Gli scavi archeologici di Mozia (TP)

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  • Опубликовано: 21 окт 2024
  • Nella puntata odierna andremo a spasso per L’Italia, letteralmente, perché partiremo alla scoperta di un’antichissimo insediamento fenicio in Sicilia, poco distante da Marsala che conosciamo come Mozia e ne parleremo con il professor Lorenzo Nigro che ne dirige gli scavi; lo abbiamo raggiunto telefonicamente sull’area archeologica di Cartagine da cui ci ha rilasciato questa importante intervista.
    Diodoro Siculo ce la racconta così:
    «Era situata su un'isola che dista sei stadi dalla Sicilia ed era abbellita artisticamente in sommo grado con numerose belle case, grazie alla prosperità degli abitanti.»
    Mozia (o anche Mothia, Motya) fu un’antica città fenicia, sita sull’isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. L’isola si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l’Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla Fondazione Whitaker.
    Fu probabilmente interessata dalle esplorazioni dei mercanti-navigatori fenici, che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale, a partire dalla fine del XII secolo a.C.: dovette rappresentare un punto d’approdo e una base commerciale morfologicamente molto simile alla città fenicia di Tiro.
    Il nome antico in fenicio era Mtw, Mtw o Hmtw, come risulta dalle legende monetali; il nome riportato in greco, Motye, Μοτύη, è citato anche da Tucidide e da Diodoro Siculo. Intorno alla metà dell’VIII secolo a.C., con l’inizio della colonizzazione greca in Sicilia, Tucidide riporta che i Fenici si ritirarono nella parte occidentale dell’isola, più esattamente nelle tre città di loro fondazione: Mozia, Solunto e Palermo. Archeologicamente è testimoniato un insediamento della fine dell’VIII secolo a.C., preceduto da una fase protostorica sporadica ed alquanto modesta.
    Le fortificazioni che circondano l’isola possono essere forse collegate alle spedizioni greche in Sicilia occidentale di Pentatlo e Dorieo nel VI secolo a.C.
    Nel 400 a.C. Dionisio di Siracusa prese e distrusse la città all’inizio della sua campagna di conquista delle città elime e puniche della Sicilia occidentale; l’anno successivo Mozia venne ripresa dai Cartaginesi, ma perse di importanza in conseguenza della fondazione di Lilibeo. Dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C. tutta la Sicilia passò sotto il dominio romano, ad eccezione di Siracusa: Mozia doveva essere quasi del tutto abbandonata, dal momento che vi si sono rinvenute solo pochissime tracce di nuova frequentazione, generalmente singole ville di epoca ellenistica o romana. Di pregevole valore sono invece reperti d’epoca fenicia come il Giovane di Mozia e la c.d. “Stele del re di Mozia”, tra i frutti di una cinquantennale missione archeologica dell’Università La Sapienza guidata prima da Antonia Ciasca e poi da Lorenzo Nigro.
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