L’ho finito di leggere da poco e ho tredici anni. So che non sarebbe l’età adatta, ma io mi sono divertito e ho riflettuto su di me è sulla mia coscienza e quella delle persone di questo mondo, molte delle quali sono tristi proprio per il proprio individualismo, cercando sempre la “salute” di se stessi e non degli altri, ma questa continua ricerca in realtà ci porta alla tanto temuta malattia. Poi il finale che parla di tutto ciò collegandolo al periodo storico mi ha emozionato molto.
stimolato da questo video mi sono messo a rileggerlo. Ho ritrovato un tesoro, come non ricordavo. La costante ironia dello scrittore, pur nella visione "terribile" del vivere, specie se si è "malati" come Zeno mi sta facendo volare al settimo cielo. La precisione con cui descrive i movimenti del pensiero di un uomo in perenne crisi in un'epoca di profonda trasformazione. La sua resa, tutto sommato pacificata, nei confronti dell'originalita della vita. Le descrizioni delle relazioni con gli altri, figlie di un occhio di un "castaway" per natura mi stanno regalando delle gioie come non ne provavo da tempo. Grazie
Sono commosso, è quel che ho sempre pensato del romanzo. Ho trovato poche persone capaci di apprezzarlo e ancora meno di vederne la genialità e l'umorismo. La prima volta l'ho letto proprio in quinta superiore. L'ho subito amato e mi ci sono rispecchiato per molti aspetti. Poi l'ho studiato all'università e l'ho riamato. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo ancora, hai citato molti dei brani che mi hanno fatto sghignazzare malignamente.
Cara Yasmina , ti ho scoperta da poco, e devo dire che molti tuoi video sono bellissimi. In verità Zeno mi ha sempre divertito immensamente fin dall'adolescenza, oltre a rappresentare quel modello negativo a cui, come lui, riesco tanto meno a sfuggire quanto più credo o mostro di credere di starci riuscendo; ma anche se non ho bisogno di essere "convertito" all'umorismo di Svevo, è una goduria sentirtelo descrivere così bene. Speriamo che a molti venga voglia di leggerlo.
Per apprezzare questo romanzo,forse sarebbe meglio qualche anno in piu.Lo lessi anch'io a 18 anni e anch'io trovavo ridicola l'incapacità di zeno di smettere di fumare,senza rendermi conto che avrei fatto la stessa fine.
Ciao Yasmina, ti seguo da tempo con molto interesse su Facebook. Apprezzo le tue argomentazioni e le tue analisi trovandole molto argute e brillanti in particolar modo quelle sulla linguistica. Condivido con te la spassosità di Svevo e "La Coscienza di Zeno" è un libro che ho amato tanto. "È un modo comodo di vivere quello di sentirsi grandi di una grandezza latente" è una delle mie citazioni preferite, che mi rimase in testa in modo indelebile. Complimenti ancora, Yasmina...un iscritto in più.
Italo Svevo è un autore complesso, perché comunque ha le sue motivazioni erano complesse mostrava il timore e il senso di inadetezza del inizio del secolo scorso. Ha un ironia abbastanza amara ma fenomenale
Ho letto La coscienza di Zeno a 18 anni costretta dalla scuola (che oggi ringrazio), credevo che sarei morta di noia e invece mi ha divertita tantissimo! Ero quasi incredula da quanto fosse spiritoso e divertente questo libro! E alla fine mi sono trovata a pensare... cacchio ma sto Zeno sono io!!!.... da lì (18 anni) immagina la mia vita che mare di incomprensione sia stata e tutt'ora sia...
Ogni volta che passo davanti a quel muretto dove stava seduto Guido, a 10 minuti di distanza dalla casa dove sono nato, mi capita di ripensare all'episodio che hai citato, e mi sorprendo a emulare quei pensieri omicidi, perfettamente umani. Grazie per avermelo ricordato.
Ci passavo ogni volta che andavo a lavoro... anche se non ho mai capito bene il punto di via Udine in cui dovrebbe essere successo. Credo che molti dei palazzi siano successivi e si sia un po' persa la configurazione della città a cui fa riferimento Zeno
Cara Yasmina Pani, più vedo il tuo canale, più mi piace. Hai mai pensato di fare tutta una serie di video sui grandi classici della letteratura italiana? Non solo Leopardi e Svevo, dunque, ma anche tutti gli altri?
Lessi la Coscienza di Zeno al quinto anno di liceo, sono passati dieci anni e comunque ricordo che mi fermai al capitolo in cui - se la memoria non mi tradisce - scappava dalla clinica perché sospettava che la moglie lo tradisse con il dottore. Ricordo che dovetti interrompere la lettura in quanto mi stava facendo venire l’ulcera. Zeno mi faceva veramente incazzare, ad ogni capitolo l’istinto omicida di trapassargli il cranio con una matita era più forte, il modo con cui filtrava il mondo con le sue patetiche giustificazioni e le interpretazioni distorte dei fatti. Poi negli anni a seguire mi sono reso conto che odiavo Zeno perché mi ricordava me stesso. Da quel momento in poi ho sempre voluto tornare a leggerlo, tra il desiderio di sapere come finisse e il timore di non aver superato quel blocco. Grazie per questo video, è la spinta giusta per provare a rileggerlo con occhi diversi e, stavolta, leggerlo fino alla fine. P.S. Sentirti parlare, nell’insieme del tuo stile di comunicazione, la personalità e i contenuti specialistici, è una droga. Conosco il tuo canale da soli quattro giorni e mi sono recuperato metà dei video che hai pubblicato finora, tutti fantastici. Per quanto possano valere le parole di uno sconosciuto su internet, complimenti davvero!
Ho letto il libro da ragazzina ed è stato quasi inquietante il modo in cui mi sono riconosciuta in Zeno. Ho rivisto alcuni comportamenti buffi (come quello di rubare le sigarette) nei miei di allora. Talvolta mi sembrava che l'autore avesse portato, semplicemente, all' assurdo la mia quotidianità e che Zeno non fosse altro che la versione fragile e più adulta di me
Bellissima recensione Prof!❤ Quando avevo 20 anni questo libro, insieme alla Storia di San Michele, era sempre presente sul mio comodino.... 😊 Sul fatto che Zeno si propone di smettere di fumare, facendosi tante pippe mentali, senza riuscirvi mi sono sempre chiesto se non vi sia una stretta analogia con Emilio Brentani, in relazione alla sua mal celata sordida passione per Angiolina...Mi sembra infatti interessante il confronto Emilio/Zeno: nessuno di loro è intimamente disposto a rinunciare ai propri vizi; è solo la pressione della società giudicante che li circonda che li costringe a determinati passi ed affermazioni. Ed è proprio in questo contrasto che ha radici la loro cupezza ed insoddisfazione forse?
