Io sono d’accordo con il discorso… ultimamente, causa anche i numerosi e talvolta complessi impegni di lavoro, ho poco tempo da dedicare ai videogiochi e mi piace che quel tempo sia rilassante, seguire una bella storia senza particolari frustrazioni. E questo non perché non sia in grado di giocare a difficoltà più elevate ma semplicemente perché non ne ho voglia. Poi certo, ognuno di noi ha le sue abilità ed i suoi talenti… non riuscire a giocare un gioco difficile non significa non sapere fare nient’altro di difficile nella vita. Tutto questo per dire comunque che quello del videogioco non è un mercato universale, non tutti i generi sono fatti per piacere a tutti… per fare un paragone stupido, pretendere di scegliere la difficoltà in un souls-like sarebbe come pretendere la divina commedia scritta in un linguaggio semplice e scorrevole. Si può fare? Sì, ma sarebbe un prodotto che ha perso la sua natura
Per me il problema con i giochi “difficili” sta anche un po’ nell’ atteggiamento di certi videogiocatori che usano la loro abilità (o la loro grande quantità di tempo da dedicare ai videogiochi) per sentirsi spocchiosamente superiori agli altri, più che per mettere alla prova i loro limiti senza rompere i cosiddetti sempre agli altri. Certo, questi ultimi esistono (e ne ho la prova in un mio caro amico che ha proprio questo atteggiamento positivo), ma la massa degli “elitisti della difficoltà” è bella sostanziosa e, sinceramente, indisponente. Queste persone non sopportano l’aggiunta di un livello di difficoltà facile a giochi come (ad esempio) Sifu perché il gioco non è più solamente loro, ma viene “contaminato” dai “senza mani” (termine dispregiativo fin troppo diffuso) che possono accedere ad un’esperienza che fino a poco prima era esclusiva di “chi se la meritava”. Io è per questo che vorrei livelli di difficoltà per qualsiasi gioco: per non sentire più di questi discorsi
Il discorso della difficoltà selezionabile è un po' più complesso in realtà, perché per alcuni giochi la difficoltà è una scelta di game design, ha a che fare anche con la trama, non è avvincente un gioco che ti dice che l'essere più potente del mondo minaccia l'universo, e poi lo batti senza nemmeno impegnarti, dopo averlo battuto non ti senti di aver compiuto un'impresa, e la trama assume un valore minore nonostante magari sia una bellissima trama. Poi, per fare un esempio, in giochi come dark souls ci sono dei boss early game difficili, e altri a fine gioco più semplici, questo è voluto, perché da trama quel personaggio endgame è importantissimo ma è per qualche motivo molto debole. Chi crea certi giochi probabilmente non vuole rovinare queste sensazioni dell'esperienza, perciò non aggiunge una selezione della difficoltà, così non possono esserci dei giocatori che arrivano a fine gioco delusi non avendo capito il peso di certi nemici, e magari gli fanno pure recensione negativa.
Quanto odio questa gente, sono entrato in un gruppo telegram di Dark souls e un ragazzo aveva chiesto se qualcuno potesse aiutarlo per battere un boss, colui che gli ha risposto gli ha chiesto se avesse dell'umanità e il ragazzo gli ha detto che non sapeva cosa fosse, allora quello che lo voleva aiutare scrive "Madonna ragazzi che coglione sto qua, possibile mai che uno che sta al ng+10 debba giocare con certi pipponi che non sanno manco cosa sia l'umanità"
Questo video capita a pennello: vorrei provare a giocare dark souls in questo periodo dato che mi ha sempre ispirato ma ho sempre avuto paura di dropparlo per la difficoltà, contando che non spicco molto di qualità come la pazienza e la tranquillità. Devo dire che Raiden è stato capace di mettermi addosso quel coraggio in più che mi serviva. Credo proprio che lo comprerò!
Mi piace il fatto che con "Accessibilità" tieni in conto persone che hanno difficoltà FISICHE nel poter effettivamente giocare un titolo, facile o difficile che sia. Non è un argomento che viene spesso preso in considerazione e trovo giusta la distinzione tra "difficoltà" e "accessibilità"
Dipende dal periodo che sto vivendo: a volte voglio la sfida, altre voglio rilassarmi. Per esempio adesso che ho uno stress incredibile addosso un Elden ring lo lascio sullo scaffale senza neanche guardarmi indietro, cosa che non avrei fatto se ci fosse stata scalabilità. Peggio per loro che vendono meno, peggio per me che mi perdo un'opera che pare essere maestosa, ma amen: è una scelta dello sviluppatore. Noi utenti possiamo scegliere e se ritieniamo la difficoltà troppo alta possiamo non comprare. Certo, basterebbe premiare con armi migliori o altro chi gioca a difficoltà maggiori, ma alla fine sti cavoli: non morirò se salto Sifu o Elden ring. La frustrazione per la mancanza del risultato c'è, assolutamente, e non è vero che si bilancia con la soddisfazione della riuscita, ma il fatto è che non tutti vogliono "soffrire" per raggiungere un risultato all'interno di un videogioco.
Ma il realtà questi giochi resi più semplici perderebbo tutto il loro senso. Come hai detto ru, la questione dei drop magari più belli alla difficoltà più alta:i drop nei souls non è fine a se stessa, ma anzi fa parte del racconto, della lore. La descrizione di ogni oggetto (quasi ogni oggetto) ha una storia che porta il giocatore ad immergersi e a capire chi era il suo avversario o di quale clan facesse parte per dire.
Elden ring è open world, un boss è troppo difficile? Ti fai un giro e ci torni. Anzi, ER mi sta danto tantissima esperienza rispetto agli altri capitoli, basta non fissarsi su uccidere tutto e non puntare a testa bassa. Ti accoppa un avversario troppo difficile? Lo affronti dopo, tanto è vastissimo.
@@eddieskream per quanto ciò che dite tu e l’altro utente in risposta sia valido e sensato, non sono risposte al commento del primo utente, perché era altro ciò che intendeva. Tra l’altro pure espresso egregiamente, non comune in un commento. Il mio non vuole essere un offesa a voi eh, semplicemente il primo commento andava letto ed interiorizzato senza cercare una risposta specifica. Era più un’analisi la sua. Per il resto concordo con voi e con Raiden.
Onestamente non conoscevo il format, il titolo mi ha catturato e per una volta, una delle pochissime, un titolo "clickbait" mi ha fatto scoprire un format fantastico. Tra questo e le tue "critiche alla critica", raiden, mi sento di dirti che stai sfornando dei contenuti sublimi.
in elden ring (così come cuphead, sifu, i vari souls ecc...) ho riscontrato varie difficoltà contro boss o simili... ma c'è da dire che dopo l'iniziale "frustrazione" il gioco mi ha "obbligato" a migliorarmi e impare dai miei errori per superare quell'ostacolo... e c'è da dire che la soddisfazione di superare un pezzo che ti aveva fatto penare e imprecare come un matto è impareggiabile
Io onestamente non ho paura di morire, ho paura di ripetere la stessa parte per mille volte, sarà un limite mio eh. In parte continuo a pensare che scegliere di fare un gioco difficile o comunque senza selettore della difficoltà lo renda in parte elitario; ricordiamoci che oltre ai limiti fisici ci sono anche quelli di tempo per molte persone. Non tutti sono giocatori hardcore, non tutti giocano per mestiere. È giusto negare a queste persone la possibilità di giocare titoli più impegnativi? Fermo restando che sono d'accordo sul fatto che non si possa giudicare negativamente un prodotto solo perché difficile, assolutamente.
Ho il tuo stesso problema. Ho odiato rifare parti in demon's souls e dark souls anche se son tra i miei giochi preferiti. Il mio gioco preferito è sekiro, elden ring dopo 5 ore mi sta piacendo molto perché ha un sacco di falò vicini, come sekiro.
Esattamente. È scocciante dover rifare le stesse cose senza motivo; va bene la difficoltà, ma odio perdere tempo perché devo rifarmi un quarto d'ora di gioco solo per poter ripetere la parte in cui sono morto perché il checkpoint è in culo ai lupi.
Se posso in parte essere d'accordo con la tua opinione, ad esempio con il più recente Elden ring o con i Dark Souls i quali oltre ad offrire una lore misteriosa e interessante ti portano in un mondo che offre delle ambientazioni magnifiche e dei nemici molto eterogenei, mi sento di dire che per finire questi titoli non è necessaria chissà quanta abilità quanto piuttosto tempo per il farming, quindi un oggetto particolare che abbassi il livello dei nemici sarebbe anche attuabile senza rovinare troppo il gioco. Detto questo in altre situazioni l'apprezzamento di certi giochi è in gran parte dovuto alla difficoltà tarata verso l'alto: faccio l'esempio di Sekiro, io l'ho finito e in generale mi è piaciuto tuttavia se non fosse così difficile sarebbe probabilmente il titolo più debole di FromSoftware comparato con i souls like poiché non ha una storia che reputerei interessante, i personaggi non sono così iconici, le ambientazioni sono suggestive ma nulla a che vedere con gli altri souls like di from, insomma la sua caratteristica di spicco è la necessità di coordinazione nei combattimenti, se questa venisse meno il giudizio del gioco secondo me sarebbe molto più basso.
Sono d'accordo se come esempio portassi un gioco che è inutilmente difficile, dove quindi la difficoltà è messa "a rialzo" per il puro gusto di farlo. Bisogna però vedere se invece, diminuendo la difficoltà, non vengono poi meno i pilastri stessi del titolo e tutto viene snaturato. In questo secondo caso la difficoltà è alla stregua di una meccanica di gioco, è voluta come caratteristica intrinseca e se venisse diminuita rischierebbe solo di offrire un'esperienza monca. (E attenzione che ti parla uno che gioca solo a giochi ultrafacili eh! Dai SoulsLike, sifu e platform vari ed eventuali me ne tengo a debita distanza perché, PER LA MIA PERSONA, sono troppo difficili e non sono la persona da mettersi lì a voler imparare pattern, statistiche e cose varie)
Completamente d'accordo. A me piaceva molto Demon's Souls, il mio primo gioco di From, ma ho dovuto smettere di giocarlo dopo qualche ora visto che sono scarsissimo e posso giocare solo qualche ora il fine settimana. È normale che Demon's Souls mi sia rimasto un po' sul ca***
Dopo una giornata di lavoro al PC fatico a voler stare ancora davanti ad uno schermo una volta rientrato a casa, quindi quando gioco voglio divertirmi ed intrattenermi. Trovo corretto e bello "morire" nei videogiochi in quanto un minimo di difficoltà ci vuole per mantenere un livello di sfida che faccia anche godere della vittoria. Ma il morire non dev'essere ripetitivo ed estenuante. La classica via di mezzo.
A me una difficoltà eccessiva non piace, ma poi sono gusti personali. Un gioco troppo facile può essere godibile, ci si gode la storia e un minimo di sfida c'è comunque. Se è troppo difficile lo lascio lì. Poi la cosa che odio sono i boss eccessivamente difficili da sconfiggere, spesso in modo sproporzionato rispetto alla difficoltà del resto del gioco.
A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca... recita un vecchio detto. E nel constatare che le lamentele sui giochi "difficili" non trovano poi riscontro nella realtà (vedi lo storico successo dei "classici", ma anche di giochi moderni, come i Dark Souls, Cuphead, eccetera, non "puniti" nelle vendite dalla loro "difficoltà") mi pare di ravvisare che le lamentele arrivino più dalla "critica" (o da "certa" critica) che dall'utenza. Ed allora, "a pensar male", come dicevamo, sarà mica che sono le redazioni a lamentarsi che lo stipendiato recensore, quando un gioco richiede qualche giorno in più ad e essere completato, riduce la "produttività"? Sarà mica il recensore "freelance" pagato a cottimo che necessita di un giorno in più per incassare il proprio cachet a lamentarsi? Perchè mi pare che la "critica" ai giochi "difficili" arrivi più da chi i giochi li recensisce, piuttosto che da chi i giochi "li gioca". Ed una ragione ci sarà...
Io ad esempio con mio fratello abbiamo giocato Bloodborne e non siamo neanche arrivati a Gasgoine ma siamo morti oltre 50 volte anche se abbiamo apprezzato il gioco alla fine lo abbiamo abbandonato rendendoci conto che o non ci sappiamo giocare o troppo complesso per noi, altri generi come GOW o i picchiaduro sappiamo giocarli abbastanza bene anche se perdiamo in alcune aree, devo ammetterlo è una rottura per te dirtelo la selezione della difficoltà c'è almeno
Il min 10:02 rappresenta proprio il mio caso: ho saltato sekiro perchè non avevo voglia di impegnarmi e lo trovavo troppo difficile, ma un giorno decisi di giocarci e dopo le 34356345435 morti sono andato avanti ed è diventato uno dei miei giochi preferiti a cui ho sempre voglia di giocare; quello che mi ha affascinato di sekiro, rispetto agli altri titoli from, sono stati la rapidità dei combattimenti e la meccanica dei perry e postura. Sekiro, però, mi ha fatto perdere hype per elden ring perchè lo trovo, sul piano dei gameplay, un passo indietro in quanto vedo il pg lento e goffo rispetto a pg di sekiro: rapido e abile. Ho provato anche sifu e mi è piacuto molto ma l'ho messo da parte perchè sto giocando a lost ark ma sicuramente, quando mi sarò scocciato, lo riprenderò
Sifu spettacolare una volta che hai preso la mano, uno dei giochi più divertenti di sempre. Elden ring solito gameplay lento ammazzato di vent’anni fa, gigantesco passo indietro rispetto a Sekiro
L’ultimo commento penso di averlo fatto l’anno scorso per Mario Golf Super Rush in cui mi avevate risposto magnificamente (commento molto eh? 😂), ora mi sento di dirvi col cuore in mano che Insider è diventata la rubrica, per me, migliore di YT Italia da non farsi scappare per nessun motivo. Siete sempre più pazzeschi!!! P.S. negli ultimi anni il gioco con il livello di difficoltá folle che più mi ha preso, fatto godere e incredibilmente non rompere nessun pro controller (sono riuscito a platinarlo con non so quante migliaia di “morti”) è CELESTE. Una vera perla indie del mondo videoludico 🍓 P.P.S. Raiden, tra questi video e i tuoi video dove smonti argomentando le recensioni orribili, esageri 💎
Evidentemente chi dice che i giochi from software sono difficili, non hanno giocato a ratchet & clank su ps2, la boss fight finale dura tipo 30 minuti e se muori devi ricominciare da capo.
Io credo che la cosa migliore sarebbe inserire in ogni videogioco la possibilità di decidere, in qualunque momento, il livello di difficoltà al quale giocarlo, purché siano livelli reali. Affidandomi spesso alle recensioni e guardando parte dei gameplay, non ho preso Resident Evil Village (malgrado abbia amato il settimo capitolo) proprio perché ho avuto la percezione che fosse troppo semplice anche in modalità "Difficile", così come non ho ancora provato Sekiro per il motivo opposto. La cosa migliore, comunque, è quando hai la percezione che la difficoltà del gioco cresca in maniera perfettamente proporzionale alla capacità che si presuppone tu abbia acquisito durante i livelli precedenti. Questo mi è successo con Assassin's creed Odyssey: non ho mai avuto la sensazione che fosse troppo semplice o troppo difficile. Non ho paura di rifare più volte lo stesso passaggio ma non mi piace la sensazione di sentirmi davvero "bloccata" in un punto. Diverso è quando magari riaccendo la console la sera dopo e mi accorgo subito della soluzione che, forse per stanchezza, non avevo notato la volta prima. Purché questo non accada troppo spesso, va benissimo. Ma rimanere bloccata per diversi giorni, no. Comunque complimenti ragazzi per l'ottimo lavoro che svolgete!
La generalità dei videogiocatori è abituata ad usufruire di giochi multiplayer online PvP con un'abbondante dose di pay to win (e dobbiamo dire grazie che oggi le micro transazioni siano sempre più solamente estetiche). Dunque, mi sento di dire che, in realtà, alla generalità dei videogiocatori non sono rivolti giochi come i souls, cuphead e vari, proprio perché non è contemplata l'idea di giocare da soli e misurarsi contro se stessi. Paradossalmente, ritengo che sia molto più a portata di mano un souls che un qualunque sparatutto online in termini di rapporto tempo/prestazioni.
@@MrGdxish Non so cosa tu abbia capito rispetto al mio intervento però volevo solo fare dei complimenti a Raiden.. il mio complimento era dovuto al fatto che in un video di soli 12 minuti ha espresso 3 argomenti molto interessanti con semplici e chiarissime parole: i) ha parlato della paura di morire che abbiamo tutti al di fuori di un videogioco ma per l''appunto trattandosi di videogioco, anche se muori 1000 volte, caro "Lazzaro alzati e cammina", potenzia il tuo personaggio e fai il culo al videogioco; ii) ha parlato della difficoltà dei videogiochi, trattando la tolleranza e i gusti di ognuno di noi, in modo egualmente efficace e per me correttissimo; iii) ha trattato (come già fa durante le sue live) il tema dell'accessibilità, cosa che molti, a torto, confondono con difficoltà... un gioco difficile non può essere considerato non accessibile
A me piacciono sia giochi difficili (Sekiro ADORATO), e sia giochi 'esplorativi immersivi'. Con Horizon Zero Dawn per esempio mi scocciavo di imparare come indebolire le macchine e ho messo la difficoltà più bassa possibile per godermi solo la Storia e l'Esplorazione. E pensate che non ho trovato per nulla insopportabile morire centinaia di volte in Sekiro per impararlo caparbiamente. In Horizon non ho trovato, a pelle, quell'equilibrio di combat system giusto che mi facesse venire voglia di imparare a fondo il sistema e di impegnarmi. Così ho deciso di godermelo in un altro modo. Ognuno è fatto a modo suo.
Concordo con il succo del discorso, non su horizon, poiché ho adorato le meccaniche del combat system, ma sono gusti, il discorso ripeto, è più che giusto
@@jackyjack9755 Si, è stato molto un capriccio personale, e una mia perdita di pazienza verso il sistema di HZD forse anche un po' ingiusta e precoce. Ma ho la buona abitudine di riuscire comunque a farmi piacere molti (non tutti, non si è infallibili... ☺️) giochi trovandone il bello presente nelle altre componenti dell'opera. Per intendere, non sono uno che se ha amato Sekiro (esempio) cerca subito dopo la stessa (o quasi) cosa, e se non la trova ci spruzza letame addosso. Prima provo a capire cosa gli sviluppatori hanno cercato di creare e proporci... Cosa vogliono farci vivere al di là di un capriccio personale o di un gusto non esaudito.
Grande Raiden,sempre il più obbiettivo e capace nel trattare argomenti così divisivi e particolari. 👍😉💪 Da che mondo è mondo esistono categorie e settori che presuppongono abilità o capacità superiori alla media. Prendiamo per esempio il mondo dello sport,esistono tantissime discipline sportive palesemente elitarie,molto impegnative e indubbiamente non per tutti e non per questo vengono cambiate le regole in modo tale da renderlo accessibile a chi non ha le capacita/abilità per praticarlo. La boxe, per citarne uno, è sicuramente una disciplina sportiva elitaria,poco accessibile dalla massa..Ebbè?! Cosa bisognerebbe fare,snaturarla cambiandone le regole?! Assolutamente no!! Chi non è in grado di praticarla deve obbligatoriamente scegliere un altro sport che sia più nelle sue corde. Stessa cosa nei videogames.. Non si è capaci di giocare un gioco per la sua difficoltà..? È un peccato ma si deve obbligatoriamente e semplicemente giocare ad altro e non pretendere che il titolo in questione venga modificato e snaturato per venire incontro a chi non è palesemente in grado.
