se uno fa un rutto in un video fa 1.000.000 di visualizzazioni con eugenio coccia e boncinelli 1996 italiani brava gente, ma non fategli discorsi impegnativi che non vi seguono.
Chissa ... . Per avvicinarsi al concetto di coscienza, occorre prendere in esame il contesto in cui questa nozione è collocata dal nostro linguaggio. C'è qualcosa che in questo senso è talmente connaturato alla coscienza che spesso si omette di farne menzione, perché è implicito, ed è la specificazione "di sé", la coscienza è necessariamente di se stessi, un connotato individuale. Una delle ipotizzabili funzioni od utilità della coscienza è la possibilità di distinguere il sé dall'ambiente circostante, di riconoscere il proprio corpo in ogni sua parte, distinguendolo dal resto delle cose circostanti, e di discriminare le proprie azioni, cioè di individuare e riconoscere tra i fenomeni che si verificano intorno a sé, quelli che sono prodotti dai propri movimenti, dal proprio agire, così potendo acquisire, attraverso l'interazione con il mondo che ha attorno, informazioni utili ad implementare conoscenza ed un migliore adattamento a quell'ambiente. In questo senso l'apprendimento presupporrebbe la coscienza. (Cfr. www.psicopedagogie.it/autocoscienza.html "Quando il soggetto non è in grado di individuare se stesso all'interno di un insieme di oggetti, quando cioè non discrimina tra ciò che è sé e ciò che è altro da sé, ma perpetua l'indifferenziato, allora non solo risulterà inibita la definizione della propria identità, ma l'intero processo conoscitivo apparirà fortemente compromesso. Da un punto di vista evolutivo l'apprendere il mondo esterno si colloca in un secondo momento rispetto all'apprendere legato al proprio sé.")
Si è detto che prima dell'agire consapevole ci sono dei millesecondi inconsapevoli. Evitando l'idea dell'inconscio freudiano possono semplicemente essere ciò che il corpo e l'esperienza pregressa suggeriscono?
Trappa oratoria e tanta confusione. Difficie seguire la narrazione anche perche' l'argomento viene considerato da troppi punti di vista e mal mescolati
Peccato per l'audio difettoso che impedisce di seguire bene
È dotato di coscienza ogni oggetto che deve interagire con l'ambiente, al fine di proteggersi e procreare.
se uno fa un rutto in un video fa 1.000.000 di visualizzazioni
con eugenio coccia e boncinelli 1996
italiani brava gente, ma non fategli discorsi impegnativi che non vi seguono.
Chissa ... . Per avvicinarsi al concetto di coscienza, occorre prendere in esame il contesto in cui questa nozione è collocata dal nostro linguaggio. C'è qualcosa che in questo senso è talmente connaturato alla coscienza che spesso si omette di farne menzione, perché è implicito, ed è la specificazione "di sé", la coscienza è necessariamente di se stessi, un connotato individuale. Una delle ipotizzabili funzioni od utilità della coscienza è la possibilità di distinguere il sé dall'ambiente circostante, di riconoscere il proprio corpo in ogni sua parte, distinguendolo dal resto delle cose circostanti, e di discriminare le proprie azioni, cioè di individuare e riconoscere tra i fenomeni che si verificano intorno a sé, quelli che sono prodotti dai propri movimenti, dal proprio agire, così potendo acquisire, attraverso l'interazione con il mondo che ha attorno, informazioni utili ad implementare conoscenza ed un migliore adattamento a quell'ambiente. In questo senso l'apprendimento presupporrebbe la coscienza.
(Cfr. www.psicopedagogie.it/autocoscienza.html "Quando il soggetto non è in grado di individuare se stesso all'interno di un insieme di oggetti, quando cioè non discrimina tra ciò che è sé e ciò che è altro da sé, ma perpetua l'indifferenziato, allora non solo risulterà inibita la definizione della propria identità, ma l'intero processo conoscitivo apparirà fortemente compromesso.
Da un punto di vista evolutivo l'apprendere il mondo esterno si colloca in un secondo momento rispetto all'apprendere legato al proprio sé.")
2:38 INIZIO
"Da un certo punto di vista in Poi" abbiamo una descrizione molto ben fatta. "Da un certo punto di vista in Prima" ancora non ci abbiamo capito molto.
Bravi.
La coscienza potrebbe essere la semplice consapevolezza di ciò che accade (sempre in funzione di fini vitali sottostanti).
Si è detto che prima dell'agire consapevole ci sono dei millesecondi inconsapevoli. Evitando l'idea dell'inconscio freudiano possono semplicemente essere ciò che il corpo e l'esperienza pregressa suggeriscono?
Proviamo con l'inconscio Junghiano?
( Lo so che è una proposta indecente )
È indecente!
Prof, Boncinelli, un neonato, che non ha ricordi, secondo lei, è cosciente o meno?
Trappa oratoria e tanta confusione. Difficie seguire la narrazione anche perche' l'argomento viene considerato da troppi punti di vista e mal mescolati
Anche perché l'audio di coccia si interrompe in continuazione e non si capisce niente
Gli animali superiori hanno coscienza
Peccato che Boncinelli sia invecchiato così tanto
Casomai sarà viceversa: dalla coscienza alla materia!