Boh, io l'ho letto in estate a 18 anni su consiglio della prof e l'ho trovato divertentissimo. Mi sono pure riconosciuto molto in Zeno, anche se non posso dire, ora a 21 anni, di aver cambiato il mio approccio alla vita
Eccomi! Appartengo alla categoria dei ragazzi costretti a leggerlo in estate e che lo ha odiato e non capito. Ma alcuni passaggi mi sono rimasti e hanno fatto ridere anche me, l'episodio delle tre sorelle e la parte dedicata al fumo. E' un peccato che il più delle volte sia un libro imposto e come tutte le imposizioni, danno fastidio. Grazie per il video :)
Ottimo video Yasmina, se non esistessi bisognerebbe inventarti, anche perchè non è facile trovare un canale che parla di queste cose. A me Zeno dava fastidio per le sue scelte irrazionali e spesso contraddittorie, e non mi piaceva quel suo continuare a lamentarsi, quel suo arrampicarsi sui vetri per trovare delle scuse
Io ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo all'università, e me lo sono goduto tantissimo. Non avrei mai detto che qualcuno potesse trovarlo noioso!
Quando ero al liceo disapprovavo Zeno perché incapace di scegliere e di essere protagonista della sua vita! Poi dopo una serie di più che sfortunati eventi mi sono trasformata in Zeno! Sia per la paura di fare delle scelte e affrontare un eventuale fallimento ( nella mia testa non è eventuale ma certo a prescindere perché come Zeno non riesco in nulla) sia perché quella serie di sfortunati eventi mi hanno privato della sicurezza in me stessa e spersonalizzata al punto che non riesco a scegliere per me stessa ma col fine di essere accettata e di adeguarmi a un modello socialmente riconosciuto per sentirmi parte di qualcosa ed essere legittimata. Solo ora mi rendo conto che un’altra chiave di lettura del romanzo può essere il conflitto interiore tra la mente condizionata e la vera natura dell’individuo.
Io non leggo e non ho mai letto libri (tranne forse una decina di libri trascurando però un bel po' di libri tecnico-scientifici letti per studio o per lavoro). Una quindicina di anni fa mi trovai per caso, occupando il tempo da pendolare, ad ascoltare un podcast a puntate con la Coscienza di Zeno. All'inizio mi parve talmente coinvolgente e divertente che oltre a divertirmi pensavo: ma è mai possibile che mi sono perso tutto questo? Poi però purtroppo ho scoperto che era un fuoco di paglia perché andando avanti il tutto si faceva sempre più palloso e a un certo punto ho lasciato perdere. Ma la partenza era stata meravigliosa.
Letto per costrizione ma apprezzato tantissimo. L'ironia di cui parli la colgo, la sua è quasi rassegnazione/auto ironia, mi gioco casa che è pensato dei pesci
La coscienza di Zeno è stato uno dei miei tre libri preferiti durante l'adolescenza. La mia scena preferita è la seduta spiritica a casa Malfenti. Dovrei rileggerlo da adulto; potrei capire molte più sfumature, almeno spero.
Bellissimi commenti a Zeno, complimenti. Credo che non siamo solo noi a prenderci in giro, ma il pensiero razionale (quello che nella filosofia di Deleuze viene chiamato 'paranoico') a funzionare esattamente in questo modo. Fra l'altro, funziona - in maniera simile - il disturbo ossessivo compulsivo.
Leggendo la coscienza di Zeno, in più situazioni mi sono detto: cavolo! Qui sta parlando di me. Quindi stimola anche un po' di autoironia, una virtù molto rara al giorno d'oggi. Si, fa' molto ridere come riesce a crearsi le "pippe mentali" più assurde, per esempio c'è quel passaggio in cui si fa' assumere come contabile nell'attività commerciale del cognato, e si convince che se lo farà, dimostrerà prima a se stesso, poi a sua moglie, che non gli frega più nulla di Ada. Tra l'altro è convinto anche di avere grande esperienza di contabilità, ma ogni volta si deve rivolgere a Olivi, il contabile di famiglia 😂😂
Pensiero condivisibile o meno, è anche plausibile affermare che Zeno genuinamente non volesse mancare al funerale di guido in un primo momento, perché data la mole di lavoro che aveva da fare per lui e Ada è plausibile si fosse semplicemente scordato del funerale in un primo momento ma che nel secondo momento in cui era in ritardo si fosse deciso a sottrarsi al funerale usando come scusa il fatto che avrebbe fatto una brutta figura ed è in quell'attimo in cui Nilini ci va lo stesso e lui no che mi ha fatto pensare al fatto che non volesse andarci, non era una cosa premeditata né atto mancato freudiano secondo me, lieto di avere qualcuno che mi dà informazioni per farmi credere il contrario
Anche a me è piaciuto molto, a 34 anni, la coscienza di Zeno! A me ha fatto sorridere l'autogiustificarsi senza contare tutte le contraddizioni... le posso chiedere se secondo lei il dott S è riferito a freud?...le autogiustigicazioni più belle sono quelle dei tradimenti comunque
Bello anche questo video. "La coscienza di Zeno" ostico? Ma è un libro bellissimo! Ed è vero, è divertente e zeppo di ironia. Sará che io arrivavo da Kafka, il mio autore preferito, che avevo cominciato a leggere a 13 anni con La metamorfosi e a 17 anni avevo letto quasi tutti, tranne i Diari, lettere a Milena e I quaderni in ottavo, per cui senso di inadeguatezza e tante altre cose sulla esistenza le sentivo giá mie. Anche io l'ho letto a 17 anni credo, al liceo e mi è piaciuto moltissimo. Le pagine iniziali sull'ultima sigaretta sono un capolavoro di ironia e non solo. Ada e Augusta, vero, che ricordi...Poi per caritá non è facile questo sí. Ricordo che un paio di anni fa, sulla metropolitana a Milano, di fianco a me avevo una signora che stava leggendo proprio il romanzo ed era casualmente arrivata alla parte sull'ultima sigaretta. Siccome appunto il libro mi piaceva, cominciai a parlare con la signora del romanzo e di quelle pagine in particolare. Mi ricordo anche che scese 3 o 4 fermate dopo: secondo me doveva scendere dopo ma per togliermi di mezzo scese prima....Italo Svevo, cioè al secolo "Ettore Schmidt", dovette mi sembra pubblicarselo da solo. Se penso che oggi gente come Fabio Volo è tra i piū venduti mi viene un coccolone...Certo che se è ostico quello, che cosa bisognerebbe dire dell'Ulisse di Joyce, che aveva frequentato Svevo. Lo sto leggendo da qualche tempo: ho preso una edizione in inglese, quasi 700 pagine, perché volevo cogliere bene le sfumature e le citazioni e lo affianco con un volume, sempre in inglese, che si chiama "Ulysses annotated", di un certo Don Gifford, circa 600 pagine, che contiene le spiegazioni di varie citazioni, giochi di parole ecc. contenuti nel romanzo, con il rimando alle righe del testo (che rispetto alla mia edizione sono sfasate in media di 6/10 righe. Praticamente mi sto leggendo due libri...peró cavolo questo si che ê tosto e anche in italiano, perché ho l'edizione italiana, non è tanto meglio. Per ora sono a pagina 90 ma faccio una fatica...Se tu avessi voglia, una volta, di fare un video su l'Ulisse, sarebbe molto bello e sarei in prima fila a vederlo. Di Svevo avevo letto anche "Senilità" e "Una vita". Niente male ma La coscienza è unico come romanzo. Grazie, ho scoperto da poco il tuo canale e sto cercando di recuperare i vecchi video, c'è tanto da imparare e da confrontarsi, ciao.