Io prediligo i giochi che ti spingono a migliorare nel combattimento per proseguire (come Sifu) piuttosto che quelli che ti spingono a farmare e a salire di livello per ottenere armi, armature e skill più potenti.
Quasi tutto è fattibile se ci si allena. Il punto è se ne valga la pena. Come detto nel video (che è in realtà un grido di dolore contro l'insensatezza della vita), e come sarebbe bene (per quanto pesante) ricordarsi più spesso, la vita prima o poi finisce, cioè il tempo che abbiamo non è illimitato. La vera paura, dunque, non è quella di morire in-game ma quella di aver sprecato buona parte della propria vita a memorizzare combo o studiare build. E' vero che anche dedicandosi ad altro si muore lo stesso prima o poi, ma passare ore ed ore su un gioco per la difficoltà di padroneggiarne i comandi, batterne questo o quel boss o prenderne tutti i trofei è la definizione di sprecare la propria vita, dato che il gioco è fine a se stesso e non risulta in un miglioramento di sé o del mondo. No: diventare bravi a Dark Souls non significa migliorarsi come persone. Significa diventare bravi a Dark Souls.
Appunto, se sei scarso però non dare la colpa al gioco...questo è il discorso...se non vuoi nemmeno impegnarti un po' per capire le meccaniche di gioco "la colpa" è tua. Per esempio, personalmente ho trovato esagerati gli elogi a titoli come RDR2 in cui gli scontri sono fatti veramente male per quanto siano estremamente semplici.
Appunto, se sei scarso però non dare la colpa al gioco...questo è il discorso...se non vuoi nemmeno impegnarti un po' per capire le meccaniche di gioco "la colpa" è tua. Per esempio, personalmente ho trovato esagerati gli elogi a titoli come RDR2 in cui gli scontri sono fatti veramente male per quanto siano estremamente semplici.
Ho paura di morire perché ho deciso di non abbandonare la passione del videogioco nonostante sia costretto a giocarci discontinuamente, col tempo contingentato, in orario notturno e dopo 10-12 ore di lavoro davanti a un altro schermo, quando NON HO la lucidità e la forza di stare in 0,7s (che si riducono se ho premuto il tasto più di una volta) per fare un parry perfetto…ho paura di morire perché il videogioco è il mio “pensatoio”, il modo per sfogare un’ansia diventata patologica causa situazioni personali/lavoro/mondo…ho paura di morire perché quelli come me oggi si chiamano “CASUAL GAMERS” che sa tanto di “quelli che giocano male e non ne capiranno mai”, quelli che hanno bisogno di una spiegazione in più a schermo mentre gli streamer (conosciuti anche come HARDCORE sul web) mostrano quanto questo mondo sia sempre più spaccato tra chi “non muore” e chi “ha finito i soldi a Sekiro”. Quindi sì, ho paura di morire perché ogni “SEI MORTO”, che magari poteva essere evitato se fossi stato più reattivo, mi colloca in una categoria che non ha ragione di esistere, osservato da un gruppo di elite (perché Raiden, io vi ammiro alla grande, ma per una persona misurata come te ce ne sono 1000 che vorrebbero togliere i pad a quelli come me) che purtroppo c’è…è la parte tossica e dannosa di questo mondo, ma è talmente rumorosa che mi ha fatto mollare Sekiro a metá, nonostante amassi tutto di quell’opera e quel mondo, e mi ha fatto tornare a farmare a Final Fantasy o usare le camminate senza meta a No Man’s Sky come personale sacchetto per respirarci dentro. Apprezzo e approvo molto le disamine che fai, gli argomenti che porti hanno sempre una lucidità che deve essere un esempio per tutti. Ma la realtà è anche questa, esistiamo e siamo molti: abbiamo paura di un SEI MORTO pur capendo che un videogioco è un cammino, che diventa “facile” o “difficile” in base a che scarpe decidi di metterti o quanta voglia di camminare hai.
Secondo me la difficoltà elevata quando calibrata e ricompensata in maniera giusta è la perfezione..giochi come i souls per esempio si sono difficili ma ti danno sempre quella sensazione "lo posso batter" "mancava veramente poco e ce l avrei fatta" poi alla fine quando riesci sei veramente soddisfatto o anche grazie allo stupendo level design il solo riuscire ad andare avanti ti ricompensa. Però per esempio sifu non mi ha dato questa sensazione battuto il 3 boss mi sono stancato nel senso che non vedevo il senso nell' andare avanti e impegnarmi a quel livello non trovato stimoli per impegnarmi per capirsi, parere personale chiaramente.
Senti io sono d'accordo con tutto, perciò, dal momento che mi sembra ridondante esprimere alcuni pareri in merito all'argomento, mi sento di evidenziare, piuttosto, una frase del video: "...intesa come elemento di game design per fare durare di più il gioco. Se la difficoltà entra in gioco, scusate il gioco di parole, nel videogioco etc." È bellissima, hai trasformato una potenziale ripetizione in dei versi di una poesia, recitata bene fra l'altro. Ottima scrittura!
Tutto troppo vero... Che dire siete degni di stima, apprezzo davvero tanto il vostro impegno per dimostrare che il videogioco è una cosa seria, serve impegno per raggiungere una grande esperienza, ci sono giochi che fanno emozionare tanto quanto film e libri, ma anche quanto emoziona la vita, non dimenticherò mai quello che ho provato giocando a Final Fantasy X da ragazzino, continuate così perché è anche grazie a voi, come altri come voi chiaramente, che c'è sempre meno gente che considera i videogiochi solo per bambini...
Io che sono cresciuto con sale giochi metaslag o altri giochi che con un gettone e ti sentivi un re se finivi un livello in più....e il abbassare la difficoltà dei anni mi ha fatto acquistare meno giochi proprio per il fatto che non trovavo una reale sfida
Secondo me, questo discorso è completamente soggettivo, sia se lo guardiamo dal lato "questo gioco è troppo difficile", sia dal lato "questo gioco non deve essere così difficile": dal primo lato perché ognuno ha diverse abilità personali che quindi rende la classificazione di difficoltà assolutamente personale, dal secondo lato, è di nuovo soggettivo perché, come per i film, in primis sono difficili come volevano gli sviluppatori che sarebbe l'unica cosa oggettiva, ma anche perché uno può avere una motivazione sensata perché quel gioco non dovrebbe essere difficile, ma è puramente personale e opinabile. Per quanto riguarda la paura della morte, è da un lato frustrante, ma dall'altro, ti senti offeso dal gioco perché ti fa sentire non abbastanza bravo, secondo me
Io personalmente preferisco la difficoltà impostabile. Magari uno novizio del genere potrebbe iniziare con facilità per poi complicarsi la vita più avanti
Nel momento in cui qualcuno fa un gioco e pensa a quale difficoltà sottoporre il giocatore, dovrebbe essere pronto a qualsiasi tipo di recensioni. Anche negative, "a me non è piaciuto perché era troppo difficile, pertanto mi fa cag@*e"
Belle riflessioni anche in questo video. Sono perlopiù d'accordo con te, anche perché da quello che hai detto non sei contrario all'introduzione delle difficoltà scalabili in giochi come i souls che da sempre sono rigidi in questo. Però, per restare su questo esempio, il tuo ragionamento del "è sbagliato dire che la difficoltà sia un difetto perché a volte è l'utente che non sa giocare" può essere ribaltato ed è altrettanto sbagliato. Perché se ti lamenti su internet non della difficoltà di dark souls, ma della innegabile noia provocata dal gameplay che ti fa ripetere lunghe parti a oltranza, 9 volte su 10 ti viene risposto che devi "git gud". Ed è anche qui che si sbaglia, perché vuol dire che veramente la difficoltà in questi casi è solo un modo per misurarsi la minchia a vicenda, e che non si può evidenziare palesi lacune di game design perché vuol dire che non sai giocare.
Secondo me andrebbe distinto tra difficile e punitivo. Difficile significa che non è facile superare un punto, punitivo significa che ti scassi le palle a farlo perché appena muori riparti da casa di Cristo. Dark Souls ad esempio è tutti e due, ma è soprattutto punitivo, se un giocatore ripartisse dalla nebbia quando ucciso da un boss, senza dubbio lo sconfiggerebbe in meno tentativi, perché la distanza percorsa può anche far perdere il timing necessario a batterlo. Purtroppo però è una scelta di design, quindi ci si deve stare, il gioco vuole essere difficile anche in termini di pazienza, se non apprezziamo giochiamo altro e amen, ma non possiamo dire che sbagliato, perché se lo fosse lo sarebbe per tutti ma per il suo target non lo è
@@alessandromagnum9790 sono d'accordo tranne quando dici che non possiamo dire che è sbagliato. Perché secondo me la punitività come hai detto, concepita in quel modo, è una scelta di game design quantomeno discutibile. Per esempio io mi sono approcciato a ds1 di recente, e stavo ragequittando il gioco ai gargoyle perché per l'incazzatura continuavo a morire anche dai nemici lungo la strada. Poi ho visto una serie di consigli su come giocare (che il gioco non ti dice mai esplicitamente) e mi sono sbloccato. Ora sono alla fine di ds3, se avessi mollato mi sarei perso uno dei migliori level design e combat system dei videogiochi. Quindi ecco, dico che è semplicemente un peccato rischiare di far abbandonare il gioco per questa scelta che premia solo i più bravi (o quelli con più tempo da buttare).
@@flaro38 Ma non possiamo rendere oggettivo un parametro soggettivo. Per te è sbagliato, ma per altri va bene, altri trovano in questo la sfida. E bada bene, io pure mi infastidisco per ste cose, ma contestualizzo. Alla fine con la pratica le noie vengono meno, al massimo eviterei le strade infinite prima dei boss, ma purtroppo non tutti si infastidiscono come me e te
@@alessandromagnum9790 guarda, ci siamo capiti male ma stiamo dicendo la stessa cosa. Quando hai scritto "non possiamo dire che è sbagliato" pensavo intendessi "non si può mai criticare questa scelta". Invece quello che dico io è "secondo me è una scelta sbagliata perché etc", cioè un discorso soggettivo. Ovviamente il designer ha scelto di proposito questa meccanica, ma non fa per me (e anche per te, da quello che ho capito)
A mio parere l'unica difficoltà che è davvero fastidiosa, proibitivà e da evitare è quella imposta non dai nemici o dai livelli da superare ma bensi quella di mecchaniche fatte male (a dir poco) e ad otttimizzazioni fatte ancora peggio, cose che fanno salire il livello di sfida artificialmente e rendono davvero poco accesibile il titolo (ma questa è un'altra faccenda). Sempre a mio parere non è corretta la frase che si sente/vede ripetere sempre dai vari detrattori: "i giochi difficili non rilassano" o "i giochi difficili non ti divertono". Proprio perchè il livello di sfida alto può essere usato come una valvola di sfogo per lo stress, stress che non riusciresti a far uscire si ti venisse dato tutto su un piatto d'argento o addirittura ti venisse imboccato da qualcunaltro. Infatti quando vai da un medico perché ti senti troppo stressato mica ti consiglia di quardarti un film, ma bensi ti consigliera di fare sport e di metterti in gioco perchè e proprio quella fatica che farai che ti appagerà quando otterrai un risultato stessa identica cosa succede nei videogiochi. Cio non toglie però che qualcuno possa sentirsi frustrato nel perdere e riniziare costantemente ma per lo meno non giudicate un titolo solo sulla base della diffioltà e stessa cosa va detta al contrario visto che in rete ci sono anche quelli che denigrano gli altri in base a quale difficoltà approcciano un titolo.
Grande Raiden sempre sul pezzo complimenti! Personalmente riconosco che giochi come quelli citati nel video non rientrano esattamente nelle mie corde ma non capisco chi li infanga solo per questo e anzi provo fastidio nel leggere recensioni negative che si fondano solo su questo aspetto. Alla fine basterebbe essere solo un minimo onesti con se stessi e capire che se un gioco è "troppo difficile" magari non è necessariamente colpa del gioco ma magari siamo noi a non essere adatti a quel determinato titolo.
Stalker lo giocai ma non riuscivo ad andare avanti, dopo anni decisi di riprenderlo e non riuscivo ad andare avanti cmq ed era frustante, per caso un commento mi elargì dei consigli e una mod standalone che era resa più intuitiva nelle meccaniche, grazie all’allenamento e quei consigli dell’utente riuscì a riprendere stalker e apprezzarlo appieno e andare avanti. Nel corso degli anni e perché volevo farlo, quel gioco mi aveva incantato. Così come dark souls che l’ho iniziato seguendo i video di yotobi e gatto per superare alcune cose, così è il mondo dei giochi. Se uno vuole e si diverte continua, altrimenti abbandoni la giostra e compri un altro biglietto.
Grande Raiden!sono completamente d'accordo con te. Io personalmente tendo a giocare sempre, anche dal primo inizio di gioco, a livello difficile (soprattutto se poi il gioco è del mio genere preferito). Certo così muoio spesso soprattutto nei primi momenti, ma mi incita a proseguire non a smettere perché tropo difficile
probabilmente, il parametro "difficoltà" andrebbe anch'esso valutato numericamente, ma non tanto per la sua quantità ma per la sua qualità. faccio un esempio: in sekiro la difficoltà è nel combattere a tempo e strategicamente i nemici, posizionati ad-hoc nella mappa, la difficoltà seppur tanta è ottima poiché i nemici sono ben posizionati e nel giusto numero; in demon souls (l'originale almeno), molta difficoltà la fa il comparto tecnico con geo data rotti, un level design basato su molti teletrasporti, e su ps3 il minutino si tocca easy, che fanno perdere la totale concentrazione, il sistema di item burden completamente inutile, che rendono la difficoltà artificiosamente piu alta, e quindi di minor qualità. in un singolo scontro probabilmente demon forse è anche piu facile di sekiro, ma non presentando una sfida ripagante al 100%, e invece frustrazione gratuita e non meritata (a volte, sottolineo), come in giochi piu moderni ecco che potremmo parlare di difficoltà eccessiva. non a caso tutti questi aspetti di ds sono stati poi lisciati in remake
Verissimo, non ci vuole nulla a fare un gioco semplicemente difficile, anche difficilissimo, in modo artificioso. La cosa complicata è fare un gioco difficile ma giusto ed appagante
Se lasciassimo che gli sviluppatori seguissero i capricci, le richieste di tutti gli utenti, non ci ritroveremmo nella stessa situazione di Ubisoft (da voi ragazzi portata più volte in prima linea) che pubblica dei sondaggi per la successiva ambientazione di Assassin’s Creed? “La difficoltà fa parte del game design” come giustamente affermi, Raiden, prima per farti spendere più monetine o gettoni, ora per presentare un determinato messaggio. Prima di chiedere agli artisti di plasmare l’arte ai nostri desideri, dovremmo chiederci se forse non siamo più in grado di esperire qualcosa lontano dal nostro pensiero, se davvero vogliamo leggere, guardare, giocare un’opera per il piacere di scoprire qualcosa di nuovo, o per una mera fagocitazione di contenuti indistinti.
Ciao Raiden. Sono d'accordo con il tuo discorso, ma in parte. Tra l'altro, nonostante abbia letto diversi articoli e visto diversi video in questi giorni, nessuno ha affrontato la questione dal punto di vista che ha una persona come me. Nel caso in cui tu voglia ascoltarmi sarei felice se mi rispondessi, così da esportelo. 🙂
Io sono dell’idea che il videogioco in quanto tale non è solo una sfida. Giochi come elden ring, bloodborne ecc li gioco perché mi piace l’art directing di questi, non per la difficoltà che per anni è stato destabilizzante per me. A volte la reputo anche frustrante perché non ti fanno godere appieno le bellezze che il gioco ha in se. Perché a volte uno vuole godersi il viaggio e non solo le sfide. Perché il gioco è anche storia.
Parole sante bravo. I giovani di oggi che si definiscono videogiocatori non sanno propio cosa sia veramente un videogioco dovrebbero studiare un pochino e non limitarsi a ripetere frasi fatte sentite in giro di cui non conoscono nemmeno il significato. Continua così 💪👊👍
Proprio ieri parlavo di Sifu con un mio amico. A lui il gioco piace ma lo reputa frustrante, anche perché non è riuscito a superare il secondo livello. Alla fine ha mollato. Io ancora non ho giocato e quindi non posso esprimermi. A me le sfide piacciono, vedrò quando lo comprerò. La linea tra difficile e frustrante è molto sottile e come dici tu varia da persona a persona, in base alle abilità e pazienza di ognuno
“Finire per mortificare un gioco perché semplicemente nn ci sanno giocare e nn vogliono impegnarsi e di conseguenza definirlo frustrante” cazzo Raiden t amo, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno
Sono un videogiocatore ormai a tempo perso. Un lavoro che mi impegna quasi 7/7 (medico) e un pupo in famiglia hanno reso il mio accendere la console per trovare relax e non per bestemmiargli contro. Ma non per questo scredito giochi come i sopracitati (anche se nioh, che ho abbandonato, non capisco la necessità di farti respawnare tutti i nemici se salvi). Comunque d'accordo con la tua disamina, siamo cresciuti con giochi difficili e che spesso non davano possibilità di far bene se non provando e riprovando (e giochi tipo cannon fodder che quando perdevi tutte le reclute era davvero finito... Rimangono incubi) ma adesso, io, per un motivo o per un altro ho bisogno di giocare giochi belli ma meno impegnativi. Senza criticare quelli che non riesco a gestire.
Ciao Player Inside volevo solo fare i miei complimenti per il vostro canale vi seguo sempre molto interessato ai vostri argomenti e poi Raiden come spieghi tu le cose non le spiega nessuno complimenti a tutti e due... Continuate così...
Come al solito, ormai da diversi anni: il problema non sono i videogiochi ma i videogiocatori. Non va mai bene niente, non sono mai contenti. Se il gioco è impegnativo ci si lamenta perché è difficile, se è più accessibile si grida al "gioco per casualoni". Il tutto, ovviamente, sempre perché bisogna andare dietro all' ultima moda, a quello che dice l' influencer di turno, sempre nell' ambito del fanboysmo più becero e del "sono meglio io". E le case produttrici, che non sono enti benefici volte al nostro divertimento ma aziende che devono vendere un prodotto, nel tentativo di correre dietro a questa utenza sempre più capricciosa e mai contenta, spesso partorisce prodotti fallaci, fin troppo sbilanciati o da una parte o dall'altra e contribuendo indirettamente all' alimentarsi di questa polemica. Penso che se fosse l'utenza per prima a fare pace col proprio cervello ed a giocare con la propria testa e non sempre con quella di qualcun'altro, allora questo e tanti altri problemi che oggi affliggono il mondo videoludico si risolverebbero da solo.
Intanto la difficoltà ,secondo me, nei giochi come i souls like ,Cuphead ecc serve a stimolare la tua mente a farti ricordare cosa sbagli, e cercare di migliorare, in altri giochi come a.c. Valhalla se aumenti la difficoltà aumenti solo la barra della salute dei nemici praticamente, quindi è solo più lungo invece che più difficile e li capisco che rode. E dai quanto è soddisfacente battere un boss dopo aver capito il modo migliore per batterlo , dopo aver sbagliato mille volte perchè non ero stato io attento a chi avevo danvanti.
