Видео

Grazie a te per il commento ed il quesito. Se il veicolo utilizzato non è presente nelle tabelle ACI, si deve utilizzare come riferimento il modello di autovettura, motoveicolo o caravan più simile. A me è capitato una volta ed abbiamo individuato l'autovettura più simile presente nelle tabelle.

@FIscoTips grazie, gentilissimo. Saluti da Ravenna

C'è sempre un po' di confusione nella compilazione dei moduli, anche perchè spesso non si capisce se il Paese da indicare sia Stati Uniti o Irlanda. Per non avere problemi alcuni miei clienti presentano due certificati, uno indicando Stati Uniti e un altro indicando Irlanda. Questo su consiglio degli stessi funzionari dell'Agenzia Entrate. Nella tipologia di reddito prodotto va indicato effettivamente cosa produce un contribuente. Generalmente per chi fa video su youtube sono "royalties". Si può indicare genericamente anche "altri redditi".

Hai provato a contattare l’assistenza? Controlla di aver fatto tutti i passaggi corretti. Mi è capitato lo stesso problema per un cliente, in quanto selezionava il modulo errato (quello per le aziende e non quello per i privati).

Grazie per il commento. Occorre far riferimento alla data dell'accordo, ossia alla data di sottoscrizione reciproca del contratto di assegnazione. Questo sia in riferimento ad una prima assegnazione, sia in riferimento ad una nuova assegnazione a dipendente che già ha usufruito di auto in uso. In questo caso, in particolare, occorre verificare la concessione precedente. Se prevedeva il rinnovo automatico senza disdetta da ambo le parti, potrebbe configurarsi non come nuova assegnazione, ma proroga della precedente. Se invece l'atto di assegnazione precedente prevedeva una data di fine concessione, allora si è in presenza a tutti gli effetti di una nuova assegnazione, che andrà con le nuove regole se sottoscritta dopo il 31/12/24 e con auto immatricolata dal 1/1/25. Mi è già capitato un caso in cui si è deciso di risolvere consensualmente l'assegnazione a fine dicembre per rifarne una ex novo prossimamente. Spero di essere stato chiaro...

@FIscoTips Chiarissimo! Grazie

Per le auto parzialmente deducibili è la stessa norma fiscale che pone delle percentuali di deducibilità del costo indipendentemente dall'utilizzo personale/aziendale/professionale. I costi delle auto dei professionisti e delle autovetture non in uso in proprietà delle aziende sono deducibili al 20% indipendentemente da quanto vengano usate per fini privati e/o lavorativi. Così come le auto in uso ai dipendenti per la maggior parte del periodo di imposta. Quindi non abbiamo condizioni di orario/giorni/ecc.... se non ho interpretato correttamente la tua domanda fammi sapere che provvedo ad "aggiustare" risposta.

@ mia mamma a una azienda e ha comprato un macchina parzialmente deducibile ( ma non so di che categoria ) ma il concessionario ha detto che io assunto da mia mamma posso usarlo quando voglio dove voglio come faccio ad avere la certezza che è così ?

@@ricky6545 premesso che bisogna sempre guardare il caso concreto, in quanto poi magari si "scoprono" dettagli e si capisce meglio il caso concreto, se tua mamma ha acquistato l'autovettura (no autocarro mi sembra di capire) intestandola all'azienda la deducibilità sarà del 20% del costo. Se tu sei assunto, puoi utilizzare l'autovettura aziendale per espletare il tuo incarico e per i fini aziendali. Bisogna sempre però che l'autovettura sia utilizzata per fini aziendali (altrimenti sarebbe una intestazione fittizia alla società e soprattutto quest'ultima non potrebbe dedurre nulla). Quindi è vero che puoi utilizzarla, ma attenzione a possibili contestazioni per quanto ho evidenziato. L'autovettura intestata alla società può esserti anche assegnata, se sei dipendente. In questo caso può esserti assegnata in uso personale o promiscuo. In questi casi tu puoi utilizzare l'auto come e quando vuoi, in quanto è in tuo possesso e puoi disporne l'uso a tuo piacimento. In questo caso avrai un fringe benefit tassato in busta e la deducibilità del costo sarà del 20 o 70% a seconda dei casi. Per i dettagli ti rimando ai video.

