Grazie mille da parte di un barbaniese per aver dato luce ad un personaggio quasi sconosciuto con il quale però sono cresciuto fin dall'infanzia. Se volete sapere una curiosità, se non mi sbaglio, nel basamento di una delle statue del Museo Egizio di Torino si può ancora trovare un incisione con su scritto "Drovetti" accompagnato da una data. Purtroppo non ricordo la statua precisa però può essere una sorta di caccia al tesoro per chi fosse interessato. Di nuovo grazie, complimenti e al prossimo video🙋♂️😊
Le motivazioni della campagna d'Egitto di Napoleone (1798 - 1799) sono varie. 1) Prima di tutto una motivazione di carattere strategico: l'Egitto è la porta d'ingresso sia per il Mar Mediterraneo che per il Mar Rosso, entrambi controllati dalla Royal Navy. In particolare nel Mediterraneo scorrazzava Horatio Nelson con il suo squadrone di 14 navi di linea con il compito di catturare tutte le imbarcazioni francesi. Ma l'Egitto era (è) importante anche per accedere al Mar Egeo controllato dagli ottomani (nemici della Francia) e al Mar Nero, sempre più nell'orbita dei russi (anche loro nemici e con il sogno di avere un accesso sul Mediterraneo). Se il punto di accesso egiziano fosse stato bloccato, la Francia avrebbe interrotto il passaggio più veloce per l'India e per l'Oriente e quindi la Gran Bretagna si sarebbe vista tagliare fuori il floridissimo commercio con la sua colonia più importante. Non solo, la Royal Navy sarebbe dovuta uscire dal Mediterraneo per non rischiare di finire in trappola. E sarebbe stato un colpo non indifferente anche per gli altri nemici della Repubblica. 2) La seconda motivazione appare ugualmente chiara: il Direttorio voleva allontanare Napoleone. Dopo la straordinaria vittoria del "piccolo caporale" nella campagna d'Italia, dopo il suo ruolo da protagonista nei colpi di Vendemmiaio (1795) e di Fruttidoro (1797) e nelle trattative di Leoben e Campoformio (alle quali seguì il Congresso di Rastatt) era chiaro che l'ambizione di questo generale corso fosse o fosse diventata enorme e quindi da tenere a debita distanza per sicurezza. 3) Una terza motivazione di carattere prettamente politico, il Direttorio, sentendosi il rappresentante della Rivoluzione, credeva di poter esportare la civilizzazione in Egitto, abolire il feudalesimo e in cambio ottenere le enormi ricchezze del territorio. 4) L'ultima ragione, paradossalmente lo stesso Napoleone voleva andare in Egitto e sosteneva che tutti i grandi uomini avessero fatto la fortuna in Oriente (pensava ad Alessandro Magno e a Cesare) ed era sicuro che conquistare l'Egitto, con la tutta la sua cultura e i suoi tesori, oltre alla gloria militare, lo avrebbe reso un mito vivente. Il Direttorio fu ben contento di accettare la sua idea per liberarsi di lui.
Gli ottomani non erano ancora nemici della Francia agli inizi della campagna d'Egitto. Tanto è vero che Napoleone cercò di presentarsi come un amico del sultano, sbarcato in Egitto unicamente per riconquistarlo ai mamelucchi e restituirlo a Costantinopoli.
@@simoneantonini5181 Non c'era ancora stata una dichiarazione formale tra Prima Repubblica francese e Impero ottomano ma i due paesi erano già apertamente ostili a causa dei diversi assetti politici e sociali. Vero è invece che Napoleone cercasse inizialmente di ingraziarsi il sultano Selim III, anche per farsi accettare dalla popolazione araba (partecipò perfino a delle preghiere islamiche per acculturarsi) ma nella realtà, dentro di sé, non ci credeva neanche lui perché era in Egitto soltanto per fare gli interessi della Francia e i suoi personali.