Ho capito cosa è il vero appagamento videoludico finendo Nioh Avevo paura di non essere all'altezza di questi generi di titoli... Ora che ho platinato il primo Nioh sto giocando al secondo e mi è venuta voglia di provare i vari Suols Sekiro e Elden ring prina o poi ci proverò Come butti la verità in faccia alla gente è straordinario!! Sei un grande! Molti canali dovrebbero imparare da voi
Io onestamente non ho paura di morire, è che, essendo uno sviluppatore software, quando vengo battuto da un algoritmo mi inc#### proprio 😆 Detto ciò, Raiden @PLAYERINSIDE io apprezzo tantissimo il tuo modo di esporre il tuo punto di vista, però non sono molto d'accordo su due punti. Il primo è che quando si parla di inclusività in ambito commerciale in generale lo si fa in funzione del target di mercato. Per esempio la mia generazione che ormai ha passato i 40 ma che ha passato l'infanzia a videogiocare é oggi oggettivamente in buona parte esclusa da titoli souls like: la quantità di tempo richiesta con il livello di riflessi e coordinazione occhio-mano che va scemando con l'età per acquisire il minimo sindacale di skill richiesta dal gioco è tale che, o giocare è parte della mia professione, e allora ok, o se posso dedicargli solo il paio d'ore la sera stanco da lavoro e qualche mattina nei week end, rimarrà chimerico acquisirla. E mi dispiace sinceramente perché mi rendo conto di che fig#### della ma###### di giochi siano. In questo senso sì è il gioco che mi esclude, rivolgendosi ad un target di mercato anche generazionale differente dal mio che per poter essere in grado di affrontarne il livello di sfida necessita di meno tempo e/o ne ha molto più di me ormai da potergli dedicare. Non trovo quindi che in molte recensioni "inclusivo" sia usato a sproposito. Non è un termine che abbia solo ed unicamente un senso di possibilità "fisica" di giocarlo. Esempio: se esco coi miei amici e le mogli ma organizziamo una bella e non preventivata gara di rutti per tutta la sera, ok che fisicamente le loro mogli possono parteciparvi, ma da lì al fatto che vogliano farlo, che lo trovino divertente o che rientri nei loro interessi beh c'è di mezzo un oceano. In quel caso le stiamo escludendo, quindi non siamo inclusivi nei loro confronti. Il secondo punto è un punto sul quale concordo a metà. Ovvero, chiarito cosa intendo con "inclusivo", ciò deve pesare in fase di recensione ? Beh sul voto o sul giudizio tecnico o artistico sul gioco imho NO, non dovrebbe, su questo siamo pienamente d'accordo. Però è oggettivamente vero che più è ristretto il target verso cui indirizzo il mio prodotto più limito il numero massimo di copie che riuscirò a vendere del medesimo. Se uno lo dice non ha senso dire che sbagli.. è oggettivamente vero. E soprattutto, se un gioco è "troppo facile" o "privo di sfida", io vedo che questo viene immancabilmente segnalato e va a pesare sul voto in fase di recensione, beh ma o il livello di sfida di un gioco è una precisa scelta di game design e come tale non va penalizzata quale che sia, oppure se è un difetto l'essere privo di sfida anche l'essere troppo sfidante lo è ! Alla fine a me consumatore se il gioco potrebbe essere proibitivo per il tempo che richiede la curva di apprendimento o perché il livello di skill richiesta per andare avanti è fuori portata in relazione al tempo che posso dedicare al videogioco, beh mi interessa eccome saperlo prima di acquistare il titolo ! Tanto quanto mi interessa sapere se viceversa mi annoierebbe perché completamente privo di sfida. Alla fine che questa informazione influisca o meno sul voto finale di una recensione, purché LA CONTENGA e purché il recensore sia coerente con sé stesso (quindi o il livello di sfida me lo considera sempre un pro/contro sia che il gioco sia troppo difficile o troppo facile oppure non lo consideri MAI ) non è che mi cambi la vita.🙂
Io trovo un po' fastidioso che la difficoltà nei videogiochi ormai sia associata quasi sempre al combat system e non più al " cosa diavolo devo fare adesso per procedere nel gioco" stile avventure grafiche o altri giochi del passato come uno Zelda Majoras Mask ( un titolo a caso che mi è venuto in mente anche per associarlo al molto più semplice Botw rispetto a quest' ultimo ).
Io pure non ho più il tempo di una volta, ma finire un gioco in una data quantità di tempo non è obbligatorio per nessuno. Semplicemente, invece di finire Elden Ring in una settimana, come fanno quelle persone che giocano di mestiere, ci metterò... un anno?! Eh, ma ben vanga! Se spendo 80 euro per un bel gioco che mi dura un anno... beh, personalmente ne sono contento. Quello che non si ha il coraggio di dire è che il discorso della difficoltà è un fattore soprattutto culturale, che dipende dalla generazione. Essendo partito con i giochi dell'Atari che pur essendo pixel 4 bit osceni, mi tenevo incollato per il desiderio di vincere un'ardua sfida, a giochi di pura narrazione grafica, come il bellissimo "Life is strange", che se lo sono giocato e finito pure persone che non hanno mai toccato un "Super Mario", si deve entrare nell'ottica di qual è l'intento di un videogioco rispetto al genere a cui appartiene. Non tutti possono godersi un romanzo come "I fratelli Karamazov" se non hanno la possibilità di capire un punto di vista complesso come quello di Dostoevskij. Potrebbe succedere anche con un videogioco? Eh sì, potrebbe succedere, perché no? Anche il videogioco è un'opera (ludica e/o narrativa) che potrebbe avere un target ben preciso, al di là del desiderio di vendere un titolo per fare soldi. Bisogna comprendere che anche il videogioco non è una cosa che deve per forza essere accessibile (come sinonimo di facile, perché anch'io non credo che l'accessibilità sia dover abbassare il livello di difficoltà per farci giocare tutti), cioè un'esperienza adatta a tutti discapito dell'opera nella sua totalità. Così come non si può appiattire tutto per rendere "accessibile" un titolo che appartiene a un genere con precise finalità: farti finire il gioco secondo una narrazione che prevede quelle 80 ore minime, di cui la metà sono dovute magari alla sola difficoltà. 80 ore che non si può nemmeno pretendere di ridurre solo per accontentare chi, come me, ha meno tempo. Semplicemente non lo finirò in una settimana, ma in diversi mesi. Il che è bene, non un male! Ma se non si è nemmeno capaci di avere dedizione per un videogioco, beh, c'è il rischio che pure tutte le altre cose della vita uno le vive assai superficialmente. Se poi nella vita uno ha di meglio di un "Elden Ring", buon per lui.
Sono pienamente d'accordo con Raiden, l'accessibilità è una cosa diversa, ci sono persone che davvero non possono permettersi di giocare un titolo per mancanza di abilità fondamentali anche nella vita vera, tutti gli altri, voglia a parte, ne hanno le capacità. Per questo motivo, a mio avviso, la domanda che bisognerebbe porsi è: ho voglia/tempo di giocare un gioco impegnativo? Se la risposta è si, ben venga, potreste scoprire un titolo o un genere che vi fa impazzire. Se la risposta è no, pazienza, ma almeno si abbia la decenza di non spargere odio e disinformazione. Per quanto riguarda voi, PLAYERINSIDE, io vi adoro, perché siete obiettivi, informati e non parlate mai a vanvera. I vostri discorsi sono ponderati e danno spunti di riflessione a tutti quanti, non siete qui a patteggiare col giocatore abile o col meno abile, col gioco difficile o col gioco facile. In breve, siete imparziali e l'imparzialità è una caratteristica che vi fa onore, soprattutto in un ambito in cui spesso non si hanno le palle di esprimere pareri totalmente schietti e limpidi. Continuate sempre così, siete i migliori!
Premetto che condivido ampiamente tutto il discorso, ma vorrei aggiungere una cosa.Ho avuto modo di notare negli ultimi anni che il fatto di droppare alcuni giochi per alcuni player deriva fondamentalmente da certe community marce che tendono a denigrare il player nuovo e inesperto ,in certi casi addirittura aggredendolo o insultandolo se non capisce qualche "consiglio " (tra l'altro consigli espressi poi con toni tutt'altro che gentili ) ,questo avviene o su telegram/discord nei gruppi dedicati o nelle chat di gioco stesse dove in casi i player ti insultano per essere "troppo scarso " che é una cosa a dir poco inaccettabile. Non vorrei essere andato troppo fuori tema però trovo che comunque il fattore community influisca molto su alcuni player e li demoralizzi.
Io per esempio non riesco a giocare ai souls ma non tanto per la loro difficoltà, più che altro per il fatto che il mondo di gioco è davvero troppo cupo PER ME, che evito come la peste i giochi horror, sopratutto se gioco da sola. Un compromesso sarebbe giocarli con qualcuno😂 Ciò non toglie che l’ho sempre reputato un bel gioco difatti lo guardo giocare volentieri! Per esempio Cuphead l’ho amato. L’ho trovato difficile il giusto. E il livello di sfida mi è piaciuto tanto (e poi vabbè, quanto è bello graficamente? 😍)
Raiden, ho apprezzato particolarmente la tua visione di accessibilità che condivido in pieno, e ripeto ancora una volta che è sempre un piacere ascoltarti. Per ciò che riguarda i miei gusti relativi alla difficoltà, mi trovo in una via di mezzo: non amo impazzire per completare un gioco, anche perché non avendo tantissimo tempo a disposizione preferisco non ripetere una sequenza di gioco parecchie volte. Al tempo stesso però non mi piace "vincere facile", perché credo che un minimo di impegno sia necessario affinché nella mia mente rimanga scolpito il momento in cui supero una fase decisiva all'interno di un gioco.
A me i souls per esempio mi aiutano soprattutto in periodi stressanti. Il fatto che ti metta alla prova, che debba stare sempre concentrato per morire il meno possibile non mi risulta troppo frustrante ma anzi, mi fa pensare meno a certe cose che magari mi stressano nella vita vera 😂
Più che il gioco in sé penso che che ciò che infastidisce la community sia questa elevazione eccessiva, di una buona fetta di utenti, di un gioco esclusivamente in base alla difficoltà, anche se è difficile perché è fatto male o perché furbamente(dispregiativo) ti punisce con la noia ( come checkpoint con lunghi e facili corridoi già superati da rifare prima di un boss), facendo di tutta l'erba un fascio e oscurando giochi più meritevoli. Personalmente di tutti i giochi che usano questa "meccanica" quelli che ho apprezzato si contano su un palmo della mano e per ora nessuno mi ha fatto gridare al capolavoro.
Eccomi presente, uno che di videogiochi ne gioca pochi per vari impegni e proprio per questo se li gode a difficoltà standard/facili. Ben venga la difficoltà, chi ha tempo e voglia se la gioca altrimenti si sceglie una difficoltà più bassa ed accessibile oppure ancora si gioca per quel che si può. Godetevi o giochi, tutti, senza discriminarli, godeteveli e apprezzateli per quello che sono, con pregi e difetti.
Personalmente concordo con il non ascrivere il dibattito sulla difficoltà all'ambito dell'accessibilità. Io preferisco usare il termine "approcciabilità" quando si parla di difficoltà o di contenuti particolarmente strani e legati ad un autore (es. Death Stranding).
Dico sono questo, ho giocato e finito Sekiro. Adesso non mi incazzo più per nessun gioco neanche online. Mi ha migliorato tantissimo e ne sono davvero felice, prima spaccavo tutto.
Il perno del video sta nell'interpretazione autentica del concetto di accessibilità reale. L'hai reso appieno. Chissà se i destinatari comprenderanno il tutto.
Che poi intendiamoci, per "accessibilità" così come per "inclusività" si può intendere un sacco di roba. Il punto è che mi dà proprio fastidio sentir parlare di "accessibilità" relativamente alla difficoltà. Come se chi si lamenta della scarsa accessibilità abbia dei limiti fisici o chissà che altro nell'affrontare questo o quel gioco...
Raiden da laureato in lettere ogni volta che sento un tuo podcast e vedo un tuo video di critica è una delizia assoluta. Sei un grande professionista e una grande mente.
Ennesimo video di Insider, ennesimo capolavoro. Volevo focalizzarmi su un argomento preciso trattato, quello della selezione della difficoltà, che a mio parere andrebbe sempre messa, tranne che su quei titoli incentrati quasi esclusivamente sulla sfida. Prendiamo in esempio due titoli: Cuphead e Elden Ring Il primo è un gioco che sintetizza l'essenza stessa della sfida, se gioco a cuphead, lo faccio per mettermi in "gioco" e poche sono le motivazioni per le quali mi verrebbe voglia di prendere in mano il controller e avviare il gioco di Studio MDHR Il secondo invece è ben diverso. Sì, Elden Ring come tutti i giochi di FS attira tantissima gente per la sua difficoltà, bensì ci sono una miriade di cose circoscritte ad essa che possono mettere l'acquolina in bocca al videogiocatore di turno. Facendo un esempio concreto: Il fan di Game Of Thrones, o meglio dei libri di Martin, potrebbe essere estremamente intrigato da Elden Ring, volerne scoprire i segreti in giro per la mappa, nelle descrizioni di gioco, nei dialoghi degli NPC. Ma se questo non è un giocatore "capace" di sostenere un livello di sfida tale? Ovviamente la pratica rende perfetti, o in questo caso, il grinding rende perfetti, ma rischia di minare l'esperienza da chi da quel gioco cerca altro altre la sfida. Di sicuro un selettore di difficoltà non farebbe male. Non a caso in molte opere (per citarne una recente: Marvel's Spiderman), la difficoltà facile viene definita come "Per chi vuole godersi la trama"
Sono il like numero 883 e solo questo mi basta per essere felice, per il resto non capisco sta polemica contro i giochi troppo difficili, o sul fatto che un gioco non può essere difficile perchè ci si vuole rilassare. Il mondo dei videogiochi è così vario che uno può trovare il suo genere ed il suo titolo perfetto, vuoi un gioco action di samurai? non sei obbligato a giocare a Sekiro. Ne vuoi uno basato sulle arti marziali? Non è che esiste solo Sifu. In un periodo in cui i giochi sono davvero diventati troppo facili, è bello vedere qualcuno che va contro corrente e preferisce sviluppare giochi che ti obbligano ad impegnarti, ovvio se fossero tutti così sarebbe il problema opposto, ma di per se aumenta la varietà, così hai qualcosa per rilassarti e qualcosa che può anche darti un po' di sfida.
Sono un giovincello, ma nonostante non abbia vissuto di persona il periodo arcade dei videogiochi troppo punitivi mi piace parecchio informarmi e analizzare a dovere tutto ciò che riguarda il percorso storico del mondo videoludico. (E poi come a tutti, anche a me piace dare la mia opinione sulle cose :P) Di recente anche io mi sono trovato a fare considerazioni su cosa sia effettivamente la difficoltà, e anzi proprio questo mi ha portato a fare il mio primo video xD Sono completamente d'accordo sul fatto che l'unica cosa che importa veramente sia la soddisfazione personale di ognuno a seguito del completamento di un gioco a qualsiasi difficoltà, però non penso che tutti i giochi siano realmente "accessibili" come intendi tu. La difficoltà è una caratteristica molto difficile da costruire, e credo che questa richieda elementi di natura meccanica, concettuale e artificiale in maniera bilanciata perché l'esperienza offra una buona sfida, e che necessiti di un percorso da parte del giocatore attraverso una curva di apprendimento giusta e ben definita. Anche perché prima di paragonare la difficoltà di Dark Souls a quella di Ghosts n Goblins bisognerebbe appunto chiedersi cosa sia realmente la difficoltà, perché senza stilare dei concetti base (soggettivi ovviamente) allora potrebbe essere conteggiato nell'equazione anche un gioco che ti fa spawnare nel nulla e cadere all'infinito, e che è completabile solo riuscendo a cadere sul pixel giusto. Per quanto riguarda il discorso sul campo giornalistico lì si passa ad un discorso che ho vissuto in prima persona e che purtroppo richiede molta forza di volontà nel volere sottomettersi alla sfida intesa dagli sviluppatori prima di recensire un gioco. Cosa che richiede tempo in molti casi limitato per i giornalisti, e soprattutto passione per il medium in generale e ovviamente per il gioco in particolare. Quindi è normale che nascano spesso recensioni estremamente positive da gente che nemmeno si è giocata un gioco, o recensioni estremamente negative da gente che si è giocata un gioco di fretta, come è stato tempo addietro con IGN per quanto riguarda Doom Eternal (ragion per cui hanno fatto perdere fiducia nei confronti delle testate giornalistiche videoludiche in generale a una buona parte della fanbase di Doom). Ma appunto è un discorso a parte che non penso riguardi "voglia di condividere la propria opinione" o "dimostrare di avere il pippolo gigante", ma solo di fretta e pressione dettate dalle scadenze degli articoli. Comunque in generale penso sia stato un bel video sia dal lato contenutistico, sia perché trovo molto interessante il discorso della difficoltà nei videogiochi, ma concludo questo romanzo nello stesso modo nel quale ho concluso il video che feci qualche mese fa. Alla fine non tutti i giochi sono del tutto ben strutturati quando si parla di difficoltà, ma la scelta di completare un gioco bilanciato o meno sta interamente in mano al giocatore, ed è una scelta che va riconosciuta a prescindere in quanto si tratta comunque di un percorso che comprende determinazione e voglia di apprendere. E scegliere di imparare è sempre un'azione onorevole, venga essa dal completamento di un gioco facile o difficile. Certo si perde l'adrenalina che viene dai titoli più complicati, ma l'assenza di difficoltà non deve necessariamente significare un apprendimento o una soddisfazione minore quando il percorso viene affrontato nel proprio modo corretto per trarne comunque insegnamento :3 ❤️
Alla mia età mi interessa solo rilassarmi, di conseguenza gioco i giochi a modalità facile o normale... Se poi il gioco lo trovo eccessivamente facile, allora alzo la difficoltà. Mai però mi verrà in mente di giudicare un gioco, nel bene o nel male, solo ed esclusivamente per la sua difficoltà
In parte sono d'accordo con te, ma un conto è la difficoltà ben calibrata e un conto è la difficoltà artificiale, quella che fa morire troppo spesso anche un giocatore veterano! Non che un giocatore veterano non possa morire per dio, però morire perché il titolo è difficile genera appunto la voglia di apprendere e la voglia di migliorare e poi riuscire, morire per problemi di mal calibratura di un titolo è un altro discorso e ora faccio due esempi...Eldest Souls, un gioco con molto potenziale ma che genera a mio parere una frustrazione e una rabbia che difficilmente ho provato da quando videogioco, il problema è che li si muore spesso e volentieri per i troppi danni e perché la schivata non è sempre precisa, quindi non recepisce il frame di invincibilità e muori, cosa gravissima per quanto mi riguarda...quindi li appunto entra in gioco la difficoltà senza senso...Ghost Runner invece che ho finito in questi giorni è meraviglioso, perché solitamente si muore per un proprio sbaglio e non per uno sbilanciamento del titolo, salvo alcune aree un po' più infami. Il grosso problema a parer mio è che molti giocatori se muoiono 1000 volte per dire...dicono che il gioco è difficile a prescindere, senza valutare di quelle 1000 volte quante in effetti siano state causate da un loro errore e quante da problemi di gameplay del gioco o mal calibratura...io sono Pro difficoltà da sempre, ma deve essere bene pensata e studiata a dovere. Io personalmente inserirei sempre la scelta della difficoltà proprio per agevolare i giocatori principianti e dargli la possibilità di giocare a titoli che normalmente non potrebbero fare, per mancanza di voglia, tempo o semplicemente perché appunto non sono bravi abbastanza. La persona che vuole la sfida bilanciata si sceglie il normale ed eventualmente poi va a salire, la persona masochista si fa subito la difficoltà Akumu di The Evil Within per fare un esempio...anche se va beh Akumu si sbloccava e non era subito disponibile. I videogames in primis dovrebbero divertire, e la sfida o la difficoltà è si appunto un divertimento ed un intrattenimento, ma come ho detto prima deve essere fatta bene, questi sono parte dei miei pensieri. Per citare un gioco che reputo difficile ma fatto davvero bene nonostante gli anni che si porta sul groppone, Shock Troopers ❤️ poi c'è da dire che la difficoltà salvo casi particolari, è soggettiva. Non è più soggettiva quando il gioco non è calibrato nella maniera corretta
Sempre al top bravo Raiden... sopratutto quando hai citato G&G che per “batterlo” quando ero un moccioso mi ci sono voluti mesi, i giochi dell’annata Nes quelli sì che erano difficili da completare e quando lo facevi andavi a vantartene dicendo “io l’ho finito” aaaa che ricordi.