@ quindi io una volta arrivata l’auto posso utilizzarla senza altri interventi? o ci sarà da fare una delega ecc

@@ricky6545 dipende come la vuoi utilizzare. Se non te la vuoi assegnare in uso promiscuo non occorre fare altro. Attenzione però all'uso e alle possibili contestazioni per intestazione fittizia alla società. L'uso deve comunque essere inerente all'impresa. Se invece la vuoi assegnare, occorre capire prima se in uso personale o promiscuo. Fatta questa scelta occorre stipulare un atto di assegnazione (due righe tra l'azienda e il dipendente), un verbale CDA (se presente) e comunicarlo ai consulenti del lavoro per la gestione fringe benefit. L'atto di assegnazione lo terrei nel cruscotto.

@@PaoloChiuri grazie per il commento! Me lo metto in programma e vedo di fare un video sul tema appena riesco!!!

@FIscoTips grazie mille. Attendo l'approfondimento con interesse

@@eziodifraia1086 grazie per il commento. Metto in programma un video al riguardo.

@@enzo44003 Grazie mille davvero!

@@jorgedagaxum ciò che scrivi è corretto. La rivalutazione di fatto si realizza con il versamento dell’imposta sostitutiva o della prima rata entro il 30/11/25. Quindi di fatto si ha tempo nella scelta fino a quella data. Vediamo se introducono qualche comunicazione preventiva in dichiarazione ma non penso, in quanto questa si riferirà al 2024 e la rivalutazione invece avrà effetto nel 2025.

@@marcobg19 buongiorno a te e grazie per il commento. Ho in programma di farlo, purtroppo il tempo è sempre tiranno ma cercherò di farlo entro l’anno!

@@fabio1109 Grazie per il commento. Nel tuo caso potrebbe essere conveniente ma occorre guardarci bene. La rivalutazione infatti non è una sanatoria per i periodi di imposta precedenti al 2025, quindi, da una parte, dal prossimo anno non avresti problemi lato documentazione del costo storico di acquisto se rivaluti. Però sul 2024 il problema ti rimarrebbe in quanto nella prossima dichiarazione dei redditi non avrai ancora gli effetti della rivalutazione e dovrai ancora documentare tutta l’operatività del 2024 per la ricostruzione dei costi storici di acquisto e gli AirDrop sarebbero tutti tassati se sfori i 2k. Sostanzialmente gli effetti di una eventuale rivalutazione si avrebbero sull’operatività dal 2025. Vediamo se viene introdotta una sanatoria sul passato, a volte ritornano e la si chiede anche lato cripto.

Sul 2024 non ti rimane che cercare di documentare il più possibile gli AirDrop ricevuti e l’operatività effettuata. In molti casi ricostruire è impossibile, però se hai fatto pochi cash out durante l’anno puoi fare alcune approssimazioni o ‘assunti’ per semplificare il tutto, consapevole che rimangono tali.

@FIscoTips Grazie per la risp. E' piu complesso di quello che credevo. Non mi è ancora chiaro il punto 1) al minuto 16. In cui si dice "conviene quando non si riesce a ricostruire con elem....."" Nel mio caso è il 2024 l'anno in cui non riesco a ricostruire lo storico e che andrei a rivalutare quello che possiedo al 1o gennaio (gli anni prima ho sempre dichiarato e documentato). E nel 2025 mettiamo che btc e eth li vendo a 150k e 10k, pagherei e documentereri le operazioni partendo dal valore dell 1-1 rivalutato. Non capisco qual' è l'anno a cui si riferisce il punto 1) del video in cui potrei non fornire quella documentazione.

@ il riferimento è all’anno 2025. Nel senso che se uno rivaluta con i valori al 1/1/25 poi quando vende nel 2025 non ha problemi di ricostruire i costi di acquisto. Quindi è interessante per chi ha acquistato negli anni scorsi e nel 2025 ha intenzione di fare cash out. Sull’operativita 2024 non incide la rivalutazione, in quanto comunque dovresti calcolare plusvalenze su costi di acquisto non rivalutati. Quindi il problema ti rimane se con gli AirDrop hai superato i 2k. Sono consapevole che spesso ricostruire i costi storici è complicatissimo, se non impossibile in modo preciso.