Sulle spoliazioni francesi il discorso è complesso. Il pagamento dei tributi in forma di opere d'arte non era soltanto un semplice "furto" ma, come giustamente spiega il prof. Cavallo, aveva anche una precisa connotazione politico-ideologica: nella mentalità del Direttorio e delle truppe quelle opere (molte delle quali, ma non tutte chiaramente, furono regolarmente pagate in accordi tra funzionari francesi e italiani) avevano lo scopo di ripagare e "ringraziare" la Francia, la "sorella maggiore" delle nazioni, per aver contribuito a diffondere gli ideali della Rivoluzione e dell'unità nella penisola italiana e perché la "sorella maggiore" aveva perso la sua di arte negli sconvolgimenti rivoluzionari. Fu proprio il Direttorio ad ordinare le maggiori spoliazioni, non Bonaparte. Alcune spoliazioni, solo in una parte chiaramente, erano per questo una sorta di "tassa in arte" che le nazioni soggette ai francesi dovevano al governo di Parigi. Paul Wescher evidenziò come quel fenomeno tra l'altro portò alla nascita del concetto moderno di museo, prima in Francia e poi all'estero perché quasi tutte le opere precedentemente erano state parte di collezioni private di nobili e del clero e quindi non accessibili a tutte le persone. Del resto fu Napoleone a rendere il Louvre quello che è oggi e fu lui a rinaugurare la Pinacoteca di Brera nel 1809. Comunque le spoliazioni erano un atto moralmente estremamente discutibile.
Esatto. Mi collego con la sua ultima affermazione, evidenziando che i francesi furono i primi che introdussero questa specie di "tassa in arte", cosa che li rese particolarmente invisi. Wescher evidenzia anche che con Bonaparte nacque anche la figura dell'esperto d'arte, nella figura specialmente di Vivant Denon, il primo curatore del Louvre, chiamato in Italia con la lista della spesa degli oggetti da portare in Francia. Il moderno concetto di museo nacque proprio con Bonaparte che intese celebrare le sue vittorie e mettere in mostra antichità e opere d'arte dell'Europa d'Ancien Régime, sottolineando così il passaggio nella nuova era rivoluzionaria.
@@Giorgioenricocavallo Esattamente. Durante la spedizione in Egitto furono disegnate tante mappe e piante delle camere dei faraoni conosciute, soprattutto proprio da Vivant Denon e per la prima volta si ebbe un'idea della reale estensione della Valle dei Re. La "Description de l'Égypte" contiene due interi volumi sull'area intorno a Tebe. Grazie professore!
Il moderno concetto di museo non nasce con Napoleone ma con i papi CLEMENTE XIV e PIO VI che fanno costruire le nuove aule nei musei Vaticani. Un quadro famoso rappresenta Pio VI che mostra al re di Svezia la nuova sistemazione del museo da lui voluta. Naturalmente i francesi furono subito invidiosi e vollero distruggere l'operato del papa , rubando le opere d'arte e costruendo al Louvre delle sale simili a quelle dei Musei Vaticani.
@@giulianoradice4715Sì è vero ma la differenza sta nel fatto che Clemente XVI e Pio VI fecero costruire le sale anche per glorificare l'influenza e l'universalità della Chiesa cattolica.
@@giulianoradice4715 Invece lo scopo dei francesi, come spiega anche il prof. Cavallo, era quello di mettere in mostra un mondo che secondo loro era tramontato, che era stato appannaggio solo dei nobili e del clero e che quindi meritasse di essere ammirato ma tenuto consapevolmente a distanza dalle persone.
La storia meriterebbe senza dubbio, ma in Italia Antonio Lebolo è pressoché sconosciuto. Invece, a quanto mi risulta, nello Utah (terra dei Mormoni) è considerato uno dei padri della fede mormona perché furono le sue "reliquie", passate di mano in mano, ad ispirare Joseph Smith.
Grazie mille da parte di un barbaniese per aver dato luce ad un personaggio quasi sconosciuto con il quale però sono cresciuto fin dall'infanzia.
Se volete sapere una curiosità, se non mi sbaglio, nel basamento di una delle statue del Museo Egizio di Torino si può ancora trovare un incisione con su scritto "Drovetti" accompagnato da una data. Purtroppo non ricordo la statua precisa però può essere una sorta di caccia al tesoro per chi fosse interessato. Di nuovo grazie, complimenti e al prossimo video🙋♂️😊
Ma che scoperta gradita trovare un video dedicato a questo personaggio storico ❤
Grazie prof straordinario come sempre❤
Bel video come sempre!