I gusti son gusti e ok, su questo siamo d'accordo. La cosa secondo me ridicola e quando si cerca di dare giustificazioni campate in aria. "La difficoltà è data per vivere l'esperienza così come è stata pensata dagli sviluppatori" sì, peccato che la difficoltà non sia un parametro oggettivo per quanto possiate provare a farlo passare per tale. " Giocatori pigri che non hanno voglia di migliorarsi" peccato che migliorare sia un processo graduale, non si migliora affrontando sfide troppo al di sopra delle proprie capacita, è un dato di fatto. Se voglio imparare il salto in alto non è che arrivo in palestra e parto con 2.20. Quindi ok, il gioco non va valutato in base alla difficoltà, ma non cercate di fare filosofia spicciola. È come se CIV avesse solo la difficoltà Divinità, io ci gioco adesso, ma mi sono migliorato pian piano partendo dal basso. È una questione anche di predisposizione, ci sono ragazzi che a 17-18 anni giocano in seria A e chi pur allenandosi per anni ogni giorno resta un amatore. Precludere un'esperienza ad una parte di giocatori in base alle capacità mi sembra sbagliato (per non dire crudele), soprattutto in giochi single player.
Ma se un gioco ha voglia di avere come caratteristica intrinseca la sua elevata difficoltà, perché gli gira così e senza alcuna altra giustificazione, qual è il problema?
Tu parli di giochi con una curva di apprendimento ripida. Io no. Ho elencato e descritto giochi che "ti ci portano" con la manina, quasi e ti permettono di migliorare gradualmente, morte dopo morte. Quindi non capisco il nesso con la mia discussione perché il tuo è un altro discorso, ovvero i giochi ostici che vogliono esserlo e sono "per i pro" dichiaratamente, diciamo.
@@PlayerInsideOfficial Non credo stia a nessuno di noi definire cosa sia ostico o no, visto che la difficoltà è appunto soggettiva. Proprio per questo nei giochi c'è quasi sempre un selettore di difficoltà. Se fossi un giocatore di strategici a turni e mi volessi approcciare per la prima volta a giochi del genere sarebbe estremamente frustrante. Non sto parlando di un gioco in particolare, ma del concetto in se. Un selettore di difficoltà da modo a chiunque di affrontare una sfida alla propria portata, non troppo facile per i pro che altrimenti si annoierebbero, non troppo difficile per coloro che si affacciano per la prima volta alla tipologia di gioco o che sono davvero scarsi che potrebbero trovare la cosa frustrante. Per esempio io personalmente ho dovuto abbandonare Sekiro perché non riuscivo ad andare avanti neanche all'inizio del gioco. Sicuramente sono particolarmente scarso io in questo tipo di gioco, ma una difficoltà per me proibitiva, non mi porta a migliorarmi, bensì alla frustrazione con conseguente abbandono. Come dicevo prima, ritengo un peccato che l'esperienza di un determinato mondo debba essere passatemi il termine un po' forte, con "selezione all'ingresso".
@@capemat8918 Ma che commento è? Certo che si può giocare ad altro, cosa mi significa sta cosa. È come se tu vai a scuola calcio e dici "vorrei imparare a giocare a pallone" e quello ti fa "ok, Ecco quà Barella, battilo, se non ci riesci impegnati di più o cambia sport". È sempre facile parlare dal punto di vista di chi ce la fa, un po' meno dal punto di vista di chi pur impegnandosi non riesce.
Azz Raiden un titolo del genere quando tutti i giorni nei notiziari si parla di nuova guerra mondiale non è proprio il massimo della scelta!!😜 Comunque devo dire che sono abbastanza d’accordo! Devo però dire che è spesso frustrante da utente dover mollare un gran bel gioco semplicemente perché non riesco ad andare avanti. Riconosco che sia una mia mancanza ma ahimè il mio tempo per videogiocare è limitato e se devo ripetere 50 volte una sessione perché non riesco a superare un boss o una situazione… beh mi scoccia!! Non ne so la colpa agli sviluppatori ma piacere non fa!!
Sicuramente la “difficoltà” è soggettiva come dice Raiden, e si credo che gli sviluppatori possano scegliere come caspita gli piace di fare il gioco,ora magari io nn ho giocato i giochi”difficili” per mia scelta,bene! Ma nn significa che la difficoltà eccessiva secondo il proprio gusto personale debba poi essere visto come un difetti (parlo per i recensori) per i giocatori,beh se lo ritieni difficile, come me alcuni giochi li ho evitati(almeno per ora poi chissà magari li recupero) E si per chi come me e Raiden ed immagino morissimi di noi qui sul canale ha. O “buttato” taaaantr monetine nella sale giochi(❤️)
Sono parte di quella fetta di persone che non gioca ai rage games, gioca alcuni giochi in modalità facile o storia, e questo perchè mi metto molta pressione addosso a livello lavorativo e personale, e con i videogiochi mi piace godermi i mondi, le storie, e rilassarmi (oltre che, da artista, trovo tutto questo di grande ispirazione), anche se tenendo con alcuni un livello di sfida più alto (gioco alcuni giochi in modalità difficile, ma solo laddove non è troppo punitivo farlo). Detto questo, seguo tantissimi youtuber che invece giocano ai rage e mi diverte, mi rilassa. Semplicemente, penso che per ognuno ci sia il suo, il punto è il target, so di non essere nel target di certi giochi e va benissimo così, penso sia sacrosanto lasciare che alcuni giochi siano più difficili. Però questo penso valga anche al contrario, capisco la scelta da parte delle aziende di rendere più semplici alcuni giochi, in modo da rendere più ampi i target e banalmente, vendere più copie. Trovo che la scelta della difficoltà sia un ottimo modo per "accontentare" tutti, anche se probabilmente la modalità "normale" di ora è più semplice rispetto a prima, ma allora se questo è il nuovo standard per una certa categoria (cosa che ho notato molto in alcuni rpg), perchè non partire dalla modalità difficile se si cerca un livello di sfida più alto?
Se ho fatto errori o mi sono espressa male è perchè qua è notte e non riuscendo a dormire sto mezzo rinc 😂 Ma sarei molto curiosa di sentire pareri opposti al mio come risposta alla mia domanda
D'accordo su tutto. Io ho comprato Cuphead appena disponibile su PS4 pur sapendo che non sarei mai riuscito a finirlo, soltanto per il piacere di giocarci e di avere un'opera così bella ed originale.
Intanto complimenti per il video pieno di considerazioni interessanti e per nulla banali. Personalmente non credo sia giusto penalizzare un titolo per la "presunta" difficoltà o non immediatezza nella comprensione delle meccaniche di gioco ma magari si potrebbe mettere di più in risalto lo sforzo degli sviluppatori quando danno al videogiocatore la possibilità di godersi un titolo in modo diverso. Per fare un esempio: God of war può essere giocato semplicemente godendosi la storia ma a modalità un vero god of war diventa veramente un inferno in alcune parti.
Secondo me i souls di From non sono per forza difficili, hanno solo bisogno del giusto approccio. Se muori troppo o sei nel posto sbagliato per il tuo livello, o stai facendo qualcosa che in quel punto è controproducente. Allora puoi tornare indietro per cercare altre strade, altri drop che possono migliorare la tua arma, farmare per aumentare di livello. Oppure si sta affrontando il boss con la tattica sbagliata, per cui le prime x morti servono per capire cosa fa lui, cosa puoi fare tu e scegliere la giusta armatura, arma, anello, scudo, ecc. Se si capisce la strategia, non dico che il gioco fili liscio, ma diventa molto più affrontabile.
Esatto, purtroppo la maggior parte dei gamer oggi è abilitata a titoli semplici da completare che non richiedono nemmeno un po' di strategia o impegno. Ecco perché se si imbattono in un titolo come Dark Souls gli danno la colpa per la loro scarsa applicazione e voglia di capire le meccaniche di gioco.
È vero che l'accessibilità non è legata alla difficoltà di un gioco, ma è altrettanto vero che i soulslike se ne sbattono comunque. In Bloodborne è impossibile rimappare il controller e non c'è nessuna opzione per rendere il gioco accessibile a persone con disabilità di qualunque tipo (e immagino che la cosa valga anche per altri titoli analoghi), ad esempio. E in questi casi non c'è "GIT GUD" (sigh) che tenga.
Diciamo che per chi è abituato agli action in terza persona in cui vieni guidato nei combattimenti stile la serie Arkham di Batman, i souls e affini sono un mondo alieno e terrificante. Il mio primo contatto è avvenuto con Nioh grazie ai giochi gratis di PS Plus, ed è stato come essere bullizzato da una banda di xenomorfi con la rabbia, tanto che disinstallai il gioco al primo boss ritenendolo orribile e ingiustificatamente difficile. Poi ci ho ripensato e mi sono chiesto se non fossi io ad essermi abituato a giochi troppo accomodanti, così ci ho riprovato con il giusto approccio mentale e l'ho platinato. A quel punto è facile capire perchè certi giochi devono essere difficili: per poter offrire ai giocatori un maggiore senso di gratificazione ogni volta si supera un boss o un livello. Per questo poi son passato a Bloodborne (platinato anche quello), Sekiro (non platinato, ma quasi) e Hollow Knight (platino) e non vedo l'ora di mettere le mani su Elden Ring.
Comunque Raiden è vero che c'è questa moda dei souls, o perlomeno di rendere difficile il più possibile un gioco quando secondo me mettendo i livelli di difficoltà si renderebbero i giochi fruibili da più persone, ma capisco anche che nel caso dei souls questo snaturerebbe l' essenza stessa di questo tipo di giochi.
Io adoro i souls ma non ho così tanto tempo da dedicargli per capire fino in fondo tutte le strategie, quindi gioco ogni tanto finché mi diverto dopo di che spengo e mi ributto sui simulatori che sono più immediati e permettono di divertirsi anche solo per un oretta al giorno raggiungendo anche buoni risultati.
Battere Ghost'n Goblins, o lo stesso primo Castlevania, sul Nes all'epoca fu una grande soddisfazione che ancora ricordo. Ora che ho meno tempo per (video)giocare preferisco genere più "tranquilli" come Stealth o Jrpg. Però, per dire, ultimamente mi sono goduto un Alien Isolation o un Kena al livello hard perché...mi andava di farlo, al netto delle decine e decine di morti che mi sono beccato 🙂 un Ghost of Tsushima invece volevo godermelo e sono andato di livello normal. L'importante è che il livello di difficoltà sia correttamente contestualizzato (penso, ad esempio, a Returnal) per rappresentare una scelta fattibile per chi ha voglia di affrontarne uno..
Caro Riden, premesso che sottoscrivo tutto quello che hai detto volevo aggingere un elemento alla discussione e mi piacerebbe sapere il tuo parere. Io penso che il livello dellla difficolta' nei videogiochi vada regolato e soopratutto comunicato bene al fruitore finale. Il padre di famiglia che non segue i siti specializzati o gli influencer e regala un gioco al figlio magari gli compra cuphead perche' vedevla grafica cartoon e poi deve portare il figlio dallo psichiatra per crisi isteriche. Io credo che sarebbe onesto e doveroso che al momento dell'aquisto sulla copertina del gioco, sia che si compri on line che fisico, venga esperessamente segnalato il grado di difficolta' del gioco onde evitare brutte sorprese. Forse addirittura regolamentarlo con una sorta di PEGI , proprio per dare ulteriore informazione ai giocatori su cosa stanno comprando e su quanto dovranno impegnarsi per portarlo a termine in modo da non avere poi ne alibi ne motivo di frustrazione per un qualcosa che si e' scelto consapevolmente di affrontare. Mi rendo conto che da parte dei peoduttori di videogiochi la cosa potrebbe essere vista come un deterrente all'aquisto verso tutta la fascia di giocatori poco sicuri di se stessi ma allo stesso tempo sarebbe un'attenzione molto professionale verso il consumatore che avrebbe maggiore serenita' nell'approcciarsi ad un titolo. Stessa cosa dovrebbero fare con le indicazioni riguardo la lingua del videogioco ma fortunatamente almeno li qualche produttore gia' lo fa!
A mio parere dimentichi quello che viene reso ripetitivo, lungo o difficile esclusivamente per allungare il brodo. Anche in titoli meravigliosi, che però inseriscono qualche dinamica inutile, solo per arrivare alla media psicologica di una "giusta" longevità, senza che la difficoltà sia una reale prerogativa in quel frangente e il giocatore attento lo nota quando si tratta solo di un artificio.
Ma tu prendi in considerazione un caso specifico. Non quelli da me riportati. In quel caso, se l'allungamento di "brodo" è evidente, il gioco rischia di non essere valido, non già per la sua difficoltà ma per la sua artificiosità :)
@@PlayerInsideOfficial Certo, il mio appunto è che considerando solo giochi come Cuphead o Sifu il ragionamento fila alla perfezione, gli stessi Toki o Gost'n'Goblins non sembrano "innaturali", pur avendo una evidente mentalità coin up, ma in un discorso generale andrebbero considerate tutte le realtà.
Secondo me molto dipende anche da come ci approcciamo ai videogiochi. Per esempio io so che non sono portato per i Souls like, nonostante ciò li ho comprati e provati quasi tutti e in quasi tutti non sono andato più di tanto avanti. Ho anche comprato Elden Ring salvo arenarmi al cancello del Castello di Grantempesta. Difronte ai Souls like mi arrendo però spendo migliaia di ore nei simulatori automobilistici, assetto corsa, rFactor e automobilista per fare esempi, senza trovare difficoltà insormontabili. I videogiochi secondo me non possono essere per tutti, altrimenti non ci sarebbe sfida.
Molti si dimenticano, o non hanno mai giocato, la maggior parte dei giochi per console 8 e 16 bit, che erano DAVVERO difficili. Grazie per questa bella analisi, ottimo lavoro come sempre 👍
Io ho provato Sekiro, nonostante il mio scetticismo nei soulslike. Devo dire che mi è piaciuto parecchio. Lo trovo difficile ma non impossibile è certamente non l’ho ancora finito (sono al boss della vecchia con gli spiriti). Ho capito cosa devo fare per progredire e leggo tutorial su internet per aiutarmi. Mi diverto ma lo prendo a piccole dosi, perché d’altra parte vorrei proseguire in modo più “stabile” in un gioco. Per questo dedico più tempo a Cyberpunk e a Octopath Traveler in questo periodo.
Sono da sempre stato un sostenitore della libertà e della necessità di autonomia da parte di chi crea contenuti, che siano musica, film, fumetti e anche videogiochi. Se un team decide per una certa difficoltà al fine di restituire una certa esperienza è suo diritto e deve procedere, nel bene e nel male. Perché se viene meno questa libertà di concretizzare (entro certi limiti) liberamente idee e progetti l'esito sarà la fine di tutto. E in fondo la storia recente ce lo insegna, val bene correre il rischio se poi ci ritroviamo con titoli tipo Dark Souls, Shovel Knight, Hollow Knight, Doom (alle difficoltà più alte) e così via...
D'accordissimo Io prendo, lascio e riprendo vari titoli, magari perché non sono nel mood adatto in un determinato periodo per impegnarmi Dipende sempre da cosa si cerca in un dato momento Se cerco relax, non mi metto a giocare a un titolo impegnativo in quel momento, ma gioco a qualcosa che rientri nella mia comfort zone, ma alle volte sento la spinta a provare qualcosa di nuovo e ad immergermi Credo che questo fattore sia molto importante, da acquirenti, dobbiamo acquistare qualcosa consci di ciò che stiamo cercando, senza pretendere che qualsiasi cosa vada bene, insomma, se ho bisogno di una lavatrice ma vado ad acquistare una lavastoviglie, non posso lamentarmi perché il mio guardaroba poi puzza
Io sarei sempre dell' idea di inserire la possibiltà di scelta. Alcuni giochi a difficoltà normale sono fattibili,a difficoltà massima diventano invece giochi che non hanno nulla da invidiare rispetto ai souls o ai giochi con difficoltà non selezionabile . Sia in termini di pura difficoltà,sia in quanto a soddisfazione derivante da una vittoria . Per dire prendendo per esempio serious Sam ,anche l ultimo capitolo finirlo a difficoltà serio è roba da veri hardcore gamers probabilmente ancora più ostico di qualsiasi souls like ,quasi nessuno lo porta sul canale a quella difficoltà , Pero' si può scegliere di goderselo con vari livelli di difficoltà,unendo chi vuole una avventura semplice (che poi anche a normale è abbastanza impegnativo) a chi invece punta a diventare un mostro della tastiera e mouse 😁
Esprimo il mio parere da trentunenne. Purtroppo il tempo da dedicare al gaming è limitato tra impegni lavorativi, familiari ecc. Dunque preferisco giocare giochi "facili" in modo da poterli finire prima e giocare a quanti più titoli possibile, piuttosto che chiudermi su un gioco eccessivamente difficile per mesi in modo da skillare e completarlo.
A circa quarant'anni, la mia non è paura di morire.
La mia paura è quella che i familiari e i vicini sentano le madonne che tiro quando muoio.
Ahahahhahahaha
Io sono d’accordo con il discorso… ultimamente, causa anche i numerosi e talvolta complessi impegni di lavoro, ho poco tempo da dedicare ai videogiochi e mi piace che quel tempo sia rilassante, seguire una bella storia senza particolari frustrazioni.
E questo non perché non sia in grado di giocare a difficoltà più elevate ma semplicemente perché non ne ho voglia.
Poi certo, ognuno di noi ha le sue abilità ed i suoi talenti… non riuscire a giocare un gioco difficile non significa non sapere fare nient’altro di difficile nella vita.
