Ciao, Matej. Meglio interrarlo in inverno il tralcio, a quest'ora avrebbe già belle radici. Ben curato e ben sviluppato il tuo vigneto di pinot! Una piccola precisazione lessicale: la tecnica che hai descritto va, più precisamente, sotto il nome di propaggine, con margotta s'intende la radicazione aerea del ramo (cioè si porta la terra al ramo e non il ramo alla terra). Dalle mie parti la propaggine della vite si chiama "pèttia furàda" (pertica rubata). Un saluto e in gamba come sempre!
Salve, visto che lo richiede, anch'io farò la mia osservazione. Sicuramente è una pratica valida, io lo posso confermare, visto che qualche volta l'ho adottata con risultati positivi, ma..... Innanzitutto come tanti altri che hanno commentato, io la chiamerei RIPRODUZIONE DELLA VITE PER PROPAGGINE. Poi, purtroppo devo dire ( e mi scuso per la presunzione, ma le critiche a volte fanno crescere più dei complimenti, sempre che siano fondate), che non ha usato una tecnica giusta,che sarebbe stata utile per far capire meglio e che garantisse una sicura riuscita. Innanzitutto andrebbe fatta in pieno riposo vegetativo o addirittura appena dopo la vendemmia, in modo che durante l'inverno la terra abbia modo di assestarsi e sicuramente il fatto che non ci siano germogli che poi andrebbero tolti, favorirebbe il tutto a discapito delle gemme utili e senza sfruttare la vite madre. Poi , dove si decide che il tralcio debba radicare, deve risultare il punto piu profondo e lo stesso sarmento, è bene sfibrarlo con una torsione ( magari fissandolo al terreno con un uncino di legno che non permette di farlo risalire e nello stesso tempo, da' una buona verticalità al piede della futura pianta ... È da apprezzare che lei voleva trasmettere questa ANTICA TECNICA DI PROPAGAZIONE, ma a mio avviso è stato molto superficiale. Accetto qualunque risposta e le ripeto, non si tratta di rimprovero, ma di un approfondimento per una piu sicura riuscita della tecnica stessa. Spero tutti apprezzino la mia lunga osservazione e concludo con un cordiale saluto Adriano Ciarlitto da Campobasso ANCHE SU RUclips
Ad essere sincero ho apprezzato tutto il discorso critiche (giuste) comprese, ho una domanda a riguardo, ma con la fillossera come la mettiamo?.... anche io uso questa tecnica nei tempi e nelle stagioni giuste, ed è vero che l'attecchimento è garantito, ma però non vorrei a questo punto far "propagare" anche la malattia. Grazie.
Si, con il dolcetto a Cremolino era usato ma porta un po' di malattia se al secondo anno non si separano. Ora preferiamo fare le rimesse con barbatelle
Tecnica antica efficace ed efficiente ma con i giovani agricoltori si è in poco persa. In Sicilia nella mia zona provincia di (AG) si chiama " purpania" che è il nome dato in dialetto alla tomba scavata a terra.
Scusami Matej ma dovrei farti due osservazioni.Spero che non vengano interpretate come critiche. Innanzitutto la tecnica che stai usando si chiama propaggine, va aggiunto che per il terreno che hai, io la sconsiglierei a priori, in quanto non essendo sabbioso e neppure vulcanico,la tecnica adottata è ad altissimo rischio di filossera. In secondo luogo hai interrato un tralcio già con le foglie e quindi ha altissime probabilità di non attecchire. Io avrei interrato,dopo aver sfibrato il tralcio, nel mese di gennaio,tenendo scoperte due gemme e riducendo la pianta madre ad un massimo di 4/5 gemme per non indebolirla. Scusami per l'osservazione, ma è solo un mio punto di vista.
anche secondo me, la margotta ci assomiglia ma il ramo viene fatto radicare fuori terra. questa tecnica anche io la chiamerei propaggine. efficace per la produzione, purtoppo non resistente alla fillossera
@@Fettembolo si la margotta si usa ad esempio per i limoni 🍋, consiste nel fare un sacchetto con materiali plastici e terriccio avvolte ad un ramo affinché faccia le radici, per poi tagliare e piantare
Si, si chiama propaggine, anche se il principio é lo stesso della margotta: far radicare un ramo senza staccarlo dalla pianta madre, a differenza della talea.
Ciao, Matej. Meglio interrarlo in inverno il tralcio, a quest'ora avrebbe già belle radici. Ben curato e ben sviluppato il tuo vigneto di pinot! Una piccola precisazione lessicale: la tecnica che hai descritto va, più precisamente, sotto il nome di propaggine, con margotta s'intende la radicazione aerea del ramo (cioè si porta la terra al ramo e non il ramo alla terra). Dalle mie parti la propaggine della vite si chiama "pèttia furàda" (pertica rubata). Un saluto e in gamba come sempre!
Eh siamo arrivati un po’ lunghi con i tempi, ma penso che in ogni caso ci sarà una buona emissione di radici.
Bravo ok! 😊
Ciao sono Giuseppe di Pavia per me è una novità non sapevo di questa tecnica ottima proverò ti farò sapere ciao
Molto interessante.
Grazie 🤩
Grazie. Dopo quanto si può tagliare/staccare dalla pianta madre?
