron**ate) e penso che sia uno dei migliori film della cinematografia Pasoliniana, insieme ad “accattone”.
Concordo. Accattone e Mamma Roma
È un film catabatico, costantemente e intimamente pervaso da un senso di morte, quasi che Pasolini la percepisse intorno a sé o su di sé, come purtroppo poi si è rivelato essere di lì a poco. Un'opera molto affascinante. 👍🏼
Volevi dire catafratto?
@@aaaab384 no, proprio catabatico, nel senso che trascina verso oscure profondità, come la brezza fredda che scivola a valle di notte...
@@LucaCasertaAh, pensavo fossi un Dipreista in erba. Ma erba di quella buona, eh.
Il " fascino " della violenza risiede nella non velata e avulsa possibilità che ognuno di noi nel ruolo del detentore di potere potrebbe esercitarla e fruirne.
Penso ai tanti film d'autore, dal 1960 a oggi, che si concludono con un ballo. Celebre il finale sulla spiaggia (dopo balli sgangherati ad un party privato) de "La dolce vita", in cui una ragazzina-angelo (Valeria Ciangottini) appare da lontano all'ormai dannato Marcello e sembra invitarlo a danzare con lei. La giostra di "Otto e mezzo", con tutti quelli che contano nella vita del regista-protagonista impegnati in un frenetico girotondo. In "Il matrimonio del mio migliore amico" Julia Roberts, inconsolabile alle nozze in cui non è lei la sposa, si lascia trascinare in una danza vorticosa dal suo divertente gay buddy (Rupert Everett). Nel misconosciuto "Un amore", un lui (F.Gifuni)e una lei (L.Indovina), eterna coppia di (ex) amanti che si incontrano dopo tanto tempo, sono sorpresi sulla spiaggia dal suono lontano della "loro" canzone, una rumba, e improvvisano uno scatenato ballo latino. E i balli-consacrazione che concludono "Pane e tulipani" di Soldini e "Mine vaganti" di Özpetek, in cui nuove "strane" coppie si formano o si consolidano. Il ballo al cinema è metafora di costrizione (la stretta tra i due, le regole da seguire), liberazione, voglia di vivere. Ed è un ottimo espediente per dare una conclusione dinamica e vitale a una storia statica e claustrofobica. A qualcuno vengono in mente altri esempi?
Bella rassegna!
" i cancelli del cielo "
@@enricocampo7130: non ho visto quel film. Grazie, me lo guardo.
Pupi Avati racconta sempre di aver partecipato inizialmente alla stesura della sceneggiatura e di essersene poi dissociato perché non condivideva le scelte estreme di Pasolini.
In realtà il nome di Avati non appare per questioni pratiche legate alla produzione. Avati ha spesso parlato di questa collaborazione con PPP e non ha mai dichiarato di essersene dissociato, ha anzi sempre rivendicato il suo apporto alla sceneggiatura.
Mi piacerebbe vedere una tua recensione del romanzo “Teorema”.. complimenti per il video!
Arriverà, lo amo molto!
Bravissima!
Ho scoperto per caso il tuo canale, mi ha molto colpito le analisi dei vari argomenti, che affronto di volta in volta; credo che sia rara una preparazione così approfondita e mai influenzata dalle mode passeggiere e ideologiche che inquinano la veridicità dei temi trattati. Brava e bella
Una scena di cui mi piacerebbe capire il significato è quella in cui uno dei 4 signori, se non ricordo male quello interpretato da Paolo Bonacelli, darebbe l'impressione di essersi invaghito di uno dei ragazzi il quale sembrerebbe a sua volta contraccambiare il sentimento. È una scena breve, giocata su un gioco di sguardi fra i due, che mi colpì molto quando vidi il film
Uscii dal cinema, con in mente un solo pensiero a caldo: "Geniale". Le valutazioni più profonde sono venute solo nei giorni successivi, per tutta la sera il solo pensiero continuò ad essere quello.
Bella introduzione. Sono d'accordo con te sul fatto che un artista del tutto disperato non esiste ed è quasi una contraddizione in termini (non lo ha detto anche Camus?).
Personalmente ho sempre preferito i primi film di Pasolini: Accattone, Mamma Roma, Uccellacci e uccellini, la Ricotta, il Vangelo secondo Matteo.
In generale il Pasolini degli anni 70 mi convince meno: lo trovo a tratti pretenzioso, meno lucido nel leggere i fenomeni sociali, datato, pieno di rimasticature di concetti già detti (meglio) da altri, sempre assertivo e categorico e con un certo compiacimento morboso.
Tuttavia devo dire che, anche se ho un'avversione per la facile allegoria, "Salò" è forse la sua opera migliore di quella decade. La più coerente, la più estrema e quella artisticamente più riuscita. Opinione del tutto personale chiaramente.