Senz'altro Svevo è poco ostico se paragonato ai suoi contemporanei britannici, ma dobbiamo considerare che in Italia il romanzo è arrivato molto più tardi e ha faticato molto ad imporsi come genere di rilievo. In Inghilterra le sperimentazioni sono giunte dopo due secoli di romanzi di ogni tipo; tra i Promessi Sposi e la Coscienza ci sono appena 80 anni! E infatti in Italia non abbiamo avuto nulla di paragonabile a Joyce e Wolf, ma siamo sempre rimasti su tecniche narrative tradizionali e tipologie testuali più o meno classiche. Rispetto a un Manzoni, un Pirandello o persino un Verga, Svevo è davvero pesante; specialmente per degli adolescenti che se siamo fortunati hanno letto Harry Potter! Per quanto riguarda la tua richiesta di un video sull'Ulisse, anche a me piacerebbe, ma non è davvero la mia sfera di competenza! Mi sentirei un po' a disagio ad analizzare qualcosa che non ho studiato così approfonditamente. Ma magari in futuro ci arriverò! Ti ringrazio per il commento.
@@YasminaPani grazie della risposta. Vero, sui romanzi non ci avevo pensato...A proposito, oggi sul Corriere della sera, nella parte di Milano, è apparso un articolo dove si dice che il titolo originale de "I promessi sposi" pare non fosse "Fermo e Lucia" ma "Gli sposi promessi", grazie ad un testo inedito. Leggevo che ci sono ancora alcuni punti da chiarire sul romanzo, che francamente non sapevo. Io provo a postarti l'articolo, non so se riesci a leggerlo perché ogni tanto youtube mi fa degli scherzi con i link: milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_maggio_10/manzoni-documento-autografo-riscrive-titolo-non-fermo-lucia-ma-gli-sposi-promessi-3b87b734-b153-11eb-97b4-aa5e7b1c1388.shtml?ssoAt=
@@lucat5479 non posso leggerlo perché non sono abbonata, sarei molto curiosa di sapere quali sono i punti da chiarire! Ti andrebbe di riassumermi il contenuto?
@@YasminaPani ho trovato questo articolo di "Lecco notizie", io lo posso leggere e non ho l'abbonamento, quindi presumo sia libero: lecconotizie.com/cultura/lecco-cultura/da-fermo-e-lucia-a-gli-sposi-promessi-la-prima-stesura-de-i-promessi-sposi-cambia-titolo/ Questo di seguito invece è un periodo preso dal Corsera che è citato anche nell'articolo di Lecco, solo mi sembra qui sia più specifico: "Ancora molti i misteri da risolvere. L’identità di chi trascrisse il primo romanzo riassumendolo per come lo aveva letto (il convento dei cappuccini è a Cremona e vi si trovano alcuni episodi successivi alla conversione dell’Innominato, poi soppressi), il nome del copista che andò da Manzoni per chiedergli di integrare il testo lì dove mancava una riga. Fino ai passaggi di proprietà del manoscritto acquistato alla fine degli anni ’80 in una libreria antiquaria milanese dall’allora direttore dei Musei civici lecchesi, Gianluigi Daccò"
Io l’ho letto a 18 anni e pur non essendo un gran lettore e quindi non capendo buona parte del libro l’ho comunque trovato intrattenente e avvincente. Ricordo di aver dato del coglione a più riprese al protagonista e il momento più ridicolo e divertente è stato quando si dichiarò innamorato delle tre sorelle una di fila all’altra perché era stato rifiutato da due di loro. Si dichiara alla diciassettenne Alberta prima di Augusta e quest’ultima comunque è contentissima che Zeno si dichiari con lei. E questo dopo una premeditazione durata diverse settimane se non sbaglio e poi decide di mandare tutto in vacca e di buttarsi a capofitto come un cretino, stupendo. Nonostante tutto appare comunque umano e credibile. Il mio professore di italiano mi consigliò “il lamento di port noy” di Philip Roth da leggere poco tempo dopo (gli chiesi un libro divertente) che ho trovato molto più estremo ma comunque vi ho trovato un umorismo in parte simile, o forse così mi sembra perché li ho letti a breve distanza l’uno dall’altro. Cosa ne pensi di questo testo? Pensi che i 2 tipi di comicità abbiano dei punti in comune?
Ho visto La coscienza di Zeno a teatro con il grande Renzo Montagnani. Confermo che il taglio era ironico e divertente. E non sembrava una rilettura specifica, ma proprio dell'autore.