Tutto questo per dire comunque che quello del videogioco non è un mercato universale, non tutti i generi sono fatti per piacere a tutti… per fare un paragone stupido, pretendere di scegliere la difficoltà in un souls-like sarebbe come pretendere la divina commedia scritta in un linguaggio semplice e scorrevole. Si può fare? Sì, ma sarebbe un prodotto che ha perso la sua natura
Per me il problema con i giochi “difficili” sta anche un po’ nell’ atteggiamento di certi videogiocatori che usano la loro abilità (o la loro grande quantità di tempo da dedicare ai videogiochi) per sentirsi spocchiosamente superiori agli altri, più che per mettere alla prova i loro limiti senza rompere i cosiddetti sempre agli altri. Certo, questi ultimi esistono (e ne ho la prova in un mio caro amico che ha proprio questo atteggiamento positivo), ma la massa degli “elitisti della difficoltà” è bella sostanziosa e, sinceramente, indisponente. Queste persone non sopportano l’aggiunta di un livello di difficoltà facile a giochi come (ad esempio) Sifu perché il gioco non è più solamente loro, ma viene “contaminato” dai “senza mani” (termine dispregiativo fin troppo diffuso) che possono accedere ad un’esperienza che fino a poco prima era esclusiva di “chi se la meritava”. Io è per questo che vorrei livelli di difficoltà per qualsiasi gioco: per non sentire più di questi discorsi
D'accordissimo
Il discorso della difficoltà selezionabile è un po' più complesso in realtà, perché per alcuni giochi la difficoltà è una scelta di game design, ha a che fare anche con la trama, non è avvincente un gioco che ti dice che l'essere più potente del mondo minaccia l'universo, e poi lo batti senza nemmeno impegnarti, dopo averlo battuto non ti senti di aver compiuto un'impresa, e la trama assume un valore minore nonostante magari sia una bellissima trama. Poi, per fare un esempio, in giochi come dark souls ci sono dei boss early game difficili, e altri a fine gioco più semplici, questo è voluto, perché da trama quel personaggio endgame è importantissimo ma è per qualche motivo molto debole. Chi crea certi giochi probabilmente non vuole rovinare queste sensazioni dell'esperienza, perciò non aggiunge una selezione della difficoltà, così non possono esserci dei giocatori che arrivano a fine gioco delusi non avendo capito il peso di certi nemici, e magari gli fanno pure recensione negativa.
Quanto odio questa gente, sono entrato in un gruppo telegram di Dark souls e un ragazzo aveva chiesto se qualcuno potesse aiutarlo per battere un boss, colui che gli ha risposto gli ha chiesto se avesse dell'umanità e il ragazzo gli ha detto che non sapeva cosa fosse, allora quello che lo voleva aiutare scrive "Madonna ragazzi che coglione sto qua, possibile mai che uno che sta al ng+10 debba giocare con certi pipponi che non sanno manco cosa sia l'umanità"
Questo video capita a pennello: vorrei provare a giocare dark souls in questo periodo dato che mi ha sempre ispirato ma ho sempre avuto paura di dropparlo per la difficoltà, contando che non spicco molto di qualità come la pazienza e la tranquillità. Devo dire che Raiden è stato capace di mettermi addosso quel coraggio in più che mi serviva. Credo proprio che lo comprerò!
Mi piace il fatto che con "Accessibilità" tieni in conto persone che hanno difficoltà FISICHE nel poter effettivamente giocare un titolo, facile o difficile che sia. Non è un argomento che viene spesso preso in considerazione e trovo giusta la distinzione tra "difficoltà" e "accessibilità"
Dipende dal periodo che sto vivendo: a volte voglio la sfida, altre voglio rilassarmi. Per esempio adesso che ho uno stress incredibile addosso un Elden ring lo lascio sullo scaffale senza neanche guardarmi indietro, cosa che non avrei fatto se ci fosse stata scalabilità. Peggio per loro che vendono meno, peggio per me che mi perdo un'opera che pare essere maestosa, ma amen: è una scelta dello sviluppatore. Noi utenti possiamo scegliere e se ritieniamo la difficoltà troppo alta possiamo non comprare. Certo, basterebbe premiare con armi migliori o altro chi gioca a difficoltà maggiori, ma alla fine sti cavoli: non morirò se salto Sifu o Elden ring. La frustrazione per la mancanza del risultato c'è, assolutamente, e non è vero che si bilancia con la soddisfazione della riuscita, ma il fatto è che non tutti vogliono "soffrire" per raggiungere un risultato all'interno di un videogioco.
Ma il realtà questi giochi resi più semplici perderebbo tutto il loro senso. Come hai detto ru, la questione dei drop magari più belli alla difficoltà più alta:i drop nei souls non è fine a se stessa, ma anzi fa parte del racconto, della lore. La descrizione di ogni oggetto (quasi ogni oggetto) ha una storia che porta il giocatore ad immergersi e a capire chi era il suo avversario o di quale clan facesse parte per dire.
Elden ring è open world, un boss è troppo difficile?
Ti fai un giro e ci torni.
Anzi, ER mi sta danto tantissima esperienza rispetto agli altri capitoli, basta non fissarsi su uccidere tutto e non puntare a testa bassa.
Ti accoppa un avversario troppo difficile?
Lo affronti dopo, tanto è vastissimo.
@@aurelioesposito6661 vero
Considerazione assolutamente valida, l'importante è non giudicar male (o bene) un gioco solo per la sua difficoltà ritenuta "eccessiva".
@@eddieskream per quanto ciò che dite tu e l’altro utente in risposta sia valido e sensato, non sono risposte al commento del primo utente, perché era altro ciò che intendeva. Tra l’altro pure espresso egregiamente, non comune in un commento. Il mio non vuole essere un offesa a voi eh, semplicemente il primo commento andava letto ed interiorizzato senza cercare una risposta specifica. Era più un’analisi la sua. Per il resto concordo con voi e con Raiden.
Onestamente non conoscevo il format, il titolo mi ha catturato e per una volta, una delle pochissime, un titolo "clickbait" mi ha fatto scoprire un format fantastico.
Tra questo e le tue "critiche alla critica", raiden, mi sento di dirti che stai sfornando dei contenuti sublimi.
in elden ring (così come cuphead, sifu, i vari souls ecc...) ho riscontrato varie difficoltà contro boss o simili... ma c'è da dire che dopo l'iniziale "frustrazione" il gioco mi ha "obbligato" a migliorarmi e impare dai miei errori per superare quell'ostacolo... e c'è da dire che la soddisfazione di superare un pezzo che ti aveva fatto penare e imprecare come un matto è impareggiabile
Io onestamente non ho paura di morire, ho paura di ripetere la stessa parte per mille volte, sarà un limite mio eh.
In parte continuo a pensare che scegliere di fare un gioco difficile o comunque senza selettore della difficoltà lo renda in parte elitario; ricordiamoci che oltre ai limiti fisici ci sono anche quelli di tempo per molte persone. Non tutti sono giocatori hardcore, non tutti giocano per mestiere. È giusto negare a queste persone la possibilità di giocare titoli più impegnativi? Fermo restando che sono d'accordo sul fatto che non si possa giudicare negativamente un prodotto solo perché difficile, assolutamente.
Ho il tuo stesso problema. Ho odiato rifare parti in demon's souls e dark souls anche se son tra i miei giochi preferiti. Il mio gioco preferito è sekiro, elden ring dopo 5 ore mi sta piacendo molto perché ha un sacco di falò vicini, come sekiro.
Esattamente. È scocciante dover rifare le stesse cose senza motivo; va bene la difficoltà, ma odio perdere tempo perché devo rifarmi un quarto d'ora di gioco solo per poter ripetere la parte in cui sono morto perché il checkpoint è in culo ai lupi.
Se posso in parte essere d'accordo con la tua opinione, ad esempio con il più recente Elden ring o con i Dark Souls i quali oltre ad offrire una lore misteriosa e interessante ti portano in un mondo che offre delle ambientazioni magnifiche e dei nemici molto eterogenei, mi sento di dire che per finire questi titoli non è necessaria chissà quanta abilità quanto piuttosto tempo per il farming, quindi un oggetto particolare che abbassi il livello dei nemici sarebbe anche attuabile senza rovinare troppo il gioco.
Detto questo in altre situazioni l'apprezzamento di certi giochi è in gran parte dovuto alla difficoltà tarata verso l'alto: faccio l'esempio di Sekiro, io l'ho finito e in generale mi è piaciuto tuttavia se non fosse così difficile sarebbe probabilmente il titolo più debole di FromSoftware comparato con i souls like poiché non ha una storia che reputerei interessante, i personaggi non sono così iconici, le ambientazioni sono suggestive ma nulla a che vedere con gli altri souls like di from, insomma la sua caratteristica di spicco è la necessità di coordinazione nei combattimenti, se questa venisse meno il giudizio del gioco secondo me sarebbe molto più basso.
Sono d'accordo se come esempio portassi un gioco che è inutilmente difficile, dove quindi la difficoltà è messa "a rialzo" per il puro gusto di farlo. Bisogna però vedere se invece, diminuendo la difficoltà, non vengono poi meno i pilastri stessi del titolo e tutto viene snaturato. In questo secondo caso la difficoltà è alla stregua di una meccanica di gioco, è voluta come caratteristica intrinseca e se venisse diminuita rischierebbe solo di offrire un'esperienza monca. (E attenzione che ti parla uno che gioca solo a giochi ultrafacili eh! Dai SoulsLike, sifu e platform vari ed eventuali me ne tengo a debita distanza perché, PER LA MIA PERSONA, sono troppo difficili e non sono la persona da mettersi lì a voler imparare pattern, statistiche e cose varie)
Completamente d'accordo. A me piaceva molto Demon's Souls, il mio primo gioco di From, ma ho dovuto smettere di giocarlo dopo qualche ora visto che sono scarsissimo e posso giocare solo qualche ora il fine settimana. È normale che Demon's Souls mi sia rimasto un po' sul ca***
Dopo una giornata di lavoro al PC fatico a voler stare ancora davanti ad uno schermo una volta rientrato a casa, quindi quando gioco voglio divertirmi ed intrattenermi. Trovo corretto e bello "morire" nei videogiochi in quanto un minimo di difficoltà ci vuole per mantenere un livello di sfida che faccia anche godere della vittoria. Ma il morire non dev'essere ripetitivo ed estenuante. La classica via di mezzo.
A me una difficoltà eccessiva non piace, ma poi sono gusti personali.
Un gioco troppo facile può essere godibile, ci si gode la storia e un minimo di sfida c'è comunque.
Se è troppo difficile lo lascio lì.
Poi la cosa che odio sono i boss eccessivamente difficili da sconfiggere, spesso in modo sproporzionato rispetto alla difficoltà del resto del gioco.
A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca... recita un vecchio detto. E nel constatare che le lamentele sui giochi "difficili" non trovano poi riscontro nella realtà (vedi lo storico successo dei "classici", ma anche di giochi moderni, come i Dark Souls, Cuphead, eccetera, non "puniti" nelle vendite dalla loro "difficoltà") mi pare di ravvisare che le lamentele arrivino più dalla "critica" (o da "certa" critica) che dall'utenza. Ed allora, "a pensar male", come dicevamo, sarà mica che sono le redazioni a lamentarsi che lo stipendiato recensore, quando un gioco richiede qualche giorno in più ad e essere completato, riduce la "produttività"? Sarà mica il recensore "freelance" pagato a cottimo che necessita di un giorno in più per incassare il proprio cachet a lamentarsi? Perchè mi pare che la "critica" ai giochi "difficili" arrivi più da chi i giochi li recensisce, piuttosto che da chi i giochi "li gioca". Ed una ragione ci sarà...
Io ad esempio con mio fratello abbiamo giocato Bloodborne e non siamo neanche arrivati a Gasgoine ma siamo morti oltre 50 volte anche se abbiamo apprezzato il gioco alla fine lo abbiamo abbandonato rendendoci conto che o non ci sappiamo giocare o troppo complesso per noi, altri generi come GOW o i picchiaduro sappiamo giocarli abbastanza bene anche se perdiamo in alcune aree, devo ammetterlo è una rottura per te dirtelo la selezione della difficoltà c'è almeno
Il min 10:02 rappresenta proprio il mio caso: ho saltato sekiro perchè non avevo voglia di impegnarmi e lo trovavo troppo difficile, ma un giorno decisi di giocarci e dopo le 34356345435 morti sono andato avanti ed è diventato uno dei miei giochi preferiti a cui ho sempre voglia di giocare; quello che mi ha affascinato di sekiro, rispetto agli altri titoli from, sono stati la rapidità dei combattimenti e la meccanica dei perry e postura. Sekiro, però, mi ha fatto perdere hype per elden ring perchè lo trovo, sul piano dei gameplay, un passo indietro in quanto vedo il pg lento e goffo rispetto a pg di sekiro: rapido e abile.
Ho provato anche sifu e mi è piacuto molto ma l'ho messo da parte perchè sto giocando a lost ark ma sicuramente, quando mi sarò scocciato, lo riprenderò
Uguale per me con Bloodborne e adesso ho voglia di farmi tanti New Game Plus
sekiro è il top
Sifu spettacolare una volta che hai preso la mano, uno dei giochi più divertenti di sempre. Elden ring solito gameplay lento ammazzato di vent’anni fa, gigantesco passo indietro rispetto a Sekiro
@@harktz983 anche secondo me, Concordo in pieno, se chiudi gli occhi praticamente è un dark soul open world, stessi movimenti personaggio, ecc
Prova bloodborne allora ti piacerà
L’ultimo commento penso di averlo fatto l’anno scorso per Mario Golf Super Rush in cui mi avevate risposto magnificamente (commento molto eh? 😂), ora mi sento di dirvi col cuore in mano che Insider è diventata la rubrica, per me, migliore di YT Italia da non farsi scappare per nessun motivo.
Siete sempre più pazzeschi!!!
P.S. negli ultimi anni il gioco con il livello di difficoltá folle che più mi ha preso, fatto godere e incredibilmente non rompere nessun pro controller (sono riuscito a platinarlo con non so quante migliaia di “morti”) è CELESTE.
Una vera perla indie del mondo videoludico 🍓
P.P.S. Raiden, tra questi video e i tuoi video dove smonti argomentando le recensioni orribili, esageri 💎
Evidentemente chi dice che i giochi from software sono difficili, non hanno giocato a ratchet & clank su ps2, la boss fight finale dura tipo 30 minuti e se muori devi ricominciare da capo.
Io credo che la cosa migliore sarebbe inserire in ogni videogioco la possibilità di decidere, in qualunque momento, il livello di difficoltà al quale giocarlo, purché siano livelli reali. Affidandomi spesso alle recensioni e guardando parte dei gameplay, non ho preso Resident Evil Village (malgrado abbia amato il settimo capitolo) proprio perché ho avuto la percezione che fosse troppo semplice anche in modalità "Difficile", così come non ho ancora provato Sekiro per il motivo opposto. La cosa migliore, comunque, è quando hai la percezione che la difficoltà del gioco cresca in maniera perfettamente proporzionale alla capacità che si presuppone tu abbia acquisito durante i livelli precedenti. Questo mi è successo con Assassin's creed Odyssey: non ho mai avuto la sensazione che fosse troppo semplice o troppo difficile. Non ho paura di rifare più volte lo stesso passaggio ma non mi piace la sensazione di sentirmi davvero "bloccata" in un punto. Diverso è quando magari riaccendo la console la sera dopo e mi accorgo subito della soluzione che, forse per stanchezza, non avevo notato la volta prima. Purché questo non accada troppo spesso, va benissimo. Ma rimanere bloccata per diversi giorni, no. Comunque complimenti ragazzi per l'ottimo lavoro che svolgete!
Ma a Gianluca “Raiden” de playerinside che je voi dí… Sei grosso, bel pensiero ed espresso molto molto bene
La generalità dei videogiocatori è abituata ad usufruire di giochi multiplayer online PvP con un'abbondante dose di pay to win (e dobbiamo dire grazie che oggi le micro transazioni siano sempre più solamente estetiche). Dunque, mi sento di dire che, in realtà, alla generalità dei videogiocatori non sono rivolti giochi come i souls, cuphead e vari, proprio perché non è contemplata l'idea di giocare da soli e misurarsi contro se stessi. Paradossalmente, ritengo che sia molto più a portata di mano un souls che un qualunque sparatutto online in termini di rapporto tempo/prestazioni.
@@MrGdxish Non so cosa tu abbia capito rispetto al mio intervento però volevo solo fare dei complimenti a Raiden.. il mio complimento era dovuto al fatto che in un video di soli 12 minuti ha espresso 3 argomenti molto interessanti con semplici e chiarissime parole: i) ha parlato della paura di morire che abbiamo tutti al di fuori di un videogioco ma per l''appunto trattandosi di videogioco, anche se muori 1000 volte, caro "Lazzaro alzati e cammina", potenzia il tuo personaggio e fai il culo al videogioco; ii) ha parlato della difficoltà dei videogiochi, trattando la tolleranza e i gusti di ognuno di noi, in modo egualmente efficace e per me correttissimo; iii) ha trattato (come già fa durante le sue live) il tema dell'accessibilità, cosa che molti, a torto, confondono con difficoltà... un gioco difficile non può essere considerato non accessibile
A me piacciono sia giochi difficili (Sekiro ADORATO), e sia giochi 'esplorativi immersivi'.
Con Horizon Zero Dawn per esempio mi scocciavo di imparare come indebolire le macchine e ho messo la difficoltà più bassa possibile per godermi solo la Storia e l'Esplorazione.
E pensate che non ho trovato per nulla insopportabile morire centinaia di volte in Sekiro per impararlo caparbiamente.
In Horizon non ho trovato, a pelle, quell'equilibrio di combat system giusto che mi facesse venire voglia di imparare a fondo il sistema e di impegnarmi. Così ho deciso di godermelo in un altro modo.
Ognuno è fatto a modo suo.
Uguale per me
Understandable have a nice day
Concordo con il succo del discorso, non su horizon, poiché ho adorato le meccaniche del combat system, ma sono gusti, il discorso ripeto, è più che giusto
@@jackyjack9755 Si, è stato molto un capriccio personale, e una mia perdita di pazienza verso il sistema di HZD forse anche un po' ingiusta e precoce.
Ma ho la buona abitudine di riuscire comunque a farmi piacere molti (non tutti, non si è infallibili... ☺️) giochi trovandone il bello presente nelle altre componenti dell'opera.
Per intendere, non sono uno che se ha amato Sekiro (esempio) cerca subito dopo la stessa (o quasi) cosa, e se non la trova ci spruzza letame addosso. Prima provo a capire cosa gli sviluppatori hanno cercato di creare e proporci... Cosa vogliono farci vivere al di là di un capriccio personale o di un gusto non esaudito.
@@blackrosedragon88gm condivido totalmente
Ottimo come al solito!
Anche se può sembrare banale, mi ritrovo molto d'accordo con quanto hai detto, dall'inizio alla fine.
Grande Raiden,sempre il più obbiettivo e capace nel trattare argomenti così divisivi e particolari. 👍😉💪
Da che mondo è mondo esistono categorie e settori che presuppongono abilità o capacità superiori alla media.
Prendiamo per esempio il mondo dello sport,esistono tantissime discipline sportive palesemente elitarie,molto impegnative e indubbiamente non per tutti e non per questo vengono cambiate le regole in modo tale da renderlo accessibile a chi non ha le capacita/abilità per praticarlo.
La boxe, per citarne uno, è sicuramente una disciplina sportiva elitaria,poco accessibile dalla massa..Ebbè?! Cosa bisognerebbe fare,snaturarla cambiandone le regole?!
Assolutamente no!!
Chi non è in grado di praticarla deve obbligatoriamente scegliere un altro sport che sia più nelle sue corde.
Stessa cosa nei videogames..
Non si è capaci di giocare un gioco per la sua difficoltà..? È un peccato ma si deve obbligatoriamente e semplicemente giocare ad altro e non pretendere che il titolo in questione venga modificato e snaturato per venire incontro a chi non è palesemente in grado.
