Riserva Naturale del Monte Catillo da Tivoli

Поделиться
HTML-код
  • Опубликовано: 28 фев 2022
  • #fidenetrekking #abruzzotrekking1962 #montagna #montagne #mountain #mountains #mount #roma #romacapitale #tivoli #montecatillo #sugheretadisirividola #montesterparo #montilucretili #villagregoriana #villadeste #villaadriana #collelecinone #collelucco #sanpolodeicavalieri #castelmadama #marcellina #rifugiobologna #vicovaro Oltre che per visitare le sue splendide ville e trascorrere qualche ora di relax in uno degli stabilimenti termali più frequentati dai romani (sia antichi che moderni!), un’ottima ragione per inserire Tivoli nella lista dei borghi laziali tutti da scoprire è senza dubbio quella di fare quattro passi all’interno della Riserva Naturale di Monte Catillo: un’area protetta dalla superficie superiore ai 1.300 ettari, situata a ridosso del centro storico cittadino ed in continuità coi primi rilievi appenninici, percorrendo i cui sentieri è possibile ammirare magnifici scorci sulla valle scavata dall’Aniene, allontanandosi di fatto appena 40 km dalla capitale. Fruibile in ogni stagione dell’anno grazie alla sua privilegiata posizione geografica, esistono diversi modi per visitare la riserva: a cavallo, affidandosi ad una delle tante associazioni turistico-sportive che operano sul posto; in mountain bike, avendo cura di scegliere il tracciato più adatto alle proprie capacità; a piedi, lasciando la macchina in prossimità dell’imponente Arco di Quintiliolo e inerpicandosi lungo il sentiero “Don Nello del Raso”, indicato nel suo tratto iniziale dal segnavia 330 (in alternativa, un secondo accesso all’area protetta è situato qualche metro più avanti, ma sempre sulla strada per Marcellina, in corrispondenza del piazzale d’ingresso all’Hotel Torre Sant’Angelo). Qualora decidiate di intraprendere il vostro trekking dall’Arco di Quintiliolo (come ho fatto io), ad accompagnarvi per la prima mezz’ora di cammino saranno da un lato suggestive vedute su ciò che resta dell’Acropoli Tiburtina, dall’altro arbusti fioriti, piccoli salti di roccia e ripide pareti calcaree: ci troviamo infatti alle falde del Monte Catillo, “la montagna di Tivoli”, ed è la natura, qui, la sola e indiscussa protagonista. Se la cima del Monte Catillo, con i suoi modesti 612 metri di quota, rappresenta una meta irrinunciabile per chi desidera osservare la città dall’alto, è però la Sughereta di Sirividola - dal latino suber, ovvero “quercia da sughero” - a meritare l’appellativo di ambiente più sorprendente dell’intera area protetta, nonostante incendi, pascolo abusivo e azione dell’uomo ne abbiano nel tempo ridotto notevolmente l’estensione .Cos’è allora a renderla un biotopo unico nel suo genere? Innanzitutto il fatto di sorgere su un terreno di natura calcarea, a differenza di altri boschi simili rilevati nel Lazio quasi sempre distribuiti lungo il corso di fiumi o in relazione a substrati di origine alluvionale; secondo poi la compresenza di piante tipiche del Mediterraneo occidentale, quale per l’appunto la sughera, e specie originarie dei Balcani orientali quale invece lo storace, contrasto giustificato dalle particolari condizioni climatiche della riserva, mitigate per gran parte dell’anno dall’influenza tirrenica. Attraversata con calma la sughereta, il sentiero esce quindi allo scoperto, risalendo per circa mezz’ora la pietrosa dorsale del Monte Giorgio, caratterizzata da doline e altri interessanti fenomeni d’erosione carsica - i cosiddetti “campi solcati o “carreggiati” - tra i cui anfratti prolifera un’incredibile varietà di fiori e di arbusti sempreverdi. Guardandoci intorno, la vista spazia dalle bellissime montagne che fanno da cornice alla Valle dell’Aniene (si distinguono chiaramente Monti Lucretili, Monti Ruffi e Monti Prenestini) ai pittoreschi abitati di Castel Madama e Ciciliano, praticamente a due passi dal confine con l’Abruzzo. Il tempo di scattare qualche foto e ci addentriamo di nuovo nel bosco, perdendo a poco a poco quota fino ad arrivare in località Colle dei Travi, crocevia di due dei sentieri più frequentati della zona: quello per San Polo dei Cavalieri, sovrapponibile al tratto iniziale della cosiddetta Via dei Lupi - un interessante trekking a tappe che collega Tivoli al borgo abruzzese di Civitella Alfedena, attraversando cinque aree protette e un’infinità di paesini immersi nel verde - e quello per il Rifugio Fonte Bologna, unico punto d’appoggio dell’intero percorso. Ancora una volta, a circondarci è una vegetazione talmente fitta e variegata da lasciare letteralmente senza parole, un vero e proprio labirinto di alberi in cui districarsi tra cespugli di biancospino, castagni secolari e maestosi esemplari di pseudosughera (un rarissimo tipo di quercia che, pur appartenendo alla famiglia delle sempreverdi, presenta caratteristiche morfologiche tipiche delle specie caducifoglie).

Комментарии •