Parma sull'orlo del fallimento, la provincia del pallone smette di sognare

Da qualche giorno i giocatori del Parma si allenano mentre negli uffici della società i creditori stanno riprendendosi tutta l'attrezzatura che non è mai stata pagata: computer, fotocopiatrici, persino le panchine degli spogliatoi. "Dobbiamo portarci le maglie a casa, - ci racconta il capitano Lucarelli - perché non c'è neanche più la lavanderia". "Bisogna attendere l'esito delle indagini della magistratura per capire di chi è la colpa" - ci spiega il sindaco Federico Pizzarotti, ma i tifosi i nomi dei responsabili del buco milionario che affronta il Parma Fc li conoscono già. Sono scritti sugli striscioni che sventolano davanti lo stadio Tardini, "chiuso per furto", come spiega un cartello. E mentre il sogno della serie A è svanito, la preoccupazione ora va alle famiglie dei circa 50 dipendenti che rischiano col fallimento di restare a casa. "Alcuni non percepivano lo stipendio già da un anno" - ci spiegano alla Cgil. "Mi dispiace per i dipendenti, ma ormai il fallimento è l'unica strada per ricominciare" - commenta il Presidente del Centro Coordinamento Parma Clubs, - "dobbiamo ricominciare da zero". E da zero sono ripartiti anche i ragazzi del Team Crociati, una società satellite sfumata dopo l'avvento di Ghirardi.
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