L'INDIA NEL CUORE - B.and C. - 4a ed. - Milano Mondadori 12.03.14 - A. Prenner e V. M. Manfredi
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- Опубликовано: 23 дек 2024
- Vittorio Russo stila il diario di un viaggio che accarezza l'anima del lettore (Alberto Bevilacqua - Sorrisi e Canzoni TV 04.09.2012).
L'India, continente dei superlativi, come è stato definita, è la terra del cuore che affascina da secoli per la sua distanza straniante dalla nostra cultura. Oggi è una potenza emergente di un miliardo e quattrocento milioni di abitanti. Meta di pellegrinaggi per affamati di spiritualità e per distratti turisti dell'esotico, ammalia per il suo concentrato di contraddizioni di cui quasi mai si comprende il senso profondo e storico. Ma quando se ne coglie solo una piccola parte, si schiude agli occhi un universo di bellezze impensate. Questo libro è un resoconto di viaggio tra le meraviglie dell'India e le sue ferite millenarie. Ma è anche un viaggio attraverso la geografia impervia della cultura di una società polietnica e balcanizzata, custode però di una sapienza antichissima. Tra nozioni storiche e geografiche, curiosità culturali e vivide descrizioni, il diario diventa percorso di catarsi fra gli affanni di una quotidiana prostrazione e le vette di un sapere millenario. Ed è così che l'avventura diventa scrigno di conoscenza e la conoscenza si fa intimità che permette di possedere veramente quello che si conosce. Si dice che si può entrare in India da cento porte ma è difficile poi trovarne una sola per uscire. L'unica porta è quella che il più delle volte cambia il cuore.
L'India nel cuore racconta un viaggio ammaliante attraverso la geografia impervia della cultura di una società polietnica e frammentata, custode però di una sapienza antichissima. /Radio 24 - Salvatore Carrubba - Un libro tira l'altro - 20.07.12).
L'India nel cuore è l'ultima singolare scoperta da parte di Vittorio Russo dopo un primo precedente incontro non facile. Una terra che lo colpisce, lui agnostico, con la sua millenaria spiritualità. E' un libro frutto di rinunce e sacrifici, un'avventura più ardua che il viaggiare per mari tempestosi, un'opera che nasce come altre di questo scrittore dalle curiosità che un viaggio può suscitare (Gigi Marzullo - Rai 1 Sottovoce 10.08.12).
Sospendere l'incredulità per vivere un'altra realtà
L’espressione “sospensione dell’incredulità”, coniata da Samuel Taylor Coleridge nel 1817, indica la volontaria scelta del lettore (o dello spettatore) di fruire di un’opera di fantasia sospendendo momentaneamente le proprie facoltà critiche e logiche allo scopo di ignorare, durante la lettura, quello che apparirebbe, se non lo si facesse, privo di senso o incongruente. Tanto per semplificare, è questo patto fra scrittore e lettore che consente a quest’ultimo di credere ad un mondo al quale si accede da un armadio o ad un bambino che nasce con la coda di maiale. Il giudizio è sospeso a favore della narrazione. Fantasy, realismo magico, horror e affini perciò godranno del particolare processo mentale appena descritto. E un racconto di viaggio? Apparentemente un reportage non dovrebbe avere nulla a che fare con questo eppure… Eppure durante la lettura de “L’India nel cuore” di Vittorio Russo la sospensione dell’incredulità è procedimento necessario.
Vittorio Russo, con alcuni compagni, compie un viaggio nel continente indiano e lo racconta, come hanno fatto altri prima, ma lo fa in un modo completamente diverso: con la minuziosità di uno scrittore ottocentesco, con la sensibilità di un colto uomo moderno, con la pancia di un appassionato amante, con leggerezza di chi si sente piccolo dinanzi alle maestose contraddizioni e la voglia di condividere la straordinaria unicità della terra di cui è stato ospite. Ecco allora che la penna dell’autore si fa occhio per descrivere la grandezza delle opere architettoniche (ponendo l’accento sul fenomeno del sincretismo che ne ha mutato in modo unico i lineamenti), si fa naso e bocca per descrivere odori e sapori inconfondibili ed esotici, si fa cuore per narrare la pena di mendicanti, bambini, lebbrosi, si fa sorriso per indugiare sornione sulle descrizioni di fenomeni tanto inusuali quanto invece comuni ma esasperati ( le descrizioni del traffico sono pregnanti tanto quanto quelle del Taj Mahal).
Lo scrittore non tralascia però, senza farsi mai pedante, di descrivere la situazione delle donne, il sistema delle caste, il processo di evoluzione di un continente che sia avvia, per forza di cose, verso una rivoluzione epocale.
Vittorio Russo mi ha fatto venire una voglia viscerale di conoscere quei posti, toccare quella bellezza e quella miseria che si fondono in’armonia universale in quella terra dei contrari. Datemi le mucche sacre, datemi un elefante da cavalcare, datemi palazzi rosa da visitare. Datemi l’India.
Eventuali sciagurati ai quali annuncerò che stiamo precipitando sapranno con chi prendersela.
Scritto da Marina Vitale il 11 novembre 12