@@palas9898 la ricevuta non fiscale non è obbligatoria per Legge. Non ha alcuna valenza fiscale, ma ‘solo’ di garanzia per il cliente dell’avvenuta transazione. In generale non è quindi obbligatoria. Però se ritieni lo sia per qualche motivo fammi sapere che approfondisco. Generalmente io la consiglio sempre ai miei clienti (come ho detto nel video) quindi non ho mai avuto contestazioni sul punto.

Investire in Bitcoin è il miglior investimento che puoi fare quest'anno 2024 perché gli investimenti in Bitcoin hanno reso milionarie molte persone

Ho visto molti post positivi su questo Mark Robert. Come posso contattarlo?

È attivo su Telegram ;(

@MrobertTraders1✊✊✍

È bello vedervi parlare di lui, ha cambiato le regole del gioco per me.

Letteralmente significherebbe "beneficio accessorio". Di fatto "compenso in natura". In questo caso, comunque, si è soliti utilizzare la terminologia in inglese, sia da parte dei professionisti, sia da parte dell'Agenzia Entrate.

Ciao e grazie per il commento. Purtroppo ad oggi nessuno sa la risposta con certezza. Probabilmente, come spesso accade, il fisco ci darà la sua interpretazione a distanza di tempo dalle scadenze fiscali. Penso che nel corso del 2025 debba per forza arrivare un chiarimento sul tema. Ad oggi brancoliamo nel buio su alcuni aspetti. come quello da te sollevato (DAI) e USDT. Vedremo. La scelta effettuata dagli exchange non è di per sè rilevate, nel senso che potrebbero fare tali scelte in ottica prudenziale. Quello che conta ai fini fiscali saranno le risposte del fisco e il contenzioso che si genererà sul tema. Sicuramente un comportamento prudenziale (considerare lo scambio con DAI fiscalmente rilevante) mette al riparo. E' anche vero che potrebbe ravvedersi il caso di incertezza normativa e chiedere la non applicazione delle sanzioni in caso di rettifica da parte dell'Agenzia delle Entrate.

@FIscoTips grazie della risposta molto precisa, io però continuo a sperare che coinbase non faccia questa mossa, perchè dovrei trovare altri modi per convertire in dai. anche se poi rischio che DAI diventerà fiscalmente rilevante, meglio provarci che pagare subito mettendo in USDC (MICA). devo però capire come fare, perché anche binance mi sembra non ce l'abbia più. Idee? non sono un amante della defi (metemask, sushiswwap etc) Altri exchange che non hanno fatto la scelta di coinbase? magari kraken? bhoo....

@@lib.4417 la questione è intricata soprattutto per il nuovo concetto di presenza fisica dato dalla norma. Nell’ultimo interpello (ho fatto un video al riguardo) l’agenzia entrate fa addirittura un esempio molto opinabile, ossia di una persona che si sposta su più paesi, in ognuno dei quali non supera i 183 giorni di permanenza, si dovrebbe guardare quello in cui sta di più. Quindi se sta in 5 paesi e l’Italia è quello con il più alto numero di giorni (ad esempio 120) per lo Stato italiano si è residenti in Italia. Così facendo si crea molta confusione, anche perché il concetto di presenza fisica lo ha solo l’Italia. Sicuramente occorrerà studiare caso per caso la vicenda ed eventualmente occorrerà rifarsi all’OCSE in caso di conflitti tra più Paesi.

La ringrazio per la sua opinione!

@@lib.4417 grazie a lei per il quesito.

@@ivanof9143 corretto, giusta osservazione. Ovviamente io parlo delle ‘norme’ e regole fiscali in generale, altrimenti verrebbero video lunghissimi. Però c’è giurisprudenza che afferma quanto scrivi. Come al solito in Italia la certezza del diritto, in ambito fiscale, è una chimera. Troppo potere alle interpretazioni dell’Agenzia Entrate e, purtroppo, spesso queste vengono avallate da giudici che non rispettano le norme. Con gli anni prima o poi il diritto prevale, ma nel frattempo molti contribuenti ci rimettono.