La tua analisi non è molto lontana dalla realtà, secondo me! Diciamo che lo considero comunque brillante e profetico nonostante ciò
Grazie!❤
Io sono una delle persone contro le quali Pasolini si scaglia, perché la parte della coprofagia l'ho interamente skippata, non ce la facevo proprio
Beh è legittimo
Brrrr... Pasolini mi fa venire i brividi...
Per carità...
Bel decolleté. Brava per la spiegazione di un argomento non facile.
Interessantissimo.
Un dato interesante squisitamente tecnico, ma che arricchisce narrativamente lo straniamento e la raffinatezza intellettuale dei quattro carnefici, è che i quattro attori (oltre ad essere come spesso accadeva con Pasolini non professionisti; a parte Bonacelli/il Duca, l'unico vero attore del lotto e Valletti/il Presidente, caratterista generico, Quintavalle/sua Eccellenza era un giornalista amico di Pasolini e Cataldi/Monsignore un borgataro alla Franco Citti), erano tutti quanti doppiati da non professionisti della recitazione ma personalità in un determinato campo artistico o di studi : Giancarlo Vigorelli, critico letterario, Giorgio Caproni, poeta, Aurelio Roncaglia, filologo, Marco Bellocchio, regista.
Il coinvolgimento di colleghi cineasti o letterati nei suoi film era una consuetudine per Pasolini che nasce con Accattone.
@@blestivi Certo, Laura Betti doppia la signora Vaccari e uno dei repubblichini avrebbe dovuto essere Ninetto Davoli, tuttavia la scelta dei quattro doppiatori credo influisca molto nella percezione dei personaggi a cui conferiscono una trimbrica al tempo stesso raffinata e innaturale.
@@savonanuovainnsmouth4015 concordo, è anche parte dell'estetica del film.
Grazie per questi utili arricchimenti!
Film molto indigesto, disturbante , un capolavoro , uno di quei film che nn fa venire voglia di rivedere
Grazie per questa recensione. Io ho visto il film, parecchio tempo fa, e l'ho sempre considerato uno dei più difficili da guardare. Dico questo da spettatore con un certo pelo sullo stomaco, che si è visto i vari Cannibal Holocaust, Human Centipede, etc. In effetti, anche se non me ne ero mai reso conto, forse è proprio l'estraniazione dello spettatore a rendere certe scene difficili da guardare. Siamo abituati a guardare le scene 'forti' parteggiando per qualcuno, o provando compassione per le vittime o empatizzando con i carnefici perché capiamo le loro ragioni. Invece lì la violenza ti passa davanti e basta ed è come se ti facesse sentire in colpa di non esserti indignato. È ovvio che un'opera non debba essere giudicata negativamente se non offre motivi di speranza, altrimenti 1984 di Orwell sarebbe la peggiore cagata e chiaramente non è così. Tuttavia io credo che vada fatto un discorso su come un film viene recepito e con che spirito la gente decide di guardarlo. Un mio amico più cinefilo di me, riguardo a questo film, mi ha detto che ha segnato l'inizio di tutto un filone di pornografia, più o meno clandestina, generalmente nota come il 'nazi-porno'. Non so quanto ci sia di vero, ma non si può dire che questo faccia onore al film e al suo autore. È un po' il discorso che fu fatto, credo anche da Stanley Kubrick stesso, riguardo ad Arancia Meccanica: se i ragazzi lo guardano per saziare un appetito perverso per la violenza, senza fare il minimo sforzo per capirlo, forse è meglio non guardarlo.
Non vedo che responsabilità abbia un regista se qualcuno non capendo il suo film ne trae spunto per fare merdate
Se è per questo anche la "Trilogia della vita" diede suo malgrado inizio a una serie di film ispirati ad essa ma di livello decisamente basso come "I racconti di Viterbury" o i vari decamerotici. Questo toglie merito agli originali? Il filone "nazi" di cui parli fu ispirato da "Salò" e da "Salon Kitty" di Brass, due film che non hanno proprio nulla da spartire con i loro derivati.
@@YasminaPani L'autore/regista nessuna. Chiaramente però ai più non fa piacere, vedere la propria opera incompresa e bistrattata. Ovviamente a Pasolini questo non importava (anzi).
@@blestivi Siamo d'accordo. Il mio commento non voleva togliere merito al film quanto sottolineare il fatto che, facendo un film del genere, si corre il rischio a) di non essere capiti; b) che l'opera sia consumata e ricordata per motivi non proprio lusinghieri. Come dicevo un attimo fa a Yasmina, è ovvio ed evidente che Pasolini non si preoccupasse di questo e non ho motivi (né credenziali) per rimproverarglielo io.