Fa pisciare dalle risate, confermo!! Svevo descrive talmente bene il complesso di Edipo (e le conseguenti nevrosi isterica e nevrosi ipocondriaca che affiggono Zeno Cosini), perchè riesce a parlarne con ironia e umorismo, non facendo mai pesare la penosità di queste malattie.
La grandezza di certi romanzi sta probabilmente anche nel fatto di essere interpretabili in modi del tutto differenti. Premetto che La coscienza di Zeno è uno dei miei romanzi preferiti e che l'ho letto e riletto tante volte, trovandoci sempre qualcosa di nuovo. Ci sono due interpretazioni su cui non concordo con te. La prima: il fatto che Guido sia un uomo di grandi qualità (l'episodio del suicidio lo testimonia, così come, in generale, la dissennata gestione dell'impresa commerciale). Anche sul rapporto Guido-Zeno ho una visione differente dalla tua. E' vero che Zeno ha l'impulso di ucciderlo, ma il suo mi sembra più un amore-odio. Quando Guido fa preparare due scrivanie nel suo ufficio e alla (credo candida) domanda di Zeno su chi avrebbe occupato la seconda, alla risposta di Speier ("E' per te"), Zeno reagisce con una gioia che raramente esprimerà durante il romanzo. Poi, per bilanciare la situazione, prende a calci i suoi cani, ma complessivamente guarda all'amico-nemico anche con tenerezza (come quando nota che Guido sembra un bambino mentre fa scomparire il viso nella tazza del caffellatte). Concordo totalmente con te sul fatto che l'ironia "riempie" l'opera di Svevo e ti ringrazio di averne parlato, soprattutto per invogliare i giovani ad andare avanti oltre il famoso capitolo sul fumo :-) Aggiungo una piccola considerazione: non mi piace il trito e ritrito accostamento della figura di Zeno all'"inetto". Lui sembra tale perché la società che lo circonda è superficiale e materialista. Invece, il nostro protagonista, all'occorrenza, dimostra più di una volta nel corso del romanzo di essere molto più furbo di quanto non riesca ad ammettere anche a se stesso. Un saluto.
Il punto di Zeno è che nessuno dei suoi sentimenti è autentico, perché mente costantemente a se stesso. Ma è costruito in modo tale da contraddire le aspettative che normalmente ricadono sul protagonista di un romanzo, sia in termini comportamentali che morali: dovrebbe volere le donne belle e invece voleva quella brutta, dovrebbe essere grato alla famiglia e alle persone benevole ma le detesta. Perfino nel farsi l'amante tradisce le aspettative. Per quanto riguarda il discorso dell'inetto, è passato molto tempo quindi non ricordo cosa ho detto nel video, ma comunemente si dice che Zeno rappresenta l'evoluzione dei suoi fratelli dei romanzi precedenti, ed è appunto una nuova figura di inetto, che anche in questo caso sovverte le aspettative. Infatti è inetto secondo i canoni della società, ma risulta l'unico dotato di "salute". È uno dei motivi per cui il libro è geniale.
...i pei Nsieri di Zeno sono autentici ereali. Infatti bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che qualsiasi cosa si fa la si fa per se stessi. Bisognerebbe solo avere il coraggio di ammettere a se stessi.
credo che tu sia brava a comunicare perché rendi le storie quotidiane ma non banali. Hanno la valenza di racconti di vissuto come pane quotidiano. Insieme a questa desacralizzazione della letteratura, poi offri la degustazione che fa sentire il sapore del modo in cui l'opera e' impastata.. Si sente naturalezza, dimestichezza con la materia. E' una cosa che mi piace tanto!
Gentile yasmina, ho ricevuto un commento cattivo, fuori luogo, maleducato, ignorante, miserabile, su questo canale, proprio in merito a un mio apprezzamento al contenuto di questo video. Non nascondo che la cosa mi ha un poco sorpreso... Chiedo, quindi: è invece normale, ossia accettato? Bisogna compatire, o invece rispondere... o invece sporgere denuncia?
@@YasminaPani mi ispira parecchio come trasposizione. alla prima lettura non ci avevo trovato tutta l'ironia con cui è recitato e di cui hai raccontato
Chissà se dopo 4 anni la Professoressa Pani usi ancora il termine "ironia" in luogo di "umorismo". Al momento l'ironia è solo una delle decine di figure retoriche di cui l'umorismo si serve e non è tra le più brillanti. Naturalmente, visto che questa discutibile accezione si sta diffondendo, prima o poi entrerà nei vocabolari...
L’ho finito di leggere da poco e ho tredici anni. So che non sarebbe l’età adatta, ma io mi sono divertito e ho riflettuto su di me è sulla mia coscienza e quella delle persone di questo mondo, molte delle quali sono tristi proprio per il proprio individualismo, cercando sempre la “salute” di se stessi e non degli altri, ma questa continua ricerca in realtà ci porta alla tanto temuta malattia. Poi il finale che parla di tutto ciò collegandolo al periodo storico mi ha emozionato molto.
Complimenti!
Complimenti, non è da tutti alla tua età.
stimolato da questo video mi sono messo a rileggerlo. Ho ritrovato un tesoro, come non ricordavo. La costante ironia dello scrittore, pur nella visione "terribile" del vivere, specie se si è "malati" come Zeno mi sta facendo volare al settimo cielo. La precisione con cui descrive i movimenti del pensiero di un uomo in perenne crisi in un'epoca di profonda trasformazione. La sua resa, tutto sommato pacificata, nei confronti dell'originalita della vita. Le descrizioni delle relazioni con gli altri, figlie di un occhio di un "castaway" per natura mi stanno regalando delle gioie come non ne provavo da tempo. Grazie
Sono commosso, è quel che ho sempre pensato del romanzo. Ho trovato poche persone capaci di apprezzarlo e ancora meno di vederne la genialità e l'umorismo. La prima volta l'ho letto proprio in quinta superiore. L'ho subito amato e mi ci sono rispecchiato per molti aspetti. Poi l'ho studiato all'università e l'ho riamato. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo ancora, hai citato molti dei brani che mi hanno fatto sghignazzare malignamente.
Riletto a 60 anni, l’ho amato come a 18. Un libro straordinario, hai ragione.
