Nino Di Matteo: "Da Graviano e Baiardo un ricatto a Berlusconi che può coinvolgere il Governo"

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  • Опубликовано: 7 мар 2023
  • Un evento contro "nascondimenti" e "mistificazioni" dei fatti. Un evento per abbattere il "muro di gomma del silenzio". E' con questo spirito che ieri, al Teatro Garbatella di Roma, si è tenuta la presentazione dei libri "Il patto sporco e il silenzio" (ed.Chiarelettere), scritto a quattro mani dal sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo e dal giornalista Saverio Lodato.
    Assieme ai due autori sono intervenuti i giornalisti Sigfrido Ranucci (conduttore di Report, su Rai Tre, e autore con Nicola Biondo del libro "Il Patto") e Andrea Purgatori (conduttore di Atlantide, su La7). Ad intervallare gli interventi, moderati dalla giornalista televisiva Silvia Resta, le letture di due grandissimi attori come Lunetta Savino e Luca Zingaretti, e gli interventi musicali del sassofonista Nicola Alesini per uno spettacolo che ha fatto registrare il pienone.
    "Qui è presente uno spaccato bello della nostra società - ha affermato proprio Silvia Resta presentando gli ospiti - c'è la magistratura che non si inginocchia davanti ai potenti, il giornalismo, quello buono che cerca la verità per raccontarla ai cittadini".
    Questa sera, ha continuato, "qui non c'è soltanto la presentazione di un libro" ma "è un momento di incontro e di dibattito e di resistenza civile". Resistenza a cosa?
    "All'omertà di stato, quel silenzio che è calato sul tema della Trattativa Stato - Mafia, su quel patto incestuoso che è avvenuto nei primi anni '90". Un patto portato a battesimo con le bombe del biennio stragista.
    Un ruolo chiave, ovviamente, lo ha l'informazione. Un tema su cui si è concentrato proprio Nino Di Matteo nel suo intervento, evidenziando l'importanza del giornalismo d'inchiesta “che aiuta la democrazia, forma le coscienze dei cittadini, previene la corruzione, smaschera le collusioni e le deviazioni istituzionali”.
    Di Matteo ha dunque evidenziato i punti salienti delle motivazioni della sentenza d'appello del processo trattativa Stato-mafia, che ha condannato i mafiosi ed assolto, a differenza del primo grado, gli uomini dello Stato. Un processo che ha accertato fatti importanti i quali “disegnano un contesto da far tremare i polsi”.
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