Aspettavo questo video!
Ciao. Complimenti per la tua bellezza molto particolare, isolana, atavica, incarnazione di un principio femmineo non ctonio, matriarcale ma luminoso luminoso . Quanto a Salò, è una lucida profezia sulla configurazione del nuovo potere postmoderno che iniziava a richiedere sacrifici umani. È un film inguardabile apposta, fa la stessa operazione di kubrick in eyes wide. Controelite che determinano le egregore di potere, tramite magia cerimoniale e sessuale di tipo crowleyano.
Video bellissimo e molto interessante, complimenti! Ho notato la somiglianza delle idee di Pasolini su potere e, in parte, amore e quelle espresse dagli intellettuali della scuola di Francoforte. Ci sono stati forse contatti? Poi, per quanto riguarda la dimensione idealizzata della vita adolescenziale-omosessuale nel suo paese d’origine, volevo chiedere come Pasolini la inserisce nella Storia: almeno dalla fine del mondo classico, è acclarato che l’orientamento eterosessuale è quello “dominante”. Di conseguenza, si tratta di una visione che caratterizza solo quel mondo nello specifico?
Bello. Grazie.
buonasera, ho iniziato da pochissimo a seguire il suo canale. Credo che lei analizzi benissimo il film di Pasolini. Eh, Salò...ero ragazzino quando uscì nelle sale e se ne parlava, eccome se se ne parlava...un mio amico, che lo vide diversi anni dopo me ne parlò e fui curioso al punto che chiesi di proiettarmelo tramita vhs all'asac di Venezia. Con gran sconvolgimento dell'addetto operatore😂. Rimasi terrificato, al punto da non dormire per qualche notte. Forse aveva toccato corde oscure nel mio intimo? E sì che avevo letto gia Sade...Lo ritengo il miglior film di Pasolini e ci rifletto spesso e spesso mi capita di discuterne, molti lo trovano orrendo e trovano puerile e persino opportunista in quanto giustificatorio delle scelte sessuali dell'autore. Riguardo la morte della pianista e il finale coi ragazzini che ballano ho sempre creduto a un bagliore di speranza. Così come ho spesso pensato che i quattro potentati fossero dei bambini,così come il fascismo è un affare da bambini che esprimono la parte legata a un principio di piacere e son pronti a compiere dispetti alla legge di Dio, facendo esattamente il contrario. Loro vedono la divinità solo come precetto, comandamento e il loro piacere è invertirlo, per una specie di potenza disubbidiente ma che in fondo conferma la Legge. Mentre l'amore è al di là. So che è un must di Gaspar Noè ma non so se sia per via della violenza, che è veramente la Violenza, come ben lei ha spiegato, in tutta la sua "normalita", realismo, senza gore o altro. Senza "fotogenicità".
Lei ha descritto l' immaginifico che leggo nel mondo di Davos. Pasolini è stato forse un profeta. Anzi di sicuro.
Ricordo un'intervista, credo l'ultima da lui rilasciata, in cui spiegava molto serenamente che le riprese dovettero svolgersi in gran segreto. Cosa insolita per i film di Pasolini, il cui set era 'inserito' nella vita di molti luoghi in cui girava e coinvolgeva i residenti delle borgate. Questo no, non tanto per problemi con la legge, quanto per il timore delle rappresaglie fasciste. Il mondo delle borgate stava cambiando, i fascisti 'da strada' in quegli anni si stavano legando sempre più alle batterie della criminalità organizzata: non erano più figli della classe media o benestante, ma stava emergendo un certo pericoloso fascismo 'proletario', che sarà poi quello responsabile della sua morte. Chi gli era vicino, riferisce in lui un presentimento della fine violenta che gli sarebbe toccata da lì a poco. Ho dedicato questo sonetto alla morte di Pierpaolo Pasolini:
Du pori disgrazziati sempricioni,
videro un corvo spelacchiato e nero
che come un beccamorto ar cimmitero
annava pe borgate e palazzoni.
Cantava l’uccellaccio: “Proletari!
Lunatico e balordo brulicame
assoggettato a le fetenti brame
de li strozzini e li palazzinari!”.
Coll’occhietto svagato e soridente
quelli dopo la gran predicazzione
je stirareno er collo allegramente.
Così è finita dunque la lezzione:
l’hanno spiumato su le brace ardente
e se lo sò magnato a colazzione
Comunque era pur vero che su " lettere luterane" Pasolini si dimostri critico anche contro l' unione sovietica, poiché seppur marxista( piu' che comunista) aveva uno sguardo critico verso ogni forma di potere
Beh certo
La società odierna.
Complimenti il racconto.