Cara Yasmina , ti ho scoperta da poco, e devo dire che molti tuoi video sono bellissimi. In verità Zeno mi ha sempre divertito immensamente fin dall'adolescenza, oltre a rappresentare quel modello negativo a cui, come lui, riesco tanto meno a sfuggire quanto più credo o mostro di credere di starci riuscendo; ma anche se non ho bisogno di essere "convertito" all'umorismo di Svevo, è una goduria sentirtelo descrivere così bene. Speriamo che a molti venga voglia di leggerlo.
Non ho mai ascoltato un commento di un libro più centrato e stimolante di questo che hai fatto. Grazie 🙏🏻
Grazie 🙂
Per apprezzare questo romanzo,forse sarebbe meglio qualche anno in piu.Lo lessi anch'io a 18 anni e anch'io trovavo ridicola l'incapacità di zeno di smettere di fumare,senza rendermi conto che avrei fatto la stessa fine.
L'episodio delle tre sorelle me lo ricordo ancora, dopo 20 anni che l'ho letto ah!ah!ah! fantastico
Ciao Yasmina, ti seguo da tempo con molto interesse su Facebook. Apprezzo le tue argomentazioni e le tue analisi trovandole molto argute e brillanti in particolar modo quelle sulla linguistica. Condivido con te la spassosità di Svevo e "La Coscienza di Zeno" è un libro che ho amato tanto.
"È un modo comodo di vivere quello di sentirsi grandi di una grandezza latente" è una delle mie citazioni preferite, che mi rimase in testa in modo indelebile.
Complimenti ancora, Yasmina...un iscritto in più.
Molte grazie :)
Italo Svevo è un autore complesso, perché comunque ha le sue motivazioni erano complesse mostrava il timore e il senso di inadetezza del inizio del secolo scorso. Ha un ironia abbastanza amara ma fenomenale
Ho letto La coscienza di Zeno a 18 anni costretta dalla scuola (che oggi ringrazio), credevo che sarei morta di noia e invece mi ha divertita tantissimo! Ero quasi incredula da quanto fosse spiritoso e divertente questo libro! E alla fine mi sono trovata a pensare... cacchio ma sto Zeno sono io!!!.... da lì (18 anni) immagina la mia vita che mare di incomprensione sia stata e tutt'ora sia...
Ti capisco al 100%, credimi!
Ogni volta che passo davanti a quel muretto dove stava seduto Guido, a 10 minuti di distanza dalla casa dove sono nato, mi capita di ripensare all'episodio che hai citato, e mi sorprendo a emulare quei pensieri omicidi, perfettamente umani. Grazie per avermelo ricordato.
Non ci sono ancora stata, purtroppo!
Ci passavo ogni volta che andavo a lavoro... anche se non ho mai capito bene il punto di via Udine in cui dovrebbe essere successo. Credo che molti dei palazzi siano successivi e si sia un po' persa la configurazione della città a cui fa riferimento Zeno
Cara Yasmina Pani, più vedo il tuo canale, più mi piace. Hai mai pensato di fare tutta una serie di video sui grandi classici della letteratura italiana? Non solo Leopardi e Svevo, dunque, ma anche tutti gli altri?
Sì, ho intenzione di farlo!
Lessi la Coscienza di Zeno al quinto anno di liceo, sono passati dieci anni e comunque ricordo che mi fermai al capitolo in cui - se la memoria non mi tradisce - scappava dalla clinica perché sospettava che la moglie lo tradisse con il dottore. Ricordo che dovetti interrompere la lettura in quanto mi stava facendo venire l’ulcera. Zeno mi faceva veramente incazzare, ad ogni capitolo l’istinto omicida di trapassargli il cranio con una matita era più forte, il modo con cui filtrava il mondo con le sue patetiche giustificazioni e le interpretazioni distorte dei fatti. Poi negli anni a seguire mi sono reso conto che odiavo Zeno perché mi ricordava me stesso. Da quel momento in poi ho sempre voluto tornare a leggerlo, tra il desiderio di sapere come finisse e il timore di non aver superato quel blocco. Grazie per questo video, è la spinta giusta per provare a rileggerlo con occhi diversi e, stavolta, leggerlo fino alla fine. P.S. Sentirti parlare, nell’insieme del tuo stile di comunicazione, la personalità e i contenuti specialistici, è una droga. Conosco il tuo canale da soli quattro giorni e mi sono recuperato metà dei video che hai pubblicato finora, tutti fantastici. Per quanto possano valere le parole di uno sconosciuto su internet, complimenti davvero!
Ti ringrazio molto! È proprio vero, Zeno è odioso, ed è per questo che il libro è perfetto!
Ho letto il libro da ragazzina ed è stato quasi inquietante il modo in cui mi sono riconosciuta in Zeno. Ho rivisto alcuni comportamenti buffi (come quello di rubare le sigarette) nei miei di allora. Talvolta mi sembrava che l'autore avesse portato, semplicemente, all' assurdo la mia quotidianità e che Zeno non fosse altro che la versione fragile e più adulta di me
Stessa cosa per me. Ora che sono adulta lo vedo come un costante monito a vigilare su me stessa.
Bellissima recensione Prof!❤ Quando avevo 20 anni questo libro, insieme alla Storia di San Michele, era sempre presente sul mio comodino.... 😊
Sul fatto che Zeno si propone di smettere di fumare, facendosi tante pippe mentali, senza riuscirvi mi sono sempre chiesto se non vi sia una stretta analogia con Emilio Brentani, in relazione alla sua mal celata sordida passione per Angiolina...Mi sembra infatti interessante il confronto Emilio/Zeno: nessuno di loro è intimamente disposto a rinunciare ai propri vizi; è solo la pressione della società giudicante che li circonda che li costringe a determinati passi ed affermazioni. Ed è proprio in questo contrasto che ha radici la loro cupezza ed insoddisfazione forse?
Certo: Emilio è l'evoluzione di Alfonso e Zeno è l'evoluzione di Emilio
Boh, io l'ho letto in estate a 18 anni su consiglio della prof e l'ho trovato divertentissimo. Mi sono pure riconosciuto molto in Zeno, anche se non posso dire, ora a 21 anni, di aver cambiato il mio approccio alla vita
Sei un essere raro! I ragazzi difficilmente lo leggono e se lo leggono lo detestano.
Eccomi! Appartengo alla categoria dei ragazzi costretti a leggerlo in estate e che lo ha odiato e non capito. Ma alcuni passaggi mi sono rimasti e hanno fatto ridere anche me, l'episodio delle tre sorelle e la parte dedicata al fumo.