Sono venuto al Museo Egizio poco più di un anno fa, veramente bellissimo.
Grazie per questo video!
Le motivazioni della campagna d'Egitto di Napoleone (1798 - 1799) sono varie.
1) Prima di tutto una motivazione di carattere strategico: l'Egitto è la porta d'ingresso sia per il Mar Mediterraneo che per il Mar Rosso, entrambi controllati dalla Royal Navy. In particolare nel Mediterraneo scorrazzava Horatio Nelson con il suo squadrone di 14 navi di linea con il compito di catturare tutte le imbarcazioni francesi. Ma l'Egitto era (è) importante anche per accedere al Mar Egeo controllato dagli ottomani (nemici della Francia) e al Mar Nero, sempre più nell'orbita dei russi (anche loro nemici e con il sogno di avere un accesso sul Mediterraneo). Se il punto di accesso egiziano fosse stato bloccato, la Francia avrebbe interrotto il passaggio più veloce per l'India e per l'Oriente e quindi la Gran Bretagna si sarebbe vista tagliare fuori il floridissimo commercio con la sua colonia più importante. Non solo, la Royal Navy sarebbe dovuta uscire dal Mediterraneo per non rischiare di finire in trappola. E sarebbe stato un colpo non indifferente anche per gli altri nemici della Repubblica.
2) La seconda motivazione appare ugualmente chiara: il Direttorio voleva allontanare Napoleone. Dopo la straordinaria vittoria del "piccolo caporale" nella campagna d'Italia, dopo il suo ruolo da protagonista nei colpi di Vendemmiaio (1795) e di Fruttidoro (1797) e nelle trattative di Leoben e Campoformio (alle quali seguì il Congresso di Rastatt) era chiaro che l'ambizione di questo generale corso fosse o fosse diventata enorme e quindi da tenere a debita distanza per sicurezza.
3) Una terza motivazione di carattere prettamente politico, il Direttorio, sentendosi il rappresentante della Rivoluzione, credeva di poter esportare la civilizzazione in Egitto, abolire il feudalesimo e in cambio ottenere le enormi ricchezze del territorio.
4) L'ultima ragione, paradossalmente lo stesso Napoleone voleva andare in Egitto e sosteneva che tutti i grandi uomini avessero fatto la fortuna in Oriente (pensava ad Alessandro Magno e a Cesare) ed era sicuro che conquistare l'Egitto, con la tutta la sua cultura e i suoi tesori, oltre alla gloria militare, lo avrebbe reso un mito vivente. Il Direttorio fu ben contento di accettare la sua idea per liberarsi di lui.
È sempre un piacere ritrovarla nei canali migliori.
Ad maiora!
@@andreacattani9146 Grazie! È sempre bello condividere la propria passione con altri amanti della Storia. Ad maiora!
Il Direttorio se avesse potuto l'avrebbe mandato su Marte😅, purtroppo per loro l'Egitto era vicino.
Gli ottomani non erano ancora nemici della Francia agli inizi della campagna d'Egitto. Tanto è vero che Napoleone cercò di presentarsi come un amico del sultano, sbarcato in Egitto unicamente per riconquistarlo ai mamelucchi e restituirlo a Costantinopoli.
@@simoneantonini5181 Non c'era ancora stata una dichiarazione formale tra Prima Repubblica francese e Impero ottomano ma i due paesi erano già apertamente ostili a causa dei diversi assetti politici e sociali. Vero è invece che Napoleone cercasse inizialmente di ingraziarsi il sultano Selim III, anche per farsi accettare dalla popolazione araba (partecipò perfino a delle preghiere islamiche per acculturarsi) ma nella realtà, dentro di sé, non ci credeva neanche lui perché era in Egitto soltanto per fare gli interessi della Francia e i suoi personali.