Dopo 2-3 anni
@MatejVignaiuoloOslavia Grazie!
Con la propaggine o margotta quanti problemi ci darà la fillossera?
Finché ci sono poche viti per ettaro, quasi nessuno...
Ma essendo a piede Franco non avrai problemi di fillossera?
Ma é una tecnica che faceva mio nonno lascia stare va la
Teoricamente si, ma in tanti anni non ho mai visto un attacco di fillossera a piante fatte da margotta
Ciao, dopo quando si taglia il tralcio dalla pianta madre?Grazie
Devi aspettare almeno uno - due anni
@@MatejVignaiuoloOslavia grazie.
Bel video, complimenti.
Ti volevo chiedere qual'é il periodo ideale per eseguire questa operazione. Grazie.
Il momento migliore è nei mesi di febbraio-marzo
Salve, visto che lo richiede, anch'io farò la mia osservazione.
Sicuramente è una pratica valida, io lo posso confermare, visto che qualche volta l'ho adottata con risultati positivi, ma.....
Innanzitutto come tanti altri che hanno commentato, io la chiamerei RIPRODUZIONE DELLA VITE PER PROPAGGINE.
Poi, purtroppo devo dire ( e mi scuso per la presunzione, ma le critiche a volte fanno crescere più dei complimenti, sempre che siano fondate), che non ha usato una tecnica giusta,che sarebbe stata utile per far capire meglio e che garantisse una sicura riuscita.
Innanzitutto andrebbe fatta in pieno riposo vegetativo o addirittura appena dopo la vendemmia, in modo che durante l'inverno la terra abbia modo di assestarsi e sicuramente il fatto che non ci siano germogli che poi andrebbero tolti, favorirebbe il tutto a discapito delle gemme utili e senza sfruttare la vite madre.
Poi , dove si decide che il tralcio debba radicare, deve risultare il punto piu profondo e lo stesso sarmento, è bene sfibrarlo con una torsione ( magari fissandolo al terreno con un uncino di legno che non permette di farlo risalire e nello stesso tempo, da' una buona verticalità al piede della futura pianta ...
È da apprezzare che lei voleva trasmettere questa ANTICA TECNICA DI PROPAGAZIONE, ma a mio avviso è stato molto superficiale.
Accetto qualunque risposta e le ripeto, non si tratta di rimprovero, ma di un approfondimento per una piu sicura riuscita della tecnica stessa.
Spero tutti apprezzino la mia lunga osservazione e concludo con un cordiale saluto
Adriano Ciarlitto da Campobasso
ANCHE SU RUclips
Grazie per la critica. Quelle critiche propositive fanno sempre bene👍😉
Ad essere sincero ho apprezzato tutto il discorso critiche (giuste) comprese, ho una domanda a riguardo, ma con la fillossera come la mettiamo?.... anche io uso questa tecnica nei tempi e nelle stagioni giuste, ed è vero che l'attecchimento è garantito, ma però non vorrei a questo punto far "propagare" anche la malattia. Grazie.
Si, con il dolcetto a Cremolino era usato ma porta un po' di malattia se al secondo anno non si separano. Ora preferiamo fare le rimesse con barbatelle
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Tecnica antica efficace ed efficiente ma con i giovani agricoltori si è in poco persa.
In Sicilia nella mia zona provincia di (AG) si chiama " purpania" che è il nome dato in dialetto alla tomba scavata a terra.
Provincia Agrigento dove?
La tecnica è la propaggine
Scusami Matej ma dovrei farti due osservazioni.Spero che non vengano interpretate come critiche. Innanzitutto la tecnica che stai usando si chiama propaggine, va aggiunto che per il terreno che hai, io la sconsiglierei a priori, in quanto non essendo sabbioso e neppure vulcanico,la tecnica adottata è ad altissimo rischio di filossera. In secondo luogo hai interrato un tralcio già con le foglie e quindi ha altissime probabilità di non attecchire. Io avrei interrato,dopo aver sfibrato il tralcio, nel mese di gennaio,tenendo scoperte due gemme e riducendo la pianta madre ad un massimo di 4/5 gemme per non indebolirla. Scusami per l'osservazione, ma è solo un mio punto di vista.
Da noi in Romagna è una tecnica ormai in disuso perché si andava a compromettere la vita della pianta madre diciamo
La propaggine però è un po' d'impaccio x le lavorazioni interceppo..
Può essere d’impiccio si…
Da noi si chiama cavalletto
Ma tale pratica non si chiama propaggine? O sbaglio ? Dai miei ricordi mi pare la margotta sia una tecnica ben diversa ....😊
anche secondo me, la margotta ci assomiglia ma il ramo viene fatto radicare fuori terra. questa tecnica anche io la chiamerei propaggine. efficace per la produzione, purtoppo non resistente alla fillossera
@@Fettembolo si la margotta si usa ad esempio per i limoni 🍋, consiste nel fare un sacchetto con materiali plastici e terriccio avvolte ad un ramo affinché faccia le radici, per poi tagliare e piantare
Si, si chiama propaggine, anche se il principio é lo stesso della margotta: far radicare un ramo senza staccarlo dalla pianta madre, a differenza della talea.