E' un peccato che il più delle volte sia un libro imposto e come tutte le imposizioni, danno fastidio.
Grazie per il video :)
Grazie a te :)
Ottimo video Yasmina, se non esistessi bisognerebbe inventarti, anche perchè non è facile trovare un canale che parla di queste cose. A me Zeno dava fastidio per le sue scelte irrazionali e spesso contraddittorie, e non mi piaceva quel suo continuare a lamentarsi, quel suo arrampicarsi sui vetri per trovare delle scuse
La scena del funerale sbagliato deve aver ispirato Paolo Villaggio nel film di Fantozzi.
Molto brava Yasmina !!
Grazie mille :)
Io ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo all'università, e me lo sono goduto tantissimo. Non avrei mai detto che qualcuno potesse trovarlo noioso!
Quando ero al liceo disapprovavo Zeno perché incapace di scegliere e di essere protagonista della sua vita! Poi dopo una serie di più che sfortunati eventi mi sono trasformata in Zeno! Sia per la paura di fare delle scelte e affrontare un eventuale fallimento ( nella mia testa non è eventuale ma certo a prescindere perché come Zeno non riesco in nulla) sia perché quella serie di sfortunati eventi mi hanno privato della sicurezza in me stessa e spersonalizzata al punto che non riesco a scegliere per me stessa ma col fine di essere accettata e di adeguarmi a un modello socialmente riconosciuto per sentirmi parte di qualcosa ed essere legittimata. Solo ora mi rendo conto che un’altra chiave di lettura del romanzo può essere il conflitto interiore tra la mente condizionata e la vera natura dell’individuo.
Lo adoro, mi è valso una conquista sentimentale fra l'altro.
Libro attualissimo
Io non leggo e non ho mai letto libri (tranne forse una decina di libri trascurando però un bel po' di libri tecnico-scientifici letti per studio o per lavoro). Una quindicina di anni fa mi trovai per caso, occupando il tempo da pendolare, ad ascoltare un podcast a puntate con la Coscienza di Zeno. All'inizio mi parve talmente coinvolgente e divertente che oltre a divertirmi pensavo: ma è mai possibile che mi sono perso tutto questo? Poi però purtroppo ho scoperto che era un fuoco di paglia perché andando avanti il tutto si faceva sempre più palloso e a un certo punto ho lasciato perdere. Ma la partenza era stata meravigliosa.
Questione di gusti, immagino; tuttavia non è un libro che si può leggere senza un pochino di base su chi è l'autore e che tecnica narrativa usa 🙂
La coscienza di Zeno è un libro bellissimo, soprattutto. Bellissimo. Avrei voluto che non finisse mai.
Io ho dovuto leggerlo in Quinta Ginnasio e mi Piacque Molto. Sono contento di averlo fatto.
Letto per costrizione ma apprezzato tantissimo. L'ironia di cui parli la colgo, la sua è quasi rassegnazione/auto ironia, mi gioco casa che è pensato dei pesci
La coscienza di Zeno è stato uno dei miei tre libri preferiti durante l'adolescenza. La mia scena preferita è la seduta spiritica a casa Malfenti. Dovrei rileggerlo da adulto; potrei capire molte più sfumature, almeno spero.
Bellissimi commenti a Zeno, complimenti. Credo che non siamo solo noi a prenderci in giro, ma il pensiero razionale (quello che nella filosofia di Deleuze viene chiamato 'paranoico') a funzionare esattamente in questo modo. Fra l'altro, funziona - in maniera simile - il disturbo ossessivo compulsivo.
Pienamente d'accordo col tuo giudizio su ettore schmitz.
Non potrei concordare di più, uno dei miei libri preferiti ❤❤
L'ho portato alla maturità! Ricordo che mi piaceva molto ❤
Leggendo la coscienza di Zeno, in più situazioni mi sono detto: cavolo! Qui sta parlando di me. Quindi stimola anche un po' di autoironia, una virtù molto rara al giorno d'oggi.
Si, fa' molto ridere come riesce a crearsi le "pippe mentali" più assurde, per esempio c'è quel passaggio in cui si fa' assumere come contabile nell'attività commerciale del cognato, e si convince che se lo farà, dimostrerà prima a se stesso, poi a sua moglie, che non gli frega più nulla di Ada. Tra l'altro è convinto anche di avere grande esperienza di contabilità, ma ogni volta si deve rivolgere a Olivi, il contabile di famiglia 😂😂
Sì 😂
Un altro di quelli di cui ho letto tutto 😊
È un libro stupendo davvero!
Io l'ho letto 30 anni fa a 18 anni e lo ricordo divertentissimo
Dovresti avere millemila iscritti
Sarebbe bello!
Pensiero condivisibile o meno, è anche plausibile affermare che Zeno genuinamente non volesse mancare al funerale di guido in un primo momento, perché data la mole di lavoro che aveva da fare per lui e Ada è plausibile si fosse semplicemente scordato del funerale in un primo momento ma che nel secondo momento in cui era in ritardo si fosse deciso a sottrarsi al funerale usando come scusa il fatto che avrebbe fatto una brutta figura ed è in quell'attimo in cui Nilini ci va lo stesso e lui no che mi ha fatto pensare al fatto che non volesse andarci, non era una cosa premeditata né atto mancato freudiano secondo me, lieto di avere qualcuno che mi dà informazioni per farmi credere il contrario
Anche a me è piaciuto molto, a 34 anni, la coscienza di Zeno! A me ha fatto sorridere l'autogiustificarsi senza contare tutte le contraddizioni... le posso chiedere se secondo lei il dott S è riferito a freud?...le autogiustigicazioni più belle sono quelle dei tradimenti comunque
Sì, è senz'altro riferito a Freud!
Brava!