@@Thomasalbertini quello che scrivi è corretto. Ad oggi dal testo normativo non è ben chiaro cosa si intenda e nemmeno l’AdE nella sua circolare ha approfondito il concetto. In teoria anche BTC ed ETH hanno caratteristiche e funzioni diverse. Detto questo, ritengo anche io corretto quanto definito dalla dottrina e un po’ dagli operatori cripto: la definizione della norma dovrebbe far riferimento alle grandi macro categorie dei criptò asset. Ossia criptovalute in senso stresso, stablecoin (con le differenze tra emoney e asset referenced), NFT… considerato che ormai si converge su questo principio troverei molto poco saggio che il fisco interpreti in altro modo. Anche se ormai mi aspetto di tutto…

@@stefanoricci5060 grazie!!! Devi considerare sempre il costo di acquisto originario. Quindi se scambi DAI o PAX GOLD in euro in un secondo momento, dovrai considerare il costo storico dei BTC acquistati all’inizio. Esempio: acquisti 10.000 euro in BTC. Questi aumentano di valore a 50.000 euro. Li scambi per DAI. Se cedi ad esempio metà dei DAI per euro, avrai una plusvalenze data dalla differenza tra 25.000 (1/2 dei 50k) e 5.000 (1/2 dei 10k iniziali che costituisce il tuo costo storico). Più scambi e transazioni fai e più diventa difficile ed indispensabile un software che ti tenga conto di tutti i passaggi.

Stesso ragionamento se rientri in Bitcoin. In generale gli scambi fiscalmente non rilevanti ‘ereditano’ il costo storico delle cripto acquistate all’inizio.

@@Erictraiven 4M sta per 4.000 euro? Se è così direi che può considerarsi di modico valore. Però come dico nel video è sempre una questione anche soggettiva.

@FIscoTips no 4 milioni

@@ivanof9143 non proprio così; ma sicuramente avere parenti stretti (coniugi e figli) in Italia è un elemento da valutare. In caso di contestazioni, ossia per entrambi i Paesi la persona è residente fiscale nei propri confini, si applica il modello OCSE 2017, che individua una serie di criteri gerarchici per dirimere la questione.

@@geozantrox666 comprendo perché ho a che farci tutti i giorni. Le risposte ad istanze di rimborso sono rare. Si parla tanto di lotta all’evasione, ma il sistema andrebbe prima riformato. È sbilanciato fortemente pro fisco. Verso fine anno si moltiplicano gli accertamenti perché fanno budget…a loro poi non costa nulla non rispondere o portare in contenzioso. Quindi purtroppo capisco il suo caso.

Poi ogni ufficio fa un po’ storia a se…ma questo è il trend generale. Comunque con qualche ufficio si ragiona meglio in quanto più serio.

​@@FIscoTipsnel mio caso l'istanza riguardava un errore di inquadramento su quattro anni, due su un ufficio e due su un altro, perché nel frattempo mi ero trasferito. Sono proprio curioso di vedere se almeno risponderanno la stessa cosa, dovrebbe mancare poco..

@ non mi stupisco più di nulla. Io ho fatto due istanze di rimborso per due colleghi che rientravano dall’estero e che abitano in due province diverse. Identiche, stessa fattispecie, stesse condizioni, stesse tempistiche. Un ufficio mi ha risposto positivamente, un altro negativamente. Quando ho fatto presente questa cosa, anche il secondo ufficio mi ha dato l’ok….

