Focus economia del 18/10/2023

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  • Опубликовано: 18 сен 2024
  • La manovra e l'azzardo sul Pil
    La manovra contiene un azzardo, sostiene il vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli nel suo punto di ieri, scommette su una crescita del Pil nel 2024 dell'1,2% e dell'1,4% nel 2025. La politica del denominatore per un paese ad altissimo debito pubblico come il nostro è la sola via per ridurre i nodi strutturali dei conti pubblici. Ma è un azzardo perché i principali centri di previsione vedono altri numeri: la Banca d'Italia ha corretto le sue stime e prevede uno 0,8% l'anno prossimo e un 1% nel 2025, il Fondo monetario è più severo e ha fissato la crescita allo 0,7% sia nel 2024 sia nel 2025. Del resto la stessa Bce prevede per l'euroarea un aumento dell'1% per il prossimo anno e dell'1,5% per quello successivo. Chiaro che per il Governo la partita è tutta qui: e si fonda ancora una volta sullo stellone italiano. Ci ha sorpreso varie volte e dobbiamo sperare che lo faccia anche stavolta. Tra chi fa previsioni più fosche c'è anche la quarta edizione dell'Italian Macroeconomic Bulletin di EY (pronuncia IUAI), che sostiene che il Pil italiano "crescerà dello 0,7% nel 2023, con il terzo e il quarto trimestre caratterizzati da un crescita sostanzialmente piatta, e dello 0,8% nel 2024, leggermente più dinamico e con un'economia in accelerazione nella seconda parte dell'anno". Ad incidere però sarà anche la capacità di attuazione del Pnrr: EY ha effettuato due simulazioni su possibili scenari di un impiego parziale dei fondi: il primo scenario in cui le risorse nel PNRR vengano spese per il 90% di quanto previsto rispettivamente nel 2023 e 2024, e il secondo in cui in entrambi gli anni si spenda circa il 70% del previsto. Nel primo caso, il PIL registrerebbe una crescita dello 0,6% nel 2023 ed una crescita dello 0,8% nel 2024. Nel secondo caso l'economia italiana sperimenterebbe una crescita dello 0,3% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024, segnando così un anno di crescita decisamente sottotono. Approfondiamo il tema con Alberto Orioli, vicedirettore Sole 24 Ore, e con Mario Rocco, Partner EY, Valuation, Modelling and Economics Leader.
    Italia eccellenza in Europa per il riciclo della Plastica
    La filiera del riciclo degli imballaggi in plastica è un'eccellenza italiana in Europa: nel 2022 sono state risparmiate 523.789 tonnellate di materia prima vergine (l'equivalente necessario a produrre 11 miliardi di flaconi per detersivi da 1 litro) ed evitate 885.406 tonnellate di emissioni di Co2. Lo rileva Corepla, Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica che ha presentato il Rapporto di sostenibilità 2022. Il nostro Paese, però, è leader in Europa nel riciclo degli imballaggi in plastica, con oltre il 55% a fronte di una media europea che si attesta sotto il 40%. Oggi Corepla gioca quindi un ruolo decisivo nel percorso di transizione ecologica che il Paese sta perseguendo con obiettivi precisi e sfidanti per far fronte alle richieste dell'Europa. La raccolta della plastica è passata da 114 mila tonnellate a un milione e mezzo di tonnellate (+1.216%), ossia da circa 2 chili a 25 chili pro capite. Per quanto riguarda i rifiuti in plastica avviati a riciclo l'Italia è passata da 228 mila tonnellate a oltre un milione: frutto di una rete capillare sul territorio nazionale di 31 impianti di selezione e 92 impianti di riciclo. In generale, dei 250 milioni di tonnellate dei rifiuti di plastica prodotti nel mondo, solo il 20% viene riciclato e il 20% termovalorizzato. Il 29% finisce in discarica e il 31% disperso nell'ambiente, oltre 77 milioni di tonnellate (dati Versalis). Sono numeri allarmanti ma c'è sempre l'uomo che le abbandona, in mare e in terra, provocando inquinamento e danni alla biodiversità e all'ambiente. Ne parliamo con Giovanni Cassuti, Presidente di Corepla.
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