Grazie mille
Più ti bevo( in senso metaforico) , più ti apprezzo
Bello anche questo video. "La coscienza di Zeno" ostico? Ma è un libro bellissimo! Ed è vero, è divertente e zeppo di ironia. Sará che io arrivavo da Kafka, il mio autore preferito, che avevo cominciato a leggere a 13 anni con La metamorfosi e a 17 anni avevo letto quasi tutti, tranne i Diari, lettere a Milena e I quaderni in ottavo, per cui senso di inadeguatezza e tante altre cose sulla esistenza le sentivo giá mie. Anche io l'ho letto a 17 anni credo, al liceo e mi è piaciuto moltissimo. Le pagine iniziali sull'ultima sigaretta sono un capolavoro di ironia e non solo. Ada e Augusta, vero, che ricordi...Poi per caritá non è facile questo sí. Ricordo che un paio di anni fa, sulla metropolitana a Milano, di fianco a me avevo una signora che stava leggendo proprio il romanzo ed era casualmente arrivata alla parte sull'ultima sigaretta. Siccome appunto il libro mi piaceva, cominciai a parlare con la signora del romanzo e di quelle pagine in particolare. Mi ricordo anche che scese 3 o 4 fermate dopo: secondo me doveva scendere dopo ma per togliermi di mezzo scese prima....Italo Svevo, cioè al secolo "Ettore Schmidt", dovette mi sembra pubblicarselo da solo. Se penso che oggi gente come Fabio Volo è tra i piū venduti mi viene un coccolone...Certo che se è ostico quello, che cosa bisognerebbe dire dell'Ulisse di Joyce, che aveva frequentato Svevo. Lo sto leggendo da qualche tempo: ho preso una edizione in inglese, quasi 700 pagine, perché volevo cogliere bene le sfumature e le citazioni e lo affianco con un volume, sempre in inglese, che si chiama "Ulysses annotated", di un certo Don Gifford, circa 600 pagine, che contiene le spiegazioni di varie citazioni, giochi di parole ecc. contenuti nel romanzo, con il rimando alle righe del testo (che rispetto alla mia edizione sono sfasate in media di 6/10 righe. Praticamente mi sto leggendo due libri...peró cavolo questo si che ê tosto e anche in italiano, perché ho l'edizione italiana, non è tanto meglio. Per ora sono a pagina 90 ma faccio una fatica...Se tu avessi voglia, una volta, di fare un video su l'Ulisse, sarebbe molto bello e sarei in prima fila a vederlo. Di Svevo avevo letto anche "Senilità" e "Una vita". Niente male ma La coscienza è unico come romanzo. Grazie, ho scoperto da poco il tuo canale e sto cercando di recuperare i vecchi video, c'è tanto da imparare e da confrontarsi, ciao.
Senz'altro Svevo è poco ostico se paragonato ai suoi contemporanei britannici, ma dobbiamo considerare che in Italia il romanzo è arrivato molto più tardi e ha faticato molto ad imporsi come genere di rilievo. In Inghilterra le sperimentazioni sono giunte dopo due secoli di romanzi di ogni tipo; tra i Promessi Sposi e la Coscienza ci sono appena 80 anni! E infatti in Italia non abbiamo avuto nulla di paragonabile a Joyce e Wolf, ma siamo sempre rimasti su tecniche narrative tradizionali e tipologie testuali più o meno classiche. Rispetto a un Manzoni, un Pirandello o persino un Verga, Svevo è davvero pesante; specialmente per degli adolescenti che se siamo fortunati hanno letto Harry Potter!
Per quanto riguarda la tua richiesta di un video sull'Ulisse, anche a me piacerebbe, ma non è davvero la mia sfera di competenza! Mi sentirei un po' a disagio ad analizzare qualcosa che non ho studiato così approfonditamente. Ma magari in futuro ci arriverò! Ti ringrazio per il commento.
@@YasminaPani grazie della risposta. Vero, sui romanzi non ci avevo pensato...A proposito, oggi sul Corriere della sera, nella parte di Milano, è apparso un articolo dove si dice che il titolo originale de "I promessi sposi" pare non fosse "Fermo e Lucia" ma "Gli sposi promessi", grazie ad un testo inedito. Leggevo che ci sono ancora alcuni punti da chiarire sul romanzo, che francamente non sapevo. Io provo a postarti l'articolo, non so se riesci a leggerlo perché ogni tanto youtube mi fa degli scherzi con i link: milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_maggio_10/manzoni-documento-autografo-riscrive-titolo-non-fermo-lucia-ma-gli-sposi-promessi-3b87b734-b153-11eb-97b4-aa5e7b1c1388.shtml?ssoAt=
@@lucat5479 non posso leggerlo perché non sono abbonata, sarei molto curiosa di sapere quali sono i punti da chiarire! Ti andrebbe di riassumermi il contenuto?
@@YasminaPani ho trovato questo articolo di "Lecco notizie", io lo posso leggere e non ho l'abbonamento, quindi presumo sia libero: lecconotizie.com/cultura/lecco-cultura/da-fermo-e-lucia-a-gli-sposi-promessi-la-prima-stesura-de-i-promessi-sposi-cambia-titolo/ Questo di seguito invece è un periodo preso dal Corsera che è citato anche nell'articolo di Lecco, solo mi sembra qui sia più specifico: "Ancora molti i misteri da risolvere. L’identità di chi trascrisse il primo romanzo riassumendolo per come lo aveva letto (il convento dei cappuccini è a Cremona e vi si trovano alcuni episodi successivi alla conversione dell’Innominato, poi soppressi), il nome del copista che andò da Manzoni per chiedergli di integrare il testo lì dove mancava una riga. Fino ai passaggi di proprietà del manoscritto acquistato alla fine degli anni ’80 in una libreria antiquaria milanese dall’allora direttore dei Musei civici lecchesi, Gianluigi Daccò"
Io l’ho letto a 18 anni e pur non essendo un gran lettore e quindi non capendo buona parte del libro l’ho comunque trovato intrattenente e avvincente.
Ricordo di aver dato del coglione a più riprese al protagonista e il momento più ridicolo e divertente è stato quando si dichiarò innamorato delle tre sorelle una di fila all’altra perché era stato rifiutato da due di loro.
Si dichiara alla diciassettenne Alberta prima di Augusta e quest’ultima comunque è contentissima che Zeno si dichiari con lei.
E questo dopo una premeditazione durata diverse settimane se non sbaglio e poi decide di mandare tutto in vacca e di buttarsi a capofitto come un cretino, stupendo.
Nonostante tutto appare comunque umano e credibile.
Il mio professore di italiano mi consigliò “il lamento di port noy” di Philip Roth da leggere poco tempo dopo (gli chiesi un libro divertente) che ho trovato molto più estremo ma comunque vi ho trovato un umorismo in parte simile, o forse così mi sembra perché li ho letti a breve distanza l’uno dall’altro.