Sulle spoliazioni francesi il discorso è complesso. Il pagamento dei tributi in forma di opere d'arte non era soltanto un semplice "furto" ma, come giustamente spiega il prof. Cavallo, aveva anche una precisa connotazione politico-ideologica: nella mentalità del Direttorio e delle truppe quelle opere (molte delle quali, ma non tutte chiaramente, furono regolarmente pagate in accordi tra funzionari francesi e italiani) avevano lo scopo di ripagare e "ringraziare" la Francia, la "sorella maggiore" delle nazioni, per aver contribuito a diffondere gli ideali della Rivoluzione e dell'unità nella penisola italiana e perché la "sorella maggiore" aveva perso la sua di arte negli sconvolgimenti rivoluzionari. Fu proprio il Direttorio ad ordinare le maggiori spoliazioni, non Bonaparte. Alcune spoliazioni, solo in una parte chiaramente, erano per questo una sorta di "tassa in arte" che le nazioni soggette ai francesi dovevano al governo di Parigi. Paul Wescher evidenziò come quel fenomeno tra l'altro portò alla nascita del concetto moderno di museo, prima in Francia e poi all'estero perché quasi tutte le opere precedentemente erano state parte di collezioni private di nobili e del clero e quindi non accessibili a tutte le persone. Del resto fu Napoleone a rendere il Louvre quello che è oggi e fu lui a rinaugurare la Pinacoteca di Brera nel 1809. Comunque le spoliazioni erano un atto moralmente estremamente discutibile.
Esatto. Mi collego con la sua ultima affermazione, evidenziando che i francesi furono i primi che introdussero questa specie di "tassa in arte", cosa che li rese particolarmente invisi. Wescher evidenzia anche che con Bonaparte nacque anche la figura dell'esperto d'arte, nella figura specialmente di Vivant Denon, il primo curatore del Louvre, chiamato in Italia con la lista della spesa degli oggetti da portare in Francia. Il moderno concetto di museo nacque proprio con Bonaparte che intese celebrare le sue vittorie e mettere in mostra antichità e opere d'arte dell'Europa d'Ancien Régime, sottolineando così il passaggio nella nuova era rivoluzionaria.
@@Giorgioenricocavallo Esattamente. Durante la spedizione in Egitto furono disegnate tante mappe e piante delle camere dei faraoni conosciute, soprattutto proprio da Vivant Denon e per la prima volta si ebbe un'idea della reale estensione della Valle dei Re. La "Description de l'Égypte" contiene due interi volumi sull'area intorno a Tebe. Grazie professore!
Il moderno concetto di museo non nasce con Napoleone ma con i papi CLEMENTE XIV e PIO VI che fanno costruire le nuove aule nei musei Vaticani. Un quadro famoso rappresenta Pio VI che mostra al re di Svezia la nuova sistemazione del museo da lui voluta. Naturalmente i francesi furono subito invidiosi e vollero distruggere l'operato del papa , rubando le opere d'arte e costruendo al Louvre delle sale simili a quelle dei Musei Vaticani.
@@giulianoradice4715Sì è vero ma la differenza sta nel fatto che Clemente XVI e Pio VI fecero costruire le sale anche per glorificare l'influenza e l'universalità della Chiesa cattolica.
@@giulianoradice4715 Invece lo scopo dei francesi, come spiega anche il prof. Cavallo, era quello di mettere in mostra un mondo che secondo loro era tramontato, che era stato appannaggio solo dei nobili e del clero e che quindi meritasse di essere ammirato ma tenuto consapevolmente a distanza dalle persone.
Il motto di Napoleone Bonaparte:
Ruba l'arte e mettila da parte !!!
Drovetti un precursore a questo punto .... 😁😁
In realtà la decorazione a grottesche nasce molto prima a Roma alla fine del 1400 quando viene scoperta la Domus Aurea di Nerone.
Drovetti fu il primo egittologo
... l'egittimo !!!
Ora aspetto per vedere dopo quanto tempo copiano questo titolo ..scommetto che entro lunedì geopop ce la puo fare 😂❤
Like prima di vedere il video😂
Min 27: il papiro falso e la Chiesa mormone. Argomento che gradirei approdondire!!!!
La storia meriterebbe senza dubbio, ma in Italia Antonio Lebolo è pressoché sconosciuto. Invece, a quanto mi risulta, nello Utah (terra dei Mormoni) è considerato uno dei padri della fede mormona perché furono le sue "reliquie", passate di mano in mano, ad ispirare Joseph Smith.
@@Giorgioenricocavallo GRAZIE ex gregio dottor Cavallo