La Villa dei Mosaici a Negrar di Valpolicella | Università di Verona
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- Опубликовано: 7 ноя 2024
- Mosaici antichi custoditi tra i vigneti: sorprendenti le scoperte emerse dagli scavi alla Villa dei mosaici di Negrar di Valpolicella
Per raggiungere la Villa dei Mosaici la strada fa una curva e si inerpica in salita, circondata dai filari dei vigneti. Siamo a Negrar di Valpolicella, il vino è il prodotto di punta della zona, pregiato e apprezzato in tutto il mondo. Numerosissime le cantine, molte situate in ville storiche, rinascimentali, con una lunga tradizione di produzione vitivinicola. Una tradizione, forse, più antica di quanto si pensasse. Alcuni anni fa, infatti, scavando tra i vigneti, sono emersi, con grande meraviglia, degli antichi mosaici di epoca tardo romana e, proseguendo con gli scavi, sta emergendo sempre di più in tutta la sua magnificenza, una grande villa patrizia, con le sue terme, i suoi peristili, i preziosi mosaici. Ma anche, qui la particolarità, una annessa zona di produzione vitivinicola.
Ad occuparsi degli scavi è l’università di Verona, con i suoi archeologi del dipartimento di Culture e civiltà, ma anche con moltissime studentesse e studenti, dottorande e dottorandi, grazie a un accordo di programma con la Soprintendenza archeologia, beni culturali e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, il Comune di Negrar, l’Accademia di Belle Arti di Verona e il Politecnico di Milano, sede di Mantova.
Oggi, dopo mesi di scavi, sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo della Soprintendenza, Gianni de Zuccato, la villa risulta avere una superficie di 3.500 metri quadrati e una complessa articolazione, con un settore residenziale mosaicato, un cortile centrale delimitato da un portico anch’esso pavimentato a mosaico e un vasto quartiere termale.
L’obiettivo per il prossimo futuro è di rendere il sito visitabile, tramite la creazione di un parco aperto al pubblico, cui tutti, studiosi, appassionati e residenti della zona Valpolicella, guardano con orgoglio ed entusiasmo, nella speranza che queste nuove scoperte portino a una valorizzazione anche a livello di turismo culturale di un territorio già famoso per le sue bellezze naturali e i suoi prodotti vinicoli.
© Progetto, riprese e montaggio video a cura di Francesca Nazzaro - Università di Verona