Cosa ne pensi di questo testo? Pensi che i 2 tipi di comicità abbiano dei punti in comune?
Bello
Ho visto La coscienza di Zeno a teatro con il grande Renzo Montagnani. Confermo che il taglio era ironico e divertente. E non sembrava una rilettura specifica, ma proprio dell'autore.
Non conosco l'adattamento!
@@YasminaPani E' troppo giovane. 😀
Io l ho letto a 37 anni e l ho trovato pesantissimo e noioso, non ci posso credere che ci siano adolescenti in grado di leggerlo e apprezzarlo
E invece
confermo che mi ci feci delle pazze risate
Fa pisciare dalle risate, confermo!! Svevo descrive talmente bene il complesso di Edipo (e le conseguenti nevrosi isterica e nevrosi ipocondriaca che affiggono Zeno Cosini), perchè riesce a parlarne con ironia e umorismo, non facendo mai pesare la penosità di queste malattie.
Conseguenza del video: recupero del testo con obbligo di lettura., Trascorso troppo tempo dalla precedente lettura.
Bene!
La grandezza di certi romanzi sta probabilmente anche nel fatto di essere interpretabili in modi del tutto differenti. Premetto che La coscienza di Zeno è uno dei miei romanzi preferiti e che l'ho letto e riletto tante volte, trovandoci sempre qualcosa di nuovo. Ci sono due interpretazioni su cui non concordo con te. La prima: il fatto che Guido sia un uomo di grandi qualità (l'episodio del suicidio lo testimonia, così come, in generale, la dissennata gestione dell'impresa commerciale). Anche sul rapporto Guido-Zeno ho una visione differente dalla tua. E' vero che Zeno ha l'impulso di ucciderlo, ma il suo mi sembra più un amore-odio. Quando Guido fa preparare due scrivanie nel suo ufficio e alla (credo candida) domanda di Zeno su chi avrebbe occupato la seconda, alla risposta di Speier ("E' per te"), Zeno reagisce con una gioia che raramente esprimerà durante il romanzo. Poi, per bilanciare la situazione, prende a calci i suoi cani, ma complessivamente guarda all'amico-nemico anche con tenerezza (come quando nota che Guido sembra un bambino mentre fa scomparire il viso nella tazza del caffellatte). Concordo totalmente con te sul fatto che l'ironia "riempie" l'opera di Svevo e ti ringrazio di averne parlato, soprattutto per invogliare i giovani ad andare avanti oltre il famoso capitolo sul fumo :-) Aggiungo una piccola considerazione: non mi piace il trito e ritrito accostamento della figura di Zeno all'"inetto". Lui sembra tale perché la società che lo circonda è superficiale e materialista. Invece, il nostro protagonista, all'occorrenza, dimostra più di una volta nel corso del romanzo di essere molto più furbo di quanto non riesca ad ammettere anche a se stesso. Un saluto.
Il punto di Zeno è che nessuno dei suoi sentimenti è autentico, perché mente costantemente a se stesso. Ma è costruito in modo tale da contraddire le aspettative che normalmente ricadono sul protagonista di un romanzo, sia in termini comportamentali che morali: dovrebbe volere le donne belle e invece voleva quella brutta, dovrebbe essere grato alla famiglia e alle persone benevole ma le detesta. Perfino nel farsi l'amante tradisce le aspettative.
Per quanto riguarda il discorso dell'inetto, è passato molto tempo quindi non ricordo cosa ho detto nel video, ma comunemente si dice che Zeno rappresenta l'evoluzione dei suoi fratelli dei romanzi precedenti, ed è appunto una nuova figura di inetto, che anche in questo caso sovverte le aspettative. Infatti è inetto secondo i canoni della società, ma risulta l'unico dotato di "salute". È uno dei motivi per cui il libro è geniale.
Sì. Per me, Italo Svevo è vicino a Giacomo Leopardi. buona giornata.
Anche Pupi Avati raccontò che avrebbe voluto uccidere Lucio Dalla, perché questi aveva un talento musicale che Avati sapeva di non avere.
Zeno Calcare 😁
Sembra il giovane Holden
Ma perché I prof. di Italiano non lo spiegano così? A me così me lo ha spiegato una amica di famiglia professoressa di Inglese.
Eh non lo so davvero 😔
...i pei
Nsieri di Zeno sono autentici ereali. Infatti bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che qualsiasi cosa si fa la si fa per se stessi. Bisognerebbe solo avere il coraggio di ammettere a se stessi.
..e tra parentesi, facciamo al meglio per gli altri,solo quando facciamo al meglio per noi stessi.
Beh non è vero che è sempre così
Ah ps sono nevrotica! Mi rivedo molto in lui, con le sigarette uguale..
credo che tu sia brava a comunicare perché rendi le storie quotidiane ma non banali.
Hanno la valenza di racconti di vissuto come pane quotidiano.
Insieme a questa desacralizzazione della letteratura, poi offri la degustazione che fa sentire il sapore del modo in cui l'opera e' impastata..
Si sente naturalezza, dimestichezza con la materia.
E' una cosa che mi piace tanto!
Grazie
Cee non ti stavo riconoscendo!
Cioè?
@YasminaPani Per il trucco...
Gentile yasmina, ho ricevuto un commento cattivo, fuori luogo, maleducato, ignorante, miserabile, su questo canale, proprio in merito a un mio apprezzamento al contenuto di questo video. Non nascondo che la cosa mi ha un poco sorpreso... Chiedo, quindi: è invece normale, ossia accettato? Bisogna compatire, o invece rispondere... o invece sporgere denuncia?
'Le cose belle sono quelle a cui è più difficile accedere'... no, questo non è sempre vero. Anzi, talvolta è vero il contrario.
parecchio divertente!! ruclips.net/video/-pAPfAomuqE/видео.html
Non l'ho mai visto
@@YasminaPani mi ispira parecchio come trasposizione. alla prima lettura non ci avevo trovato tutta l'ironia con cui è recitato e di cui hai raccontato
Chissà se dopo 4 anni la Professoressa Pani usi ancora il termine "ironia" in luogo di "umorismo". Al momento l'ironia è solo una delle decine di figure retoriche di cui l'umorismo si serve e non è tra le più brillanti. Naturalmente, visto che questa discutibile accezione si sta diffondendo, prima o poi entrerà nei vocabolari...
per me è un libro geniale...