Io prediligo i giochi che ti spingono a migliorare nel combattimento per proseguire (come Sifu) piuttosto che quelli che ti spingono a farmare e a salire di livello per ottenere armi, armature e skill più potenti.
Quasi tutto è fattibile se ci si allena. Il punto è se ne valga la pena. Come detto nel video (che è in realtà un grido di dolore contro l'insensatezza della vita), e come sarebbe bene (per quanto pesante) ricordarsi più spesso, la vita prima o poi finisce, cioè il tempo che abbiamo non è illimitato. La vera paura, dunque, non è quella di morire in-game ma quella di aver sprecato buona parte della propria vita a memorizzare combo o studiare build. E' vero che anche dedicandosi ad altro si muore lo stesso prima o poi, ma passare ore ed ore su un gioco per la difficoltà di padroneggiarne i comandi, batterne questo o quel boss o prenderne tutti i trofei è la definizione di sprecare la propria vita, dato che il gioco è fine a se stesso e non risulta in un miglioramento di sé o del mondo. No: diventare bravi a Dark Souls non significa migliorarsi come persone. Significa diventare bravi a Dark Souls.
Appunto, se sei scarso però non dare la colpa al gioco...questo è il discorso...se non vuoi nemmeno impegnarti un po' per capire le meccaniche di gioco "la colpa" è tua. Per esempio, personalmente ho trovato esagerati gli elogi a titoli come RDR2 in cui gli scontri sono fatti veramente male per quanto siano estremamente semplici.
Appunto, se sei scarso però non dare la colpa al gioco...questo è il discorso...se non vuoi nemmeno impegnarti un po' per capire le meccaniche di gioco "la colpa" è tua. Per esempio, personalmente ho trovato esagerati gli elogi a titoli come RDR2 in cui gli scontri sono fatti veramente male per quanto siano estremamente semplici.
Ho paura di morire perché ho deciso di non abbandonare la passione del videogioco nonostante sia costretto a giocarci discontinuamente, col tempo contingentato, in orario notturno e dopo 10-12 ore di lavoro davanti a un altro schermo, quando NON HO la lucidità e la forza di stare in 0,7s (che si riducono se ho premuto il tasto più di una volta) per fare un parry perfetto…ho paura di morire perché il videogioco è il mio “pensatoio”, il modo per sfogare un’ansia diventata patologica causa situazioni personali/lavoro/mondo…ho paura di morire perché quelli come me oggi si chiamano “CASUAL GAMERS” che sa tanto di “quelli che giocano male e non ne capiranno mai”, quelli che hanno bisogno di una spiegazione in più a schermo mentre gli streamer (conosciuti anche come HARDCORE sul web) mostrano quanto questo mondo sia sempre più spaccato tra chi “non muore” e chi “ha finito i soldi a Sekiro”. Quindi sì, ho paura di morire perché ogni “SEI MORTO”, che magari poteva essere evitato se fossi stato più reattivo, mi colloca in una categoria che non ha ragione di esistere, osservato da un gruppo di elite (perché Raiden, io vi ammiro alla grande, ma per una persona misurata come te ce ne sono 1000 che vorrebbero togliere i pad a quelli come me) che purtroppo c’è…è la parte tossica e dannosa di questo mondo, ma è talmente rumorosa che mi ha fatto mollare Sekiro a metá, nonostante amassi tutto di quell’opera e quel mondo, e mi ha fatto tornare a farmare a Final Fantasy o usare le camminate senza meta a No Man’s Sky come personale sacchetto per respirarci dentro.
Apprezzo e approvo molto le disamine che fai, gli argomenti che porti hanno sempre una lucidità che deve essere un esempio per tutti. Ma la realtà è anche questa, esistiamo e siamo molti: abbiamo paura di un SEI MORTO pur capendo che un videogioco è un cammino, che diventa “facile” o “difficile” in base a che scarpe decidi di metterti o quanta voglia di camminare hai.
Non ascoltarli : tutti parlano bene di far cry ma a me non piaceva e ho eliminato il gioco ( perché deve essere un piacere giocare)
Secondo me la difficoltà elevata quando calibrata e ricompensata in maniera giusta è la perfezione..giochi come i souls per esempio si sono difficili ma ti danno sempre quella sensazione "lo posso batter" "mancava veramente poco e ce l avrei fatta" poi alla fine quando riesci sei veramente soddisfatto o anche grazie allo stupendo level design il solo riuscire ad andare avanti ti ricompensa.
Però per esempio sifu non mi ha dato questa sensazione battuto il 3 boss mi sono stancato nel senso che non vedevo il senso nell' andare avanti e impegnarmi a quel livello non trovato stimoli per impegnarmi per capirsi, parere personale chiaramente.
Senti io sono d'accordo con tutto, perciò, dal momento che mi sembra ridondante esprimere alcuni pareri in merito all'argomento, mi sento di evidenziare, piuttosto, una frase del video: "...intesa come elemento di game design per fare durare di più il gioco. Se la difficoltà entra in gioco, scusate il gioco di parole, nel videogioco etc."
È bellissima, hai trasformato una potenziale ripetizione in dei versi di una poesia, recitata bene fra l'altro. Ottima scrittura!
Tutto troppo vero... Che dire siete degni di stima, apprezzo davvero tanto il vostro impegno per dimostrare che il videogioco è una cosa seria, serve impegno per raggiungere una grande esperienza, ci sono giochi che fanno emozionare tanto quanto film e libri, ma anche quanto emoziona la vita, non dimenticherò mai quello che ho provato giocando a Final Fantasy X da ragazzino, continuate così perché è anche grazie a voi, come altri come voi chiaramente, che c'è sempre meno gente che considera i videogiochi solo per bambini...
Io che sono cresciuto con sale giochi metaslag o altri giochi che con un gettone e ti sentivi un re se finivi un livello in più....e il abbassare la difficoltà dei anni mi ha fatto acquistare meno giochi proprio per il fatto che non trovavo una reale sfida
Secondo me, questo discorso è completamente soggettivo, sia se lo guardiamo dal lato "questo gioco è troppo difficile", sia dal lato "questo gioco non deve essere così difficile": dal primo lato perché ognuno ha diverse abilità personali che quindi rende la classificazione di difficoltà assolutamente personale, dal secondo lato, è di nuovo soggettivo perché, come per i film, in primis sono difficili come volevano gli sviluppatori che sarebbe l'unica cosa oggettiva, ma anche perché uno può avere una motivazione sensata perché quel gioco non dovrebbe essere difficile, ma è puramente personale e opinabile. Per quanto riguarda la paura della morte, è da un lato frustrante, ma dall'altro, ti senti offeso dal gioco perché ti fa sentire non abbastanza bravo, secondo me
Io personalmente preferisco la difficoltà impostabile. Magari uno novizio del genere potrebbe iniziare con facilità per poi complicarsi la vita più avanti
Nel momento in cui qualcuno fa un gioco e pensa a quale difficoltà sottoporre il giocatore, dovrebbe essere pronto a qualsiasi tipo di recensioni. Anche negative, "a me non è piaciuto perché era troppo difficile, pertanto mi fa cag@*e"
Belle riflessioni anche in questo video. Sono perlopiù d'accordo con te, anche perché da quello che hai detto non sei contrario all'introduzione delle difficoltà scalabili in giochi come i souls che da sempre sono rigidi in questo.
Però, per restare su questo esempio, il tuo ragionamento del "è sbagliato dire che la difficoltà sia un difetto perché a volte è l'utente che non sa giocare" può essere ribaltato ed è altrettanto sbagliato. Perché se ti lamenti su internet non della difficoltà di dark souls, ma della innegabile noia provocata dal gameplay che ti fa ripetere lunghe parti a oltranza, 9 volte su 10 ti viene risposto che devi "git gud". Ed è anche qui che si sbaglia, perché vuol dire che veramente la difficoltà in questi casi è solo un modo per misurarsi la minchia a vicenda, e che non si può evidenziare palesi lacune di game design perché vuol dire che non sai giocare.
Secondo me andrebbe distinto tra difficile e punitivo. Difficile significa che non è facile superare un punto, punitivo significa che ti scassi le palle a farlo perché appena muori riparti da casa di Cristo. Dark Souls ad esempio è tutti e due, ma è soprattutto punitivo, se un giocatore ripartisse dalla nebbia quando ucciso da un boss, senza dubbio lo sconfiggerebbe in meno tentativi, perché la distanza percorsa può anche far perdere il timing necessario a batterlo. Purtroppo però è una scelta di design, quindi ci si deve stare, il gioco vuole essere difficile anche in termini di pazienza, se non apprezziamo giochiamo altro e amen, ma non possiamo dire che sbagliato, perché se lo fosse lo sarebbe per tutti ma per il suo target non lo è
@@alessandromagnum9790 sono d'accordo tranne quando dici che non possiamo dire che è sbagliato. Perché secondo me la punitività come hai detto, concepita in quel modo, è una scelta di game design quantomeno discutibile.
Per esempio io mi sono approcciato a ds1 di recente, e stavo ragequittando il gioco ai gargoyle perché per l'incazzatura continuavo a morire anche dai nemici lungo la strada. Poi ho visto una serie di consigli su come giocare (che il gioco non ti dice mai esplicitamente) e mi sono sbloccato. Ora sono alla fine di ds3, se avessi mollato mi sarei perso uno dei migliori level design e combat system dei videogiochi. Quindi ecco, dico che è semplicemente un peccato rischiare di far abbandonare il gioco per questa scelta che premia solo i più bravi (o quelli con più tempo da buttare).
@@flaro38 Ma non possiamo rendere oggettivo un parametro soggettivo. Per te è sbagliato, ma per altri va bene, altri trovano in questo la sfida. E bada bene, io pure mi infastidisco per ste cose, ma contestualizzo. Alla fine con la pratica le noie vengono meno, al massimo eviterei le strade infinite prima dei boss, ma purtroppo non tutti si infastidiscono come me e te
@@alessandromagnum9790 guarda, ci siamo capiti male ma stiamo dicendo la stessa cosa. Quando hai scritto "non possiamo dire che è sbagliato" pensavo intendessi "non si può mai criticare questa scelta". Invece quello che dico io è "secondo me è una scelta sbagliata perché etc", cioè un discorso soggettivo. Ovviamente il designer ha scelto di proposito questa meccanica, ma non fa per me (e anche per te, da quello che ho capito)
A mio parere l'unica difficoltà che è davvero fastidiosa, proibitivà e da evitare è quella imposta non dai nemici o dai livelli da superare ma bensi quella di mecchaniche fatte male (a dir poco) e ad otttimizzazioni fatte ancora peggio, cose che fanno salire il livello di sfida artificialmente e rendono davvero poco accesibile il titolo (ma questa è un'altra faccenda).
Sempre a mio parere non è corretta la frase che si sente/vede ripetere sempre dai vari detrattori: "i giochi difficili non rilassano" o "i giochi difficili non ti divertono". Proprio perchè il livello di sfida alto può essere usato come una valvola di sfogo per lo stress, stress che non riusciresti a far uscire si ti venisse dato tutto su un piatto d'argento o addirittura ti venisse imboccato da qualcunaltro. Infatti quando vai da un medico perché ti senti troppo stressato mica ti consiglia di quardarti un film, ma bensi ti consigliera di fare sport e di metterti in gioco perchè e proprio quella fatica che farai che ti appagerà quando otterrai un risultato stessa identica cosa succede nei videogiochi. Cio non toglie però che qualcuno possa sentirsi frustrato nel perdere e riniziare costantemente ma per lo meno non giudicate un titolo solo sulla base della diffioltà e stessa cosa va detta al contrario visto che in rete ci sono anche quelli che denigrano gli altri in base a quale difficoltà approcciano un titolo.
Grande Raiden sempre sul pezzo complimenti! Personalmente riconosco che giochi come quelli citati nel video non rientrano esattamente nelle mie corde ma non capisco chi li infanga solo per questo e anzi provo fastidio nel leggere recensioni negative che si fondano solo su questo aspetto. Alla fine basterebbe essere solo un minimo onesti con se stessi e capire che se un gioco è "troppo difficile" magari non è necessariamente colpa del gioco ma magari siamo noi a non essere adatti a quel determinato titolo.
Stalker lo giocai ma non riuscivo ad andare avanti, dopo anni decisi di riprenderlo e non riuscivo ad andare avanti cmq ed era frustante, per caso un commento mi elargì dei consigli e una mod standalone che era resa più intuitiva nelle meccaniche, grazie all’allenamento e quei consigli dell’utente riuscì a riprendere stalker e apprezzarlo appieno e andare avanti. Nel corso degli anni e perché volevo farlo, quel gioco mi aveva incantato. Così come dark souls che l’ho iniziato seguendo i video di yotobi e gatto per superare alcune cose, così è il mondo dei giochi. Se uno vuole e si diverte continua, altrimenti abbandoni la giostra e compri un altro biglietto.
Grande Raiden!sono completamente d'accordo con te. Io personalmente tendo a giocare sempre, anche dal primo inizio di gioco, a livello difficile (soprattutto se poi il gioco è del mio genere preferito). Certo così muoio spesso soprattutto nei primi momenti, ma mi incita a proseguire non a smettere perché tropo difficile
probabilmente, il parametro "difficoltà" andrebbe anch'esso valutato numericamente, ma non tanto per la sua quantità ma per la sua qualità. faccio un esempio: in sekiro la difficoltà è nel combattere a tempo e strategicamente i nemici, posizionati ad-hoc nella mappa, la difficoltà seppur tanta è ottima poiché i nemici sono ben posizionati e nel giusto numero; in demon souls (l'originale almeno), molta difficoltà la fa il comparto tecnico con geo data rotti, un level design basato su molti teletrasporti, e su ps3 il minutino si tocca easy, che fanno perdere la totale concentrazione, il sistema di item burden completamente inutile, che rendono la difficoltà artificiosamente piu alta, e quindi di minor qualità. in un singolo scontro probabilmente demon forse è anche piu facile di sekiro, ma non presentando una sfida ripagante al 100%, e invece frustrazione gratuita e non meritata (a volte, sottolineo), come in giochi piu moderni ecco che potremmo parlare di difficoltà eccessiva. non a caso tutti questi aspetti di ds sono stati poi lisciati in remake
Verissimo, non ci vuole nulla a fare un gioco semplicemente difficile, anche difficilissimo, in modo artificioso. La cosa complicata è fare un gioco difficile ma giusto ed appagante
Bravo Raiden, Insider rubrica irrinunciabile ormai. La soddisfazione di finire uno shmup (magari Cave), con un solo credito è una sensazione divina!
Molto profonda e interessante la riflessione sulla paura di morire.
Eccellente intervento.
Se lasciassimo che gli sviluppatori seguissero i capricci, le richieste di tutti gli utenti, non ci ritroveremmo nella stessa situazione di Ubisoft (da voi ragazzi portata più volte in prima linea) che pubblica dei sondaggi per la successiva ambientazione di Assassin’s Creed? “La difficoltà fa parte del game design” come giustamente affermi, Raiden, prima per farti spendere più monetine o gettoni, ora per presentare un determinato messaggio. Prima di chiedere agli artisti di plasmare l’arte ai nostri desideri, dovremmo chiederci se forse non siamo più in grado di esperire qualcosa lontano dal nostro pensiero, se davvero vogliamo leggere, guardare, giocare un’opera per il piacere di scoprire qualcosa di nuovo, o per una mera fagocitazione di contenuti indistinti.
Ciao Raiden. Sono d'accordo con il tuo discorso, ma in parte. Tra l'altro, nonostante abbia letto diversi articoli e visto diversi video in questi giorni, nessuno ha affrontato la questione dal punto di vista che ha una persona come me. Nel caso in cui tu voglia ascoltarmi sarei felice se mi rispondessi, così da esportelo. 🙂
Io sono dell’idea che il videogioco in quanto tale non è solo una sfida. Giochi come elden ring, bloodborne ecc li gioco perché mi piace l’art directing di questi, non per la difficoltà che per anni è stato destabilizzante per me. A volte la reputo anche frustrante perché non ti fanno godere appieno le bellezze che il gioco ha in se. Perché a volte uno vuole godersi il viaggio e non solo le sfide. Perché il gioco è anche storia.
Parole sante bravo.
I giovani di oggi che si definiscono videogiocatori non sanno propio cosa sia veramente un videogioco dovrebbero studiare un pochino e non limitarsi a ripetere frasi fatte sentite in giro di cui non conoscono nemmeno il significato.
Continua così 💪👊👍
È interessante vedere come si è evoluta la situazione, perché anni fa si discuteva esattamente del contrario
Troppo facili intendi?
Proprio ieri parlavo di Sifu con un mio amico. A lui il gioco piace ma lo reputa frustrante, anche perché non è riuscito a superare il secondo livello. Alla fine ha mollato. Io ancora non ho giocato e quindi non posso esprimermi. A me le sfide piacciono, vedrò quando lo comprerò. La linea tra difficile e frustrante è molto sottile e come dici tu varia da persona a persona, in base alle abilità e pazienza di ognuno
“Finire per mortificare un gioco perché semplicemente nn ci sanno giocare e nn vogliono impegnarsi e di conseguenza definirlo frustrante” cazzo Raiden t amo, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno
Sono un videogiocatore ormai a tempo perso. Un lavoro che mi impegna quasi 7/7 (medico) e un pupo in famiglia hanno reso il mio accendere la console per trovare relax e non per bestemmiargli contro. Ma non per questo scredito giochi come i sopracitati (anche se nioh, che ho abbandonato, non capisco la necessità di farti respawnare tutti i nemici se salvi). Comunque d'accordo con la tua disamina, siamo cresciuti con giochi difficili e che spesso non davano possibilità di far bene se non provando e riprovando (e giochi tipo cannon fodder che quando perdevi tutte le reclute era davvero finito... Rimangono incubi) ma adesso, io, per un motivo o per un altro ho bisogno di giocare giochi belli ma meno impegnativi. Senza criticare quelli che non riesco a gestire.
Ciao Player Inside volevo solo fare i miei complimenti per il vostro canale vi seguo sempre molto interessato ai vostri argomenti e poi Raiden come spieghi tu le cose non le spiega nessuno complimenti a tutti e due... Continuate così...
Come al solito, ormai da diversi anni: il problema non sono i videogiochi ma i videogiocatori.
Non va mai bene niente, non sono mai contenti. Se il gioco è impegnativo ci si lamenta perché è difficile, se è più accessibile si grida al "gioco per casualoni".
Il tutto, ovviamente, sempre perché bisogna andare dietro all' ultima moda, a quello che dice l' influencer di turno, sempre nell' ambito del fanboysmo più becero e del "sono meglio io".
E le case produttrici, che non sono enti benefici volte al nostro divertimento ma aziende che devono vendere un prodotto, nel tentativo di correre dietro a questa utenza sempre più capricciosa e mai contenta, spesso partorisce prodotti fallaci, fin troppo sbilanciati o da una parte o dall'altra e contribuendo indirettamente all' alimentarsi di questa polemica.
Penso che se fosse l'utenza per prima a fare pace col proprio cervello ed a giocare con la propria testa e non sempre con quella di qualcun'altro, allora questo e tanti altri problemi che oggi affliggono il mondo videoludico si risolverebbero da solo.
