La Stampa - Il Natale dei militari italiani a Herat: si festeggia, ma la guardia non si abbassa mai

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  • Опубликовано: 27 дек 2019
  • 26 dicembre 2019
    Le uniche lucine rosse a Camp Arena sono quelle che indicano il dislivello nel piazzale centrale, di fronte alle bandiera, dove c’è il monumento dedicato ai troppi morti delle missioni italiane. Non ci sono alberi illuminati nella più grande base italiana rimasta in Afghanistan: al tramonto bisogna spegnere tutto, perché i grandi fari diventerebbero un’occasione troppo ghiotta per gli attentatori che continuano ad aggirarsi tra pianure e montagne aspre. Il tiro al bersaglio sarebbe facilissimo. Si festeggia, certo, ma la guardia qui non si può abbassare mai. E anche all’ora del brindisi ci sono uomini pronti a entrare in azione per le emergenze e pattuglie schierate per controllare il perimetro della base e anche l’esterno. I lince sono già in moto e sulle torrette di avvistamento, che osservano tutta la zona dell’aeroporto del Command West, l’allerta è massima. I pericoli scongiurati, anche di recente, d’altronde sono stati tanti. Le forze di sicurezza locali e gli uomini dell’intelligence segnalano di frequente il rischio di attentati e studiano ogni giorno le nuove tecniche d’attacco di quelli che i militari chiamano “insurgents”. Ma controlli e attività preventiva hanno scongiurato il peggio per le nostre truppe, impegnate quasi esclusivamente in un’attività di addestramento della polizia e dei servizi antiterrorismo afgani. Anche la notte di Natale, quando i 28 cuochi di Camp Arena hanno preparato un menù d’eccezione, c’è chi deve tenere d’occhio quello che succede fuori, in una notte senza una sola stella.
    Nel buio, protetti dal lince super blindato e supportati da visori notturni iper tecnologici, si muovono gli uomini dell’11° Reggimento Bersaglieri. Nel loro Lince c’è un sistema di ultima generazione: un abitacolo doppiamente protetto, ma anche un apparato che collega la mitragliatrice alla videocamera termica, capace di illuminare le zone oscure e di individuare subito ogni movimento. Si comanda con un joystick e il mirino dell’arma si muove insieme all’obiettivo della camera: con un click si può annientare ogni minaccia. Nella notte di Natale s’intravede solo un’auto sospetta: nessuno la riconosce ma passa dritta e all’alba si torna alla base. Sul tavolo c’è ancora qualche fetta di panettone e c’è il tempo per raccogliere gli auguri del generale Enzo Vecciarelli, il capo di stato maggiore della Difesa che l’Iraq e gli Emirati Arabi è arrivato anche in Afghanistan, per portare il messaggio degli italiani a tutti gli uomini che operano all’estero. «Questo ci fa un enorme piacere - dice il comandante della base di Herat, il generale Enrico Barduani - Per noi questo è stato un Natale straordinario: la visita del generale Vecciarelli ci consente di sentire la vicinanza dei nostri connazionali e noi ci siamo anche concessi un piccolo strappo alla regola dell’oscuramento notturno. Dopo la messa di mezzanotte abbiamo fatto una processione per deporre il bambinello nel nostro presepe. La luce ci ha regalato tanta gioia».
    di Nicola Pinna, inviato a Herat (Afghanistan)
    video.lastampa...

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