@@FIscoTips ho un collega in altra provincia che è andato già in primo grado esattamente per lo stesso motivo per il 2017. Sta ancora aspettando la decisione e già gli hanno comunicato l'accertamento per lo stesso motivo sul 2018. Entrambi stiamo aspettando di vedere chi prima di noi due riceve risposta per informare l'altro. Diciamo che nel mio caso avevo pagato e ora sto chiedendo rimborso. Invece lui non lo aveva fatto e ora è in primo grado per dimostrare che aveva ragione. Ma siccome li i soldi loro sperano di prenderli, mentre a me dovrebbero ridarli, sospetto che le tempistiche non saranno affatto uguali. Vedremo se almeno nel merito

Buongiorno, sui condizionatori c’è sempre molta confusione. Spesso i fornitori sono più sul pezzo di noi professionisti. L’installazione del condizionatore può rientrare sia nel bonus casa 50% ma occorre un intervento presupposto del bonus (esempio di ristrutturazione), sia nell’eco bonus, ma in questo caso occorre la sostituzione di uno pregresso o anche parzialmente dell’impianto di riscaldamento. Occorre verificare se il sistema ‘alternativo’ integri il requisito della sostituzione parziale. Un tecnico abilitato sarà sicuramente piu indicato per risolvere il dubbio.

@@FIscoTips Il problema è che non si può chiedere all'oste se il vino è buono! Faccio un esempio: qualche mese fa ho installato delle zanzariere e l'installatore mi ha detto che avrei potuto detrarle al 50%. Dopo aver effettuato il pagamento ho fatto delle ricerche e ho scoperto che le zanzariere rientrano sì negli incentivi ma solo se sono oscuranti, secondo parametri ben definiti che devono essere certificati dal produttore. Ovviamente le mie non rientravano in questa categoria essendo totalmente trasparenti e ho evitato di avviare le procedure di richiesta. Se l'avessi fatto seguendo le indicazioni dell'installatore avrei potuto incorrere in una sanzione oltre a dover restituire l'incentivo indebitamente erogato. Per i condizionatori proverò a chiedere la consulenza di un tecnico indipendente per evitare problemi. Grazie per il supporto.

@ quello che scrive è coretto. Io ai miei clienti spiego sempre che, per molte tipologie di lavoro, occorrono diverse professionalità per capire se e come gestire la detrazione. Lato fiscale, ma soprattutto lato tecnico quando si parla di ecobonus. Da questo punto di vista un tecnico abilitato le può dire senza dubbio se l’intervento ha le caratteristiche tecniche. Poi il commercialista controlla il rispetto di tutte le ‘regole’ fiscali, ma sul lato tecnico più di tanto non può andare. I fornitori sono sul pezzo ma come scrive lei occorre fidarsi in quanto hanno interesse ovviamente a vendere.

Grazie

Ci andrei cauto. La tua sarebbe una ‘finta’ donazione. Una operazione circolare con il solo unico scopo di pagare meno imposte in Italia. Molto facile che ti contestino elusione.

@@manuetal ho alcuni argomenti sul tavolo. Sicuramente porterò avanti aggiornamenti in ambito cripto, unitamente ad alla disciplina fiscale di altre tipologie di operazioni.

@@potetespammare7361 condivido. Se uno pensa di utilizzarlo come riserva di valore, cercando di non cavalcare i cicli di mercato, il borrowing è un’operazione quantomeno interessante. Bisogna stare attenti al loan to value e ai rischi ‘normali’ di fallimento che abbiamo ancora oggi in qualsiasi piattaforma CEFI/DEFI.

@@giuseppemartello5932 buongiorno e grazie per il commento. Non esiste allo stato attuale una normativa ‘ad hoc’ sul borrowing. A livello di tassazione delle operazioni possiamo individuarne la fiscalità dalla nuova normativa introdotta con la Legge di Bilancio 2023 e dalla circolare esplicativa Agenzia Entrate 30/e del 27/10/23, oltre che dalle risposte ad alcuni interpelli. Lato civilistico possiamo assimilare l’operazione a quella di finanziamento, con tutte le cautele del caso, non essendo normato precisamente dal nostro codice civile e quindi andando a prendere ‘a prestito’ la normativa civile sul contratto di mutuo. Abbiamo ancora un enorme ‘buco’ a livello normativo dato sia dalla novità di queste fattispecie contrattuali, sia dalla aterritorialità insita nel mondo cripto, che rende difficile ad oggi individuare quali norme e di quali stati si applicano.