Intanto la difficoltà ,secondo me, nei giochi come i souls like ,Cuphead ecc serve a stimolare la tua mente a farti ricordare cosa sbagli, e cercare di migliorare, in altri giochi come a.c. Valhalla se aumenti la difficoltà aumenti solo la barra della salute dei nemici praticamente, quindi è solo più lungo invece che più difficile e li capisco che rode. E dai quanto è soddisfacente battere un boss dopo aver capito il modo migliore per batterlo , dopo aver sbagliato mille volte perchè non ero stato io attento a chi avevo danvanti.
Ho capito cosa è il vero appagamento videoludico finendo Nioh
Avevo paura di non essere all'altezza di questi generi di titoli... Ora che ho platinato il primo Nioh sto giocando al secondo e mi è venuta voglia di provare i vari Suols Sekiro e Elden ring prina o poi ci proverò
Come butti la verità in faccia alla gente è straordinario!! Sei un grande! Molti canali dovrebbero imparare da voi
Io onestamente non ho paura di morire, è che, essendo uno sviluppatore software, quando vengo battuto da un algoritmo mi inc#### proprio 😆
Detto ciò, Raiden @PLAYERINSIDE io apprezzo tantissimo il tuo modo di esporre il tuo punto di vista, però non sono molto d'accordo su due punti. Il primo è che quando si parla di inclusività in ambito commerciale in generale lo si fa in funzione del target di mercato.
Per esempio la mia generazione che ormai ha passato i 40 ma che ha passato l'infanzia a videogiocare é oggi oggettivamente in buona parte esclusa da titoli souls like: la quantità di tempo richiesta con il livello di riflessi e coordinazione occhio-mano che va scemando con l'età per acquisire il minimo sindacale di skill richiesta dal gioco è tale che, o giocare è parte della mia professione, e allora ok, o se posso dedicargli solo il paio d'ore la sera stanco da lavoro e qualche mattina nei week end, rimarrà chimerico acquisirla.
E mi dispiace sinceramente perché mi rendo conto di che fig#### della ma###### di giochi siano.
In questo senso sì è il gioco che mi esclude, rivolgendosi ad un target di mercato anche generazionale differente dal mio che per poter essere in grado di affrontarne il livello di sfida necessita di meno tempo e/o ne ha molto più di me ormai da potergli dedicare. Non trovo quindi che in molte recensioni "inclusivo" sia usato a sproposito. Non è un termine che abbia solo ed unicamente un senso di possibilità "fisica" di giocarlo.
Esempio: se esco coi miei amici e le mogli ma organizziamo una bella e non preventivata gara di rutti per tutta la sera, ok che fisicamente le loro mogli possono parteciparvi, ma da lì al fatto che vogliano farlo, che lo trovino divertente o che rientri nei loro interessi beh c'è di mezzo un oceano. In quel caso le stiamo escludendo, quindi non siamo inclusivi nei loro confronti.
Il secondo punto è un punto sul quale concordo a metà. Ovvero, chiarito cosa intendo con "inclusivo", ciò deve pesare in fase di recensione ?
Beh sul voto o sul giudizio tecnico o artistico sul gioco imho NO, non dovrebbe, su questo siamo pienamente d'accordo.
Però è oggettivamente vero che più è ristretto il target verso cui indirizzo il mio prodotto più limito il numero massimo di copie che riuscirò a vendere del medesimo. Se uno lo dice non ha senso dire che sbagli.. è oggettivamente vero.
E soprattutto, se un gioco è "troppo facile" o "privo di sfida", io vedo che questo viene immancabilmente segnalato e va a pesare sul voto in fase di recensione, beh ma o il livello di sfida di un gioco è una precisa scelta di game design e come tale non va penalizzata quale che sia, oppure se è un difetto l'essere privo di sfida anche l'essere troppo sfidante lo è !
Alla fine a me consumatore se il gioco potrebbe essere proibitivo per il tempo che richiede la curva di apprendimento o perché il livello di skill richiesta per andare avanti è fuori portata in relazione al tempo che posso dedicare al videogioco, beh mi interessa eccome saperlo prima di acquistare il titolo ! Tanto quanto mi interessa sapere se viceversa mi annoierebbe perché completamente privo di sfida.
Alla fine che questa informazione influisca o meno sul voto finale di una recensione, purché LA CONTENGA e purché il recensore sia coerente con sé stesso (quindi o il livello di sfida me lo considera sempre un pro/contro sia che il gioco sia troppo difficile o troppo facile oppure non lo consideri MAI ) non è che mi cambi la vita.🙂
Io trovo un po' fastidioso che la difficoltà nei videogiochi ormai sia associata quasi sempre al combat system e non più al " cosa diavolo devo fare adesso per procedere nel gioco" stile avventure grafiche o altri giochi del passato come uno Zelda Majoras Mask ( un titolo a caso che mi è venuto in mente anche per associarlo al molto più semplice Botw rispetto a quest' ultimo ).
Io pure non ho più il tempo di una volta, ma finire un gioco in una data quantità di tempo non è obbligatorio per nessuno. Semplicemente, invece di finire Elden Ring in una settimana, come fanno quelle persone che giocano di mestiere, ci metterò... un anno?! Eh, ma ben vanga! Se spendo 80 euro per un bel gioco che mi dura un anno... beh, personalmente ne sono contento.
Quello che non si ha il coraggio di dire è che il discorso della difficoltà è un fattore soprattutto culturale, che dipende dalla generazione. Essendo partito con i giochi dell'Atari che pur essendo pixel 4 bit osceni, mi tenevo incollato per il desiderio di vincere un'ardua sfida, a giochi di pura narrazione grafica, come il bellissimo "Life is strange", che se lo sono giocato e finito pure persone che non hanno mai toccato un "Super Mario", si deve entrare nell'ottica di qual è l'intento di un videogioco rispetto al genere a cui appartiene. Non tutti possono godersi un romanzo come "I fratelli Karamazov" se non hanno la possibilità di capire un punto di vista complesso come quello di Dostoevskij. Potrebbe succedere anche con un videogioco? Eh sì, potrebbe succedere, perché no? Anche il videogioco è un'opera (ludica e/o narrativa) che potrebbe avere un target ben preciso, al di là del desiderio di vendere un titolo per fare soldi. Bisogna comprendere che anche il videogioco non è una cosa che deve per forza essere accessibile (come sinonimo di facile, perché anch'io non credo che l'accessibilità sia dover abbassare il livello di difficoltà per farci giocare tutti), cioè un'esperienza adatta a tutti discapito dell'opera nella sua totalità. Così come non si può appiattire tutto per rendere "accessibile" un titolo che appartiene a un genere con precise finalità: farti finire il gioco secondo una narrazione che prevede quelle 80 ore minime, di cui la metà sono dovute magari alla sola difficoltà. 80 ore che non si può nemmeno pretendere di ridurre solo per accontentare chi, come me, ha meno tempo. Semplicemente non lo finirò in una settimana, ma in diversi mesi. Il che è bene, non un male! Ma se non si è nemmeno capaci di avere dedizione per un videogioco, beh, c'è il rischio che pure tutte le altre cose della vita uno le vive assai superficialmente. Se poi nella vita uno ha di meglio di un "Elden Ring", buon per lui.
Ci vorrebbero più rubriche di questo tipo,
Intelligente e brillante, TOP TOP,
siete sempre sul pezzo
Sono pienamente d'accordo con Raiden, l'accessibilità è una cosa diversa, ci sono persone che davvero non possono permettersi di giocare un titolo per mancanza di abilità fondamentali anche nella vita vera, tutti gli altri, voglia a parte, ne hanno le capacità.
Per questo motivo, a mio avviso, la domanda che bisognerebbe porsi è: ho voglia/tempo di giocare un gioco impegnativo? Se la risposta è si, ben venga, potreste scoprire un titolo o un genere che vi fa impazzire. Se la risposta è no, pazienza, ma almeno si abbia la decenza di non spargere odio e disinformazione.
Per quanto riguarda voi, PLAYERINSIDE, io vi adoro, perché siete obiettivi, informati e non parlate mai a vanvera. I vostri discorsi sono ponderati e danno spunti di riflessione a tutti quanti, non siete qui a patteggiare col giocatore abile o col meno abile, col gioco difficile o col gioco facile.
In breve, siete imparziali e l'imparzialità è una caratteristica che vi fa onore, soprattutto in un ambito in cui spesso non si hanno le palle di esprimere pareri totalmente schietti e limpidi.
Continuate sempre così, siete i migliori!
Premetto che condivido ampiamente tutto il discorso, ma vorrei aggiungere una cosa.Ho avuto modo di notare negli ultimi anni che il fatto di droppare alcuni giochi per alcuni player deriva fondamentalmente da certe community marce che tendono a denigrare il player nuovo e inesperto ,in certi casi addirittura aggredendolo o insultandolo se non capisce qualche "consiglio " (tra l'altro consigli espressi poi con toni tutt'altro che gentili ) ,questo avviene o su telegram/discord nei gruppi dedicati o nelle chat di gioco stesse dove in casi i player ti insultano per essere "troppo scarso " che é una cosa a dir poco inaccettabile. Non vorrei essere andato troppo fuori tema però trovo che comunque il fattore community influisca molto su alcuni player e li demoralizzi.
Io per esempio non riesco a giocare ai souls ma non tanto per la loro difficoltà, più che altro per il fatto che il mondo di gioco è davvero troppo cupo PER ME, che evito come la peste i giochi horror, sopratutto se gioco da sola. Un compromesso sarebbe giocarli con qualcuno😂
Ciò non toglie che l’ho sempre reputato un bel gioco difatti lo guardo giocare volentieri!
Per esempio Cuphead l’ho amato. L’ho trovato difficile il giusto. E il livello di sfida mi è piaciuto tanto (e poi vabbè, quanto è bello graficamente? 😍)
Raiden, ho apprezzato particolarmente la tua visione di accessibilità che condivido in pieno, e ripeto ancora una volta che è sempre un piacere ascoltarti.
Per ciò che riguarda i miei gusti relativi alla difficoltà, mi trovo in una via di mezzo: non amo impazzire per completare un gioco, anche perché non avendo tantissimo tempo a disposizione preferisco non ripetere una sequenza di gioco parecchie volte.
Al tempo stesso però non mi piace "vincere facile", perché credo che un minimo di impegno sia necessario affinché nella mia mente rimanga scolpito il momento in cui supero una fase decisiva all'interno di un gioco.
A me i souls per esempio mi aiutano soprattutto in periodi stressanti. Il fatto che ti metta alla prova, che debba stare sempre concentrato per morire il meno possibile non mi risulta troppo frustrante ma anzi, mi fa pensare meno a certe cose che magari mi stressano nella vita vera 😂
Più che il gioco in sé penso che che ciò che infastidisce la community sia questa elevazione eccessiva, di una buona fetta di utenti, di un gioco esclusivamente in base alla difficoltà, anche se è difficile perché è fatto male o perché furbamente(dispregiativo) ti punisce con la noia ( come checkpoint con lunghi e facili corridoi già superati da rifare prima di un boss), facendo di tutta l'erba un fascio e oscurando giochi più meritevoli.
Personalmente di tutti i giochi che usano questa "meccanica" quelli che ho apprezzato si contano su un palmo della mano e per ora nessuno mi ha fatto gridare al capolavoro.
8:54 quel sorriso.. quel maledetto sorriso ❤️
Eccomi presente, uno che di videogiochi ne gioca pochi per vari impegni e proprio per questo se li gode a difficoltà standard/facili. Ben venga la difficoltà, chi ha tempo e voglia se la gioca altrimenti si sceglie una difficoltà più bassa ed accessibile oppure ancora si gioca per quel che si può. Godetevi o giochi, tutti, senza discriminarli, godeteveli e apprezzateli per quello che sono, con pregi e difetti.
Personalmente concordo con il non ascrivere il dibattito sulla difficoltà all'ambito dell'accessibilità. Io preferisco usare il termine "approcciabilità" quando si parla di difficoltà o di contenuti particolarmente strani e legati ad un autore (es. Death Stranding).
Dico sono questo, ho giocato e finito Sekiro. Adesso non mi incazzo più per nessun gioco neanche online. Mi ha migliorato tantissimo e ne sono davvero felice, prima spaccavo tutto.
Il perno del video sta nell'interpretazione autentica del concetto di accessibilità reale. L'hai reso appieno. Chissà se i destinatari comprenderanno il tutto.
Che poi intendiamoci, per "accessibilità" così come per "inclusività" si può intendere un sacco di roba. Il punto è che mi dà proprio fastidio sentir parlare di "accessibilità" relativamente alla difficoltà. Come se chi si lamenta della scarsa accessibilità abbia dei limiti fisici o chissà che altro nell'affrontare questo o quel gioco...
Raiden da laureato in lettere ogni volta che sento un tuo podcast e vedo un tuo video di critica è una delizia assoluta. Sei un grande professionista e una grande mente.
Ennesimo video di Insider, ennesimo capolavoro.
Volevo focalizzarmi su un argomento preciso trattato, quello della selezione della difficoltà, che a mio parere andrebbe sempre messa, tranne che su quei titoli incentrati quasi esclusivamente sulla sfida.
Prendiamo in esempio due titoli: Cuphead e Elden Ring
Il primo è un gioco che sintetizza l'essenza stessa della sfida, se gioco a cuphead, lo faccio per mettermi in "gioco" e poche sono le motivazioni per le quali mi verrebbe voglia di prendere in mano il controller e avviare il gioco di Studio MDHR
Il secondo invece è ben diverso. Sì, Elden Ring come tutti i giochi di FS attira tantissima gente per la sua difficoltà, bensì ci sono una miriade di cose circoscritte ad essa che possono mettere l'acquolina in bocca al videogiocatore di turno. Facendo un esempio concreto: Il fan di Game Of Thrones, o meglio dei libri di Martin, potrebbe essere estremamente intrigato da Elden Ring, volerne scoprire i segreti in giro per la mappa, nelle descrizioni di gioco, nei dialoghi degli NPC. Ma se questo non è un giocatore "capace" di sostenere un livello di sfida tale? Ovviamente la pratica rende perfetti, o in questo caso, il grinding rende perfetti, ma rischia di minare l'esperienza da chi da quel gioco cerca altro altre la sfida. Di sicuro un selettore di difficoltà non farebbe male. Non a caso in molte opere (per citarne una recente: Marvel's Spiderman), la difficoltà facile viene definita come "Per chi vuole godersi la trama"
Sono il like numero 883 e solo questo mi basta per essere felice, per il resto non capisco sta polemica contro i giochi troppo difficili, o sul fatto che un gioco non può essere difficile perchè ci si vuole rilassare. Il mondo dei videogiochi è così vario che uno può trovare il suo genere ed il suo titolo perfetto, vuoi un gioco action di samurai? non sei obbligato a giocare a Sekiro. Ne vuoi uno basato sulle arti marziali? Non è che esiste solo Sifu. In un periodo in cui i giochi sono davvero diventati troppo facili, è bello vedere qualcuno che va contro corrente e preferisce sviluppare giochi che ti obbligano ad impegnarti, ovvio se fossero tutti così sarebbe il problema opposto, ma di per se aumenta la varietà, così hai qualcosa per rilassarti e qualcosa che può anche darti un po' di sfida.
Sono un giovincello, ma nonostante non abbia vissuto di persona il periodo arcade dei videogiochi troppo punitivi mi piace parecchio informarmi e analizzare a dovere tutto ciò che riguarda il percorso storico del mondo videoludico. (E poi come a tutti, anche a me piace dare la mia opinione sulle cose :P)
Di recente anche io mi sono trovato a fare considerazioni su cosa sia effettivamente la difficoltà, e anzi proprio questo mi ha portato a fare il mio primo video xD
Sono completamente d'accordo sul fatto che l'unica cosa che importa veramente sia la soddisfazione personale di ognuno a seguito del completamento di un gioco a qualsiasi difficoltà, però non penso che tutti i giochi siano realmente "accessibili" come intendi tu.
La difficoltà è una caratteristica molto difficile da costruire, e credo che questa richieda elementi di natura meccanica, concettuale e artificiale in maniera bilanciata perché l'esperienza offra una buona sfida, e che necessiti di un percorso da parte del giocatore attraverso una curva di apprendimento giusta e ben definita. Anche perché prima di paragonare la difficoltà di Dark Souls a quella di Ghosts n Goblins bisognerebbe appunto chiedersi cosa sia realmente la difficoltà, perché senza stilare dei concetti base (soggettivi ovviamente) allora potrebbe essere conteggiato nell'equazione anche un gioco che ti fa spawnare nel nulla e cadere all'infinito, e che è completabile solo riuscendo a cadere sul pixel giusto.
Per quanto riguarda il discorso sul campo giornalistico lì si passa ad un discorso che ho vissuto in prima persona e che purtroppo richiede molta forza di volontà nel volere sottomettersi alla sfida intesa dagli sviluppatori prima di recensire un gioco. Cosa che richiede tempo in molti casi limitato per i giornalisti, e soprattutto passione per il medium in generale e ovviamente per il gioco in particolare.
Quindi è normale che nascano spesso recensioni estremamente positive da gente che nemmeno si è giocata un gioco, o recensioni estremamente negative da gente che si è giocata un gioco di fretta, come è stato tempo addietro con IGN per quanto riguarda Doom Eternal (ragion per cui hanno fatto perdere fiducia nei confronti delle testate giornalistiche videoludiche in generale a una buona parte della fanbase di Doom).
Ma appunto è un discorso a parte che non penso riguardi "voglia di condividere la propria opinione" o "dimostrare di avere il pippolo gigante", ma solo di fretta e pressione dettate dalle scadenze degli articoli.
Comunque in generale penso sia stato un bel video sia dal lato contenutistico, sia perché trovo molto interessante il discorso della difficoltà nei videogiochi, ma concludo questo romanzo nello stesso modo nel quale ho concluso il video che feci qualche mese fa.
Alla fine non tutti i giochi sono del tutto ben strutturati quando si parla di difficoltà, ma la scelta di completare un gioco bilanciato o meno sta interamente in mano al giocatore, ed è una scelta che va riconosciuta a prescindere in quanto si tratta comunque di un percorso che comprende determinazione e voglia di apprendere.
E scegliere di imparare è sempre un'azione onorevole, venga essa dal completamento di un gioco facile o difficile. Certo si perde l'adrenalina che viene dai titoli più complicati, ma l'assenza di difficoltà non deve necessariamente significare un apprendimento o una soddisfazione minore quando il percorso viene affrontato nel proprio modo corretto per trarne comunque insegnamento :3 ❤️
Quanto mi piace sentire sti discorsi... grande raiden... grande rubrica!