Il mio dubbio sta nel fatto che molti commercialisti dicono che quando si ripaga il prestito con le proprie cripto sia un cash out fiscalmente rilevante

@@giuseppemartello5932 su molti temi non vi è uniformità di pensiero anche tra noi professionisti. Dal mio punto di vista finché il contribuente ripaga il prestito ‘ritirando’ la criptovaluta data a garanzia non vi è alcun evento tassabile, in quanto non ci si è mai spossessati della criptò in questione. Specularmente ad un mutuo richiesto in banca, se un soggetto da a garanzia un immobile e poi ripaga il debito ‘chiudendo’ l’operazione non genera alcun evento imponibile. Discorso diverso è se si viene liquidati forzatamente, in questo caso siamo in presenza di una vera e propria cessione della criptò.

Che grande il dottore per aiutarci tutti noi a gestire con più tranquillità e soprattutto piacevolezza lo sborrowing 🙌

@@fabriziobonanno8873 Grazie per il commento. Quello che scrive è corretto. Questa sarebbe una strategia per rinviare per il momento imponibile. Un holding indiretto diciamo. Alcuni seguendo i cicli di mercato escono quando i valori sono alti e rientrano quando sono bassi. Effettuando queste entrate/uscite con stable non e-money token si evitano operazioni fiscalmente rilevanti. Ovviamente è solo un rinvio come ha scritto lei, ma in futuro poi le regole potrebbero cambiare.

@@fabriziobonanno8873 in un prossimo video parlerò anche di un’altra strategia non trattata: il borrowing o l’utilizzo di alcune carte cripto .

@@OrfeoMorello grazie! In generale se avete dubbi su qualche aspetto scrivetemelo che posso pensare di farci un video al riguardo.

Grazie per il complimento. Per usufruire del bonus mobili occorre che il contribuente abbia sostenuto, anche solo parzialmente, le spese presupposto (di ristrutturazione). Per cui ritengo che sua moglie possa detrarre se paga almeno una parte (anche minima) delle spese di ristrutturazione in qualità di familiare convivente.

@@alexsintoni4805 , grazie davvero per la sua preziosa consulenza. Unica cosa che non mi fa stare tranquillo è che mia moglie non risulta coproprietaria dell'appartamento e non ha residenza/domicilio lì! Io e mia figlia a breve spostiamo la residenza tra l'altro per evitare di pagare IMU anche anno prossimo! Spero che per agenzia delle entrate sia sufficiente il fatto che facciamo parte dello stesso nucleo familiare e che in ogni caso lei sta partecipando attivamente alle spese sostenute per sistemare e ammobiliare la casa. 😌

@@pars721 ovviamente per una consulenza più approfondita mi occorrerebbe studiare il caso concreto. Posso dirle che lo status di convivenza è diverso da quello di coabitazione. Quindi anche due coniugi con residenze separate possono convivere. In passato per altri casi l’agenzia entrate ha riconosciuto la convivenza con autocertificazione del contribuente. Ovvio che sono situazioni sempre borderline. L’importante per il bonus mobili è che sua moglie si faccia carico di parte dei lavori, anche minima.

Buongiorno, la questione del termine di fine lavori per eventuali acconti corrisposti prima dell'effettuazione di questi è un tema aperto per i bonus minori (non superbonus). Sul punto non sono mai arrivate precisazioni dall'A.d.E. circa l'esistenza di un termine perentorio entro i quali terminarli. Parte della dottrina ritiene che debbano essere conclusi prima dell'utilizzo della prima rata di detrazione in dichiarazione. Ma più che altro è una indicazione cautelativa. Nella sua vicenda non ravviso cause ostative. Nemmeno con le nuove limitazioni introdotte dal DL 212/2023, sia per la tipologia di lavori rientranti al 75% (ascensore), sia per la possibilità di effettuare sconto/cessione (condominio). Il dubbio è se occorra l'asseverazione di un tecnico (introdotta con il DL 212/2023 e quindi prima dei lavori ma post pagamento). Nel dubbio la farei. Sicuramente il tema è "scottante" e merita attenzione.

Tratterò in futuro sicuramente l’argomento. Grazie per il suggerimento.

No in quanto già terminata l’agevolazione. Se può interessare integro con un video apposito.