Raiden ha certe punch-line che fa il culo a tutta la scena, pur non centrando nulla con il rap
Alla mia età mi interessa solo rilassarmi, di conseguenza gioco i giochi a modalità facile o normale... Se poi il gioco lo trovo eccessivamente facile, allora alzo la difficoltà. Mai però mi verrà in mente di giudicare un gioco, nel bene o nel male, solo ed esclusivamente per la sua difficoltà
In parte sono d'accordo con te, ma un conto è la difficoltà ben calibrata e un conto è la difficoltà artificiale, quella che fa morire troppo spesso anche un giocatore veterano! Non che un giocatore veterano non possa morire per dio, però morire perché il titolo è difficile genera appunto la voglia di apprendere e la voglia di migliorare e poi riuscire, morire per problemi di mal calibratura di un titolo è un altro discorso e ora faccio due esempi...Eldest Souls, un gioco con molto potenziale ma che genera a mio parere una frustrazione e una rabbia che difficilmente ho provato da quando videogioco, il problema è che li si muore spesso e volentieri per i troppi danni e perché la schivata non è sempre precisa, quindi non recepisce il frame di invincibilità e muori, cosa gravissima per quanto mi riguarda...quindi li appunto entra in gioco la difficoltà senza senso...Ghost Runner invece che ho finito in questi giorni è meraviglioso, perché solitamente si muore per un proprio sbaglio e non per uno sbilanciamento del titolo, salvo alcune aree un po' più infami. Il grosso problema a parer mio è che molti giocatori se muoiono 1000 volte per dire...dicono che il gioco è difficile a prescindere, senza valutare di quelle 1000 volte quante in effetti siano state causate da un loro errore e quante da problemi di gameplay del gioco o mal calibratura...io sono Pro difficoltà da sempre, ma deve essere bene pensata e studiata a dovere. Io personalmente inserirei sempre la scelta della difficoltà proprio per agevolare i giocatori principianti e dargli la possibilità di giocare a titoli che normalmente non potrebbero fare, per mancanza di voglia, tempo o semplicemente perché appunto non sono bravi abbastanza. La persona che vuole la sfida bilanciata si sceglie il normale ed eventualmente poi va a salire, la persona masochista si fa subito la difficoltà Akumu di The Evil Within per fare un esempio...anche se va beh Akumu si sbloccava e non era subito disponibile. I videogames in primis dovrebbero divertire, e la sfida o la difficoltà è si appunto un divertimento ed un intrattenimento, ma come ho detto prima deve essere fatta bene, questi sono parte dei miei pensieri. Per citare un gioco che reputo difficile ma fatto davvero bene nonostante gli anni che si porta sul groppone, Shock Troopers ❤️ poi c'è da dire che la difficoltà salvo casi particolari, è soggettiva. Non è più soggettiva quando il gioco non è calibrato nella maniera corretta
Sempre al top bravo Raiden... sopratutto quando hai citato G&G che per “batterlo” quando ero un moccioso mi ci sono voluti mesi, i giochi dell’annata Nes quelli sì che erano difficili da completare e quando lo facevi andavi a vantartene dicendo “io l’ho finito” aaaa che ricordi.
I gusti son gusti e ok, su questo siamo d'accordo. La cosa secondo me ridicola e quando si cerca di dare giustificazioni campate in aria. "La difficoltà è data per vivere l'esperienza così come è stata pensata dagli sviluppatori" sì, peccato che la difficoltà non sia un parametro oggettivo per quanto possiate provare a farlo passare per tale. " Giocatori pigri che non hanno voglia di migliorarsi" peccato che migliorare sia un processo graduale, non si migliora affrontando sfide troppo al di sopra delle proprie capacita, è un dato di fatto. Se voglio imparare il salto in alto non è che arrivo in palestra e parto con 2.20. Quindi ok, il gioco non va valutato in base alla difficoltà, ma non cercate di fare filosofia spicciola. È come se CIV avesse solo la difficoltà Divinità, io ci gioco adesso, ma mi sono migliorato pian piano partendo dal basso. È una questione anche di predisposizione, ci sono ragazzi che a 17-18 anni giocano in seria A e chi pur allenandosi per anni ogni giorno resta un amatore. Precludere un'esperienza ad una parte di giocatori in base alle capacità mi sembra sbagliato (per non dire crudele), soprattutto in giochi single player.
Ma se un gioco ha voglia di avere come caratteristica intrinseca la sua elevata difficoltà, perché gli gira così e senza alcuna altra giustificazione, qual è il problema?
Tu parli di giochi con una curva di apprendimento ripida. Io no. Ho elencato e descritto giochi che "ti ci portano" con la manina, quasi e ti permettono di migliorare gradualmente, morte dopo morte. Quindi non capisco il nesso con la mia discussione perché il tuo è un altro discorso, ovvero i giochi ostici che vogliono esserlo e sono "per i pro" dichiaratamente, diciamo.
Ma giocare ad altro o soprattutto impegnarsi è così difficile?
@@PlayerInsideOfficial Non credo stia a nessuno di noi definire cosa sia ostico o no, visto che la difficoltà è appunto soggettiva. Proprio per questo nei giochi c'è quasi sempre un selettore di difficoltà. Se fossi un giocatore di strategici a turni e mi volessi approcciare per la prima volta a giochi del genere sarebbe estremamente frustrante. Non sto parlando di un gioco in particolare, ma del concetto in se. Un selettore di difficoltà da modo a chiunque di affrontare una sfida alla propria portata, non troppo facile per i pro che altrimenti si annoierebbero, non troppo difficile per coloro che si affacciano per la prima volta alla tipologia di gioco o che sono davvero scarsi che potrebbero trovare la cosa frustrante. Per esempio io personalmente ho dovuto abbandonare Sekiro perché non riuscivo ad andare avanti neanche all'inizio del gioco. Sicuramente sono particolarmente scarso io in questo tipo di gioco, ma una difficoltà per me proibitiva, non mi porta a migliorarmi, bensì alla frustrazione con conseguente abbandono. Come dicevo prima, ritengo un peccato che l'esperienza di un determinato mondo debba essere passatemi il termine un po' forte, con "selezione all'ingresso".
@@capemat8918 Ma che commento è? Certo che si può giocare ad altro, cosa mi significa sta cosa. È come se tu vai a scuola calcio e dici "vorrei imparare a giocare a pallone" e quello ti fa "ok, Ecco quà Barella, battilo, se non ci riesci impegnati di più o cambia sport". È sempre facile parlare dal punto di vista di chi ce la fa, un po' meno dal punto di vista di chi pur impegnandosi non riesce.
Azz Raiden un titolo del genere quando tutti i giorni nei notiziari si parla di nuova guerra mondiale non è proprio il massimo della scelta!!😜
Comunque devo dire che sono abbastanza d’accordo! Devo però dire che è spesso frustrante da utente dover mollare un gran bel gioco semplicemente perché non riesco ad andare avanti. Riconosco che sia una mia mancanza ma ahimè il mio tempo per videogiocare è limitato e se devo ripetere 50 volte una sessione perché non riesco a superare un boss o una situazione… beh mi scoccia!! Non ne so la colpa agli sviluppatori ma piacere non fa!!
Sicuramente la “difficoltà” è soggettiva come dice Raiden, e si credo che gli sviluppatori possano scegliere come caspita gli piace di fare il gioco,ora magari io nn ho giocato i giochi”difficili” per mia scelta,bene! Ma nn significa che la difficoltà eccessiva secondo il proprio gusto personale debba poi essere visto come un difetti (parlo per i recensori) per i giocatori,beh se lo ritieni difficile, come me alcuni giochi li ho evitati(almeno per ora poi chissà magari li recupero)
E si per chi come me e Raiden ed immagino morissimi di noi qui sul canale ha. O “buttato” taaaantr monetine nella sale giochi(❤️)
Sono parte di quella fetta di persone che non gioca ai rage games, gioca alcuni giochi in modalità facile o storia, e questo perchè mi metto molta pressione addosso a livello lavorativo e personale, e con i videogiochi mi piace godermi i mondi, le storie, e rilassarmi (oltre che, da artista, trovo tutto questo di grande ispirazione), anche se tenendo con alcuni un livello di sfida più alto (gioco alcuni giochi in modalità difficile, ma solo laddove non è troppo punitivo farlo).
Detto questo, seguo tantissimi youtuber che invece giocano ai rage e mi diverte, mi rilassa. Semplicemente, penso che per ognuno ci sia il suo, il punto è il target, so di non essere nel target di certi giochi e va benissimo così, penso sia sacrosanto lasciare che alcuni giochi siano più difficili.
Però questo penso valga anche al contrario, capisco la scelta da parte delle aziende di rendere più semplici alcuni giochi, in modo da rendere più ampi i target e banalmente, vendere più copie. Trovo che la scelta della difficoltà sia un ottimo modo per "accontentare" tutti, anche se probabilmente la modalità "normale" di ora è più semplice rispetto a prima, ma allora se questo è il nuovo standard per una certa categoria (cosa che ho notato molto in alcuni rpg), perchè non partire dalla modalità difficile se si cerca un livello di sfida più alto?
Se ho fatto errori o mi sono espressa male è perchè qua è notte e non riuscendo a dormire sto mezzo rinc 😂
Ma sarei molto curiosa di sentire pareri opposti al mio come risposta alla mia domanda
D'accordo su tutto.
Io ho comprato Cuphead appena disponibile su PS4 pur sapendo che non sarei mai riuscito a finirlo, soltanto per il piacere di giocarci e di avere un'opera così bella ed originale.
Grande raiden!è incredibile che dopo la premessa,ho pensato subito a ghost 'n goblin e i suoi successori!
Poi l'hai proprio citato!
Intanto complimenti per il video pieno di considerazioni interessanti e per nulla banali.
Personalmente non credo sia giusto penalizzare un titolo per la "presunta" difficoltà o non immediatezza nella comprensione delle meccaniche di gioco ma magari si potrebbe mettere di più in risalto lo sforzo degli sviluppatori quando danno al videogiocatore la possibilità di godersi un titolo in modo diverso. Per fare un esempio: God of war può essere giocato semplicemente godendosi la storia ma a modalità un vero god of war diventa veramente un inferno in alcune parti.
Secondo me i souls di From non sono per forza difficili, hanno solo bisogno del giusto approccio. Se muori troppo o sei nel posto sbagliato per il tuo livello, o stai facendo qualcosa che in quel punto è controproducente. Allora puoi tornare indietro per cercare altre strade, altri drop che possono migliorare la tua arma, farmare per aumentare di livello. Oppure si sta affrontando il boss con la tattica sbagliata, per cui le prime x morti servono per capire cosa fa lui, cosa puoi fare tu e scegliere la giusta armatura, arma, anello, scudo, ecc. Se si capisce la strategia, non dico che il gioco fili liscio, ma diventa molto più affrontabile.
Esatto, purtroppo la maggior parte dei gamer oggi è abilitata a titoli semplici da completare che non richiedono nemmeno un po' di strategia o impegno. Ecco perché se si imbattono in un titolo come Dark Souls gli danno la colpa per la loro scarsa applicazione e voglia di capire le meccaniche di gioco.
È vero che l'accessibilità non è legata alla difficoltà di un gioco, ma è altrettanto vero che i soulslike se ne sbattono comunque.
In Bloodborne è impossibile rimappare il controller e non c'è nessuna opzione per rendere il gioco accessibile a persone con disabilità di qualunque tipo (e immagino che la cosa valga anche per altri titoli analoghi), ad esempio.
E in questi casi non c'è "GIT GUD" (sigh) che tenga.
Diciamo che per chi è abituato agli action in terza persona in cui vieni guidato nei combattimenti stile la serie Arkham di Batman, i souls e affini sono un mondo alieno e terrificante.
Il mio primo contatto è avvenuto con Nioh grazie ai giochi gratis di PS Plus, ed è stato come essere bullizzato da una banda di xenomorfi con la rabbia, tanto che disinstallai il gioco al primo boss ritenendolo orribile e ingiustificatamente difficile. Poi ci ho ripensato e mi sono chiesto se non fossi io ad essermi abituato a giochi troppo accomodanti, così ci ho riprovato con il giusto approccio mentale e l'ho platinato.
A quel punto è facile capire perchè certi giochi devono essere difficili: per poter offrire ai giocatori un maggiore senso di gratificazione ogni volta si supera un boss o un livello.
Per questo poi son passato a Bloodborne (platinato anche quello), Sekiro (non platinato, ma quasi) e Hollow Knight (platino) e non vedo l'ora di mettere le mani su Elden Ring.
Comunque Raiden è vero che c'è questa moda dei souls, o perlomeno di rendere difficile il più possibile un gioco quando secondo me mettendo i livelli di difficoltà si renderebbero i giochi fruibili da più persone, ma capisco anche che nel caso dei souls questo snaturerebbe l' essenza stessa di questo tipo di giochi.
Io adoro i souls ma non ho così tanto tempo da dedicargli per capire fino in fondo tutte le strategie, quindi gioco ogni tanto finché mi diverto dopo di che spengo e mi ributto sui simulatori che sono più immediati e permettono di divertirsi anche solo per un oretta al giorno raggiungendo anche buoni risultati.
La scelta del livello di difficoltà è stata un'invenzione fantastica.
Battere Ghost'n Goblins, o lo stesso primo Castlevania, sul Nes all'epoca fu una grande soddisfazione che ancora ricordo. Ora che ho meno tempo per (video)giocare preferisco genere più "tranquilli" come Stealth o Jrpg. Però, per dire, ultimamente mi sono goduto un Alien Isolation o un Kena al livello hard perché...mi andava di farlo, al netto delle decine e decine di morti che mi sono beccato 🙂 un Ghost of Tsushima invece volevo godermelo e sono andato di livello normal. L'importante è che il livello di difficoltà sia correttamente contestualizzato (penso, ad esempio, a Returnal) per rappresentare una scelta fattibile per chi ha voglia di affrontarne uno..
Caro Riden, premesso che sottoscrivo tutto quello che hai detto volevo aggingere un elemento alla discussione e mi piacerebbe sapere il tuo parere. Io penso che il livello dellla difficolta' nei videogiochi vada regolato e soopratutto comunicato bene al fruitore finale.
Il padre di famiglia che non segue i siti specializzati o gli influencer e regala un gioco al figlio magari gli compra cuphead perche' vedevla grafica cartoon e poi deve portare il figlio dallo psichiatra per crisi isteriche. Io credo che sarebbe onesto e doveroso che al momento dell'aquisto sulla copertina del gioco, sia che si compri on line che fisico, venga esperessamente segnalato il grado di difficolta' del gioco onde evitare brutte sorprese. Forse addirittura regolamentarlo con una sorta di PEGI , proprio per dare ulteriore informazione ai giocatori su cosa stanno comprando e su quanto dovranno impegnarsi per portarlo a termine in modo da non avere poi ne alibi ne motivo di frustrazione per un qualcosa che si e' scelto consapevolmente di affrontare. Mi rendo conto che da parte dei peoduttori di videogiochi la cosa potrebbe essere vista come un deterrente all'aquisto verso tutta la fascia di giocatori poco sicuri di se stessi ma allo stesso tempo sarebbe un'attenzione molto professionale verso il consumatore che avrebbe maggiore serenita' nell'approcciarsi ad un titolo. Stessa cosa dovrebbero fare con le indicazioni riguardo la lingua del videogioco ma fortunatamente almeno li qualche produttore gia' lo fa!
A mio parere dimentichi quello che viene reso ripetitivo, lungo o difficile esclusivamente per allungare il brodo.
Anche in titoli meravigliosi, che però inseriscono qualche dinamica inutile, solo per arrivare alla media psicologica di una "giusta" longevità, senza che la difficoltà sia una reale prerogativa in quel frangente e il giocatore attento lo nota quando si tratta solo di un artificio.
Ma tu prendi in considerazione un caso specifico. Non quelli da me riportati. In quel caso, se l'allungamento di "brodo" è evidente, il gioco rischia di non essere valido, non già per la sua difficoltà ma per la sua artificiosità :)
@@PlayerInsideOfficial Certo, il mio appunto è che considerando solo giochi come Cuphead o Sifu il ragionamento fila alla perfezione, gli stessi Toki o Gost'n'Goblins non sembrano "innaturali", pur avendo una evidente mentalità coin up, ma in un discorso generale andrebbero considerate tutte le realtà.
Secondo me molto dipende anche da come ci approcciamo ai videogiochi. Per esempio io so che non sono portato per i Souls like, nonostante ciò li ho comprati e provati quasi tutti e in quasi tutti non sono andato più di tanto avanti. Ho anche comprato Elden Ring salvo arenarmi al cancello del Castello di Grantempesta. Difronte ai Souls like mi arrendo però spendo migliaia di ore nei simulatori automobilistici, assetto corsa, rFactor e automobilista per fare esempi, senza trovare difficoltà insormontabili. I videogiochi secondo me non possono essere per tutti, altrimenti non ci sarebbe sfida.
Molti si dimenticano, o non hanno mai giocato, la maggior parte dei giochi per console 8 e 16 bit, che erano DAVVERO difficili. Grazie per questa bella analisi, ottimo lavoro come sempre 👍
Onestestamente se mi voglio sentire male esiste già la vita reale 😘
Io ho provato Sekiro, nonostante il mio scetticismo nei soulslike. Devo dire che mi è piaciuto parecchio. Lo trovo difficile ma non impossibile è certamente non l’ho ancora finito (sono al boss della vecchia con gli spiriti). Ho capito cosa devo fare per progredire e leggo tutorial su internet per aiutarmi. Mi diverto ma lo prendo a piccole dosi, perché d’altra parte vorrei proseguire in modo più “stabile” in un gioco. Per questo dedico più tempo a Cyberpunk e a Octopath Traveler in questo periodo.
Video di ottima qualità,come sempre d'altronde.
Grande Raiden❤️🙏🏼
Sono da sempre stato un sostenitore della libertà e della necessità di autonomia da parte di chi crea contenuti, che siano musica, film, fumetti e anche videogiochi. Se un team decide per una certa difficoltà al fine di restituire una certa esperienza è suo diritto e deve procedere, nel bene e nel male. Perché se viene meno questa libertà di concretizzare (entro certi limiti) liberamente idee e progetti l'esito sarà la fine di tutto.
E in fondo la storia recente ce lo insegna, val bene correre il rischio se poi ci ritroviamo con titoli tipo Dark Souls, Shovel Knight, Hollow Knight, Doom (alle difficoltà più alte) e così via...
D'accordissimo
Io prendo, lascio e riprendo vari titoli, magari perché non sono nel mood adatto in un determinato periodo per impegnarmi
Dipende sempre da cosa si cerca in un dato momento
Se cerco relax, non mi metto a giocare a un titolo impegnativo in quel momento, ma gioco a qualcosa che rientri nella mia comfort zone, ma alle volte sento la spinta a provare qualcosa di nuovo e ad immergermi
Credo che questo fattore sia molto importante, da acquirenti, dobbiamo acquistare qualcosa consci di ciò che stiamo cercando, senza pretendere che qualsiasi cosa vada bene, insomma, se ho bisogno di una lavatrice ma vado ad acquistare una lavastoviglie, non posso lamentarmi perché il mio guardaroba poi puzza
Io sarei sempre dell' idea di inserire la possibiltà di scelta.
Alcuni giochi a difficoltà normale sono fattibili,a difficoltà massima diventano invece giochi che non hanno nulla da invidiare rispetto ai souls o ai giochi con difficoltà non selezionabile .
Sia in termini di pura difficoltà,sia in quanto a soddisfazione derivante da una vittoria .
Per dire prendendo per esempio serious Sam ,anche l ultimo capitolo finirlo a difficoltà serio è roba da veri hardcore gamers probabilmente ancora più ostico di qualsiasi souls like ,quasi nessuno lo porta sul canale a quella difficoltà ,
Pero' si può scegliere di goderselo con vari livelli di difficoltà,unendo chi vuole una avventura semplice (che poi anche a normale è abbastanza impegnativo) a chi invece punta a diventare un mostro della tastiera e mouse 😁
sempre un piacere ascoltarti...... top!!!!!!!
Esprimo il mio parere da trentunenne. Purtroppo il tempo da dedicare al gaming è limitato tra impegni lavorativi, familiari ecc. Dunque preferisco giocare giochi "facili" in modo da poterli finire prima e giocare a quanti più titoli possibile, piuttosto che chiudermi su un gioco eccessivamente difficile per mesi in modo da skillare e completarlo.